La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, August 23, 1917, Page 2, Image 2
2 LA RAGIONE Organo di difesa della italianità contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsali e gli austriacanti, nemi ci della patria di origine edi quella d'adozione. F. SILVAGNI. Direttore 911 Christian Street Phila.. Pa. UNA COPIA 5 SOLDI PhiLideìphla. Pa. 23 Agosto 1917 ANNO I. No. 8. verae le prove, com'egli stesso di ceva nella famosa lettera aperta indirizzata al Supremo Concilio dell'Ordine dei Figli d'ltalia. Anche qui dovremmo riporta re la risposta che il Di Silvestro fece ai signori del "Proletario" che pine avevano messo in cam po a sciocca leggenda, quando il degenerato stesso diceva a Giu seppe Di Silvestro che egli non avrebbe neanche risposto agli ir responsabili del "Proletario". Non lo facciamo, per non an dare troppo per le lunghe, ma con tutta serietà diciamo al degene rato: Se riuscirai a provare che Giuseppe Di Silvestro riportò u ma qualsiasi condanna sotto le anni, all'infuorì di punizioni di sciplinari, (tu. nella tua qualità di c\ —assistente Usciere di Conciliazione non ignóri che an che e condanne riportate sotto le anni vengono registrate sul casellario penale del Tribunale) o che potrai mostrare qualsiasi indizio circa l'abusata accusa della biada, ti faremo pubblica mente una dichiarazione di sti ma e tutto il disprezzo che at tualmente sentiamo per te lo ri- 1 verseremo intero contro Giusep pe Di Silvestro. E non basta : so lennemente ti promettiamo di a iutarti nel tuo lavoro di investi gazione, solo che tu ci faccia sa pere in qual modo potremo es serti utili. E' una buona occasione per co minciare a riabilitarti di fronte al pubblico. Ma tu non accetterai neppure questo invito, perche sei un uccellacelo notturno timoroso della luce; un vigliacco matrico lato che. non potendoti assume ssno»-" * iìlità dell" a- -10. .'<T. .'L'C. insinui, ma mesSp alle ine rinunzi alle opportunità sarte stesso invocate. Sì. egli, il degenerato, ii ladro, l'assassino, il ricattatore, la spia declinerà anche quest'altro no stro invito, così come non tenne quello che ultimamente gli rivol gemmo, di intervenire alle riu nioni delle Logge. Egli infatti scriveva tempo fa che avrebbe voluto parlare ad u no ad uno ai signori Figli d'lta lia. per aprire loro gii occhi sul conto del Grande Venerabile: che avrebbe voluto visitare ad una ad una tutte le Logge, per far risuonare la sua voce ecc. E senza frapporre indugio di sorta, noi gli rispondemmo te stualmente così : "Degenerato, se nella pro fonda infamia della tua de pravazione ti rimane ancora una leggera ombra di rosso re, noi ti prendiamo in paro la. Ma il tuo disonore è com pleto e virerai anche questa volta di bordo, come hai fat to in passato, quando ti ab biamo invitato precisamente a venire con noi al cospetto di quelle masse cui tu dici vorresti parlare. Se davvero ti senti capa ce di venire in seno alle Log ge. a compiere la propagan da morale che prometti, noi te ne diamo l'opportunità e la facilitazione ; ti concedere mo così un grande onore e ti promettiamo che non sarai accolto a fischi od a torsate. Ma egli non verrà, il degene rato !" E fummo profeti chè il dege nerato non venne! E non venne perchè egli stesso sa quanto sia laida la sua faccia; quanto sia spregevole e sinistra la sua figu ra morale ! E siccome egli non esce dal sottosuolo ove si nasconde, sia mo noi che andiamo a scovarlo, per gridargli sul grugno: Quan t'altro tempo dobbiamo attende re per leggere le famose dichia razioni della South Phila. State Bank e di Pasquale Teti, che do vrebbero attestare che il dege nerato non li ha mai ricattati'.' Tu li hai invitati due volte nella certezza che essi, conoscendoti per un ricattatore e paurosi di te. avrebbero scritto una qual sia.