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L'assalto ai fondi delle Logge Ord
Figli d'ltalia
La scorsa settimana tutti i ve
nerabili delle Logge Ordine Fi
gli d'ltalia con sede a Philadel
phia furono convocati perchè de
liberassero sulla proposta di ri
metter su il quotidiano "La Voct
del Popolo" con i soldi principal
mente delle Logge. La delibera
zione venne regolarmente presa
con l'opposizione di un solo i|
sig. Giacomo Campaniolo della
"Francesco Crispi" sui termi
ni di indurre le logge rappresen
tate a comprare le azioni pel
giornale che si pensa di riesu
mare.
Decisamente incomincia l'as
salto palese ai soldi dei poveri
"Figli d'ltalia"; non v»'e più dub
bio oramai che l'idea dell'Ordi
ne" venne da certa genie acca
rezzata al solo, all'unico fine di
ricavarne da esso tutte quelle u
tilità, lecite ed illecite, che sono
sempre una conseguenza diretta
di ogni inframmettenza nelle
pubbliche amministrazioni quan
do occorre di vedere gente de
terminata a sgovernarle in per
petuo ad onta di tutto, a dispet
to di tutti.
Allorquando dieci anni fa—
in New VorK si pensò a gittare
il seme "Figli d'ltalia", —se
con propositi onesti o disonesti
non vogliamo discuterlo ora,
qui a Philadelphia nessuno seppe
dare alla cosa la dovuta attenzio
ne perchè, francamente parlan
do, nessuno della grande- massa
degli onesti che costituiamo si ò
mai dato ai pensiero dello sfrut
tamento doioso della massa i
stessa. Infatti per qualche tem
po l'istituzione dei "Figli d'lta
lia" venne trascurata fino alla
canzonatura ed alla derisione;
nessuno tra i seri ed i bempen
santi vi seppe annettere, dare
alcuna importanza perchè, se
riamente parlando, la cosa così
come si presentava a prima vista
andava considerata sotto tanti
aspetti, attraverso molteplici ri
guardi. Il programma ne era
bello per i fini della italianità
immigrata che si proponeva rag
giungere; addirittura lusinghie
ro era e diceva circa tutto il
resto, per come non sono mai
stati tutti i programmi licenzia
ti al pubblico per opera e merito
di quanti, all'estero, non seppero
o non vollero fare altro mestiere
se non quello di fabbricanti d<
sodalizii.
Attorno al programma per l'i
stituzione dei "Figii d'ltalia" vi
lavorarono certamente tene cer
velli dalla cosidetta vista lunga,
tanto lunga, diremo così, da co
stringere altri a guardare le co
se molto da vicino.
Mentre a New York si lavora
va per i "Figli d'ltalia" ed in no
me di questo bel nome già si in
cominciavano ad ingaggiare lot
te per la tanto strombazzata tu
tela dell'italiano all'Estero, a
Philadelphia si dormivano i son
ni più profondi. Dei "Figli d'lta
lia" nessuno ne parlava, nemme
no a titolo di curiosità ; anzi se a
qualcuno fosse capitato di sen
tirne dire per una combinazione
qualsiasi, all'altro non sarebbe
sialo difficile mostrare tutti i se»
gni della più evidente seccatura
In mezzo a tanta profonda in
differenza della nostra massa
verso l'istituzione "Figli d'lta
lia", vi fu però chi seppe nei suoi
rapporti inforcare gli occhiali
per guardare tiene di che cosa si
trattasse. Infatti l'esame, sebbe
ne leggermente fatto, ebbe
il risultato che doveva avere: nei
"Figli d'ltalia" ci sarebbe stato
da mangiar bene; per cui, subito
all'opera del preliminare scami
ciamento, per poi in seguito ar
marsi le mani di buoni arnesi
del mestiere ed incominciare l'o
pera di..„. costruzione "afi majo
ra".
Chi fu l'uomo che in mezzo a
noi seppe avere la vista così lun
ga da riuscire a leggere molte
bene gl'intrigati caratteri for
millanti il bel programma del
l'istituzione "Figli d'ltalia"?
Anche se non lo dicessimo, tutti
lo avrebbero indovinato: l'attua
le Grande Venerabile per lo Sta
to di Pennsylvania, quegli che
servi indomitamente la patria ed
il Ke, lo spergiuro, il falsario, lo
appropriatole indebito, il truffa
tore dalia lunga e dettagliata i
>tona tessutagli non solo da noi
su queste colonne, ma da altri ed
ili epoche ben dil ferenti e sulle
colonne di altri giornali.
