L'ITALIA e la POLONIA
La Germania ha bisogno di di
struggere la Polonia.
Da/oltre centocinquanta anni la
politica degli llohenzollern mira c
questo scopo preciso: "spartizione,
e distruzione della nazione polac
ca". Agli llohenzollern tornava
il conto di sostenere due guerre,
più tremende di questa che hanno
scatenato pel mondo, se il diavo
lo avesse loro firmata a questo prò-1
posito un contratto di sepoltura
come essi volevano. Gli alti ese
cutori di Berlino stanno scavando
un'immensa fossa, che si chiama |
Stato ugraino per buttarvi dentro
finalmente il corpo piagato della
Polonia e non parlarne più. Chiu
sa e coperta che sia la t'ossa, la
Germania si volgerà ad occidente.
Allora da tutti i campanili dei po-j
poli ancora liberi, non mosse da
alcuno, improvvisamente la cani- ;
pane suoneranno il mortorio delle
libertà nazionali. Ed iyl mondo a
vrà appena avuto il tempo di sve
gliarsi a questa nuova musica, che
già la porta della sua casa —sgom-
brata piani militari del suo vec
chio e bonario portinaio—sarà sta
ta occupata da un guardiano ina
spettato dal casco a punta !
Ma lasciamo le parabole, e ve
niamo alla questione politica del
proolema polacco ; sia per quanto
riguarda l'avvenire 'dell 'Europa,
che per quanto più particolarmen
te si riferisce agli interessi del no
stro paese.
Il problema nazionale della Po-;
I
lonia, secondo una solenne dichia
, f # i
razione del barone Sennino del
ottobre scorso alla Camera italia
na, forma parte essenziale dei fini
di guerra dell'lntesa.
Nessuno in Italia poteva essere
sorpreso di questo impegno che la
politica italiana assumeva aperta
mente in confronto di una delle
più formidabili questioni della
guerra ; poiché nel nostro paese,
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le, la causa e le rivendicazioni po
lacche sono state sempre diffusa
mente popolari. Anzi nel nostro
paese la sorpresa é stata sempre
grande, in tutto il corso politico j
della guerra, nel constatare che
l'azione dell'lntesa su questo pro
blema. non si sia presto urjifiicata
e manifestata concorde. La liepi-,
dezza degli Alleati verso la causa
polacca-—determinata prima da o
scuri riguardi dovuti al regime
ezarista, e poi da una inadeguata
valutazione di questo essenziale (
problema internazionale —formava
come tuttavia forma, una delle
preoccupazioni (e certamente non
una delle minori) per tutti coloro
che in Italia guardano all'avveni
re nazionale dopo la guerra, rife
rendolo ad un tempo un poco più
lungo delle ventiquattro ore che
seguiranno alla firma del trattato
della pace generale.
La nostra situazione geografica
comanda la nostra politica. In li
na Europa divisa in due blocchi
compatti di potenze, l'ltalia é de
stinata a reppresentare il terreno
necessario di scontro ed il più vul
nerabile nella lotta delle forze av
verse del Continente. Aderendo
come fa, e come non potrebbe es
sere diverso, al blocco liberale del
le potenze occidentali, la nostra
penisola si pone sotto la minaccia
rcontinua d'una calata austro-te
desca. Le particolarità, rendereb
| bero quindi insostenibile questa'
! minaccia: o, nell'ipotesi più favo
; revole, costringerebbero alla lunga
| l'ltalia ad uno sforzo di difesa
cosi intenso e cosi estenuante, che
ì ogni altra attività ne sarebbe mor
ta e distrutta nel nostro paese. Un
i avvenire così fatto, può essere un
avvenire di necessità. E' eerta
niente un avvenire di guerra e,
per la sua stessa natura transito
ria. come presuppone una simile
situazione estrema.
Il problema si ri presenterebbe,
tale quale è oggi, al prossimo ine
vitabile conflitto.
Ed il problema a questo: —l'Eu-
ropa non cesserà di essere un cam
po di battaglia anche se le diplo
mazia riesce a realizzare delle lun
ghe tregue di armi fino a.quando
un sistema di forza e di potenza
orientale non sia definitamente
organizzato, in luogo ed in sostitu
zione della potenza» russa, che e
quilibri la politica del Continente.
E. connessamente, lkalia non ri
troverà la sua tranquilità e la sua
sicurezza nazionale, se questo ri
sultato europeo non sia prima rag
giunto.
La Germania si è posto lo stes
so problema, rovesciandolo. Essa
intende di costruire sul terreno
orientale dell 'Europa un blocco di
potenze, politcamente ed economi
camente legato etl organizzato in
tale guisa da determinare, col fat
to della sua esistenza la soggezio
ne del resto del continente euro
peo. In altri termini, il sistema
oramai ben conosciuto della "Mit
teleuropa", su proporzioni addi
rittura colossali per il disfacimen
to della Russia, entrerebbe cosi in
funzione per i fini della suprema
zia europea e mondiale del ger
manesimo.
