The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, May 27, 1916, Il Patriota, Image 7

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$2. 50 al giorno per 9 ore di {lavoro.
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numerevoli clienti il progresso continuo di New Brunswick, dimo
strando cosi che la proprietà' da loro acquistata aumenta semnre
di valore. Questa e' la prova lampante della nostra serietà' com
merciale
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Scrivete e noi vi spediremo fotografie di fattorie in corso di co
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fitb St., al n. 732 Pbitadeipliia St., opposto al Moore Hotel.
IL VINCITORE
LO STATO GIUSTO
E domani? che cosa vedremo do
mani quando tutti gli Stati di Euro
pa sarauno usciti dal gorgo mostruo
so che li travolge e ancora grondanti
di spiriti e di umori di guerra, do
vranno detergersi dagl'infiniti dolori,
aprire le sirene vie del futuro, riprc
parare nel mondo l'avvento della vi
ta? Non e possibile immaginare che
da questa guerra, che e' il "caos",
non escano per il poi atteggiamenti
insospettati di convivenza e di con
trasti internazionali; e non e' possibi
le neanche che le singole nazioni, ri
fucinate nella guerra dai mille sacri
fizi individuali e dalla disciplina so
ciale più' dura, non rechino al di la'
delle soglie della pace echi, vibrazio
ni, necessita' e propositi vissuti nel
fragore della guerra. Il tempio di
Giano si chiuderà', ma dentro ai suoi
battenti sara' rinserrato per sempre
un grosso bottino di idee fatto sul
campo di battaglia. Le concordie na
zionali e le "unions sacres'' fatte di
rinuncie di partiti e di sublimazioni
di classi, non saranno passate invano
sulle terre consacrate dai morti: sul
loro solco sbocceranno domani degli
avvenimenti impreveduti: e da quel
la catarsa improvvisa, per cui tutti i
paesi si sono come formati in una
grande falange macedone per l'offesa
e per la difesa, balzeranno fuori ine
vitabilmente nuove forme di equili
brio civile, di vita sociale e di autori
tà' statale.
***
E' lo Stato il grande trionfatore di
questa grandissima guerra: monarchi
co o repubblicano, costituzionale o
parlamentare, e' lo Stato; e la' dove
10 Stato era più' vigoroso e più' mul
tiplo, più' forte e più' plastico, la' la
vittoria ha sorriso più' rapida e più'
fedele. Le classi hanno potuto a ma
la pena sopravvivere e sono state co
strette alle più' penose e anche grot
tesche transazioni; in partiti, quelli
"borghesi" soprattutto, sono stati
liquidati di colpo e dissolti nella u
niformita' nazionale; la stampa ha
dovuto piegare, patire la censura e
idealmente sopprimersi; elo Stato
soltanto ha invece potuto prosperare
e giganteggiare sulla comune rovina.
Ma man mano che si sviluppa la
guerra con le armi al di la' delle fron
©
tiere, al di dentro del paese procede
va a gran passi, a marcie forzate, la
guerra dello Stato contro tutte le for
ze civili, politiche, economiche, le
forze di liberta', insomma, che ne a
vevano fin qui limitata l'azione e con
trastato il cammino ; e in questa guer
ra contro il pubblicista, contro il po
liticante, contro il povero e contro il
ricco lo Stato c' riuscito sempre in
controvertibilmente vittorioso. Esso
amplia le proprie sfere d'influenza
all'interno, corrode i territori limi
trofi, usurpa funzioni nuove, si molti
plica accresce senza fine la propria vi
ta tentacolare. E non e' più' soltanto
11 vecchio Stato di autorità' che arre
sta i cittadini, comprime i pensieri
pericolosi, discioglie le associazioni
nemiche dello "statu quo'' e adopera
in mille modi la forza pubblica di
| cui e" il depositario innappellabile;
nm e' lo Stato, soprattutto, che en
tra nel più' vivo e nel più' folto del
tessuto sociale, che intacca senza ri
guardi i processi dell'economia invul
nerabile sacra alla liberta' tradizio
nale, che vede gli interessi economi
ci della collettività' e vi provvede,
j che affronta la forza del capitale tra
cotante e lo riduce "manu militari"
a propositi più' miti e più' sociali,
che porge il suo braccio secolare ai
I ceti umili e diseredati e li solleva e li
redime dalla loro dolorosa impoten
za; non e' soltanto lo Stato giudice,
gentarme e pubblicano, ma lo Stato
industriale, commerciante, giustizie
re e redentore.
