2 LA RAGIONE Organo di difesa della italianità contro i vili, i camorristi, i ♦ icari, i fa.-viri e gii au. triaear.ti, nemi ci de a patria di origine e da' -— s F. SILVAGNI. Direttore 911 Oirlntian .Street Phila_ Pa. I"S"A COPIA 5 SOLDI Ph. - ,d«-!phia. Pa. Si ASSO I. No. v ce'. & Reità famosa lettera aperta indirizzata ai Supremo Concilio de. "Ordine dei Figli d'ltalia. Anche qui dovremmo riporta re la risposta che il Di Silvestro fece ai iifiion dei "Proletario" che pure avevano messo in cam po a sciocca leggenda, quando il degenerato stesso diceva a Giu seppe Di Silvestro che egli non avrebbe neanche risposto agii ir responsabili de! "Proletario". Non lo facciamo, per non an dare troppo per le lunghe, ma con tutta -erietà diciamo al degene rato: Se riuscirai a provare che Giu.-eppe Di Silvestro riportò u ma qualsia i condanna sotto le n. r «cip, 'ari. a della pat tuita mercede, simulando -ulla ca.ia più dehiti di quelli che e-j --stesnero realmente. Che non è ve ro che la infelice moglie a-s-a_—i nata era costretta a tenere in ca due dozzine di bordanti, per a limentare i vizi di lui. Che non è vero che. a cau>a di gelosia, la martirizzava coi più inumani trattamenti, tirandole calci nello -tornato in periodi Che non e vero che attualmente maltratta la seconda moglie che più volte ha me-wj fuori di caia, dopo averne, in poco più di un dilapidata la dote otte nuta, con fai.-* prete>e e minac ce. da Nicola Albanese, compen sandolo poscia con lettere d'indul to e di accu-e contro l'onorabilità della madre di costui. Che non è vero che ha ricattato la Italian Co-Operative Ranking ,Wn per 400 dollari: che ha truffato Pa squale Teti e poi lo ha minacciato d'arre>to; che ha truffato gros sieri, venditori di bevande e pro prietarii di ca-pia austriaca ai danni dell'ltalia e che ha intaccato il prezzo dell'in famia. E' orribile, è mostruoso, è in concepibile che un uomo, per quanto degenerato esso sia. sotto i i grave peso di accuse così atro ci, nell'impossibilità di poterne smentire una sola o quanto meno di attenuarla, non senta la neces sità di sottrarsi al disprezzo u riiversale, e all'universale esecra zione, gettandosi nel punto più profondo della riviera. Accasciato sotto il pondo fa tale ed inesorabile di tante ini quità. egli quasi desta in noi un senso di compassione e vorremmo che tentasse una difesa qualsiasi. Potrebbe a mo" di esempio farsi rilasciare una dichiarazione da juefla dottoressa che chiuse alla uce gli occhi della prima moglie, ion la quale codesta dottoressa smentisse almeno che egli sia ia stato l'autore della morte de!- a di - graziata, che in vita fu mar- Lire e vittima, perchè le inoculò i ?ermi di malattie innominabili, perchè la umiliò con parole turpi ì triviali, chiamandola mantenu ta di Luigi Di Berardino. perchè a colpi ripetutamente con formi dabili calci sul ventre, allorché trovavasi in istato interessante ni avrebbe avuto quindi diritto per umanità a qualche riguardo. LA RAGIONE. Come sono caduti in basso gl'lndip, Si dice che il Dr. Giovanni Ricciardi abbia mandato le sue dimissioni da Ufficiale Supremo dell'Ordine Indipendente dei Fi gli d'ltalia all'Opinione; e si di ce pure che qualcuno lo abbia poi fatto desistere dal pubblicarle. Mentre il primo atto, sebbene troppo tardi, sarebbe commende vole e farebbe credere ad un one sto ravvedimento; il secondo de pone molto male del Dr. Giovan ni Ricciardi perchè sta li a signi ficare che egli non è risoluto e si fa trascinare dalia cricca male fica che lo circonda e lo spoglia. Se il Dr. Ricciardi avesse avuto un carattere fol te e si fosse libe rato degli sbafatol i, avrebbe con servata l'amicizia dei buoni. La causa di dette dimissioni