IL PATRIOTA |Éj!| Arte, Letteratura £ f (the patriot) nlf Scienza, Umorismo | j FRESIE W S j —E tu? Vieni? Ritta in mezzo al salone, un po' contrariata perché gli specchi troppo alti e verdastri non rifìet . tevano per intero la sua graziosa personcina, Isabella s 'annodava la veletta intorno al cappello prima verile, infilava un mazzo di garo fani alla cintura, s'abbottonava i guanti, aspettando l'amica, tutta intesa a scrivere indirizzi su certe circolari disposte a gruppetti sul la tavola. —Vieni, pazientissima creatura, Paola, Paola, vieni? E' l'ora: noi andiamo. . Paola alzò il viso pallido, alzò gli occhi profondi e belli sull'im paziente. —Son lesta —disse con un riso lino fuggevole. Scommettiamo che fo prima di te, alle prese con i guanti. Detto fatto, riuni le'sue piccole cose sparse: borsa, ombrellino, un fascio di fresie fragranti, il col laretto di struzzo da' lunghi na stri di velluto nero: quand'ecco ir rompere nel salone, con brevi gri da acute e attucci di ribrezzo, Ca te : ché, mentre cercava un libro in biblioteca, s'era visto fuggire sott'occhio un topo! —Brrr ! non é colpa mia : non so dominarmi ! per carità, andiamo ! Isabella, Paola, venite via, per ca rità! Non ci torno più nemmeno... Via, via, venite! Le amiche ridevano, aiutandola a infilarsi la giacca, a raccogliere,, anche lei, le sue coserelle sparse sulla tavola. Una piccola signo rina del pallore anemico e dalle occhiate livide, seduta ad uno scrittoio appartato, presso la fine stra, le guardava timidamente sor ridendo, un po' spaurita all'idea del topo, che dalla biblioteca potea correre al salone e mettere in fuga lei. povera signorinetta, che ne provava un ribrezzo invincibile. —E' stanca? — le domando Pao la, avvicinandosi, poiché la vide «osi smorta. —Oh nO! —fe' la signorina, tut ta savia, come se pensasse: —Non é ancora l'ora d'essere stanchi! E poiché s'avvide che Paola fissa va un suo medaglione, pendente sul gramo petto, spiegò, con lab bra tremule: —Il mio fidanzato . . . morto sul Carso... Allora Paola si rimproverò il suo sguardo insconscio e, presa di subita tenerezza, porse la mano al la piccola creatura anemica. Ma Cate, la turbolenta, afferrò Paola, se la trascinò dietro, con Isabella, ciaramellando fitto fitto ; e la si gnorinetta si rimise e scrivere, ma linconicamente. Quèlle scesero le scale del Cir colo Filologico, ove da più mesi riunivasi il Comitato di Mobilita zione Ciyile sorto nella piccola cit tà di provincia fin dal principio della grande guerra europea. Le tre amiche erano segretarie: ma Paola soltanto compiva il suo uffi cio, ché per lo scarso zelo delle al tre due, gran parte del lavoro re stava ogni giorno alla signorinet ta anemica, che il Comitato remu nerava e che scriveva da mane a sera, in silenzio, nell'angolo tri ste del salone. Quel pomeriggio le tre amiche si recavano a un'adunanza impor tante, indetta dallo stesso sindaco nel palazzo del Municipio: un'adu nanza che doveva riuscire affolla tissima : Isabella, nipote del sinda co, non ne dubitava. —Ci saranno anche molti giova * ni—ella diceva con la sua volubili tà non priva di fascino. —Mio cu gino viene, e anche D'Origlia, e anche il Salviati. Che dici del mio vestito nuovo, Cate? —Very select! —sentenzio l'ele gante, con un sorriso di conosci trice. Poi rapidamente sogguar dò Paolo, e prendendola a braccet to sussurrò: —Sai. Paola? voglio dirtelo per ché tu non mi tacci di sorniona;' ci sarà Naldo Morresi, senza dub bio. Paola, che saliva lentamente l'- erta via dal Circolo al Municipio, e senza ascoltare il cicalio