- «eMNMfrw » 'V» ili PATRIOTA IPffl Arte ' Letteratura. ' I (the patriot) Scienza, Umorismo È s . . #» LA CAMICIA DELLA MORIE 11 famoso viaggiatore Harry (ie Windt si trovava, prima dell'attu ale guerra, in Cina, quando strin se relazione col barone Carlo Von Blitzen, un perfetto tedesco, al quale non mancava nemmeno, con eon la qualifica di ex-lanciere di l'omerania e gl'ineffabili baffi a punta, il ricordo studentesco di una grande ferita deturpatrice sul volto. Le buone relazioni ele let- j tere di credito che il barone ger manico possedeva sulle Banche di Ilong Kong e di Shangai avevano ispirato al signor De W indt tale confidenza da indurlo a confessa re al suo compagno di viaggio, li na notte a Canton, di possedere la bella somma di 25,000 lire in tan te sterline custodite dentro una cintura di cuoio assicurata intor no al corpo. —Voi siete troppo temerario — gli osservo l'ex-lanciere di Pome rania, ritornando per le vie silen ziose all'albergo;—qualche giorno vi deruberanno. De Windt non fece troppo easo j di quelle parole, e il giorno dopo egli e Von Blitzen, sotto la guida di un eantonese, si misero a visita re la città. Durante i loro giri, ebbero modo di assistere ai suppli zi inflitti ai condannati, e partico larmente l'interessò un terribile ordigno di tortura chiamato la Ca micia di fil di ferro. L'operazione si svolge nel modo seguente. La vittima viene dapprima fatta se dere sopra una sedia, con le gam be ad essa legate per mezzo di cin ghie di cuoio. Denudata quindi fino alla cintura, ella é rivestita d'una specie di giacca a rete di fi- j 10 metallico che si adatta perfet tamente al collo', alle braccia e giù l giù fino alle anche, ed é chiusa nel mezzo della schiena da una linea di viti che sono girate finché i fili di ferro non siano stretti cosi for te da far uscire la carne fuori del le maglie. Un supplizio raffinato. Un uomo in tale condizione é ri dotto alla più assoluta impotenza 11 carnefice allora brandisce un ra soio e recide tutt'intorno al cor po ogni sporgenza carnosa. Que sta operazione causa generalmen te pochissimo dolore. Subito l'- atroce camicia viene tolta e il con dannato, simile nell'aspetto ad u na scacchiera animata, é rimesso in libertà. Nella fiducia che il suo corpo abbia a guarire con un po' di cura, lo sciagurato se ne va lie to di essersela cavata a buon mer cato, quando un gran prurito, al quale seguono gli acuti dolori cau sati dal supporamento delle pia ghe, viene a disingannarlo. I pic coli tagli si allargano e si riunis cono agli altri vicini, finché la vit tima appare una sola massa di car ne scorticata, e finisce col morire dopo un giorno circa, in preda ai più orribili tormenti. Perciò l'or digno é meglio conosciuto col no me di Camicia della morte. Dopo un quarto d'ora il signor De "Windt ne ebbe abbastanza di quel selvaggio spettacolo e se ne andò ; per contro il barone tede sco rimase fino alla fine, e ritornò all'albergo portando seco un ricor do di quella scena abominevole sotto la forma d'una camicia della morte, acquistata per conto suo dalla guida indigena. Vedendola smorfia di disgusto che De Windt faceva alla vista del sinistro arne se, Von Blitzen disse sorridendo: —Devo confessarvi, amico, che lio una mania per le collezioni che mettono i brividi. Quest'oggetto serve appunto ad arricchire il mio Museo Nero. La camicia era stata pulita in modo che brillava come fosse d'- argento e il signor De Windt era costretto involontariamente ad ammirarne l'ingegnoso e pur sem plice meccanismo, vero trionfo di un'arte feroce . Proseguendo il loro viaggio, i due amici si recarono a Hong Kong e di là a Macao, ove andaro no ad alloggiare in un villino campestre, quasi ai deserto. l'na sera che il barone tedesco sentendosi male era rincasato pri ma del suo compagno di viaggio, questi vide la camicia di metallo sul pavimento nella sala da pran zo. —Che diavolo mai vi ha indotto a tirar fuori quell'oggetto?