Intatti egii si dette subito al
l'opera per l'istituzione di molte
logge non solo in città ma anche
tuori, e nel suo lavoro zelante,
alacre, intenso riuscì a suscitare
caie interesse in mezzo alle mas
se ancora vergini da indurle
quasi al fanatismo per tutto
quanto potesse e sapesse dire di
'Ordine"; tanto che di iogge se
ne sono istituite in gran numero
e, con molta probabilità, esse cre
sceranno ancora, giacché sembra
oramai che il nostro connaziona
le non possa ancora trovare la
via come uscire da certi ingra
naggi che non dicano altro se
non il suo continuo sfruttamento,
óotto la lusinga di una miriade
di benefici che o stanno sempre
molto a venire, o non vengono
mai, oppure quando essi son ve
nuti si sono pagati già cento
volte con i soldi della propria
saccoccia.
Da qualcuno di quelli cui sta
troppo a cuore la causa del Grai.
de Venerabile si vorrebl>e t fai
credere che tutto l'interesse che
questo signore ha spiegato per
u passato e spiega al presente
per la causa dell'Ordine sia tutta
un'opera benefattrice che com
pie nell'esclusivo interesse della
massa e per la quale opera la
massa istessa (e perchè non dire
anche la Patria ?)giiene dovrebbe
essere grata non solo ma bene
merente anche.
Noi abbiamo il piacere di esse
re di parere diametralmente, as
solutamente opposto, giacché la
asserzione non potrebbe essere
più' falsa di quella che è. E le ra
g-ioni le dician-'V»subito in breve,
promettendo di ritornare sull'ar
gomento in uno dei prossimi nu
meri :
Se il Grande Venerabile dà
L utta i'oj>era sua zelante aH"'Or
iine" lo è perchè è con l'Ordine
? sull'"Ordine" che egli vive.
Quante più' sono le logge- che i
si formano più' sono i fedeli che j
versano al santo padre pel cana
le della Grande Loggia che li
:on trofia borbonicamente.
Il Grande Venerabile tiene una
tipografia; tutti gli .stampati, di
:ui le logge abbisognano, devono
aer forza uscire dai suoi torchi,
»ena di cadere nella sovra
la disgrazia e passare il pericolo
ii essere messo fuori dalle file
iefia parata, così come accadde
il signor Giorgio Masè di Che
ster, Pa. il giorno in cui la Mis
sione Italiana fu a Philadelphia.
In quanto a prezzi ognuno cono
sce la discrezione del Grande Ve
le labile, specie quando si rivà
:on la «mente al fatto ch'egìi
;bbe il liei. coraggio di
àrsi pagare dal Comitato Uffi
•iale Italiano la somma di dolla
i sessanta per un lavoro che ne
aleva appena un terzo. Siccome
1 Comitato Uff. Italiano lavora
la a quell'epoca per un'opera di
jeneficenza * 1a ritenersi che il
brande Vene*, facesse allora un
orezzo di favore. Ognuno si figu
i adesso quali potranno esser
nai i prezzi che egii impone alle
me affezionate logge quando
lon è il caso di fare il munifi
:ente .
Il Grande Venerabile gira ogni
giorno, anzi fa sorgere la neces
sità di girare per le visite alle
ogge. Sarebbe d'altronde un
imbecille se non lo facesse.
Ne viene di conseguenza
ix>i il rinfranco delle spese di
'hotefl", pranzi, treni, e neces
saria trasferta.
Queste e non altre sono le ra
gioni per cui il Grande Venerabi
le è di un'attività fenomenale
per l'"Ordine"; mentre v'è anco
ra in mezzo alla, massa grossola
na chi non lo sa, chi non è ar
rivato a comprenderlo ancora,
chi forse non lo comprenderà
mai perchè non è tanto facile il
compito che ci siamo a.- ;unto di
andare con la nostra luce a fu-
LA RASSEGNA PHTLADKLPHIA, PA SABATO, 7 LUGLIO 1917
[gare le tenebre, che sono fitte
invero, fino all'ultimo angolo
delle nostre colonie dove vivono
"Figli d'ltalia".
