j SD LA FRASCA I I Pietro De Coulevain | Il riveder Parigi mi procura sempre una immensa felicita. Pa rigi ! Ecco un angolo di terra che non cessero mai di rimpiangere, lo amo come si può amare una perso na. Non mi ricordo clii abbia det to: "Vi sono dei paesaggi che fanno venir la voglia di abbrac ciarli." Ebbene, una sera, essen do nell immenso viale delie rui leries e vedendo davanti a me quello magnifico dei Campi Elisi risalire verso l'Arco di Trionfo, cui il sole morente irraggiava come in un'apoteosi, ho sentito schiudersi le mie braccia per un irresistibile impeto di tenerezza. Secondo il mio modo di vedere, la bellezza di Parigi non é soltanto dovuta alla sua topografia, alLe sue strade ben tagliate, ai suoi monumenti, alla sua eleganza, sibbene al suo cielo, alla sua atmosfera, all'anima sua. 11 cielo ha dei toni di una delica tezza, di una varietà intimità, non é mai né troppo smorto né troppo vivo. L'aria é leggiera, le nuvole azzurrognole, la nebbia di un gri gio madreperlaceo. La sua anima -é giovanile, gaia, entusiasta, idea lista, appassionata e violenta fin troppo, le sue vibrazioni elettriz zano l'aria e comunicano a tutti una specie di esultanza e di alle gria. Eppure non v'ha città più calunniata e più disconosciuta di questa. Come una moneta da due soldi gettata per caso in certi ci nematografi, mette in mostra i stantaneamente qualche quadro del Moulin-Rouge o di altri luoghi simili, cosi in alcuni cervelli ma schili di forestieri, il nome di Pa rigi evoca o l'immagine di una donnina semi-nuda, colle gambe al i' Casa Stabilita nd IWS PRIVATO I vazSZttd^» i _____ *> * ì "S® 1 ® O F 5 * * rrezzo speciale per ordine di Io casse m su I • I Prezzi Ristretti per Generi Garantiti ! | IMPORTATORE D'OLIO D'OLIVA | 1030 So. 9th Street - Philadelphia, Pa. *IT^I"-IR~'IINH IM »■ ■ I I'»I* —BIB—:...WIIXIÌ UÀ—"'III'WAKJ—ÌK> l'aria, o delle produzioni da eafte concerto; mentre in quelli femmi nili suscita la visione di acconcia ture. di abiti, di frutti proibiti di tutti i sapori. Ma non bisogna ve der Parigi in questi cinematogra fi da due soldi. Essi non sanno afferrare e fissare ìa vita superiore che é intensissima, poiché infatti se a Parigi ci si diverte più che al trove, più che altrove vi si prega, j v i si aiha, vi si lavora. Parigi é per me un 'inesauribile sorgente d'impressioni, e se una volta mi divertiva, ora m'interes sa profondamente. Nel dicembre e nel gennaio, é piacevolissimo per me il passeggiare fra la cinque e le sei per la via della. Pace nel l'ora del tìeurtage venale e dell'a pertivo 'amoroso. Lungo le vetri ne scintillanti, sfilano le ligure del la "Vie Parisienne" (il giornale s'intende), i personaggi di Lave dan, quelli che curano la loro bel lezza; se ne possono riconoscere i cappelli, le calzature; lo spettaco lo é dviertentissimo. Quei mon dani, quelle persone immaginare, é non mancano di coraggio. Soffrono come voi, come noi, le loro povere anime sono tormentate dall'invi dia, dalla gelosia, crivellate da punture di spillo, e pur troppo nul la giunge cosi direttamente e pro fondamente al cuore come una bu catura di spillo. Io ho sorpreso a traverso lo splendore delle loro ac conciature degli sguardi disperati e ho veduto morire in un sorriso una contrazione di dolore. Ogni sera, come attratti dal fuoco dei diamanti e delle pietre preziose, i essi vengono in questo angolo di ; Parigi ove é un risvegliarsi conti- nuo di desideri, di cupidigie, uno sfiorar di sorrisi brevi, un succe dersi di contatti, d'incontri. Que sto sfarfallio somiglia secondo me alla danza che fanno le zanzare, forse é meno prolifico, ma rientra certo nel medesimo ordine di fat ti. Tutto ciò dura un'ora, quindi ognuno si eeclissa, la strada ri prende il suo aspetto ordinario ; la commedia é finita, ma io ho la con vinzione che qualche cosa é acca duto. A venti metri di distanza accade pure qualche vosa d'immenso, di colossale. Verso le cinque, il five o'clock dei frequentatori del bou levard. fra la Maddalena e la via Drouot. la folla diviene compatta, trascinata la non si sa come dai quattro punti cardinali. Le mani si cercano, si stringono, in un atti mo si opera una transmissione ra pidissima, incredibile d'idee, di o pinioni, di sentimenti. Si combi nano degli affari, si prepara la ro vina dell'mio, la fortuna dell'al ' tro, si esalta questo, si dilania quello, si pronunziano frasi che avranno conseguenze impreviste, fatali o fortunate : si assorbono germi di malattia o di morte, l'a more, l'odio, la gelosia s'incrocia no e anche questo per un'ora al massimo... poi ciascuno riprende la propria strada... e l'opera ine- Io mi sprofondo in ammirazione davanti al potere che dirige questo flutto umano, che sa dove finirà ciascun pensiero di quelle migliaia di cervelli, ciascun movimento di tutti quei corpi Talvolta, pas sando in mezzo a tutta quella fol la, intravedo come alla luce di un lampo, il lavorio che vi si compie ed allora ni ferme abbagliata dal lo spavento, poi fuggo a passi con citati. La vita é in continua fu sione nell'universo, ma in certi luoghi, a certi momenti dati o fìs sati, si opera un ribollimento più forte, destinato ad accelerare il cammino dell 'umanità : forse un processo di chiarificazione. Ed 6 perciò che in questa grande eal daia che si chiama Parigi, avven gono di tanto in tanto, a ore sta bilite. diversi ribollimenti: d'idea lità nelle chiese, di pensieri nelle università e nei laboratori, e al Parlamento quale ribollimento si opera? Non certo di patriottismo, ohimè, ma di passioni politiche, di ambizione, d'invidia; al Moulin- Rouge e in luoghi simili, di vita bassa e sensuale, nei quartieri del popolo, di forza materiale, di co raggio, di rancori, di amore e di 0di0... e di dolore sopratutto, che é il più lungo e il più interessante fra tutti. 