La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, July 07, 1917, Image 1
KISLSS6Q[II3I Both Phones ANNO I. No. 12 jLa nostra efficienza in politica e l'attuale movimento coloniale l# inconcludenti e morbose strombazzate di certa stampa as-1 servita ciecamente agl'interessi di una cricca di malintenzionati. 1 che 11011 ostante il sopraggi unge re delia canicola na voluto un po troppo ili questa settimana tal' sudare ì nostri buoni coloni, ci offrono l'occasione ui trattare di nuovo un tema intorno al qualu più volte scrivemmo per il passa to. L'occasione non ci dispiace in vero, come peraltro non ci sono mai dispiaciute tutte quelle chu danno campo a discussioni ampio e serene nel campo del giornali smo obiettivo, giacche riilette « tocca molto da vicino uno dei no stri più importanti problemi di vita coloniale. Onde sia essa la benvenuta. i Chi oggi si accingesse a dir» che la nostra Colonia non ha nel l'ambiente politico locale un va lore propoi zionato alla sua im portanza numerica non avrebbe latta certamente la più grande ! scoperta di questo mondo, giac- 1 che la cosa è tanto chiara, è tan to ovvia da non richiedere 1 au silio di molti o di pochi lumi pei esser vista e notata a dovere. i Di chi la colpa V lndubbi amente di un po' di tutti — "sètì'za' meno bisogna subito rispondere ;, principalmente di quelli che a* : vrebbero potuto lare molto men- ; tre fecero nulla, nell'interesse ] del nostro corpo elettorale nel corso di tanti anni, attraverso tanta evoluzione di uomini e di cose. La Coionia è andata, di anno in anno, crescendo non solo di enti tà economica, ma anche di forza numerica nessuno lo può giu stamente mettere in dubbio; mal chi pensò mai a disciplinarla in maniera che essa aumentasse anche di elettori? Nessuno di quelli che oggi, atteggiandosi a tribuni condottieri, vorrebbero far la voce grossa, nessuno dei tanti che solo oggi, per chissà quali ragioni, vorrebbero occa sionalniente esporsi dai balconi della politica locale, proclaman done la necessità assoluta pei interesse collettivo coloniale. La stampa, per esepipio, non ha mai fatto alcun che di vera mente positivo per coltivare a dovere il nostro campo politico, mentre, ove si fesse veramente insistito a dovere intorno a cer te cose, ognuno se le sarebbe messe in mente da anni così co me pretendesi che ora si faccia in un momento, per effetto di una semplice rumorosa suonata di trombe che, a giudizio di chi usa ragionare col cervello, può sem- ! pliceniente lasciare il tempo che j trova e nulla p»ù. Certe cose, , Perchè sortiscano l'effetto dovu- ! to hanno bisogno di una seria, Paziente e lunga preparazione; occorre cioè che intorno ad esse vi si lavori con giudizio e fermez za > senza tentennamenti, senza riserve, senza reticenze, senza risparmio di sorta. Chi pretende di riuscire facilmente neù diffici le e di affiontare con soverchia franchezza compiti ardui e com plessi non fa che semplicemente Sgannarsi di grosso. Di conse guenza le disiHusioni ed i disin ganni non possono essere se non grandi e noi, francamente par lando, certe disillusioni e certi di inganni non vorremmo si pro vocassero a nessun costo perchè |s,.essi, oltre che dispiacere grande mente a chi è costretto soffrirli ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER L)evoteci to tlie welfare and advancement of the Italiana in America S. LIBERATORE, Direttore (inettamente, sono di grande e ui grave nocumento pei gun te- j l'esai generati uena massa. £>e ìa, stampa ha dormito gros so pei conio suo ua un lato, meli ire avrebbe potuto tar tanto pei riavvi vare le nostre sopite am bizioni per la politica locale, an cue iu quasi totalità uei nostri uomini ui aiiari se ne sono sem ine uoiceiuente disili teressati, & mutue ciie si para poi Uei nostri proiessiomsu in ispecie uegn ì uno-americani i quiui in mez zo a Lauto seno aitare Hanno sempie uato indegno spettacolo 1 ai se con un ìriamerenusmo che i non iia se non saputo sempre ui estremamente colposo. | uati questi dolorosi preceden ti, il nostro presente non può, nel caso ni esame, certamente pre sentale caratteri che possano lu singare alcuno m qualche modo, vjgnuno e costretto riconoscerlo .olente o ..oiente ed il male sa leooe me..te se linisse qui e se. 