La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, April 21, 1917, Page 5, Image 5

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    IL SEGRETO Di MILIUCCIA
Ragazzi, a tavola !
La nidiata, che pispigliava ir
requieta nella stanza da lavoro,
attigua a quella da pranzo, accor
se saltellante.
Buona sera, nonnina !
Buona sera, mamma!
L'uno dopo l'altro, i fanciulli
sfilavano avanti a ciascuna delle
due signore, che si rassomiglia
vano tanto e sembravano due so
relle, anziché suocera e nuora.
Baciavano la mano, e ricevevano
un bacio sulla fronte e un buffet
to sulle guancine accaldate dal lo
ro moto perpetuo. Indi si recava
no a prendere ciascuno il proprio
posto: ma, prima di sedersi,
guardavano fui*tivamente, con un
senso di indefinibile mestizia, due
posti che non erano occupati da
nessuno ed ai quali erano tutta
via costantemente allineati posa
te, tondini e bicchieri, come se
dovessero da un momento all'al
tro sopravvenire coloro che do
vevano occuparli e che un tempo
infatti li occupavano con assidui
tà.
Codesto tempo era lontano, in
finitamente lontano pei più pic
cini, tanto che essi e cioè Roset
ta, Giuliano e Clelia, non ricor
davano più di aver veduto sedu
to mai alcuno a quei due posti,
che erano ai due capi della tavo
la, l'uno di fronte all'altro. Chi ri
cordava, ed arrischiavasi di su
surrare anche qualche particola
re descrittivo all'orecchio dei tre
marmocchi rosei come fiori di
mandorlo ed irrequieti come ver
doncelli di primo volo, era Ma
rio, il meno minuscolo dei cinque
granellini di pepe. Ed anche Mi
li uccia, che era di un anno e
mezzo men vecchia di lui (Mi
li uccia compiacevasi di punzec-
I Per qualunque lavoro Tipografico
RIVOLGETEVI ALLA TIPOGRAFIA DELLA
: :
929 S, IOTI ST., PULA
Novella di Ernesto Serao
chiare il fratello maggiore col
chiamarlo "il vecchietto"), an
che quella farfallina dorata, che
non sapeva mai star ferma più di
trenta secondi e diffondeva dat
torno al suo capino tutto malizie
e tutto sonisi ruba-baci un nim
bo d'oro che parea volesse arric
chire la vista e l'anima, preten
deva di ricordare qualche cosa di
preciso. Ma, attorno alla precisio
ne, o meno, dei suoi ricordi, ap
punto, accendevansi dissidii tra
Mario e lei, perchè essa, ad esem
pio, voleva sostenere, e giurava,
pestando i piedi, che nonnino a-
vesse i baffi color dell'oro come
i capelli di lei e babbo li avesse
castani mentre il fratello mag
giore, che aveva vissuto la bellez
za di un anno e mezoz più del
la sorellina, e aveva bene il dirit
to di far valere di più la forza
della sua memoria, sosteneva tut
to il contrario. Ed allora comin
ciava tra l'ometto e la donnina, e
, gualmente cociuti, egualmente
combattivi, un battibecco india
volato, che il più delle volte fini
va a spintoni ed a scapaccioni
scambiati tra le due parti in cau
sa, ai quali univansi, per sopras
sello e per necessità di giustizia
equitativa gli scapaccioni largiti
dalla mamma, ovvero le sgridate
fornite dalla nonnina, che era
meno corriva di sua nuora all'uso
dei correttivi manuali.
A tavola! gridò una se
conda volta, quella sera, la signo
ra Emilia.
Nonnina, ci siamo già tut
ti! si permise di obbiettare
Mario. Puoi fare la conta, non
nina!
Ah! sì, hai ragione! Sme
- morata che sono! Mi par sempre
- che manchi ancora qualcuno!
LA RASSEGNA PHILADBLPHIA, PA., SABATO, 21 APRILE 1917
disse la bella e line signora, an-|
cor giovanile d'aspetto, colei che|
tutti gli amici di casa d'Alfreda,
per delicata lusinga, chiamavano
la sorella maggiore della moglie
di suo figlio Allora, benedetti
lupicini, potete incominciare! '
soggiunse, e si ingegnò di sorri
dere d'un largo sorriso incorag
giante: ma il pallore improvviso
del suo volto, ma l'ombra decisa
che le rendeva opachi gli angoli
degli occhi, rivelavano l'interna
trepidazione.
