The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, July 05, 1919, Image 3

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    1 SOLDATI ITALIANI
A COSTANTINOPOLI
I. :olonello Caprini, comandante
dei Dostri carabinieri a Costantinopo
li, ni diceva, sintetizzando in poche
paro]? la situazione italiana nell'im
pero Ottomano, dopo firmato l'armi
fitizic: "L'lnghilterra e la Francia
hanto due colossali armate di occu
pazione: l'ltalia che qui non ha nul
la di tutto ciò, ci ha già costruito in
compenso un'armata più grande di
simpatie."
E' ]a verità. In tutti i luoghi ove
il soldato italiano é venuto a con
tatto con la popolazione turca, il
sentimento che n'é nato é un senti
mento di rispetto, di ammirazione di
riconoscenza e di affetto per questi
umiJj e nobili rappresentanti della
nostra patria. Essi hanno fatto qui
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il loro contegno, con la loro infati
cabile attività, hanno rivelato un'l
talia ch'era qui sconosciuta; si so
no imposti; formano oggi il termine
di paragone per tutte le altre truppe
di occupazione; sono la bandiera
più alta e più amata della civiltà oc
cidentale. Ho raccolte, durante quin
dici giorni, le testimonianze più di
verse e più complete a questo ri
guardo. Qui nella metropoli, nei più
lontani dintorni, nelle isole, ovun
que sono nostri distaccamenti. Non
ho mai trovato una sola voce od u
na sola impressione discordante. Dai
ministri, agli scaricatori del porto;
dalle grandi dame, alle donnette del
popolo; tutti sono in ammirazione
che riguarda le sue qualità morali,
come specchio, delle qualità del po
polo che rappresenta.
Ma. purtroppo, noi lasciamo ogni
giorno sperdere questo tesoro di
simpatie Bisogna dirlo fore. bisogna
dirlo subito; con la speranza di vede
re ancora a tempo porvi rimedio. Io
sono d'accordo con il colonnello Ca
prini che noi qui abbiamo costruita
una forza di simpatie che vale un'
armata. Ma se essa é una forza
grande, é anche una forza fragile:
vorrei dire vaporosa, che si sperde
ogni giorno e che può sfumare del
tutto domani. I nostri alleati, invece
che non sono amati, che non hanno
suscitato alcuna simpatia, costrui
scono sul solido, accaparrano realità.
Sono brutali, a prendono; e quando
hanno preso non lasciano più. Capi
scono che in questi paesi orientali bi
sogna colpire la fantasia per impor
si. Ed in conseguenza si mostrano
dappertutto: hanno portato qui le
loro truppe più appariscenti e me
glio venite; hanno grandi parchi di
automobili; campi di aviazione; in
gombrano le strade, ingombrano il
cielo; pavesano tutte le vie delle lo
ro bandiere. In questa grande "mo
stra" della forza che ha vinto la
guerra, noi spariamo. Siamo troppo
pochi, e troppo modesti. I soldati
nostri, i nostri carabinieri sono do
vunque si lavora, dovunque si vigi
la: in tutti i posti più difficili di re
sponsabilità e di rischio; ma non si
vedono. Appena compiuto il loro do
vere; o qualche cosa più del loro do
lere, dileguano: rientrano nelle ca
serme o riprendono le loro esercita
zioni fuori della città. Se l'eco della
loro opera non fosse sempre viva su
ogni bocca turca, si direbbe per
chi arriva a Costantiopoli che
gli italiani qui non ci siano, tanto
stanno nascosti.
E poi, diciamo la verità, i pochi
militari italiani che qui sono stati
mandati, fanno bene a stare nasco
sti. Il trattamento economico del
Governo patrio non permetterebbe
loro di vivere degnamente in pub
blico, a confronto con gli alleati.
