The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, May 08, 1920, Image 1

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Carpenter Ave. N. 15
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ANNO VII
I/IMMINENTE ARRIVO DI UNA
SPECIALE DELEGAZIONE
FIUMANA A ROMA
ROMA, 7 Maggio—L'organo na
aioaalista "Idea Nazionale" annun
IL GIORNALE 81 PUBBLICA OGNI SABATO
zia che fra breve arriverà a Roma li
na speciale Delegazione da Fiume
con l'incarico di concludere un accor
do fra il Governo Italiano ed il Go
no di D'Annunzio.
IL PATRIOTA
GI<ORrV ALE? SETTIMAìNAUE iindipeindeinte illustrato
INDIANA., FA. SABATO, 8 MAGGIO, 1920
La quistione dell'Adriatico
volge finalmente alia line
ROMA, 6—"Il Giornale d'ltalia",
in un commento intorno ai negoziati
diretti fra l'ltalia e la Jugo-Slavia,
relativi alla quistione adriatica, assi
cura che il progetto di costituire la
città di Fiume a Stato cuscinetto, in
dipendente, é stato virtualmente ab
bandonato, causa l'opposizione del
' Governo di Belgrado.
"L'ltalia, —aggiunge il giornale—
potrà avere la sovranità su Fiume, a
condizione che il porto passi sotto il
controllo dei jugo-slavi."
MOVIMENTO TEDESCO CHE AL
LARMA GLI ALLEATI
DUSSELDORF, 7—Un forte con
tingente di truppe tedesche, sussidia
to da unn umeroso reparto di
zia verde"—detta cosi dalla unifor
me che indossano gli agenti—entro,
ieri mattina, in questa città, attra
versando il fiume Ruhr.
Gli Alleati, e particolarmente i bel
gi, che occupano la testa di ponte
opposta, riguardano il movimento co
me un atto ostile, s'accingono ad agi
re relativamente. Le truppe proce
dettero immediatamente alla occupa
zione della stazione ferroviaria.
leri al giorno, intanto, venne di
chiarato lo sciopero generale, per
protesta contro l'occupazione. Gli or
ganizzatori sostengono che essi sono
stati traditi dall'elemento reaziona
rio, e minacciano una nuova ribellio
ne.
Le truppe che occupano la stazio
ne sono armate di mitragliatrici,
bombe a mano ed elmetti di guerra.
UNA LETTERA AL
SENATO! ORAFF
DAL GOVERNATORE
Onorevole Wilbur P. Graff,
Blairsville, Pa.
Mio caro Senatore,
Ho assistito con interesse la vostra
campagna per la rielezione, ed ho
constatato che vi é una disposizione
generale nel partito Repubblicano
delle contee d'lndiana e Jefferson a
mettere il bollo d'approvazione al
vostro eccellente servizio, rielegen
dovi trionfalmente.
Avendo anch'io servito al Senato
assieme a voi e veduto il vostro la
voro dacché assunsi la carica da Go
vernatore sento a dirvi ciò che é ge
neralmente considerato dai vostri as
sociati e da coloro familiari con
l'interesse dello Stato—che voi siete
uno dei più industriali ed efficienti
rappresentanti che abbia avuto qual
siasi distretto al nostro Senato. Il
% ostro giudizio, la vostra esperienza
ed intelligenza negli afEari pubblici
sono stati assai valevoli al corpo e
lettorale e la nostra constante at
tenzione al vostro dovere vi ha reso
un potente fattore alla Legislatura.
Augurandomi che tutto vada bene
con voi, ed esprimendo ancora la mia
ansietà nel successo della vostra can
didatura, sono
Sinceremente vostro,
WM. C. SPROUL.
*
Mothers' Day
A MIA MADRE
Amo il nome gentil, amo l'onesta
Aura del volto che il mio cor rinfranca,
Amo la mano delicata e bianca
Che le lacrime mie terge ed arresta;
Amo le braccia a cui fido la testa
Da tristi fantasie turbata e stanca,
Amo la fronte pura aperta e franca
Dove tutto il pensier si manifesta;
Ma più de le sembianze oneste e care
Amo la voce che mi parla il vero
E mi conforta l'anima ad amare;
La voce che ogni di sulla prim'ora
Mi grida in s.iono d'amoroso impero:
"E' l'alba, tiglio mio' Sorgi e lavora."
Edmondo De Amicte.
