Dalla nostra Italia
CLAMOROSO PROCESSO
D'OMICIDIO
SAVONA. 14—Sta svolgendosi
alla nostra Corte d'Assiste un prò
cesso d'omicidio che, per la noto
rietà della vittima e degli impu
tati, va destando il massimo inte
resse nono solo in Savona, ma an
che nei vicini paesi.
La notte del 24 aprile 1016, ve
niva ucciso con 7 colpi di rivoltella
un giovane ritenuto a ragione del
vero per il più forte della città; un
atleta terribilissimo. Lavorava al
porto, scaricatore di carbone. Un
vero bue. Attorniato da amici non
leali e di dubbia fama, il forte era
divenuto un brutale ma accadeva
quasi sempre che egli picchiasse
per soddisfare qualche amico suo
che andava a lui chiedendogli pro
tezione e venretta.
j
Chiamavasi costui Ferro Seral
no; non aveva che trenta anni. Da
ta appunto la sue brutalità, spinto
dal carattere violento e reso viep
più irascibile se l'atleta era bevu
to —ciò che accadeva spesso—era
si formato contro di lui una specie
di complotto. Qualche amico più
sincero lo aveva avvertito.
—Sta in guardia. Vogliono uc
ciderti !
—Non temo nessuno, io!
E, la notte del 24 aprile, come
vi dicevo, il Serafino Ferro, men
tre si trovava in piazza Giulio 11,
\ eniva ucciso a revolverate da due
suoi ex amici: da certi Calzia An
tonio, detto ."Rodino", di anni 29,
e Falco Luigi, trentenne; quest'ul
timo console dei lavoratori dei
porto.
11 primo colpo glie lo avrebbe ti
rato il Calzia ; gli altri sei il Falco,
quasi a bruciapelo.
Il colosso, abbattuto, visse anco
ra dodici ore al Civic Ospedale,
disse il nome dei suoi uccisori, rac
comandò ai fratelli di vendicarlo,
e mori.
Il Calzia nega d'aver sparato, il
Falco é confesso ma dice esservi
stato costretto per difendersi poi
che il Ferro quella notte, gli veni
va incontro minaccioso e terribile.
I testi fra accusa e difesa supe
rano il centinaio. L'aula é gremi
ta di pubblico. Presiede la Corte
il cav. Gerosci Sostiene l'accusa il
sostituto avv. Santoni.
La vedova, costituitasi parte ci
vile, é rappresentata dagli avvoca
ti Carlo Felice Ruggieri, di Torino,
e xUberto Cuneo, di Savona.
II banco della difesa é composto
dagli avvocati on. Orazio Raimon
do di San Remo, Pietro Murialdo,
Giuseppe Garibaldi e Nicolò Pes
sano.
Questo clamoroso processo dure
rà parecchi giorni.
L'ARRESTO DI UNA MADRE
SNATURATA
r
PINEROLO, 21—Da alcuni gior
ni il dottor Moresco era stato chia
mato al letto della bambina Genre
Letizia, di un anno, e aveva notato
in lei un grande deperimento, do
vuto a mancanza di nutrimento.
Stamane la bambina improvvisa
mente moriva. Denunziata la ma
dre al procuratore del Re, questi
ne ordinava l'arresto, che veniva
subito eseguito. Alla povera bam
bina furono riscontrate le dita con
sumate per il succhiamento. Al
momento dell'arresto una folla di
persone imprecava contro la ma
dre snaturata. Essa é certa Girau
da Maria maritata Genre, d'anni
29, da Bibiana.
RUBAVA A UNA LADRA
f ______
UDINE, 13 —Nell'Ambulatorio
Celtico fra le numerose ricoverate
c'era anche tal Ines Cuttini, d'anni
18, da Passons: questa aveva os
servato che la direttrice del locale
soleva tenere i valori repositati
dalle ricoverate nella sua stanza,
in un cassetto.
La ragazza ne approfittò, e un
bel giorno alla chetichella s'-
appressò a quel cassetto e ne tolse
250 lire, in danno di due sue com
pagne di sventura.
Però certa Maria Rinaldi, d'an
ni 19, da Sedegliano, seppe che la
Cuttini aveva quella sominetta ed
a sua volta tentò d'impossessarse
ne e vi riusci.
L'altra si accorse del furto, sco
pri l'attrice e l'accusò provocan
do un vivace alterco che rese nota
la verità e la storia delle 250 lire.
Le due ragazze vennero denuncia
te.
UCCIDE L'AMANTE DEL MA
RITO
__
SULMONA, 12—Ventresca Bam
j bina di anni 30, donna di pessimo
j costume, era l'amante di Valenti
ni Luigi di anni 50 da Sulmona,
coniugato con certa Capaldo An
nunziata di anni 40 da Campo di
Giove e residente nella frazione
Badia Morronese.
