La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, August 25, 1917, Page 2, Image 2

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    2
••LA RASSEGNA"
published by
LA RASSEGNA PUB. CO.
SILVIO ÜBERATORE
Editor &. Business Manager
920 So. lUth St Fhila., Fa.
Subscription $2 per year
"Entered as second-class mat
tar J uue 2, 1917. at the post of
fice at Philadelphia, Pennsylva
nia, under the Act of March 3,
1879".
X>ifl 'Il fi <1 II n li "i
ge; il diritto un peccato di su
perbia, la libertà una ribellione
al volere di Dio.
Questa è la dottrina sancita
daila chiesa romana e dal suo de
gno apostolo, il padre spirituale
dei gregge dei fedeli.
Tutti sono fratelli in lui e de
gni l'uno dell'altro. Non spirito di
patria, nè di nazionalità, nè di
iingua, nè di colore; tutti gregge.
Una volta, per necessità politi
che, il papa faceva invadere l'l
talia dai barbari e c'insegnava
la fede e l'ubbidienza con la fru
sta, il giogo, le carceri e il rogo.
Oggi, non più: oggi il Papa è
una specie di papà universale pei
il bene di tutti. Ed egli da buon
padre vuole la Pace per far
trionfare la Chiesa Cristiana a
postolica romana.
Nel caso pratico, però, se i go
verni accedessero alle sue propo
ste, confermerebbero innanzi alla
Storia e al Mondo la sua autorità.
Sanzionerebbero clamorosamente
il suo diritto di posare a Re dei
Re e degli imperatori della terra.
Violerebbero l'evoluzione, la lo
gica, il diritto, la scienza sino alla
vittoria dell'assurdo sulla Ra
gione.
La Pace! la vogliamo tutti la
Pace. Le nazioni hanno il pieno
diritto di pretenderla detroniz
zando le potenze centrali, ed i po
poli risolvendo il problema uma
no stabilendo nel mondo il Regno
della Giustizia e dei Diritto.
Nell'un caso e nell'altro il Pa
pa è di troppo, la chiesa Romana
un insulto, il domma una violen
za alla Ragione, la Fede un ana
cronismo nel Regno della Scien
za.
Giorgio Pinelli
L'amico Pinelli, direttore del-1
l'"Eco d'ltalia" in New York, ci I
ha fatto tenere questo tuo arti
colo che pubblichiamo integral
mente pur dissendendo di parec
chio dalle sue vedute circa le in
tenzioni e l'autorità che il Vati
cano ha poste e conferite nel suo
proclama di pace allorché è in
tervenuto per far cessare il con
flitto europeo.
Il tempo e lo spazio non ci con
sentono pel momento di esprime
re talune nostre vedute intorno
alla mediazione interposta dal
Vaticano. Probabilmente sarà
per un'altra volta.
N. d. R.
A CAUSA
di malattia del nostro Direttore
ii giornale non si pubblicò la
scorsa settimana e per l'istessa
ragione esce questa volta con
qualche giorno di ritardo da
quello in cui avrebbe dovuto es
ser pubblicato.
Se gli araldi della Consorteria
degl'lnnominabili vogliono attri
buirlo ad altre ragioni, si accomo
dino pure. Tanto, a noi certe in
sinuazioni non fanno nè caldo e
nè freddo.
I>a Rassegna
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li e telegrafici in Italia Bi
glietoti d'imbarco, Atti Norarili.
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Philadelphia, Pa.
Documenti umani contro i quali non vale smentire
LETTERA APERTA
ai sig. Giuseppe e Giovanni Di Silvestro
A GRANDE RICHIESTA RIPUBBLICHIAMO
Dal "Mastro Paolo" del 19
marzo 1910)
Non invio direttamente a voi
questa lettera temendo che la
vostra modestia vi avrebbe in
dotti a non renderla di pubblica
(ragione. E siccome m'interessa
che si sappia fin dove possa
spingersi la malvagità umana, la
mando al signor Bruno, con pre
ghiera d'inserirla nel suo accre
j ditato "Mastro Paolo".