Era la trepidazione di tutte le
sere, condivisa eroicamente con
la nuora, era lo sgomento assi
duo, la segreta pungente ango
scia che assaliva le due povere
donne tutte le volte che or
mai da circa due anni sentiva
no più acuta la nostalgia dei due
cuori lontani, lo struggimento di
quella prolungata separazione,
che soltanto la nobiltà del loro
profondo sentimento di donne i
taliane, di vere donne italiane,
poteva giustificare, non però
spogliare della sua acerbezza.
Più acuto ripetevasi il loro
schianto, dissimulato dal gioioso
aspetto assunto per non turbare
la serenità dei bimbi innocenti,
allorquando, a sera, la famiglino
la adunavasi a mensa. Nella dol
ce intimità del domestico lare,
nella stanza bene illuminata, ben
riscaldata, ben fornita, scorgeva
no con una sensazione di gelo
quei due posti vuoti : il posto del
capo della casa e quello di colui
che mentre il padre era ancor nel
vigore degli anni e della salute,
erasi assunto di sorreggerne l'at
tività, gli sforzi fecondi, le ga
gliarde ed animose intraprese
con la forza e lo zelo dei suoi ven
ti anni e della sua intelligenza a
perta e disciplinata, per accre
scere grandemente il frutto del
decoroso lavoro, tradizionale nel
la intemerata famiglia.
Per una specie di civetteria del
suo affetto, e di raffinatezza del
la sua sofferenza, donna Emilia
aveva voluto, e sua nuora, usa ad
obbedirla, senza discutere, aveva
consentito, che i posti dei due uo
mini, chiamati a lavorare tem
poraneamente per più vasta e per
ben più esigente famiglia, rima
nessero inoccupati al desco fami
gliare. Pareva come se il loro spi
rito diritto e sicuro vigilasse sui
nipotini, sui figliuoletti, mante
nesse intatto il calor del nido, da
quelle due sedie di cuoio ad alto
schienale, graziosamente foggia
te, dalle quali le care persone
parlavano un tempo con sì buon
sorriso, con sì limpida festevolez
za anche quando nel rientrare in
casa a capo di una giornata di
snervante operosità, vi avevano
portato senza avvedersene un a
vanzo delle preoccupazioni, delle
momentanee stanchezze dovute
all'affannante lotta degli affari.
Ora, in quella strana sera, in
cui donna Emilia aveva provata
un'allucinazione che le aveva fat
to trabalzare a lungo il cuore, i
bambini, soddisfatto che ebbero
il primo impeto del loro appeti
to, si avvidero di qualche cosa di
nuovo, che emergeva appunto ai
posti di babbo e nonnetto assenti,
del "signor sottotenente" e del
"signor maggiore richiamato",
come piacevasi di indicarli Mario
per dar prova di conoscenza di
linguaggio militaresco. Accanto
ai rispettivi candidi tovaglioli,
piegati a mo' di tocche!ti da dia
cono, erano dei fasci di carta, dei
lilichi dalle intestazioni bancarie
come ai tempi in cui nonnetto e
babbo non erano alla guerra e re
clamavano che si facesse trovare
ai loro rispettivi posti a tavola il
corriere postale pervenuto all'in
dirizzo di casa. I meno piccini,
scambiandosi tra loro quest'os
servazione, parlottarono, susur
rarono per parecchi minuti ; poi,
non potendone più, Miliuccia, da
vera minuscola pronipote di Eva,
volle togliersi la curiosità e do
mandò:
Nonnina, la guerra termi-
mera subito, non è vero? Veggo
jche hai preparate le lettere per
| babbo e nonnetto. Essi sono, dun
! que, per tornare?
Le due signore si riscossero
j dall'assorbimento che le teneva
|entrambe con l'animo lontano,'
| ansiosamente sospeso su di un
•paesaggio alpino seghettato da
enormi candidi denti eretti verso
il cielo nevoso, e domandarono,
con un sorriso carezzante :
Come sai, Miliuccia, che non
è lontano il giorno in cui nonnet
to e babbo toreranno a sedersi in
mezzo a oi, convinti che voialtri
siate diventi tutti buoni e docili...
diavoletti ?
—Lo so! rispose, con im-i
portanza, la minuscola monella, e
con una espressione di malizioso
mistero: E' il mio segreto!
soggiunse.
Mario la tirò per la vestina, e
le susurrò :
Posso svelare a mammina
il nostro segreto?
Ma Miliuccia fe' gli occhiacci,
e fe' col capino aureolato di oro
filato un energico segno di di
niego.
Allora Mario aggirò la questio
ne alla larga.
