La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 19, 1917, Page 3, Image 3

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    IL VANDALISMO
DEL KAISER
Dice uno dei comunicati tede
[schi: "Necessità militari ci ob
bligano a rendere inutile, nella
I preparazione del terreno di com
battimento scelto nella regione
Somme e dell'Oise, tutto ciò che
potrebbe essere in seguito utile
all'avversario per le sue operazio
ni".
E sono quattro righe di gelida
prosa che fanno gelare il san
gue. Perchè Dio sa quali orrori
di devastazione di incendii di di
struzione barbaricamente meto
dizzata, si nascondono dietro que
sta confessione : se il comando te
desco s'è deciso a notificarla al
mondo, vuol proprio dire che nel
le disgraziate terre di Francia in
cui da più di due anni durava la
occupazione tedesca, non resta
ora che i tedeschi si tirano
pietra su pietra!
Ed io pensavo, leggendo questo
terrificante comunicato del co
mando tedesco, ad un interessan
te articolo, che ho letto in questi
giorni, nel quale G. Lenotre rie
voca i bei tempi lontani, quando
le guerre si combattevano con
lealtà e con dignità, senza ecces
si crudeli, senza infamie verso i
neutrali e verso i vinti.
Racconta per esempio il Leno
tre tra una quantità di altri
aneddoti che. da un documen
teo recentemente scoperto risul
ta che essendo Cambrai, nel 1677,
cinta di assedio dalle truppe fran
cesi, comandate da Luigi XIV,
questi aveva dato severissimo di
vieto ai suoi cannonieri di lanciar
bombe "surles maisons particu
lieres et sur es monumentes de la
ville ennemie" e; che, trent'anni
più tardi, Marlborough che co
mandava un esercito inglese ac
campato a Cateau, essendo venu
to a sapere che le truppe fran
cesi contro le quali combatteva
mancavano di pane, fece caricare
parecchi carri di provviste ali
mentari abbondanti nella ric
ca regione ch'egli occupava e
li mando' al nemico. Alla quale
cortesia il signor de Coislin rispo
se, per parte sua, così : avendo
fatto prigionieri un inglese, lo
condusse a passar la notte sotto
la sua tenda, e insistè perchè il
prigioniero occupasse l'unico
letto che c'era: e poiché
non meno "galant" di lui, non
volle accettare, dormirono tutti
due per terra, uno da una parte
e uno dall'altra del letto che ri
mase nioccupato
Ora questi fatterelli, ed altri
molti compreso il famoso
"Messieurs les anglais, tirez les
premiers", della battaglia di
Fontenoy saranno veri o no;
ma insomma non si può' negare
che la rude asprezza e spesso la
vera e propria crudeltà con cui i
tedeschi hanno condotto questa
loro guerra costituiscono dei me
todi senza precedenti : senza pre
cedenti, dico, nelle guerre fra
Nazioni civili. Già nel 1870 i
Prussiani avevano inaugurato
questi sistemi ; e io mi ricordo di
aver ietto alcuni anni fa un ar
ticolo di una grande rivista in cui
un generale tedesco, pur tentan
do di giustificare in parte le ac
cuse di crudeltà che pesavano su
gli Eserciti (bavaresi e prussiani
specialmente) del '7O, ammette
va che il comando tedesco, nella
preoccupazione di "terrorizzare"
il nemico, era andato un poco più'
in là di quello che le grandi leggi
della civiltà e dell'umanità con
sentivano. Ma questa volta an
che ammettendo una grossa tara
ai racconti fatti, anche se si con
sente che in ciò' che è riferito
(concordemente, del resto), da
francesi e belgi e serbi e italiani
e russi v'è qualche esagerazione
questa volta la Germania è
andata ancora ben al di là di ciò
che aveva fatto nel '7O. Basta ve
dere, per esseme persuasi, le fo
tografie documenti non discu
teibili di ciò che son diventati
i meravigliosi monumenti del
Belgio ; e basta non discutibili
fatti, anche questi pensare a
ciò che è di efferato e di infame
I opera dei sottomarini contro le i
navi neutrali che trasporcano pa- '
citici viaggiatori. 1 quali metodi I
da selvaggi producono anche que- '
st altra inevitabile vergogna : che
eccitano le rappreseglie. Perchè '
gli uomini— sono uomini: edi
fronte ad un nemico che non ri- '
tuge dai più barbari sistemi di'
lotta è ragionevole ed è urna- 1
no di non esitare ad imitar- I
lo_._.
