La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, June 23, 1917, Image 1

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    L
Both Phones
ANNO I. No. 10
ITALIA E STATI UNITI
si stringono cordialmente la man»
Un augusto principe della no
stra Casa Kegnante e a capo di
una missione di grand'uomini
che il Keal Governo d'ltalia ha
creduto, nelle attuali contigenze
della guerra, di mandare al Go
verno di Washington, appena la
decisione presa dalla parte di
quest'ultimo di entrare nel con
flitto a fianco degli Alleati.
Gli Stati Uniti hanno fatto
alla nostra Missione la migliore
accoglienza e, senza dubbio, a
vranno con essa stabiliti tutti
quegli accordi che dovranno por
tare il nostro Governo all'assicu
razione completa di un'assistenza
continua da parte di essi e per
tutta la durata del conflitto.
Ci gode l'animo ricordare come
tra Italia e Stati Uniti corsero
sempre le migliori relazioni di
plomatiche; nessuno ricorda mai
che da parte delle due nazioni i
rapporti non fossero stati sempre
cordialmente sinceri ed informa
ti al reciproco benessere dei due
popoli; per cui nessun dubbio
che la stretta di mano che oggi
si danno i rappresentanti
dell'una c dell'altra via, sia senza
preconcetti o secondi fini.
Da tanta limpidezza di prece
denti acque diplomatiche non c'è
che trarre i migliori presagi a
nostro riguardo per tutta la du
rata della guerra.
La Missione Italiana, come da
invito regolarmente ricevuto dal
Sindaco della città, fu a Phila
delphia martedì mattina, 20
coir., festosamente accolta dalle
autorità cittadine e da gran folla
di popolo americano.
I giornali locali hanno a lungo
parlato, riferito, descritto intor
no al grande avvenimento. Onde
a noi la facoltà di fare a meno di
un esteso resoconto di cronaca,
dall'ora in cui la Missione è giun
ta a quella in cui ne è ripartita.
Ci piace pevp di fare poche os
servazioni di natura psicologica
intomo al grande momento, non
fosse altro per ammaestramento
degl'italiani avvenire.
E' vero, tra Italia e Stati Uni
ti corsero sempre relazioni di a
micizia ; ma effettivamente nes
suno può negare che, non ostan
te quest'amicizia, gli Stati Uniti
ci abbiano sempre guardato con
cert'aria di superiorità, non ri
sparmiandoci, all'occorrenza,
frizzi e lazzi pungentlsslml che
non poche volte ci fecero freme
re di giusto sdegno, non per noi
che avemmo sempre il giusto
.concetto della condizione dell'im
migrato, ma i>er il bel nome, il
?ran nome dell'ltalia che vede
vamo offeso in noi perchè t-ostret
ti dalla sorte a chiedere ospitali
tà e lavoro in terre straniere.
La nostra stampa coloniale ed
anche quella della Penisola cui
spesso giungeva l'eco di un ol
'''aggio al nome italiano, ebbe in
P'ù rincontri seria ragione di
Protestare opportunamente: m?
perchè nasconderlo? le pro
teste si fecero sempre inutilmen
te. percJiA appena l'occasione prò-
Pizia di offenderci nuovamente t
deriderci, teli americani lo faro
vano senza tanti complimenti.
Era tutto un oflio di razza ch<
si putriva ferocemente cóntro d
n °i. e quest'odio doveva pur ave
re le sue brutali manifestazioni
i che ci era giuocoforza subir<
sempre per la ragione precipui
ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
I )e\ <>te<l to the well'are and advancément of' the» Italiana in America
S. LIBERATORE, Direttore
nei grande conflitto europeo per
la difesa della libertà minacciata
fiei popoli ; dacché il nostro eser
cito e la nostra marina seppero
compiere il miracolo di impedire
alle orde teutoniche l'asservi
mento dell Europa; dal temilo
cioè in cui anche gli Stati Uniti
videro impellente per essi il biso
gno di favorire la causa degli Al
leati, noi siamo divenuti tutt'al
tro popolo per gli americani. leri
ci gratificavano dei più bassi di
spregiativi : "dago", "guena" ;
oggi, invece, esaltano le nostre
glorie antiche, la nostra arte, la
storia, inneggiano alle vittorie
del nostro esercito e si compiac
, ciono di chiamarci .loro Alleati.