Gabriele d'Annunzio
contro i "Premiere"
riunitosi a San Remo
ROMA, 6 Maggio—Gabriele d'An
nunzio in un articolo intitolato i "gio
catori di San Remo" attacca i Primi
Ministri che hanno partecipato alla
Conferenza testé tenutasi in quella
città, e fra l'altro li chiama gì' "im
pomatati, agghindati bari del nazio
nalismo italiano."
Dice inoltre che gli unici oggetti
d'arte che trovavansi nella Villa di
San Remo, dove i "Premiers" si riu
nirono, erano quelli che una volta a
dornavano la sua villa. E continua:
"L'ltalia è stata disonorata con l'o
spitare i capi delle nazioni alleate a
San Remo.
Con alcune bombe lanciate dai va
lorosi aviatori della mia squadra noi
avremmo potuto vendicare le frodi,
i torti, i baratti commessi alla Confe
renza contro la nostra patria.
Ma io preferisco ridere, cóme un
combattente ride quando versa il
proprio sangue che splende.
l'arroganza inglese di
Lord Curzon, io preferisco rimanere
un avventuriero irresponsabile che
nessuno osa punire.
La più Grande Italia é con me a
Fiume, la quale rimarrà sempre ita
liana. Fiume ó immortalmente vit
toriosa, anche nela carestia, nella po
vertà, nel dolore. Per decidere del
suo fato si dovrà forse combattere
finanche al rischio di provocare
un'inesauribile conflagrazione.
Io so quel che questa lotta signi
fica. Io so quel che ho preparato.
Io non ho soltanto minato il porto.
I miei minatori sono all'opra giorno
e notte."
UN ACCORDO AUSTRO-SERBO DU
RANTE LA- GUERRA
Un losco retroscena. Gravi accuse
contro la Serbia
ROMA, 6 Maggio—Telegrafano da
Fiume che il giornale "Vedetta d'lta
lia" che si pubblica a Fiume e che
sostiene una splendida battaglia in
difesa dei diritti di Fiume, fa delle
interessanti rivelazioni.
Il giornale, prima di tutto, doman
da di voler conoscere i resultati del
l'inchiesta condotta dall'on. UscovitcL
circa un accordo che sarebbe esistito
fra il governo austr-ungarico ed il
governo serbo durante la guerra.
Il giornale dice quindi di aver sa
puto da fonte attendibilissima che,
durante la guerra il Governo di Vien
na aveva garentito al governo serbo
la integrità territoriale della Serbia
qualunque potessero essere i resul
tati della guerra stessa.
Più aveva lo stesso governo di Vi
enna garantito importanti facilita
zioni e trattati commerciali alla stes
sa Serbia.
Questa alla sua volta, si era impe
gnata di non molestare l'Austria e
di non attaccarla lasciando cosi alla
prese soltanto l'ltalia contro l'Au
stria lungo il fronte italiano malgra
do che la Serbia avesse l'obbligo pre
ciso di combattere contro l'Austria.
Il giornale "Idea Nazionale" com
mentando le rivelazioni della "Ve
detta d'ltalia" dice che negli archivi
segreti di Vienna sono state trovate
copie di un tale accordo che era sta
to concluso tra la Serbia e l'Austria
e conclude denunziando la condotta
sleale e traditrice della Serbia.
I MANOSCRITTI NON SI RESTITUISCONO
La Rotta di Caporetto la difesa
: dei Piare eil Maresciallo Foci
Da parecchio tempo, ed in questi
ultimi giorni specialmente, vari gior
nali francesi nel tessere gli elogi del
generale Foch, hanno insistito nel
dire che dopo la rotta di Caporetto,
gran parte della storica e meraviglio
sa difesa del Piave con relativo arre-
I sto dell'invasione austro tedesca nei
campi del "Veneto deve attribuirsi al
Generalissimo francese.
Contro siffatte dicerie pubblica un
breve ma reciso articolo il Colonello
di Stato Maggiore Angelo Gatti, il
quale con molta efficacia e con dati
di fatto e di cifre mette le cose com
pletamente a posto.
Smentendo le esagerazioni france
si il Colonnello Gatti scrive:
Ricorre nei giornali francesi la vo
; ce che la difesa italiana del novem
ì bre 1917 al Piave fu dovuta ai con
♦
sigli del generale Foch. L'aiuto
francese —e inglese—in quei giorni
' ci fu moralmente prezioso, perché di
mostrò ai nemici l'unione dell'ltalia
con gli alleati. Di ciò saremo sem
. pre grati alla Francia—e all'lnghil
terra. Ma il generale Foch non ebbe
parte nella risoluzione; il solo gene
rale Cadorna pensò e ordinò la difesa
al Piave.
