■■■ La Rassegna _ I Both Phones ANNO L No. 1 Il perche' de "La Rassegna" In Colonia s'è sempre risentita la necessità di un giornale che, attraverso l'indipendenza di idee, avesse anche potuto dire di sta le alquanto bene in gamba dal lato finanziario. Parecchi giornali sti, intelligenti ed onestissimi per giunta, dalle idee focose sprigio nanti raggi inconfutabili di luce bagliora, se ne sono sempre avuti. Mancò ad essi pero sempre quel puntello che disse e dice sempre di "madonna finanza"; per cui si ha sempre ragione di cadere, in fallibilmente cadere. Sorge "La Rassegna" per hi volontà e per i mezzi finanziari di pochi cui stanno a cuore sul serio le sorti della nostra Colonia. Questa è almeno l'intenzione; il nostro pubblico coloniale dovrà fa ìe il resto. Noi vogliamo assolutamente giovare alla collettività; faccia la collettività il suo adeguato dovere. Col fermo proponimento che il compito che ci assumiamo di dare una zaffata di aria vivificatrice al nostro ambiente troppo cor rotto, ed al contempo, apata e sonnolente, affidiamo la direzione del giornale al Signor Silvio Liberatore, troppo noto nel campo del giornalismo coloniale cui seppe sempre dare, coikenuincipazione di idee, con indipendenza di principii tutto l'ardore di una coscienza non mutabile e nè vendibile per aver bisogno di più pomposa pre srntazioite. LA RASSEGNA PUB. CO. i ANGELO CUSANO, Presidente G. TREVISANI, Tesoriere ALFONSO Rag. CARUSO, Seg. RITORNANDO NELL'AGONE GIORNALISTICO Un gruppo di stimabilissimi connazionali, in mezzo al quale vado superbo di annoverare amici ed estimatori fidatissimi, mi commette l'incarico di assumere la direzione di questo giornale. Ac cettando l'incarico, prometto a me stesso ed agli altri di essere e di l'i memore »cmpr« «lut fui JMtr il lymaafA nùl canina «risii*, j nalismo coloniale. Ho un pubblico che mi conosce, mi stima e mi combatte all'istesso tempo dacché io volli darmi alla pubblicazione di un giornale. Non sento allora il ben che menomo bisogno di una auto-presentazione, o quanto meno della esposizione di un program ma qualsiasi. Chi mi conosce, mi conosce; chi non, si lasci servire. Nemico sempre dei tratti disonesti rimarrò sempre sulla breccia per combattere i disonesti. Ove si possa andare a finire con un pro gramma di tal genere poco importa. Io parto sempre dal principio che, a questo mondo, finiscono sempre prima, e male, i disonesti anziché i galantuomini. Poco importi! se i primi sieno sempre ver gognosamente ricchi a soldi e gli altri non abbiami di che onore volmente sfamare le proprie creature. L'ora del "redde rationem dovrà* fatalmente suonare per le coscienze elastiche e per gli animi gretti. Io saprò sempre rimanere in vigile attesa per fare il mio do vere, nient'altro che il mio dovere. SILVIO LIBERATORE VIVANO GLI STATI UNITI Gli Stati Uniti, patria predi letta di Washington e di Lin coln, i due presidenti più po polari che si sieno qui avuti, hanno alfine saputo imporre "l'alto là" alle azioni guerresche degl'imperi centrali, potenti vio latori di ogni diritto umano, di o gni prerogativa internazionale, di ogni ragione acquisita delle genti. Appena la Germania annun ziò l'intrapresa spietata di rap presaglie dei sottomarini, gli Sta ti Uniti non potettero a meno, a salvaguardia ed a tutela del pre stigio cui si sente di aver diritto una grande nazione della loro specie, con gesto energico, ruppe ro ogni relazione diplomatica con l'imperiale governo germanico. Ognuno capì subito che questa rottura di relazioni diplomatiche era il preludio buono e semplice di una conseguente dichiarazio ne di guerra, perchè quelle ragio ni che persistettero per rompere le relazioni diplomatiche eran più che sufficienti per la dichiara zione di guerra. Mancava però il semplice fatto circostanziale per la definizione del "casus belli", e questo fatto non tardò