'suii esempio e sull'esperienza dei i passato, s incominciasse per dav vero ad edificare per l'avvenire; | ma e proprio di ciò che noi dubi tiamo moltissimo ed i nostri . uuoni, cne peraltro sono forti, dureranno per chissà quan ci ediamo si possa riu ! sene a compiere in uno spazio di < tempo relativamente breve tutto | cu» cne può essere solamente o ' pera di lunghi anni di prepara | zione seria e positiva, e di un lavoro intensamente fattivo compiuto sull'accordo di molte persone serie. Ogni tanto, alla distanza sem pre di molti anni, ci è capitato di ' assistere in Coionia al risveglio improvviso di certa gente per un < qualche movimento politico. Sic come improvviso a guisa di fol-, gore che cade a ciel sereno, senza l !la dovuta preliminare prepara zione, ogni movimento che si volle iniziare non ebbe la durata più lun fc a di queila elle può aver-, si dal fuoco di paglia e, di conse guenza, gli effetti non ne furono mai né molti e nè pochi, giaccho dopo il rumore fragoroso dei pri mi entusiasmi che rimasero in franti contro ostacoli non ocula tamente previsti, si ricadde nel l'apatia completa. Certamente, così comportan dosi la grande maggioranza dei nostri coloni che all'occorrenza vogliono meritare l'aggettivo fli dirigenti, i nostri elettori sono stati sempre pochi e noi non Ài siamo mai potuti far sentire cop la voce (IPparecchi uomini prol prii, mentre ci siamo dovuti seni*- pre contentare di quello che si ò .oluto dare per il lavoro ed il servizio costante di pochi che, d.i anni, seppero lavorale per la po litica e per il pai tito così come ad altri non è mai pi.teiuto di farci Di chi la colpa per tanto incon} veniente? Certamente di quelj | li che non vollero o non seppero fare, perchè gli altri, anche sé [avessero fatto poco o male, so no a nostro modo di vedeie degni 1 sempre del migliore encomio. E' bello alzar la voce per fare ' rimproveri o per muovere criti- I che alle azioni altrui, quando chi si accfnge a rimproverare ed a , far la critica se ne stette com pletamente a riposo e in dispai te, guardando o nemmeno guardan do come di altri facessero a la vorare ed a spendere, conseguen temente, non solo il loro miglioi PHILADELPHIA, PA.. SABATO, 7 LUGLIO 1917 jtenpo ma anche del bel denaro, I pei coltivare un certo cam po nella politica, giacché ! non v e chi non sappia che chi s'immischia nella politica deve sempre poter disporre di gran tempo e di bel denaro per poterlo ilare senza tanti disagi e se vuo le, a tempo opportuno, raccoglie re tutti quei frutti che dal cam po politico si possono eventual mente sperare. Certa stampa, che puzza di consorteria le mille miglia lonta no per esser presa sul serio e per lessere tenuta in considerazione dai bempensanti, ha preteso di i tiiziare un grande movimento per abbattere la potenza politica del Cav. C. C. A. Baldi. Quanto sia strana e stupida la pretesa non v'è bisogno di gran tiie perchè ognuno lo capisca, specie quando si consideri da (pialie pùlpito viene la predica. Sono a capo, o meglio sono i fomentatori di quello che do vrebbe chiamarsi un serio movi mento, mentre invece non è altre che un'assordante suonata di vecchi tamburi, i