Oh quanta differenza da ieri ad
oggi! Oh quante cose miraco
lose sa compiere quel gran mago
del tempo! Se veramente ci vo
leva la guerra per avvicinare in
separabilmente l'ltalia e gli Stati
Uniti, sia la guerra la benvenuta,
non ostante i suoi orrori e le
grandi calamità che essa gene
ralmente è solita seminare nei
rapporti dei popoli in mezzo ai
quali si combatte; se non altro
avremo guarita per sempre una
piaga che ci afflisse per tutto il
tempo della nostra immigrazio-
Ji§. A 1 lo ia sì che,ben a ragione
potremo ripetere le parole del
vecchio adagio; "non tutti i ma
,li vengono per nuocere".
•
Cessati i preconcetti di razza,
noi potremo, in tempo avvenire,
avere dei benefici immensi per la
nostra immigrazione e per il no
stro commercio.
I Senza dubbio, a guerra finita,
l'ltalia potrà accordarsi con gli j
Stati Uniti meglio di quello che,
non avesse potuto fare per il pas- j
sato, non fosse altro per rispetto |
a quel certo "cameratismo" che
li condusse a combattere per la |
stessa giusta causa : per la causa
della libertà conculcata delle gen
ti contro la teocrazia di governi
assetati di grandezza e di domi
nio.
Le ultime leggi restrittive
| sull'immigrazione, le quali peral
; tro rimarranno senza effetto pei
quasi virtuale cessazione di call
ida, dove sono le-genti che im
ìmigrano? saranno, senza dub
bio, in seguito modificate; parec
j chi trattati commerciali saranno
indubbiamente rimaneggiati, a
noi slamo sicuri che l'ltalia da
queste modifiche e da questo ri
maneggiamento ne uscirà gran
, demente avvantaggiata.
| L'entrata in guerra degli Sta
ti Uniti ha voluto dir molto per
- noi, perchè con la sua entrata
noi abbiamo acquistata la quali
tà di loro alleati. I benefici ce ne
| incominciarono a venire subito
i con la concessione di un prestito,
l finale nrest'to bastò ad arresta-
Ire non solo l'ascesa, ma a fate
' ;en sibiline,ite scendere il cambio,
, sulla nostra lira. Dopo dei presti-,
to qualche altra cosa l'ltalia a
-1 vrà dagli Stati Uniti ; è appunto
' per Questo che la Missione Ita
liana è stata inviata a parlamen
tare presso il Governo di Wash
! ington e, dato gli uomini che la
I compongono, c'è da sperare mo -
Ifc&MO o. bone nei rapporti dei
' nostri fini.
Silvio Liberatore
i
-
pI'BBAI, LEGGETE
PHILADELPHIA, PA., SABATO, 2.Ì GIUGNO
NOTE
La Missione Americana in
Russia I membri della missio
ne americana seguitano il loro
giro attraverso le più importanti
città dell'impero moscovita e, na
turalmente, c'è da aspettarsi elio
dalle conferenze che essi avran
no con le autorità della nuova
Russia, ne verrà fuori qualche
i cosa di buono per la causa degli
Alleati. *
Gli Stati Uniti, insieme a tutto
le altre nazioni dell'lntesa, non
si nascondono il grave pericolo
-he minaccia la loro causa, ovo
agl'imperi centrali riuscisse d'
poter conchiudere una pace sepa
rata con la Russia; per cui si so
no affrettati ad inviare una mis
sione allo scopo di prevenire
qualsiasi possibile spiacevole in
cidente all'uopo.
