La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 19, 1917, Page 2, Image 2
2 "LA aASSEGNA" pubiished by LA RASSEGNA PUB. CO. A. t osano. Prasideat G. Trevisani. Treasurer A. Raif. Caruisß, Seeretary Boari ai Direetors M. .uleva G. CMamseekm L. -«arieamazza SILVIO LIBERATORE Editar de Bilame.-,. Manager 92V <«. lOth SC Phiia_ Pa. Sttbwnption Ì2 per year consumato o semplicemente ten atto, eon dm brani estratti dallo stesse gionuue ài Peppuecio : fu ribondi attacchi, eseguiti a breve intervallo da ina più o meno spa ziosa reclame, finalmente conces sa dalle vittime che erano stale prese di aura. Basta un scio «empio per tut ti Vera ina ditta sostituita da quattro fratelli i quaii ài occupa vano della vendita dette Azioni Marcom e gestivano tar agenzia di collocamento ai avoro. Orbe ne. questi signori vollero nseri re uno spazioso «ma® su L'Opi nione. per la vendita delle dette Asioru. e poco a sulla sui giorna le di Peppuccio. Costui perciò at tendeva J momento della vendet ta. Poco dopo la nominata Ditta fece della reclame per la rieerca di due mila operai da inviare in California. Peppuccio penso che fosse giunto il momento propi zio e incomincio degli attacchi giornalieri contro i quattro ra teili, asserendo che gii operai da castoro richiesti venivano man dati dove, senza duòmo, sarebbe ro caduti vittime del "peonage Dopo ripetuti attacchi, il ne mico finalmente decise di capito lare e mando come paciere un ti pografo i": lavorava nei -jo stesgc ufficio, « che riuscì infat ti a conchiudere i patti della re sa: il giorno dopo sui giornale di Peppuccio comparve in avvi so dei la Ditta che giorni prima e ea stata cosi vilipesa. E' 'BIRBO DI PROFE.- -IONE Per poter esercitare eoo suc cesso il mestiere de; ricattatore. Pepp uccio comprese esser prma necessario di diventare un abilis simo sbirro. Egli doveva conosce re vita e miracoli di quanti con nazionali vengono a stabilirsi in coionia ; conoscere tutti colo ro che in Italia non avevano la sciata netta ia oro fedina penaìe, eve ne sono molti ; segnarsi, giorno per giorno, tutte le azioni di.•«ereditanti che si commettono in colonia, da nemici od amici : penetrare perfino nel tempio m em delle famiglie e conoscere i pettegolezzi fra marito e moglie e quanto da questi si bisbiglia la notte sotto le lenzuola. E. ad aiutare la memora, Pep puecio si è andato facendo, man mano, un voluminoso zibaldone in cui tiene .scrupolosamente re gistrate tutte "le peccata" dei no stri coloni, e che egli ha perfino promesso di portare seco nel giorno del giudizio per prestarlo a Messer Domineddio, od all'ln ferno per farne prendere visione a Minosfse. Peppuccio può dir-; ora in abi lissimo sbirro, e noi che gli rico nosciamo almeno questo merito, io aoddit.amo ben volentieri a qualche Capo di Polizia perche si avvalga dell'opera di lui, retri buendolo lautamente, pel servi zio di polizia nella "Little Italy". PARLA ORA CHE UN MORTO Pll' NON PI O 7 RIVELARE LA VERITÀ* E veniamo al terribile capo di accusa che stava registrato con tro di noi nei famoso zibaldone di Peppuccio, va', e a dire una prete sa imposizione che noi avremmo fatta a due farmacisti di questa colonia per carpire ad es- un me schino avviso di 44 al mese. Bisogna premettere che in una Precedente polèmica, svoltasi a. la ne dello scorse mese di Agosto. terribile Peduccio fece un'al tra volta balenare contro di noi .a minaccia di questa acn^accian te puobiicazione. Noi ene e mentiamo la coscien za tranquilla, m quell'epoca, e propramente nei numero dell'O pinione dei li Settembre, in un ar ticoietU) intitolato: "Agii emer tà Girella: Carte J3 tavola", sfi davano Peppuccio a fare i nomi dei detti farmacisti ed a pubbli care