pare vada ricercata nel disgusto provocato dal fatto di una impo sta tassa di $5.00 il mese alle logge e di 25 soldi ai fratelli per alimentare i vizii dell'alcoolizza to, del frequentatore di postri boli, da quello di Fiorina all'altro mantenuto da una cassiera di u na loggia indipendente. Se questa è slata La causa noi piaadiamo al .'atto compiuto dai Dr. Ricciardi purché questi sia forte abbastan za da non cedere alle moine ÌQ tere--ate dei ventotti-n. Poveri Figi: Ind. pendenti, a quali mani avete affidato la vo stra causa' Fino ad oggi si era ratto cre dere da* maggiorenti d. . je.. Or dine che essi non avevano nessu na re-ponsabiiità de atteggia mento di-onesto assunto dai de generato e perciM non lo aveva no p:u curato. Ora però non pos sono più negare che l'assassino della prima moglie fu da essi in gaggiato nel mestiere di boia per attaccare l'Ordine nostro ed i -noi dirigenti ne!!a vana speran za di potere salir su. Mancava dunque la ratifica ufficiale nel l'opera svolta dal degenerato e questa è venuta insieme alla pa gnotta. Ed aliora perchè bur lare i! pubblico coli' appello dell'organo ufficiale affermando che gl'lndipendenti non -ono in vasi dal sentimento delia lotta, -e que-ta iotta e= -i hanno pro Contro un'altra falsità' del ladro di francobolli Carissimo Aquilano. Quando furono pubblicate, dai direttore delia "Cloaca" quelle notizie false e tendenziose ri guardanti il nostro Ordine egi già sapeva di mentire; ma. da pennaiuolo prezzolato, non aveva esitato, essendogli stato imposto da pochi faccendieri e scrocconi che o pagano e che di quel pove ro Ordine Indipendente vogliono farsi un piedistallo per le loro sozze brame e per ie loro ambi zioni asinine. Ma i >uoni che han capito il latino, vanno disertando te file. Il rinnegato, il degenerato fu e -ara sempre nemico degli .taiiani e delle buone istituzioni ; fu e sa rà sempre il vigliacco calunniato re di quei galantuomini che non ha mai potuto ricattare e chi# quindi odia mortalmente. Questo rifiuto della Società ha sempre vissuto di espedienti e di basse menzogne. Eccoti, in pochi -chizzl il ri tratto di colui che hai voluto troppo onorare con una tua lette ra. ma che non merita neppure uno sputo sulla faccia di scimmia Noi della "Ragione" abbiamo giurata» di ricacciale nella sentina lui ed i suoi ,-ostenitori e non ci arresteremo nell'opera nostra -e non quando avremo raggiunto lo scopo. Caro Aquilano, ricordati che quando vorrai sferzare a sangue i nemici del nostro Ordine poten te, le colonne di questo mode-io giornaletto, saranno sempre a tua disposizione. Frattanto abbiti i miei migliori saluti e credimi Frank Silvagni. Brooklyn, Luglio 30. 1917. "Signor F. Silvagni 911 Christian St. Philadelphia, Fa. Carissimo amico. Ti accludo una lettera che og gi stesso ho inviato al Sig. S. Li beratore per alcune notizie erra te pubblicate su "La Rassegna" circa una causa da me intentata contro (iulotta e compagni i qua li avrebbero formato un Ordine avvalendosi dell'atto d'incorpora zione che io ottenni nel 1912 per beneficio dell'Ordine nostro. Io sono fermamente sicuro che il Sig. Liberatore vorrà pubblica re la mia lettera, ma nel caso non 10 facesse, vorrei caldamente pregarti di pubblicare questa co pia che ti accludo, riserbandoti quella libertà di commento che crederai esercitare ed a cui >arò solidale. E' inutile dirti che se il Signor Liberatore non pubblicherà la mia lettera io ti pregherò di con cedermi ospitalità affinchè dica 11 mio pensiero a questo Signore che si permette pubblicare delle false notizie circa di me senza prima assicurarsi della verità dei fatti. Ti ringrazio anticipatamente, ed intanto accludo un dollaro quale mia contribuzione alle fi nanze de "La Ragione." Con mille saluti a tutti gli ami ci. credimi con un abbraccio, tuo affezionatissinio. Baldo Aquilano. 