delle a miche si lasciava avvolgere dalla poesia che i vecchi edilizi, la stra da antica, la grigia pietra spira vano, trasali al nome inaspettato. Credi? —chiese, e tuffò il vi so in fiamme tra le fresie e chiuse gli occhi, mal sopportando lo spa simo che le torceva il cuore. —Me l'ha detto lui stesso, Pao la, quando venivo al Circolo. Ma... che hai? ti senti male? vuoi tor nare ? —Vengo io con te, Paola? — do mandò Isabella. —Entriamo in un caffé. Non ti senti bene. Ma Paola, smarrendo la consue ta mitezza, le ammutoli con un breve riso amaro e si sciolse dal loro braccio. —Sapete pure quello che ho disse con voce stridente. —Non é un mistero per nessuno. Ma io vengo con voi, lassù. Camminava diritta, grave, guar dando fiso dinanzi a sé : Cate e Isa bella le andavano allatto, in silen zio. Si, sapevano—come tutti sa pevano —la pena di Paola; il suo amore per Arnaldo Morresi, sboc ciato e caduto nello spazio d'un anno appena, ché il bel giovine, dopo averla inebriata delle pià ar denti speranze, s'era volto a più facili e futili amori. Tutti lo sa pevano, sebbene ella non avesse mai sollevato il chiuso cuore alla confidenza, stringendosi nel cilicio della sua passione, che sopravvi veva acuta e fervida alla noncu ranza, alla sconoscenza, all'ab bandono. Tutti lo sapevano, seb bene ella a tutti mostrasse un dol ce viso pallido ma non disperato, sebbene guardasse uomini e cose con mite sguardo, con benevolo sorriso. E quello sguardo, quel sorriso ritrovò, poco dopo, salendo le scale del Municipio tra le ami che silenziose. —Scusatemi, scusatemi. Sono un po' nervosa... scusatemi. La galleria, le sale erano piene di signore e di uomini: il sole met teva dappartutto un pulviscolo d '- ero sciamante, dappertutto si dif fondeva un sommesso cicaleccio. Le tre signorine furono circondate chiamate qua e la : Paola si move va come in sogno, insieme timoro sa e desiderosa d'incontrarsi in quello sguardo, al quale ella ave va già fidato obliosamente 1 anima sua. Intorno si parlava della guerra, eterno tema, eterna discussione : una voce timida, un esprimere de- j sideri di pace : molte voci issuen ti l'ammutolirono protestando. Spaziava oltre le finestre aperte il chiaro cielo d'una purezza traspa parente, tremolava il pallido az zurro del mare ; giungeva il fiott to dell'Adriatico, lamentoso alla risacca, quasi un richiamo grave di pianto e di tristezza infinita. Subito cominciò l'adunanza, rapidamente condotta a' suoi fini. Cate e Isabella salutavano, in fret-. ta, per seguir Paola che pareva 1 Sabato, 25 Agosto 1917 non conoscere nessuno e s'avviava all'uscita. Lo zio sindaco die un buffetto sulla gota della nipote bi riechina e strinse la mano a Paola, trattenendola un istante sulla porta per ringraziarla dell'opera sua a vantaggio del Comitato. E proprio in quel mentre ella vide passare dinanzi a sé, con un salu to tra il cerimonioso e il malcerto; Naldo Morresi. Un tumulto d'affetto la turbò, le tolse il respiro, le annebbiò lo sguardo. Il suo mazzo di fresie le A«AA/wwvwwwv\/\/W>^W>/SAA/^ Una scena della grande parata della Croce Rossa a Filadelfia UN CREDITORE INSOLVIBILE Il giovine del sarto insiste pres so Chiodetti : —Mi paghi questa fattura, la prego. —No, oggi non é possibile: for se domani. —Già: sempre cosi: e poi non paga mai. E' inutile, del resto. Il mio principale mi ha dato istru zioni precise : io non posso più tor nare da lui senza la fattura paga ta. —Povero giovane! risponde Chiodetti dolcemente. —Ecco un modo gentile di mettervi alla por ta !... BERNSTROFP AMBASCIATO RE NELLA