-i parola a tuo riguardo. Eb bene, noi ed il pubblico aspettia mo queste tue dichiarazioni che tu, proprio tu hai invocate. Esse però non verranno mai piu, ed il loro silenzio e una taci ta affermazione delle nostre ac cuse: truffatore di Pasquale Te t;i, ricattatore della Banca! E questo è nulla Altre ac cuse piii gravi abbiamo lan ciato sulla faccia a questo mo stro di tutte le iniquità; contro le liliali egli non ha neppure ten tato la benché minimi» 'lifesa. Noi le ripeteremo fino atla nau sea con la promessa che non ne parleremo più appena egli ne ab bia magari attenuata la gravi tà: Egli ancora deve dimostrarci con documenti e non con stupidi cavilli, che non è ladro di franco bolli e di altro: che non è vero che assassinò la prima moglie e che quando la infelice esiliava l'ultimo respiro, egli trovavasi nei lupanari; che non è vero che defraudò la dottoressa della pat tuita mercede, simulando sulla casa più debiti di quelli che esi stessero realmente. Che non è ve ro che la infelice moglie assassi nata era costretta a tenere in ca sa due dozzine di bordanti, per a limentare i vizi di lui. Che non è vero che, a causa di gelosi;u la martirizzava coi più inumimi trattamenti, tirandole calci nello stomaco in periodi interessanti. Che non è vero che attualmente maltratta la seconda moglie che più volte ha messo fuori di casa, dopo averne, in poco più di un mese, dilapidata la dote otte nuta, con false pretese e minac ce, da Nicola Albanese, compen sandolo poscia con lettere d'insul to e di accuse contro l'onorabilità della madre di costui. Che non è vero che ha ricattato la Italian Co-Operative Banking Ass'n pei 100 dollari: che ha truffato Pa squale Teti e poi lo ha minacciato d'arresto; che ha truffato gros sieri, venditori di bevande e pro prietarii di case; che non è vero che è stato ed è tuttavia una spia austriaca ai danni dell'ltalia e che ha intascato il prezzo dell'in famia. E' orribile, è mostruoso, è in concepibile che un uomo, pel ei uanto degenerato esso sia, sotto il grave peso di accuse così atro ci, nell'impossibilità di poterne smentire una sola o quanto meno d ; attenuarla, non senta la neces sità di sottrarsi al disprezzo u ni"3£sale, e all'universale esecra zi» gettandosi nel punto più ni £l'e i J Ai? >'> v/ "' l'ondo fa tate eu mesoiauHe di tante mi quità. egli quasi desta in noi un senso di compassione e vorremmo che tentasse una difesa qualsiasi. Potrebbe a mo' di esempio farsi rilasciare una dichiarazione da quella dottoressa che chiuse alla luce gli occhi della prima moglie, con la quale codesta dottoressa smentisse almeno che egli sia sia stato l'autore della morte del la disgraziata, che in vita fu mar tire e vittima, perchè le inoculò i germi di malattie innominabili, perchè la umiliò con parole turpi e triviali, chiamandola mantenu ta di Luigi Di Berardino, perchè la colpì ripetutamente con formi dabili calci sul ventre, allorché trovavasi in istato interessante ed avrebbe avuto quindi diritto per umanità a qualche riguardo. LA RAGIONE. Come sono caduti in basso gl'lndip, Si dice che il Dr. Giovanni Ricciardi abbia mandato le sue dimissioni da Ufficiale Supremo dell'Ordine Indipendente dei Fi gli d'ltalia all'Opinione; e si di ce pure che qualcuno lo abbia poi fatto desistere dal pubblicarle. Mentre il primo atto, sebbene troppo tardi, sarebbe commende vole e farebbe credere ad un one sto ravvedimento; il secondo de pone molto male del Dr. Giovan ni Ricciardi perchè sta lì a signi ficare che egli non è risoluto e si fa trascinare dalla cricca male fica che lo circonda e lo spoglia. Se il Dr. Ricciardi avesse avuto un cai-attere forte e si fosse libe rato degli sbafatori, avrebbe con servata l'amicizia dei buoni. La causa di dette dimissioni pare vada ricercata nel disgusto provocato dal fatto di una impo sta tassa di $5.00 il mese alle logge e di 25 soldi ai fratelli per alimentare i