The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, June 23, 1917, Image 5

Below is the OCR text representation for this newspapers page. It is also available as plain text as well as XML.

    IL PATRIOTA «ÌJ Arte, Letteratura,
(THE PATRIOT) S^ionz9i,TJniori>viiio
IL RICHIAMO
Racconto di Guerra
Il capitano aveva assunto da po
che ore il comando della compag
nia. Il colonnello lo aveva pre
sentato alle truppe, dicendolo ben
degno di guidare alla vittoria quel
manipolo di prodi, già provato nel
le aspre battaglie. Era un giova
ne alto, bruno, con una espressione
di tristezza e di energia sul volto
pallido, con lo sguardo sereno e
luminoso dei buoni. Aveva il pet
to fregiato di due medaglie al va
lore. 1 soldati si strinsero attor
no a lui, guardandolo negli occhi
dicendogli, in muto ardente lin
guaggio, la promessa di fedeltà e
di devozione. 11 capitano parlo
brevemente, col cuore, giuro di
vincere o ili morire coi suoi nuovi
soldati, col suoi nuovi fratelli.
—Con lei, signor capitano, tutti,
fino alla morte ! —disse, a voce al
ta il tenente.
—Lo giuriamo!— risposero in
un fremito di affetto cento e cen
to voci.
Ritornarono tutti ai loro posti
di combattimento; il capitano, dai
ridottino, scrutava il campo della
prossima azione. Un sergente gli
si avvicinò :
—Signor capitano mormorò,
con un leggero tremito nella voce.
—Dica, sergente.
—Signor capitano...
—Che vuoLe? Coraggio, sergen
te; le faccio paura?
t —No, signor.
E il giovano ufficiale rise di un
bel riso franco e sonoro capitano,
paura, no —rispose l'altro, solle
vando il capo ili atto di istintiva
fierezza, —Ma, ma... non so come
dire... non vorrei.
—Dica liberamente l'animo suo.
Ila udito le mie parole, voglio es
sere un fratello per tutti 10r0...
Il sergente si avvicinò, si prote
se in avanti, quasi a confidare un
segreto, mormorò :
—Mi chiamo Giacomo Lensi. Mio
padre era il furiere Giovanni Len
si...
Non potè continuare, Il capitano
lo aveva stretto in un abbraccio
fraterno.
—Lensi ! Lensi ! Giovanni Len
si ! Finalmente., qui, qui doveva
mo incontrarci ! contro cento, per
un 'ora...
Mormorava parole sconnesse, in
seguendo il tumulto dei pensieri,
cogli occhi velati di lagrime... Nel
la penombra, i soldati s'interroga
vano cogli sguardi.
Una voce alta si levò. La vedet
ta dal posto di osservazione aveva
dato l'allarme Balzarono tutti in
piedi, impugnando le armi. Il capi
tano saltò sul parapetto della trin
cea, vide, nella luce grigia della
giornata piovosa, la torma nemica
che avanzava serrata. Non esitò:
—Ragazzi miei, lo abbiamo giu
rato. Uno per tutti, tutti per uno
Dio mi dà la gioia di correre subi
to con voi alla vittoria. Attender
li qui sarebbe prudente: assarlirli,
ricacciarli nelle loro tane, é degno
del nostro reggimento. Non ordi
no: vi domando: Volete correre
con me all'attacco, alla vittoria,
alla morte?
Tutte la trincea tremò al grido
unanime :
—All'attacco! Viva l'ltalia!
E lo seguirono, correndo, tutti,
verso la massa grigia che si avan
zava. cauta, silente.
—Alla baionetta ! —gridò il capi
tano.
—Savoia —rispose l'urlo dei sol
dati.
E si lanciarono in un balzo, sul
nemico. Una ventata di piombo
li avvolse. Non si fermarono; e
rano a pochi metri dalle canne dei
fucili che seminavano la morte nel
le loro file. Gli austriaci scarica
rono ancora le armi, poi si volse
ro sbandandosi in fuga precipito
sa. Il capitano, davanti a tutti le
vava sul tumulto la bella limpida
voce: "Viva 'ltalia"! Cadde, nel
grido sublime, colpito alla fronte,
[guardando in un sorriso d'orgo
glio e di sfida i fuggiaschi.
Gli shrapnels ora scoppiavano
sul gruppo eroico; gli austriaci e
rano rientrati atterriti, nelle trin
cee, per i noti sentieri fra i retico
lati. 11 tenente ordinò di arrestare
la corsa : erano pochi, ormai, i su
perstiti : lo scopo era raggiunto.
