Both Phones ANNO I. No. 10 ITALIA E STATI UNITI si stringono cordialmente la man» Un augusto principe della no sua Casa Kegnante e a capo d una missione di grand uomin cne il lieal Governo d'ltalia hi creduto, nelle attuali contigenze della guerra, di mandare al Go verno di Washington, appena la decisione presa dada parte di quest'ultimo di entrare nel con flitto a l'ianeo degli Alleati. Gli Stati Uniti hanno fatto alla nostra Missione la migliore accoglienza e, senza dubbio, a vranno con essa stabiliti tutti quegli accordi che dovranno por tare il nostro Governo "all'assicu razione completa di un'assistenza continua da parte di essi e per tutta la durata del conflitto. Ci gode l'animo ricordare come tra Italia e Stati Uniti corsero sempre le migliori relazioni di plomatiche; nessuno ricorda mai che da parte delle due nazioni i rapporti non fossero stati sempre cordialmente sinceri ed informa ti al reciproco benessere dei due popoli; per cui nessun dubbio che la stretta di mano che oggi si danno i rappresentanti dell'una e dell'altra via, sia senza preconcetti o secondi fini. Da tanta limpidezza di precè denti acque diplomatiche non c'è oho Iwil'l'O i migliori nostro riguardo per tutta la du rata della guerra. La Missione Italiana, come da invito regolarmente ricevuto dal Sindaco della città, fu a Phila delphia martedì mattina, 20 coir., festosamente accolta dalle autorità cittadine e da gran folla di popolo americano. I giornali locali hanno a lungo parlato, riferito, descritto intor no al grande avvenimento. Onde a noi la facoltà di fare a meno di un esteso resoconto di cronaca, dall'ora in cui la Missione è giun ta a quella in cui ne è ripartita. Ci piace però di fare poche os servazioni di natura psicologica intorno al grande momento, non fosse altro per ammaestramento degl'italiani avvenire. E' vero, tra Italia e Stati Uni ti corsero sempre relazioni di a micizia; ma effettivamente nes suno può negare che, non ostan te quest'amicizia, gli Stati Uniti ci abbiano sempre guardato con cert'aria di superiorità, non ri sparmiandoci, all'occorrenza, frizzi e lazzi pungentissimi che non porhe volte ci fecero freme re di giusto sdegno, non per noi che avemmo sempre il giusto concetto della condizione dell'im migrato. ma per il bel nome, il gran nome dell'ltalia che vede vamo offeso in noi perchè fcoatret ti dalla sorte a chiedere ospitali tà e lavoro in terre straniere. La nostra stampa coloniale ed anche quella della Penisola cui spesso giungeva l'eco di un ol traggio al nome italiano, ebbe in più rincontri seria ragione di protestate opportunamente; ma perchè nasconderlo? le pro teste si fecero sempre inutilmen te, perchè appena l'occasione pro pizia di offenderci nuovamente o deriderci, gli americani lo face vano senza tanti complimenti. Era tutto un odio di razza che si nutriva ferocemente contro di noi, e quest'odio doveva pur ave re le sue brutali manifestazioni, che ci era giuocoforza subire sempre per la ragione precipua che ci obbligava a chiedere ospi talità e lavoro. |l Oh come son mutati adesso i tempii Dacché l'ltalia entri ITALI A N WEEKLY NEWSPAPER De voteti to the welfare and Htlvancement of the Italiana in America s. LIBERATORE, Direttore nei grande conflitto europeo per la difesa della libertà minacciata dei i>opoli ; dacché il nostro eser , e ' a nostra marina seppero compiere il miracolo di impedire alle orde teutoniche l'asservi mento dell'Europa; dal tempo cioè in cui anche gli Stati Uniti videro impellente per essi il biso gno di favorire la causa degli Al leati, noi siamo divenuti tutt'al |tro popolo per gli americani. leri ci gratificavano dei più bassi di spregiativi : "dago", "guena"; oggi, invece, esaltano le nostre glorie antiche, hi nostra arte, la storia, inneggiano alle vittorie del nostro esercito e si compiac ciono di chiamarci loro Alleati. Oh quanta differenza da ieri ad oggi! Oh quante cose miraco lose sa compiere quel gran mago del tempo! Se veramente ci vo leva la guerra per avvicinare in separabilmente l'ltalia e gli Stati Uniti, sia la guerra