Ela metamorfosi e' stata rapidis
sima.
Lo Stato conosceva già, dove più'
e dove meno, queste sue funzioni di
maneggiatore e distributore di ric
chezza, e, pressato dalle classi infe
riori,- aveva già' esteso in tutta Eu
ropa i suoi uffici di carità' pubblica,
di legislazione sociale, di probivirato
operaio ecc., ecc. ;ma tutto ciò' era
sempre rimasto un qualchecosa di ac
cessorio, di appiccicaticcio e di tolle
rato, che non ne rivestiva in pieno la
natura e non ne impegnava per nien
te l'avvenire; il povero era il povero
inferiore allo Stato e negletto, e il
ricco era il ricco superiore allo Stato
e da esso protetto nella maestà' seco
lare dei codici. Ora non più': questo
monco embrione di funzioni si e' svi
luppato con una celerità prodigiosa;
e la guerra, acceleratrice fantastica,
ha prodotto il fulmineo miracolo:
perche' essa devasta la ricchezza e lo
Stato ripara, perche' essa distrugge
il benessere e lo Stato lo ricrea, per
che' essa e' il capriccio e la follia c
conomica e lo Stato e la ragione e
l'equilibrio dell'economia. Ecco che
la guerra scoppia: si chiudono le
frontiere da Stato a Stato, ogni pae
se diventa avaro di quello che ha, e
ogni paese e' costretto a produrre da
se' le merci che gli occorrono o a ri
nunciare a produrle e a consumarle;
gli scambi più' redditizi si sospendo
no, la produzione diventa innaturale,
difficile e costosa e i costumi si rare
fanno ;lo Stato solo assorbe vertigi
nosamente la mano d'opera col reclu
tamento e sperpera quantità' enormi
di metallo, di carne, di stoffa di cuoio
per l'esercito, corporazione privile
giata di guerra; moltiplica il debito
pubblico e la circolazione cartacea,
fa salire i cambi e svilisce la moneta
i salari diminuiscono, il disagio eco
nomico si diffonde, diven
ta di giorno in giorno più' povera, la
decomposizione del tessuto economi
co normale si accentua, domani avre
mo la lacerazione e lo strazio della
miseria cieca e della iniquila' senza
nome. Ma lo Stato non vuole, non
può' volere, esso e' li isclalo e inco
lume, a mettere argine alla ruinosa
fiumana di ingiustizie e di dolori.
Mentre provvede alle sue 'necessita'
di Stato guerriero e diventa d'un col
po fabbricante di cannoni, di fucili,
di scarpe e di proiettili e organizza
rapidamente i mezzi produttivi che
gli occorrono per raggiungere il suo
scopo indeclinabile, provvede anche,
e con una sensibilità' e con una pron
tezza inattesa, ai suoi doveri di Sta
ta civile, che ha degli obblighi di
tranquillità' e di benessere verso la
popolazione. La guerra gli da mille
j occhi e mille braccia. Eccolo di con
tro al paese che produce meno, e che
ha meno denaro, diventare, commer
ciante, comperare all'estero quantità'
ingentissime di carne, di frumento,
di merci di consumo diverse e riven
derle a prezzi accettabili, dentro ai
limiti che esso stesso ha fissati ; ecco
lo, anche, dove questo non basta, e
quando gli strati più' poveri della
popolazione non possono fruire nep
pure dei bassi prezzi di favore, entra
re più' direttamente ancora nella di
stribuzione della ricchezza e del be
nessere, farsi irrogatore' gratuito di
denaro, assistere senza riserva gli in
digenti, stabilire nelle classi popolari
CONTINUA A PAGINA 8
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