La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, June 23, 1917, Page 2, Image 2

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    2
"LA RASSEGNA"
published by
LA RASSEGNA PUB. CO.
SILVIO LIBERATORE
Editor & Business Manager
920 So. lOth St. Phila., Pa.
Subseription $2 per year
"Entered as second-class mat
ter June 2, 1917. at the post of
fice at Philadelphia, Pennsylva
nia, under the Aet of March 3,
1879".
in contrario il Grande Venerabi
le, fui al mio posto e vestii latria
insegna, no» pensando gingie il
BjPwaao doveroso avrebbe dato
l'ingentiva ad una trivialissima e
bassissima piazzata.
Quando le tre logge di Chester
sfilavano in parata a Broad St.,
dinanzi al Grande Concilio di
Pennsylvania, il Grande Venera
bile mi riconobbe e tra urli e
schiamazzi e minacce, m'impose
di svestire l'insegna e di uscire
dalle file.
Lì per lì. offeso ed esasperato
dai trivialissimi modi del Grande
Venerabile mi rifiutai di esegui
re i suoi ordini ed egli andò a sol
lecitare l'intervento di un police
man.
Nel frattempo molti fratelli di
loggia mi scongiurarono di adat
tarmi al pur di non tur
bare la festa che si faceva in o
nore della Missione Italiana.
Avrei potuto e potrei ancora
rivaiarmi con mezzi legali del bri
gantesco attentato fatto alla pre
senza di tutto un popolo freneti
co di patriottismo contro la mia
persona per dimostrare al Gran
de Venerabile, che la civiltà, il
decoro e l'onore di un ordine non
possono dichiararsi sconfitte da
gli impeti nevropatici di un mat
toide, che la dignità di un uomo
non può essere manomessa dagli
impeti forsennati di un megalo
mane, ma non l'ho fatto nè lo fa
rò, perchè penso che mi sarà re
_sa iriu,sti?ia <ìa lle stesse autorità
"Superiori dell'Ordine. che hanno
il dovere di punire chiunque in
frange le leggi che ci governano ;
e dicendo chiunque intento in
cludervi anche il Grande Vene
rabile della Pennsylvania.
Questi, egregio signor Diretto
re, sono i fatti che io addito al
Giudizio Valutativo dei Figli d'l
talia e del pubblico.
Ringraziandola della ospitalità
mi creda
Giorgio Masè
LETTERA APERTA
AL SIG. FRANK DE FURIA
Venerabile Loggia
"SBARCO DI MARSALA"
CHESTER, PA.
Dati i gravi e deplorevoli in
cidenti provocati dalla persona
del Grande Venerabile Giuseppe
Di Silvestro, tanto nella Pubblica
Parata d'oggi data in onore del
la Commissione Militare Italiana
in Philadelphia, quanto nella se
duta di iniziazione della Loggia
Femminile "Cornelia Madre dei
Gracchi" di domenica scorsa, ed
essendo stato il mio onore e deco
ro di cittadino Italiano vilmente
offeso, non sono in grado di po
tere appartenere più oltre all'Or
dine Figli d'ltalia.
Dolentissimo di dovere abban
donare la nostra «gloriosa Loggia
"Sbarco di Marsala", frutto di
stentato lavoro e sacrifici nor
comuni, vi saluto fraternamentt
unito ai fratelli tutti.
Dev.mo
Vittorio Bongini
Chester, Pa., 20 Giugno 1917
Segr. Arch
PROSSIMO SMOKER
Il quarto anniversario della
fondazione della Loggia "Castel*
buono" N. 27 dell'Ordine Indi
pendente, sarà festeggiato, la se
ra del 24 Giugno corr. ; con uno
"smoker" nella Lauria's Hall,
1224 So. Bth St.
Per l'occasione parlerà l'egre
gio Dr. Giovanni Ricciardi.
