2 "LA RASSEGNA" published by LA RASSEGNA PUB. CO. SILVIO LIBERATORE Editor & Business Manager 920 So. lOth St. Phiia.. Pa. Subscription $2 per year "Entered as second-class mat ter June 2, 1917» at the post of fice at Philadelphia, Pennsylva nia, under the Act of March 3, 1879". ■ Mnnnnnnnnn n-ft-*-"- importantissimo punto può dirsi l'unico invero che vale la pena fare qualche consi derazione in ordine alla più gran de massa d'italiani uniti che noi si abbia dei "Figli d'ltalia' .ntendiamo parlare. Il programma di questa isti tuzione è oltremodo lusinghiero in tutte le sue multiple promes se, in tutte le sue caleidescopiche . multiformi utilità che si lascia lo intravedere a chiunque vi en :ri per farne parte. La norma tatutaria, la teorica seduce gran he; vediamo però se la pratica, .oè quella che è e sarà sempre a maestra sentenziatrice di ogni alcolo possa effettivamente dire altrettanto. E' da oltre dieci anni che at traverso le nostre colonie risuo aa, ripercuotendosi fragorosa mente, il bel nome, il gran nome dei "Figli d'ltalia" e, bisogna pur riconoscerlo ad onor del ve io, a cotanto bel nome s'è data .ino ad oggi, tanta e tale impor tanza per quanto ad altri meri .amente non si potette mai dare. Si dice, si suppone, si calcola i "Figli d'ltalia" oltrepassi no i centomila in tutti gli Stati Jniti. Invero, è questa una gran de massa di connazionali uniti sotto il vincolo di un rito che non ammette indisciplina o insubor jinazione e dalla quale molte, s randi e belle cose la massa i .tessa dovrebbe ripromettersi, per vivere meno a disagio la sua «ita lontana dalla protezione aella madre patria, in terre stra niere cioè dove, se miglioramen .o tangibile può esservi per noi questo miglioramento non deve e non può se non essere opera di woi stessi. Da una massa unita di oltre centomila, amalgamati a tenore ai buone regole statutarie, tante jose ognuno si sarebbe aspettato da lungo tempo. Invece, non so lamente non s'è fatto proprio nulla per il passato, ma quanto non ci sono buone prospettive che si stia per fare qualche cosa almeno in avvenire. Una massa organizzata di ol tre centomila, obbligata a pagare .e sue tasse nel modo fiscale co me i regolamenti del rispettabi le Ordine Figli d'ltalia ha sapu lo illuminatamente imporre, do vrebbe essere capace di molte i tituzioni proprie. I "Figli d'lta lia" invece stanno rumorosa mente facendo parlare di sè da tanti anni, ma, all'infuori di nuo vi soci che vi entrano a far par te e di nuove logge che vi si ag gregano con tutto un entusia smo degno di migliore causa, non un ospedale, non un ospizio, non un orfanotrofio, nemmeno una (jiccola scuola che a cotan to bel nome s'intitola-.se. Lasciamo senza discute e tutto quello che avviene negli ltri centri e fermiamoci solo a ire ancora un pochino dei mol issimi "Figli d'ltalia" di tanza i Philadelphia; dove si contano circa una sessantina di con un approssimativo di dieci mila soci. Con la solita nostra franchez za, che spesse volte fece dire di iioi e per la quale tanto risenti nento ce ne provenne dalla par te di chi mal la sopporta, di remo subito che a Philadelphia, in mezzo a noi cioè, l'istituzione dei Figli d'ltalia è solo causa di lotte continue, pettegolezzi, ca paci solo a dividere gli animi, an ziché affratellarli. Spieghiamo pure subito che questi spiacevo li per quanto dannosi incidenti ed inconvenienti non sono allat to causati dalla massa aggrega ta all'ordine; ma se essi vengono j e si deplorano lo è solo per l'ele mento dirigente, che, quasi sem i. pre animato da secondi fini di -'puro interesse e tornaconto per r sonale, trova modo a di " strarre l'attenzione della massa " dal vero concetto inspiratore " delle tinaiità dell'"Ordine". Abbiamo detto di esser fran • chi e di non usare reticenze lad dove il