The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, June 03, 1916, Il Patriota, Image 7

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I RAPPORTI DELL'ITALIA COLLA GERMANIA
L'on. CANEPA, deputato sociali
sta riformista, pronuncio* i! 15 marzo
u. s., alla Camera un magistrale di
scorso, nei quale si occupo' anche dei
rapporti, tanto inopportunamente e
sventatamente discussi, dell'ltalia
con la Germania.
L'autorevole parlamentare cosi,
molto lucidamente e convincentemen
te, si espresse:
''Signori! Attribuirci questo pro
gramma testimonia poco favorevol
mente della saldezza mentale di chi
l'ha inventato e posto in circolazione.
Immediata dichiarazione di guerra al
la Germania? Esistono quattro fatti
che stanno come pietre miliari: (1 il
patto di Londra, per cni l'lntesa da
Triplice e' diventata Quadruplice. ìm
pegnando ciascuno Stato a non firma
re una pace separata; 2 la costituzio
ne del Consiglio di guerra dell'lntesa
radunatasi anche in questi giorni al
quartier generale francese e in cui
l'ltalia e' rappresentata dall'illustre
generale Porro, sotto-capo di Stato
Maggiore; 3 la venuta dei ministri
francese in Italia, le loro dichiara
zioni e quelle dei ministri italiani; 4
l'imminente gita dei rappresentanti
italiani a Parigi.
l 'Questi fatti souo l'espressione del
la verità' obbiettiva e profonda che
la suerra dell'ltalia e' una guer-
O r '
ra unica nel senso che non si conce
pisce che uno degli Stati dell'lntesa
possa vincere se gli altri perdono, e
viceversa. Osi vince tutti e quattro
e con noi vincono la Serbia, il Bel
gio e gli altri Stati minori, o quod
Deus avertat e per ipotesi impossibi
le —si perde tutti insieme. Se cosi
Conserviamo la Serenità'
Siamo stati i primi, e crediamo an
che i soli, a raccomandare ai nostri
lettori di non essere troppo ottimisti,
perche' nelle terribili guerre che si
combattono attualmente, non sempre
arride il successo, non sempre si può'
intonare l'inno del trionfo, e per con
seguenza se oggi raccomandiamo la
calma e la serenità' ai nostri conna
zionali, nessuno potrà' accusarci di
volere addormentare i loro timori.
E' nel temperamento italiano di e
saltarsi troppo facilmente e facilmen
te sentirsi scoraggiato.
Da quanto sono giunte le notizie
dell'avanzata austriaca, in mezzo ai
connazionali regna un senso di smar
rimento, e non mancano quei che in
buoua, o cattiva, fede proclamano
che tutto e' perduto e già' piangono
sulla sorte delle popolazioni .del Ve
neto e della Lombardia che dovran
no rivedere l'odiato nemico bivaccare
nelle loro terre übertose, nelle belle
citta' ricche di tante sacre memorie e
di tanto tesori artistici.
Costoro sono gli stessi che afferma
vano che in quindici giorni le truppe
italiane sarebbero entrate a Trento e
Trieste per marciare poi trionfalmen
te su Vienna.
Lo ripetiamo : la guerra che eom -
batte l'ltalia e' aspra e difficile e cosi
essendo non bisogna ritenere che si
debba sempre vincere.
Il nemico che combattiamo e' nu
meroso, agguerrito, fornito di mezzi
formidabili di distruzione e quando
entro' in guerra era preparato alla
lotta.
L'ltalia viveva e si addormentava
nella certezza che la pace non sareb
be stata turbata tanto presto e per
conseguenza quello che fino ad oggi
hanno compiuto le nostre truppe e'
meraviglioso.
L'avanzata austriaca e' stata ed e'
violenta, essa fu diretta nel settore
che il comando supremo, non credet
te fare punto dei suoi maggiori sfor-
stanno le cose, i nostri rapporti so
stanzialmente ostili verso la Germa
nia, sono un fatto incontestabile.
Perche' manchi la dichiarazione for
male di guerra di noi alla Germania,
o come sarebbe più' logico della Ger
mania a noi, lo sapra' il Governo, e
ciedo che lo sappiano anche i nostri
Alleati, i quali non mostrano, per
questo fatto, verso di noi nessuna
diffidenza. Nessuno spinge il Governo
"hlc et nunc" a una dichiarazione in
tempestiva. della quale esso solo,
che possiede gli elementi del giudi
zio, e' aibitro. Certo, noi ci siamo
doluti di qualche omissione e abbia
mo invocato e invocheremo maggior
favore. Certo avremmo preferito che,
invece di limitarci a un freddo nulla
osta, insieme con gli altri Stati del
l'lntesa sulla dichiarazione attestante
solennemente che il Belgio dcvra'
essere e sara' parte stipulante del
trattato della pace, avesse poste an
che la firma l'ltalia.
' 'Ma da questo a pretendere la
dichiarazione di guerra alla Germa
nia ci corre un tratto cosi largo che
nessun equivoco può' colmare. A noi
basta che il Governo trasfonda nel
Paese la convinzione che non vi so
no pregiudiziali, non vi sono accordi
segreti, i quali possano ostacolare la
piena e intera nostra' liberta' d'azio
ne ed eventualmente anche la dichia
razione di guerra anche alla Germa
nia, qualora gl'interessi d'ltalia la
consigliassero. Se questa convinzione
potrà' derivare nel Paese dalla gran
de lealtà' dell'uomo che regge il Mi
nistero degli Esteri, noi ne saremo
lietissimi. "
L'Austria aveva bisogno di un sue -
cesso, lo ha esso ottenuto?
Ad onta dei comucicati austriaci
che battono sempre sullo stesso ta
sto, ad onta delle ammissioni del co
mando supremo italiano, riteniamo
che il successo non fu tale da inorgo
glire troppo gli austriaci e da depri
mere gli italiani, tanto e' vero che
tutte le notizie che giungono dall'lta
lia confermano che nei circoli milita
ri e in mezzo al popolo regna la più'
grande serenità' e che gli eventi sono
guardati senza timore e senza scora ol- -
giamento.
L'invasione di pochi chilometri di
territorio italiano, non può' destare
un allarme esagerato e la ritirata del
le nostre truppe di O3izioni avanz a -
te di non grande importanza, non
può' considerarsi come una clainoro
sa sconfitta.
Aspettiamo serenamente gli eventi,
confidiamo nella sapienza dei capi,
nel valore dei soldat», abbiamo fede
anche nel famoso Stellone che ha
sempre protetto l'ltalia, e nello stes
so tempo tempriamoci per essere
pronti anche a subire il dolore di un
rovescio, che certo non sarebbe irre
parabile.
Se si debbono condannare gli otti
misti, si debbono condannare anche
quei che vanno seminando la sfiducia,
l il terrore lo sconforto, e turbano la
nostra serenità'.
Se gli stranieri potessero udire tut
to quello che si dice in questi momen- j
ti dagli italiani che vedono tutto ne.
ro, che già' piangono sull'ltalia ritor
nata dominio austriaco, avrebbero ra
gione di credere che ora mai la euer
|
ra contro l'Austria sia stata per gli
italiani un disastro immenso.
Conveniamo la nostra serenità',
come la conservano i nostri fratelli
che combattono con tanto valore e
con tanto entusiasmo.
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