I IL PATRIOTA (THE PATRIOT) Published Weekly By THE PATRIOT PUBLISHING COMPANY, Office: No. 15 Carpenter Aveuue Marshall Building, INDIANA, PENNA Locai Phone 250-Z FRANCESCO .BIAMONTE, Publisher VINCENZO FICO, Editor Entered as second-ciass matter September 26, 1914, at the postoffice at Indiana, Pennsylvania, under the Act of March 3, 1879. SUBSCRIPTION ONE YEAR . . $1.50 | SIX MONTHS . SI.OO The Aim of the forelgn Language Papere of America TO HELP PRESERVE THE IDEALS AND SACRED TRAD ITIONS OF THIS, OUR ADOPTED COUNTRY, THE UNITED STATES OF AMERICA; To REVERE ITS LAWS AND TN SPIRE OTHERS TO OBEY THEM; TO STRIVE UNCEASING LY TO QUICKEN THE PUBLIC'S SENSE OF CIVIC DUTY ; IN ALL WAYS TO AID IN MARINO THIS COUNTRY GREAT ER AND BE A TER THAN WE FOUND IT. MEZZO SECOLO La storia si rinnova, dopo mez zo secolo, con date e nomi già scritti, a lettere e a cifre d'oro e di sangue. Si rinnova, per una for se fatale coincidenza che sta ad attestare come forse mal non si apponga chi crede che agli eventi degli uomini e dei popoli presieda una superiore arcana volontà. Si rinnova, la storia, dopo mezzo se colo, per vie che sono pur sempre quelle stesse che già, or é mezzo secolo, percorsero gli eroici pre cursori del valoroso esercito della nuova Italia. E quel rinnovarsi, e quel ritorno di date e nomi, che sono come pietre miliari sulle vie della storia, il nostro cuore memo re saluta. La diplomazia, la poli tica possono, attraverso gli anni, attraverso interessi e vicende, pos sono dare nuovi e diversi orienta menti alla vita delle nazioni e fa re o disfare aggruppamenti e co ordinamenti ; ma il cuore delle na zioni rimane lo stesso, e ritrova, dopo mezzo secolo, immutate le a spirazioni, identici i palpiti e gli impulsi. E ritrova, la via lasciata a mezzo cinquant'anni fa e ripren de a percorrerla verso quella stes sa meta. Mezzo secolo fa si tro varono unite contro l'Austria, co mune nemica, Italia e Prussia ; ora accanto alla nemica secolare l'lta lia trova l'antica Prussia. Ma. co . I me allora, l'anima italica é oggi sollevata dallo stesso slancio di al lora, dallo stesso fervore, nel me desimo intento; la redenzione del patrio suolo dal giogo dello stra niero. Chi rievochi le cronache vedrà che allora come oggi in tut ta Italia l'invito alle armi fu ac colto con gioia e come per incauto cessarono i dissidi di parte per fondersi tutti in un impeto solo. Allora il duce si chiamò Vittorio Emanuele 11, che volle a Giuseppe Garibaldi affidato il comando di venti battaglioni di volontari per la liberazione del Trentino e della Venezia. Oggi il duce non é più secondo, é terzo ; ma si chiama an cora Vittorio Emanuele, e se il gran condottiero nizzardo sogna, come il Gran Re, nel sonno eter no. il compimento dell'unità nazio nale, il suo nome ricorre anche nell'attuale gesta, ben più mode sto ma non indegno delle sue tra dizioni. E ricorrono nelle gesta d'oggi nomi di luoghi già fatti insigni allora dall'italico valore, date che nella storia le tappe della nostra gloria. Il 24 giugno 1866 Garibaldi lan ciava ai suoi volontari il procla ma di Salò e il 25 si spingeva a Ponte Caffaro. e attaccava gli au striaci nella vallata del Chiese. E, dopo la giornata di Monte Suello. nella quale Garibaldi stesso rima neva ferito, combatteva, il 4 luglio contro il nemico che si era con centrato tra Ponte di legno e il Tonale. Il 16 luglio i garibaldini si battevano contro gli austriaci del capitano Melczer in Val di Le dro e dopo aver vinto a Lodrone e a Darfo occupavano il ponte di Darfo e si spingevano sino e Con dino e a Storo, ove il 14 successi vo Garibaldi trasportava il suo quartier generale, d'onde emana va il suo famoso ordine del gior no. Per battere il forte Glisenti, nelle gole di Ampola, tra alti ed aspri dirupi, la notte dal 15 al 16 luglio due cannoni furono dai no stri trasportati, tra gravi difficol tà e pericoli attraverso sentieri impraticabili e sollevandoli talora sulle rocce a mezzo di corde, sul Monte Cróce. Dopo una lunga e faticosa azione, che costò molte vi te all'ltalia, il 17 fu iniziato l'ac cerchiamento e l'investimento del forte d'Ampola Anche allora la brigata d'artiglieria, agli ordini del maggiore Doglioni, dovette in erpicarsi coi cannoni sul roccioso monte Festace, d'onde apri un vi goroso fuoco contro il forte, men tre 4 bersaglieri con irresistibili cariche scacciavano il nemico da Monte Gioiello. Il bombardamen to fu condotto specialmente da Monte Festace e da Monte Croce, e al 19 luglio gli assediati del for te Ampola si arrendevano e veni vano condotti prigionieri e Bre scia. Intanto in vai di Ledro, e specialmente a Pieve, i garibaldi ni facevano alla baionetta veri mi racoli e riuscivano a scacciarne de fiinitivamente il nemico. Gli ita liani rimanevano cosi padroni del la linea Condino-Riva, e incitati dai vibranti ordini del giorno e manati il 18 e il 21 luglio da Gari baldi, che intanto aveva portato, i' suo quartier generale a Tiarno. si preparavano alla giornata di Bezzecca. Giornata di sangue e di gloria per l'ltalia—2l luglio. La lotta fu atroce; il terreno, conte so palmo a palmo. Da Santa Lu cia le nostre artiglierie battevano Bezzecca, nella quale gli austria ci avevano riparato, mentre le co lonne dei più arditi volontari as salivano il nemico a baionetta in canna e lo costringevano a ritirar si precipitosamente in vai Concei, inseguito dalla nostra fanteria per moltissimo tratto. In quegli stes si giorni il generale Medici attac cava il nemico per la vai Sugana. puntando aneli'egli,, per Primola no, su Trento, e costringeva gli au striaci a cedere le fortissime posi zioni del Cismon. Il 22 eil 23 egli muoveva su Borgo e riportava an che qui una insigne vittoria. In nanzi a lui il nemico, in rotta. 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