The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, April 27, 1918, Image 8

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    I SU LA FRASCA |
| Pietro De Coulevaln f
In quanto alle donne da' cin
quanta a' sessantanni, facevano,
pena a vederle, enormi, deforma
te, mal vestite. Si vedeva che l'e
tichetta della Corte non aveva di
sciplinato il loro contegno e che
esse ignoravano e sprezzavano le
legge deliricene moderna. Solo
il portamento della testa era bel
lo. Una sfumatura di melanconia
addolciva le fisonomie severe e in
transigenti. V'era in loro un tale
aspetto di autorità morale e ari
stocratica che non permetteva di
scambiarle con delle borghesi vol
gari. Cercavo collo sguardo le
marchese e le contesse americane
credendo che dovessero spiccare
vivamente in quell'ambiente fiacco
<e vecchio. Invece si confondeva
no quasi con lui. Esse hanno cer
cato di prenderne il tono, le ma
niere ; ne hanno adottato i pregiu
dizi rinnegando i propri idoli per
snobismo, per suggestione ; ma an
cora non son riuscite ad acquistar
lo il fascino; vere e propri con
traffazioni, son rigide e affettate.
Nonostante io non credo che siano
state trascinate in quel vecchio
mondo per sola soddisfazione del
la loro vanità, ma sibbene per por
tarvi degli elementi di evoluzione ;
esse debbono probabilmente tra
smettere a' propri figliuoli lo spi
rito nuovo assai mitigato affinché
più facilmente possa essere assi
milato. E' cosi maravigliosamen
te profondo il lavoro della Provvi
denza ! '
Il lato comico e caratteristico di
questa fiera di beneficenza era che
ognuno sembrava occupato di
tutt'altro. Le patronesse della
Chiesa, conversavano per lo più
; »
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co' loro direttori spirituali. La
gioventù Asteggiava ; venditori e
venditrici, dimenticando di esibire
la loro merce, chiacchieravano fra
di loro e abbandonavano il loro
banco per andare a scambiare una
parola con questo o con quello; il
risultato finanziario della fiera ne
avrà certo risentito giacché diffi
cilmente il denaro entra da sé nel
la cassa dei poveri. Pur nono
stante, in un angolo si vendeva e
squarciagola una quantità enorme
di oggetti eterocliti e il gentiluo
mo che teneva questo banco era
assai buffo, ma si aspettava forse
qualche cosa di più da lui. Egli»
discendeva da una delle più bril
lanti e spiritose generazioni del
XVIII secolo ed era uno dei casi
in cui nobless oblige. Chi sa ? For
se non gli mancava che l'attratti
va. Intanto alcune signore appar
tenenti all'alta borghesia, irrup
pero nel vecchio giardino e la loro
eleganza lumeggiata da' loro gioi
elli, il loro lusso moderno, fecero
uno strano contrasto. Chiacchie
rando e ridendo, scambiando sor
risi canzonatori si aggiraron per 1
viali esaminando persone ed og
getti con una visibile curiosità, e
dopo aver fatto generosamente de
gli acquisti a destra e a sinistra,
con un po' d'ostentazione, si ec
clissarono. Probabilmente aveva
no capito di star meglio a casa lo
ro, ma non eion quel benessere for
se.
Un principe della Corte onorò
la fiera della sua presenza. Fu ri
coperto d'omaggi. I giovani lo
scortarono, le signore si profusero
in riverenze di etichetta. Pareva
di esser tornati al tempo di Sua
Maestà Luigi Filippo ed anche a
tempi più remoti; gli uomini ge
sto della mano sinistra che hanno
ereditato da' loro avi dai cappelli
piumati; poi baciavano la mano
alle dame, inginocchiandosi loro
davanti, offrivan de' numeri della
lotteria con una naturalezza ed sa
na grazia in cui riviveva qualche
cosa del tempo passato. Ein tut
to quel pomeriggio io provai la
sensazione del passato, una sensa
zione straordinariamente piacevo
le, infiinitamente dolce.
La sera a pranzo, la sala dell'al
bergo di Castiglione era piena di
americane, la maggior parte delle
quali assai carine e di una delizio
sa eleganza. Alcune tornavano da
Versailles, da Fontainebleau, dalle
corse. Altre andavano all'Opera.
Naturalmente i mariti erano in A
merica ed esse, colla coscienza del
diritto alla libertà e al piacere, si
davano bel tempo, a good time, se
condo la loro ingenua espressione.
Saranno state più felici delle loro
sorelle marchese e contesse del
Sobborgo di San Germano? Solo
Dio può pesare la gioia e il dolore.
Intanto dentro di me paragonavo
il quadro retrospettivo veduto in
via Varennes con quello che avevo
sotto gli occhi e mi resi subito con
\
to del valore superiore del primo.
C'eran voluti dei secoli per pro
durre quell'armonia che mi aveva
affascinata e quella specie di sva
nir di colori che m'aveva dato tri
stezza : il secondo era come un ac
querello dalle tinte vive e forti che
dava una grande impressione di
vita edi gioventù. In ciascuno di
questi quadri si poteva tener die
tro al pensiero e riconoscere la ma
no dell'artista, ma per seguire un
9
tal pensiero, &er vedere questa ma
no, bisognava invero ch'io fossi
stata messa 'sulla frasca."
Parigi.