la benvenuta, non ostante i suoi orrori e le grandi calamità che essa gene ralmente è solita seminare nei rapporti dei popoli in mezzo ai quali si combatte; se non altro avremo guarita per sempre una piaga che ci afflisse per tutto il tempo della nostra immigrazio» potremo ripetere le parole del vecchio adagio; "non tutti 1 ma li vengono per nuocere". Cessati i preconcetti di razza, noi potremo, in tempo avvenire, avere dei benefici immensi per la nostra immigrazione e per il no stro commercio. Senza dubbio, a guerra finita, l'ltalia potrà accordarsi con gli Stati Uniti meglio di quello che non avesse potuto fare per il pas sato, non fosse altro per rispetto a quel certo "cameratismo" che li condusse a combattere per la stessa giusta causa: per la causa della libertà conculcata delle gen ti contro la teocrazia di govèrni assetati di grandezza e di domi nio. Le ultime leggi restrittive sull'immigrazione, le quali peral tro rimarranno senza effetto pei quasi virtuale cessazione di cau sa, dove sono le genti che im migrano? saranno, senza dub bio, ip seguito modificate; parec chi trattati commerciali saranno indubbiamente rimaneggiati, e noi siamo sicuri che l'ltalia da queste modifiche e da questo ri maneggiamento ne uscirà gran demente avvantaggiata. L'entrata in guerra degli Sta ti Uniti ha voluto dir molto per noi, perchè con la sua entrata noi abbiamo acquistata la quali tà di loro alleati. I benefici ce ne incominciarono a venire subito con la concessione di uri prestito, oliale nrest'to bastò ad arrosta re non solo l'ascesa, ma a fare •.ensibilvnente scendere il cambio sulla nostra lira. Dopo del presti to qualche altra cosa 1 Italia a vrà dagli Stati Uniti ; è appunto per questo che la Missione Ita liana è stata inviata a parlamen tare presso il Governo di Wash ington e, dato gli uomini che la compongono, c'è da sperare me - Liasimo e bene nei rapporti dei nostri fini. Silvio Liberatore OPERAI, LEGGETE «•LA RASSEGNA' PHILADELPHIA, PA.. SANATO. 23 GIUGNO 1917 ; NOTE «JOMMENTI I>a Missione Americana in Russia I membri della missio ne americana seguitano il loro giio attraverso le più importanti città dell'impero moscovita e, na turalmente, c'è da aspettarsi che dalle conferenze che essi avran no con le autorità della nuova Russia, ne verrà fuori qualche cosa di buono pei- la causa degli Alleati. (ili Stati Uniti, insieme a tutte le altre nazioni dell'lntesa, non *i nascondono il grave pericolo '.lie minaccia la loro causa, ove agl'imperi centrali riuscisse di poter conchiudere una pace sepa rata con la Russia; per cui si so no affrettati ad Inviare una mis sione allo scopo di prevenire qualsiasi possibile spiacevole in bidente all'uopo. Di quali vie. di quali mezzi gl> Stati Uniti si serviranno per ri iurre ancora la Russia alla cau *a degli Alleati è imitilo che lo s> lica, perchè ognuno può intuirla la per sè: la Russia, dopo due inni di guerra dopo la rivoluzio le che rovesciò il trono dello :zar, versa in condizioni econo niche miserande dalle quali sarà >en difficile che essa possa ri darsi senza riconfermare i suo» rattati commerciali con le na nèTcondizìone essenziale di que ita riconfema gli Alleati impor rebbero la continuazione della guerra contro gl'imperi centrali ;, dopo tutto, ne avrebbero ben londe. La Russia, continuando nella guerra, vi avrà tutto da guada gnare e niente da perdere, nelle relazioni della sua vita economi -a-politica; mentre ove se dalla guerra dovesse cessare, si trove rebbe subito a dover subire i più duri colpi di un grande risenti mento dalla parte delle alleanze tradite, r!?