Bisognava evitare l'inutile massa
cro. Ripiegarono calmi, fieri, in
differenti ai proiettili che li tem
pestavano e li decimavano. Nella
trincea, si contarono; quanti era
no rimasti sul campo della nuova
gloria ! E il capitano, cosi genero
so, cosi nobile, il nuovo fratello!...
—Purtroppo non potremo racco
gliere quella salma benedetta
disse il tenente —ma il suo esem
pio ci sarà guida a nuovi eroisimi.
Salutiamo la sua memoria!
E i superstiti, piangendo, pre
sentarono le armi.
La sera il colonnello nella pic
cola trincea avanzata, mentre il
cannone' rombava sinistramente
lesse i nomi gioriosi dei caduti.
—Signor colonnello—disse il te
nente —dei superstiti, uno manca.
—Disperso?
—Signor no, é rientrato con noi.
incolume. Da qualche ora é
scomparso...
—Chi é—chiese il colonnello, |
rabbuiato in volto.
—ll sergente Lensi.
—Lensi? Lensi disertore? Ma
é uno dei migliori, é proposto per
la medaglia al valore.
Furono interrogati i soldati : da
molte ore non lo vedevano.* Ogni
ricerca era stata vana. Il colonnel
lo rimase un istante pensieroso,
poi si volse al tenente :
—Attendiamo fino a domattina.
Non posso persuadermi... Sarebbe
un gran dolore per me!
Passarono alcune ore nel silenzio
profondo: dopo la giornata di lot
ta ininterrotta, anche il cannone
taceva.
Ad un tratto, nell'oscurità, il
soldato in vedetta intravvide, om
bra nell'ombra, una massa informe
muoversi oltre il reticolato. Im
bracciò il fucile, ma una voce nota
fievole e pur distinta, lo rattenne.
—Sergente Lensi? —gridò affa
nosamente.
—Si, si, Lensi, aiuto !
La sentinella chiamò : accorsero
il tenente, molti soldati.
—Lensi, é là, invoca aiuto !
Dopo pochi istanti, il sergente,
ferito, svenuto, era nella trincea,
fra le braccia dei soldati. Vicino,
amorosamente adagiata su una co
perta. la salma del capitano pare
va effondere attorno una pura lu
ce L'ufficiale medico, il tenente,
alcuni soldati, curvi sul ferito, gli
apprestavano pietose cure. Egli
socchiuse gli occhi, si contorse un
istante nello spasimo delle ferite,
poi, con uno sforzo, raccogliendo
tutte le energie, l'anima nello
sguardo :
—Signor tenente —disse mi
perdoni ! Ho commesso una colpa.
Ma dovevo, dovevo! Ci ehiama-
Sabato, 23 Giugno iJI7
*
-
■ "V * : : V \
- • v
: ; v ... w :
•A*. • V'
•. r"'. .
9 |||i " \ ■ >'■
1 . ■
*
Mrs. Woodrow Wilson, che sacrifica tutto
il suo tempo in prò delia Croce Rossa.
vano di lassù, non potevo lasciarlo
cosi, solo, fra quei cannibali...
—Stia tranquillo interruppe
il medico —pensi alle sue ferite,
ora.
Giazle, signor tenente, ma é in
utile, ormai. Fra pochi minuti sa
rò con lui per sempre.
E accennò alla salma distesa nel
la pace della morte.
—Devo dir tutto prima di mo
rire.
in angoscia profonda.,
ufficiali e soldati ascoltavano, trat
tenendo il respiro.
—Non ci conoscevamo, il capitano
ed io. Sapevamo soltanto i nostri
nomi. Borzi e Lensi. Suo padre,
era capitano come lui, mio padre
furiere. Si volevano molto bene,
come fratelli. Erano ad Adua, in
sieme: il capitano, accerchiato da
cinquanta, da cento barbari, si di
%
fendeva come un leone, poi cadde
svenuto, sfinito; mio padre che a
veva udito la sua voce, balzò fra
i nemici, e per un'ora lo difese dai
colpi feroci, lui solo, crivellato di
ferite, colle carni a brandelli. Ed
é morto cosi, accanto al fratello
suo, per lui... Noi abbiamo sapu
to tutto, ci siamo scritti, ci siamo
giurati di morire come i padri nos
tri... Oggi il capitano era la ab
bandonato. Ho udito il richiamo
dal cielo. E sono andato a racco
gliere la sua salma... Era il nostro
sogno ; insieme, come loro, per la
Patria... !