vizii dell'alcool izza to, del frequentatore di postri boli, da quello di Fiorina all'altro mantenuto da una cassiera di u na loggia indipendente. Se questa è stata la causa noi plaudiamo al l'atto compiuto dal Dr. Ricciardi purché questi sia forte abbastan za da non cedere alle moine in teressate dei ventottisti. Poveri Figli Indipendenti, a quali mani avete affidato la vo stra causa! Fino ad oggi si era fatto cre dere dai maggiorenti di quell'Or dine che essi non avevano nessu na responsabilità dell'atteggia mento disonesto assunto dal de generato e perciò non lo aveva no più curato. Ora però non pos sono più negale che l'assassino della prima moglie fu da essi in gaggiato nel mestiere di boia per attaccare l'Ordine nostro ed i suoi dirigenti nella vana speran za di potere salir sù. Mancava dunque la ratifica ufficiale nel l'opera svolta dal degenerato e questa è venuta insieme alla pa gnotta. Ed allora perchè bur lare il pubblico coli' appello dell'organo ufficiale affermando che gl'lndipendenti non sono in vasi dal sentimento della lotta, se questa lotta essi hanno pro- Contro un'altra falsità' del ladro di francobolli Carissimo Aquilano. Quando furono pubblicate, dai direttore della "Cloaca" quelle notizie false e tendenziose ri guardanti il nostro Ordine egli già sapeva di mentire; ma, da pennaiuolo prezzolato, non aveva esitato, essendogli stato imposto da pochi faccendieri e scrocconi che lo pagano e che di quel pove ro Ordine Indipendente vogliono farsi un piedistallo per le loro sozze brame e per le loro ambi zioni asinine. Ma i buoni che han capito il latino, vanno disertando le file. Il rinnegato, il degenerato fu e sarà sempre nemico degli italiani e delle buone istituzioni ; fu e sa rà sempre il vigliacco calunniato re di quei galantuomini che non , ,r * * - tjf r •TWt /rigl jrti càT'TTr^ifev 1 quindi dwjTßfrtalmeme. Questo rifiuto della Società ha sempre vissuto di espedienti e di basse menzogne. Eccoti, in pochi schizzi il ri tratto di colui che hai voluto troppo onorare con una tua lette ra. ma che non merita neppure uno sputo sulla faccia di scimmia. Noi della "Ragione" abbiamo giurato di ricacciare nella sentina lui ed i suoi sostenitori e non ci arresteremo nell'opera nostra, se non quando avremo raggiunto lo scopo. Caro Aquilano, ricordati che quando vorrai sferzare a sangue i nemici del nostro Ordine poten te, le colonne di questo modesto giornaletto, saranno sempre a tua disposizione. Frattanto abbiti i miei migliori saluti e credimi Frank Silvagni. Brooklyn, Luglio 30, 1917. "Signor F. Silvagni 911 Christian St. Philadelphia, Pa, Carissimo amico. Ti accludo una lettera che og gi stesso ho inviato al Sig. S. Li beratore per alcune notizie erra te pubblicate su "La Rassegna" circa una causa da ine intentati! contro (iulotta e compagni i qua li avrebbero formato un Ordine avvalendosi dell'atto d'incorpora zione che io ottenni nel 1912 per benefìcio dell'Ordine nostro. lo sono ferinamente sicuro ch« il Sig. Liberatore vorrà pubblica re la mia lettera, ma nel caso non 10 facesse, vorrei caldamente pregarti di pubblicare questa co pia che ti accludo, riserbandoti quella libertà di commento che crederai esercitare ed a cui sarò solidale. E' inutile dirti che se il Signoi Liberatore non pubblicherà la mia lettera io ti pregherò di con cedermi ospitalità aftinché dica 11 inio pensiero a questo Signore che si permette pubblicare delle false notizie circa di me senza prima assicurarsi della verità dei fatti. Ti ringrazio anticipatamente, ed intanto accludo un dollaro quale mia contribuzione alle fi nanze de "La Ragione." Con mille saluti a tutti gli ami ci. credimi con un abbraccio, tu«i af f eziona t issi nto. Baldo Aquilano. 