Come se un tanto spudorato
' sfruttamento ai danni dell'"Or
' dine" fosse poca cosa, si stanno
ora gittando le basi per uno sfrut
tamento ancora maggiore, sem
-1 pie ai danni deli"'Ordine" istes
' «so, perchè in mezzo agli estranei
nessuno crede che la cattiva
pianta potrà mai questa volta al
lignare.
i>a nuova società editrice testò
sorta i>er riesumare il quotidia
' 110 "La Voce del Popolo" s'è già
data all'opera per riuscire allo
intento. 11 lavoro maggiore, cer
tamente. sarà compiuto in mezzo
' ade logge, perchè è proprio ai
soldi dei "Figli d'ltalia" che s'in
tende di dar la caccia alacre
mente.
Dire," ora come ora, se questa
nuova impresa cui loscamente la
consorteria Disilvestriana si ac
cinge. riuscirà oppure no, non
crediamo sia cosa tanto facile,
dato l'ambiente in cui viviamo e
date pure tante altre cose di na
tura stranissima molto comuni
nelle nostre colonie ed intorno
aile quali nessuno può' mai dire
con cert'aria di profeti. Però,
appunto per l'ambiente in cui si 1
vive, a preferenza delle buone, è
più' possibile che trionfino le
cattive iniziative, propendiamo
per l'affermativa; siamo del pa
rere cioè che i fondi che occorro
no per la nuova grande impre j
sa si riesca a carpirli ai "Figli
d'ltalia".
Se a noi fosse dato di parlare ad
uno ad uno a questi signori, se la ,
nostra voce potesse risuonare in j
ognuna delie logge do\e i soldi;
andranno a chiedersi, siamo si
icuri che l'impresa fallirebbe,!
giacché non difetteremmo di j
buone argomentazioni per di- >
mostrarne ed illustrarne
tutti i lati pericolosi.
Dobbiamo contentarci perciò' di
parlare solo dalle folonne -di que
sto modesto settimanale, di cui
ad aite gli avversari travisano il
programma ele grandi finalità
che si propone di conseguire, che
non tutti i Figli d'ltalia leggono
0 conoscono. Purtuttavia non
1 cesseremo un solo istante dal
j mettere in sull'avviso tutti quelli
!che, sempre per ragioni di "or
jdine" .potranno rimaner passi
bili di un inganno qualsiasi.
Ognuno stia in guardia allora
! e sia cauto di avvicinarsi con so
| verchia diffidenza ai nuovo amo
jche viene con tutta maestria
lanciato nelle acque dell'ormai
troppo caro a certuni "mare ma
gno" dei Figli d'ltalia.
Nessuno dimentichi infine che
"La Voce del Popolo" fu truffa
ta agli azionisti dal Grande Ve
nerabile per lo Stato di Penn
sylvania e venduta ad una Com
pagnia editrice di New York. E
i Grande Venerabile ne incasso' il
prezzo dai sette agli ottomila
dollari senza curarsi di resti
| tuire un soldo a nessuno di
! «nielli che avevano messo fuori il
denaro in precedenza ed in più'
| rincontri. Il nostro giornale ha
! parlato a lungo al riguardo,
j stringendo tanto gli argomenti
ì<:he' il Grande Venerabile è stato
| costretto a rispondere contradi
fcendosi e sconnettendo.
Con tali ricordi storici, di ve
rità inoppugnabile, noi ci faccia
mo un dovere di salutare la nuo
va compagnia editrice per la ri
pubblicazione de "La Voce del
Popolo", mentre ci facciamo l'au
gurio che la lista degli illusi e dei
corbellati di domani non vada ad
essere molta lunga e molto dolo
rosa. La Rassegna
L AMONAKCHIA DELLA DE
MOCRAZIA INGLESE
1 sentimenti repubblicani n»n
sono mai stati generali fra i! po
|)olo inglese, neanche quando
l'lnghilterra costituiva nominal
| mente una repubblica. La costi
tuzione, basata sulla volontà po
polare, si è venuta a mano a ma
no estendendo, si è adattata ai
tempi; il "sentimento generale"
che non è repubblicano ma demo
icratico, è stato perfettamente
soddisfatto del risultato: e la
' Monarchia non è mai apparsa co- '
sì popolare conio oggi, in Inghil
terra. Chè l'essenziale caratteri
stica della Monarchia costituzio
nale inglese è il supremo potere
del popolo esercitato attraverso
il Parlamento. Il He ha un potere
personale molto minore che non
il Presidente degli Stati Uniti, e
la Camera dei Comuni ne ha in
vece uno assai maggiore di quel
lo del Congresso. In realtà tutto
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ni dei ministri, e non è il Re che
fa e disfa i ministri, ma la mag
gioranza della Camera. "Noi sti
miamo e riveriamo la Monarchia
_ scrive il "Times" perchè
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