i terribili arfidavita. Ma Peppuccio viro di bordo e si ri fiutò di pubblicare quanto si rac chiudeva eantro di noi nel suo famoso zibaldone. E la ragione ne è ovvia. In quei!"epoca, quello dei due farma cisti che avrebbe combinata tutta la faeeenda. era ancora vivo e ti rato in ballo, avrebbe potuto rive ai'- a verità suJT intrigo com messo da Peppuccio a danno di ut.. Difatti, iopo ia minacciata pubblicazione di misteriosi docu menti. noi. congetturando di che -i trattasse, ci recammo dal far macista ora defunto e zìi chie demmo che cosa ci fosse di vero lei fatti ai quali Peppuccio allu deva nella polemica contro di Egli ci rispose che effettivamen te gioir., prima li signor Peppuc ciò erasi recato da lui e presentar logli ina sarta che gli fece ere tere • rifers.se ad un certo Dot- j t re ii questa ecionia; lo aveva pregato di firmarla, il che fece ! ■enza nemmeno il conte- ì iute, avendo fiducia in quente Peppuccio gii aveva asserite. Coni prendendo poscia, che si trat tava ii un tranello a ;ui teso per j ararne la Ottona fede, mi assicu -) he Peppuccio non si sarebò*- uzzaj'iato a pubblicare i dett: af iidarts. poiché egli era sempre sronto a smentire quanto per ca o -i fosse fatto a lai inconsape volmente affermare, ed a rivela re tutta ìa verità. Noi allora icn potendo prevedere che il det to farmacista sarebbe poco dopo tenuto a morte e che di ciò si sa ren be potuto avvantaggiare il g°- Peppuccio. non pesammr affatto a farci rilasciare dal det to farmacista una contro dichia razione da conservare per quaiun lue. evenienza. Le accuse certamente hanno u na oase torca e non e che noi leghiamo addirittura il fatto: • tante o- teniamo che i part. co in vennero completamente tra ati da per sone che hanno inna ta a vigliaccheria. Effettivamente i detti farmaci • erano stati presi in contrav venzione e quello che ora è morto ne "-pontaneamente"* nei no tro ufficio, a pregarci che non a vei imo pubblicata ia notizia.Noi considerando che detta pubblica zione. veniva d'altronde a dan- ; neggiare ie part nterej-.-ate. ac cogliemmo facilmente la richesta del defunto farmacista il quale, per mostrare - ia sua gratitudine. : promise di darei un piccolo arv viso e di premurare anche un al tro dei quattro coileghi. a fare al trettanto, abusando dell'amicizia ! che egli aveva per lui. Se il fatto non fosse andata ' proprio in questo modo e non di ver-amente, come con la massi ma vigliaccheria è stato asserito e ciò noi aves.-.mo avuto la mini ma intenzione d'lmporre a quest. lue farmacisti di darei la loro re clame, non avremmo certamente lasciati -tare in pace anche gli altri due che erano stati presi par menti in contravvenzione Ma ci si potrà opporre: "Al morto potete ora far dire quel ir che a voi piace ; e riguardo alla di hiarazione dei vivo?" Ebbene il vivo non merita as ola tamen te fede poiché egli, per -ua stessa confessione, fu un grande vigliacco .se acconsentì a sottostare alle nostre imposizio ni : e Chi è vile, è un fatto ri aputo da tutti —è anche bugiar do. A rafforzare questa asserzio ne. giova qui ricordare un singo lare aneddoto che è di una gran de eloquenza. Nell'epoca in cui un nostro re dattore faceva parte del comita to pei banchetto ad un Profes LA RASSEGN A PHILADELPHI v P A.. -AB VTO. 19 MAGGIO ir. sore, avvenne che ano sfrattato re di Società di Mutuo Soccorso. :iltjia:mnnTj iegretarifl in tT6 O quattro di queste, e che una voi U rubo più di ss<Xi ad una Socie tà di M. S. facendo credere che 411 fì fosse incendiata a scriva nia in cu. teneva rinchiusa detta moneta: questo bei gaiantuomc credendo di farsi un mento con Peppuccio. il quale spadroneggia diverse di quelle Società, andò a riferirgli che quei