! Foch giunse al Q. G. italiano, a Tre
viso, il 30 di ottobre (Robertson ca
po della Stato Maggiore inglese, il
31), per decidere, dopo l'esame del
la sconfitta italiana, se e quante divi
sioni francesi dovevano essere invia
te in Italia. I suoi studii si svolsero
in questo senso.
Ma il generale Cadorna, dai 27 di,
ottobre, aveva risoluto di fermarsi
al Piave: chi gli era vicino può atte
star ciò. Qualunque cosa si possa
pensare dell'opera militare anteriore
di Cadorna, non si può negare che la
ritirata fu condotta dal generalismo
italiano da maestro. Il Tagliamento
fu indicato come prima linea di ran
nodamelo, non altro. La difesa del
l'Adige o del Mincio, allora propu
gnata da molti, non sfiorò la mente
del Cadorna che per essere esclusa.
Tutti gli ordini, dal 31 di ottobre,
cioè da quando fu chiarito che la so
sta la Tagliamento sarebbe stata bre
ve, furono dati per l'avviamento del
le truppe sulla destra del Piave e non
oltre. Se il generale avesse voluto
difendere l'Adige e il Mincio avrebbe
dovuto ben altrimenti predisporre le
cose: non si improvvisano
zioni di eserciti in 24 ore. La retta
volontà del capo culminò coll'ordine
del giorno pubblicato a Padova il 7
di novembre, capolavoro di pensiero
e di sentimento. Esso finisce cosi:
UN POSSIBILE ACCORDO NITTi
D'ANNUNZIO
ROMA, 6—ll prossimo arrivo, se
gnalato ufficialmente ieri,—d'una de
legazione fiumana a Roma, é inter
pretato come un tentativo, da parte
di Gabriele D'Annunzio, di stabilire
un'intesa col Governo di Nitti, per
procedere insieme verso una soddi
! sfacente risoluzione del problema a
diiatico.
Dicesi, infatti, che la delegazione
sia stata munita di pieni poteri dal
Comando, e che sia latrice d'impor
tanti comunicazioni.
E' opinione quasi generale che
D'Annunzio, per la sua residenza nel
la città contesa, la più vicina cono
scenza delle cose, ed il fatto, special
mente, che egli, dalla proclamazione
dell'armistizio in poi, ha dato tutto
il suo ingegno e la sua intelligenza,
il suo cuoius e l'anima sua, il suo
tempo e la sua opera allo studio del
problema adriatico, si trovi, ora, nel
la condizione di meglio giudicare in
materia, e che il giudizio suo possa
avere più elementi d'esecuzione.
11 movimento anti-dinasitco ed an
ti-serbo che serpeggia nella Croazia e
nella Slovenia, il disaccordo che in
torbida la Jugo-Slavia, appunto per
la quistione di Fiume, e la stanchez
za del popolo italiano prodotto dal
prolungarsi della disputa, danno, sen
za dubbio, un nuovo aspetto al pro
blema, che ora si potrebbe risolvere
senza dare alcun peso ai compromes
si molteplici tante volte proposti e
discussi e sempre rimandati.
L'arrivo dei delegati dannunziani
é atteso con ansia e con ansia mag
giore le dichiarazioni che faranno.
Essi, —secondo "L'ldea Nazionale"
—hanno l'incarico, innanzi tutto,
d'appianare le divergenze esistenti
fra il Governo Italiano ed il Coman
do di Fiume.
Prezzo D'Abbonamento
Un Anno . . . $2.00
Se' mesi . . . SI.IO
Una copia . . . $0.05
l'er l« ln»ermioni ed arvtst m paga
mento rivolgerai direttamente al saetta
I litio io .I*l manager Francesco Blaaoa
te « telefonare per atta.
"Noi siamo inflessibilmente decisi:
sulle nuove posizioni raggiunte, dal
Piave allo Stelvio di difendere l'ono
re e la vita dell'ltalia. Sappia ogni
combattente qual'é il grido e il co
mando che viene dalla coscienza di
tutto il popolo italiano; morire, non
ripiegare." Quest'ordine é firmato Ca
dorna. Il generale Giardino fu l'otti
mo esecutore d'esso, quaudo il Cador
na fu destituito dal comando.
Se dire, come tutti dicevano, che
bisognava resistere al nemico é dare
consigli pratici. Foch diede consigli
pratici. Era un capo intelligente, un
soldato tenace, non poteva parlare
diversamente. Anche Robertson par
lava cosi: e, più calorosamente anco
re, l'addetto militare inglese, Rad
eli Ife, che il 25 di ottobre, prima di
misurare la gravità della sconfitta, a
veva rassicurato gli animi dicendo:
'resistete: siamo con voi; daremo a
gli austriaci una buona lezione."