Ebbene: non gridatemi la ero- '
ce addosso se dico che, da un cer- '
to punto di vista molto alto ma e- 1
normemente importante, io trovo '
che sia bene che quell'antico !
"donchisciottismo" delle batta
glie leali e cortesi sia finito.
Quell'ingannevole miraggio delle
tradizioni dell'antica guerra, è
dunque definitivamente relegato
nei musei della Storia: i popoli
sanno adesso:
di che lagrime e di che sangue
è una dichiarazione di guerra. 1
popoli han capito che se non v'è
come vi fu tipicamente e spe
cialmente, questa volta, per l'lta
lia e per la Francia una ine
luttabile ragione di difesa del
proprio territorio e delle proprie
ragioni di esistenza politica, la
guerra è una troppo terribile co
sa perchè sia permesso ad un
qualsiasi Kaiser di provocarla e
d'imporla.
Ed è per questo che, in nome
della civiltà, io lodo il Kaiser. Il
l'atto ch'egli abbia spinto i suoi
eserciti il suo popolo cioè
a condur la guerra senza alcun
rispetto anzi col regolamentare
disprezzo di ogni legge e di ogni
postulato dell'umanità, non sarà
senza frutto per l'avvenire: i po
poli, in qualsiasi futura occasio
ne, non potranno non aprir bene
gli occhi, quando vedranno com
parir sull'orizzonte lo spettro mi
naccioso deH'"ultimatum".
Urani di esperienzi
i
Un indizio che i beni più desi
derati e vagheggiati sono parven
ze di beni, è che il loro valore di-1
minuisce già enormemente non
appena si mettono in effetto i ,
propositi atti a conseguirli. ,
Nelle vive angosce cercate per ,
quanto è in voi di sdoppiarvi. Fa- (
te che I'IO intellettuale vigili I*lo (
sensibile. Finché durerà questo (
dominio, voi sarete padroni del (
vostro dolore. I
Come nelle gioie l'ignoto è l'at- <
trazione suprema, così nei dolori <
è il peso insopportabile. 1
Quando una cosa aspettata con ì
molto desiderio sembra non av- (
venga, l'animo vi si adatta con c
pena: quando se ne ha la certez- 1
za, e questo si è già adattato, al- ì
lora, se avviene inaspettatamen- |
te, non proviamo più quel piacere j
che ce ne ripromettevamo nei {
momenti d'attesa; poiché, dopo \
un disinganno, lo spirito si af- r
fretta a trovare al medesimo ar- r
gomenti di consolazione, t
Lo spirito pare che abbia a c
legge immutabile di portar sem- 112
pre alto il suo desiderio come una t
fiaccola: la luce gli è sempre dir
sopra, ma la strada in cui egli si c
aggira rimane sempre grigia. t
Diffidate delle notizie tristi t
che, porte all'improvviso, vi la- i
sciano apparentemente insensihi- e
li. Come le ferite fisiche, esse c
hanno poi dietro di sé un lungo 1
strascico di dolore. i
Quando la persona, a voi ades- 1
so amica, par mostrarsi memore t
di una tenerezza passata, non la- t
sciatevi sfuggire le parole di pas- t
sione con cui vorreste nimicare t
od offuscare il sentimento al t
quale foste straniero. La memo- t
ria del cuore è debole: quella del- c
la mente tenace : e le vostre pa- c
role, passata l'onda della rimem- \
branza, apparirebbero vane e i- 112
nadeguate, nè sarebbero ricorda- r
te come degne. '
Quando si fa un piacere che c
non ci costa nulla (dare un fiam- c
mifero, prestare un giornale, un \
orario) si prova talora un cotal i
lieve senso di soddisfazine, che c
parrebbe attestare della buona e I
generosa natura umana. Ma quel r
breve compiacimento non deriva c
I se non dall'idea della nostra supe- t
LA RASSEGNA PHILADELPHIA, PA., SABATO, 19 MAGGIO 1917
riorità, sull'altro che di quella co
sa era privo.
Uno dei migliori indizi che il
fondo dello spirito umano è la so
lidarietà, si ha in ciò che il sag
gio, il quale dovrebbe essersi re
so A tutto indifferente, par che
provi sempre il bisogno di comu
nicare agli altri i dati della sua
saggezza.