Qui la vita costa un orrore: un sem
plice caffé costa due lire; ed una
cena almeno sessanta. - Non parlia
mo dei soldati che qui con la paga,
lon possono eemprare né un gior
nale, né un bicchiere di "mastica";
ma gli stessi ufficiali —se non han
no danari da casa propria deb
bono camminare in mezzo alla stra
da, lontani dai caffé, dai ristoranti
e dai negozi, se vogliono salvare la
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loro dignità, i pari-grado francesi
ed inglesi, hanno quattro volte o
cinque lo stipendo di un ufficiale
italiano: e lo ricevono in moneta
che vale qui almeno un terzo più del
la nostra! E' una pena, ed una umi
azione. Naturalmente, tutti i luo
ghi eleganti e dispendiosi: i caffé
ala moda, le sale dei grandi alber
ghi. le passeggiata i "tea-rooms",
sono pieni di eleganti ufficiali in
glesi e francesi: di italiani si vede,
a volte, per caso,* qualche ufficiale
di marina e qualche ricco signore
capitato qui in servizio. Gli ufficiali
del presidio non si vedono in nessu
na parte. Potreste osservare che il
Governo italiano non ha l'obbligo
di preoccuparsi se il milite che qui
giunge dal'ltalia o dale Macedonia,
sia in grado di frequentare i ritro
vi mondani e far mostra di sé. Ma
allora mostrerete di non camprende
re un'acca di questi paesi e della
maniera di crearvi la propria in
fluenza; e quel governo che fosse in
quest'ordine di idee farebbe molto
meglio a trattenere i suoi soldati a
casa ed a ritirare quelli che ancora
ha in giro per il mondo. Qui le cor
renti del sentimento si suscitano
con la lealtà, la signorilità e l'one
stà; qualità precipue del nostro
soldato; ma il prestigio si crea con
le forme, con lo apparenze, se non
con il "bluff": come fanno molti
dei nostri amici. . .
Se non si é capaci di mettersi su
questa via, é meglio non guardare
per niente al' Oriente.
L'altro giorno un ministro turco
pieno di riguardi e di simpatie per
l'ltalia facendo l'elogio del nostro
soldato, soggiungeva: "Ma come so
no piccoli di statura i vostri uomi
ni. . . E' un rilievo che a trascri
verlo, per farlo conoscere in Italia,
pare una s ciocchezza. Eppure, ere
detelo, ch'é la rivelazione di tutta
una maniera di concepire la gran
dezza dei paesi, ch'é qui fondamen
tale ed é generale. Gli sciocchi, per
la via di Pera, gli ridono dietro; ma
l'lnghilterra con la sua troppa scel-*
ta ha mandato qui un caporale
scozzese ch'é alto due metri e venti,
Pare uno stendardo in mezzo alla
folla. I turchi io guardano e poi sus
surrano: "che uomini grandi ha
l'lnghilterra. . . "
Cosa costava al nostra paese, se
invece di inviare qui questi stanchi
ed eroici fantaccini della Macedo-
nia, avesse invece fatto sbarcare un
battaglione di granatieri, di alpini
ed una o due batterie da montagna.
Il nostro prestigio ne sarebbe stato
moltiplicato. La nostra truppa é ar
rivata qui malvestita: con gli abiti
consumati da una lunga campagna,
nella materiale impossiblità di ri
fornirsi e cambiarsi l'abito. 1 nostri
soldati sono peggio equipaggiati dei
soldati greci. I nostri ufficiali be
stemmiano: non hanno dove com
prare né uu pezzo di panno, né una
giubba, né un berretto. Se sono in
vitati a feste od a ricevimenti deb
bono cercare tutti i pretesti per rin
graziare e rifiutare: non volendo u
niiliarsi. coi loro vestiti frusti, nella
compagnia di altri ufficiali elegan
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sto di decisione in via XX Settem
bre. Da Taranto a qui, ci sono tre
giorni soli di tacile traversata. Rin
novate queste truppe stanche, che
hanno anche diritto di venire a pas
sare in Italia, andate presto qui
qualche solido battaglione di grana
tieri, di alpini, di quello che volete:
ma che siano uomini scelti. Vestiteli
bene. Date loro le indennità ade
guate alla vita costossima di questa
grande città; e vi accorgerete, in
breve tempo, che il danaro e le cure
non saranno state spese invano.
Francesco Bianco.
Da "Il Giornale d'ltalia" di Roma.