The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, July 20, 1918, Image 5

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    Voter's Catechism
D. Have you read the Consti
tution of the United States?
R. Yes.
D. What form of Govern
ment is this?
R. Republic.
D. What is the Constitution
of the United States?
R. It is the fundamental law
of this country.
D. Who makes the laws of
the United States?
R. The Congress.
D. What does Congress con
sist of?
R. Senate and House of Rep
resentatives.
D. Who is our State Senator?
R. Wilbur P. Graff.
D. Who is the chief executive
of the United States?
R. President.
D. For how long is the Presi
dent of the United States elect
ed?
R. Four years.
D. Who takes the place of
the President in case he dies?
R. The Vice President.
D. What is his name?
R. Thomas R. Marshall.
D. By whom is the President
of the United States elected?
R. By the electors.
D. By whom are the electors
chosen ?
R. By the people.
D. Who makes the laws for
the State of Pennsylvania.
R. The Legislature.
D. What does the Legislature
consist of?
R. Senate and Assembly.
D. Who is our Assembly
man?
R. Wilmer H. Wood.
D. How many States in the
union ?
R. Forty-eight.
D. When was the Declaration
of Independence signed?
R. July 4, 1776.
D. Which is the capital of the
United States?
D. By whom was it written?
R. Thomas Jefferson.
D. Which is the capital of the
state of Pennsylvania.
R. Harrisburg.
D. How many Senators has
each state in the United States?
R. Two.
D. Who are our U. S. Sena
tors?
R. Boise Penrose and George
T. Oliver.
D. By whom are they elect
ed?
R. By the people.
D. For how long?
R. Six years.
D. How many representa
tives are there?
R. 435. According to the
population one to every 211,000,
(the ratio fixed by Congress af
ter each decennial census.)
D. For how long are they
elected ?
R. Two years.
D. Who is our Congressman ?
R. Nathan L. Strong.
D. How many electoral votes
has the state of Pennsylvania?
R. Thirty-eight.
D. Who is the chief execu
tive of the state of Pennsyl
vania ?
R. The Governor.
D. For how long is he elect
ed?
R. 4 years.
D. Who is the Governor?
R. Martin G. Brumbaugh.
D. Do you believe in organ
ized government?
R. Yes.
D. Are you opposed to or
ganized government?
R. No.
D. Do you belong to any se
cret society who teaches to dis
believe in organized govern
ment?
R. No.
D. What is a bigamist or po
lygamist ?
R. One who believes in hav
ing more than one wife.
D. Are you an anarchist ?
R. Nc.
D. What is an anarchist?
R. A person who does not be
lieve in organized government.
D. Are you a bigamist or
poligamist ?
R. No.
D. Have you ever violated
any laws of the United States?
R. No.
D. Who makes the ordinances
for the City?
R. The board of aldermen.
D. Do you intend to remain
permanently in the U. S.?
R. Yes.
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LA RISPOSTA DEGLI STRANIERI
Di FRANKLIN K. LANE
Noi veniiniuo in America per
collaborare alla formazione di j
questa nuova Nazione pel bene no
stro c dei nostri figliuoli. La por
ta era spalancata e niente pagam
,mo per varcarla. Noi calcammo
le orme impresse ila altri. Le ter
re ehe altri avevano scoperte c
per cui tanto avevano lottato, ci
vennero date, perché le trasfor
; massimo in abitazioni.
Nella contrada natia, la Madre
Patria, lavoravamo per un tozzo di
pane: qui invece si lavora per vi
vere. Nella terra natia i nostri
bimbi non potevano aspirare a ;
divenire mai qualche cosa di più
di quello che noi eravamo; il loro
avvenire era ostacolato dal signo
re. il privilegiato della fortuna,
1 nato con proprietà posizione e
preferenza. Sempre vi sono stati
dei signorotti, innanzi a cui biso
gna scappellarsi in segno di de
ferenza e sottomissione, Lottando,
sacrificandosi a tutta possa, non
si poteva mai sperar niente; per
ché vi ora sempre quel signorotto,
l'uomo che signoreggiava il cui
posto era inaccessibile. Por i ;i-,
gli suoi vi orano scuole, professio-'
ini, opportunità; por i figli nostri'
lavoro senza speranza, il lavoro 1
dei muscoli, lavoro per un tozzo
di pane, certo non soddisfacente
alla loro vita e allo loro aspirazia
ni. Egli non poteva sposare la
fanciulla del suo cuore, perché di
rango troppo elevato e la distan
za non facilmente superabile. An
che la vita pubblica era chiusa per
lui, tranne che per essere lo schia- !