Ecco di che si tratta:
Sere fa trovatomi, per caso, in
; 1111 pubblico ritrovo, frequentato
Ida persone rispettabili ed anche
da ciarlieri, linguacciuti, maligni
| e sputa sentenze, fui testimone
di un battibecco tra quattro o
cinque connazionali, a proposito
della polemica ben nota ai letto
i ri. Uno dei più accaniti maldi
i.enti, rosso in viso per aver al
zato un po' troppo il gomito, ge
sticolando e dimenandosi sulla
I sedia, come se dei chiodi solleti
cassero la parte carnosa della
>ua anatomia, si permise apo-
I strotarvi con epiteti poco parla
; mentari e scendendo a dettagli,
; disse:
1. Chi è questo Giovanni Di
Silvestro? Quando giunse qui si
spacciò per socialista e con arti
gesuitiche s'accaparrò la fiducia
e più tardi volontarie oblazioni
degli affiliati a tale partito. Fece
parecchi giri d'esplorazione nei
centri minerari seminando chiac
chiere pei; raccoglier dollari, e
quando s'avvide che il terreno e
ra divenuto infruttifero, voltò le
spalle ai suoi "compagni" e girò
vela verso altri lidi. Per ragioni
a me ignote, ma che il Giovanni
De. Silvestro potrà esporre, i
componenti il Circolo Socialista
di qui cessarono di riconoscere
nel Di Silvestro uno dei loro.
2. Il 29 luglio di pochi anni fa,
•anniversario dell'assassinio di
Umberto I," il sig. Giovanni Di
Silvestro inaugurò la pubblica
zione del suo giornale quotidiano
con un banchetto dato in VVilkes
Barre, all'elemento sovversivo. E
mentre in quel giorno gl'italiani
di mente e di cuore, ripensavano,
rattristiti, all'immatura fine del
figlio del Re Galantuomo, il sig
Giovanni Di Silvestro univa la
sua voce al coro dei miserabili
che cantavano inni di gloria al
l'assassino Bresci.
3. Il Sig. Giovanni Di Silvestro
asserisce d'essere Masone. Posso
provare ch'egli è soltanto un ap
prendista, e mi astengo dal de
notare atti poco delicati per pe
netrare in Tempi durante funzio
ni alle quali non poteva assiste
re.
4. Ma oggi Giovanni Di Silve
stro è divenuto un fervido am
miratole di preti. E perchè? Ve
lo farò sapere appena avrò co
pia di talune dichiarazoini di u
miltà e pentimento, scritte e fir
mate da lui per evitare il ritor
no in un pubblico edificio, ove
si vede il sole a scacchi.
5. Vi è noto qualmente il sig.
Giovanni Di Silvestro fosse con
dannato a 3 mesi di carcere e ad
una multa di SIOO per insulti
volgal i pubblicati sul suo giorna
le all'indirizzo del Conte Nasel
li, già Console italiano in questa
Città. Mentre scontava la pena,
dal suo giornale fu aperta una
sottoscrizione per raggranellare
la somma necessaria a pagare la
multa. Furono raccolti oltre i
mille dollari. La multa non fu pa
gata perchè i Di Silvestro rila
sciarono una dichiarazione "giù
rata" di nullatenenza. E sapete
che uso fu fatto dei dollari carpi
ti alla buona fede dei coloni? Per
soddisfare un "Judgment Note"
di SBOO dovuti ad un professio
nista. E taccio in proposito altri
ragguàgli perchè intendami
chi deve.
Per quanto riguarda il sig.
m «iiIIVTO 25 AGOSTO t9l <
LA RASSEGNA - PHILADELPP.'IA PA., *»ABA I< . -
Giuseppe Di Silvestro potrei te
nervi qui ad ascoltarmi fino alla
| line della settimana di passione.