CRONACA
UN GENTILE PENSIERO DEL
GEN. GUGLIELMOTTI
Il Generale Guglielmotti, uno
| dei componenti la Missione Ita
| liana inviata negli Stati Uniti,
appena giunto a Philadelphia,
chiese ed ottenne notizie del
Prof. Raffaele De Luca, suo an
tico compagno di milizia. Infatti
nella giornata del 20 egli, accom
pagnato dal suo ufficiale di ordi
i nanza, si recò in automobile nella
! residenza del Prof. De Luca, 747
I Sears St., il quale si fece ad in
i 'ontrarlo alla porta, abbraccian
j 1010 e baciandolo con effusione.
Naturalmente, innanzi la casa
del Prof. De Luca, si raccolse
molta gente che non mancò di
applaudire freneticamente all'in
contro cordiale di due vecchi sol
dati d'ltalia. Noi ne siamo lietis
simi peraltro per il Prof. De Lu
ca. della di cui amicizia ci siamo
sempre reputati fortunati, per
chè in mezzo a tante sventure
che lo hanno pure seguito in que
sta terra di esilio, ha potuto me
ritare il pensiero gentilissimo di
un suo vecchio commilitone sali
to ad altissimi gradi.
NEO CAVALIERI
Corre la notizia in Colonia che
signori Frank Di Berardino,
Frank Homa e Frank Palombo
sieno stati insigniti della croce
di cavaliere della Corona d'ltalia.
Se la notizia è ben fondata,
come peraltro la riteniamo, il
conferimento delle onorificenze
(sarebbe stato il giusto premio al
'grande lavoro da questi signori
disimpegnato all'epoca del Comi
tato ufficiale Italiano per la Mo
bilitazione civile.
Dato il carattere eminente
mente modesto e democratico dei
neo cavalieri, questa volta pos
siamo star sicuri che non vi sa
, ranno nè chiasso sui giprnali e nè
! banchetti.
oa» io a mannaro in
macchina il giornale veniamo in
formati della verità della notizia
sul conferimento delle onorifi
cenze, come pure ci si dice che il
banchiere sig. Frank Di Berar
dino l'abbia cortesemente rifiu
tata. n. d. r.
IL GIUSTO PREMIO
a "La Marcia degli Alleati" del
Maestro Lorenzo Pupilla
La sera del banchetto al Belle
vue Strafford, il notissimo mae
stro Lorenzo Cav. Pupilla, donò
alla Missione una copia della
"Marcia degli Alleati" da lui
composta e che tanto strepito
seppe fare dovunque venne suo
nata, specialmente in Inghilter
ra dove si riuscì a dare al bel la
voro la sua vera interpretazione.
Il Cav. Pupilla nell'offrire co
pia dell'opera, ottenne che tutti i
membri della Missione gliene fir
massero l'originale della partitu
ra, oltre a vivissime congratula
zioni ed ai migliori complimenti
per la pregiata opera che rac
chiude in sè due meriti grandis
i simi : innanzi tutto il patriottico,
poi l'artistico.
Bravo sempre all'egregio Cav.
Pupilla.
I A soli cinquantuno anni, dopo
! lunga malattia per la quale la
, scienza medica nulla valse, nella
'sua residenza al N. 1004 Chri
stian St.. è morto sabato scorso.
9 giugno, il signor
Giuseppe De Antoniis,
lasciando immersi nel più senti
to lutto la moglie signora Maria
ed un figlio dodicenne,
i I funerali diretti dalla ditta
. Baldi ebbero luogo il lunedì se
guente e riuscirono imponentis
. jsimi.
i Giuseppe De Antoniis gestiva
, con tutta correttezza un bene
avviato ufficio di navigazione,
sotto la ragione sociale "Agen
zia del Gran Sasso" ; era in Ame
LA RASSEGNA PHILADEtPHIA, PA., SABATO. 23 GIUGNO 1917
rica da oltre dieci anni, prove
niente da distintissima famiglia
di Isola del Gran Sasso.