TURCHIA I H> - -SS t • -fa * • MHran i |. • * aw COtTNT VOX REK.N STORFF. Ginevra—ll Conte von Bernstorff già ambasciatore della Germania negli Stati Uniti, e recentemente nominato Ambasciatore nell Tur chia. é partito per Constantinopo , li, secondo un telegramma da Ber lino. sfuggi al braccio che lo teneva mollemente avvinto e cadde a' pie-i di del giovane: egli non potè fare a meno di chinarsi a raccoglierlo, j di porgerlo a lei, trepida e smorta, j Ella vide il profilo aristocratico, la mano lunga ed espressiva, il lue- j cichio d'una gemma.; poi senti che le amiche le si stringevano vicine, la conducevano via. —Paola, vieni, vieni. E andò, come in sogno. FIDUCIA. COME SI PUNIVANO LE FRO DI ALIMENTARI Due secoli fa. A proposito dell'attuale crisi alimentare e delle angherie che ne derivano al consumatore da parte di esercenti avidi o disonesti, i gi ornali francesi riproducono una curiosa ordinanza del principio del secolo decimottavo che, senza com minarare pene di multe o di pri gione, riusciva a farsi temere e rispettare. "Chiunque, uomo o donna —diceva l'ordinanza france se del 1841 —avrà vendute delle u ova fradice, sarà legato ed esposto alla berlina. Le predette uova saranno date ai raggazzi, che av ranno diritto di lanciargliele sulla faccia e sugli abiti per diverti mento del pubblico." L'ordinanza enumerava varie altre disposizioni del genere, e con cludeva con quest'ultime: "A chi unque, uomo o donna, osi vendere latte annacquato, venga messo un imbuto in gola, e il predetto lat te —in qualunque misura—gli ven ga fatto ingoiare finché egli non ne possa più accogliere senza gra ve pericolo di vita." L'EX-CZAR NON VA IN SIBE RIA PIETROGRADO—L'ex-czar Ni cholas Romanoff é stato condotto in una sua villa nelle vicinanze di Kostroma e non in Siberia come i giornali avevano pubblicato. Oggi si é saputo che il Primo Ministro Kerenskv assistette per sonalmente ali uscita dell'ex-im peratore dal palazzo Tzarkoe-Se loe e poscia lo accompagnò anche alla stazione ferro.varia in auto mobile. L'ex-czar indossava un 'unifor me militare ed era seguito da cin quanta persone di servizio. Kostroma é a 200 miglia dalla città di Mosca. | DIVORZIO E " FLIRT " j Esiste un piccolo paese nell'A merica del Sud in cui si vuole as ; solutamente rendere raro, anzi ra -1 rissimo il divorzio. Sono varie le clausole restrittive imposte ai co niugi per ottenere l'invocata sen tenza di libertà, ma la più origi nale consiste in un progetto di legge che certamente sarà appro vato e imposto a tutte le coppie di quel paese. Nella relazione é detto: "Una coppia di sposi che viva tutto l'an no insieme finisce per stancarsi ! della dolcezza di un 'affezione cro nica. Occorre quindi, che ogni an no, gli sposi prendano le vacanze ciascuno per conto proprio. Nes sun mezzo é migliore di questo per mantenere e ravvivare la fiam ma del sentimento che diseliia sempre un po' di oscurarsi "by the friction of every day life" cioè .con la vicinanza ed i piccoli urti della vita di ogni giorno. Un ri torno alle galanterie del. tempo del fidanzamento procurerebbe un piacere nuovo, pieno di sorprese e di dolcezze. E' quindi necessaria, ai rapporti coniugali, una tregua annua perché i ricordi sopiti tor nino alla memoria, la freschezza delle antiche impressioni si rinno vi e i sentimenti si ridestino. In altri termini —conclude la relazio ne —una "spolverata" annuale su la metodica convivenza dei coni ugi é il più infallibile antidoto del divorzio." Accogliendo questa strana idea della "spolvertata" il legislatore americano imporrà