Mi limito, per ora, perchè è tar
di, a dirvene qualcuna :
1. La Corte Americo Vespucci
\\ 2".4 F. ofi A. circa quattro an
ni or sono doveva far stampare
ilei bollettari. Siccome della Cor
te erano soci quattro tipografi,
tra cui il sig. Giuseppe Di Silve
stro, fiKdeliberato di aggiudicare
il lavora al minore offerente. Sa
pete che avvenne? II sig. Giusep
pe Di Silvestro e gli altri tre ti
pografi si misero d'accordo e de
isero che il lavoro tipografico
venisse aggiudicato per la som
ma di $l5B, ad un ex Chief Ran
ger, con l'intesa però che ciascu
no degli altri tre ricevesse un
compenso di $lO. Ed il Signor
Giuseppe Di Silvestro ricevette,
a lavoro compiuto, ed intascò i
$lO. Aggiungo che l'aggiudicata
rio, oltre ai S3O pagati ai tre col
leghi, regalò ad altri "grafters"
altri SSO. Ciò significa che oltre
ad un equo profitto sul suo lavo
ro, l'aggiudicatario ne fece altro
di entità tale da permettergli il
lusso di sborsare altri SSO; e si
gnifica anche che il sig. Giusep
pe Di Silvestro permise che dal
fondo destinato a pagare gli am
malati, gli orfani e le vedove dei
fratelli Foresters venisse sot
tratta la somma di SBO pel me
| schino compenso da lui ricevuto
di $lO.
2. Il sig. Mario De Biasi, al
tempo che viaggiava pel giorna
le "L'Opinione", ebbe l'incarico
j di un lavoro tipografico da per
! sona residente fuori di questa
città. Il lavoro fu eseguito e ri
messo a destinazione. In paga
mento fu inviato un Money Or
der di S3O. Però anziché inte
starlo a Mario De Biasi fu inte
stato ad Erfiesto De Biasi, viag
giatore dell'altro quotidiano. Il
danaro non fu pagato nè a Mario
uè ad Ernesto, come non fu ac
creditato nè sui libri della "Vo
ce" nè su quelli delP"Opinione".
Vorrebbe il signor Giuseppe Di
Silvestro dire da chi fu riscosso
il Money Order, ed in tasca di chi
andarono a finire i S3O. Come ;
pure spiegare una certa lettera
scritta al sig. Ernesto De Biasi
allorché fu scoperto l'errore.
Il sig. Giuseppe Di Silvestro è
Notaio Pubblico. Possono occu
pare tale carica soltanto cittadi
ni americani. Quindi il sig. Giu
seppe Di Silvestro è cittadino a
mericano. Vorrà egli usare la
cortesia agli amabili lettori del
suo giornale di denotare dove,
qua l do e come ottenne la carta
di cittadinanza? Io lo so, ma è
ne« sario ch'egli lo dica. A tem
po opportuno si ritornerà da AL
TRI su quest'argomento. Parto
dal | rincipio:
Purché il reo non si salvi
Pena il giusto e l'innocente.
Ciò che riporto, amici Di Sil
vestro è un nonnulla di fronte a
quanto si disse.
Intesi, tra l'altro, menzionare
>1 nome di un Whitehill, di mobi
lia, di danaro ricevuto e non pa
gato, di catene d'oro o di orpello,
di bills riscossi e non versati o
versati in parte e tante altre ca
lunnie, che il loquace maldicente
promise esporre e documentare
la tempo opportuno.
Trattandosi di accuse serie o
molto gravi io spero che voi vor
rete smentirle.
E con questo sincero augurio
vi saluto.
G. Jacolucci
L'edizione del giornale in cui
pubblicammo questa lettera andò
letteralmente a ruba; ci perven
gono ogni'giorno richieste per la
spedizione di copie di tale edizio
ne e noi, perchè potessimo segui
tare a render contenti i nostri
lettori, riproduciamo la lettera
istessa. n. d. r.