—chie se stupito. —Ah... la camicia? —rispose l'- ex-lanciere di Pomerania, con in differenza. —L'avevo imballata con della flanella a Hong Kong e l'ho portata via per errore... A pro posito, giacché essa é qui, voglia ino provare un po' come funziona, cosi, per ischerzo? Bevve un bicchierino di whisky, accostò una sedia e lo strumento di tortura e soggiunse sorridendo: —Or via... chi sarà il paziente, voi o io? ' ' Senza nemmeno pensarci su, mi tolsi la preziosa cintura e la de posi sulla tavola —narrò lo stesso Windt —poi, vestito del semplice corpetto e dei pantaloni, mi assisi ; sulla sedia. —Non stringete troppo le viti, j neh —raccomandai, mentre Von ! Blitzen, dopo avermi legate soli damente le gambe alla seggiola, mi aggiustava indosso, non senza difficoltà, la fatale camicia. Il Tedesco Stringe... —Fermatevi, mi fate male!...— 1 fili taglienti mi recidevano il corpetto di seta e penetravano nel le carni. Ma la stretta cresceva e il dolore divenne ben presto intol lerabile. —V OH Blitzen —gridai'allarmato —siete impazzito?... Che volete fare, in nome di Dio? Senza dir verbo, il tedesco diede alle viti un ultimo giro, quindi mi si piantò dinanzi. —Movete un sol dito, se vi é ; possibile, ora !—mi disse con un tono di voce cosi mutato che lo guardai sorpreso. 11 sorriso era sparito dal suo volto; il suo sguardo era fisso e duro. Era l'effetto di qualche ac cesse di febbre?... La malattia gli aveva colpito il cervello? In tal caso soltanto il sangue freddo e la dissimulazione potevano salvarmi, che altro non c'é da fare con un j pazzo. —lnfatti, non lo posso—risposi calmo—Ma via, amico, non vi sem bra che lo scherzo sia durato ab bastanza?... Liberatemi da questo insopportabile congegno; non pos so più respirare. Senza curarsi delle mie suppli che Von Blitzen s'impadroni della cintura, contò il denaro che essa racchiudeva, poi se la mise in tas ca dicendo: —Più di 1000 sterline... De Windt, avete ora indovinato lo scopo del mio esperimento... Volli rispondere, ma alla rivela zione della verità tremenda la rab bia e la mortificazione mi soffoca vano le parole. —Son proprio spiacente di do vervi trattare cosi—egli soggiun Sabato, 4 Agosto 1917 □ se. —E sono desolatissimo di dover vi privare di tutto questo denaro, perché voi mi siete assai simpati co, caro De Windt. If —Avete un modo molto allegro per dimostrarlo —mugolai, facen do invano uno sforzo frenetico per liberarmi. —Voi siete stato per me un pia cevole compagno—riprese il tede sco—conserverò sempre una cara 1 memoria del nostro viaggio. Voi confesserete, al vostro ritorno in Europa, che non vi ho dato mai u na sola noia... salvo questo picco lo disturbo !... —Disturbo é un eufemismo per un ladro! —ribattei sarcasticamen te. —Non facciamo personalità, ca ro De Windt —riprese il barone. — Voglio essere generoso; qui vi so no 200 sterline, ma ve le restitui-1 sco ad una condizione, che mi dia- •: te la vostra parola d'onore di non denunziarmi alla polizia per una settimana almeno, da oggi. Se me lo rifiutate, mi riprendo le 200 sterline, vi faccio saltare le cervel la con una schioppettata e ritorno ad Hong Kong ad annunziare il vostro suicidio. Un bel genere di lezione L'ex-lanciere tacque attendon do; io pur assillato dalla minaccia di una morte terribile, mi ribellai per un certo tempo alla proposta scellerata, ma alla fine, disperato, chinai la testa in segno di consen timento. Allora quella birba con sumata mi diede un sorridente ad dio é mi pianto li, legato e senza alcun aiuto. •Rimasto solo cominciai a gettare certe grida che 'avrebbero destato un morto, ma che lasciavano in sensibile il nostro servo, russante nella sua capanna, a qualche me tro discosto da noi, quando una fi gura umana apparve sulla soglia della porta rimasta aperta. Era la salvezza?... Uno sguardo mi basto per farmi scorgere il barone j Von Blitzen che... si contorceva j dalle risa, dinanzi al mio stupore. —Non andate in collera, caro De Windt —mi disse egli, liberandomi dalla diabolica camicia—quel che ho fatto l'ho fatto per vostro be ne. Sono certo, amico mio, che d'- ora in avanti non vi verrà più la voglia di viaggiare con tanto de naro corrente indosso. Che c'era da fare? Accoppare il brutale burlone?... Il signor De Windt preferi prendere il brutto scherzo perfettamente tedesco in ridere, filosoficamente. Si ricorderà che il re di Baviera, ■ morto di recente, era da parecchi lanni pazzo e rinchiuso in un ca stello come il suo predecessore. A tale proposito, ecco un aned doto, che mette in rilievo l'irridu cibile antagonismo tra bavaresi e prussiani ed esprimo al tempo stes ; so un giudizio esatto sull'impera itore di Germania e re di Prussia. Un berlinese ed un bavarese di scutevano fra loro, alla birreria, naturalmente, sui pregi dei rispet tivi re. —Ah, voi bavaresi —dice il prus siano—avete un bel tipo di re: é persino pazzo ! —Già, é vero—risponde il bava rese —ma noi lo abbiamo rinchiu so. mentre voi lasciate il vostro in libertà... IN VENDITA Si vendono dei bellissimi colom bi a $1.50 per eoppia Rivolgersi a Clarfl Hamilton —647 S. 7th St.. Indiana, Pa. f" V • ~ .'