2 "LA RASSEGNA" published by LA RASSEGNA PUB. CO. SILVIO LIBERATORE Editor & Business Manager »20 So. lUlh St. Phiia., Fa. Subscriptiou $2 per year "Entered aecoud-class niat tei Juiie -, 1917. ut the post o; tic» at PhUadelphia, Pennaylva tua, under the Act ot March 3, lS7a". »*ot a il n n Domenico e D. Angela Antonia Guglielmi, capelli bianchi, occhi castagni, naso alquanto schiac ciato, barba bianca, manca dei denti d'avanti alla parte di sotto, è tatara piedi 5 e 1." quando Ferdinando Secondo di maledetta memoria con cesse ai popoli del Regno delle Du« Sicilie la costituzione, mio padre allora studente di medi cina nell'Università di Napoli fu eletto segretario della Camera dei Deputati, e dopo che il Re fe dil'rago sospese la Costituzione, mio padre cospirò e si battette sulle barricate del 15 maggio 184». Ferito gravemente, fu per miracolo sidvato dai suoi compa gni e segretamente condotto in paese. Scoperto per manovre delia gendarmeria a mezzo delle spie del confessionale, fuggi e per ben 23 mesi errò per le cam pagne, ora ricoverandosi in una masseria, ora dormendo in una paglia ed il più delle volte sotto un albero "col cielo per tenda e col terren per letto". Nel frat tempo i tribunali borbonici lo dichiaravano Reo di Stato, con dannandolo alla pena di morte. E solo quando mio nonno aggiustò la faccenda coi clericali borbonici sborsando la tenue somma di trentaseimila ducati, s'ottenne la commutazione della pena in 5 anni di carcere ed al domicilio forzato a v'ta. 11 18M lo prò scioU* lo rese libero cittadino, amato e rispettato da tutti colo ro che amavano la libertà e de eideravano l'ltalia una. La mia storia d'America. Sbarcai nel porto di New York nell'aprile 1883. Lavorai nella Banca Palumbo col salario di un dollaro la settimana. Fondai il giornale "La Luce" e poscia l'ebdomadario italiano-inglese, "L'Americo Vespucci". Fui im piegato nella Banca Domenico Garofalo. Collaborai neH'"Eco d'ltalia" e poscia ne divenni viag giatore. Fui impiegato, per cir ca tre anni nella Banca Zanoli ni. Nel 1889 coi signori Sanna e Pesaturo aprii un ufficio banca rio di cui, due anni dopo, ne di venni assoluta proprietario. La crisi del 1893, l'appropriazione di circa trentamila lire da parte di persona entrata nella mia fami glia ed impiegato nel mio ufficio di Napoli, ed anche la vita di spendiosa e sportiva che menavo mi misero sulla discesa, e nell'ot bre di quell'anno cedetti l'ufficio ad altra persona. Però col danaro rimastomi e ven dendo i gioielli di mia moglie, as segnando ad altri quanto avevo in Italia, pagai TUTTI, tranne li na Compagnia di Navigazione. Restai in New York fino all'u pi-ile 1895: e sfido tutti i deni gratori di questo mondo a prova re che contro di me sia stato staccato un sol mandato di arre sto, o minaccia di arresto. Nel 1895 venni a stabilirmi in questa Città. Avrei potuto, in quel tem po, vivere agiatamente accettati do l'ospitalità di parenti di mia moglie: preferii procacciarmi a stento la vita facendo da inter petre e traduttore. Fui inter prete della Corte Federale e col laborai nel "Vesuvio". Come rappresentante della Ditta Cesa re Conti, 35 Broadway N. Y., ho transatti affari per circa mezzo milione di dollari prima come a gente generale della Cunard Li ne e poscia per la vendita di ge neri alimentari. In questo perio do «li tempo sono stato in comu ideazione d'affari con tutti i bau chieri italiani di qui e con tutti nessuna esclusa le ditt< che smerciano vini, liquori e grò ceries. Ebbene dal giorno del mi< arrivo in America fin oggi ma un centesimo restò nelle mie ta sche che non mi apparteneva Cito nomi, tatti e date e »e 1. ciurma dei miei denigratori ser ba un bricciolo di pudore e d'a mor proprio non so come possa e simersi dal tentare di provare i contrario. il imo cinismo ributtante e u manate di dollari. Sorrido quande un si chiama cinico. 