Both Phones ANNO I. No. 13 RIPETIAMO ancora una volta clie noi non s.a --,„o contro i istituzione (lei i'igij d'ltalia. Sorgemmo invece e ri lllHrremo in breccia pei combat tere tutti i disonesti che si anni dano nell'Ordine; ciò a salva guardia ed a tutela di tutti i buoni cne nella grande maggio ranza ne formano la rispettabi le compagine. Quelli cne noi abbiamo preso a conioatiere >anno ancora tacen do delle maiigne insinuazioni contio di noi e non risparmiamo nessun'arnia illecita per nuocere agl'interessi del nostro giornale allo scopo prefisso di farlo cade re. Infatti a parecchi l'adenti parte dell'Ordine sono state fat te imposizioni perchè ci toglies seio l'avviso. Per la rigenerazione politica coloniale Anche in questa settimana i) foglio palese della consorteria de gli innominabili, che pretende di andare a capo d'un movimento inteso a rigenerare politicamen te la nostra Colonia, ha scritto a lungo intorno all'importante ar gomento, . lavorando di grandi titoli e. come al solito, di molta _ fantasia. Avrà certamente ere duto di aver fatto una gran co sa cosi seguitandosi a compor tare e non vorremmo essere noi a distogliere da tanta creden za gl'illustri compilatori di tanto foglio e tutta la caterva dei non meno illustri ed onorevoli acco liti che, al certo, vi si saranno abbeverati avidamente fino a dissetarsi con soddisfazione. / Noi, sebbene ancora una volta gratuitamente tacciati di "vol garissimi pennivendoli", segui tiamo ad intervenire nella qui stione con gl'istessi criteri con cui vi entrammo a principio, chiamati a difendere la causa particolare di nessuno, solo per dovere di missione inteso sempre al di là di qualsiasi tornaconto personale, sempre elevantesi di molto su tutto ciò che potesse dire, all'occorrenza, di strenua e morbosa difesa degl'interessi di una qualsiasi casta in lotta se greta oin conflitto aperto con quelli generali di una comunità organizzata. Seguitando ad intervenire nel la quistione non possiamo a me no di farlo con tutta l'obbietti vità consentita ai nostri modesti criteri ; e se tanta liberalità di a zione potrà far dolere il capo a qualcuno, noi non abbiamo pro prio che fare per impedire o per rimediare a tanto male. Vorrem mo poter contentar tutti, senza fare dispiacere a nessuno, senza urtare menomamente la suscet tibilità di alcuno; ma come fa re, quando la necessità delle co se, la forza del ragionamento, la logica ci costringono a lasciare degli scontenti, dei corrucciati e dei corrivi? Questo è dolorosa mente il mestiere del giornali sta; così e non altrimenti va as solta la delicata missione del giornalista; si risenta chi vuole, adunque, perchè peggio ancora sarebbe esimersi colposamente dalle doverose attribuzioni di un esame attento e di una critica spassionata intomo ad una qui stione di una certa importanza nei rapporti dell'ambiente e del -1 elemento che fisicamente lo co stituisce. Abituati oramai alle sfuriate donchisciottesche" di certa IT ALI A N WEEKLY NEWSPAPER -» Devoted to Uie welfare and aciv a n cerne 111 of the Italiana in America S. LIBERATORE, Direttore sappiano tutti i buoni Figli a ltana che il nostro giornale sa rà sempre il migliore difensore ' idei loro interessi; e sarà seni-! pie contro le camorrette orga nizzate nel seno dell'Ordine 1- stesso ad opera e ad esclusivo tornaconto di tutti quelli che ne sono i capi, e degli altri che cie camente ne sono i fedeli gregali. Ad onta di tutte le cattive arti che potranno adoperarsi contro di noi. il nostro giornale non lo faremo cadere; si sappia poi ciie . i nostri migliori sostenitori li vantiamo tra un