£K L'abdicazione di Re Costanti ,,o ln Grecia... tanto tuonò cho piovve !... Re Costantino, il mo narca germanofilo che le nazioni dell'lntesa non riuscirono al la loro causa, ha abdicato in favore del figlio secondogenito e ha preso la via dell'esilio. Quelio che da circa due anni è andato succedendo in Grecia non vale la pena di ricordare, per chè non v'ha chi non abbia segui to con un certo interesse tutti gli avvenimenti della penisola el lenica, specialmente dal tempo in cui Venizelos si ribellò allerta mente al governi di Re ( ostanti no, udendosi alla testa di un governo provvisorio con sede a Salonicco. La Grecia, nella guerra attua le, ha avuto una parte importan tissima, l'osse più importante di quello che non si possa immagi nare. Incominciò col permettere alla Bulgaria di rifarsi contro la Ser bia, quando, pur alleata di que st'ultima, non volle correre in suo aiuto; posteriormente, col suo atteggiamento equivoco, non permise all'esercito di Sarrail di potere intraprenedre un'offensi va contro gl'imperi eentrali at traverso i balcanl. Gli alleati se ne dovevano ven dicare certamente in un modo, e lo hanno fatto allora costringen do il Re Costantino all'abdica zione. Veritas Da Luigi XVI a Nicola li ; I! fato Russo tinto di sanguigno i ~ 0 La storia si ripete, e nella tra volgente evoluzione dei popoli ri scontriamo ,dopo secoli, l'atti e punti di contatto. Luigi XVI. una volta idolo del popolo francese, innovatore e ri formatore, cadde in disgrazia de) suo paese, e la Convenzione, con 366 voti contro 355, ne decreto' la morte. Nel fremito rivoluzio nario la folla dimentico' che Lui gi aveva abolito la tortura, ave va istituito il Monte di pietà e la Cassa di sconto. Essa si aspet tava una risoluzione dal suo Ile e l'incertezza del momento tra scino' alla ghigliottina Luigi XVI con sua moglie Maria An tonietta di Austria. La rivoluzione aveva vinto, e I albero della libertà sorgeva nel* le piazze di Parigi. Fu vittoria passeggera. Una :li quelle vittorie-ehe svaniscono -ome raffiche di vento, poiché il popolo, non preparato al supre iio momento, resta privo d'idea <\ senza un condottiero. Quella rivoluzione francese, 'he era stata sanzionata dalla norte di un re e di una regina, ;i chiuse in un tramonto rosso di «angue, poiché fu pki, r.enda, c IH jfhignòtf&H '-l&ù'-'" il successore di Luigi XVI mèto ii più raffinati, attitudini ade riate a ristabilire la monarchia. .Io non so, né voglio indagare ■ e il popolo di Francia era pron to o meno alla rivoluzione, e se, x>me suol dirsi, era maturo pei* in sistema di governo più libera o, impostato a t'orma repubbli cana. Constato il fatto, e debbo convenire che la grande rivolu tomi si chiuse con altro spargi mento di sangue, perchè i fattori li essa non avevano saluto tro vare l'uomo atto ad assumere le redini del governo e tradurre ir pratica quegli ideali per cui il po ndo si era elevato sul trono ec aveva battezzato col sangue d regnanti l'alba di quello che a crebbe dovuto essere un nuove periodo storico. Dopo tanti anni circa un se Jolo e mezzo —la storia deve registrare un'altra grande invo luzione. la quale avrebbe dovute segnare il tramonto del dispoti smo nel più vasto impero del mondo. Le agenzie telegrafiche, sotto mettendosi ai rigori delia censu ra, ci fecero sapere che, con lie ve spargimento di sangue, era stato distrutto lo iarismo di Rus. già, e che il suo esponente, Nico la secondo, era stato detronizza to e carcerato colla sua fami glia. La caduta del dispotismo fece fremere di palpito novello i liber tari tutti, e segnò una minaccia per i sovrani uso Guglielmo di Germania e Carlino d'Austria avvezzi a governare colla violen za e colla sopraffazione Dalla caduta di Nicola li in poi poco o niente abbiamo saputo del movimento insurrezionale e del l'atteggiamento del governo provvisorio. Malgrado tutto, però, possia mo rilevare, constatare ed affer mare due cose: la prima che in Russia continua il caos ; la secon da che una reazione sembra im minente. L'anima russa è rima sta fluttuante, ed i singoli parti ti cercano di farsfr strada. Gli estremisti anarchici e socialisti sindacalisti credono giunto il momento per l'afferma zione dei loro principi: i repub- blicani vorrebbero issata la loro bandiera, mentre i seguaci del "piccolo padre", come era chiama ( to lo Zar, forse per devozione al vecchio sistema non si sa che il laudatwr temporis acti di an tica memoria si ripete spesso e sovente?