_____________ Both Phones ANNO I. No. 17 Salutando la Grande e la Suprema Convenzione dell'Ord. Figli d'ltalia Lunedì prossimo, 27 coir., in cominceranno le sedute della Grande Convenzione nella città di Uniontown, Fa., fino al 30 agosto, e dal 1° al 4 Settembre seguiranno quelle della Suprema in Cleveland, Ohio. E' particolarmente ai delegati che ad esse prenderanno parte che intendiamo di rivolgere la pa rola, per un fatto importantissi mo che noi da parecchi mesi an diamo trattando sulle colonne li berissime di questo foglio, nella ben poca fiducia peraltro che ad esso si dia tutto il trattamento che meriterebbe, giacché fino ad oggi avemmo la disgrazia di par lare in mezzo a gente preconcet ta e partigiana che, nella sua bontà e giustizia, non vuoile mai sentirci così come meritevamo di | essere sentiti e presi in conside razione. Pur essendo poca la fiducia che ci anima, che ci incoraggia, che, ci lusinga cioè di parlare, di scrivere con probabilità di suc cesso intorno alla nostra impor tante quistione noi seguitiamo a disquisire e dire tanto per assol vere fino all'ultimo il compito sposato, la missione assuntaci di t- giovare ad ogni'costo, nel modo il più disinteressato che mai, alla P causa dell'italianità immigrata, combattendone spietatamente il f suo elemento dirigente disonesto 0 in altra via bacato. Il preambolo è finito; è neces sario che si venga subito all'ai" gomento, senza divagazioni, giacché non è proprio questo il caso di fare della vana accade mia. A noi è sempre piaciuto di scutere sulla base di fatti assoda ti per essere intorno ad essi il più precisi che sia possibile ; pei' cui entriamo subito in argomen to e nel discuterlo saremo più riassuntivi e conclusivi che altro Da più mesi, allo scopo preci puo di giovare sinceramente e disinteressatamente ai fini ed a gli interessi delle nostre colletti vita all'Estero, stiamo conducen do una vigorosa campagna con tro il signor Giuseppe Di Silve ■stro il Grande Venerabile del lo Stato di Pennsylvania ;e con una lunga e continuata serie di articoli scritti e pubblicati contro di lui, nei quali articoli perai tro fummo sempre di una preci sione tale che nessuno ci potette mai validamente oppugnare, statuimmo formalmente le accu se clje qui riepiloghiamo, nella fede sempre viva che, un giorno | o l'altro, egli dovrà cadere dal , piedistallo della grande venera | bilità, non fosse altro per forza I e per virtù di ragioni edi eventi; da quel piedistallo cioè che, pui essendo un senza mestiere, gli dà agio di vivere comodamente la vita, sfruttando con abilità soni ca ogni circostanza propizia, o gni occasione menoma, ciascun pretesto e ciascuno espediente ai ! danni delle povere logge a lui su bordinate le quali, d'altro canto, * subiscono quasi inconsciamente 1 indegno sfruttamento perchè rimorchiate tedescamente da un tv buon numero di zelanti e di bra ì Vacci che costituiscano il suo de gnissimo stato maggiore. a) Incominciando la lotta a | Giuseppe Di Silvestro, sempre 1 Per la posizione prominente che [ in mezzo all'Ordine Figli I d Italia giacché altrimenti egli * IT ALI A N WEEKLY NEWSPAPER * Oe voteci to the welfare and aclvancement of the Italiana in America S. LIBERATORE, Direttore non avrebbe valso la nostra at tenzione, essendo immelma la di sianza cne possa separar noi da questa bieca figura di criminale italo, ricordammo a suo ugual-, do quello che lauti altri compa gni Ui reggimento, paesani ed i giornali "Il Proletario" e "La Co mune ebbero occasione di asse rire. Che cioè egli, servendo col grado di capotai maggiore nel 18° Ueggiinenio Artiglieria di stanza ad Aquila, previa retro cessione dal