Era di una precisione e di una j
esattezza scrupolosissime; i nu
merosi clienti che lo stimavano
più per le sue qualità di gentiluo
mo, che per quelle di uomo di af
fari, non ebbero mai a lagnarsi di
lui per nessuna cosa. Ricordiamo
che al tempo del fallimento ZK>UÌ
e Conti egli, presso le di cui ban
che faceva le sue rimesse di de
naro, perdette parecchie migliaia
di dollari senza punto far tenten
nare di un sol punto la sua a
zienda condotta sempre con mi
sura, correttezza, e con criteri fi
nemente amministrativi di chi
intende vivere di solo lavoro, ed
all'occorrenza poi sapere econo
mizzare discretamente per rime
diare sempre di proprio alle per
dite casuali ed impreviste che
possano pesare sul bilancio di u
n'azienda per colpa di altri.
Povero De Antoniis ! Quando
ti rividi l'ultima volta tu mi fa
cesti paventare per i tuoi giorni ;
ti detti animo ad ogni modo e ti !
conchiusi che saresti guarito. Tu ì
però che ti sentivi calare a gran
di passi la vita, mi rispondesti
sfiduciato.
Tu sei sceso nella tomba ed a
me in questo momento tornano ;
alla mente tante cose, tanti gra- ;
nin ricordi, le immense cortèsie
che usavi sempre prodigalmente
farmi. Ripenso anche e questo
pensiero mi stringe il cuore
quante volte mi dicevi che avre
sti voluto vivere altro tempo per
vederti crescere educato il tuo- u
nico figlio, per il quale nulla tra
scuravi ,nulla risparmiavi: ogni
tua cura, dopo la buona signora
che ti sopravvive, era rivolta al
figlio che tu vedevi crescere bel
lo ed educato, vero esempio di
virtù paterne, promettendo bene
per un prossimo avvenire. Possa
egli rimanere il conforto dell'ot
tima genitrice e, così almeno, tu
non accudisti invano.
Alla buonissima signora Maria
ed al figliò carissimo, vada l'è- j
spressione della mia condoglian
za più cordiale.
Silvio Liberatore
Al signor Nicola Matarazzo è
giunta di questi giorni la ferale
notizia della morte della di lui
diletta genitrice Caterina Mar
tucci-Matarazzo avvenuta in Ca
labritto (Avellino) il 4 maggio
u. s. La defunta aveva raggiunta
la bella età di settantadue anni.
Al signor Nicola Matarazzo
giunga gradito il pensiero e l'e
spressione della nostra sincera
condoglianza.
— R TT ifirriri _
LA GERMANIA SEQUESTRA
I "CHOPS"
La eGrmania a quanto sem
bra non sa più dove batter la
testa per trovar metalli.
Anche i coperchi metallici dei
bicchieri da birra scrive una
rivista di economia vengono
ora sequestrati dalle autorità.
I giornali locali avvertono che
si sequestrano non solo i coperchi
dei boccali appartenenti ad al
berghi, ristoranti, caffè e simi
li, ma anche quelli dei privati che
si trovano nei ristoranti o caffè
per servire ai clienti fissi.
Ora i coperchi. E dopo?
L'ANTICHITÀ' DELLE MO
VE MACCHINE l)t GUERIiA
Nihil sub sole novi. I tempi no
stri hanno, fra le altre, la tri. te
gloria d'aver portato alla ma. i.
ma, alla più "formidabile ef t i a*
eia possibile l'efficienza degli ... •
degni e dell» macchine di guerra
Ma è giuoccl'oiza rassegnarsi a
riconoscere che in questa glo. 1v
di ammazzare coi metodi ] u
perfezionati e raffinati, se n i
siamo stati precorsi dall'imman
cabile Cina, abbiamo avuto dei
predecessori in tempi ben lont -
ni Per lo meon, se lo strumento
non era stato costruito primi
d'ora, l'idea era però in germs
sin d'allora. E ciò' che ci ha I it
to sapere il conservatore delia
"Biblioteque Nationale" di P. l i
gi, Charles de la Ronchère, il
quale, in ad alcuni docu
menti da lui scoperti negli archi
vi del Ministero della Marina, ne
ha fatta la dimostrazione in una
delle recentissime sedute della
Commissione per gli studi storici
al Ministero della Pubblica Istru
zione francese.