822 Bedford Ave, Brooklvn, N. Y." * * * LA RAGIONE j vocata. alimentata e ricoamcia ta ufficialmente? Vi sono tanti giornali che grar t ..ta.tier.te mettono a disposizio ne di tutte le Istituzioni le pre prie cotona» che non valeva pro prio la pena, se non sì poteva creare un organo ptapna. di ri correre alla "Cloaca"*. : pur.<: :.ceve*e un r.- ante eoe; per so. L'avere air. tata BfSetaliasMii* ,la «. -sa deg . Indipendenti ad ur man_g':a iodi© di :ianco~ fc. . ad un ricattatore, al assas sir. i ir..a trera mogite. sigtù fica che qoeDa Istituzione non ha d..ttto a..'a?cc£? - .-: ie_e to-.or.ie Stiano attenti però. : cugini. V : n voghamo essere cattivi pro ! feti, ma sarò più ehe certi che : a:pena i misera, .e si vedrà mancare l'offa arroterà le armi perfide dei ricatto contro i suol ene fattori di oggi. Sig. >. Liberatore Eh rettore de La Rassegna Philadelphia. Pa. Cdro Silvagni. De:, o alla cortesia di un ami co -e soltanto oggi posso leggere . No. 13 de "La Rassegna", e ri levo ii commento che "Curiangio . fa seguire alla notizia del "pa rere contrario dato dalla Com mon Pleas Court N. 1 per il Char ter dell'Ordine Figli d'ltalia in Penna." Secondo Curiangiolo io avrei mpugnato di "incostituzionali tà". presso una Corte di New- York, il "Charter" sotto la cui protezione venne istituito e vive tuttora, l'Ordine Figli d'ltalia al ;uale appartengo, r Nulla di più inesatto, Signor Dfrèttore. E giacché tale errata interpretazione potrebbe genera re delle false impressioni e nuo cermi presso i miei amici e fra telli di Pennsylvania, rivolgo cal do appello alla vostra cortesia af finchè vogliate rettificare a scan so di equivoci per me e per voi. Ecco, in breve, i fatti : Allorché era Venerabile Su premo dell'Ordine Figli d'ltalia l'Avv. F. Mezzatela di N. York, ed io coprivo la carica di Segre tario Arch. Supremo, si tentò di ottenere la "incoiporazione" del l'Ordine dall'lnsurance Depart ment di AJbany. Da principio io ero entusiasta di tale progetto, poiché credevo che un atto d'incorporazione che avesse trasformato l'Ordine in u na specie di Compagnia di assi curazione avrebbe irrobustita la struttura e cementata la compa gine dell'Ordine, e su "La Voce del Popolo" scrissi una serie di articoli spingendo i fratelli ad approvare tale programma del C. Et S. di allora. Senonchè le in formazioni che si dettelo circa l'indole e gli effetti di tale "char ter" ed il lavorio preliminare che si andava facendo risultarono non corrispondenti a tutto ciò che la legge richiedeva, di modo che. non attenendo-i strettamente ai requisiti della legge l'ottenimen to di tale charter, con l'andar del tempo, avrebbe potuto risolversi in un -erio pericolo per l'Ordine Figli d'ltalia dal momento che non si crebbero potuto as solvere tutte quelle obbli gazioni che la legge imponeva. Si correva, dunque, a passo di cor sa, verso il disfacimento totale dell'Ordine, invece di assicurar ne la vita per sempre. D'altra parte nello Stato del New Jersey un gruppo di perso ne era riuscito ad ottenere un atto di incorporazione sotfct* il no me di Ordine Figli d'ltalia in A merica minacciando, così, seria mente l'esistenza del nostro Ordi ne nel New Jersey, Questo avve nimento tentavasi di ripetere an che a New York, approfittando che noi eravamo occupatissimi per ottenere l'atto d'incoi-pora zione dall'lnsurance Department. Fu allora che, per evitare ciò, e per avere in riserva un atto di incorporazione sotto cui avrem mo potuto sempre agire anche nel ca o l'ln arance Department ci avesse negato il charter, io ed altri amici e fratelli pensam , mo di inoltrare le pratiche rego j lari presso il Segretario di Stato 'affinchè ottenere un atto di in iMcpeeeßuoae ordinario. qua» sempre Fedtw»*»me di mutuo iwv'vrsc. '. xe crAric?r la ottenuto sotto *.,.,,- v - Ore.te Figli d'ltalia •JS. Xasn -«a # tra. tutti i sotto • ». .vr.ier.r.e IN MOI» •"> " ' ASS 7 . -e **!