%% %,%%%%%%%%%%%%%%*%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%% IL PATRIOTA m || Arte, Letteratura l (the patriot) Scienza, Umorismo | Un'avventura del "Re delle manette" Il signor Harry Houdin, chiama to il re dette manette, per la mera vigliosa abilità con cui potea scio gliersi da qualsiasi ammanettamen to, ed aprire le più complicate ser rature, fu or non é molto protago nista di una drammatica avventu ra procuratagli appunto, e involon tariamente, dalla esibizione della sua destrezza al pubblico dei teatri americani. Viaggiava egli l'America con la Compagnia Californiana* di Con certi del dott. Tommaso B. Hill, quando si trovò a dare delle rap presentazioni nel territorio india no, ove allora abbondavano le ca se da giuoco e i giuocatori senza scrupoli. Secondo la sua abitudi ne, il signor Houdin ad ogni spet tacolo invitava qualcuno del pub blico a fargli provare qualche spe ciale chiusura, e una sera, al suo consueto, invito, si presentò uno dei pubblico che, assieme ad altri compagni, aveva preso il più vivo interesse a quegli esperimenti. E gli legò le mani dell'artista con della manette veramente speciali; ma il signor Houdin se ne liberò in una dozzina di minuti, con evi dente soddisfazione dello spetta tore e de' suoi compagni. La losca proposta Finito lo spettacolo, il signor Houdin se ne ritornava al suo al bergo, quando poco lungi dal tea tro gli si avvicinarono due uomini, esprimendogli il desiderio di scam biare con lui quattro parole. Su bito egli riconobbe in essi due dei giucatori che avevano assistito quella sera alla rappresentazione. "L'uno era alto e sottile, completa mente rasato e d'un pallore cada verico. L'altro appariva alquanto più basso di statura ma più vigo roso, col viso colorito e adorno di due fedine a costoletta. Entrambi gli si misero allato, e allora il si gnor Houdin chiese in tono fred do : —Che cosa desiderate? —Proporvi un affare—rispose il più alto —che può farvi intascar molto denaro. —Bé, di che si tratta ?—soggiun se l'artista con piglio d'impazien za. —Ecco qua—prosegui l'interlo cutore. —Voi siete abilissimo nell'- aprire le serrature e altre cose si mili, e noi vogliamo che usiate un po' della vostra destrezza e nostro vantaggio. Il disturbo, ve lo ripe to, vi sarà compensato profumata mente. Favorite dunque di veni re con noi in una certa casa da gi uoco, per aprirei un paio di porte e le chiusure di una cassaforte, do ve sono custoditi i mazzi di carte alle quali noi vogliamo imprimere un semplice segno di riconoscimen to. E' qui tutto... uno scherzo per voi. Che ne dite?... Il tranello del telefono. —Dico che non voglio insozzar mi le mani in si losche imprese— rispose il signor Houdin, risoluta mente. —Vi siete sbagiati nel cre dermi l'uomo che faccia al easo vo stro! E piantò li le due birbe, piglian do per una viuzza, a passi, affret tati verso l'albergo. Alcune im precazioni di furore lo seguirono, poi più nulla... Era notte inoltrata, ed egli dor miva della grossa nel suo letto, fu destato da un picchio battuto alla porta della camera. Era l'albergatore, il quale veniva ad avvertirlo che lo chiamavano subito al telefono della stazione, alquanto distante di li. Era quel la una circostanza ordinaria, e il signor Houdin si alzò da letto, si vesti alla svelta e scese in istrada in gran fretta. Aveva percorso un certo tratto, allorché dall'om bra profonda di uno dei fabbricati vicini sbucarono due figure uma ne, ed egli si senti afferrare alle braccia. —Xan tanta furia, ehé c'é tutto il tempo possibile!—disse una vo ce che riconobbe tosto. I due in cogniti erano i giuocatori che lo avevano avvicinato la stessa sera. La verità gli balenò alla mente. Falso l'invito al telefono; un pre testo per indurlo ad uscire, un tra nello ! —Bé, che volete?