grado, riportò condanna per furto di biada con-, sinuato ai danni del Reggimento ìsiesso. Egli non potette eilica ceniente contestare l'accusa niella ere più voile invitato ad esibire il roguo ui i ongedo , dal quale sareooe risultata con evidenza o la verna deli asserzione, oppure quella delia negativa, vi s'è sem pre riti iitato. infatti, se vera mente il sig. G. Di Silvestro non commise il lurto che gli si ricor da ancora una volta per la illu strazione della nostra storia colo niale alla (piale egli sta fornendo materia abbondante per la for mazione di Sensazionali capitoli; oppure, servendo la Patria, non si macchio di alcun altro reato in famante. lino a riportare la di -chmrmMWOMii "aver servito con l edelta ed onore durante ii tem po del servizio militare prestato" perchè non s'è affrettato a di mostrarlo con l'istessa premura con la quale si fece a pub blicare in più rincontri e senza nessuna necessità plau sibile i facili certificati di "benservito" fattisi rilasciare da qualche casa venditrice di mobi lia di Philadelphia presso la qua le, d'altro canto, servì, secondo dissero le cronache di un tempo, poco scrupolosamente nella qua lità ui "agente sensale e colletto re". Ottenere un certificato di "benservito" in America non è cosa tanto difficile e delicata an che quando l'individuo venga li cenziato per serie ragioni dicen li della sua onestà; ognun sa co me in America si fosse alquanto di manica larga per il rilascio di certificati di questo genere, spe cie quando l'interessato sa pia tirli con sottomissioni e petulan za. Non può dirsi così per le cose del nostro Regio Esercito però giacché ognun sa come "sotto le armi" si sia rigorosi per certe cose. Evidentemente c'è da rite nere che se il sig. Giuseppe Di Silvestro avesse potuto produrre un foglio di congedo pulito lo a vrebbe fatto chissà da quanto tempo, giacché non v'ha chi non 10 sappia capace di correre e di corsa pagliaccesca alla parata di certi colpi maestri che gli so gliono venir tirati giustamente dai suoi avversari. b) Con una lettera aperta al Supremo Concilio, N. ó del no stro giornale, accusammo Giù seppe Di Silvestro di truffa e di appropriazione indebita per $4000.00 ai danni di un certo nu mero di rispettabili signori che comprarono azioni per una nuova serie di azioni da lui emessa per 11 quotidiano La Voce del Popolo, mentre poi, senza che gli azioni sti ve lo avessero mai autoi izza to, vendette il giornale ad una compagnia editrice di New York. ! Per tale vendita, ci fu assicurato, egli intascò dagli otto ai diecimi -1 la dollari, ma agli azionisti non 'dette nulla, anzi cercò di non PHILADKI.PHIA. PA., SABATO, 25 AGOSTO 1917 dar mai nulla.. Fu solo in se guito alla severe minacce di pa recchi che egli incominciò a ripa gaie qualche acconto a base di t stampati e cambiali. ì.a più par te degli azionisti, non solo dal tempo in cui noi muovemmo la quistione, ma lino ad oggi aspet- i tanno di essere pagali. il sig. Di Silvestro, nel fare le ■sue' deduzioni u chiesa, disse tan te cose che non entravano affat to con la quistione di cui gli fa cemmo carico. Ad ogni modo, tra una bestemmia ed uno sproposito ' di lingua, (veggansi i giornali di Fhiladelpliia che riportarono la sua autodifesa) egli non potette negare, se non. con le chiacchiere ed i rabbiosi rabbuili, i fatti da noi imputatigli ; e questi, fatti ri masero quali erano, così come noi avemmo cura di riferirli, giacché da nessuna smentita se ria e valida rimasero colpiti. c) La terza grave accusa che facemmo al sig. G. Di Silvestro fu quella di spergiuro, per ave re egli, allo scopo di conseguire la cittadinanza americana, giura ti falsi