gran numero di I "Figli d'ltalia" che vuole assolu tamente che l'epurazione del l'Ordine avvenga cosi come ogni onesto individuo la possa deside rare. La Rassegna stampa, dopo le prime sbrodola tine, che non ebbero altro merito se non quello di richiamare un pochino l'attenzione del nostro pubblico per metterlo solo in vi va curiosila e, quindi, in solerte aspettativa per ì numeri avveni re. eravamo ben convinti che as solutamente niente d' positivo gl'illustri compilatori fiel foglie ligio alla famosa consorteria che vuol riformare il nostro am biente politico, sempre nei rap porti del Cav. C. C. A. Baldi che, supposto l'artefice di tutti i no stri guai, s e preso di mira con 1 intenzione determinata di de bellarlo. Dopo l'apertura di un fuoco di fila cne e durato parecchi nume li e moltissime colonne; dopo l'annuncio pomposo e mirabolan te di una grande riunione nei lo cali de "11 Circolo italiano", do ve sarebbe dovuto convenire tut to il nostro migliore elemento ; dopo tutto il baccano l'atto fare su parecchi giornali americani, come se per la illustrazione di certi pettegolezzi non fossero ba stati quelli in nostra lingua; do po tutto questo, diciamo, in que sta settimana, ci saremmo aspet tato, se non molto invero pere le rape non dànno sangue al meno qualche rivelazione dicenti e deponente contro l'individue che si vuol detronizzare dal pie distallo che è riuscito a crearsi in politica. Quando parliamo di rivelazio ne intendiamo dire di tutta 1; somma dei gravi torti che gli s: rimproverano, di tutti cioè gl errori che gli si vogliono attri buire per dato e fatto della sui autorevole inframmettenza nel la politica locaie ai danni delh ( lolonia. Si parla di errori e di torti, d abusi e di ingiustizie; se ne pal la tanto per parlare, così, in ur modo incerto, vagamente; pere non si è abili a denunziare alcui fatto determinato dal quale pos sano in qualche modo emergere elementi di verità capaci a din eloquentemente di quelle respon sabilità che, con l'istessa prete sa degli amministratori di giù stizia dal seggio alto e dalla to ga lunga, si ha la severa inten zione di attribuire. Nelle accuse in genere perì bisogna essere espliciti, precisi veritieri ; ove ciò non si riesca i fare, le accuse cadono sotto i peso della propria mole e l'indi viduo che ne rimase passibile, e sce dal saggio della giustigia pii PHILADELPHIA, l'A.. SABATO. 14 LUGLIO li>l7 pulito e più forte di prima, come un qualsiasi metallo prezioso, I ( coni uso in mezzo ai cattivi, pos sa uscire dalia prova del cro | giuolo. il loglio della innominabile consorteria che sta a capo del- I attuale movimento contro il Cav. C. C. A. Baldi, invece di darsi alia ricerca delle ragioni che lo giustificano nei rapporti della sua vita politica e di espor le ed illustrarle al pubblico che dovrebbe in questo caso dire la sua ultima paroia, ha sciorinate ire lunghe colonne della solita prosa masturbatrice, parlando e riparlando di tutto, eccetto di quello che effettivamente avreb- i be dovuto dire a servigio del ! gravoso compito che s'è voluto assumere. Ha, intatti, rievocati nei rap porti del Cav. Baldi i ricordi de gli incidenti occorsi per la lista inviti al banchetto Missione; ha poi voluto parlare delle società di S. Biagio, Santa Barbara, Ma ria SS. deile Grazie e Maria SS. dell'Assunta che sfilarono in pa rata per la commemorazione a Giosuè Carducci al 1907 tan to per ricordare che "La Voce del Popolo", d'infausta memoria, truffata brigantescamente ai malcapitati azionisti, fece a quel l'epoca un certo commento, ri cordando Telamonio Aiace, con tro la persona del