a verifi carsi perchè i sottomarini tede schi, senza riguardo alcuno, af fondarono nelle zone dichiarate di guerra parecchi piroscafi «me >* ITA LI A N w E R I )evoted to welfare and BP» Italia ns in Aifcii S. LIBERATORE, Direttore ricani che ardirono attraversarle, j Checché se ne possa dire in j contrario, non sono stati gli Stati Uniti a provocare la Germania. Essi non chiedevano e non pre- ! tesero che il solo rispetto alle | leggi ed ai trattati intemazionali circa il modo di guerreggiare, sia nei rapporti delle nazioni belli geranti, che rispettivamente ai neutri. E allo intento di conse guire un tale effetto, gli Stati Uniti sono stati di una longani mità proverbiale, di una pazien za più che santa; hanno espe rite tutte le vie bonarie, dalla nota umilmente consigliera a quella risentita, energica, velata mente minacciante. La Germania però hà creduto di tener duro e non ha nemmeno di una virgola voluto modificare il suo piano di guerra marinaro, adducendo ra gioni e pretesti che, a rigore di buona logica, non potettero me ritare l'accoglimento nemmeno parziale da parte di questa nazio ne che, sebbene democratica e ■ pacifista per indole di popolo e • per liberalità di costituzione, sa all'occorrenza avere i suoi scatti di opportunità psichica, quegli scatti cioè che sono legittimi in chiunque si creda offeso viva mente ed ingiustamente nelle sue ragioni e nei suoi privilegi di persona, di ente, di collettività PHILADELPHIA, PA., avente diritto al libero esercizio di certe attribuzioni che trovano consentimento pieno e largo nelle teorie che affermano pieno e lar go il diritto di natura e delle genti. Non v'è chi possa disconoscere, sempre tra quelli cui non fa difetto il lume della ragione, che gli Stati Uniti sieno stati proprio tirati, trascinati per i capelli alla dichiarazione di uno stato di guerra con la Germania. Quali saranno le conseguenze af fini ad un tale stato di cose, nes suno potrebbe con matematica disquisizione dirlo oggi; la qui stione è oltremodo complessa; per cui di difficile discussione. Avranno gli Stati Uniti la for- j za di vincere e debellare la sel vaggia caparbietà tedesca? Sarà quistìone semplicemente da vedersi. E' sempre prudenza, in giorna lismo specialmente, farsi, stabi lirsi, o positivamente e con pru denza imporsi delle riserve, delle vaste, grandi, oculate riserve. Onde è necessario si venga alla seguente, breve, concisa, spassio- nata locuzione : La Gei-mania ha provocato gli Stati Uniti; lo ha fatto forse senza raziocinio belli co? Sarebbe da audaci a dire che sì, sarebbe da ingenui a dire che no. Negli Stati Uniti vi sono cer velli che ragionano, indubbia mente; sarebbe da imbecilli sol mwm m ama» dirittura. E' prudente quindi, per il momento almeno dichiarare che dall'una e dall'altra parte il caso ha voluto che sia mancato il vero punto di appoggio sul qua le basare un accordo qualsiasi. Le pagine di una prossima o lontana storia sapranno dirci approssi mativamente da parte di chi sta la ragione; noi per altro la cre diamo, ora come ora dalla parte degli Stati Uniti, di questa gran de nazione democratica sempre pronta a farsi sentire ogni qual volta l'eco di una qualsiasi concussione di diritto delle genti potesse arrivare fino all'orizzon te serenissimo della più grande, più prospera, più generosa e più ospitale delle repubbliche del mondo. Molti si domandano: a che co sa potrà portare l'entrata in guerra degli Stati U. con la Ger | mania? Sarà veramente combat tuta tra le due nazioni una guer ra nel vero significato del termine così come si combatte in Euro pa?...... No, assolutamente no, di ciamo noi oggi e lo diremo chissà per quanto tempo ancora, fino a quando il verificarsi di fat ti in senso opposto al nostro av viso non venisse per farci ricre dere in modo bruscamente logico e matematico. Noi non crediamo che gli Stati