caso richiede invece chia ■ rezza di linguaggio per mettere [ a nudo certe scottanti verità; e seguitando nella nostra fran chezza non esitiamo a dire che l istituzione dei "Figli d'ltalia"? ove non dovesse cambiai capi che dettero fin qui cattiva prò . va di sè, diventerebbe un serio pericolo per tutti i buoni in ge nerale, anche per quelli compresi nell'ordine, giacché s'è visto chiaramente che della massa celta gente usa farsi scudo per soli fini di disonesta consorteria, ' mentre gl'interessi della massa ) istessa vengono trascurati in maniera tanto evidente pei quanto colposa. Dovrebbe quindi ognuno ac corgersene bene, capirlo a dove re ed insorgere energicamente, giacché l'altrui noncuranza per certe cose vuol dire tacita ac quiescenza all'opera cattiva degli altri; di conseguenza gli sfrut tatori dell'Ordine, vedendosi im plicitamente autorizzati ad agir male, prendono sempre più nuo vo vigore, maggiore forza, ulte riore baldanza per il compimen to di opere di maleficio che van no sempre riassunte a totale be neficio proprio e al grave disin teresse della comunità. In mezzo alla grande famiglia dei "Figli d Italia" vi sono senza dubbio degl'individui che potreb bero con ogni buon criterio sali re i gradini di certi seggi. Per chè ailora non si fanno innanzi , | con un grande lavoro di lotta ad oltranza- senza del quale è inu tile sperare in una epurazione dell'Ordine? Fintantoché in mez- , zo ai buoni vi saranno i cattivi, i è inutile sperare che dall'unione di molta gente ne possa venire il bene; meglio sarebbe a non esse re uniti allora, perchè potrebbe ognuno provvedere molto bene ai casi suoi senza andare incontro a 1 tutti quegli inconvenienti che, nella varietà dei casi, sono una 1 naturale conseguenza dei sodali- 1 zi malamente amministrati. CURIANGELO . i Cicakp Grilli ® Zanzare : i I tribunali coloniali! Men- . tre tutte le corti di giustizia or- i dinarie .-on solite prendere le lo- ( ro brave vacanze col sopraggiun- . gere della state, i nostri tribunali i coloniali lavorano a tutto anda- i re invece. Bisogna pur dirlo perchè è la dea Giustizia che lo | vuole, essi, nella elalxuazione di • ogni considerando delle sentenze j che pronunziano, riescono sem- 1 plicemente edificanti ! i, Continua alacremente, da par-i, te della consorteria degl'innomi nabili, il lavorio di -odalizio e di, società ; ne avremo per chi sa quanto tempo ancora e non c'è da meravigliarsene quindi se, per ogni settimana, spuntano alla luce de. Signore dei vibrati ordi ni del giorno per la condanna al ia galera di un tizio o alla fu cilazione di un 'aio; ordini del giorno invero lunghi e Viene ela borati, tanto lunghi t- tanto ela borati che a volerseli sciroppare fino alle ultime parole signifi- < cherebbe riportare Pistesso ef fetto che potrebbe aversi beven do un purgante di sale inglese < dèlia dose di mezza libbra. Ma chi annette grande o poca i importanza alle severe decisioni dei nostri sodalizi quando, sobil lati da chi si voglia, dimenti- i cando l'umile e doveroso scopo i LA RASSEGNA PHILADELPHIA, PA, SABATO. 14 LUGLIO 1917 del mutuo soccorso, vogliono sa lire gli alti seggi della Giustizia? Ben pochi invero» e sono di quelli appunto che o lo fanno perchè hanno interesse a farlo, o per chè non sanno; perchè tutti gli altri dal cervello sano in te sta sanno come si provocano e che cosa valgano tutti i delibe rati dei nostri sodalizi, che si vol lero prendere fuori l'ambito delle proprie attribuzioni e per fatti poi dove ogni ingerenza indiscre ta ed illegittima non dice che il tornaconto diretto ed esclusivo degli arrutfapopoli, senza tan gere menomamente le persone che vogiionsi prendere di mira per una qualsiasi ragione che, al lo stringere degli argomenti, poi, non è che occasionalmente op portunista e capricciosa. Se