Se gl'innamorati si vogliono
bene, perchè si bisticciano? Ec
co. Sorge fra essi una parola men
tenera, e l'istinto li avverte che
niun dei due debba fare troppo
AD un DI^OWESTO
(A GIOVANNI DI SILVESTRO)
Siete un ipocrita, un vigliacco,
un disonesto, v'abbiam detto. E'
d uopo insistere e precisare, pre
mettendo però che io non ho al
cun motivo di rancore e d'odio
personale contro di voi ma giù- 1
dico liberamente secondo i miei 1
principii e le mie idee dei vostri
atti che ripugnano alla coscienza !
di qualsiasi persona sincera ed o- !
nesta.
Quando vi venne in testa l'i- !
dea d'un congresso coloniale (non j
si sa bene se per vostra diretta !
iniziativa o per lontane ispirazio j
ni bancarie e qui è un punto
nero che noi non potremo facil- '
mente chiarire, ma che sarebbe
così interessante —) voi non a j
veste il coraggio di assumerne 1
direttamente la responsabilità,
ma vi nascondeste vigliaccamen- '
te dietro una povera società di 1
barbieri, gonfiandone ipocrita
mente i dirigenti che divennero
gli ingenui ed inconsci strumen
ti delle vostre speculazioni. Solo
alla fine della commedia lasciate
cader la maschera, per la smania
; di ricevere incensi e gloria, e con
fessaste d'essere l'iniziatore vero
del Congresso e il "deux ex ma
china" dell'immensa truffa.
Ma v'è un altro fatto che dimo
atra la vostra malafede e gli sco-1
pi equivoci della vostra iniziati-1
va. Voi avvertiste tutti i giornali !
e tutte le associazioni italiane
o meglio italo-americane come le
chiamate ora, dopo avere per cal
colo rinnegata la patria e per cal
colo rinnegata la patria e per
calcolo ancora ricorso al nome
della patria per le vostre truffe
politiche e morali ma vi guar
daste bene dal comunicare il vo
stro appello al "Proletario" e al
la Federazione Socialista Italia
na. Eppure voi conoscevate bene
e l'uno e l'altra. Siete un ex-so
cialista, un rinnegato anche del
l'idea dei lavoratori, e non igno
ravate il nostro indirizzo, tanto
più che allora il Proletario si
stampava a Philadelphia, proprio
a pochi passi dalla bottega in cui
voi imbrattate carta per turlupi
nare ed insozzare le nostre colo
nie, rivolgendovi specialmente a
gli operai sotto la falsa veste
del protettore e del compagno. O
perchè, dunque, fingeste di non
conoscerci? Avevate paura che
nell'assemblea dei prominenti a
cui faceste appello disonestamen
te dopo averli combattuti, vol
tando il dorso disonestamente ai
proletari socialisti a cui spillaste
e truffaste denaro per campagne
che dovevano servire solo a farvi
la strada e il nome, avevate pau
ra, dico, che noi venissimo a pa
lesare ai vostri nuovi amici le an
tiche vostre escandescenze con
tro le istituzioni che ieri combat
teste acerbamente e a cui ora ri
correte vilmente pel vostro tor
naconto? Certo, voi avevate pau
ra dei vostri ex compagni e ci ac
cettaste solo a denti stretti e
dietro le nostre proteste. Tant'è
vero che il primo giorno del con
gresso voi ed i vostri galoppini
m'impediste di parlare durante
l'inaugurazione e nella prima se
duta quando io, Argentieri, Tan
credi, Rubino ed altri parlavamo
vostro fratello ed i vostri questo
ri andavano in giro per la sala ec
citando i cafoni contro di noi.
Dopo la seduta inaugurale una
delle vostre creature vicepresi
denziali mi disse minacciosamen
te: "voi farete meglio a non ve
| sollecito atto di umiltà, per non
suscitare nell'animo dell'altro la
baldanza e forse la trascuranza
di un dominio troppo sereno. Ed
essi, che si amano, s'ingiuriano;
| essi, che s'invocano, si separano ;
finché l'atto di umiltà, da qua
lunque parte venga, trova, non
più la tepidezza di un cuore tran
quillo, ma una brama cocente,
ma una attesa trepida ansiosa; e
le due angosce allora si quetano,
e si riconducono ad una pace e
sultante.
Maurizio Sartini
nire oggi!" Dunque, era tutto
preparato e la vigliacca aggres
sione di cui io fui vittima il mar
tedì mattina era premeditata, vo
luta da voi, organizzatori del con
'•resso.