Uniti, dichiarando guerra alla Germania possano presto o tardi intraprendere le loro azioni belli che nei campi d'Europa. Non vi avrebbero di che guadagnare, non solo, ma nemmeno di che efficacemente operare. La Ger mania, e con essa i suoi alleati, godono nelle terre di Europa di una posizione strategica mente forte, sia dal lato del le coste, guardate da piazzeforti 'assolutamente imprendibili, che per le posizioni terrestri forti ol tre ogni dire, e per tentare la conquista delle quali le potenze ; alleate hanno saputo sapiente ! mente mettere su tante forze da 1 non avere assolutamente il biso gno che altri vadano a coadiu . varie in qualche modo. Faranno, a >H dere contro la, porti del peo, quello Giappone scoppiò il flitto che chiamare solo, ma due terzi del mondo. Fenomeni curioso di velleità bellica *. di sempre condannabile velleità im perialistica ! Ad ogni modo pe ;l ò certe cose, dolorose peraltro sempre si son verificate; si ha il dovere ora di fronteggiarle a do vere e gli Stati Uniti non sapran no venirvi da meno. E' un gran popolo questo, capace di grande pazienza e di grandi scatti pu ranco. Non abbiamo bisogno di ! COMUNICATO A PAGAMENTO Lettera aperta al Sig. R. Lombardo Presidente della "Sons of Italy State Bank" Philadelphia, Pa. Egregio Signor Lombardo, La colonia è stala turlupinata : voi siete una vittima di coloro i quali agognando di raggiungere una posizione sociale che mai po tevano sperate, si sono fatti u sbergo del vostro nome, sono riu sciti nel loro* ■intesto, e, fra bre "tuvi virìatf le ami'. Voi siete debole, - - perchè galantuomo; siete una persona che non ha studiato il Loiola e quindi non sapete le ar ti che adoreranno contro di voi; ma cadrete, infallibilmente cadrete, se continuerete ad esse re parte passiva nelle mani dei gesuiti e chiudo gli occhi per non vedere il rogo che già hanno preparato per voi. Ora sulle vostre spalle gravano le terribili responsabilità della carica; ricordatelo, e non abbia te a male l'avviso mio. La colonia non, ha mai creduto che voi, Presidente della Sons of Italy State Bank, con Giovanni Di Silvestro a fianco, avreste po tuto esercitare con serenità le vostre mansioni. Ed è purtroppo così. E tanto per incominciare dirò a voi le impressioni da me ricevu te sin dal primo giorno. Il 19 marzo, onomastico di Giu seppe Di Silvestro (non fu scel to da voi per l'apertura), con grande distribuzione di stampati a mezzo della posta, (oh quante spese!) si avvertiva il pubblico dell'apertuta della Sons of ltaly State Bank facendo caldo appel lo a tutti di aprire conti corren ti ed eseguire depositi, ed agli a zionisti la preghiera di regola rizzare i loro pagamenti a saldo ammontare del capitale sotto scritto. Infatti portai anch'io un ceck di sls della South Phila. State Bank delle 11 strade, e con det to ammontare pagai lo "assess ment" dovuto su tre azioni di SSO ognuna pagate integralmen te fin dall'ottobre scorso. Ebbi anche il piacere di salutarvi e non mancai di far.e gli auguri di occasione. Sarebbe stato meglio che io non ci fossi venuto!! Non avrei visto il cassiere sig. Luigi Coro na, mentre allo sportello faceva operazioni ed il pubblico in linea aspettava il turno, abbandonare elettricamente il posto perchè chiamato dal sig. Giuseppe Di Silvestro e trattenersi per 5 mi- ■Rßßb'o non prep ■ora indubhiamentjKi \jn pae ■K dei Uniti è come gli co. esser capace in que Bil'italiiini, di mi ■ti. sentono il Bfcersi ad essi ligi e per< i Vutto, non njirte della fazk. leati'*, ma anche perch/è niente ospitati da questo che, da Washington a Lincoln, Roosevelt a Wilson, primeggia tra le nazioni che si vogliono dire j fedeli custodi degl'interessi veri delle classi iti eh o abbienti che si (l dibattono continuamente per la c | lotta dell'esistenza. n S. L. n r liuti fuori dell'ufficio. li Giusep pe Di iSiivestro non e che un a wonista dell'uitim'ora ! inoll aviei constatalo pure 111 cno niouo barocco si ialino cene operazioni: *.jna donna recia niava li pagamento ui due gior nate (li ìfcvoro per la p"lnura uei V«i, alvi:. i_.on., jirdo, garle ipi.