1 miei d'lta lia e tutti coloro che mi conosco no sanno fin dove si spinge il mie cinismo!!! Quanto alle manate di dollari, mi rivolgo al fratello Giù seppe Di Silvestro e gli doman do denotare quante manate di dollari mi ha date per rendergli qualche servizio ad un certo pe riodo di tempo per lui calamito so. E mi rivolgo al Farmacista sig. Vincenzo Dè Virgiliis perchè dichiari con che specie di mone ta io fui pagato quando, a sua viva richiesta, difesi con pieno successo, un suo raccomandato dinanzi ad una Corte di Fore ste rs. Francamente ammetto che an ch'io, essere umano, ho la mia brava percentuale di difettacci fratelli, siamo di carne ma sic come non aspiro alla beatifica zione non permetterò ai novelli baciapile, moralisti dell'undicesi ma oi a, di ottenere la mia cura tela e menarmi pel naso a buon intenditor con quel che segue. («. Jacolucci A SCORNO 0! CERTA STAMPA (Dal "Mastro Paolo" del 1910) ONORE A UN GRANDE ARTISTA Rare volte ci è dato di riporta re nostfa stanca coloniale le glorie di i!a!iani 'che fanno davvero onore a se stessi, all'arte e alla colonia. Su per giù si trat ta sempre di soggetti che la stampa e il pubblico vorrebbero incoraggiare non tanto col loda re quel po' di bene o di buono che essi talvolta fanno, quanto per stimolarli a far del meglio, e spesso (diciamo pure franca mente anche quest'altra verità) non si tratta altro che di recla me, pagata o no ma sempre volu ta e ordinata. Cosi vediamo spes o riprodotte cronache e ritratti di celebri e rinomati artisti di corbellerie. Questa volta però, nei casi dello Sturani e del Prof. Rosa, si tratta di una vera gloria che onora l'arte del pennello, di un artista che ha la sua brava pratica di professionista ed il suo nome già glorioso per tanti lavo ri di fatti e tante prove date del la propria speciale abilità perso nale. Il Prof. Farina. La Colonia italiana di Philadelphia può an dare ben superba di avere con se questo genio di artista, dal cui volto stesso, dal cui accento, e dai suoi modi distinti vien fuori una fosforescenza di colori vivi e iri descenti quali sogliono tracciarsi spesso dal suo magico pennello che dà vita a ciò eh'è morto, per feziona che è preciso e bello e scopre dalle affumicate cortine della polvere e del tempo i più pregevoli e preziosi capolavori che uscirono dalle mani degli ar tisti dell'antichità classica, di quell'epoca in cui l'italiano, ispi randosi ai puri orizzonti dell'i (Itale e del genio, rubava alla na tura il segreto del bello e lo ri copiava, lo riproduceva col pen nfrllo sulle tele immortali. Dove andarono quei temili così felici per l'uomo di genio! Quei tempi m cui non si dava tanto ptMO alle cure della vita, ma si viveva di arte, di pensiero, di let teratura, di poesia, di musica, di pittura? Oh! se in quei tempi fossimo vissuti pur noi! Oh! Se ii quei tempi fosse vissuto il Prof. Farina e quanti come lui a n ano le arti belle! Quanti capo li vori sarebbero venuti alla lu ci ì! Quanti altri Donatelli e Raf f tei lo sarebbero venuti fuori! c;ggi invece la storia dell'arte pa r i abbia chiusa l'ultima sua pa K ina sotto la pesante lapide se p iterale di un mondo mortale al -1; cienza, alla letteratura e al l'irte del bello ,e sotto l'epigrafe: ">gni arte smarrì il suo volo." -LA RASSEGNA PHILADELPHIA, PA..