—forse per gli onori che godevano a Corte, forse per occu pazioni ed impieghi nei pubblici uffici, lautamente retribuiti, pre parano la reazione per il ritorno al potere dello Zar. La situazione è caotica, incom prensibile. Al ministero, così detto di coa lizione, fan parte rappresentan ti del partito del lavoro e dell'e sercito. I,e disparate tendenze, i diversi credi politici ed i molte plici ideali onde sono informati i reggenti la cosa pubblica, hanno determinato- un disordine che nemmeno un anarchico potrebbe approvare. Gli uomini di Governo vengono alla ribalta e spariscono dopo un giorno. leri un Ministero era retto da un repubblicano, oggi da persona che non ha colore politico. Questo è un brutto sintomo; .il nrpl)Uj()n rlr.Hr. •* _+ or . zione stessa. Ira Russia del popolo ha giuo ! cato una bella partita, ma, in ul timo, non ha saputo contare le carte Essa non seppe profittare del momento, e non ebbe il bernoc colo per la scelta dell'uomo che avrebbe dovuto consacrarne l'i deale inquadrando la forma di potere suggerito dall'anima del popolo. Oggi la Russia non è un'impe ro, non una monarchia, non una ! repubblica, ma up caos, e nel caos non si vive e, tantomeno, sì prospera. Chi ne profitta è la Germania. La Russia non la molesta, ed essa può, liberamente, sguarnire il fronte orientale per scaraven tare le sue orde contro la Francia e contro l'ltalia. i II fato di Pietrogrado appare, oggi, tinto di sanguigno. Una contro rivoluzione in fa vore dei Romanoff non è da scar tarsi a priori e, forse, potrebbe asser fomentata dal popolo, il quale non vnole il paese asservite r\lla Germania o, quanto meno, a mico, se non alleato ai moderni pirati. Il popolo russo compì la rivolu zione. perchè i generali si sareb bero venduti alla Gei-mania, ed in Corte si era più tedeschi che russi. Ed ora? Non sembra che i rivoluziona ri stiano facendo qualche cosa di peggio? La Russia del popolo si mac chia di tradimento, e si prepara a calpestare gl'ideali di umanità e di libertà, in nome dei quali is sò la bandiera rossa, poiché, se condo recenti notizie, starebbe alla vigilia di conchiudere una pace separata cogli imperi cen trali divenendo, implicitamente, un'ancella .un'alleata ed una complice della Germania. Essa, però, sarà punita, poi ché Giappone ed Inghilterra son pronti ad attaccarla. Assisteremo ad un'altra guer ra in Oriente? Il sangue versato dai martiri della rivoluzione russa, come quello per demolire il governo di Luigi XVI, sarebbe stato sparso invano? 1 10 non lo so. La storia si ripe te ed il lato russo è tinto di san guigno. Pitocchi Da "La Stella d'ltalia" di Greensburg, Pa. Cicale,, Grilli e Zanzare Non poteva mancare! ln occasione della venuta a Phila delpliia della Missione Italiana, non poteva, non doveva assolu tamente mancare la nota scor- ! dante, l'eterna nota scordante in 1 mezzo a noi. Essa v'è stata, gra- j zie all'attività dei soliti numi tu telari che vegliano vigilmente lwr le nostre discordie, per quan to è significato gl'inviti l'atti di , ramare per il banchetto che ebbe j luogo la sera del 20 corr. al Bel levue Stratford. in onore della I Missione istessa. 11 banchetto veniva offerto! dalla città, e si vede bene che a j qualcuno dovette, da parte del I Comitato festeggiamenti,, venir' conferito l'incarico di compilare ! una lista di connazionali» da esse-1 re invitati. Infatti sul giornale ; "L'Opinione" comparve, la mat tina del 18 una lista che, ge neralmente, fece non buona im ilicianiìT valóre co loniale, ne escludeva moltissimi ai quaii si sarètn>e dovuto, per tantissime ragioni, pensare a preferenza. Fu fatto a posta oppure fu u- ì na mera casualità occorsa alle j persone che ebbero l'incarico I 3i compilare la lista? Noi non vo. j gliamo discuterlo, giacché non Riceviamo e Pubblichiamo UAì-CHESTfiK hgregio big. Direttore, botiopougo ai suoi commenti uuuietuvi e sereni 1 seguenti talli, ciie rivelano ancora una volta 1 sistemi autocratici del Grande Venerabile dell'Ordine dei rign d'Alalia di Pennsylva nia. Domenici!, 17 andante, si ini zio qui in Chester una loggia iemmimle dal nome "Cornelia dei Gracchi". Alla cerimonia par