«# Ati'o • rwvrporaxiooe doveva >■ »••;" ressinussirtui con • :-•:■■■< i LOGGIA SUPREMA "ósr-v Ordine per quella»© oggi.» Jivrv e eresiato i •• ». --i. >. Po ur. co no >:.-v - vi ,i salvinone dell'Ordi sm' -.v— e-:e minacciato in .sei :rccx. lo e gli altri agimmo pel '-Va; ie tardine e non contro Orvi ■■ f. I".ritti, se in ima me -•-•-•i. t ie"a Loizra 5..- .irv~ i <. fosse accettato tale At to i ncorporaaooe l'Ordine si sarebbe risparmiato parecchi al tri grattacapi. Ho dette che tutti i firmatali erano frateQi dell'Ordine, ma ef fettivamente uno dei firmatari fu S r A. Guiotta. ex-Grande Ve nerai..-e di New York, espulso ioli "Ordine. innocentemente diceva lui. II Guiotta che più degli il tri lavorò per ottenere il charter voleva cosi dime strae che in lui era sempre Vivo l'attac camento all'Ordine sperando che La -ia opera gii fosse stata ri compensata col riaprire il suo processo t giudicato in contuma cia- e riabilitarsi neli'Ordine. Al Guiotta. infatti, nel 1915 se non eiro venne accorda ta la riapertura dei suo processo, ed egli venne assolto. Avrebbe subito dovuto attenersi ai patti e cedere all'Ordine (nel quale e ra «tato riammesso) l'atto d'in corporazione che certamente non apparteneva a lui ma a tutti i firmatari. Invece il Guiotta si rifiutò di farlo, e poiché poco do po venne di nuovo espulso dal l'Ordine, egli ora tenta di forma re un nuovo Ordine e farlo agire usufruendo dell'atto d'incorpora zione ottenuto non per lo scopo di creare un Ordine antagonisti co all'Ordine Figli d'ltalia ma proprio per lo scopo contrario. Ecco il perchè io ho iniziato una azione legale contro questo voluto Ordine Figli d'ltalia in A merica. Ciò che ho esposto. Signor di rettole, corrisponde esattamen te alla verità ed a ciò che io. fin dal 1912, ho sempre dichiarato nell'Ordine. Per questo atto d'in corporazione fui più volte accu sato e accanitamente combattuto. Io ho sempre sostenuto di aver agito per bene dell'Ordine ed i! tempo mi ha dato ragione. Certo, se io non fossi stato uno dei sot toscrittori, l'atto d'incorporazio ne si sarebbe ottenuto lo stesso senza di me e questo nuovo Ordi ne avrebbe potuto agire senza che alcuno avesse potuto prote stare. Invece si deve a me, all'aver io firmato, se posso oggi combatte ìe per il dissolvimento di un Or dine che non ha ragione di esi stere. E si noti che, di tutti i fir matari di quell'atto d'incorpora zione. io SOLO oggi protesto, io SOLO oggi combatto. Quindi, come vedete. Signor Direttore, lungi dall'agile contro l'Ordine Figli d'ltalia, al quale appartengo, io ancora una volta, modestamente ma con quell'af fetto e con quell'entusiasmo che ho sempre nutrito per il mio Or dine, do prova di abnegazione in tera. assoluta, per la grande Isti tuzione alla quale son legato, da tanti anni con vincoli indissolu bili. Grazie. Signor Direttore, per la pubblicazione che vorrete dare a questa mia. ed accettate i miei cordiali saluti. Vostro obbligatissimo Baldo Aquilano, 822 Bedford Ave., Brooklyn, N. Y." UNO SPAURACCHIO DI CURI ANGIOLO Il 26 dello scorso mese, il gior no dopo che vide la luce ''ultimo numero della "Ragione" il Dr. Curiagiolo, il Cervo ed il Notaio -enza clientela, gironzarono per circa due ore nei pressi dell'Uffi cio del nostro giornale. Non abbiamo potuto assodare -e intendevano fare acquisto di qualche copia del