822 Bedford Ave, Brooklvn. N. Y." * » * LA RAGIONE vocata, alimentata e riconosciu ta ufficialmente? Vi sono tanti giornali che gra tuitamente mettono a disposizio ne di tutte le Istituzioni le pro prie colonne che non valeva pro prio la pena, se non si poteva > creare un organo proprio, di ri correre alla "Cloaca". Il pubblico però deve sapere I che se ci si è ricorso lo si è fatto per mantenere un patto infame fatto dal Grande Pederasta col degenerato il quale ha attaccato il nostro Ordine in attesa di ri cevere un più lauto compenso. L'avere affidata ufficialmente la causa degli Indipendenti ad un manigoldo, al ladro di franco bolli, ad un ricattatore, all'assas sino della propria moglie, .signi fica che quella Istituzione non ha diritto all'appoggio delle colonie., Stiano attenti però, i cugini. Non vogliamo essere cattivi pro feti. ma siamo più che certi che appena il miserabile si vedrà mancare l'offa arroterà le armi perfide del ricatto contro i suoi benefattori di oggi. | Sig. S. Liberatore Direttore de La Rassegna Philadelphia. Pa Caro Silvagni, Debbo alla cortesia di un am co se soltanto oggi posso leggei il No. 13 de "La Rassegna", e r levo il commento che "Curiangi lo" fa seguire alla notizia del "p rere contrario dato dalla Cor mon Pleas Court N. 1 per il Chi ter dell'Ordine Figli d'ltalia 1 Penna." Secondo Curiangiolo io avi impugnato di "incostituzion;- tà", presso una Corte di N-v York, il "Charter" sotto la ù protezione venne istituito e ve tuttora, l'Ordine Figli d'ltalial "quale appartengo, ti.. Nulla di DÌÙ inesatto. Sinr ■/. Ui |HU o pfe# U; potrebbe genera re delle false impressioni e njp°" cermi presso i miei amici e fra telli di Pennsylvania, rivolgo c'al do appello alla vostra cortesia af finchè vogliate rettificare a scan so di equivoci per me e per voi. Ecco, in breve, i fatti : Allorché era Venerabile Su premo dell'Ordine Figli d'ltalia l'Avv. F. Mezzatesta di N. York, ed io coprivo la carica di Segre tario Arch. Supremo, si tentò di ottenere la "incorporazione" del l'Ordine dall'lnsurance Depart ment di Albany. Da principio io ero entusiasta di tale progetto, poiché credevo che un atto d'incorporazione che avesse trasformato l'Ordine in li na specie di Compagnia di assi curazione avrebbe irrobustita la struttura e cementata la compa gine dell'Ordine, e su "La Voce del Popolo" scrissi una serie di articoli spingendo i fratelli ad approvare tale programma del C. E. S. di allora. Senonchè le in formazioni che si dettero circa l'indole e gli effetti di tale "char ter" ed il lavorìo preliminare che si andava facendo risultarono non corrispondenti a tutto ciò che la legge richiedeva, di modo che. non attenendosi strettamente ai requisiti della legge l'ottenimen to di tale charter, con l'andar del tempo, avrebbe potuto risolversi in un serio pericolo per l'Ordine Figli d'ltalia dal momento che non si sarebbero potuto as solvere tutte quelle obbli gazioni che la legge imponeva. Si correva, dunque, a passo di cor sa. verso il disfacimento totale dell'Ordine, invece di assicurar ne la vita per sempre. D'altra parte nello Stato del New Jersey un gruppo di perso ne era riuscito ad ottenere un atto di incorporazione sotto il no me di Ordine Figli d'ltalia in A merica minacciando, così, seria mente l'esistenza del nostro Ordi ne nel New Jersey. Questo avve nimento tentavasi di ripetere an che a New York, approfittando che noi eravamo occupatissimi per ottenere l'atto d'incorpora zione dall'lnsurance Department. Fu allora che, per evitare ciò. e per avere in riserva un atto di incorporazione sotto cui avrem mo potuto sempre agire anche nel caso l'lnsurance Department ci avesse negato il charter, io ed altri amici e fratelli pensam mo di inoltrare le pratiche rego lari presso il Segretario di Stato affinchè ottenere un atto di in- corporazione ordinario, quale sentplice Federazione di mutuo soccorso. Tuie charter tu ottenuto sotto il nome di Ordine Figli d Italia in America e fra tutti