The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, February 13, 1915, Il Patriota, Page 8, Image 8

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    8
Il Mondicida
(Novella di Luigi Pompejan)
(Continuazione e fine)
Cadra'.
Cadra'?
Come corpo morto cade. Ed io
sarò' un uomo indipendente.
Proprio allora.
Proprio. E' il mio capolavoro.
Si fermo' un momento, frugandomi
nell'intimo con quei suoi occhi e poi:
lnsomma volete saper tutto?
Tutto? Ascoltate.Quale' il vero uomo
felice, al mondo? Quegli che non ha
bisogno, in niente, in nientissimo,
degli altri! Avete letto Schopenhauer?
Si.
Pi leggetelo. Eppure tutti gli
uomini (cretini!) non fanno che crearsi
dei bisogni, che rendersi dipendenti
gli uni dagli altri. Per esempio, voi.
Siete ben pasciuto e ben vestito. Non
si può' esser cosi' senza dipendere,
senza... pendere! Io no. Diritto come
un obelisco! Chi mi comanda? Xes
suno! E perche'? Perche' non ho bi
sogno di nessuno!
Siete dunque ricco!
Sono ricco perche' son povero.
Dite un po', chi e' ricco: colui che
possiede un milione o colui che dice:
non ti voglio! passa via, milionaccio
stupido e malvagio? Vedete, signore,
anche io sono stato un uomo per bene
come tutti gli altri, cioè' un cretino.
Oggi sono un mondicida. Non am
metto padroni, sopra tutto. Il co
mando! Io non darei da comandare,
all'uomo, neanche un uccellino. Se
non se lo mangia arrosto, lo caccia in
gabbia e gli ordina: Canta! Capite?
Canta! Se fossi uccellino, io non can
terei! Sentite: ero maestro in un co
mune ed ero fiero ; volevo che la scuola
fosse scuola. Ma quei consiglieri, quei
preti! Addio signori miei! E li pianto.
Eccomi alle ferrovie. Peggio! Il capo,
il sottocapo, i vicesottocapi... tutti
cretini ! Eccomi chauffeur. Teuff ! teuff !.
Sabato 13 corrente alle ore 8 p.m.
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Il sor padrone mi sveglia alle due
dopo mezzanotte per fargli fare una
passeggiata al chiaro di luna. 10, si
gnore, odio il chiaro di luna. E via.
Fo il commesso, il barbiere, il coc
chiere, il torcoliere di litografia: di
spotismo, sfruttamento da per tutto!
"Homo hominì lupus. Canaglia, tutta
l'umanita' !
Io guardavo, non convinto, ma at
tratto dalla sua foga, dalla sua fede
cosi' assoluta, quell'apostolo oscuro,
che lanciava parole come saette in
quell'oscura sera invernale. Egli si
compiacque del mio interessamento e
continuo' toccandosi lo stomaco:
Io ho una forza qua.
Nello Stomaco?
Nello stomaco.
Digerite bene?
Si, perche' mangio pochissimo.
E l'oltra forza l'ho qua.
Nel palato?
Nel palato, il quale non desi
dera nessuna squisitezza. E la forza
massima l'ho qua, nel cervello, che
non vuol lussi, ne' d'abitazione, ne'
di vestimento. E' per i vostri appe
titi, signori, che siete tutti servi, tutti
schiavi! Ma torniamo a bomba: ve
dete questa mano? Be', domani torno
al torchio... e capite?
Veramente...
Plaff!.. La caccio sotto! Una
disgrazia sul lavoro. Una piccola pen
sione della "Cassa degli infortuni,,
ed eccomi libero.
E sempre un'azione disonesta.
Be', vengano gli onesti a met
tere la mano sotto il torchio!
Comunque,e' una eroica vigliac
cheria. Voi diventate 1111 invalido,
sfuggendo alla lotta della vita.
Metteteci un ELLE! metteteci un
ELLE, e dite: viLta'! Buffonate! Non
ci credo più' ai paroloni! Io "compro,,
lamia "personcina "vendendo., una
!
mano alla società'; Non so altro. Mi
daranno il pane e cacio quotidiano e i
due soldini per l'alloggio notturno.
I Non desidero altro. "Io ho collocato.,
le mie "brame nel nulla questa e'
di Goethe. Ma libero! ma solo! Ne.
■ volete un'altra? E' di Nietzsche: "Il
pili' solo sara' il più' grande fra gli
uomini,,. E un'altra: "Non fu mai
nel mondo nome tanto temuto quanto
un uomc 501 D,,. Anche questa e' di'
'■ Nietzsche. Ma io odio Nietzsche.
1 Bravissimo! esclamai, ten
tando quajcosa centro tutta quella
foga tribunizia ma un mondo quale '
"lo vorreste voi..
E' impossibile? D'accordo! E
per ciò', dico-bene: un buco sotter
raneo, da un polo all'altra, e poi, ba
; listite, e. zum! un mondicidio! ecco
la mio sola ambizione!
Siete modesto.
E gli tesi la mano alzandomi. Egli
mi pose la sua, e mormoro':
Stringetela bene... per l'nltima
volta.
E si AVVÌO' alto e tragico, impeden
domi di protestare.
Ma in quel momento alcuni figuri
irruppero nel caffè'.
Eccolo! eccolo!
Il mio interlocutore, alla loro vista,
tento' di precipitarsi fuori, ma venne
subito preso.
Lasciatemi! lasciatemi!
Siate buono, gli rispondevano
circondandolo.
Riconobbi subito gl'infermieri del
manicomio, mentre una carrozza si
accostava ed essi vi spingevano dentro
con le buone e con le cattive, lo sco
nosciuto.
E' scappato dalla Lungara!
disse una voce.
Rimasi intontito in mezzo alla stra
da, fino' a che, nella caligine in cui
già' scattavado le prime fiammelle dei
fanali, non fu scomparsa quella vet
tura in cui gli uomini savi si condu
ce vano via il matto.
Ma i savi erano savi? E il matto
era matto?
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