teciparono la loggia femminile di costi Principessa lolanda, ed il Grande Venerabile, che diresse la Lei imonia. Questi, non so cou quale asco si intendimenti, dichiarò esplici tamente che in quella occasione non avrebbe concesso la parola die alle donne; ma più tardi ri mangiando anche questo suo e soso provvedimento dava la pa iola a due uomini, e precisamen te ad Alfonso Papa ed Antonio Viglione entrambi di Filadelfia. il primo, nella sua sbalorditi va ignoranza, si permetteva di fai e poco benevoli apprezzamen ti della colonia di Chester in ge nere e delle due logge maschili dell'Ordine stesso in ispecie. 10. pur disposto a tollerare la parzialità che manifestamente commetteva il Grande Venerabi le in danno delle logge di qui di una delle quali io ero membro, non seppi frenarmi dinanzi all'a buso indegno di ospitalità che commetteva il Papa, e doman dai, allo stesso Grande Venera bile che presiedeva, anche quan do le nuove ufficialesse erano state istallate e vestivano le in segne, la parola ed egli con quel cipiglio autoritario che tutti co 5 soldi la copia UFFICIO: 920 So. lOth Street abbiamo alcun interesse a farlo; forse lo faranno altri e noi ci a spettiamo di veder chiarita sem plicemente la cosa per altra via. Ad ogni modo, siccome siamo a bituati a parlar chiaro, dobbiamo dire che ove nel compilare la li sta-inviti vi fosse stato precon cetto per qualche riguardo, si sa rebbe fatto semplicemente male ad agire così. Un'altra cosa poi dobbiamo ri levare ed osservare: ai giornali italiani non sono stati mandati inviti ; qualche giornalista andò al banchetto solo perchè racco mandato da Tizio o da Caio; ma ufficialmente la nostra stampa non intervenne. Perchè? Sono solamente buoni i nostri fogli a servire di sfogatoia alle voglie ambiziose di questo o di quel pa pavero coloniale ,/> a fare sempre da umilissimi servitorelli ogni qualvolta v'è da scrivere intorno a qualche buona 0... cattiva causa coloniale. Quando poi trattasi di un avvenimento coloniale intor no al quale troppo lavorarono perchè riuscisse bene, sono ad es sere trascurati per i primi in una maniera che sa sempre più di in. sulso che di colposo. Così si meri tano i nostri giornali, così cioè si meritano i nostri giornalisti. Quando qualcuno incomincerà a comprendere che, ove non fosse litro, per la sola dignità e prots£-~* ..omìncia'a ita-si sentire '.o a noi? Staremo a vedere chi ci risponderà; scommettiamo: nes suno e non ce ne farèiììn«o me raviglia perchè i nostri ineffabili alleghi li conosciamo troppo >ene per aver saputo sempre lensare a tutt'altro anziché ai iostri veri interessi di classe. Don Procopio noscono me la negò ; e quando io sotto l'impulso di un risentimen to che anche contrario alle leggi dell'Ordine è semplicemente li mano, gli feci notare che dal mo mento che eccezioni erano state fatte nel concedere la parola agli uomini se ne poteva fare un'altra anche per me, egli, il Degnissimo (?) Grande Venerabile, gonfian dosi come un tacchino, credette bene d'impormi di uscire dalla sala. 10, ossequente finalmente non alla sua persona, ma alla sua qualifica, abbandonai la sala as sicurandogli che avrei fatto vale re in sede più opportuna le mie ragioni. Mentre scendevo la scalinata sentii uno scalpitìo animato nella sala e poi vidi il Grande Vene rabile sul pianerottolo che sbrai tante per quattro e facendosi reggere, da una dozzina di perso ne, brandiva colla mano agitata l'emblema del comando (il mar tello) e faceva atto di raggiun germi apostrofandomi con gli e piteti di mascalzone, vagabondo e peggio. Seppi più tardi che le donne che erano nella sala dinanzi a quella scena violenta, furono col te da svenimenti. Ero in attesa della notifica di provvedimenti disciplinari che il Grande Venerabile avesse voluto adottare verso di me, quando in data 19 andante mi pervenne li na cartolina della Loggia di cui ero curatore invitandomi a par tecipare alla parata fatta in Fila delfia il giorno 20 in onore della commissione Italiana.^ Da buon figlio d'ltalia quale mi sento di essere, checché ne pensi