The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, August 05, 1916, Il Patriota, Image 7

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Quando gli austriaci, forti di can
noni e munizioni, ruppero la nostra
frontiera del Trentino e, già' orgo
gliosi e fidenti, si ripromettevano
una marcia di conquista su tutto il
Veneto, quella marcia che fu, inve-,
1 ce, subitamente ostacolata passo pas
so dal nostro valoroso esercito e co
sto' loro migliaia e migliaia di morti,
j noi scrivemmo che l'offtnsiva nemi
ca, trascorso il primo periodo di vio
lenza fulminea, sarebbe stata arre
stata; non solo, ma che, rimessi noi,
rianimati e più' fortemente agguerri
ti, in condizione da prender l'inizia
tiva delle operazioni l'esercito del
l'Arciduca Eriditario sarebbe stato
costretto ad abbandonate le posizio
ni conquistate a prezzo di tanto san
i gue, e rifare a ritroso la strada, quel
la strada ch'egli s'era illuso portasse
l'Austria alla famosa vittoria puniti
va. 1
Scrivendo quello, noi rivolgevamo
con cuore commosso, il nostro, pen
siero ai soldati d'ltalia. Ci giunse in
tanto, in quei primi giorni di trepida
ansia l'eco degli ardimenti gloriosi ed
eroici dei nostri soldati si che avem
mo l'anima satura di ammirazione e
,lo spirito di esultanza e provammo
per tutti i fratelli combattenti un
f senso indefinibile ma grande di amo
re e di venerazione, e, avendo infine,
nei capi tuttora li guidano, fidu
cia serena e somma, dicemmo a noi
stessi e agli altri: con simili soldati
l'ltalia non piega. Gridammo agli
austriaci, già' baldanzosi e sicuri: di
qui non si passa:
E non passarono, gli Austriaci.
Ammonticchiati a migliaia sono i
loro morti. Venivano gli uomini al
l'assalto ebri di vino e di odio, in fa
langi innumerevoli, compatte come
in parata. Furono annientati.
E adesso, la marcia a ritroso e' co
minciata. Premuta ai lati, la colonna
nemica ha ondeggiato, si e' dibattuta
in serpeggiamenti spasmodici, ha ten
tato in ìsforzi reiterati e violenti, di
liberarsi dalla stretta che le toglieva
il respiro. Non e' riuscita. La si pote
va paragonare a un uomo che, es
sendo afierrato indissolubilmente per
%
le braccia aperte a croce, voglia avan
zare con il resto della persona. Inva
no egli cercherà' di farlo. Non potrà'
| muovere un passo. Se vorrà' acqui
stare la liberta' dei movimenti dovrà'
; arretrare.
E l'Austria, messa in questo tragi
co dilemma, va infatti, indietro.
E' indubitato che alla decisione de
gli eserciti austriaci di abbandonare
posizioni importantissime, come quel
le, ad est di Monte Cengio, per la cui
conquista si sacrificarono in lunghe,
aspre e ripetute lotte il sangue dei
loro soldati migliori, abbia influito,
oltre che la pressione instancabile
delle nostre valorosissime truppe, il
disegno nemico di voler arginare con
una conversione di forze, l'avanzata
: russa la quale, lungi dal perdere quel
carattere di strepitosita' inaudita per
cui tanta meraviglia si produsse nel
mondo, prosegue invece e s'intensi
fica in un crescendo che ha del fan
tastico.
Evidentemente l'Austria vuol cor
rere ai ripari.. E invoca l'Aiuto dei
tedeschi.
L'avanzata dei nostri fortissimi al
iati russi non potrà' essere più' ar
ginata, come niente e nessune impe
: dira' più' ai soldati italiani di rical
care in una marcia rapida e gloriosa
le strade per poco abbandonate e ri
buttare definitivamente gli odiati ne
mici, questi immutabili saccheggia
tori e devastatori e ladri, al di la'
della frontiera contesa.