òU. Ebbene, egregio sig. Lionibaido, ini dispiace dnvelo, non dovevate permettere che ve nisse pagata la donna così come venne latto, giacche non basta, per giustificare la spesa, segnare su un qualunque pezzo di carta sia pure strappata dal desco, lo ammontare sborsato, ma è neces sario che ci sia analoga ricevuta per poter controllare domani le spese di cui voi siete tenuto a rendere conto soldo per soldo, dollaro per dollaro a tutti gli a zionisti ed al revisore dello Stato. Vengo ora al mio l'atto perso nale: Dove avete imparato che! allorquando trattasi di tornare documenti presentati per opera zioni bancarie, e non avvenute, si debbano far recapitare a ma no, senza alcuna spiegazione di sorta, in busta chiusa e senza nemmeno due righi soltanto di gesuitica lettera giustificando le ragioni del rifiuto? Come potete sviluppare il ì commercio bancario se vi manca il principio fondamentale dell'e- ; ducazione ? Siete voi la persona adatta ad | amministrare i miei $165? Presidente: rammentate la mattina dei 24 corr. marzo? Voi siete venuto in automobile nel mio negozio; abbiamo parlato! della nota, mi avete assicurato | che, presentando la stessa trat ta dalla Ditta e girata da me sa rebbe stata accettata, e con que ste assicurazioni mi recai in ban ca, vi consegnai la nota rinno vata giusta la vostra richiesta, e vi pregai di restituirmi la prima. Voi inutilmente cercaste ; do mandaste poscia ai vostri impie gati e vi risposero che la porta va "Giovannino". Oh ! Apriti cielo! Gjardate!! Sentite!! E' proprio il colmo!! Un Vice Pri mo Presidente che la sera chiu de la Banca e si porta la moneta a casa, a vostra insaputa. Dico moneta perchè la cambiale è mo neta per chi non lo sappia. Que sto è un fatto ette accade solo in America, ossia solo nella Sons of 'ltaly State Bank. pa- do, un'altra cViderazwn* * estasio avveniva iVnedi 24 m ■ ij. e cambiale si trkva tee. ' vannino" anchla do' Ul 1 '.. A j ;s ti 1 die il sabato, cfe. an-ile correttezzaVy. ian i Non dico alti per c hè lo permettete cip •Al-1 "Povera coloniaiColoni^^M lial- ; Ui ogni scandaltialbei Con stima Ikj GaiibaldH ò' V Non e lavoray^^^^^^^^^HÌTi non brani li'attenzione 1 coinmei i tic che, mente di spunto chissà da quale lamento passar ,-^^H un portanza nei i iella "Sons of e libera ha testé resi- Buoi sportelli anche iente in ao . Un potes.se a j tempi in Dottor De jran bel H •itto (li cucciarsi in saccoccia una cam pale consegnata alla Banca per l'um nissione allo sconto. Non c'era forse ina cassa forte negli uffici della "Sons >f Italy State liank" ove custodire la ambiale del signor Felici perchè il irimo vice presidente di essa sentis se il bisogno di affidarla alla propria saccoccia? E poi, quale correttezza è questa, noi domandiamo? Un banchie re privato qualsiasi, sia anche dell'in fima specie, di quelli appunto che Lanto facevano ombra a Giovanni Di Silvestro ai tempi in cui piacevagli di esser socialista, non avrebbe mai o sato, gelosi come si è sempre dalla parte di' tutti del principio di scrupo losamente custodire ogni cosa che sap pia e dica di pubblica amministrazioi. ne di portarsi a casa o custodire ito saccoccia gl'induminenti contabili del l'azienda. Se uno sconcio di tal genere si fos se dovuto deplorare nei rapporti di al tre aziende, di altre persone, di altri uomini cui' la fregola della pretesa, della priorità e dell'apostolismo non prese mai, meno male; ma dirimpetto id un'istituzione bancaria che ebbe la pretesa di' sorgere in colonia solo pel combattere, fino alla distruzione, il bossismo, lo sfruttamento, l'angaria, la vessazione che semplicemente ed ar