vo dell'uomo che posava in alto, j
E noi, stranieri, siamo qui per
assumere la nostra parte, per as
| solvere il nostro pieno dovere a
favore dell'America. I millenni di
i
lotte interrotte l'emancipazione
della servitù ci hanno condotti al
la terra che offre a tutti la mede
sima opportunità. Noi rifuggim
SOLITE BUGIE TEDESCHE
I n testimone dell'entrata del
l'esercito tedesco a Bucarest,
Georges Oltramare, stata, nel
"Journal de Gnenéve", una leg
genda secondo la quale la popola
zione romena avrebbe coperto di
fiori le truppe nemiche. 11 10 No
vembre 1916, verso le 14, prima
Che un solo elmetto a chiodo ap
parisse nella capitale, Mackeusen
vi giunse in automobile, per assi
curarsi che l'ordine regnava e clic
nessun pericolo minacciava i suoi
uomini. Poco dopo giunsero le
prime pattuglie di ulani, e allora
molti curiosi apparvero alle fine
stre e le vie si affollarono e li in
terrogava. Qualche dorma gettò,
si, dei mazzolini di fiori, ma erano
donne tedesche, e la folla era com
posta in gran parte di romeni e
brei: i veri cittadini di Bucarest
rimasero a casa. Perfino i grandi
germanofili tennero un contegno di
«rnitoso in quel triste evento. II
vecchio Carp. a una rappresentan
za di ufficiali recatisi a rendergli
omaggio, rispose: '"Nessuno più
di me avrebbe desiderato di rice
vervi come amici a Bucarest, ma
i destini della mia disgraziata pa
tria non me l'hanno permesso. Og
gi. signori, tutto ci separa : io non
voglio essere che un vinto." Tito
Maioiresen, morto recentemente,
non fu meno fiero. Mackensen gli
mandò un giorno il suo aiutante di
campo: "S. E., desiderando d'in
trattenersi con voi, vi accorde
un'udienza", disse l'ufficiale; e
Maioreseu rispose con fermezza:
' Ignora forse il mio indirizzo Sua
Eccellenza?"
I romeni si illusero, ingenuamen
te, di trarre, se non altro, qualche
beneficio dalla decantata organiz
zazione tedesca. E i tedeschi, in
fatti. organizzarono a meraviglia
il paese; ma soltanto a loro van
taggio.
DR. C. J. DICKIE
DENTISTA
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INDIANA, PENN A
ino dail uomo che signoreggiava
qui 11011 abbiamo altri» padrone che
noi stessi. Il nostro eappello si to
glie al genio, non al rango.
T,a grande easa sulla collina era
na volta dell'umile lavoratore del
braccio. La sua moneta frutta sa
lari, tinche anche noi ne avremo
per pagare salari ad altri. Vi era
una speranza nei nostri cuori, e
questa speranza e germogliata nei
bimbi dagli occhi vivaci, nella ca
sa dove i pianoforti suonano, nelle
scuole, nei collegi, nelle corti ove
i nostri fanciulli lavorano accanto
agli altri, ottenendo onori ed al
lori i-he derivano dal talento, po
sti elevati che si assegnano in me
rito al carattere, popolarit che
non conosce limiti: e questa spe
ranza é sbocciata in tìerczza che
1 • •
s impone, 111 alterigia che da vita,
la vita di cui noi siamo formati e
per cui noi viviamo, in questa ter
ra della comune opportunità.
Se non'si fa giustizia in questa
contrada la colpa é nostra; se la
fiaccola della liberta si affievolisce
o spegnesi. nostra sia la colpa. Se
I la nostra bandiera cede, coloro che
| combattono con ardore in altre
Nazioni si scoraggeranno, coloro
I • •
che ne ritrassero il campo stellato
con speranzoso bleu e che ne stria
rono le striscie con rosso vivido
non sapranno perdonarcelo* Noi
sappiamo che questa libertà rap
presenta <1 un tratto la nostra glo
ria ed il nostro pericolo; giacché
adesso non vi é l'uomo in alto.
Noi non abbiamo nessun altro pa
! drone da servire tranne noi stessi.
| Noi ci troviamo nell'ora del ci
j mento. Noi non esiteremo, noi non
| paventeremo il pericolo. Il vec
; chio mondo non ci vedrà sbandati
| ed in fuga, quando viene lanciato
il guanto di sfida, guanto é stato
| guadagnato e dato a noi da noi sa
rà trattenuto per noi e per i no
stri figliuoli.
PAN PER FOCACCIA
Il capitano istruttore ili equita
zione agli allievi di marina di Spe
zia—un vecchio e bravo ufficiale
di cavalleria —era una gran buo
na pasta d'uomo, ma nella callc
rizza diventava 1111 tiranno! Quan
do comandava un esercito bisogna
va stringerci! . 11 passo era quasi
abolito: trotto e galoppo, galop
po e trotto. Non si ragionava d'al
tro. Gli ufficiali di marina prova
vano qualche cosa di peggio che
il mal di mare. E se qualcuno ar
rischiava un'osservazione, guai !
—Niente! Non sento miseriror
dia ! —gridava,— Qui comando io ?
Al trotooo ! Sacr...
Ora avvenne che una volta gli
ufficiali di marina si trovassero a
passare, col loro istruttore d'equi
tazione, nell'arsenale, in cui erano
attaccate alcune torpediniere.
—Facciamo una gita?—propose
uno della comitiva. Ela proposta
fu accolta per acclamazione. Tut
ti—istruttore d'equitazione com
preso—s'istallarono a bordo della
torpediniera, che poco dopo snel
ila e veloce, scivolo sull'onda, fi
mare quel giorno era molto mosso
sicché appena fuori del porto il
j leggiero scafo comincio a ballare
una danza infernale! L'ufficiale
di cavalleria si senti subito a di
sagio.
Impallidì, sputò. . . A un certo
punto arrischiò una proposta:
Giovanotti, si torna indierto?
—Niente ribatté pronto 1 T
ufficiale ehe aveva assunto il co
mando. —Qni comandiamo noi!—
e curvandosi al portavoce, gridò:
—Avanti! Tutta forza! Sacram...!
PATRIOTTISMO
Originale di un avviso letto nel
la vetrina di un parrucchiere:
'll parruchiere, troppo vec
chio per essere mobilizzato sbar
....
ba gratuitamente i militari."
E sotto alla dicitura un'altra
del garzone che non vuol essere
da meno del padrone :
"Il garzone non accetta man
eie dai signori militari."