—V? «r? V.• * V • Le Donne Guerriere D'Uncle Sani il gentil sesso —tutto il mondo ornai lo sa— ogni giorno fa progresso nella sua eccentricità, e la donna americana sempre più diventa strana. Capricciosa, cervellina, vuol far mostra ognor di sé e la parte mascolina cerca porsi sotto i pié. Bizzarrissima e... inumana é la donna americana. Con le mode... stuzzicanti per le vie si fa notar ; negli uffici é sempre avanti, immischiata in ogni affai "Smart" é si, ma molto vana é la donna americana. Or che ha visto che i soldati la Nazione sta a chiamar, perché essi agli Alleati un aiuto possan dar, essa pure, audacemente, si fa innanzi immantinente. Di già Miss Elisabetta s'é arruolata nell' "Army", e maneggia la scoppetta in onor del "free country." Per mostrare che sta all'erta, la giberna ha sempre aperta. I l Spada al fianco e lancia in resta, Fanny corre sul destrier, a testa alta, ardita e lesta, vuol varcare ogni sentier, ogni monte ed ogni valle senza tema delle palle. Rosie, pronta per la lotta contro il barbaro teuton, vuole entrare nella flotta a sparare col cannon. Le sue amiche, entusiasmate, parlan tutte di fregate. ' D'Uncle Sani il gentil sesso, pien di bellico fervor, i più non cura per adesso j dei gioielli lo splendor : non vuol vezzi, né collane, ma archibugi e durlindane. Ogni femmina provetta oramai vuol diventar a innastar la baionetta e le palle maneggiar. E perciò più d'una ascosa ha qualche arma insidiosa. iGiovanette e maritate spesso io scorgo innanzi a me, che in istrada vanno armate con le bombe nel eorsé. Cosicché tremendo é adesso ; d'Uncle Sani il gentil sesso, ì FICHETTO RAGGI 01 SOLE... AL SUGO! Una notizia importantissima, specialmente in momenti come questi, di limitazioni nei consumi e di economie patriottiche. Ce la dà un insigne scienziato america no, il prof. Moor, di non so quale delle Università degli Stati Uniti; ed é questa: L'uomo può nutrirsi di sole. Ci pensate, in momenti come questi, che pacchia? Che scorpac-j eiate? Poter fare fichetto al pro prio fornaio?! Purché naturalmen te, non piova... Ma lasciamo da parte le chiac chiere e veniamo ai fatti. E ve diamo che cosa precisamente dice di bello il prof. Moor. Egli dice, dunque, che il carbonio é l'elemen to fondamentale della sostanza vi vente e costituisce, nella sua par te maggiore, ogni organismo: ali menta il calore animale, cambian dosi nei polmoni con l'ossigeno dell'aria, per esser poi rimesso fu ori sotto forma d'acido carbonico; é il combustibile che mantiene in attività il motore della macchina umana ; come chi dicesse la benzi na dell'automobile. La respirazi one delle piante si compie in modo diverso : esse raccolgono nell aria l'acido carbonico esalato dagli ani mali o dalle combustioni naturali o, industriali; ne assimilano il car bonio che trasformano in idrati di carbonio o in zucchero, e rigetta no l'ossigeno che hanno sottratto al gaz carbonico: sono esse che mantengono costante l'equilibrio tra ossigeno e acido carbonico nell' aria e gli effetti della respirazione animale e delle altre combustioni. Gli animali non possono assimilare il carbonio che é loro necessario se non nutrendosi di vegetali: gli stessi carnivori, in ultima analisi, non sono che dei mangiatori di ve getariani. I vegetali dun que, sono l'intermediario in dispensabile per permettere agli animali di assimilare il carbonio minerale. Ora si é scoperto che 1' assimilazione di questo da parte delle piante 11011 avviene che sotto l'azione dei raggi solari. 