Ma Consigli di guerra fra i tre ca
pi non ce ne furono, assolutamente
(né Cadorna l'avrebbe permesso),
fuorché uno alla sera del 31 ottobre,
il cui risultato più importante fu che
la difesa d'ltalia toccava all'esercito
italiano e che quindi gli alleati nbn
potevano dare più di fi divisioni. La
voro concorrente dello Stato Mag
giore di Foch con quello italiano,
nemmeno; Foch si recò in Italia ac
compagnato soltanto dai suoi intelli
genti coadiutori Weygand e Sagézjr,
e l'opera comune cominciò più
quando le truppe francesi stettero
per arrivare. Né, infine, Foch volle
certamente dare suggerimenti parti
colari al Cadorna: nessun vero co
mandante si arrischia a parlare d"un
esercito che non conosce bene, e a un
generale come l'italiano. In che Dio
do, dunque, si sarebbe manifestata
praticamente, cioè in azione, l'opera
di Foch Frasi e desideri! non ba
stano nella guerra.,
il generale Foch convinse il £uo
Governo, e questa fu la sua parte, di
mandare in Italia le divisioni fran
cesi. Sia ringraziato di ciò. Le trup
pe francesi entrarono in linea sul
Piave la notte dal 1.0 al 2 di dicem
bre, dopo le inglesi (che erano entra
te in linea sul Monteilo nella notte
dal 30 di novembre al 1.0 di dicem
bre ) e dopo che da ventisette giorni
le truppe italiane avevano dappertut
to fermato il nemico e determinato
la situazione favorevale a noi. In li
nea, i francesi—e gli inglesi—fecero
cordialmente ed eroicamente il loro
dovere.
Questi sono i fatti. Amici del fran
cesi, ma più della verità.
IL MAESTRO MARINUZZI A CAPO
DELLA "CHICAGO OPERA
COMPANY"
CHICAGO— Harold McCormick,
presidente della Chicago Opera Asiro
ciation, ha annunziato ieri che, tu
seguito alla morte del Maestro Cleo
fonte Campanini, sono state necessa
rie fare delle nuove nomine nella
compagnia suddetta.
Il Maestro Gino Marinuzzl, sarò il
Direttore Generale Artistico della
Compagnia, occupandosi della scelta
degli artisti e delle opere e dell'anda
mento di tutti gli spettacoli.
Mr. Herbert M. Johnson, il quale,
da parecchi anni faceva parte dèi
personale amministrativo della Com
pagnia, si occuperà della parte finan
ziaria della Compagnia stessa.
Sottoscrivete al
PRESTITO IN DOLLARI
AL SETTE PER CENTO
CAMBIO DI OGGI
Per Rimesse in Italia -.
280
PER CENTO ;
Lire 1900 per IlOcf.OO
Per sollecite rimesse? 'di
denaro o depositi all'estero,
usate l'inappuntabile servi
zio e i vaglia garentitl délèv
FARMERB BANK A TRUST
COMPANY,
Indiava, Pa. ;
»
i '
No. 6 Lincoln Letter Offers
Solution for Europe
Paris—At the San Remo confer
ence last week a representative from
Zara, on the coast of Dalmatia, had
in his possession, as an added sup
port of the Italian claims on the
Adriatic, a hitherto unpublished let
ter by Abraham Lincoln. This letter,
dated Springfield, 111., 1853, not only
went minutely into the Adriatic ques
tion —expressing views widely diver
gent from those held by President
Wilson today—but made two pro
phecies which have come to pass,
namely, a general European war and
the end of the Austrian-Hungarian
empire. The letter further prophe
sied the fall of the British empire,
but it now is pointed out that Great
Britain, has avoided dissolution by re
forming many of the principles which
guided it politics during the pre-ci
vil war epoch, when Lincoln wrote.
The letter was addressed to the
eminent Italian physician, Mercedo
nio Melloni, who, during his journeys
to Geneva, Paris, London and Naples
made many friends in the political as
well as the scientific world. The let
ter recently was found in the ar
chives of the Melloni family at Mo
dena. Countess Zucconlini, of Mode
na, has the original manuscript, pho
tographs of which are now en route
to America. I have obtained a copy
of the Italian translation, which now
is retranslated into English and may
contain variations id phrasing from
the original, but which will show
clearly tbt* views held by Lincoln as
he passed in review the great politi
cal problems that agitated continen
tal Europe in his day. The letter
Was written at Melloni's request. It
reads:
Political Reorganization Outlined
"Humboldt has given me the mes
sage you sent me through Mr. Fara
day, of your desire to have my
thoughts concerning the political re
organization of Europe. I admire
all you have suffered for science and
still more what you have suffered for
the independence and liberty of your
beloved country. I am convinced
that when the barbarians swept
down upon ancient Rome they pro
fited by the state of moral dissolu
tion, from which the empire then
suffered, to destroy, sack and obllte
te and thus retard for several cen
turies the triumphal march of civi
lization.