Fece cenno ai più vicini, si ag
grappò a loro, si protese, posò le
labbra sulla fronte del capitano.
Nel puro bacio, le anime dei due
eroi si unirono oltre la vita.
BIJAIN-E NQT
LE FRASI EROICHE
Un soldato coloniale amputato
della gamba giaceva letticciuolo di
della gamba giaceva sul letticeiuo
-10 di un ospedale da campo. Si as
pettava la visita del generale. Ec
co, questi arriva circondato da al
cuni ufficiali di Stato Maggiore. 11
colonello medico lo conduce al ca
pezzale del glorioso mutilato e,
senza dir parola, solleva la coper
te. 11 momento é solenne, il silen
zio é religioso. 11 generale si leva
11 kepi, vuol parlare, dire al feri
to... ma dire che cosa?
Subito il mutilato raccoglie le
forze, si appoggia al gomito sini
stro, fa con la mano destra il salu
to militare e con lo sguardo arden
te, con la voce ferma, chiede :
—Ebbene, signor generale, cre
dete che io possa essere adopera
bile. ora, per l'aviazione?
Il generale non può far altro che
stringergli la mano... e se ne va,
perché lo spettacolo di un genera
le che piange non é conveniente,
tanto più quando i testimoni han
no voglia di fare altrettanto...
E' accaduta sul direttissimo Ro
ma-Milano.
Un tale si precipita, tutto scon
volto. in un vagone di prima clas
se :
—I na povera signora del com
partimento vicino é stata colta da
gravissimo malore... C'é nessuno
che possa favorirmi un pò di co
gnac ?
Immediatamente gli vengono te
se due e tre bottigliette. Ne .pren
de una. beve la meta del contenu
to e poi. aseiungandosi la bocca,
la restituisce al proprietario che
lo guardo stupefatto.
—Mille grazie—dice—questi do
lorosi incidenti mi impressionano
immensamente... Ora pero va me
glio.
E accende tranquillamente il si
garo !
%%%%%%%%%%%% %V%%%%%%%%%%%%?
| MOSCONI IN RONDA |
PER SALVARE LE RAGAZZE
I risanatori dei costumi della
cittadinanza di Chicago—quelli
che seggono negli stalli municipali
—stanno escogitando i mezzi più
adeguati per impedire che le ra
gazze s'incamminino sulla via del
la perdizione.
I bravi rappresentanti del po
polo al consiglio, in massima sono
d'accordo nell'ammettere che la
causa principale per cui le ragazze
scivolano nella corrente del vizio,
sia 1 abbandono dell'amante, dopo
che questi ha colto la primizia.
Stabilita dunque la cause, il rime
i dio non é difficile a trovarsi. E
j difatti un consigliere—che potreb
i be dare dei punti all'antico Licur
go—attenuava che sebbene non
sia più il caso di portare a model
lo di virtù Abelardo ed Eloisa, né
tentare con mezzi coercitivi il ri
chiamo alla osservanza dei sani
precetti morali senza offendere le
tradizioni liberali della 'free coun
try , pur tuttavia si debbono im
pedire, con mezzi delicatamente
accorti, le possibili cadute.
Bisogna sopratutto—diceva egli
—bisogna impedire alle coppie a
niorose di intrattenersi a lungo
nei luoghi nascosti, nei recessi om
brosi dei parchi, nell'oscurità ecc.
Pero—osservava con tatto squisito
l'oculato consigliere—nemmeno é
prudente scegliere per la bisogna
i luoghi esposti alla vista indiscre-j
ta degli altri; perché l'amore, per
quanto possa concepirsi casto, ha
pure dei momenti di espansive dis
trazioni, davanti a cui bisogna chi
udere un occhio. Insomma, l'-
amore non va fatto né alla luce né
all'oscuro; va fatto nella penom
bra.
Risolta la seconda parte del
problema, si deve trovare il luogo
adatto ; poco illuminato, ma an
che un poco romantico. Perché
non adibire la veranda della casa,
ossia il "porch"?... Sicuro!...
Qui le coppie si possono intratte
nere sotto la sorveglianza di mam
mà, la quale, intendendosi bene
di queste cose, sa come regolarsi.