fratelli Di Sii vestro, gli eterni e maligni sobil latori di ogni male, gl'imbroglio-, ni impenitenti della coscienza co ' loniale, i facili mestieranti di cricche losche e di consorterie di soneste. Quello che rincresce, che di-( spiace moltissimo invero è il ve- <&£» MI Uu.lto movnneQto in teso falsamente a rigenerare la Colonia, hanno saputo brigare, fino ad ottenerla, l'adesione di parecchi dei nostri migliori uo mini sulla di cui serietà e sul d' cui carattere generale c'è stato e c'è tuttora da fidare moltissi ! mo. Evidentemente questi uomini i hanno aderito in buona fede, ca dendo ancora una volta nel laccio ! abilmente teso da due inganna popoli, e noi abbiamo fiducia che I essi non tarderanno ad accorger* •selle QOSÌ come si accorsero di al i tre cose in altre circostanze nei i rapporti degli stessi signori. > Noi siamo di quelli cui piace la logica innanzi tutto e ci sforzia mo per quanto ci è possibile di non farne mancare ai nostri mo desti ragionamenti. /Si dice, si constata che tutto /il controllo politico sia attuai mente nelle mani del Cav. C. C A. Baldi il quale ne usa a suo | piacimento, solo per suo torna coi to, s e. se volte col danno e con ì umiliazione degli altri. Noi no vogliamo contestarlo meno m; nente, perchè ove lo facessi mo ci sentiremmo subito dire che interveniamo per assumere .e difese di chicchessia mentre in effetti non è così. Anzi vogliamo passare dalla parte di tutti quei buoni che hanno l'intenzione di sbalzare dal piedistallo della po litica il Cav. Baldi, sempre però che, con i fatti alla mano*e non con le soiite vaghe assertive di cui tutti ne hanno oramai pieno | lo stomaco, si riesca a dimostra re i lati giusti ed onesti del pro gramma che si ha intenzione di svolgere, fino ad assolverlo con ie migliori intenzioni non sola mente per giovare al nostro no me d'italiani, ma anche per fe delmente servire gl'interessi collettivi delia massa nei rappor ti dell'ambiente ove essa è co stretta vivere la sua vita di la voro, di commercio o di industria l'.'.he siasi. Però pria che dalla parte no 'stra si passi a considerare in al cun modo il famoso programma rigenerativo politico che si ha intenzione di svolgere è necessa rio che ci si conceda, quale condi zione "sine qua non", l'esclusio- ne diretta ed indiretta dai movi mento iniziato dei fratelli Di Sil vestro. l'ino a quando l'agitazio ne seguiterà a farsi con a capo questi due signori oramai ripu diati da tutti i buoni e da tutti gli onesti è inutile che ci si venga a dire ciie si è con l'agitazione istessa animati dai migliori pro positi, perche noi avremmo, e con noi moltissimi altri, sempre il di ritto di enon credervi a priori. Escano, adunque, i cattivi dal le lile dei buoni; rimangano, sie- > 110 cioè i solo buoni a concreta re un qu'ausiasi programma per chè, anche se sbagliato, il pub blico non può condannarlo anzi tempo, senza discuterlo nemme no o senza attenderne, par giù- ! dicarlo \i dovere, le sue fasi ulti-1 me, tutto quel processo evoluti- j vo cioè di cose che, nella gene- [ ralita dei casi, fa sempre diro | senza prevenzione intorno ad un fatto qualsiasi. /Qualunque potessero essere i Unti dei Cav. C. C. A. Baldi nei /•apporti e nei riguardi della sua vita politica non sta certamente a dei disonesti a poterli giudica re e condannare. Un giudizio ed una condanna in questo caso, o- I ve pei davvero si avesse il dirit- ' ILO di farlo, dovrebbero darli so lo quolli clie moralmente, se non altro, si possono dire almeno e guali se non superiori al Cav. sJJaUIi., Fintantoché non avremo questi uomini e li vedremo farsi i uuuuwi .1 del aospet-j to, senza il menomo preconcetto contro di essi, noi, pur niente ligi alla causa