Di quali vie. di quali mezzi gli
| Stati Uniti si serviranno per ri
durre ancora la Russia alla cau
sa degli Alleati è inutile* che lo si
dica, perchè ognuno può intuirlo
da per sé; la Russia, dopo duo
anni di guerra dopo la rivoluzio
p.e che rovesciò il trono dello
czar, versa in condizioni econo
miche miserande dalle quali sarà
hen difficile che essa possa ri
farsi senza riconfermare i suoi
trattati commerciali con le na
zioni dell'lntesa. Certamente co
trrr crmrHzivmp wi.it-iivnnlc ti! qnt
sta riconfermi gli Alleati impor
rebbero la continuazione della
guerra contro gl'imperi centrali
e, do]x> tutto, ne avrebbero ben
donde.
La Russia, continuando nella |
guerra, vi avrà tutto da guada-1
Ignare e niente da perdere,*nelle
i relazioni della sua vita economi ,
! ea-politica ; mentre ove se dalla
, guerra dovesse cessare, si trove
rebbe subito a dover subire i più
duri collii di un grande risenti
mento dalla parte delle alleanzo
gradite.
L'abdicazione di Re Costanti
no in Grecia... tanto tuonò elio
piovve!... Re Costantino, il mo
narca germanofilo che le nazioni
dell'lntesa non riuscirono al
la loro causa, ha abdicato in
favore del figlio secondogenito e
ha preso la via dell'esilio.
Quello che da circa due anni è
andato succedendo in Grecia non
vale la pena di ricordare, pei-,
chè nun v'ha chi non abbia segui-,
to con un certo interesse tutti ;
gli avvenimenti della penisola el- 1
lenica, specialmente dal tempo in
cui Venizelos si ribellò aperta- ;
mente al governo di Re Costanti- '
no, mettendpsi al|a testa di un
governo provvisorio con sede aj
Salonicco.
La Grecia, nella guerra attua-
le, ha avuto una parte importane
tissima, fosse più importante di
quello che non "si possa ipimagt-,
nare.
' Incominciò col permettere allo
' Bulgaria di rifarsi contro la Ser-
liia, quando, pur alleata di que-,
st'ultima, non volle correre in
suo aiuto; posteriormente,
suo atteggiamento equivoco, non
permise all'esercito di Sarrail dij
potere intraprenedre un'offensi-|
va contro gl'imperi centrali at
traverso i balcani.
Gli alleati se ne dovevano ven- (
dicare certamente in un modo, e (
' lo hanno fatto allora costringen
do |l R« Costantino all'abdica-:
Da Luigi XVI a Nicola II
Il fato Russo tinto di sanguigno
La storia si ripete, e nella tra
volgente evoluzione dei popoli ri
scontriamo .dopo secoli, l'atti u
punti di contatto.
Luigi XVI, una volta idolo del
popolo francese, innovatore e ri
formatore, cadde in disgrazia deJ
suo paese, e la Convenzione, con
3fiG voti contro 355, ne decreto'
la morte. Nel fremito rivoluzio
nario la folla dimentico' che Lui»
gi aveva abolito la'tortura, ave
va istituito il Monte di pietà e la
Cassa di sconto. Essa si aspet
tava una risoluzione dal suo Re
e l'incertezza del fomento tra
scino' alla ghigliottina Luigi
XVI con sua mogl|o Maria An
tonietta di Austria.
La rivoluzione aveva vinto, e
l'albero della libertà sorgeva nel
le piazze di Parigi.
Fu vittoria passeggera. Una
di quelle vittorie che svaniscono
come raffiche di vento, poiché il
popolo, non preparato al supre-j
mo momento, resta privo d'idea
le, senza un condottiero.
