4 nubatterie, che appena apportate si affrettavano ad inquadrare i tiri, a prendere familiarità col terreno, a cercare tutti i bersagli possibili, e il Carso era sotto un bombardamento perpetuo di e sercitazione. Non è etsagerato affermare che più di mille canno ni'nemici sono stati portati alla difesa del Carso. Il risveglio delle artiglierie Incominciata l'offensiva no stra, l'artiglieria austriaca si è fatta attiva sul Carso, ma a scat ti. Alle volte aveva dei parossi smi di allarme- faceva fuochi di sbarramento, fuochi di interdi zione, tirava nel \ allone, tirava persino sul S. Michele, come se l'assalto italiano fosse in pieno svolgimento. Altre volte tasteg giava, provocava, cercava de!»e risposte per capire, abbandonava e riprendeva il suo tuonante soli loquio. Vi era deli'ansia in questi bombardamenti di interrogazio ne. Il nemico era nell'attesa, not te e giorno, in una perpetua ve glio di angoscia. Una sera con centrò un fuoco terribile sulla Quota 20», sulla quale ha sempre infierito perchè gii impediva di riaffacciarsi al Vallone e prende re così di fianco tutta la nostra organizzazione offensiva. 1 utto quel cannoneggiamento non feri che u nuomo. Perchè ache noi abbiamo saputo intanarci e prò teggerci, anche noi abbiamo sca vato vie invulnerabili e abbia mo creato un mondo sotterraneo per ammassare forze di assalto e riserve nell'apparenza del de serto. Ma quel solo ferito ci dava anche la misura della invulnera bilità del nemico nelle sue caver ne. La nostra artiglieria sul Carso si preparava ali'azione con tiri d) prova, con un fuoco stanco, lento, accurato, che esasperava gli au striaci. Improvvisamente, il gior no ventuno, tutti i nostri canno ni si sono svegliati. Mentre gli austriaci contrattaccavano, vio lentemente a Grazigna, si udiva il Carso rombare come un tem porale, e la montagna oscura e fumigante non aveva più contor ni. I Inemico ha creduto che an che la nostra ala destra entras se finalmente nell'azione ed ha messo in moto la macchina della difesa, bombardando da tutte le parti. Alla sera il nostro fuoco cessava. Per tutto il ventidue un gran siienzio si è fatto, special mente sui settori centrali della fronte carsica. leri a mattina, al l'alba. si è scatenato il più il più intenso, il più terribile ura gano di fuoco dell'i nostra guer ra, e»forse di ogni guerra. La prima visione del campo di battaglia dava un indicibile sen so di stupefazione. Valicate le vette occidentali del Carso, che. la guerra ha lasciato indietro da un anno e che si rinverdiscono ora, che si dicatrizzano, che di menticano, vette convalescenti già piene di boscaglie nuove na te sulle trincee e sulle bombe, piene di nidi, invase da un me lato profumo di acacia, con un fitto, sommesso e petulante pi golìo di uccelli in ogni ombra, cosparse di vecchie granate ar rugginite che affondano nell'er ba fresca, appena valicate quelle alture storiche, sulle quali ogni fiore ha preso una vita da una goccia di sangue, lo sguardo sco priva ad un tratto un immenso panorama di nubi in violenta tempesta, una convulsione ster minata di nembi, di cirp. di cu muli, un caos vaporoso, agitato, fosco, ondeggiante, un torcersi gigantesco di masse nebulose, qualche cosa come un cielo di temporale caduto sulla terra con tutti i suoi fulmini. Pareva che dal Faiti al mare tutto il Carso sprigionasse a subitanee e infi nite colonne il fumo di un mondo in fiamme. Una bora leggera spigeva la distesa favolosa delle nuvolagle verso l'Adriatico, e i getti prodigiosi delle esplosioni, neri, massicci, esorbitanti, in in clinavano tutti sotto la spinta del vento corne una fantastica moltitudine in fuga, come un as salto di forme immani e nebulo se. La polvere e il fumo si fon devano in fosche caligini pesan ti, che inondavano le vallate, che stendevano su tutto densi veli e intorbidavano il sereno nelle prò* fondita del cielo. Quando le tuilii si diradavano in qualche punto, le posizioni ap parivano arrossate attraverso la foschìa rossigna, come in un;t luce di crepuscolo. Si intravvede vano per un istante, poi nuove e ruzioni ricoprivano la breve schiarita. Di tanto in tanto si se guivano sul cielo brumoso i voli incessanti delle bombarde, che salivano veloci, oscillavano ne:la curva a grandi altezze, precipi tavano. Da ogni parte, a miriadi, scintillavano le vampe dei colpi, e il suolo tremava al fragore rullante e senza fine. Ogni can none aveva il suo compito, il suo lavoro, e, guidato dai telefoni