dei Cav. Baldi, del .quale peraltro fummo un tempo j spietati per quanto leali avver- ! i sari, ci crediamo in diritto non solo ma noi dovere anche di met tere in guardia la Colonia contro le manovre arruffone di certi di sonesti, anche se ad essi riesca a trascinare nel movimento, per j come è avvenuto, degli ottimi e spiccati coloni sul di cui conto si potrebbe sempre poco o nulla osservare in quanto a carattere : e ad onestà. "Dimmi con chi, vai e ti dirò chi sei" dice un vecchio, un antico, un popolare adagio. Pei quanto il caso di ricordarlo non sia per noi per nulla adatto, siamo di una certa coscienza noi, io noti ognuno a dispetto di ogni | insinuazione in senso contrario che potesse sempre partirci dai nostri avversari di nessuno scrupolo, pur tuttavia potreb be diventarlo per tutti quelli che non sanno le cose così come le sappiamo noi. Dell'equivoco ce né dispiacerebbe non poco per tutti quei buoni sono pochi invero ed è una fortuna che, solo giuocati nella buona fede la più supina, si trovarono di dare la lo ro adesione ad un inconsulto movimento e di far causa comu ne in conseguenza con gente con tro la quale la Colonia s'è da tempo pronunziata irremissibil mente condannando. Nelle lotte per gl'interessi di una comunità è necessario che si sia onesti anzitutto ed in buona compagnia anche ; ove si dovesse solo possedere fi primo requisito e venissero a mancare i requisi ti essenziali per la seconda con dizione, meglio sarebbe non in gaggiarle le lotte perchè esse an drebbero tutte inappellabilmente perdute con lo svantaggio mas simo di tutto quanto vorrebbe e potrebbe dire dell'interesse col lettivo preso sinceramente o fal lamente a difendere. Lascino itólora i buoni la cat tiva compagnia, e se veramente hanno della intenzione di risolve re taluni nostri problemi di poli tica, che a parer loro sieno stati trattati malamente fino ad oggi, si dieno prima allo studio posi tivo della difficile quistione, poi formulino il migliore programma che ad essi riesca possibile di fa re, ed infine escano da soli nell'a gone per ingaggiare e combatte re tutte quelle lotte che voglio no. 1 neutri di oggi sapranno in dubbiamente decidere da quale parte gittarsi. 1» ino a quando non sarà fatto così in nessuna buona considera zione potranno essere tenute le »loro proposte anche se concepi te, secondate e nutrite nella mas sima buona fede. CuriangeiO Cicale» Grilli « Zanzare li Console dorme! 11 Cav. u. uditile. al quale, la settimana scorsa indirizzammo una lettela aperta per chiedergli le ragioni uel suo grande attaccamento aula losca ligula del Grande Vene ru llile Ordine righ d Italia per lo Stato ui Pennsylvania, na credu to di non risponderci in alcun modo. in venta noi, sin dal momento in cui sciivevaino, 11011 ci facem mo molte lusinghe intorno al latto di avere una risposta, per che considerammo la cosa di na tura troppo delicata per un con jsiAe perchè, con diplomatica abi liita, si evitasse che il pubblico a ' vessé occasione dì che pascersi ! bene nella sua sempre morbos curiosità. Per cui la risposta non ce l'aspettevamo troppo; ed ecco I perchè nessuna sorpresa è stata la nostra, nessuna disillusione ci | na colpiti. Padronissimo intanto il Cav. Gentile di non rispondere; ma nessuno può togliere a poi il di j ritto di seguitare a cantare. j Ognuno fa il comodo suo in ca sa propria ; resta solo a vedersi ; pero se da questo "comodo" ne : possano derivare danni in qual che modo ai terzi. Questo appun to è quello che voghamo assoda i re. A modo di vedere di chiunque un Console ha sempre il diritto di avvicinare, per ragioni del suo ministero, tutte quelle persone che gli piace di avvicinare, sen za che nessuno vi possa trovare