nostro redatto re avesse detto nei seno del Co mitato, che egìi non voleva asso lutamente che ne facesse parte lo stesso Peppuccio, nè aitri due in dividui da lui parimenti menzio nati. Ora avvenne una sera, nello smoker di una Società, che s'ln contrarono il nostro redattore. Peppuccio e la spia vigliacca. Ve nuti ad una spiegazione, il nostro redattore ed altre persone pre denti che facevano anche parte dei -ammetto al Professore, mentirono quanto era state ri ferito a Peppuccio. Chiamata la ■pia. questo rettole che vive di •eroeco olle società, dovette an he m. a.la presenza di tutti, nnvemre di aver mentito. Ecco in qual modo si usa ea -1 rimare dei galantuomini ! ì he quel signor farmacista :e;l'affidavit, il vivo non I sia qualche cosa di simile alla pia del menzionato aneddoto? Senza dubbio poi, noi possiamo 10 asserire dell'autore del terze affidavit, il negoziante che non .a più alcun negozio e delle cui sresta terremo, a tempo debito, iformati i nostri lettori Peeca -0 che non abbiamo anche noi u -10 zibaldone come quello di Pep uccio, altrimenti potremmo su bito dire se quei signore ha sod isfatti tutti i suoi creditori, e 11 quali panni egli ài vesta, in guisa da iar apparire evidente come nessuna fede debba pre tarsi alle di lui asserzioni al no stro riguardo. Ad ogni modo questi fatti ri •nnfermano, se non altro, quan ■b abbiamo Sopra asserito, ri guardo alle ottime qualità di -birre. possedute da! signor Pep puccio. Noi invece ci siamo sem pre comportati tutto all'opposto. Fra :e moltissime persone che vengono difatti a piatire presse di noi contro le cattive azioni loro 'atte da Peppuccio, vi furono tempo fa due appaltatori che gli ostruirono l'attuale mondezzaio. Questi ci narrarono il modo come fossero rimasti anche loro vittime delle male arti di Pep puccio e conchiusero che ora -tanno in causa con lui per otte nere ii pagamento della dovuta mercede. Ebbene noi senza pren derci nemmeno i nomi e gii indi rizzi di questi due individui, li mandammo via dicendo che quel li erano fatti che poco interessa vano al pubblico dei nostri letto ri, e che erano Giudici e non già un giornale, cui essi dovevano rivolger-i per ottenere giustizia. Quale differente modo di agire. ALTRI SPI NTI VELENOSI Peppuccio, fra le altre cose, torna ad insistere che il Cav. Baldi debba dare i conti della fe -ta delle Regine, avvenuta l'anno scorso. Dimentica Peppuccio, ovvero è al solito in mala fede •he il Cav. Baldi non fu altro che m '"Presidente Onorario" di quella festa, e che vi fa un appo to Comitato col relativo presi- , dente effettivo, ai quali egìi po trebbe rivolgere tale domanda? Peppuccio infine asserisce che egli un gran dottore (sic) non può seguitare a competere coi sottoscritto Peja, perche que sti e un analfabeta. Ebbene, caro Peppuccio, fatti entrare bene in testa e persuaditi una buona, vol ta, che hai alfine, trovato un pa ne troppo duro per i tuoi denti e che il s,gnor Peja darti quella lezione che finora nessuno è riuscito ad infliggerti, e che è dee so a non smetterla fino a che non «ara riuscito a farti fmire nei manicomio od a farti fuggire dada colonia, perseguitato dal l'obbrobrio e dalla maledizione di tutti i connazionali I Ci siamo intesi ? Peja. SItiSEP, L SILVESTRE ci risponde sconnettendo Dopo laboro-;- ricerche fatte intraverso le camere oscure di ino indecente- cartafaccio glor ia.! stieo, alla 'anza dì >en lue settimane il signor Giuseppe Di Silvestro, da noi positivamente e formalmente accusai di truffa e ii appropriazione :ndebita per e azioni de "La Voce del Popolo . i ha risposto. E povero Giuseppe Di Silve stro, tormentato funestamente ialla sifilide che lo ha reso curvo •>er tre palmi, morfinomane