tificiosamente si vollero supporre q debito di altri, la cosa assume tuttd l'aspetto della più imperdonabile grai vita. Quello che il signor Garibaldi Felici ha esposto nel suo comunicato è, spe cie nella parte da noi presa a com mentare, troppo eloquente perchè fa cessero bisogno ulteriori postille c maggiori discussioni allo scopo di di re sufficientemente ai nostri lettori Ecco perchè facciamo in merito alla quistione punto e basta per questo nu mero. Al momentc di mandare in macchi na il giornale ci vien comunicato cht il sig. Garibaldi Felici sia stato rim borsato dell'ammontare integro dell* azioni da lui pagate alla "Sons of Italj State lìank". Chi ne abbia comprato l'effettivo non lo sappiamo, nè voglia mo saperlo. E' rilevante però il fatt< ' che, per una sola e semplice prò testa o superficiale recriminazione 5 soldi la copia UFFICIO: 920 So. lOth Street | a ">l" u zione uella specie della "tìons 11 ttaiy .itale Uank aorta col W'j .-.pecioso ui combattere iettimi .imo u lo - ooverctìierie nei Lupo bancario tn Keoerale, si mduea I J,I ■ ntemtnte latitare . reclami e... I aan>>' ie recrinunieiu».. geni*, I ...unione tro- I iprio- I nafct, venne con gx sollecitata I sue stato mag I Ulule. I Liuunque übbia rimborsato i'am- L mornare delle azioni al sig. Felici, sia / itala la banca come ente, oppure un Mtagjiiisi interessato che abbia avuto '/t'inttimone di l'irlo per tornaconto / Proptu, non c'importa saperlo; certo è Però ito una tuie liquidazione non può' UL semplicemente strana a U ""' ue aboia il' merito o il torto che ■ 1 di ragionare con i lumi della mente. imborsare le azioni a Garibaldi Fe- u "ostro modestissimo modo di ■ l> a significato sentenza di ra ie completi al suo reclamo. Perchè KÌMB^Ì^ 1 "W tosse stato, il Pelici a vrebbe avuto di che sbraitare a suo Dell agio, sei>za che l'&mministrazio- Ine della banca avesse sentito il ben j che menomo dovere di preoccuparsene uè molto e re poco. Tutto questo è, a j nostro avviso sincero e spassionato, | .semplicemente deplorevole. Non avremmo voluto, in fede nostra, trovarci per nessuna ragione a de plorare un fatto di tal genere, anima ti come siamo e come siamo sempre lati dai principio di volerci sempre pjratulare, anziché dispiacere, delle Italiani all'Est. CT CT JW CT TO .CT jmaiUMUMQKURigLmi^ Cicale* Grilli € Zanzare Rinascenza bancaria Sono ;oite a i'hiladelphia, cioè a dito il mezzo uJlu nostra Colonia due janche statali: la "South filila ielphia State Bank" e la "Sons )i italy State Bank". La prima :on programma eminentemente commerciale, scevra da ogni jrincipio di concorrenza alle mol ,e banche private che abbiamo in mezzo a noi ; la seconda, la "Sons jl Italy State Bank, è venuta su, pur senza versale ancora l'intero capitale dalla legge richiesto, con jrincipii gesuiticamente liberato ri. Dove stieno le qualità eccel lentemente dimostrative d'un ta le programma, nessuno lo sa, nè nessuno può capirlo, nè altri se lo sanno in alcun modo spiegare. Pel momento ci limitiamo soltan to a metter rilievo una cosa: una cosa semplicissima peraltro: vi annetta chi vuole la debita im portanza : La "Sons of Italy Statei Bank" si ripromette di fare la guerra un'accanita guerra alle tante banche private che esistono in Colonia. Con una miriade di stra ni e strampalati programmi ri cettati sulle colonne di un gior nale ligio, troppo ligio al ma novratore della banca, Gio vanni Di Silvestro non t'offen dere se l'abbiamo con te, proprio con te, socialista in un tempo, perchè povero, d'idee cosmopolite oggi, perchè conduttore di una ben fornita bottiglieria e di altro ancora, s'è preteso di dire alle genti di questo e quell'altro mondo, che la "Sons of Italy State Bank si costituiva solo per combattere gli altrui abusi e so prusi, le frodi e le malversazio ni di tutte le altre istituzioni del genere. Non sappiamo fino ad oggi se