3li pare invero di aver saputo scegliere il mio posto per contem plare la vita, giacché vedo tutto più bello e più grande—oh ! molto più grande, tanto da averne pau ra... e fiducia insieme. Parigi. Quando si vedono i grandi di questo mondo, ci si inimica eol i umanità ; quando si osservano gii umili, ci riconciliamo con essa. E - co la riflessióne che ho fatto ieri l'altro. Il Figaro annunziava una fiera di beneficenza nel palazzo D.. Tanto i venditori che le venditrici, appartenenti tutti alla più alta a ristocrazia, dovevano indossare i costumi delle nostre antiche Pro vincie, ed era questa l'attrattiva del programma. Questa festa ru stica in una splendida dimora del XVIII secolo che adoro, non po teva fare a meno di tentarmi irre sistibilmente ; anch'io dunque, mi recai in via Varennes. All'ingres so, il marchese d'A... in sottoveste ricamata, in giacchetta di velluto, in calzoni corti, ghette e scarpe grosse, e dall'enorme cappello, in cambio di una moneta di due fran chi mi diede, oltre al biglietto d'ingresso, il più grazioso dei surii sorrisi. Un contadino gentiluomo, non é davvero sopportabile. Attraversai il vestibolo e tutta una sfilata di sale i cui finestroni guardavano su uno di quei vecchi giardini che ormai si vedono solo nel sobborgo San Germano. Giar dini caratteristici : uno sfondo di alberi giganteschi, muri rivestivi di edera, un prato mai tenuto, macchie di rododendri e di lilla, fiori nelle aiuole e viali pieni di ciottoli. In mezzo a questa decorazione ringiovanita dalla primavera, pio cole botteghe, padiglioni rustici, un'orchestra di falsi Zingari grup pi di signore dagli abiti chiari il cui effetto era attenuato da vestiti oscuri delle vedove, dalle tonache nere dei preti, e poi, spiccanti so pra ogni altra cosa, i costumi del la Bretagna, dell'Anjou. del Poi tou. indossati da gioviuotti e da fanciulle che andavano e veniva no .coli'intensione manifesta di farsi vedere in tutte le posizioni, in faccia, di profilo, di dietro. An dai a chiedere una tazza di té alla signorina di C... che mi servi con molta gentilezza. Nella cascina si vedeva una vac ca superba, strigliata per l'occa sione, aveva il pelo più lustro del la tuba di un*parigino e pareva co me ipnotizzata da quell'ambiente aristocratico nel quale si trovava. Pensate un po'. Eli'era ricevuta nel sobborgo San Germano... per darvi il suo latte, é vero, ma ciò non toglie che non fosse, un gran de onore per lei. Anche una be stia. può aspettarsi qualunque co sa quaggiù. Questa se ne stava immobile, senza ruminare, senza mangiare, guardando quei falsi contadini, quelle false contadine, con un'aria cosi stupefatta, cosi inqueta che 11011 potei fare a meno di ridere. Io 11011 mi maraviglerei che (lucila specie d'oppressione le avesse seccate le mammelle. Per molto tempo mi aggirai in mezzo alla folla ; fra i giovanotti, sotto molti cappelli brettoni e vandeani, io vidi dei volti interessanti d'un vecchio, tipo, molto raffinato, ma nei quali non era davvero nessun segno di forza. Le faccie smunte, i movimenti lenti, l'andatura mol le, tradivano quella mancanza di vigore che dov -va renderli iuea paei alla lotta. Ah! non v'ha dub bio. Ci volevano ben altri tipi per dirigere la barea della Franeia at traverso gli scogli moderni, e ca pii. come non avevo fatto fino al-, lora. il perché fosse stato loro tol to il governo. Io non dubito che nel momento del pericolo non s'ac cenda nei loro ocelli, neri o azzur ri. la fiamma dell eroismo e che quei corpi non si spingano alla morte sotto l'impulso del corag gio ereditario per difendere il lo ro paese; ma intanto essi, non san no far nulla per lui, e ili pieno gi orno. in parata por quell'antico giardino, coperto di fantastici, co stumi. quei grandi signori faceva no proprio una meschina figura. Dai giovanotti la mia attenzione si riportò sulle fanciulle. In loro era più distinzione che bellezzn, nessuna personalità, dei vaghi so gni negli occhi, ma sogni deboli, fiacchi. Non freschezza, non luce sui volti, anzi in tutto l'insieme qualche cosa di vecchio, che le fa ceva parere fiori di un convento,. CONTINUA CONNAZIONALTI Se amate la lettura di buoni libri, di roman zi istruttivi scritti da autori impeccabili: RIVOLGETEVI aOa nostra Libreria Abbiamo romanzi e al tri libri di testo. Canzo ni le più' recenti musi cate per mandolino. <