* SABATO, 11 ACOSTO t9l Oggi è il turno del Prof. Fari - na. Ma mica questo turno fu ieri. a Fsso viene oggi perchè la stampa ha avuto occasione di occuparse i ne per i! caso. E. Clansen di New • York. Questo che prova? Che ai ) giorni nostri, anche quando po i decosi genii compiono dei lavori ammirevoli e preziosi, il pubbli co e la -tessa stampa non se ne • oci upano, o al più si borbotta un 1 "bravo" sordo fra le labbra e tut to è finito: e questi grandi arti . ti, benemeriti dell'umanità pas sano inosservati e dimenticati. Proprio il contrario di quello ' che succede ai furfanti che sono lodati di avvedutezza, temuti di ■ audacia e anche sprigionati dalle , carceri quando pure fossero stati condannati. Ecco dov'è giunta la depravazione del gusto estetico! Ècco la storia di tutti i giorni. • Scrittori di solidi volumi filoso fici, scienziati di valore che han dato la vita allo studio, Compo sitori di musica. Poeti di lirica, giornalisti dotti e letterati e pit tori geniali sono derisi, sono ca lunniati. sono schivati da quella rilassa di faccendieri che ha in vase lo sacre aule pacifiche della filosofia e della scienza, della let teratura e dell'arte, ha profanato il santuario inaccessibile del ge nio, ha infranto e polverizzato i più belli tesori, e le più belle pro duzioni della civiltà e del pio gresso moderno, calunniando maestri e scolali e sconfessando arte e artisti. Tutto è stato posto * soqquadro da chi? Da quattro briganti diffamatori cne si son dati all'arte della penna, da quattro tozzi villani che son sa liti sulle panche della pubblica propaganda a spillar soldi ai gon zi. da quattro sporcaccioni di cle ricali che buttano giù arie, let teratura, scienza, libertà, civiltà' ? progresso per salvar le loro botteghe, da ]>ochi monelli di istrada che si fan temere a furia di minacce, di calunnie e di mor te, da quattro cafoni dalle mani nere o rosse che vogliono o dana ri o la vita. Ecco chi è oj>gi il po tente, l'uomo stimato, rispettato e temuto, l'uomo celebre .!•>' gior no, l'artista, il letterato e il filo ofo moderpo. Altro che ricorda re il Prof. Farina. Occorre ricor dare questi altri più potenti di lui che potrebbero dare dei fasti di serii! Povera scienza e arte! Poveri artisti! In America poi parlar di arte, di letteratura di bello ! Bene se altri non parla, iiè vuol parlare o se altri pur ci de ride, a noi poco importa. ! Noi del "Mastro Paolo" sentia mo il dovere di dedicare ad e sclusiva lode del grande artista Prof. Farina, pittore originale, geniale e perfetto nel suo genere specialmente nell'arduo lavoro di riparazione e restauro (dove più si nota l'abilità dell'artista) que sto articolo che se non è troppo ricco di frasi a colori vivi, è però abbastanza profondo nel senti mento estetico e nell'entusiasmo uti tico ispirato dal pennello del Farina. CRONACA MERITATA ONORIFICENZA Emanuele V. 11. Nardi, il di stinto connazionale nostro che tanto popolare s'è saputo rende re in Colonia per le sue opere e per i suoi atti informati sempre al più alto senso di italianità, è -tato insignito della croce di Ca valiere della Corona d'ltalia. La notizia non potrà se non far piacere a quanti hanno avuto campo di apprezzare molto da vi cino le sue belle doti personali, il suo ingegno, il suo carattere ed il suo attaccamento, infine, a tutto ciò che possa dire e sapere di i talianità, nonostante che egli sia nato, cresciuto ed educato in A merica. Emanuele Nardi è conosciutis simo in mezzo a noi ; non vale quindi ricordare uno per uno i suoi meriti, una per una le