La realta' romanzesca
i
IL CAGLIOSTRO DEI NOSTRI
TEMPI: L|A \ KKA STO
RIA DI RASPI'"ITN
Molto si è at ritto intorno al
falso monaco ißasputin, ma >olo
recentemente ( un collaboratole
del "Je sais tout" riusciva a rac- >
cogliere sull'interessante sogg*;•>.
to particolari completi e precisi.
Gregorio Novick, detto Raspu
tin nacque nel 1864, a Pocrov
scoie piccolo villaggio siberia
no del governo ili Tobolsk. La |K>
polazione di Po.'rovscoie, uno dei
villaggi più poveri del distretto,
non ha mai goduto gran reputa
zione, a tal punto che i relegati
soprannominarono i suoi abitanti
"gigani", cioè "gente capace di
tutto". A Pocrovscoie, la fami
glia di Rasputin occupava inol
tre, tra la popolazione, l'ultimo
grado. Il padre fu sovente con
dannato alla fustigazione ed im
prigionato per furto, ed il figlio
sembrava assai inclinato a segui
re il suo esempio. Nella cancelle
ria del tribunale di Tobolsk si
conservano infatti tre incarta
menti che lo riguardano: il pri
ino in data per abigeato, il secon
do per falsa testimonianza ed i'
terzo per oltraggio al pudore
Da ciò, evidentemente, gli venne
il nomignolo di "rasputin" (dis
soluto) nomignolo che poi do
veva serbare sino alla Corte dello
Zar, sino alla sua ultima ora, co
me un nome patronimico.
Il rito nella foresta
Vsrso l'anno 1900, tuttavia,
Gregorio Novik mutò completa
i mente la sua condotta. Egli si fe
ce pio, dolce e ordinato, cessò di
I bere edi fumare In quell'an
no, appunto, egli intraprendeva
i un lungo pellegrinaggio per visi
■ tare i monasteri di Odessa, di
i Kiev, di Mosca, di Cazan e di
Pietrogrado. Tornato al suo
villaggio, egli si dedicò a eserci
zi spirituali con pietà e fervore.
Pensieroso e astratto, a chi lo
■ interrogava rispondeva con frasi
mozze e vagite, prive sovente di
I significato La voce non tardò
i a spargersi che un nuovo profe
ta era apparso a Pocrovscoie; e
gli cominciò ad essere considera
. to con rispetto e chiamato "sta
i rez" (venerabile). Le donne e le
i ragazze credule cominciarono a
i recarsi a consultarlo su le loro
■'pene e su le loro speranze. In
i breve tempo, divenne un perso
i naggio importante. Allora, gli
venne l'estro di predicare una
nuova religione, e gli addetti, e
sopra tutto le addette, affluirono
presto in gran numero. La sua
dottrina era semplice: Per salvar
la propria anima è necessario
pentirsi, e per pentirsi occorre
peccare. "Io possiedo in me e
gli diceva una particella del
l'Essere supremo e non è che per
mia intercessione che si può ot
tenere la propria salvezza.
Le sbornie del "veggente"
Le pratiche del novissimo cul
to avevano luogo di notte, in una
radura della foresta, intorno ad
una fossa. Non appena il firma
mento si spargeva di stelle, Ha
sputin, aiutato dalla sua corte,
riempiva la fossa di faschine e di
ciocchi, poneva nel mezzo della
catasta un treppiedi e su queste
una coppa colma d'incenso e di
materie odorifere, poi dava fuo
co alla legna. Uomini e donne in
sieme confusi formavano allora
un gran cerchio e, tenendosi per
mano, cominciavano a danzare in
tondo giaculando, gridando sen
za interruzione: "Signore, Si
gnore, noi pecchiamo per salvar
si !" Via via la ridda si faceva
sempre più rapida, si udivano
sospiri è singhiozzi. Infine, il ro
go si spegneva. Allora, nell'oscu
rità, la voce di Rasputin si eleva
va
i '"illuminato" si era circondato
di "suore"; esse lo accompagna
vano nelle sue passeggiate nella
foresta.