requisiti, dinanzi ad una corte di Camden, N. J. sotto la data del 18 marzo 11)11; mentre la carta di cittadinanza, appena scopertosi il dolo, gli venne an nullata con sentenza li maggio 11)10 dalla "United States Fede rai Court" di Trenlon, N. J. d.) Venne poi l'accusa di fal sario e nello statuirgliela noi ci basammo su due fatti evidentis simi: il primo perchè egli, facen doci nominare liutaio pubblico in base ad una carta di cittadinanza fraudolentemente conseguita e sercitò quell'ufficio per parecchi anni ; il secondo per avere, sem pre a scopo di frode e non di gloria certamente, alterato di li na postilla un contratto stipulate con i contrattoli Sante Coss;i e Vincenzo De Santis i quali gli costruirono un certo fabbricato e per la qual cosa alla fine furono costretti farlo convenire in giù dizio per ottenere il pagamento di una somma residuale di s77(j.l(ì. La circostanza dell'alterazione del contratto presentato in Cor te ,da parte del Di Silvestro, in contradittorio con gli attori, ven ne acclarata lampantemente; per cui l'avvocato dei signori Cossa e De Santis ebbe ragione di impu gnare di falso la "postilla" ag giunta e la Corte emise sentenza di condanna contro il Di Silve stro. wm Alle su esposte accuse, fatte e precisate da noi con dati di fatto che non potranno mai meritare una efficace smentita, potremmo far seguire tutto il gran numero di quelle che contro Giuseppe Di Silvestro vennero lanciate giu stamente da altri da venti anni a questa parte e per fatti di natu ra diversa. Sapremmo di far cosa molto lunga ed ecco perchè vi rinunziamo. Però moltissimi dei delegati che prenderanno parte alle convenzioni conoscono molto bene la vita del nostro eroe, e la conoscono attraverso tante fasi, tanti riprovevoli espedienti, tan ti intrighi. Questo, o signori grandi e su premi delegati, è l'uomo che noi abbiamo preso ad illustrare ed a combattere. Non ci farà meravi glia alcuna se voi possiate anco ra onorarlo del vostro plauso e dei vostri applausi, giacché cono sciamo un pochino la psiche di certi nostri consessi coloniali; né speriamo di ottenere gran cosa dalla nostra denuncia perchè non fummo mai di facili illusioni. Ma se si vuole per davvero dimo strare che i "Figli d'ltalia" sono una compagine disonesti tutta in tenta al servizio (tei benessere (lei nostri connazionali all'Estero, al lora s'incominci ct>n l'esi>ellerne dal: ìile lutti quelli clie vi si sie no potuto inlronfettere solo per ragioni di sciocche di spudorato tornaconto personale. In questo caso si mandi via* il ladro, il fal sario, l'appropriatole indebito, lo spergiuro che noi abbiamo posto aHjiidiceidella nostra santa cro ciata. Perchè"" ove ragioni di calila fraterna dovessero sussi stere per la tolleranza di certi fi guri che destano ribrezzo al solo nominat i,, meglio-sarebbe che le i o .Ire colonie noli venissero co strette a e una croce p?suntissima sotti l'egida bellis sima dei Figli d'ltalia. La Rassegna Per ìa rigenerazione politica dell ambiente il lavoro del faldoso Comitato esecutivo, mentre u foglio p .le se ucii;'. Consorteria degl'lnnomi nabih seguila a dii'lo ed a strom bazzarlo come di intenso e di fat tivo per la causa che s'è proposto di servire, procede molto a rilen to. \ al dire, dopo k prime suda le, iia sentito il bisogno di ripo sarsi d'avvantaggio. indubbiamente, ai focosi Si gnori del jprelodat* Comitato si SOTI dovuti e parare dinanzi tanti e tali ostacoli, pri ma non prudentemente previsti, da scoraggiarli di santa ragione dal proponimento di ingaggiare una lotta alle persone che oggi possono ben dirsi i reggitori del la nostra vita politica coloniale. il programma di lotta che cre