sue benemerenze. Diremo solo che quale inter prete ufficiale presso le corti del la città nulla trascura perchè giustizia venisse resa ai suoi connazionali che per un caso qualsiasi potessero aver bisogno del suo ministero. Figli è segretario di parecchie Building I/ian Ass. ed a tale ca nea attende con zelo, competenza e scrupolosità. Fa parte poi, ri coprendovi cariche importanti, di molti sodalizi. Al neo cavaliere le nostre più vive congratulazioni. CANDIDATO A MAGISTRATO Dopo tanti anni di lotte acca nite da parte nostra nel campo politico di questa crescente me tropoli, stiamo per iniziarne una che, per intensità, calore ed en tusiasmo, sorpassa tutte le altre finora impegnate. L'emigrazione costante degli Italiani in America fa sorgere un problema che oggi ha bisogno, per la salvezza del nostro elemen to, di una pronta ed efficace so luzione. Il fenomeno di concentrameli to selettivo che, in tutte le nazio milita, insistentemente si mani festa, produce nei membri più e voluti quell'irresistibile desiderio di affermare la propria persona lità e, se è possibile, entrare nel santuario giuridico dello Stato, per rendere la posizione più sicu ra e permanente. Noi vogliamo chiaramente parlando iniziare una campa gna elettorale allo scopo di dare alla nostra colonia un Magistrato Italiano. La riuscita di questa impresa dipenderà esch'sivamen te dalla nostra buona volontà e segnerà senza dubbio una pagina memorabile negli annali della storia coloniale, j Noi soli possiamo farlo elo dobbiamo poiché, è una cosa di vitale importanza la conserva zione del prestigio e della dignità della nostra razza. L'Americ conta Italiani a mi lioni, i quali hanno lasciato le in cantevoli rive del Mediterraneo e gli übertosi paesaggi della loro terra natale per la sola ed unica ragione di assicurarsi un miglio re avvenire. Molti Italiani hanno raggiunto posizioni importanti nel campo industriale, altri in quello profes | sionale. Alcuni stati, notevol mente quello di New York, han no praticamente dimostrato la I possibilità di raggiungere posi zioni anche in politica: Phila delphia, che è la più grande cit tà nello stato di Pennsylvania, o che conta quasi 150.000 Italiani, fra i quali moKe migliaia di elet tori, non hh arffcòrt nemmeno un magistrato Italiano del quale po tessero andare orgogliosi. Per non portarla troppo alle lunghe, vogliamo avvisale i nostri con nazionali che il signor Aniello Teti, negoziante di vini e liquori ed imbottigliatore di birra, con magazzini al n. 1310-12 Wharton St. ha deciso, dietro le insistenti preghiere di molti amici che ne apprezzano le sue eccellenti qua lità, di presentare la candidatura a magistrato nelle prossime ele zioni In molte istituzioni ha ri coperto cariche importanti: fu vice presidente della Cooperativa Italiana; direttore delle scuole del secondo quartiere; vice pre sidente della Phila. Bottle Asso e presentemente ricopre la cari cadi direttore nella Internatio nal Building Loan Asso, e quello di tesoriere nella Corte Dante dei Foresters of America N. 280, e della Loggia Bernardino Telesio N. 171, Ordine Figli d'ltalia. Le sue qualificazioni per la ca rica delicatissima di amministra tore della giustizia, cui egli aspi, ra, sono ottime. Oltre a possederò una perfetta conoscenza della lingua Inglese, molta pratica fa miliarità con le leggi dello stato, tesori di senso comune e giudizio » sanissimo, è calmo, placido, alla bile, sorridente in tutti i suoi af : fari. ' Dovrà essere eletto. Solo in tal modo, dopo tanti 1 anni di vani tentativi, pòtremo dire con sincera