fama di Rasputin si estese
i in breve oltre Pocrovscoie. Ciò gli
i permise di recarsi in parecchie
città della Russia centrale a re
.lutarvi novelli adepti. Durante il
■uo pellegrinaggio, ebbe la fortu
ia «li avvicinare la ricchissima
signora Basmacov. Essa aveva
la poco perduto il marito ed era
tutta intristita dal dolore, li
'santo" si incaricò di consolai la.
Ed evidentemente vi riuscì, giac
■hè la ricca vedova, in ricono
scenza. lo introdusse nella mi
gliore società di Cazan, di Kiev,
ii Mosca e di Pietrogrado dove
Hasputin fu presto considerato e
ricercato. 11 rustico dissoluto in
poco tempo divenne il grande
'intercessore", il gran veggen-
Le", il gran "profeta". L'austero
salotto della contessa Ignatiev lo
accolse con riverenza e una coor
te di dame russe divennero fer
vide ammiratrici sue.
Chi ha visitato Rasputin nel
suo ricco appartamento in via
Gorocovaia a Pietrogrado non ha
visto che un contadino vestito
del più sfarzoso abito da balleri
no russo. 11 lusso grossolano del
mobilio e la seta degli abiti non
rivelavano certo la santità del
personaggio, tutt'al più essa si
poteva indovinare dalla negligen
za della sua zazzera e dalla sua
eroica ignoranza.
Nel 1906, Rasputin tornò al
suo villaggio. Egli possedeva gin
una grossa fortuna. Compier una
bella casa e l'arredò con sfarzo,
Acquisto' anche un pianoforte a
coda di gran prezzo. Fu allora
ch'egli si lasciò di nuovo prende
re dalla passione per l'alcool. Sol
tanto, egli non si übriacò più di
"vodca", ma di champagne, di
vini e di liquori fini. E lo stesse
fu della sua corte; egli non ebbe
più per ammiratrici formose con
tadinotte, come da principio, ma
belle e aristocratiche signore.
Nella sua casa a Poerovscole
la moglie e i suoi figli occupava
no cinque stanze. Venti "suore"
di cui la maggiore aveva 27 an
ni, occupavano tutte le altre
Una volta, la deliziosa quiete de
soggiorno di Pocrovscoie fu tur
bata da un incidente che per po
co non troncò i giorni del "san
to". Un'antica "suora" ch'egli a
veva trascurata, Cheona Gusse
va, il 30 giugno 1914, tentava d
assassinarlo. La ferita non fi
mortale.
Verso la fine del 1914, Raspu
tin tornò ancora a Pietrogrado.
suoi adepti divenivano sempri
più numerosi. Le più nobili fa
miglie se lo contendevano, i bat
tenti del palazzo imperiale si a
prirono dinanzi a lui. Egli diven
ne il "dittatore intimo"; la za
rina gli accordò tutta la sua fi
ducia, ne fece il suo consigliere
il suo dominatore.
Nel suo appartamento in vii
Gorocovaia era un continuo an
.dirivieni eli ministri e di alti fun
zionari.
La potenza dell'avventuriero
Quando fu nominato Sturmei
alla presidenza del Consiglio, 1
influenza di Rasputin vaggi un <
il suo apogeo. Ogni suo mmi"
desiderio doveva esser > i:\tncii;
tamente realizzato. Sa av .
qualche ritardo, e vii esigeva i
lefonicamente da Stur.nc r che <•
fosse subito data sc.ldisfazior \
ciò in termini imperiosi, seir.
alcuna soggezione degli oStran
presenti. Il famoso Manuik.v. -
gretario di Sturmer, non era e!
l'intermediario fra Rasputin e i
miinstro; le sue funzioni colisi
stevano sopra tutto nel far sem
pre l'elogio elei "profeta".