dette di assumere il Comitato E secutivo nacque sotto cattiva stella. Noi lo dicemmo subito e ne esponemmo ampiamente le ragioni. Esso apparì sin dal suo nascere affetto da rachitismo congenito; per cui nessuna spe ranza poteva logicamente nutrir si che avesse in certo modo potu to resistere ai colpi maestri delle fazioni avversarie. I']' inutile che si ripetano le ra gioni principalissime per le qua li il movimento iniziato contro il Cav. C. C. Baldi è destinato a cadere pesantemente. Non v'ha chi non le abbia apprese dalle colonne di questo giornale; per cui non varrebbe proprio la pena di ricordarle ancora una volta, Ma siccome ci si seguita a taccia re di venduti alla causa baidiana quasi che la condotta da noi tenuta per il passato in giornali smo non bastasse a dire eloquen temente che noi siamo abituati a parlare per convinzione, ritornia mo sull'argomento anche a ri schio di dover fare opera noiosa per i nostri lettori. Allorquando incominciò il mo vimento e noi insorgemmo pei' opporci strenuamente a quanti oggi osano con soverchia spaval deria fare la voce grossa contro il Cav. Baldi, la prima cosa a di re fu la seguente: "Fino a quan do in mezzo alle persone che in sorgono per una rigenerazione politica dell'ambiente, vi segui teranno a rimanere dei disonesti e dei bacati a tutta prova, pei indi confondersi tra quelli che pur ))otrebbero avere bene il di ritto all'insurrezione ragionata, in nessuna considerazione, in nes sun buon concetto potrà mai es sere tenuto dai buoni della Colo nia un tanto movimento." Dicemmo inoltre che la lotta 1 che si intendeva di ingaggiare e- ra tutta di sapore personale, ed una lotta di tal genere non potè va e nè può essere mai appoggia ta da un giornale che si rispetti checché ne possano dire e gridare le oche del giornalismo corrotto, bagnantesi sempre nei pantani della Consorteria degl'lnnomina bili. Noi non fummo mai teneri ver so il Cav. Baldi, e gli avversa ri ce lo ricordano spesso, ma con soverchia malafede, tanto per cercare di pescare nel torbido oppure di intorbidare in certo modo le acque allo scopo evidente di potervi in alcun modo fare buona pesca a proprio totale tor naconto, e se dovessimo anco ra una volta avere occasione di dire spassionatamente di lui in torno ad un fatto riflettente la sua vita pubblica, noi non esite remmo a farlo con l'istessa faci , lità colla quale siamo entrati nel la lotta per difendere indiretta mente la sua causa fatta segno poco correttamente ai colpi di li na cricca di malintenzionati. li Papa e la pace Sua Santità il Vicario di Dio in terra, i'apa Benedetto XV, ha in viato ai governi belligeranti una proposta di pace su queste basi: 1.0 Riduzione degli armamenti. 2.0 Soluzione dei dissensi inter nazionali mediante arbitrato. 3.c Libertà dei mari. 4.0 Niente lot ta economica di rappresaglia do po la guerra. 5.0 Restituzione delle Colonie alla Germania. 6.1 ltistaurazione dei territori cattu rati dalle potenze centrali. 7.c Soluzione pacifica delle contro versie sull'Alsazia e Lorena, si Trento e Trieste e sulla Polonia In altri termini Sua Santitì illuminatissima propone che gl Imperi cèntrali ritornino alle Statu quo ante onde lo spiriti teocratico che l'informa non sof fra ingiuria, ammettendo: 1.0 che la dinamica dell'Urna nità, considerata in Nazioni t regime eclettico, o confusionisti co, di teocrazia e democrazia, re gni e repubbliche, confederazio ni statali e dispotismo, contimi a mantenersi sul piede del milita rismo ridotto, onde i popol abbiano la opportunità di eser citarsi nella santa rassegnazioni del servilismo a beneficio dei pa droni, i quali, uniti in oligarchi) e privilegio, dominano l'economii universale contro il diritto de produttore, dell'operaio e dell'ilo mo razionale. 