Cav. Baldi; più sotto parla di un'altra comme tti orazione ; di quella a G. Gari baldi ,e ne dice solo per dire che Baldi non v'intervenne; andan do più oltre ricorda la conferen za Ferrerò e lo fa solo per ricordare che Baldi non la onorò | di suo intervento; infine ancora I v'iene il famoso congresso degli | italiani all'Estero, e di questo i congresso si vuol fare ozioso ri- I cordo solo per dire che Baldi'non | io favorì secondo altri avrebbero j preteso. Noi non comprendiamo, inve ro, perchè gli scrittori del gior nale della disonesta consorteria possano essere così scemi, così sciapiti nel concepimento e nella elucubrazione di certi capitoli che dovrebbero, di fronte al pub | lilico, avere il merito di chia marsi coefficienti costitutori di un articolo. Prima di tutto nessuno ha il dovere di credere ad un bugiar do cento volte provato e cento volte bollato ; ma ammesso anche che, nelle su menzionate contin genze coloniali il Cav. Baldi si fosse per davvero comportato così come i suoi avversari vo gliono oggi ricordare, niente, proprio niente vi sarebbe da os servare in contrario. Baldi po trebbe sempre dire: "mi manten ni lontano, fui estraneo a quelle manifestazioni per il solo, sem plice fatto che sapevo di potermi trovare in cattiva compa gnia. Mi sarei potuto incontrare con qualche usurpatore di azioni o diritti ereditari, con qualche in domito servitore del Re, oppure con un truffatore provato, con un indiscusso appropriatore in debito, o magari con un falsario ed uno spergiuro. Per cui non vi intervenni." Il Cav. Baldi, a dire degli al tri ed anche nostro sarà quello che sarà, ma non difetta di logi ca edi avvedutezza però; guai allora ad avere a che fare con tanto avversario; significhereb be nè più e nè meno di scherza > re col leone ad occhi aperti ; ed o , gnuno dovrebbe capire quanto t sia pericoloso un giuoco di que -1 sto genere quando specialmente . non si è armati a segno da poter - ferire mortalmente, i Questo è tanto che dovevamo rispondere agl'illustri compilato ri del foglio asservito ciecamente e settariamente agl'interassi della nota consorteria che noi abbiamo preso a combattere f,ino a scompaginarla, a vincerla, ad annichilirla, senza pericolo di poter soccombere nella lotta, perchè l'esperienza ci ha inse gnato che le fcause combattute in nome della verità, po tranno subire delle soste, delle dolorose soste, è vero, ma alla fine vanno sempre vinte, strepi tesamente vinte con l'umiliazio ne più grande da parte dei d' s °- , nesti avversari che ebbero l'au- J dacia di opporsi alle opere buono di quelli che non furono mai di-1 «onesti nel campo delle sociali tenzoni. Viene la volta dell'onorevole j "11 Circolo Italiano" il quale, con ! coraggio spartanamente colonia- : 1 le, non si sa por quali ragioni s'ù ■ voluto assumere la paternità pu-| tativa dello insensato attuale | movimento pseudo-politico inspi rato e mosso (là pochi disonesti bollati che non dovrebbero avere : il coraggio di comparire, affac ciarsi, approssimarsi ai balconi, delle nostre cose di colonia, di quelle cose cioè che mille volte hanno tradito, mille volte hanno j defraudato, mille altre ancora hanno trafitto in modo indiscu tibilmente evidente, oltremodo ! palpabile e tangibile. "11 C.« , Ltd-iuiio" tenne so lennemente la sua brava riunio ne la sera del 9 corr. mese. V'in tervennero, al dire del foglio del la disonesta consorteria, molta gente. 