Onore dunque, ai soldati! Onore e
gloria al Comandante supremo, ai
soldati di tutte le armi e tutte le re
gioni. a questi magnanimi figli d'lta
lia. che vanno a gara nobile emu
lazione! per testimoniare al mon
do, nell'ora sacra alla Patria, che
non sono morte ma rinverdiscono le
virtù' della razza antica!
Cittadini, giù' il cappello!
Questa e' l'ltalia. L'ltalia nostra.
L'ltalia nuova ed antica, fiera e ple
bea, lacera e virtuosa. Dalle rocce
del Trentino, fulminate dalla rabbia
di duemila cannoni, ed arse dall'ar
sura di un odio secolare ; dalla croce
titanica in cui l'avevano inchiodata i
dei traditori, consacrati all'ignominia
del domani, e alla corda di oggi ; dal
suo bel calvario sitibondo di acque e
di sangue ma rombante di una cre
scente fiumana di giovinezza, l'ltalia
garibaldina, l'ltalia dei pezzenti, l'l
talia delle piazze e delle strade, del
le bandiere rivoluzionarie e del tozzo
di pane straniero, ecco, balza ancora
una volta gagliardamente, schioda le
mani sanguinanti, e gitta il suo grido
di resurezione, e di vittoria.
Il popolo vince. Il popolo santo e
meraviglioso vince. Contro la rabbia
dei canaoni, oppone il suo fermo
cuore. Contro l'ignominia del nume
ro, la sua forza sola. Contro l'aggres
sione selvaggia, la sua giustizia e la
sua fede. Dove sono i vigliacchi che
uscivano già' dalle tane per racco
gliere i morti e seppellirli, lagriman
do di pietà' e di cinico compiacimen
to?... Dove sono le iene che allunga
vano già' lingue fuori dal covo per
leccare le piaghe vive dei caduti?
Dove sono i lividi becchini che so
gnavano il funerale immenso, per la
gioia di compiere corone di fiori e di
scorsi?...
L'ltalia e' in piedi. Diritta, bella,
quale fu e quale deve essere. Il po
polo che fu soldato nelle piazze e si
cavo' i ciottoli dal cuore per combat
tere contro la viltà' dei pochi che
sogghignano ancora; il popolo che
riempi di cenci e di fede, di gagliar
do ardore edi volontà' nuova le vie
del Maggio che parvero vene riboc
canti di forza meravigliosa; il popolo
che fu nutrito di poco pane, ma di
fede grande, esa rifiutare anche il
tozzo per un combattimento di giu
stizia, il popolo soldato ieri e sol •
dato oggi, riscatta lassù' in un
impeto garibaldino, il suo passato
barncardiero, e prepara, lassù', il
suo avvenire di grandezza.
Benedetti i morti!...
Essi hanno veduto, cadendo, que
sta Italia vittoriosa; essi hanno ve
duto, cadendo oltre la mischia e so
pra la mischia, le bandiere nuove
del diritto e della liberta'.
E benedetti i vivi.
Tutti gli umili che lasciarono il fo
colare e la miseria queta ; tutti i buo
ni che lasciarono a mezzo il lavoro ;
tutti coloro che obbedirono in silen
zio, tutti coloro che sopportano in si
lenzio: tutti coloro che in silenzio
s'inchiodarono sui valichi aperti co
me ferite, risoluti di morire ma non
di lasciar passare; tutti coloro che
moriranno per questa grande giusti
zia di popoli; tutti coloro che sali
ranno su questa grande barricata di
genti siano benedetti.
Italia! Italia nostra. Italia plebea
e vittoriosa. Nuova ed antica. Che il
sole non possa vedere terra più' gran
de di te. Che il sole illumini la tua
giustizia. Che il sole illumini i tuoi
vivi e i tuci morti.
Avanti, proletaria.
Col cuore e colla fede. Vinceremo.
Disprezzate l'uomo superbo che ha
rossore di lacrimare. L'uomo non si
avvilisce nello spargere lagrime. La
ragione permette il pianto a un esse
re sventurato e sensibile: l'eccesso
solo e' ciò' che ella vieta.
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