2.0 Che visto e constatato chi gl'imperi centrali considerali! per carta straccia i trattati inter nazionali, ò logico che siano mes si in condizione di risolvere dissensi internazionali mediani arbitrati quando si trovano nelli impossibilità d'imporri con le ar mi. O, se meglio vi piace, che gl imperi centrali possano far 1; parte di galantuomini col codi ce alla mano, quando non posso no fare quella di brigante o d l>i rata col trombone e i sottoma lini. 3.0 Che la Germania abbia i diritto di scorazzare per ) mai in competizione con l'lnghilteri pe r potersi imporre nei mercat esteri massacrando il liber commercio delle altre nazioni. 4.0 Che teoricamente non ci si, lotta economica di rappresagli dopo la guerra ,onde si possa ef fettuare praticamente una lott ad oltranza tra la compatta ferrea solidarietà nazionale de tedeschi e l'indifferentismo de popoli latini. 5.0 Che si restituiscano ali Abbiamo detto che il lavoro, del Comitato Esecutivo procede; lento e scoraggiato, non ostante i, rumori cui certa stampa s'è in- j consultamente abbandonata per | ragioni fedelissime di cieco ser vilismo settario. Lo abbiamo det to e lo ripetiamo senza tanti complimenti, giacché tutto sta a dimostrare ed a sostenere pie namente la nostra tesi. Noi, d'altronde, che abbiamo deciso di combattere a tutta ol tranza il lavoro del Comitato, ri marremo sempre in vedetta pei spiarne le mosse ed i movimenti. Non ci lasceremo sfuggire l'oc casione, ove essa seguita a pre sentarsi propizia come per il passato, di prendere la parola a confutazione di ogni insulsa od insolente tesi avversaria. Cosi interpetriamo l'alta, la grande missione del giornalista; gli altri seguitino pure a fare tutto il contrario di noi ; non ci sarà verso che potremo dolercene per una ragione qualsiasi. Germania le colonie tedesche per conferirle il prestigio e la forza che essa aveva prima della guer ra, onde non si supponga che si ! voglia menomare e limitare Ir ! sua grandezza di spada di Da i mode sospesa sul collo delle al tre Nazioni. w.o tìhrrsrTT?tibttÌHciaH> pio 1 bono pacis i territori cattura -1 li dalie potenze centrali lasciando in sospeso o nella misericordia 1 di Dio la responsabilità della car-1 neficina compiuta, della distru i zione vandalica di templi, uomi ni e cose, e il servaggio violento i cui sono state sottomesse le ter ' re invase. 1 E questo al fine ultimo e lode 1 volissimo di permettere alla Germania che possa espandersi quando le pare e piace tornando ad invadere i territori contro versi. Ed infine che si risolvano pacificamente le divergenze su j l'Àlsazia-Lorenza, su Trento e j Trieste e sulla Polonia, cioè che !si faccia in modo di spazzettare il diritto etnico, geografico, stra tegico, politico e sociale di detti territori fra la Francia e la Ger | mania, l'ltalia e la Germania e la j Russia e la Germania, j Queste sante aspirazioni han |no il grande merito di assurgere ' alla vertiginosa altezza dell'idea- I lismo e di frangersi come vaso di cristallo lanciato violentemente sulla rocca di ferro della logica e I della realtà. Ciò nondimeno i Governi e la .stampa delle Nazioni alleate han no accolto con la massima atten zione e deferenza la proposta del Papa. Ed hanno fatto di peggio: hanno commessa la imperdona bile e suprema vigliaccheria di u miliarsi sino alla più abietta re ticenza tacendo del significato politico e diplomatico della mos < sa del Vaticano, quasi che il Pa lla avesse il diritto d'intervenire nelle vertenze internazionali e 1 l'autorità di sedere sul soglio dei i destini dei