Vi furono tuttavia alti perso
naggi che si ribellarono all'in
fluenza di Rasputin. Tra quest
va ricordato il metropolita Vlarli
miro, che non volle mai ricevere
il potente favorito. Ciò però no
impediva a Rasputin di inviare d
frequente al metropolita dei sol
lecitateli muniti di una delle sue
famose lettere di raccomandazio
ne che aprivano tutte le porte. S
racconta che un giorno il rret'' r
polita Vladimiro a una sollecita
trice, che gli si presentò i-on r.i
lettera eli Rasputin, disse:
Non avete vergogna 'li ave:
ricorso all'aiuto di un tal uomo •
Non sapete ch'egli è un male pei
la Russia, u limale di cui è neces
sario liberarci ? Ad ogni modo
>e la vostra causa è giusta, l'ap
>oggerò.
11 primo colpo serio ali intluen
sa di Kasputìn e alla camarilla di
L»i era il principale agente, fu
dato alla Duma. Nel suo storico
discorso ilei 20 novembre 19Iti
che provocò la caduta di ijtur
mer, Paolo Miliucov non attacco'
soltantoxon veemenza i capi, per
così dire, del partito germanofi
lo, ma sopra tutto i suoi "soste
gni occulti."
Non era quella, del resto, la
prima volta che la Duma si occu
pava di Rasputin. Già nel 1912,
il capo degli ottobristi (partito
ultramoderato), Gucicov, l'ex
ministro della Difesa nazionale,
tentava di sollevare il velo su lo
scandalo del turpe profeta, guar
dandosi per altro dal pronunziare
il suo nome.
Rasputin non ignorava certa
mente che si cercava di soppri
merlo, così, nell'ultimo periodo
della sua vita, si era fatto assai
diffidente. Una muta di poliziotti
, vegliava giorno e notte su di lui.
j L'ex ministro Protopopov, l'uo
|mo più esecrato di tutta la Rus
sia, aveva egli stesso organizzato
lineila vigilanza. Ma oramai nul
la più potevaK impedire e ritar
dare la soluzione. Rasputin, come
è noto, fu assassinato il 29 di
cembre 1916.
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\ APERTI GIORNO E NOTTE.J
L'IMPERATORE BABILONI<3
Un tedesco che parlò mo u
volte con Guglielmo II e che f
interrogato intorno a ii a
mentalità rispose nel modo ?
guente :
"Si«tc m»i .stato A ;
No? Peccato, perchè !
subito che cosa voglio dire n
cervello del nostro Imperatore h!
infatti la maggiore somiglia,,!
con una strada americana, in •
queste strade si può vedere m, :
tempio greco, che sembra eretto
in onore di un Dio: guardateat
tentamente e vedrete che è 1»
Borsa. Accanto a quel tempio
greco vedete un grattanuvole- è
ad un tempo un tempio dei meto
disti, uno spedale dei cani, un al
bergo e un ufficio postale.
Vi imbattete in una chiesa gO .
tica. che, in mistica estasi, cerca
di salire al cielo? La guardate un
po' più minutamente e sulla sua
cima scorgete una quantità di
i fili di rame, che sono tutti i n .
trecciati e splendono al sole: la
chiesa gotica è una centrale te-
I lefonica. Poi viene una verachie
sa, la quale ha un muro comune
con un teatro di varietà, e alla
porta di questo teatro stanno e
nonni cartelloni, sui quali "il più
forte moro del mondo" stringe la
mano al Santo Padre nel V.atica
no.
Infine voi entrate in una bi
blioteca, nella cui rotonda si ve
de giocare al calcio su mosaici,
che sono una copia di quelli della
cappella di Teodorico a Raven
na Il passato eil presente con
fusamente mescolati. Tutto il
passato falsamente applicato al
presente. E nulla al suo posto
giusto.
"Così, press'a poco è nella te
sta di Sua Maestà."