a ridire per alcun verso, giacché j v'è sempre la ragione del mini stero per lo mezzo che ne salva e giuatifica le apparenze anche le piti brutte. Tutto questo, be ninteso, intendiamo dirlo per la generalità dei casi, per tutti quei casi cioè dove l'occhio del pubblico non è costretto a fer marsi con soverchia attenzione per. una indagine qualsiasi, sia i ! essa anche di natura un po' mali gna. Perchè per i casi speciali, come quello da noi preso a trat tare, la quistione muta di aspet to ed allora conviene usare altro trattamento. Non c'è bisogno che stessimo ! a ricordare nuovamente i conno tati morali del Grande Venera i bile Old. F. d'l. per lo Stato di i Pennsylvania, per dire che un Console della rispettabilità del Cav. G. Gentile non avrebbe mai dovuto stringere con lui alcuna alleanza, anche se si fosse trat» ; tato di assicurare 'la conquista di IM picco irtissimo su quelle im • pervie alpi dove i nostri soldati stanno valorosamente combat • tendo. Ciò non pertanto, quando il ■ Sindaco della Città non voleva ; : fargli correre l'invito pel ban • chetto alla Missione, non per non invitare il capo dell'istituzione i Figli d'ltalia lo noti ancora u ,na volta ognuno ma per evita- iti che un appropriatole indetti io, un (.ruttatole, uno spergiu iu ueiia specie dei nostro Grande Veinerabiie andasse ad un con vegno dove, presumibilmente al iiieno, dovevano intervenire solo gentiluomini provati, il Console coise ai suo salvataggio e solo dietro la promessa che lo avreb be preso sotto la sujj responsa bilua' l'invito venne concesso. 'lutti capirono ed il Cav. Gentile avrebbe dovuto capirlo a preferenza di poi che era 1 individuo che non si voleva, era la persona di un delinquente pro vato che si voleva escludere ad ogni costo e non la rappresen tanza degl'Ordine come qualcuno, per l'are il solito giuoco di busso lotti, ha voluto insinuare. Se tutto questo ebbe ragione di capirlo anche il Cav. Gentile, dove allora sono le buone ragioni che lo indussero a farsi alleato del Grande Venerabile fino a di fenderlo così come fece? Un console che per davvero a vesse tenuto alla difesa del buon nome italiano ed al rispetto delle istituzioni coloniali avrebbe sen tito principalmente due doveri in occasione della venuta in mezzo a noi della Missione Italiano: il primo di non prendere a nessun costo e pei nessuna ragione ver so il Sindaco della Città le difese di un individuo che non faceva certamente, specie in quel mo mento, onore al nome italiano; il secondo di suggerire al Grande Vener. perchè l'Ordine venisse rappresentato al ban chetto da persona che per dav vero possedesse tutti i requisiti per esserne 'legittimamente ed o norevolmente a capo. Tutto questo il Cav. Gentile non fece, o meglio non credette di fare ; mancò adunque a due di Iquei doveri che un altro console avrebbe forse sentiti con tatto Ipiù sensibile e con odorato più l'ino. . ) I tribunali coloniali Se up giorno ci sarà dato tornare in 1- talia e, parlando con qualcuno di quelli che non passarono mai \'Oceano, ci venisse stranamente se, in mezzo alle no stre colonie, si pensò mai ad isti tuire de itribunali o delle corti di giustizia per uso e consumo degli italiani noi, provenendo da PÌIK ladelphia, risponderemmo subito che sì. E ci spieghiamo subito come meglio ci è possibile di fa re, giacché pensiamo che anche 1 i nostri lettori hanno premura di sapere a che cosa mai noi inten diamo riferirci, che cosa mai noi intendiamo dire intorno ai cosi detti tribunali coloniali. Ecco qua, entriamo subito in argomento : Da qualche tempo a questa , parte è invalso in Colonia il bar baro uso di distogliere i nostri sodalizi dallo scopo bellissimo del mutuo soccorso e dall'altro