picchiava in un punto definito. Delle batterie spazzavano i reti colati e demolivano le trincee, a. tre tempestavano le doline, al ti' imperversavano sulle comu nicazioni e sui centri di coman do, altre accecavano gli osserva tori nemici, altre cercavano di bloccare le caverne di rifugio. bombarde sconvolgevano le pri me linee, i medi calibri pensa vano alle seconde, alle terze, alle j quarte. I grossi calibri andavano, più lontano, a portare lo spaven to e il guasto nelle retrovie. Un ordine mirabile guidava quell'in-1 femo. Ogni tiro cadeva esatto: regolare. Il fuoco terrifico segui va precisioni algebriche. Gli os servatori non trasmettevano che cifre, vigilando. "Morale ottimo" Le fanterie, ammassate pei l'assalto, parevano perdute in un "simun". Mandavano notizie re golari, brevi, fredde. "Qua il var co è aperto: morale ottimo. Concentrate un po' più di fuoco nel punto A : morale ottimo". Da ogni parte della nostra linea, na scosta dall'uragano, le comunica zioni ripetevano: morale ottimo. E noi immaginavamo i nostri soldati nell'attesa* entro i loro antri, li vedevamo quieti e pronti nell'ombra ei rifugi, fra le rocce sussultanti e frementi. Il bom bardamento esalta e stordisce, il soldato immobile e chiuso si esa spera nel fragore, finisce per de siderare ardentemente l'assalto, Ila grande corsa alla vittoria. Di tanto in tanto, in una fuggevole sosta di settore, una pattuglia si spingeva avanti e riportava: "Tutto bene, i varchi sono aper ti". Chi ha visto il Carso nelle ul time offensive non lo riconosce più ora. Castagnevizza è scom pare, non è più che un sasseto biancastro, una distesa di mace rie informi. Temniza è una mac chia pallida sopra un cucuzzolo nudo, e si ergeva fra i boschi. Non v'è più un albero, non v'è più un prato, tutto l'altopiano è una feroce distesa di rocce chia xe, frantumate, di terre rossa stre e sterili, con qualche resto cinereo di arbusti, e le linee del le trincee, che si riconoscono ap pena per una vaga regolarità, serpeggiano sui declivi riarsi, de solati, orrendi, in un favoloso sparpagliamento di macigni che pare prodotto da un cataclisma di.-truggitore d'ogni vita. Il Car so sembra ora un lemlio di un pianeta morto. Ha qualche cosa di lunare, tutto scolorato, mono tono, funereo, con le sue infinite cavità rotonde. A mezzogiorno il bombarda mento ha accelerato il suo ritmo, E' arrivato a poco a poco ad una intensità vertiginosa. Dalle rive del mare, fra le lagune, dove i grandi cannoni della marina in ferocivano sui rovesci dell'Her mada, fino alle montagne al nord di Gorizia, eia tutta una cate ratta di tuoni, e la gran fuga delle nubi precipitava. Gli au striaci battevano qua e là, incer ti, e lanciavano ruggenti grana te da 381 fino sul S. Michele, co me per un vecchio rancore. Il fuoco è andato crescendo, cre scendo, la caligine ha tutto se polto, e nell'attesa angosciosa dell'assalto il nemico cercava i nutilmente di spingere lo sguar. do verso le linee di partenza. La coltre di fumo si è fatta impene trabile. La lotta delle fanterie stava per svolgersi nell'invisibile, fra le nubi, come una battaglia di divinità mitologiche. L'asnalto Nessuno può descrivere che , cosa èil minuto che precede un assalto. E' un minuto in cui non LA RASSEGNA PHTLADELPHIA, PA,. SABATO, 21 LUGLIO 191 < si sente più una voce ovunque si vada alle spalle del combattimen to, in cui tutti si fermano lo sguardo fisso,, l'orecchio teso, la niente piena dello stesso pensie ro, l'anima pie* della stessa an sia. E' un minuto di impetra mento. di sospensione, e ognuno sente, più forte del cannone, il battere violento del proprio cuo re. Si guarda l'orologio sul polso che freme : manca un minuto. Il binocolo nqn vuol star fermo nel le mani. Mano venti secondi. Si contano meccanicamente, senza iccorgersene. Non somigliano a gli altra questi secondi decisivi nei quali maturano delle fasi di t KSTO E* IL MOMENTO 1)1 ORDINARE IL CARRONE PER IL PROSSIMO INVERNO. NOI VENDIAMO LA MIGLIO RE QUALITÀ' DI SUSQUEHANNA, LEHIGH AND WYOMING GOAL SERVIZIO USAI'PUNTARI LE E ORDINE GARENTITO MAIN OFFICE: 25th above MOORE STREET i: RANCH OFFICES: 152(> Dickinson St. Bll Wilder Stret ITALIAN CHEEòE MANUFACTURING 35th & Lancaster Ave. Philadelphia, Pa. Formaggi, Ricotte, Mozzarelle, Burro e Ca ciocavalli manifatturati al vero uso Italiano Si eseguiscono spedizioni in qualunque punto degli Stati Uniti Chiedere il listino dei prezzi. 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