qua *è da parecc tempo, di. tratto X) degenera inaiente :at> ir or Deciti con la >en nota vedova al legra, non ha potuta scrivere una difesa migliore. Ove si fast* trattato di una di squisizione mitologica, lo avrebbe •»tuto gran che a. itare illustre Angelo Curi; ma trattandosi di >en altro è stato cc::tretto a fare la solo. D'altra .arte la questione rifletteva aoioi che solo lui s'era mangiati; Angelo Curi non po teva intervenir? con le sue favo e e la mitoloii a. 1 .losutfo fra tello poi è troppo occupato per gli ■ssami di passaggio alle classi del 'grammar school" (ha quaranta :inni suonati nostro Giovanni no ed è necessario, quindi, che -appia ben pensare ai casi suoi!, Dunque nessuno ha potuto aiu tarlo per cotanto cimentoso rin contro 1 ha dovuto per forza ri correre ai suoi vecchi, polverosi -udici zibaldoni, usando come meglio ha potuto di un povero, -grammatica:!. volgare frasario ner risponder---. Che cosa ha conchiuso in sua difesa il sigrs tr Giuseppe Di Sil vestro? Nulla, proprio nulla a soddisfazione no -ti* non solo, ma anch'» di quei tanti che ancora aspettano di essere pagati dei -oidi a loro truffati in maniera assolutamente volgare ed abile nU'istesso tempo. £*« i'<£ '**B e disdice ifferma ™ un >nn 4 > e -rv.r pecorinamente a negare ad esse re reticente in un altro. La sua prosa non può essere seguita po lemicamente, giacché signi fiche rebbe seguire le locuzioni e le escandescenze di un matto : e chi in giornalismo, volesse andare dietro ad un matto, darebbe pro va di essere matto anch'esso. Non abbiamo, quindi, che a confermare lettera per lettera parola per parola tutto quanto a vemmo ad esporre agli on. del Su premo Concilio 0. F. di. in or (line al denaro che il signor Giu seppe Di Silvestro truffò agli a zionisti de "La Voce dei Popolo" Di fronte ad un individuo ch< non ha per tante ragioni la for- ) za di ragionare, noi ci sentiamo impotenti ad ef-icacemente con tro attaccare; e giacché il Supr Concilio ha creduto in mode ino pinato correre anticipatamente ai salvataggio del suo caro ed illustre collega, ove la recisa qua lifica di truffatore che noi gli lanciamo da queste colonne do vesse in qualche modo sembrare ancora ncerta e malferma, noi sfidiaro gli on. del Supremo Con cilio, che fino a questo momento sentiamo 0 dovere di ritenere gentiluomini, ad entrare n pole mica con noi. Ad essi diremmo ancora molte cose in proposito ; a Giuseppe Di Silvestro, grande ve nerabile per lo Stato di Pennsyl vania. non sapremmo più dis dire. Egli è solo un volgare de linquente per noi La Rassegna LETTERA APERTA AL SIG. GIOVANNI DI SILVESTRO Egregio Sig. Giov. Di Silvestro Immerso negli studi. (Faust) come >-ggo in un giornale citta dino. per conseguire la laurea in giur prudenza, non hai potuti distrarre un po' di tempo per ri spondere a quanto in precedenza ti ho domandato. Con la presente ti torno a ripe tere la preghiera di voler essere cortese di una risposta in orooo- sit iila mia lettera aperta daila settimana scorsa. \ei contempo vorrai saper ri spondere aùe seguenti domande: 1.0 E' vero che nel 12 Set temore liilu sei venuto in com ..ugnia di persona, a quell'epoca ornane amica, nei mio negozio a 7. ì Carpentsér St. per spiegarmi 11 far parte aeila Massoneria io E' vero che dopo le tue jreghiere io acconsentii e versai a te che servivano, come mi dicevi, per accompagnare la domanda d. ammissione? :).o I dollan 5 mi sono stati restituiti ? < j ari baiai Felici FARMACIA Gennaro Salerno < ,>r. -tti Pa.si.yunk Avenue Questa Farmacia e stata im piantata con criteri vera mente moderni Farmacia Italiana UP Pi & MALOCCHI -, E. Lor. ITth dt Reed Sta. 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