Ciucila rivoluzione francese,
che era stata sanzionata dalla
morte di un re e di una regina,
si chiuse in un tramonto rosso di
sangue, poiché la reazione fu più
terribile, più impetuosa, più tre
menda, e la tfnijtfi Ottilia .illustri)
al successore di Luigi XVI meto
di più raffinati, attitudini ade
guate a ristabilire la monarchia
Io non so, nè voglio indagare
se il popolo di Francia era pron- j
;t;o o meno alla rivoluzione, e se,
|come suol dirsi, era maturo per
un sistema di governo più libera
le, impostato a forma repubbli
cana. Constato il fatto, e debho
convenire che la irrande rivolli- j
zione si chiuse con altro spargi
mento di sangue, perchè i fattori
di essa non avevano saputo tro
vare l'uomo atto ad assumere le
| redini del governo e tradurre in
pratica quegli ideali per cui il po- j
polo si era elevato sul trono ed
aveva battezzato col sangue d'
regnanti l'alba di quello che a
vrebbe dovuto essere un nuove
periodo storico.
Dofx» tanti anni circa un se- ;
colo e mezzo —la storia deve
registrare un'altra grande rivo-1
luzione, la quale avrebbe dovuto
segnare il tramonto del dispoti
smo nel più vasto impero deJ i
: mondo.
Le agenzie telegrafiche, sotto
mettendosi ai rigori della etmmt
ra, ci fecero sapere che, con He
!ve spargimento di sangue, era |
'stato distrutto lo zarismo di Rus. .
sia, e che il suo esponente, Nico- t
! la secondo, era stato detronizza- !
|to e carcerato colla sua fami- j
glia.
' La caduta del dispotismo fece
1 fremore di palpito novello i liber-1
Lui tutti, e segnò una minaccia
j i>er i sovrani uso Guglielmo di
Germania e Carlino d'Austria ,
avvezzi a governare colla violen- *
'za e colla sopraffazione.
Dalla caduta di Nicola II in poi |
poco o niente abbiamo saputo del
movimento insurrezionale e del-1
I l'atteggiamento del governo
provvisorio.
Malgrado tutto, però, possia- j
mo rilevare, constatare ed affer- j
mare due cose: la prima che in
I Russia continua il caos; la secon-1
da che una reazione sembra im
iminente. L'anima russa è rima
sta fluttuante, ed 1 singoli parti
ti cercano di farsi strada.
Gli estremisti anarchici e
socialisti sindacalisti credono
blìcani vorrebll'ero issata la loro
bandiera, mentre i seguaci del
"piccolo padre", come era chiama
| to lo Zar, forse per devozione al
vecchio sistema non si sa clic
il laudator tempori» acti di an
tica memoria si rii>ete spesso e
sovente?—forse per gli onori clic
godevano a Corte, forse per occu
pazioni ed impieghi nei pubblici
uffici, lautamente retribuiti, pre
parano la reazione per il ritorno
al potere dello Zar.
La situazione è caotica, incom
prensibile.
Al ministero, così dotto di coa
lizione, fan parte rappreseti tan
ti del partito del lavoro e dell'e
sercito. Le disparate tendenze, i
diversi credi politici ed i molte
plici ideali onde sono informati i
reggenti la cosa pubblica, hanno
determinato un disordine che
nemmeno un anarchico potrebbe
approvare,
Gli uomini di Governo vengono
.alla ribalta e spariscono dopo un
! giorno.
leri un Ministero era l'etto da
un repubblicano, oggi da persona
che non ha colore politico.
Questo è un brutto sintomo ;
il preludio della reazione più ter ;
ribile e più violenta della rivolu
* V-IrtiiP rrtr-n.-ui.
La Russia del popolo ha giuo
cato una bella partita, ma, in ul
| timo, non ha saputo contare lo
( carte
Essa non seppe profittare del
momento, e non ebbe il bernoc- j
colo per la scelta dell'uomo che
avrebbe dovuto consacrarne l'i
deale inquadrando la forma di \
potere suggerito dall'anima del
| popolo.
Oggi la Russia non è un'impe
ro, non una monarchia, non una
< repubblica, ma un caos, e nel
caos non si vive e, tantomeni, si ;
I I
prospera.
i Chi ne profitta èla Germania.
La Russia non la molesta, ed
essa può, liberamente, sguarnire
il fronte orientale per scaraven- |
tare le sue orde contro la Francia
0 contro l'ltalia.
11 fato di Pietrogrado appare,
oggi, tinto di sanguigno.