—egli chiese sforzandosi di apparire indifferen te. —Ah, ora abbiamo messo giudi zio—osservò il più piccolo, tenen dolo ben stretto per un braccio. —Bisogna venire con noi, e far quello che noi vogliamo—soggiun se lo spilungone. Ed entrambi lo trascinarono via per delle strade strette, oscure, sinuose. Il pover' uomo si disse che il meglio che po tesse fare era di fingere d'obbedi re, meditando nel contempo qual che piano di fuga. Giunti ad un punto, senza nes sun incontro, i tre si fermarono e il più alto riprese in tono più mi naccioso : Senti, piccola anguilla che vuoi guizzar via, qui bisogna venire ad una conclusione : tu non hai certo dimenticato l'affare della ca sa da giuoco che ti abbiamo pro posto. Benone, ora noi vogliamo che la faccenda sia fatta e bene, perché altrimenti, se ti rifiuti, noi apriremo un'altra serratura di cui ecco qua la chiave.—E trasse di tasca una piccola rivoltella, acco standogli la gelida canna all'orec chio soggiungendo: —Sei disposto ad obbedire? Al servizio dei maJandrini. E ' inutile descrivere lo stata d animo del signor Houdin. Si tro vava in mano di gente disperata e senza scrupoli ; una esitazione po teva costargli la vita: l'unica via da scegliere era quella di seguire i due furfanti. I tre ripresero a camminare, at traversando le vie più remote del la città, finché giunsero alla porta secondaria di una casa da giuoco, una specie di spelonca. Entrarono e per un andito giunsero in un cor ridoio tetro che metteva ad una scala di pietra. La. discesero e si trovarono dinanzi ad una porta di ferro che il signor Houdin fu in vitato brutalmente ad aprire. Egli protestò di non essere pre parato a quell'operazione, ma fu inutile. Allora si pose a lavorare intorno alla serratura, mentre i suoi custodi lo sorvegliavano dap presso, a pié della scala, con la ri voltella in pugno. Mentre lavorava, l'artista cerca va nella mente un modo per poter trarre in inganno i due giuocatori, e infatti un'idea gli balenò. "Avendo finalmente aperta la serratura —narrò egli in seguito— io chiesi ai miei due carcerieri di tirarsi alquanto indietro, perché potessi aprire la porta, verso di me. Essi s'affrettarono a farlo, e allora io dischiusi uno dei battenti quanto bastava a permettermi di passare. Scivolai dentro ratto e mi richiusi con violenza alle spal le la porta, la quale per l'appunto era fornita d'una di quelle serra □ Sabato, 8 Settembre 1917 a DAMA AMERICANA IN FUNZIONE DI VIVANDIERA ■jfl IP i f f Pdf UÈ i fbS j|w H • yj fiftì Photo by American Press Assoclation. Quando il dipartimento delle provvigioni in un accampamento dell'est recentemente si trovo' a corto di viveri, le signore dell'aristocrazia si reca rono immediatamente in aiuto dei soldati, offrendo loro "sandwiches" e caffè'.' ture a scatto che agiscono quando la porta viene chiusa, e il cui chia vistello riceve doppia mandata, se si *gira la chiave. Ero libero, pel momento, dai miei persecutori, ma mi trovavo come in una prigione. Udii venire dal di fuori scoppi di furore, bestemmie, ingiunzioni di aprire subito, ma appena si capiro no le mie intenzioni, ogni voce ces sò, e io potei esaminare la mia si tuazione. Ad onta delle tenebre, mi riusci di scorgere davanti a me un 'altra scala che conduceva ad una seconda porta. Questa, come constatai in seguito, dava accesso alla stanza della cassaforte ove i proprietari tenevano le carte e il cosiddetto bank-roll, per i grossi giuochi. Alla mia destra era una piccola finestra quadrata che guar dava in una viuzza, giacché io do vevo trovarmi a livello del suolo. Come meglio potei trovai la mia via, brancicando ; ma appena giun si presso la finestra, udii fuori un rumore e con mio grande spavento scorsi l'orribile faccia del più alto dei due giuocatori che mi puntava contro, attraverso la finestra, la sua rivoltella. La mano trafìtta. Prima che potessi voltarmi, s' udi uno sparo, i vetri andarono in pezzi, e un acuto dolore mi trafisse la mano. Io caddi al suolo, mentre un vero fuoco di fucileria si sus seguiva nel buio..." Per fortuna le tenebre impedi vano ai due furfanti di mirar giu sto, altrimenti il signor Houdin sa rebbe rimasto crivellato di colpi. In breve tutta la casa fu a ru more ; accorsero molte persone ar mate di lumi, e fu trovato il po ero artista che, inginocchiato al suolo, si comprimeva col fazzolet to la mano insanguinata e doloran te. Gli uomini sopraggiunti cre dettero sulle prime che il ferito fosse un ladro che s'era introdot to là per compiere qualche misfat to, e volevano farne giustizia som maria. Le