popoli come ai beati a tempi degl'imperatori che si u i miliavano a Canossa. o E doi>o? DOJK), dice il Santo Padre, è a inconcepibile che possa mante ;i nei-si una pace duratura se i va - ri iHipoli non sono disposti a raf fi cogliersi in una amicizia fondata e [ sul riconoscimento dei diritti na ìi | /.ionali. ■i II che significa che quando i diritti nazionali saranno ricono a sciuti dai popoli si scongiurerà 5 soldi la copia UFFICIO: 920 So. lOth Street per sempre il ripetersi di un al ila guerra, E siccome tali dirit ti sono fondati esclusivamente sul UiriLto divino, di caste, di privilegio e di classi, vuol dire cne il Santo padre intende che il mondo ela civiltà continuino ancora a basarsi sui domina, àul la lede cieca, sui feticismo e bul la grazia Ui Dio in odio ai diritti delle genti, dell'umanità, dell'in dividuo. t, troppo. il l'aita non ha ne moralmen toe, ne politicamente, nè scienti ficamente l'autorità, il diritto ed il prestigio d'intervenire nella conflagrazione mondiale, anche come paciere o intermediario, 1.0 l'erehè al giorno d'oggi Egli rappresenta una istituzione che e, o dovrebbe essere, semplice mente tollerata o subita. 2.0 Per chè la istituzione della Chiesa Romana, dentro il Vaticano, s'è insozzata delle turpitudini più nefande che registri la storia, u.o Perchè la breccia di Porta Pia atterrò il potere temporale dei capi, dimostrando al mondo che il capo della chiesa Romana è un anacronismo e un gravissimo pericolo nel governo di un paese e nella politica internazionale. Ed infine che il papato, col suo domina e la fede cieca rappresen ta il più grave insulto ai postu lati della scienza ed ai fulgori della verità. Ma il Papa previene il fenome no ed appetisce l'alloro della vit toria. Infatti se la Pace prendes se anche un semplice spunto dal le " sue iiroposl'e, Egli avrebbe il* diritto di pesare nella politica di tutti i paesi. 11 suo prestigio sa rebbe enormemente aumentato sino a posare come fattore primo nelle cose politiche. E la sua au dacia potrebbe spingersi alla te- I inerita di pretendere che cosa? lo sa lui e la megalomania di cui è pervaso il Vaticano. Guai a noi e ai nostri figli se la lupa rapace entrasse nei destini dei popoli. 11 papa è a suo posto con l'Au stria e con l'oscurantismo. Con noi, intendo riferirmi alla ci viltà e al progresso non ha nullla da fare. L'immane macello della Guer ra mondiale costituisce ai sènsi della Giustizia, della Dignità e del Diritto umano, la più colos sale turlupinatura in danno dei popoli. Qualunque cosa avvenga, sia vinti che vincitori, che cosa ci guadagneranno i popoli se rimar ranno mandre al servaggio delle presenti costituzioni etiche-so ciali e politiche? Avranno onta e scorno, ribadi ranno le loro catene al ceppo del privilegio, perpetueranno l'in ganno e la frode per se e i figli» Le guerre sono fatte dagli sta ti col sangue dei popoli e la ric chezza prodotta dai popoli a be neficio esclusivo di coloro i quali sono stati eletti per grazia di Dio e di popolo a padroni di po ' l)oli e monopolizzatori della li bertà della ricchezza e della vita dei popoli. Il resto è inganno. 1 Inganno l'ubriacatura dell'entu ' siasmo, inganno gli onori della vittoria e della gloria, inganno la democrazia del domma e del di ritto divino, inganno la fede cie ca e irrazionale e l'utopia del suolo degli altri. s Ma il Papa vuole la Pace a ■ qualunque costo. E n'ha ben ■ donde. Non si scandalizzò alla ■ caduta dei Romanoff? Come?! si i riconosce la rivoluzione di Rus • sia?! E dove è andato a finire il diritto divino delle dinastie? Che i scandalo ! Che onta ! che colpo al la fede! i Per il Papa, i popoli sono greg-