compiacenza di < essere riusciti ad allontanale da no i almeno per una volta 1 quelle perniciose influenze anta ' monistiche di origine cavalleresca ' che, quest'anno, sono arrivate al colmo della loro vergognosa tra cotanza. Voi Italiani coscienti, voi one -ti ed intelligenti lavoratori, voi elettori di ogni classe o condizio ne sociale, sappiate una volta pei sempre che, nelle ore silenziose della notte mentre voi riposate le vostre stanche membra nel letto, altri gavazza in orgie di ' piacere, meditando la vostra ro vina. Non sento qui il bisogno di dare una spiegazione poiché, so no perfettamente convinto che l'oppresso, conosce il suo oppres sore il resto lo lascio a voi. ' Gli uomini onesti e buoni non ' hanno bisogno di reclame ; i mal vagi, i perfidi e i degenerati e reditari sono i soli che, per co * vi ire le loro piaghe morali fanno ' ricorso ai mezzi più ributtanti, l.a nostra colonia, conta parecchi istrioni di carattere parassitico 1 che hanno fatto grande successo nelle scene della politica opportu -1 nista e corrotta. La vittoria deciderà il nostro avvenire lottiamo |>er rag giungere la mèta! ' (Adv.) GLADIUS. -> _________________________ i - 11, DISCORSO DI D'ANNUN ZIO AD AQUILEIA ) ■ Quartier Generale, giugno Eccovi il testo del discorso pronunciato da Gabriele d'An nunzio ad Aquileja per la trasla- I zione della salma del maggiore Randaccio: "Dianzi, nella Basilica piena del soffio di Dio, del canto di ' grazia e del nume di Roma, nella ' chiesa nostra guerriera che an ch'ella s'ebbe la sua ferita come I I carne di combattente eil cielo j entrò per lo squarcio come la 1 gloria entra nell'anima per la ' piaga che non duole —, voi avete udito, tutti abbiamo udito il ce- J lebrante dire al trapassato: "Te nella tua venuta accolgano i IMartiri: in tuo adventu susci !piant te Martyres." "Era presente nell'ombra il 'Cristo della Trincea, quella figu- Ira del Figliuol d'uomo che par tagliata non con lo scarpello nel sasso ma con un troncone di ba ionetta in un masso di passione impietrita, quella effige di tutti i dolori nata dall'angoscia di un soldato che abitò coi morti come Lazaro e ritornò alla luce dopo quattro giorni di tenebra come il risuscitato di Betania. "Te nel tuo giungere i Marti ri sostengano." "E qui, con un tremito che fa di noi tutti una sola aspettazione, noi sentiamo vivere nel profondo Umanamente la parola della sa cra antifona, la sentiamo vivere nella terra innanzi che nel cielo, vivere nel suolo sepolcrale dove ile fibre non sono ancor consunte, dove le ossa non sono ancor di sgiunto. I nostri morti primi, i nostri martiri primi, quelli che nel novo salmo furono chiamati , "le primizie della forza", ecco che accolgono e sostengono colui che | viene. "Dall'artiglio veneto di Mon falcone lo abbiamo portato sotto | l'ala dell'aquila di Aquileja ro- I mana, lo abbiamo traslatato in u na sede sublime, in un luogo di eternità, perchè qui viva della sua gloria eterna come vivono i vittoriosi, nello spirito di quella sentenza che è indulto a tutti i , combattenti : "Chi avrà vinto non sarà punto offeso dalla mor te seconda." "Nel compiere queste trasla zione abbiamo obbedito a un se gno di quell'ordine fatale che og gi, nella sùbita novità della no stra guerra, riconduce a rifonde gli eventi e gli animi più remoti, abolendo l'inganno del tempo. "Per ciò è necessario che que- : sto superatore (lei Timavo ri manga là dove è inscritta in la pide la vittoria di un altro Lati no contro il Barbaro su la fiu mana misteriosa dalle nove fonti che gli aborigeni chiamavano "madre