1 locali al dire sempre del ragguardevole foglio non | furono capaci di contenere tutta la l'olla di illustre popolo che convenne all'adunanza; tanto che si fu costretti sostare su per i corridoi e le gradinate. E tut to questo non ostante che la "se rata fosse pessima" e di fuori "piovesse dirottamente". La notizia di una riunione a "11 Circolo Italiano", per l'oggetto cui si annunziava, non ci dispiac que sotto verun senso. Anzi l'a spettammo con tutta l'ansia di giornalisti abituati a comentare le cose senza passione, e ci sa rebbe piaciuto invero che da tan ta strombazzata riunione fosse venuto fuori qualche cosa di al quanto solido per una almeno robusta nota di cronaca. Invece anche dal risultato del la seduta de "Il Circolo Italiano" abbiamo appreso che nei riguar di del Cav. C. C. A. Baldi si vo gliono soltanto fare, tessere su perficialmente delle chiacchiere, giacché allo stringere degli argo menti, al tirar delle somme tutta la rumorosa gazzarra si ridur rebbe ad un meschinissimo "re bus" la di cui spiegazione è que sta: "Levati tu di lì, perchè ci voglio stare io." Se a tutto questo si riduce il programma dei focosi rinnova tori del nostro ambiente politico, noi sfidiamo chiunque a dimo strarci come e perchè si abbia ragione a sostenerlo a buon di ritto. Contro il Cav. Baldi, nostro avversario si noti, non s'è prodotta alcuna prova per infi giarlo in qualche modo nelle sue azioni di vita politica. Si son prodotte e fatte delle chiacchiere solamente ; ed ognun sa che con le chiacchiere non si riesce pun to a toccare l'animo dei nostri coloni coscienti fino a conver gerlo alle finalità erronee, sba gliate o disoneste cui si mira con un movimento che ebbe il grave torto di nascere rachitico e gra mo. In mezzo ai buoni del movi mento vi sono invece anzi se ( ne possono e se ne devono dire i capi dei mascalzoni provati, (lei ladri autentici, dei truffatori, degli indebiti appropriatoli, dei falsari e degli spergiuri che la Colonia conosce attraverso tutta j una storia documentata. Come j puossi pretendere allora che Iti Colonia dia ascolto a della gente I bacata contro quella che non può 1 per nessun verso, a base di prove j sempre, chiamarsi altrettanto? La Rassegna Comunicato In risposta alla lettera aperta al Sig. Domenico D'Aguanno, Grande Venerabile dell'Ordine Ind. F. d'l., pubblicata su "La : Voce della Colonia" di oggi, a fir ma del Sig. Gennaro Titonianlio, E così Signor Tito Manlio vi ■siete voluto immortalare metten do una firma! Se aveste letto, non diciamo scrit to, percl\e non avete mai saputo ■ scrivere, ciò che vi hanno fatto firmare avreste rilevato nel pi jstolotto la vostra biografia, che vi dipinge un minchione perfet to. Vi sapevamo un esimio man 'giatore di maccheroni degno di | esibirsi al pubblico nei barracco ni di Arch St., vi sapevamo un povero di spirito, ma non avrem mo mai creduto che voi stesso vi : foste confessato un traditore. Una domanda, Signor Tito Manlio. Perchè stavate nell'Or 'dine Indipendente, quando voi lo credevate indegno di conservare nel suo seno, una personalità illustre come la vostra? Perchè transigeste sulla vo stia onorabilità per tanto tem po quale conservatore di un te soro nominale, voi abituato a gavazzare tra ori e tesori vostri personali? Perchè signor chimi co in crusca e carrubbe, avete a spettato tanto tempo per mette re la pace nella vostra famiglia liberandovi di un Or dine che ora proclamate postic cio, pel quale tenevate divarica te le cosce per avere i piedi in due staffe? La risposta ve la da te voi ; risposta giusta perchè ve ritiera, ma che mette sempre più in vista la vostra figura ta pina di egoista. L'amico! dite! Sì. Troppi a mici vi furono per voi! Troppi amici vi protessero, troppi amici vi elevarono dai baracconi di Arch St. per