I primi ed i soli ad assalirmi
. furono i membri del comitato, i
, congressisti di Filadelfia ed i po
liziotti incensati dal vostro gior
nale e sotto la cui tutela si svol
: sero le sedute. I briganti soltan
to e i delinquenti comuni, che e
i-an numerosi nella sala, potevano
! iver bisogno di tale protezione.
E voi li conoscevate, voi, o di
. sonesto, i ladri, i falliti, gl'inde
gni, voi che vi accingete a supe-
I rarli per altra via; e pertanto a
vete taciuto, non solo, ma avete
ricorso a loro per soffocare la ve
rità e il grido della gente onesta.
Se io avessi fiducia nella legge
borghese vi ricorrerei contro di
voi e del vostro caro presidente,
l'onorevole della camorra da voi
montato, per l'aggressione e l'ar
resto illegale di cui foste causa.
Ma io amo meglio trascinarvi
sulla berlina pubblica per pren
dermi l'allegra vendetta di spu
tarvi sulla faccia il mio disprezzo.
E non vale il dire a scusa di
quanto faceste —. che io venni al
, congresso con dei preconcetti. Io
] non dissi mai che lutti i congres
sisti erano ladri, assassini, ecc.
Io dissi e sostengo che il congres
so ebbe per scopo una truffa po
litica e morale e che nel congres
so stesso v'erano degli indegni,
dei bancarottieri, dei colpevoli
di reati comuni. Se lutti fossero
stati disonesti noi socialisti non
ci saremmo scomodati. Tutt'al
più un breve trafiletto del no
stro giornale avrebbe avvertito il
pubblico che un branco di predo
ni era in giro e andava a far
baldoria in una qualche taverna
ufficiale ed elegante della città
detta dei quacqueri. Noi conte
stammo a voi e ai vostri alleati
disonesti il diritto di attirare nel
la vostra ruote i lavoratori per
spogliarli ed ingannarli nel tempo
stesso in cui fingete di proteg
gerli.
Ma perchè, dite, perchè non vo
leste la verifica dei mandati?
Non comprendete che basta que
sto fatto per dimostrare l'immo
ralità del congresso? Se non ave
vate paura della luce voi stessi
del comitato dovevate reclamar
la a salvaguardia della vostra di
gnità. Ma non ricordavo che
voi dimenticaste di aggiungere
un comma all'o. d. g. la verifica
dei poteri! E lo strozzamento
della discussione? Non fu fatto
esclusivamente contro di noi?
Voi sapevate che soltanto i sov
versivi fra la turba dei cafoni ca
paci solo di svaligiare il prossi
mo, potevano discutere e sopra
tutto dire molte dolorose e dure
verità. E fu in odio loro che com
pilaste un regolamento capestro!
Dove volete giungere, o signo
re? Non c'interessa saperlo. Co
me non c'interessa il mostruoso
aborto della vostra Federazione o
Alleanza intalo-americana, che
poteva essere partorita soltanto
dalla fantasia di un disonesto vo
stro pari che vuol essere al mede
simo tempo socialista e prete,
prominente e proletario, morali
sta e venduto, cattolico e masso
ne.
E pensare che siete voi, pro
prio voi ed i vostri degni colleghi
in democrazia di New York, che
i ! volete moralizzare le colonie !,
■ Puah! Che schifo! Meglio, cento
( volte Bai-sotti il quale, almeno,
è già arrivato e può permettersi
il lusso di non esser più che re- i
lativamente dannoso! Voi inve
ce, costituite il vero pericolo pei j
lavoratori immigrati poiché li ac
carezzate gesuiticamente, van-1
tando sensi di amore e di prote- j
zione sotto i quali nascondete u-1
na cosa sola : la vostra terribile
fame di dollari che volete sazia-
re a qualunque costo.
E ben prò' vi facciano le '
"pezze" a cui agognate, o triste !
messere.
Sappiate però questo: che se
l'inora vi siete servito perfino di :
socialisti per arrivare, d'ora in- i
nanzi vi sarà qualcuno che vi
perseguiterà ovunque e vi gride
rà con insistenza pertinace all'o-1
recchio la vostra vergogna e la i
vostra disonestà, finché i lavora
tori che notificaste troppo a lun
go non vi prenderanno a staffi
late.
Quanto ai prominenti e ai pre
ti dei quali cercate come un vile ì
mendicante le grazie, vi auguro .
che s'accorgano presto, dei vostri >
grandi meriti e vi compensino
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