del mare".. "Alla deità fluviale quel prisco Latino diede una statua "sta mani dedit Timavo" là dove il nostro diede la vita bella, "Vitam dedit Timavo romana mente noi scolpiremo in una fac cia dell'arca. "Ecco l'arca offerta a lui dal fato giusto. "Pochi giorni innanzi ch'egli andasse alla battaglia, venne pel legrino alla Basilica, quasi a de dicare un voto occulto: e incon sapevole passò lungo la mole sug gellata che oggi sta sopra la sua fossa. "L'arca era là, contro la mura glia del tempio pagano, in pros simità' del portico patriarcale, consacrata al silenzio e all'eroe i gnoto: massiccia e rozza, senza dedica e senza emblema, senza arte e senza età, appena concia, così che non si può dire se nella sua durezza abbia lasciato i se gni la gradina di un tagliapietre aquileiense o quella d'un nostro "centurione" munito d'elmetto bigio. "Di simili ne traslatavano gli angeli attraverso l'Adriatico, per divina grazia congiungendo le due sponde. Forse il peso di que sta alleggerirono nel trasporto, gli spiriti degli uccisi che qui si beano. "Ora sta fra i due vecchi ci pressi che con gli eguali saranno le sue guardie insonni. La ghir landano i giovini allori piantati dalla libertà che si ricorda del l'Aventino. Il muro tenace di e dera le cela i gironi lontani del l'inferno carsico e la Natissa contigua dove si curva il com pianto dei salici e fluiscono tut tavia le capellature delle vergini annegate in Cristo ma non ispen te. "Quanto prima, in un fausto i giorno di sangue, porremo sul co j ìperchio una corona di quercia battuta nel ferro, non meno du ra : net* minus dura. "Così questo eroe ha pieno il suo fato. "Intanto i giovinetti dell'ulti mo bando rinsanguano le sue compagnie, laggiù, all'orlo del fuoco. Una freschissima schiera n'è qui presente, coi visi imberbi al sole, coi piedi fra tomba e tomba. Mi guardano: li guardo. Hanno quell'aria di candore acce so e intento che tanto mi com moveva nell'aspetto di Giovanni Uandaccio quando si risvegliava in fondo all'eroe il fanciullo. Cre jrrr —■ —ni —n n i i - ami msmrnrn OSPEDALE ITALIANO FABIANI. STRADA E. CHRISTIAN STR. PHILADcLPHIA, PA Ì ORDINE DI SERVIZIO dipartimenti MEDICO-CHIRURGICO.—MALATTIE NASO.COLA.ORECCHI -MALATTIE DI UTERO-MALATTIE OCCHI. A MALATTIE G E VJO;U RI NARI E—DENTISTICO E MAL ATTI E BOCCA - OSTETRICO - FÀRMACEUTICO(FARMACIA FABIANI) UFFICIO E FARMACIA , APERTI GIORNO E NOTTE, J scono d animo apprendendo il SUfl nome e la sua gesta. "Sacrificii di purità si pi . eßa rano, offerte da ardere intera mente. E ciascuno vorrà vincere per non patire la seconda morte' "E' bello che oggi, 0 miei ca pi, o miei compagni, ne |i a reye renza di quest'arca e di questi tumuli, nella presenza del nostro Dio e di Roma, ai versetti del novo salmo incisi nella tavola murata sul fianco della Basilica ta noi possiamo in fede aggi Un . gere quello che grida: 0 Patiia, i tuoi primogeniti han segnato il tuo patto, e i tuoi ultimi nati hanno appreso il ver bo che tu hai comandato. Non nascondere mai più da loro il voi. to tuo." Keystone Phone, Main 1438 GIACINTO CALABRESE & CO. PASTICCERIA ITALIANA Si ricevono ordini per Sponsalizi Battesimi, Parties, Etc. 715 So. 7th St. Philadelphi» AV VERTENZA A tutti i sofferenti di cancre ne o piagiie cancrenose. Il più grande e meraviglioso rimedio è quello dello specialista Vincenzo Cipolla. Rimedio infal libile e sicuro per la guarigione di esse. eDtto specialista col suo nuovo ritrovato, a cui diede il no me" di "Balsamo Manus Dei", fa dei veri miracoli. 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