Dal mio ritorno a Parigi mi sono
accorta che il cerchio in cui si ag
gira la mia vita, si era considere
volmente ristretto. Assorta tutta
! nel mio ultimo romanzo, ho rifiu
; tato inviti sopra inviti, lasciato un
numero infinito di lettere senza
risposta, trascurato di restituire
; le visite, mancato in una parola a
tutti i miei doveri mondani. An
che la mia attività fisica si é ral
lentata, i pranzi al restaurant, il
teatro, la passeggiata al bosco, nul
la più mi tenta; e per la prima
volta ho dovuto constatare che
l'Esposizione mi ha lasciata indif
ferente. Sarei forse davvero in
vecchiata ? La vita di Parigi é co
si intensa, che, anche senza pren
derci parte, la si sente secondo le
proprie affinità. Le onde giungo
no fin alla camera mia e mi comu
nicano l'impressione di uno festa
mondana o artistica, e vedo le ri
unioni di Auteuil, di Bagatelle, il
polo, le figure femminili, gli abiti
chiari che spiccano fra il verde de'
prati con una limpidezza che mi
soddisfa e incorragia la mia pi
grizia. Ora vivo della fragranza
delle cose ; ma un tale stato d'ani
mo ha creato un vuoto troppo pro
fondo intorno a me, tanto da sof
frirne. Tutto ciò somiglia cosi
stranamente alla fine ! La signora
di Myéres é diventata un'estra
nea nella sua citta. Jean Noel vi
ve al di fuori del mondo letterario.
Ambedue non hanno nemmeno la
posizione sociale di un farmacista
pensionato.
Solo da alcuni anni osservo co
me la Provvidenza venga talvolta
in nostro aiuto. Nelle ore di estre
ma prostrazione essa mi ha sem
pre mandato qualcuno o qualche
cosa sia per rianimarmi, sia per in
coraggiarmi. Ora era una buona
parola di un lettóre a me ignoto
—mi é giunto perfino un "bravo"
dal fondo dell'Alaska, —ora il ri
apparire nella mia orbita di una
persona amica, ora un invio di fio
ri. In uno di questi brutti momen
ti, mentre stavo seduta alla mia
tavola ali 'albergo di Castiglione, i
miei occhi si sono incontrati con
quelli intelligenti e dolci di due a
mericane arrivate il giorno prima.
Subito si é stabilita fra noi una
corrente di simpatia ,e per mezzo
degli apparecchi del "telegrafo
senza fili" che tutti abbiamo die -
tro la nostra fronte, siamo entrate
in comunicazione, abbiamo scam
biato dei sorrisi, poi delle parole e
l'ineluttabile unione é avvenuta.
Unione che ha riscaldato la mia vi
ta di una vera amicizia.
Ecco ora che capita a proposito
l'invito dei Randolph. Sento pro
prio il bisogno di riposarmi della
vita di albergo, di scendere per un
poco dalla frasca; mi par di avere
le membra e il cuore rattrappite.
Ho bisogno di veder dei bambini,
di accarezzar degli animali, di u
dire il cauto degli uccelli, le fusa
dei gatti, di respirare il profumo
de' fiori... Ho un gran bisogno
d'aria e di spazio... e tutto questo
io l'avrò a Simley Hall. E comin
cio già a pregustar la mia gioia.
Domani lascierò Parigi. Gli sfor
zi e i movimenti di una piccola
barca come la mia per prendere il
largo, sembrerebbero una cosa im
possibile ; ed io son sorpresa dalla
quantità di marame che può pro
durre la vita d'una creatura. Fo
gli, biglietti, conti, fiocchi, avanzi
di trine e nastri si accumulano, si
moltiplicano con una rapidità in
credibile. Ho un bel bruciare,
strappare e regalare; ci restano
ancora tante cianfrusaglie da por
tar via !
Qualche anno fa possedevo cin
que bauli, ora non ne ho che tre, il
mio inseparabile, e due che riman
gon fissi all'albergo. Una tal ri
duzione mi rende proprio conten
ta, provo un piacere grandissimo
a gettar la zavorra; bisogna con
venire che sono più cicala che for
mica. E ammiro le americane che,
sbalzate qua e là come me senza
figli, senza famiglia, non si stan
cano di comprare, nel loro solita
rio viaggio, un monte di cose che
le affascinano, secondo la loro e
spressione. vecchi lavori in avorio,
trine preziose, gioielli antichi, ne
riempiono casse sopra casse che
accumulano tanti oggetti; essi so
no forse destinati a rallegrare altri
sguardi, ma quali?... A produrre
necessarie impressioni in altri cer
velli, e quali? Corao sarebbe in
teressante poter seguire un po' più
a lungo il lavorio umano. E lo
stesso non é forse di me? Non é
certo per il mio proprio piacere
che lentamente e dolorosamente si
svolgono dietro la mia fronte e il
germe delle quali viene forse da
molto lontano. Qual altra vita u
seirà da queste molecole della mia
vita? E opprimente e penoso il
non poter veder subito. Almeno
son certa di non morire, anzi co
mincio a dubitare che vivo da mol
to e molto tempo . E dire che
v'hanno delle persone che trovano
sciocco questo mondo, forse per
ché esse hanno la vista ma non la
visione che a me é venuta tardi e
soltanto dopo una serie di opera
zioni ben dolorose. Non mi la
mento più. non ne merita il conto.
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