1 Una contro rivoluzione in fa
vore dei Romanoff non è da scar
tarsi a priori e, forse, potrebbe
! essél* fomentata dal popolo, il
quale non vuole 11 paese asservite
i)la Germania o, quanto meno, a
mlco, se non alleato ai moderai,
pirati.
j II popolo russo compì la rivolti
-1 zione, perchè i generali ai sareb- '
|bero venduti alla Gei-mania, ed in
; Corte si em più tedeschi che!
IVwsst. Ed ora?
Non sembra che i rivoluziona
ri stiano facendo qualche cosa di
peggio?
La Russia del popolo si mac
chia di tradimento, e si prepara
la calpestare gl'ideali di umanità
|e di libertà, in nome dei quali is
'sò la bandiera rossa, poiché, se
jcondo recenti notizie, starebbe
alla vigilia di conchiudere una
: pace separata cogli imperi cen
trali divenendo, implicitamente,
un'ancella .un'alleata ed una
| complice della Gei-mania.
Essa, però, sarà punita, poi
ché Giappone ed Inghilterra son
pronti ad attaccarla.
Assisteremo ad un'altra guer
ra in Oriente?
Il sangue versato dai martiri
della rivoluzione russa, come
quello per demolire il governo di
10 non lo so. La storia si ripe
te ed il lato russo è tinto di san
guigno.
Pitocchi
Da "La Stella d'ltalia" di
Greensburg, Pa.
Cieafep Grilli
e Zanzare
Non poteva mancare! ln
occasione della venuta a Phila
delphia della Missione Italiana,
non poteva, non doveva assolu
| tamente mancare la nota scor
dante, l'eterna nota scordante in
mezzo a noi. Essa v'è stata, gra
zie all'attività dei soliti numi tu
telari che vegliano vigilmente
per le nostre discordie, *per quan
to è significato gl'inviti l'atti di
ramare per il banchetto che ebbe
luogo la sera del 20 corr. al Bel
levue Stratford. in onore della
Missione istessa.
11 banchetto veniva offerto
dalla città, e si vede bene che a
qualcuno dovette, da parte del
Comitato festeggiamenti, venir
conferito l'incarico di compilare
una lista di connazionali! da esse
re invitati. Infatti sul giornale '
"L'Opinione" comparve, la mat
tina del 18 una lista che, ge
neralmente, fece non buona im
pressione in Colonia, giacché
mentre comprendeva molti nomi,
diciamo còsi, di alcun valore co
loniale, ne escludeva moltissimi
ai quali si sarebbe dovuto, per
tantissime ragioni, pensare a
preferenza.
Fu fatto a posta oppure fu u
na mera casualità occorsa alle
persone che ebbero l'incarico
I di compilare la lista? Noi non vo.
gliamo discuterlo, giacché non
Riceviamo e Pubblichiamo
UA CHESTER
Egregio sig. Direttore.
sottopongo ai suoi commenti
obbiettivi e sereni i seguenti
latti, che rivelano ancora una
volta ì sistemi autocratici del
Grande Venerabile dell'Ordino
dei Figli d'ltalia di Pennsylva- 1
ma, i
uomenica, 17 andante, si ini
zio qui in Chester una loggia
femminile dal nome "Cornelia
dei Gracchi"*. Alla cerimonia par
teciparono la loggia femminile di
costi Principessa lolanda, ed il
Grande Venerabile, che diresse la
cerimonia-
Questi, non so con quale asco
.s* intendimenti, dichiarò esplici
tamente che in quella occasione
Jnon avrebbe concesso la parola
che alle donne; ma più tardi ri
mangiando anche questo suo e
so.so provvedimento dava la pa
rola a due uomini, e precisamen
te ad Alfonso Papa ed Antonio
IViglione entrambi di Filadelfia.
Il primo, nella sua sbalorditi
va ignoranza, si permetteva di
fai e poco benevoli apprezzamen
ti della colonia di Chester in ge
nere e delle du? logge maschili
dell'Ordine stesso in ispecie.