Sin dal 1588, dunque, un inge
gnere di Enrico 111. Agostino Ra
melli, sognava di costruire una
macchina "a prova d'archibugia
te e di moschettate", che avreb
be dovuto consistere in un gran
de carro a volta, ben chiuso, in
cui due o tre coppie di archibu
sieri erano posti alle feritoie. Il
propulsore si trovava nell'inter
no e un uomo doveva far agire
per mezzo di congegni delle pa
lette ricurve che avrebbero dovu
to "mordere il suo". Il timone
posto di dietro doveva servire a
far sì che la macchina blindata
potesse passare un fossato e ter
minar l'attacco di una ridotta
battuta dal cannone. Il 14 mano
1648, il padre Mersenne scriveva
ad Helvetius una lettera, in cui
parla di una "macchina volante
capece di volare in un giorno da
Parigi a Costantinopoli". Le ali
di questa macchina dovevano a
vere trentadue piedi di lunghezza
e dodici di larghezza. L'inventore
Sii piUpUlltt'TS »i o rfftxj
con sei uomini e quattro o cin
que pezzi di artiglieria. Gli ingle
si, poi, all'assedio della Rochelle,
avevano escogitato di usare delle
torpedini che essi assomigliava
no a "bombe d'artificio che van
no tra due acque e che, venendo
ad urtare contro checché si sia
si rompono, e spezzano tutto ciò
che c'è intorno".
I nostri obici: da 400 non sono
che giocattoli, in paragone dei
proiettili fabbricati contro gli al
gerini, nel 1681. Dapprima furo
no impiegate delle bombe, chia
mate sin da allora "marmitte", a
causa del elanse che portavano e
che agivano così : "Dato fuoco al
la spoletta si vedevano innalzar
si nell'aria queste "marmitte ar
denti", talvolta al disopra delle
più alte torri, poi cadere ad un
tratto su i luoghi cui erano de
stinate. caduta ne era così
violenta che spesso, per il sem
plice peso, foravano i tetti, sfon
davano due o tre pavimenti e
perfino le volte delle cantine,
prima che il fuoco della spoletta
fosse giunto alla polvere". E'
semplicemente il modo d'azione
della "spoletta a ritardo" di cui
son così orgogliosi j nostri inven
tori moderni. Questi proiettili
non essendo bastati. Duquesne
pensò di utilizzare delle bombo
gigantesche, di otto piedi e dieci
pollici, quasi tre metri, di altez
za, quattro piedi e dieci pollici di
diametro e cinque pollici di spes
sore, d'un metallo rugoso, che
contenevano ciascuna ottanta
quattro quintali di libbre di pol
vere. Inventati dal capo di squa
dra Cauchon de Clèry, questi o
bici mostruosi erano stati fusi in
Provenza dal mastro artefice
Landouillet de Logivière. Il loro
peso era di novemila libbre.
In gran parte, come abbiamo
detto, queste macchine da guerra
rimasero allo stato di idea; ma
quanto abbiamo riferito sta a
provare che i germi dei formida
bili macchinari attuali risalgono
a tempi lontani. Nihil sub sole
P. Silvi
AVVERTENZA
A tutti i sofferenti di cancre
ne o piaghe cancrenose.
Il più grande e meraviglio*
rimedio è quello dello specialis .
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libile e sicuro per la guarigio
di es.se. eDtto specialista col s.
nuovo ritrovato, a cui diede '1 r.
ine di "Balsamo Manus Dei",
dei veri miracoli.
Questo .movo benefattore i •
l'umanità, richiama l'attenzioi
di tutti coloro che sono affetta
di detto male a voler ricorrere r
lui se bram(ano una sicura c
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