LA FEROCIA AUSTRIA
CA CONTRO I SOL
DATI JENTINI
Il settimanale trentino "La Li
berta", che si pubblica in Milano
reca particolari impressionanti sul
trattamento speciale usato nell'e
sercito austro-ungarico contro i
trentini. Molti di essi essendo sta
ti agguantati mentre cercavano
varcare il confine, riportarono in
i processi sommari che due. chi cin-
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que, chi finaneo sette anni di ear
e. re « a scontarsi a guerra finita. !
Incorporati nelle compagnie tede
sche o ungheresi di prima linea,
erano ad essi adibite le operazio- ;
ni più pericolose, fra cui quella di
far saltare i reticolati nemici a
mezzo delFeerasite. Nove volte sin
dieci chi vi si arrischiava moriva :
perciò si elargivano premi specia
li a chi vi si prestava volontaria
mente. 1 trentini, invece, veniva
no obbligati a far ciò sotto La vi
gilanza di soldati tedeschi, che a
vevano ordine di sparare su di
essi se nicchiavano. Ma avvenne.'
di peggio. In varie località i con
dannati trentini erano contraddi
stinti da un filetto di stoffa ros
sa. che partendo dalla spalla sini
stra scendeva giù per la manica J
delia giubba e continuava nel cal
zone sinistro. Venivano poi impie
gati nel pericoloso servizio dei re
ticolati, ma colla aggravante che
se fossero sopravissuti allo scop
pio, dovevano essere abbattuti a
[fucilate dai soldati di trincea. Vi
fu un caso in cui la vittima desi
gnata, potè, per una serie di casi
veramente straordinari, sfuggire
ai persecutori e porsi in salvo in
Russia. Ebbene, egli stesso potè
udire, prima di avviarsi incontro
alla doppia morte, l'ordine impar
tito dall'ufficiale ai fucilieri. Le
i parole furono queste: "Vedete
> < .uest 'uomo con la striscia rossa !
| Se egli rimanesse in piedi dopo di
, aver fatto saltare i reticolati, voi
! dovete abbatterlo immediatamen
jte'". 11 disgraziato ebbe fortuna.
| Mentre stava compiendo il sno la
! voro. avvenne un /improvviso ed
imprevisto attacco da parte dei
russi, e l'attenzione dei suoi carne
iti ci fu sviata da lui; potè nascon
dersi tra alcuni cadaveri ammas
sati in una buca fatta da una gra
duata e più tardi darsi prigioniero
i agli assalitori. 1 feroci tedesco
| magiari non fecero mai grazia a
questi sventurati nostri fratelli, il
cui solo delitto era di sentirsi e
proclamarsi italiani.
IN MEMORIA DELLE STORI
CHE CINQUE GIORNATE
MILANO, 27—La città é> imban
dierata. per la commemorazione
delle Cinque Giornate. Un im
menso corteo composto di associa
zioni con bandiere e musiche, delle
rappresentanze delle autorità ci
vili e militari, di reparti di trup
pe francesi, inglesi ed italiane, e
di ufficiali inglesi, si reco a porta
i
re una corona sullo splendido mo
numento delle Cinque Giornate.
Commosse un gruppo di nove
superstiti delle eroiche giornate'
la cui scorta d'onore era fatta da
1 giovani mutilati. Sul corteo ven
! nero gettati fiori dalle finestre
gremite di popolazione.
Davanti al monumento parlaro
j no il prefetto comm. Olgiati, il ge
nerale Angelotti ed altri oratori
tra il più grande entusiasmo.
IL GIAPPONE SI PREPARA
LONDRA, 27 —Un telegramma
}da Tien-Tsin a 1 Exchange Tele
-1 graph dice che le ultime notizie da
I Tokio recano che il governo giap
ponese considera la situazione in
Siberia quale abbastanza grave
per fare subito i preparativi di
guerra. (
LURCHI
l tedeschi chiamati da Dante
"lurehr*, cioè beoni e ghiottoni,
non si sono smentiti in questa
guerra. Tutti sanno le orgie a cui
si sono abbandonati nelle citta oc
cupate. Ma in tutti i tempi è sta
to cosi.
L'imperatore Carlo V era famo
so per la sua voracità Egli alle
cinque di mattina faceva colazione
con un pollo lessato, nel latte zuc
cherato e speziato. Dopo ciò, si
riaddormentava. A mezzogiorno!
faceva un pasto di venti piatti. E
usava far due pranzi, uno dopo i
vespri e l'altro a mezzanotte.;
Quest 'ultimo era forse il pasto più
solido di tutti e quattro e termi
nava con un diluvio di dolci d'o
gni maniera. A ciascun pasto, in
oltre. l'imperatore beveva gran
bicchieri di birra e di vino.
Ma tali orgie non meravigliava
no la sua corte. Ecco come il con
te di Schwarzenberg scriveva ad
un amico: "Ho avuto alla mia ta
vola molti principi e conti. Si bev
ve molto più che non si mangiasse.
Il fratello del Langravio cadde
morto per aver bev 'to troppa mal
\asia, ma noi l'abbiamo fatto im
balsamare e l'abbiami, rimandato
alla sua famiglia."
\ Come si vede, i tedeschi aveva
no fin d'allora la facezia sinistra !
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to elie due ufficiali belgi erano ri
masti iiì citta e che osavano tran
quillamente mostrarsi in divisa. Le
lettere facevano anche il nome dei
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