1 quali, mediante alcuni provvedimenti chimici messi in valore or non é guari dal Berthelot e da altri, sono gli agenti essenziali, i motori in dispensabili dell'assorbimento, da parte delle piante del carbone mi nerale che esse raccolgono nell'- aria. Insomma, in tutti i nostri alimenti noi non facciamo che as sorbire dell' energia solare. 11 carbone che la crosta terrestre contiene, e che proviene da vege tali del periodo carbonifero non é che dell'energia solare concentra ta. L'uomo vive di sole dunque. E poiché l'energia dei raggi solari che la Terra raccoglie é enorme, non c'é da temere —per guerre che si facciano e caroviveri e limita zioni di consumi che ne derivino —che l'uomo possa morir di fa me. L'uomo, per vivere ha biso gno di assorbire, sotto forma di alimenti, circa un miliardo di ca lorie all'aimo. E l'energia solare che le piante assimilano bastereb be a nutrire tredici miliardi e mez zo di uomini—cioè dieci volte più di quanti siamo sulla faccia della terra. L'umanità può dunque, se guendo il biblico dettame, e con trariamente a quanto Molthy e tanti altri pretendono, crescere e moltiplicarsi ancora per un pezzo senza avere a temere una diminu zione delle sue risorse alimentari. Cibarsi di raggi di sole, dovreb- be essere inoltre, il mezzo economi, co per eccellenza ; per quanto si voglia esser complicati nel cuci-- narli. Ed é igienico, anche! Non sapete che. a quanto affermò un referendum fatto qualche anno fa dal Daily Miroir, ci sarebbe da chiedersi se si mangia per vivere 0 per morire? Tutto quello che si mangia, infatti, su per giù. é ve leno. 11 the éun terribile alcaloi de che provoca la dispepsia croni ca nelle forme più gravi e daneg gia il sistema nervoso. Il caffé é ancora più fatale anzi per i nervi. L'alcool, preso anche in forme mi nime, é un narcotico velenoso che fa un male incalcolabile. La birra produce gotta, reumatismi; il vi no rosso indigestioni croniche; il vino bianco disturbi al fegato. Il latte propaga i germi della tuber colosi, del tifo e della scarlattina. Le frutta contengono innumerre voli batteri. L'amido che e con tenuto nel grano, nelle patate e nel riso, é fonte di ogui male. L' uomo viene al mondo senza alcun organo fatto per digerire l'amido. Lo zucchero non é estraneo alle gotta ed ai reumatismi, e fa male ai denti. La carne riscalda il san gue, impedisce le l'unzione norma le dei pori, sovraccarica il fegato. 1 pesci poi portano i bacilli della lebbra; i molluschi avvelenano. I legumi producono gravi disturbi gastrici; le uova sono indigeribi li e le droghe veleni. Diamoci dunque alla dieta dei raggi di sole. Chissà, cucinati, a dovere, come saranno buoni ! Non c'é da rimpiangere che una cosa sola : anche questa scoperta soia re-culinaria tende a toglierci un'- illusione fantastica. Tutto quan to in anni più o meno lontani era fantastico, oggi si fa realtà, dai romanzi di Verne alle fiabe della nonna. Vi ricordate, bambini di cinquanta, di trenta, di venti anni fa, nei racconti delle fate, di que gli esseri che vivevano di un rag gio di sole? Ebbene: i tempi sono mutati: quelli delle fate son pas earbone che la erosta terrestre con sati per sempre e quelli che corro no sono brutti, brutti assai; ma, anche oggi noi viviamo, come gli esseri delle fiabe, di sole, e la fan tasia di una volta é diventata un fatto oggi. P. Silvi Mia suocera é una balena! Non ci ha mai voluto dare la soddisfa zione di farci sapere quanto pesi, ma io ritengo sia poco distante dal quintale e mezzo! Spesso volte si é discusso in famiglia sulla neces sità di indurla a intraprendere qualche cura che valga a ridurre la sua obesità eccessiva; ma le dis leussioni non hanno avuto effetto, perché mia suocera non ha mai vo luto saperne visto e considerato che ogni cura l'avrebbe obbligato a contenere gli istinti della gola. Parlavamo appunto di ciò con mia moglie, mentre sul marciapie- Idi della stazione aspettavamo l'ar rivo del treno che ci doveva con' durre ''mamma Balena'"' Il treno giunse finalmente e com •arve l'attesa. Giusto cielo! In sei mesi aveva trovato modo di in grassare ancora ! Non seppi pro prio tacere le mie impressioni. —Oh mamma! é un miracolo se l'ho riconosciuta! Ma come ha fatto a impinguare cosi?... La povera donna mi rispose, con le lagrime nella voce: —Eh, figli, miei!... con questa benedetta guerra !... tutto cresce !.. tutto aumenta !