non fossero a brigarli la con sorteria degl'innominabili, noi non assisteremmo alla comme dia dei deliberati protesta perchè, è tanto e tale il buon con cetto che abbiamo delle masse che costituiscono i nostri sodali zi, da essere indotti a credere e ritenere fermamente che esse non si abbandonerebbero mai ad atti inconsulti, ove non vi fosse ro trascinati in buoa fede. In mancanza di una parte op ponente, riesce facile a chiunque facinoroso di società la con sorteria degl'innominabili ne mantiene al servizio parecchi e tutti dall'unghia lunga e dalle fauci avide sorprendere la buonafede di un'assemblea ed in durla supinamente a senten ziare. In contradittorio però la cosa muterebl)e d'aspetto; e noi non crediamo d'ingannarci quan do asseriamo che, in questo ca so, il voto di biasimo sarebbe in dubbiamente dato, invece che al la persona accusata dalla consor teria, al facinoroso proponente e alla consorteria istessa. Questo è il concetto che noi ci siamo oramai formato intorno ai nostri tribuna/i coloniali ed agli altamente concettosi deliberati cui soglionsi abbandonare ogni qualvolta le burrascose lotte co loniali s'ingaggiano fino a rag giungere l'apice, il colmo, così come per quella che si sta com battendo ora. La parata dei Figli d'ltalia Allorquando fu tra noi la Missio ne Italiana, i "Figli d'ltaiia", sfi lando in grande parata al coman do dell'lndomito Servitor del Re, dimostrarono quanto si fosse nu merosi e forti anche in terra | straniera. Una bella dimostra zione di "forza numerica" (sic) invero di cui moltissimi andaro no giustamente superbi. Col solito sistema di asserire sfrondatamente il falso, la con sorteria degli innominabili ha voluto attribuire al Cav. Baldi il torto di essersi intrigato a segno acchè il permesso per la parata non fosse stato accordato dalla competente autorità di pubblica sicurezza. Tutto questo non è vero come non sono e nè furono mai vere tutte le cose che si as seriscono dai soliti e non mai ab bastanza deplorati mestatori che affliggono la Colonia. Però, per tutto quello che ne è venuto di conseguenza a danno ed a lesione seria dei sentimenti 'del nostro vivo patriottismo, me glio sarebbe stato che la parata non si fosse fatta. Eccone dette subito le ragioni: Fu con rincrescimento notato da quelli della Missione che il novanta per cento quasi di tutte !le migliaia di Figli d'ltalia che -filarono in parata era costitui to di giovani e di adulti cui sa rebbe stato molto bene in ispal la lo zaino ed il fucile là sui cam pi dell'lsonzo e del Trentino do ve si combatte una guerra di re denzione. Presumibilmente, si volle osservare che in mezzo al novanta per cento la più parte doveva essere costituita da di sertori, e noi -non vorremmo che certi rilievi spiacevoli a nostro riguardo ci venissero fatti pro prio quando noi ci crediamo di metterci innanzi per meritare u na promozione. Se certi capi condottieri di masse fossero accorti in tutte le cose così come lo sono sempli cemente per curare i loro inte ressi a danno sempre degli altri, oh quante mortificazioni ci sa rebbero risparmiate ! Don Procopio PREZIOSE CONFESSIONI DEL PREZZOLATO DEI BANCHIERI A sempre più illustrare la fi gura del Grande Venerabile Old. F. d'l. per lo Stato di Pennsyl vania togliamo da "L'Opinione" del 17 febbraio 1912, e, questa volta, rispettosamente dedichia mo al Cav. G. Gentile, Regio Console a Philadelphia: Non ci reca affatto meraviglia se lo sgherro, pagato da taluni "banchieri" o "banchisti" che siano, per distrarre con una in fruttuosa polemica la nostra at tenzione dal coraggioso e nobile movimento da noi intrapreso, in appoggio all'azione dello Stato, .per liberare da certe sanguisu ghe i nostri poveri emigranti ; non ci meraviglia, dicevamo, se questo sgherro si mostra asso lutamente refrattario