due mesi di ! obbligatorio distacco ali 'anno a tutte le coppie con o senza figliu ! oli. E v'ha di più—aggiunge il New York Herald —nel bilancio del piccolo. Stato sarà stanziato un fondo per rendere possibile an che ai coniugi poveri la facoltà del distacco, che, per essi, sarà limitato a quindici giorni. Occor rerà presentare domanda, giusti ficarla con documenti ed accettare la destinazione che sarà assegna ta da una Commissione preposta a questo nuovissimo servizio buro cratico. Per prova della scrupo losa osservanza di questa legge ci ascun coniuge, dal'ufficio compe j tente, riceverà un modulo dal qua le risulterà legalmente il suo di stacco temporaneo, il luogo e il periodo della sua assenza la cui durata non potrà essere inferiore a giorni trenta. Perché la domanda di divorzio non sia respiuta essa dovrà essere corredata da questi moduli dai quali risulterà che, malgrado lo ''spolverio annuale su i sentimen ti reciprocamente sopiti" gli stra ti di polvere sono cosi spessi da rendere necessaria la definitiva separazione tra le parti in causa. Sempre preoccupati a mantene re saldo e incrollabile l'edificio della ''felicità coniugale" e la "sa cra compagine della famiglia", i governatori di questo piccolo sta .... «w— ! r ~^J f ''" ~i Jr to americano hanno giurato guer ra al liirt. E per llirt con una re strizione tutta americana essi in tendono 4 la persecuzione per via o nei pubblici ritrovi alle donne maritate." Cosi si é pensato a istituire la eosidetta "pania del flirt'\ Ed ec co in qual modo si ordisce la trap pola. Si vestono elegantemente alcune donne poliziotte in modo che esse abbiano l'apparenza di se ducenti signore della buona socie tà. Le si fanno circolare in ore diverse nelle vie più frequenta te. Non appena un intraprenden te si azzarda a mormorar loro u na parola galante ecco che la 'corteggiata" cava dal seno un fishietto, e due agenti accorrono subito, accalappiando il malcapi tato. Il quale dovrà declinare le sue generalità all'ufficio di polizia pagare pinquanta dollari di multa con la minaccia del carcere in ca so di recidiva... Debutfis incontra l'amico sotti-r gli etti. —So—gli dice—che tu hai sem pre molte occupazioni : ma mi pia cerebbe di averti con me domat tina a pranzo. Procura, se puoi, di venire. —procurerò di accettare il tuo gentile invito—risponde Sottigli etti. —Vieni dunque, se puoi. f —Se posso, vengo senza falloi. L'indomani a mezzogiorno, Sot tiglietti puntuale bussa all'uscio di Deßuffis. —Chi é—domanda questi. —Son io, Sottiglietti. Son ve nuto a pranzo. —Ah !Si!Ne ho piacere ! Vieni dunque ! —Ma aprimi. —Aprirti? Niente affatto? T» ho detto di venire a pranzo da me se potevi. Vieni pure, se puoi! Sottiglietti capisce lo scherza dell'amico e se ne va furibondo, giurando vendetta. Sceso in stra da vede due agenti della luce elet trica che avendo aggiustato certi fili, stanno per rimuovere dalla ca sa la scala. A Sottiglietti balena un'idea. Si mette a guardare in: su con grande attenzione e soiré 2 - va un braccio ,gridando:—Vieni,, vieni. Coccorito mio bello! —che c'é—domandano gli a genti. —Mi é scappato il pappagallo vedete 1i... Sul cornicione del se condo piano! Gli agenti guardano, ma non ve dono nulla. —Volete permettermi—prega Sottiglietti—di salire fin lassù fiori questa scala? Vi darò una man cia. se potrò riavere l'uccello. Gli agenti acconsentono ed egli sale testo ; giunto al secondo pia no salta per la finestra aperta nel la sala da pranzo di Deßuffis.—- Eccomi!—dice all'amico esterre fatto.—Mettiamoci a tavola .Vedi che ho potuto.