sue spiegazioni, la rive lazione dell'essere suo chiarirono la verità e allora il sig. Houdin fu lasciato libero. Egli dovette stare parecchio tempo ali 'Ospedale Cook county di Chicago, per uscir ne perfettamente guarito. Dei suoi persecutori più nulla si seppe. Messisi in salvo la notte stessa, es si avevano abbandonata per sem pre la città, ove non spirava per essi più buon'aria. Né d'altra par te, il signor Houdin volle, per le ricerche, fermarsi in un paese che gli si era dimostrato poco igienico. M. AA^AAAAAAAAAAAAAAA^WWWV Medici ben pagati Si dice che il dottor Israel, il celebre medico che operò negli ul timi tempi il Sultano, abbia avuto per questa prestazione un compen so di centoventimila lire, più ven ticinquemila lire per spese. Per quanto si tratti d'un compenso considerevole, non é il più alto che si ricordi. Cento e ventimila lire furono pagate al professor Lorenz per un 'operazione a una bimba del signor Armour, di Chicago. I mi liardari americani ci tengono a mostrarsi generosi coi propri E sculapi. Jay Gould dava al suo medico un ononario fisso di sessan tamila lire all'anno; e, quando la sua figliuola fu malata si aggiun se un regalo di trecentomila lire! Ancora più fortunato fu, oltre un secolo fa, il chirurgo che vacci no (/aterina II di Russia contro i] vaiuolo; vi guadagnò duecentomi la lire, le spese di viaggio calco late quarantamila altre, una pen sione vitalizia di diecimila, e il ti tolo di barone! Tanto poteva sul- 1 la grande Caterina la paura d'im bruttire! I Rothschild non si mo strarono meno generosi. Il capo della loro casa consultò una volta il celebre Dupuvtren, ma questi, a mico di famiglia, non volle alcun compenso. Ma il barone Roth schild lo forzò ad accettare una grossa somma "quale risultato di una operazione di Borsa in cui l'- aveva interessato a sua insaputa." Un caso simile toccò al dottor Astley, il quale si vide offrire da un cliente il suo berretto da notte, come ricordo. Il berretto contene va uno cheque di venticinquemila franchi. Il Cagliostro moderno La vera storia di Rasputin Molto si é scritto intorno al fal so monaco Rasputin, ma solo re centemente un collaboratore del Je ,sais touf riusciva a raccogliere siili' interessante soggetto particolari completi e precisi. Gregorio Novik, detto Rasputin, nacque nel 1864, a Pocrovseoie piccolo villaggio siberiano del go verno di Tobolsk. La popolazioni di Pocrovseoie, uno dei villaggi più povero del distretto, non ha mai goduto gran reputazione, a tal punto che i relegati soprannomi narono i suoi abitanti gigani, cioè gente capace di tutto. A Pocrov seoie, la famiglia di Rasputin oc cupava inoltre, tra la popolazione, l'ultimo grado. 11 padre fu soven te condannato alla fustigazione e imprigionato per furto, e il figlio sembrava assai inclinato a seguire il suo esempio. Nella cancelleria del tribunale di Tobolsk si conser vano infatti tre incartamenti che lo riguardano : il primo in data per abigeato, il secondo per falsa testi monianza e il terzo per oltraggio al pudore... Da ciò, evidentemente, gli venne il nomignolo di "raspu tin" (dissoluto) —nomignolo che poi doveva serbare sino alla Corte dello Zar. sino alla sua ultima ora, come un nome patronimico. Il rito nella foresta. Verso l'anno 1909, tuttavia, Gre gorio Novik muto completamente la sua condotta. Egli si fece più, dolce e ordinato, cessò di bere e di fumare... In quell'anno, appunto, egli intraprendeva un lungo pelle grinaggio per visitare i monasteri di Odessa, di Kiev, di Mosca, di Cazan e di Pietrogrado... Tornato al suo villaggio, egli si dedicò a esercizi spirituali con pietà e fer vore. Pensieroso e astratto, a chi 10 interrogava rispondeva con fra si mozze e vaghe, prive sovente di significato... La voce non tardò a spargersi che un nuovo profeta era apparso a Pocrovseoie ; egli comin ciò ad essere considerato con ri spetto e chiamato "starez" (vene rabile). Le donne e le ragazze cre dule cominciarono a recarsi a con sultarlo su le loro pene e su le lo ro speranze. In breve tempo, di venne un personaggio importante. Allora, gli venne l'estro di predi care una nuova religione, e gli ad detti, e sopra tutto le