Dunque il "porch". Ma qui
manca la giusta gradazione della
luce !... Non vi éla penombra, poi
ché il fanale della strada vi proi
etta i suoi raggi. Allora bisogna
munire il fanale prospiciente il
"porch" di un apparecchio spe
ciale, per modo che la luce vi si
proietti in tale grado che basti a
vedere e.... non vedere la coppia
spasimante. "Ali right"! A ques
to penserà il Municipio.
Ora siami permesso di ricostru
ire una di queste scene. La coppia
é dolcemente sdraiata su un sedi
le, a dondolo o non, e le paroline
più o meno dolci e sospirate si sen
tono e.... non si sentono. Poi. che
so( il bisogno di un• bacio sorge
spontaneo e naturale. La mammà,
che trovasi nel " front room"', é
intenta a manovrare La manovella
che mediante un congegno é con
nessa con il fanale «lella strada per
la luce. All'avvicinarsi
delle due bocche, l'indulgente!
mammà abbassa ancora un tantino
la luce, e fra sé e sé brontola :
"Eli, e1i!.... Abbassiamo un poco
la luce; ma fin che si Limitano a
questo, é prudenza non interve- j
nire !...
Se poi una mano audace cercas
se raggiungere qualche regione
inesplorata, allora mammà alza la
voce: —"Look out, boy!... Non
sai che in questa maniera si scivo
la nella via della perdizione?" Ej
jnella fretta ili abbassare ancora la
luce, il fanale si spegne del tutto.
Quello ehe può succedere ali'os
curo io non so. perché non si vede •/
tanto più ehe se l 'apparecchio non
é perfezionato, passerà qualche po'
di tempo per riaccendere il fanale.
Questo é l'unico inconveniente che
potrebbe succedere, quando il Mu
nicipio non adottasse un sistema
sicuro e provato.
L'idea di quel consigliere é stu
penda. Se il Municipio la mette
rà presto in pratica, le famiglie
potranno tranquillamente dormire
tutta la notte. 11 solo disturbo é
quello di darsi il turno, due ore
mamma e due ora papa, per ma
novrare l'apparecchio regolatore
della luce e regolatore di altre ma
novre .
In una delle più amene regioni
della bassa Italia, era in vendita,
anni or sono, una graziosa villetta ;
nessuno però si presentava per ac
quistarla, perché (forse sparsa ad
arte da gente maligna, a scopo
vendicativo) correva la voce che
di notte vi errasse ili stanza in
stanza un fantasma di donna.
I n giorno, un americano si pre
sentò ai fattore incaricato della
vendita :
—Io volere comperare villa
gli disse.
II fattore gli diede tutte le indi
cazioni riguardanti i locali, l'area
del terreno annesso, lo informò del
prezzo e gli chiese se desiderava,
visitaria.
—Ali right ! Ali right!—escla
mò l'americano—lo accettare prez
zo ed essere inutile visita. Volere
invece qualche informazione sul
fantasma che si fa vedere di notte.
—O signore!—fece l'altro sor
preso che anche un forestiero sa
pesse tal cosa.—Non c'é nulla di
vero! Le assicuro'che sono tutte
frottole. Io vi ho dormito tante
volte e, parola d'onore, non ho mai
veduto niente.
—Allora io non comperare villa.
Io volere anche fantasma, essere
per me la cosa più interessante.
Oh yes, molto interessante.
E se ne andò lasciando il fatto
re con tanto di naso.
Alle normali, durante la lezione
di storia.
Il professore—Gli uccisori di Ce
sare furono sbaragliati a Filippi e
ci perirono. Ricordino, signorine,
questo nome; esso segna la fine
della Repubblica Romana.
La signorina Pifi (tra sé) : —To'j
Filippi ! Proprio il nome del mio
amore al plurale. Non lo dimenti
cherò di sicuro!
Due mesi dopo.
11 professore—Signorina Fifi. mi
dica quale fu la battaglia ove pe
rirono gli uccisori di Cesare.
La signorina Fifi —Essi
no a... a... (Dopo una breve medi
tazione) ad... Alfredi!
—Voglio—mi diceva quel tena
cissimo agente vendervi un
*" registratore," il migliore di
quanti ne esistono. Tiene conto
di quel che ricevete, che spendete,
che comperate, e...
—Ne ho già uno—lo interruppi
con un debole sorriso—che fa tut
to questo a meraviglia.
—Oh, non é possibile! Ditemi,
come si chiama?
—Mia moglie.