i sotto scrittori si convenne iN r MODO ESPLICITO ED ASSOLUTO che tale atto d'incoi-porazione doveva donarsi, senza nessunissima con dizione alla LOGGIA SI PREMA del nostro Ordine pei - quell'uso che tale Loggia avrebbe creduto farne. Insomma, scopo unico no stro era la salvazione dell'Ordi ne seriamente minacciato in quel l'epoca. Io e gli altri agimmo pel Ijene dell'Ordine e non contro l'Ordine. Infatti, se in una me morabile seduta della Loggia Su piema si fosse accettato tale At te d'incorporazione l'Ordine si sirebbe risparmiato parecchi al tri grattacapi. Ho detto che tutti i firmatari e ano fratelli dell'Ordine, ma ef fettivamente uno dei firmatari fu i Sig. A. Gulotta, ex-Grande Ve ierabile di New York, espulso j «all'Ordine, innocentemente liceva lui. Il Gulotta che più egli altri lavorò per ottenere il harter voleva così dimostrae he in lui era sempre vivo l'attac amento all'Ordine spelando che a sua opera gli fosse stata ri compensata col riaprire il suo processo (giudicato in contuma cia) e riabilitarsi nell'Ordine. Al Gulotta, infatti, nel 1915 se non erro venne accorda ta la riapertura del suo processo, ìd egli venne assolto. Avrebbe subito dovuto attenersi ai patti l ì cedere all'Ordine (nel quale e- 1 •a stato riammesso) l'atto d'in- ; corporazione che certamente non Apparteneva a lui ma a tutti j firmatari. Invece il Gulotta si itìutò di farlo, e poiché poco do lo venne di nuovo espulso dal ' Ordine, egli ora tenta di forma- j e un nuovo Ordine e farlo agire isufruendo dell'atto d'incorpora lione ottenuto non per lo scopo ii creare un Ordine antagonisti co all'Ordine Figli d'ltalia ma proprio per lo scopo contrario. Ecco il perchè io ho iniziato ina azione legale contro questo /oluto Ordine Figli d'ltalia in A nerica. Ciò che ho esposto. Signor di •ettore, corrisponde esattamen ;e alla verità ed a ciò che io, fin lai 1912, ho sempre dichiarato lell'Ordine. Per questo atto d'in-. fui più volte accu- : ; sato^^ccanmrmen^^mfn^TWTOr 11 Io ho sempre sostenuto di aver agito per bene dell'Ordine ed il tempo mi ha dato ragione. Certo, 1 se io non t'ossi stato uno dei sot toscrittori, l'atto d'incorporazio ne si sarebbe ottenuto lo stesso senza di me e questo nuovo Ordi ne avrebbe potuto agire senza che alcuno avesse potuto prote stare. Invece si deve a me, all'aver io firmato, se posso oggi combatte re per il dissolvimento di un Or dine che non ha ragione di esi stere. E si noti che, di tutti i fir matari di quell'atto d'incorpora zione, io SOLO oggi protesto, io SOLO oggi combatto. Quindi, come vedete. Signor Direttore, lungi dall'agi re contro l'Ordine Figli d'ltalia, al quale appartengo, io ancora una volta, modestamente ma con quell'af fetto e con quell'entusiasmo che ho sempre nutrito per il mio Or dine, do prova di abnegazione in tera, assoluta, per la grande Isti tuzione alla quale son legato, da tanti anni con vincoli indissolu bili. Grazie, Signor Direttore, per la pubblicazione che vorrete dare a questa mia. ed accettate i miei cordiali saluti. Vostro obbligatissimo Baldo Aquilano. 822 Bedford Ave., Brooklyn, N. Y." UNO SPAURACCHIO DI CURI ANGIOLO Il 26 dello scorso mese, il gior no dopo che vide la luce {'ultimo numero della "Ragione" il Dr. Curiagiolo. il Cervo ed il Notaio senza clientela, gironzarono per circa due ore nei pressi dell'Uffi cio del nostro giornale. Non abbiamo potuto assodare se intendevano fare acquisto di qualche copia del battagliero pe riodico odi qualche altra c oset ta. Un nostro amico però avvisa va Silvagni di stare attento, per chè passando accanto a quei tre loschi figuri aveva potuto racco gliere qualche frase di minaccia al suo indirizzo. Ma Silvagni, col suo solito sor riso rispondeva: Acqua chiara non ha paura di tuoni! A questi signori diciamo che i loro spauracchi non ci fanno nè caldo nè freddo e noi seguiremo nel