por tarvi sui soffici sedili di un au tomobile, ma che cosa vi mo straste voi? non altro che una mignatta la quale quando bene si è abbeverata, si stacca e vomita nella cenere il sangue succhiato. Ed avete anche la sfacciataggine di far dire che non avete mai te nuto alla carica di Grande Teso riere. Voi! il pallone gonfiato, che vi risentite tanto per essere stato mandato via? voi, che ogni atto della vostra vita infarinate di ofanità ed ostentazione? Voi, che siete diventato un nome non altro per la fortuita combinazio ne di questa acredine di lotte! Chi mai vi ha tenuto in conto di persona pensante? Voi per l'Or dine eravate come uno di quei fantocci di paglia che si mettono sulle bighe di grano, per dire ai passeri: "qui c'è un uomo", il quale uomo poi finisce col resta re screziato dagli stessi passeri coi loro escrementi. Ecco in che concetto, signor Tito Manlio, vj teneva l'Ordine Indipendente ■ Figli d'ltalia; neppure vi si con siderava una figura decorativa, poiché sarebbe stato una figura . bugiarda e di tinta sbiadibile dai balli e capelli al resto della persona. JNon gonfiate quindi, a uue mani, vi sospingiamo all'al ; tra parte come coioro che si li berano di un appestato, dispia centi solo di indirizzare il mor | UOSJ immezzo a gente che non consideriamo nemica; anzi faccia ino augurio che voi per l'altr'Or j dine non siate la crisalide. Tintiti ; ì «ardo, il balordo, il traditore, lo | : irriconoscente, come siete stato La Common Pieas Court IN. 1 ha dato parere contrario per il Charter ali Urdine figli d Italia m Penna. L'avvocato M. C. Goglia, Assi stente City Solicitor, adducendo che gli scopi deil'"Ordine" po trebbero divenire politici e socia listi, da permettere boicottaggi, presentò, all'udienza del 10 cori'., presso la Common Pleas Court N. 1., formale opposizione perchè venisse rilasciato il "Charter" aH'"Ordine Figli d'ltalia ili A merica", per il quale era stata fatta richiesta dalia Grande Log gia per lo Stato di Pennsylvania con sede a Philadelphia. Il giudice Yeckes, nel pronun ziarsi contro il rilascio del Char ter, ha così motivata la sua deci sione : "E' nostro dovere di stare in guardia contro due prevalenti tendenze che la Corte giudica contrarie alla nostra comunità. La prima: Che individui si co stituiscami in società con lo sco po di evitale le licenze legali; e l'altra che gli stranieri si associ no fra di loro con lo scopo, e cer tamente col risultato di preser vare la loro nazionale identità, così distinta dalla nostra invece di unirsi liberamente alle associa zioni americane per dividerne i costumi ed i pensieri. "Nonostante le mode popolari prevalenti per giungere àd ab bracciare gli llottentot, i canni bali. i Maley e tutti i pagani nel nostro corpo politico, anche i più selvaggi entusiasti in favore del rovescio del nostro glorioso pas sato, insisteranno che tutti colo ro che debbono venire dentro la nostra casa debbono infine mo strare di essere e di chiamarsi a mericani." Perchè i lettori possano for marsi un concetto esatto del co me stanno le cose intorno a que sto affare è necessario che si di ca o si ricordi loro, innanzi tutto, una cosa. L'"Ordine Figli d'ltalia" fu i stituito e vive tuttora sotto la protezione del "Charter" che, in nome della Suprema Loggia, fu conseguito dalle corti dello Stato di New York dove la stessa ha la sua sede. Però, ad istanza del signor Baldo Aquilano, Supremo Orato ri dell'Ordine, il "Charter" è stato, ai primi del mese scorso, impugnato di "incostituzionali tà" presso una Corte di New York ed il caso è tuttora pen dente per la decisione. Stando