Nonnina bella, disse,
non ci spiegavi, forse, l'altro
giorno, quando giunsero le lette
re stampate di tutte quelle ban
che come le chiamavi? Ah! ri
cordo: le circolari! Giusto le cir
colari ! Ebbene, quando soprav
venne quella pioggia di circola
ri, che stasera veggo ammontic
chiate ai posti di nonnetto edi
papettino, non ci dicesti che di
pendeva da tutti noi, anche dai
piccini, sì, anche dai piccini, se
dovevasi far tornare presto dal
la guerra, contenti e gloriosi, i
nostri uomini? Non ticevi che
bisogna dare il danaro, tutto il
nostro danaro, nell'interesse di
nonnetto e di papettino?
Sì, tesoro, ti dicevo proprio
così ! E poi ?
E poi ; ruppe, quasi in
pianto, Miliuccia, indi
spettita il capino energico e vivo.
Poi, poi è avvenuto che que
sto stupidello del mio fratello
maggiore, che è poi un maggioro
dei burattini, ha svelato il mio
1 segreto Mentre io volevo farvi
una sorpresa ... Una splendida
sorpresa
—Quale sorpresa?
Farvi vedere qui nonnetto e
j babbo, all'impensata: nonnetto e
babbo ritornati per non mai più
partire, per mezzo del nostro da
naro.
Vale a dire?
Vale a dire, nonnina (Ma
rio, lasciami dir tutto adesso,
giacché hai fatta la frittata! Non
| tentare di tirarmi calci da sotto
la tavola!) Vale a dire che noi
abbiamo messo assieme il conte
nuto di tutti i nostri cinque sal
vadanai, ed abbiamo fatto una
somma enorme, favolosa, qualche
cosa come ottantacinque lire, e le
: abbiamo date in tutta segretezza
a miss Flora. E miss Flora, ba
ciandoci piangente per il giubi
lo, ci ha detto: "Voi siete davve
ro dei-piccini ammodo! Voi fate il
vostro dovere meglio dei grandi!
E se tutti faranno il loro dovere
con zelo, i nostri eroici guerrie
ri saranno liberati con onore, al
più presto, dai pericoli della guer
ra." Ha detto proprio così miss
Flora, non stancandosi di baciar
ci e di carezzarci. E poi ha sog
giunto: "Ci aggiungerò cinque
lire, cari piccini, e così saranno
novanta, e potrò acquistare in
vostro un titolo del prestito del
la vittoria E così ha fatto, la
nostra cara e buona direttrice ; e
così, .adesso che tutto è a posto,
i adesso che il titolo è là nella mia
I se ri vani età, noi abbiamo più spe
' ranza di abbracciar presto non
netto e babbo Non è vero, non
i . „ „
nma? non e vero, mamma !
i Ernesto Serao
dittANi mmm
il dottor Giordano segnala ne
gli "Annali di medicina navale e
coloniale" che nell'equipaggio di
due sommergibili di una nazione
alleata, durante una immersione
di circa 18 ore comparvero alcuni
disturbi abbastanza gravi, che
non potevano essere messi in
rapporto alle comuni cause facili
a verificarsi su questo speciale ti
po di naviglio, e che finora non
erano mai stati segnalati. Tutti i
colpiti presentano nausea, vomi
to, bruciore in gola con sensazio
nale sgradita, metallica, còliche
intestinali, cefalea, vertigine, a
stenia muscolare di lunga dura
ta, anemia notevole. Il dott. Gior
dano ha dovuto conchiudere, dal
le osservazioni latte, che l'atmo
sfera del sottomarino in som
mersione doveva contenere gas
tossici provenienti dal funziona
mento degii accumulatori. E di
l'atto l'esame chimico di questi
ha dimostrato la presenza di ar
senico nell'amianto e tracce di i
drogeno arsenicale nell'aria du
rante il funzionamento degli ac
cumulatori dei due sottomarini.
UN'ATTRICE GENIALE
Un corrispondente ungherese
del "Morning Post" racconta che
l'attrice popolare Hansi Niese, a
bituata ogni sera a ricevere una
pioggia di fiori, orìiaggio lusin
gatore ma poco consistente, finì
una sera per gridare al pubblico:
"Fareste meglio a portarmi del
riso e della farina!" L'indomani
le fu offerto subito un piccolo
sacco di farina, una libbra di ri
so, un paniere d'uova: e sono
questi ora e altri consimili, i do
ni che le recano ogni sera i suoi
innumerevoli ammiratori. L'idea
è genialissima e, dati i tempi che
corrono, ncn c'è dubbio che tro-
I vera imitatori.
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