"We were all on the road to the
forming of a single race when sud
denly there fell upon the civilized
world that epoch of deep darkness,
that epoch of barbarism, obscuring
the glorious light of immortal, eter
nal Rome—that Rome which had
given civilization to the entire world,
rhat Rome which had even made
America a civilized nation and which
has nourished us morally by in
disputable laws, that Rome which in
my opinion will be, in the more or
iess distant future, the luminous
capital of the United States of Eu
rope.
Italy "U. S. of Europe"
"It is criminal to obstruct the nor
mal course of the development of
nations and block the foundation of
the future United States of Europe.
"First of all, in order to realize
this end, it is indispensible to assure
the obsolute independence of Italy
because this independence is neces
sary for the equilibrium of the civ
ilized world. All of the Itaian pe
ninsula with its islands should be
completely united in one nation.
"The kingdom of Lombardy, with
the two Venices, the Trentino and
Julian provinces, should be united
to the mother country without any
interruption of territory and with
absolute mastery of the ancient lake
of Venice —the Adriatic from Fiume
as far as Cattaro without interrup
By Wythe Williams
tion, the whole length of Dalmatia as
far as Albania, which also ought to
i oe absolutely united to Italy.
"The only Italian unity which can
; be admitted is one which does not
permit of trampling under foot of
the simplest principles of the actual
political situation, thus to prepare
for the near future the most bloody,
the most deadly of wars.
"Dalmatia has a history of almost
twenty-two centuries. The ethical
quantities which have been violent
, ly superimposed there, to the preju
dice of the native Italians, are form
«
ed oy the most barbarous people of
the Bulgarians, Croats,
Serbians. As I wrote you last time,
| the Serbians in particular take no
j glory except in assassination and
J crimes of carnage and vandalism of
! every description.
"This glorious Dalmatia, by the
treaty of Campo Formio, was first
j given to Austria, then given to Na
poleon, your great citizen, who has
enriched the glory of France in the
! same manner as Christopher Colum
bus has enriched that of Spain. Then
by the Holy Alliance it was handed
back to Austria.
"As to the Albanians, they are
1 Italians and nothing else, the same
as the Sicilians and the inhabitants
of the southern part of your penin
sula. When you Italians were al
ready civilized we Americans had
not yet been born.
"Work along this line, my great
1 friends. The task is hard, but one
must not be discouraged if you wish
to avoid for your children a political
upheaval which will have a most
terrible consequence.
"Two empires in my opinion are
destined to disappear from the face
of the earth to make place for the
birth of free and independent nation
alities. / I mean the British empire
and the Austrian empire which are
| indeed historical absurdities, or, if
you like better the expression, eth
nical paradoxes. The universal con
federation of human consciences
must triumph.
"Napoleon once said that Europe
would either become republican or
Cossack. She must not become Cos
sack. Russia, it is true, contem
plates the conquest of Constantino
ple and India ik order to possess the
hegemony of the world, but no peo
ple should oppress others to restrict
them in the geographical distribu
tion of nations. There will always
;e ethnical minorities included in
great masses and in the older na
tions, but they should for the mo
ment live in peace and harmony with
ieh other, because their sacred
rights will be defended when the day
ot the desired confederation comes.
The straits of the Dardanelles and
Gibralter should be accessible to all,
and if some day the Isthmus of Suez
be pierced by a canal, it must not be
an niquitous privilege for one people
to the exclusion of all others. It I
ought to enjoy a natural and logical
. eedom.
"Going back to what I have al
>ady said, I believe that the revolu
tion should penetrate in the con
science of all humanity without dis
tinction in order to avoid the vio
lences, thefts, brutalities, pillages
and bloody impositions which form
the patrimony of humanity and
which already surpass what poor hu
mans can stagger under. Nations dis
appear, but the ideal remains. It is
eternal. For the triumph of this ho
ly ideal, my dear Melloni, one should |
fight to one's last breath. Science
teaches us that our politics should
end all the forms of imperialism
which weigh as a great cloud on the
human race. This then would be true
civilization. Yours,
"ABRAHAM LINCOLN."
• THE PATRIOT"