Venuta a conoscenza della rela
zione, la Capaldo invito più volte
la donna che aveva turbata la pa
ce della sua famiglia a smettere la
relazione col marito, ma agli invi
ti ripetuti la Ventresca aveva sem
pre risposto con frasi poco riguar
dose e sputando sul viso alla Ca
paldo. Costei tento anche di richia
mare amorosamente a sé il ma
rito che, negli ultimi tempi, face
va quasi vita comune con l'aman
te, sperperando iL danaro indis
pensabile al sostantamento dei suoi
6 figli, ma anche questo tentativo
riusci vano.
Pazza di dolore la povera donna
medito la vendetta e nel giorno 5
corrente, unitamente al figlio • Ca
millo di anni 17 si recò nella abi
tazione della Ventresca e la feri a
colpi di coltello mentre il figlio, ar
mato di bastone, produceva all' a
mante del padre lesioni diverse.
leri, verso la 17,30, le Ventre
sca incontrò lungo la strada la Ca
paldo e per rifarsi dell'aggressione
subita, disse: 44 anche dopo che mi
hai ferita a sangue, tuo marito é
sempre mio!"
Accecata dall'ira la Capaldo si
slanciò contro la rivale fulminea
mente e con un coltello a serrama
nico la tempestò di colpi al capo,
al collo e all'addome rendendola
cadavere ali 'istante.
Compiuto il delitto la Capaldo si
recò al Comando dei carabinieri di
Fonte d'Amore ove si costituì, con
segnando l'arma omicida. Il cada
vere, dopo le constatazioni di leg
ge, fu rimosso e condotto alla ca
mera mortuaria del Cimitero inve
ce che all'ospedale civile per l'au
topsia, che non si é potuta seguire,
mancando pel momento un giudice
istruttore nel nostro Tribunale che
difetta di presonale, e non potendo
il Prefetto, per i nuovi regolamen
ti, assumersi l'incarico di istruire
il processo. '
COME FU CONDANNATO UN
IRREDENTO INNOCENTE
UDINE—Lo scorso anno il tribu
nale di guerra di Cremona condan
nava a 10 anni di reclusione lo
scultore Raimondo Gabrovitz, di
Cormons accusato di spionaggio
per avere chiesto notizie di carat
tere riservato ad una donna di ma
laffare, certa Melania Zanier, di
Prato Carnico.
La Zanier tempo addietro era
stata come domestica in casa del
Gabrovitz, dal quale era stata però
scacciata come ladra. Processata
e condannata appena uscita di pri
gione si era data alla malavita. In
contratasi col suo ex padrone, que
sti, per un capriccio passeggero,
le diede dei denari, ma ella ebbe
a dichiarare poi al delegato di P.
S., Salvatore Magiulli che il Ga
brovitz, dandole del denaro, le a
veva chiesto delle notizie militari.
Il delegato la eccitò allora a far
si formulare dal Gabrovitz per i
scritto le richieste delle notizie che
desiderava, e cosi era stato poi
messo assieme il processo, nel qua
le, tanto la Zanier come il delega
to Magiulli, sostennero l'accusa
contro di lui, malgrado tutte le
proteste di innocenza del Gabro
vitz. che dopo la condanna impaz
zi e si trova ricoverato tuttora nel
manicomio di Reggio Emilia.
Finito il processo, la Zanier si
era detta contenta di essersi vendi
cata, ma in seguito si veniva a sa
pere che la donna era stata istiga
ta dal Magiulli, che cosi voleva
farsi strada.
Contemporaneamente l'autorità
giudiziaria ricevette una lettera a
firma Carolina Grinovera, in cui
si diceva che il Tribunale di guer
ra aveva commesso un grave erro
re condannando un innocente; la
famiglia del Gabrovitz raccoglieva
intanto altri elementi e nel dicem
bre scorso presentava ricorso per
calunnia, in base al quale il giudi
ce istruttore Gazzerani iniziava un
istruttoria. Nello scorso marzo la
Zanier veniva arrestata. La ietterà
firmata Gabrovitz venne ricono
sciuta per sua, ed in seguito a ciò,
ed alla testimonianza delle sue
compagne, ella fini per confessare,
piangendo, al giudice la pro
pria colpa, e di essere stata istiga
ta a compierla dal delegato Magi
ulli.
Il giudice istruttore raccolse nu
merose testimonianze e quando eb
be la persuasione della colpabilità
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del Magiulli lo citò con mandato
di comparizione.
Il confronto si dice che sia stato
emozionante. Al termine di esso
il delegato Magiulli veniva arre
stato e trasferito alle carceri. La
notizia ha destato viva impressio
ne. specialmente a Cormons. dove
il Gabrovitz era conosciuttissimo.
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Si rappresentava al Costanzi di
Roma l'Otello di Verdi e un popo
lano spiegavo ad un alfro l'uecisio
ne di Desdemona.
—Vedi? Il tenore per gelosia
con un cuscino "leva l'aria" alla
prima donna.
Ma ecco che Desdemona, dopo
la soffocazione, cauta le sue ulti
me note; e il popolano continua
filosoficamente :
—Capischi si com'è la donna!
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