nobilissimo della pubblica bene ficenza, per agguerrirne e rivol gerne le energie in pio' di tut t'altre cause che non sono invero quello per le quali i sodalizi sor sero. Di tanto in tanto, per esempio, sentiamo che quella società è in sorta per un voto di biasimo a Tizio, per un voto di plauso o u na pergamena a Caio. Proteste a dritta e proteste a manca, tutte quante che lasciano sempre, per la soverchia leggerezza come vengono votate e per la causa sballata cui si vorrebbero far servire, il temj>o che trovano. Per un certo tempo ce ne sia mo sentite piovere parecchie sul capo; ma chi mai si curò di rac coglierle almeno per onorarle pur di una cestinatura? Sa- 5 soldi la copia UFFICIO: 920 So. lOth Street pevamo tene chi fosse a briga re per onorarci lino all'importan za di una protesta o di un voto ui biasimo; per cui nessuna im portanza alla cosa. Si protesto conno di aveva mo mosso guerra ad una cama rilla di farabutti e di ladri eme riti. Non ce ne dispiacemmo nè punto e né poco; solo avemmo un senso di compassione pioion do per tutti quelli che erano stati costretti ad agile ed a cosi den tei are contro di noi. Uggì è la volta del Cav. C. C. # A. Baldi, giacché anche per lui si stanno incomodando certi so dalizi per onorarlo di voti di pro testa, censura, biasimo e di tutto cioè quanto possano essere capa ci le menti di certa gente che 11011 si induce ancora a compren dere che il tempo dei "Peppuc- J ciò Romano" e dei "Giovannino Alfano" incominciò a declinale, a definitivamente declinare sul i orizzonte della nostra Colonia. Noi non sappiamo comprende re perché i sodalizi ligi alia con sorteria dei disonesti provati, invece di votare ordini del gior no che non lamio se non riaf fermare nei buoni la fiducia ver so i buoni ed il disprezzo verso i cattivi, non arrivino fino al pun to (li pronunziare condanne alla galera. Vi sarebbe poco da me ravigliarsi che tutto questo ac cadesse per davvero, perchè ii lievito per la nostra pasta colo maly ji fermentato tino al pun to da comprométtere tutta la pa sta istessa. Ci si voti per tutto questo un voto di biasimo da un qualsiasi sodalizio ligio ciecamente agl'in teressi della cricca dei disonesti e dei bacati, e noi sapremo ono rarcene sempre più di quello che non |K>ssano fare i disonesti sol lecitatori di plausi e di perga mene. lX<n Procopio Al SIGNORI COMPONENTI IL "BOARD OF DIRECTOR**" DKLLA SO. PHILA. STATE BANK, SUCCESSORI DEL LA ITALIAN CO-OPERATI VE DAN KING ASS'N. Nei numero 5 del giornale lo cale "La Ragione", 9 Giugno u. s., mi si fa l'accusa specifica che io avessi "ricattato la "Itaiian Co-Operative Banking Ass'n." di $400.00. Vi invito pubblicamente ad ammettere o smentire una tale accusa a mio riguardo, con e spiessa dichiarazione che, ove abbiate delle . ragioni plausibili per ammetterla, io vi lascerò li beri di poter dire tutto quello che crederete al riguardo, senza pe ricolo che io potessi in alcun mo do ricorrere alle corti di giustizia per una qualsiasi riparazione sia in linea penale che in linea civile. Silvio Liberatore SIG. PASQUALE TETI lOth & Catharine St. Philadelphia Nel numero 5 del giornale lo cale "La Ragione", 9 Giugno u. s. mi si fa l'accusa specifica e de terminata che io ti abbia truffa ta la somma di Dollari Duemila." Ti invito quindi ad ammettere o negare esplicitamente l'accusa ■ istessa, con espressa formale di • chiara/ione che ove tu avessi del ■ le ragioni per accusarmi di tan to reato, potrai sempre farlo li • ber-aniente a mezzo della stampa o come meglio potessi credere, perchè io non mi avvarrò mai I delle corti di giustizia per impe dire che a mio riguardo si potes ■ se sempre parlare liberamente a - base di verità. S. Liberatore