10, pur disposto a tollerare la
parzialità che manifestamente
commetteva il Grande Venerabi
le in danno delle logge di qui di
una delle quali io ero membro,
non seppi frenarmi dinanzi all'a
buso indegno di ospitalità che
commetteva il Papa, e doman
dai, allo stesso 'Grande Venera
bile che presiedeva, anche quan
do le nuove ufficialesse erano
state istallate e vestivano le in
■MÉMUÉiÉtfÉMgÉaaÉ
5 soldi la copia
UFFICIO: 920 So. lOth Street
abbiamo alcun interesse a farlo;
fo J, se lo faranno altri e noi ci a
speitihfìto di veder chi
plicemente la cosa per
Ad ogni modo, siccome siamo a
bituati a parlar chiaro, dobbiamo
dire che ove nel compilare la li
sta-inviti vi fosse stato precon
cetto per qualche riguardo, si sa
rebbe fatto semplicemente male
ad agire così.
Un'altra cosa poi dobbiamo ri
levare ed osservare: ai giornali
i italiani non sono stati mandati
inviti ; qualche giornalista andò
al banchetto solo perchè racco
mandato da Tizio o da Caio; ma
ufficialmente la nostra stampa
non intervenne. Perchè? Sono
solamente buoni i nostri fogli a
servire di sfogatola alle voglie
ambiziose di questo o di quel pa
pavero coloniajjj ; o a fare sempre
da umilissimi servitorelli ogni
qualvolta v'è da scrivere intorno
a qualche buona 0... cattiva causa
coloniale. Quando poi trattasi di
un avvenimento coloniale intor
no al quale troppo lavorarono
perchè riuscisse bene, sono ad es
sere trascurati per i primi in una
maniera che sa sempre più di in.
sulso che di colposo. Così si meri
tano i nostri giornali, così cioè si
meritano i nostri giornalisti.
Quando qualcuno incomincerà a
comprendere che, ove non fosse
altro, per la sola dignità e prote
zione della classe la necessità di
un'associazione della stampa in
«omixvoia a w I i- nn 112 ; -I^7,
zo a noi ? Staremo a vedere chi ci
risponderà; scommettiamo: nes
suno e non ce ne faremmo me
raviglia perchè i nostri ineffabili
colleghi li conosciamo troppo
bene per aver saputo sempre
pensare a tutt'altro anziché ai
nostri veri interessi di classe.
Don Procopio
noscono me la negò; e quando io
sotto l'impulso di un risentimen
to che anche contrario alle leggi
dell'Ordine è semplicemente u
mano, gli feci notare che dal mo
mento che eccezioni erano state
, fatjte nel concedere la parola agli
Ì uoùiini se ne poteva fare un'altra
jjUJPhe per me, egli, il Degnissimo
Vf) Grande Venerabile, gonfian
doci come un tacchino, credette
bene d'impormi di uscire dalla
sala.
10, ossequente finalmente non
alla sua persona, ma alla sua
qualifica, abbandonai la sala as
sicurandogli che avrei fatto vale
re in sede più opportuna le mie
ragioni.
Mentre scendevo la scalinata
sentii uno scalpitìo animato nella
sala e poi vidi il Grande Vene
rabile sul pianerottolo che sbrai
tante per quattro e facendosi
reggere da una dozzina di perso
ne, brandiva colla mano agitata
l'emblema del comando (il mar
tello) e faceva atto di raggiun
germi apostrofandomi con gli e
piteti di mascalzone, vagabondo
e peggio.
Seppi più tardi che le donne
che erano nella sala dinanzi a
quella scena violenta, furono col
-1 te da svenimenti.
Ero in attesa della notifica •di
provvedimenti disciplinari che il
Grande Venerabile avesse voluto
adottare verso di me, quando in
' data 19 andante mi pervenne u
na cartolina della Loggia di cui
ero curatore invitandomi a par
- tecipare alla parata fatta in Fila
> delfia il giorno 20 in onore della
• commissione Italiana.