alle ragioni addotte dal signor Baldo Aquilano ed al giudizio poi di persone competen ti, c'è da temere moltissimo che la Corte annulli il "Charter"; anzi i maggiori dell'Ordine lo presentono dolentemente. Nella quasi certezza, quindi |che il "Charter" sarà perduto a New York, s'era voluto tentare j una parata di salvataggio nello Stato di Pennsylvania, chieden do un nuovo Charter, perchè, o jve fosse venuto a mancare il primo, si sarebbe ricorso alla , cappa provvidenziale del seconde per seguitare a poter agilmente | manovrare la grande macchina, il i.ave congegno dell'Ordine in 5 soldi la copia UFFICIO: 920 So. lOth Street l>er noi ; e die domani non vi sal ii il grillo di far da voi; (voi non avete latto mai niente di testa vu.iU'a, neppure la lettera bulla v utc ueaa coionia), perchè se cosi vi prenggeste, inimicandovi auciie 1 vostri nuovi acquirenti, ucnnariello, parola d'onore, non tarderemo moito a rivedervi nei baracconi di Arch. Gl'lndipendenti accordo e con l'acquiescenza del le leggi dello Stato sotto la di cui giurisdizione la Suprema Loggia e obbligata ed autorizzata al con tempo di compiere la sua alta i unzione. Le considerazioni della Corte, che ha dato parere contrario per ìa concessione dei Charter dietro l'istanza della Grande Loggia per lo Stato di Pennsylvania, sono di una tale e tanta gravita giuridi ca e di ordine sociale da lasciare giustamente presagire che, con quasi certezza, la Corte adita in New York per lo annullamento del Charter concesso alla Supre ma Loggia, darà ragione al ri corrente signor Baldo Aquilano. Ed allora V noi ci doman diamo. ' Allora l'Ordine Figli d'lta lit», rimanendo senza "Charter", ove non si riesca ad ottenerne un altro, sarà sciolto e. di conse guenza, sbandato. Tutti i disonesti che noi co raggiosamente abbiamo preso a combattere, a lottare ad oltran za entro le l'ile dell"Ordine", i quali peraltro, in più occasioni, non han sentito scrupolo di tra visare i fatti a nostro riguardo, àcendo credere, insinuando ad arte che la nostra lotta fosse con tro l'ordine in generale. non lasceranno passarsi nemmeno questa occasione per seguitarci a mettere in cattiva luce verso la massa, pel solo, pel semplicissi mo l'atto della notizia che impar zialmente riportiamo del "Char ter" opposto e per il commento poi che, spassionatamente, da giornalisti usi a fare solo il co modo della verità e della giusti zia, vi facciamo come altri ipo critamente non farebbe. Quésti signori disonesti si ac comodino pure, o meglio segui tino a fare il loro mestiere di fal satori del vero, perchè noi non ili seguiremo punto, nemmeno per una giustificazione qualsiasi dalla parte nostra. Dicemmo altra volta, e tornia mo a ripeterlo ora, che il con- I cetto informatore della regola di , riunire in un sol fascio, così co me si è fatto per i "Figli d'lta lia", tutti i connazionali sparsi all'Estero, allo scopo di educarli e disciplinarli con il cuore e con le opere al sei-vizio di ogni causa di pura e sentita italianità, è e sarà sempre quanto di più bello, ( di più idealmente fattivo si pos jsa concepire nei rapporti di tut ;to un programma di migliora . mento della condizione generale della massa dei nostri immigra ti. Chi venisse per dirne il con trario, deliberatamente, ed al solo scopo di fare dell'oziosa op posizione non potrebbe se non meritare la qualifica di miope attraverso la mente, .oppure di essere uso ad argomentare in tutto abito di malafede. Abbiamo detto però "educa zione e disciplina del cuore dei nostri connazionali per il sèrvi zio di cause di pura ed assoluta italianità" ed è proprio su que-