a qualsiasi resipiscenza di ogni sentimento morale. E' quistione di forza a tavica contro cui- finora, ogni conato della scienza psichiatrica è riuscito assolutamente infrut tuoso. Al nostro consiglio, di tornare ai bei tempi in cui egli, "sociali steggiando", riuscì a carpire, mentre trovavasi in carcere per libello, con la complicità dei suoi compari, la bella somma di S4OOO a quei contadini della campagna, che ora tradisce; a questo no stro consiglio risponde, vantan dosi, con una incredibile spudo ratezza. che egli lo sgherro ora guadagna "il quadruplo della settimana di quanto raggranella in un mese un povero impiega to." Quale preziosa confessione! "Non col giornale?" però*", egli ag giunge fra parentesi, e noi dob biamo credergli, poiché "col gior nale" intendi: avvisi, abbona menti, lavori tipografici imposti a diverse società di M. S., sfrut tamento d'operai etc. —, il fac totum del mondezzaio di Carpen ter St., non arriva certamente a raggranellare nemmeno tanto da pagare il sabato sera quelli che lavorano per lui. E' indiscutibile però, che i "lauti guadagni" da lui vantati con tanta spudoratez za, gli provengono appunto "a causa del giornale". E non può essere diversamente; poiché, es sendone il factotum e consacran do tutta la sua detestabile ener gia al maneggio di detto mon dezzaio, non può egli darci ad in tendere che "i lauti guadagni" gli provengano da altra fonte, co me ad esempio, della professione del barbiere che egli più non e sercita da quando, di punto in bianco, s'improvvisò per "gior nalista." E pretendereste, ingenui let tori, che uno si presti per Yiulla a fare, per esempio, da "sgherro e manutengoli" a taluni "ban chisti" ed "esercenti di bische"? E vi paiono troppi $250 la setti mana, quanti lo stesso manuten golo afferma di guadagnare? Non sapete che, presso tutti i popoli, il mestiere del "boia" fu sempre lautamente retribuito? Ora, questo malvagio che da 15 anni sta terrorizzando ed am morbando tutta la colonia e fuo ri, avendo alfine trovata, come suol dirsi, "la forma pel suo pie de", uno cioè che sa fustigare a sangue tutti i malviventi, inco mincia a mostrare un senso di stanchezza e lascia trapelare l'in tenzione di voler "tagliai - corto" all'attuale polemica. Noi però non gli prestiamo fede, poiché, conoscendo di che densa epider mide si corazza il volto dello sgherro malvagio, siamo sicuri che egli invece è capace di pro trala all'infinito, avvalendosi però sempre dell'arma di Don Basilio: la maligna insinuazione, j D'altra parte quando si è pagati j con $250 ia settimana, non v'è ragione di smetterla, uè si ha il diritto di accusare stanchezza. Siamo miL invece, che a reci dere il nodo gordiano, scegliere mo altra strada, la. più diritta. Senza dare più ascolto ai latrati dei cane famelico, ne ricerche re mo gii aizzatori ed a tempo op portuno, che non tarderà, non li faremo benedire ia pagnotta git tata al cane per abbaiarci ai le calcagna. Peja AVVERTENZA A tutti i sofferenti di cancre ne o piaghe cancrenose. 11 più grande e meraviglioso j rimedio è quello dello specialista Vincenzo Cipolla. Rimedio infal libile e sicuro per la guarigione di esse. eDtto specialista col suo nuovo ritrovato, a cui diede •! <ìg me di "Balsamo Dei", dei veri miracoli. Questo nuovo benefattore del l'umanità, richiama l'attenzione di tutti coloro che sono affetti di detto male a voler ricorrere a lui se bram(ano una sicura e pronta guarigione. Dirigersi al Numero 1431 Morris St., Phi!a delphia. Non si riceve pagamento se non a guarigione completa. Tutti quelli poi che sono lon tani, possono scrivere indicando la loro malattia ed il suddetto si assumerà la responsabilità della loro guarigione. Both Phones Notary Public Pererlia Realty, Inc. 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