addette, af fluirono presto in gran numero. La sua dottrina era semplice : Per sal var la propria anima é necessario pentirsi, e per pentirsi occorre pec care. "Io possiedo in me —egli diceva—una particella dell'Esse re supremo e non é che per mia in tercessione che si può ottenere la propria salvezza. Le sbornie del "veggente." Le pratiche del novissimo culto avevano luogo di notte, in una ra dura della foresta, intorno a una 4 fossa. Non appena il firmamento si spargeva di stelle, Rasputin, aiu tato dalla sua corte, riempiva la. fossa di faschine e di ciocchi, po neva nel mezzo della catasta un treppiedi e su questo una coppa ( colma d'incenso e di materie odo rifere,, poi dava fuoco alla legna.; ('omini e donne insieme confusi ; formavano allora un gran cerchio e, tenendosi per mano, comincia vano a danzare in tondo giaeulan do, gridando senza interruzione: "Signore. Signore, noi pecchiamo per salvarci!" Via via la ridda si faceva sempre più rapida, si udi vano sospiri e singhiozzi. Infine. 11 rogo si spegneva. Allora, nell'-i oscurità, la voce di Rasputiii si e levava... L "illuminato" si era circon dato di "suore 'j esse lo accom pagnavano nelle sue passeggiate nella foresta. La fauni di Rasputin si estese iu breve oltre Poerovseoie. Ciò gli permise di rei-arsi in parecchie cit ta della Russia centrale a reclu tarvi novelli adepti. Duraute il suo pellegrinaggio, ebbe la fortu na di avvicinare la riehissima si gnora Basmaeov. Essa aveva da poco perduto il marito ed era tut ta intristita dal dolore. Il '*san to si incaricò di consolarla. Ed evidentemente vi riusci, giacché la ricca vedova, in riconoscenza, la introdusse nella migliore società di Cazan, di Kiev, di Mosca e di Pie trogrado, dove Rasputin fu presto considerato e ricercato. Il rustico dissoluto in poco tempo divenne il grande "intercessore", il gran "veggente", il gran "profeta". L austero salotto della contessa Ignatiev lo accolse con riverenza e una coorte di dame russe diven nero fervide ammiratrici sue. Clii ha visitato Rasputin nel suo ricco appartamento in via Goroeo vaia Pietrogrado non ha visto che un contadino vestito del più sfarzoso abito da ballerino russo. Il lusso grossolano del mobilio e la seta degli abiti non rivelavano cer to la santità del personaggio, tutt' al più essa si poteva indovinare dalla negligenza della sua zazzera e dalla sua eroica ignoranza. Nel 1906,, Rasputin torno -al suo viilagio. Egli possedeva già una grossa fortuna. Comprò una bel la casa e 1 arredò con sfarzo, Ac quistò anche un pianoforte a coda di gran prezzo, Fu allora ch'egli si lasciò di nuovo prendere dalia passione pel l'alcool. Soltanto, egli non si übriacò più di "vodca" ma di champagne, di vini e di li quori fini, E lo stesso fu della sua corte; egli non ebbe più per ammi ratrici formose contadinotte, come da principio, ma belle e aristocra*- tiche signore. Nella sua casa a Poerovseoie, mogie e i suoi figli occupavano cinque stanze. Venti "suore", di cui la maggiore aveva 27 anni, oc cupavano tutte le altre... Una vol ta, la deliziosa quiete del soggior no di Poerovseoie fu turbata da un* incidente che per poco non troncò i giorni del 4 'santo". Un'antica "suora" ch'egli aveva trascurata, Cheona Gusseva, il 30 giugno 1914 r tentava di assassinarlo. La ferita non fu mortale. \ erso la fine del 3914, Rasputin tornò ancora a Pietrogrado. I suoi adepti divenivano sempre più nu merosi. Le più nobili famiglie se lo contendevano ; i battenti del pa lazzo imperiale si aprirono dinanzi a lui. Egli divenne il "dittatore"" 'intimo"; la zarina gli accordò tut ta la sua fiducia, ne fece il suo con sigliere, il suo dominatore. Nel suo appartamento in via Go rocovaia era un continuo andirivi eni di ministri e di alti funzionari. La potenza dell'avventuriero. (Quando fu nominato Sturmer alla presidenza del Consiglio l'in fluenza di Rasputin raggiunse il suo apogeo. Ogni suo minimo de siderio doveva essere immediata mente realizzato. Se avveniva qualche ritardo, egli esigeva tele fonicamente da Sturmer che gli fosse subito data soddisfazione, e ciò in termini imperiosi, senza al cuna soggezione degli estranei pre; (Continua a pagina 8)