nostro programma, fino a quando non avremo schiacciati tutti i parassiti coloniali. Francesco Silvagni. Ciò' che si dice I e ciò' che si f, Giuseppe Rodia, che oggi 4. ge una banda musicale a"w« side Park, volendo far prende! j una fotografia ai suoi music»»! si presenta al pignataro e "li 4 ; manda : Desidero sapere se voi fa parte dell'Ordine Figli d'ltati avendo bisogno dell'opera vastj! Sicurissimo, Mr. Rodia i sono ai vostri ordini. Rodia abbocca all'amo egh f l'ordinazione. c L'equivoco esisterà semptv * no a tanto che i Figli d'ltalia as.l stimeranno le informazioni daj j Uffici dell'Ordine e non da colobi che, per fini reconditi, non no ritegno a qualificarsi o»! guelfi e domani ghibellini. ** * I | Un povero diavolo, al quale I Dr. Curiangiolo aveva carpisi 50 dollari per la somministra^o-l ne di inezioni di acqua «empiti ce, si presenta per ricevere i !#.! nefizii curiangioleschi. Un primo giorno il Dr. Curianl giolo non può accontentare ii| ! cliente perchè sta facendo ball doria con il Grande Pederasta edl adepti ; il giorno seguente troni si in una importante riunione neri la quale si debbono decidere I soi'ti dei Pendenti e studiare! il modo come giustificare i dieci soldi mensili prò famiglie richia-l mati pagati dalle Logge e mail versati al comitato della Mobili-1 tazione civile. Cosicché il povero diavolo è ri-I masto di giorno in giorno J benedire i 50 dollari. ♦ * * Una delle scorse domeniche,» una sala dei dintorni di Cam bridge un certo pendente che si accingeva alla formazione di una nuova Loggia sotto gli auspi ci del Ladro Municipale, subì la stessa sorte toccata al ('.rande Pederasta e Compagni a Bromi;, ville, Pennsylvania. * * * Dei connazionali, oltremodo so lerti, ci hanno inviato due comu nicati: il primo contro un com ponente la famiglia di Maganza, l'altro un ritaglio del "Progres-I so Italo-Americano" rifleltents 1 l'altro anche perchè il momento 1 opportuno non si è ancora pre- 1 sentato. #* # , Nella festa di Sant'Antonino di Colli al Volturno furono pro nunziati diversi e schiocchi di; scorsi. Il Cav. C. C. A. Baldi si | congratulò col Dr. Curiangiolo | perchè, essendo questi l'Escula pio preposto alla salute dei soci, aveva fatto il prodigio di farli stare così belli in faccia (in fac cia solamente, Cav Baldi?) ; Feli ciello, poi, sciolse un inno ad un pallone il quale, contro tutti i col pi tirati contro di esso, ha avuto j l'abilità di rimanere incontami nato. Il pallone, secondo Feliciel lo, sarebbe il Cav. C. C. A. Baldi; i colpi rappresenterebbero la massa coloniale. E i colpi tuoi, Feliciello. che anche oggi tiri contro il tuo benefattore mentre una volta lo qualificavi peggiore di Musolino? Va senza dirlo che alla proces sione parteciparono un anarchico e due massoni, il Di'. Curiangiolo e il Cav. C. C. A. Baldi, quest'ul timo di professione protestante a Manayunk. * * * Gli organizzatori della Loggia Francesco Paolo Tosti, ignorando che l'Opinione è stata messa al l'indice dall'Ordine Figli d'ltalia, si presentarono dai maganzesi per far pubblicare la notizia della iniziazione di essa. A riceverli, si fa avanti Feliciello. I signori, desiderano? Desidereremmo si pubblicas se questa notizia. Feliciello legge e volto agii in terlocutori : Ecco, noi siamo pronti a servirvi, però occorre eliminare tre cose, e sono le seguenti : 1.0 Non si deve nominare la Loggia Felice Cavallotti che farà da madrina; 2.0 Non si dovrà fare il nome del Cav. Travascio; 3.0 Non si dovrà dire che alla cerimonia interverrà il Grande Venerabile. Siccome sono le tre cose cne più ci riguardano, rispondor organizzatori, restituiteci il co municato e arnvederci. * * * Il Cav. C. C. A. Baldi e quel bo; uaccione di Giovanni Falcidia si incontrano e si salutano. B primo, volto a Don Gio vanni, dice: Da quando si soti chiuse le banche voi state ingra ssando.