battagliero pe riodico odi qualche altra c oset ta. Un nostro amico però avvisa va Silvagni di stare attento, per chè passando accanto a quei tre loschi figuri aveva potuto racco gliere qualche frase di minaccia al suo indirizzo. Ma Silvagni, col suo solito sor riso rispondeva: Acqua chiara non ha paura di tuoni! A questi signori diciamo che i loro spauracchi non ci fanno nè caldo nè freddo e noi seguiremo nel nostro programma, fino a quando non avremo schiacciati tutti i parassiti coloniali. Francesco Silvagni. Ciò' che si dice e ciò' che si f& Giu-eppe Rodia, che oggi din. . una bar.da mu-icaie a Woot -.de Park, volendo far prendere una fotografia ai suoi musicanti, presenta ai gii do. manda : De-idero sapere se voi fate c irte dell'Ordine Figii d'ltalia, avendo bisogno dell'opera vostra. Sicurissimo. Mr. Rodia, e sono ai vostri ordini. Rodia abbocca ai l'amo e gii dà l'ordinazione. L'equivoco esisterà sempre fi no a tanto che i Figii d'ltalia as rumeranno le informazioni dagli Uffici dell'Ordine e non da coloro che. per fini reconditi, pon han no ritegno a qualificarsi oggi guelfi e domani ghibellini. # # # Un povero dia volo, al quale il Dr. Curiangiolo aveva.... carpito •SO dollari per la somministrazio ne di inezion. di acqua sempli. ce, si presenta per ricevere i be nefizii . curiangioleschi. Un primo giorno il Dr. Curian giolo non può accontentare il cliente perchè sta facendo bal doria con il Grande Pederasta ed adepti : il giorno seguente trova si in una importante riunione nel la quale si debbono decidere le -orti dei Pendenti e studiare il mode come giustificare i dieci -oidi mensili prò famiglie richia mati pagati dalle Logge e mai versati al comitato della Mobili tazione civile. Cosicché il povero diavolo è ri masto di giorno in giorno _ a benedire i 50 dollari. • Una delle scorse domeniche, in una sala dei dintorni di Cara bridge un certo pendente che si accingeva alla formazione di una nuova Loggia sotto gli auspi ci del Ladro Municipale, subì la stessa sorte toccata al Grande Pederasta e Compagni a Browns ville. Pennsylvania. # * * Dei connazionali, oilremodo so lerti. ci hanno inviato due comu nicati: il primo contro un com ponente la famiglia di Magami l'altro un ritaglio <*c! "Ti egres so Italo-Americano" riflettente un nostro stesso amico. Non pubblichiamo né l'uno, né l'altro anche perchè il momento opportuno non si è ancora pre sentalo. e* * * * Nella festa di Sant'Antonine di Colli al Volturno furono pro nunziati diversi e schiocchi di scorsi. Il Cav. C. C. A. Baidi s congratulò col Dr. Curiangiolc perchè, essendo questi l'Escili»- pio preposto alla salute dei soci, aveva fatto il prodigio di farli stare cosi belli in faccia un fac cia solamente. Cav Baldi?) ; Feb ciello. poi, sciolse un inno ad un pallone il quale, contro tutti i col pi tirati contro di esso, ha avuto l'abilità di rimanere incontami nato. Il pallone, secondo Feìicie.- 10. sarebbe il Cav. C. C. A. Baldi; i colpi rappresenterebbero li massa coloniale. E i colpi tuoi. Feliciello. che anéhe oggi tir. contro il tuo benefattore mente una volta lo qualificavi peggiore di Musolino? Va senza dirlo che alla proc* sione parteciparono un anarchico e due massoni, il Dr. Curiangioi: e il Cav. C. C. A. Baldi, quest'ili timo di professione protestante a Manayunk. » « * Gli organizzatori della Loggis Francesco Paolo Tosti, ignorami che l'Opinione è stata messa al l'indice dall'Ordine Figli d'ltalie si presentarono dai masranzes per far pubblicare la notizia deli» iniziazione di essa. A riceverli. £ fa avanti Feliciello. I signori, desiderano? Desiderei-emmo si pubblici se questa notizia. Feliciello legge e volto agli it terlocutori : Ecco, noi siamo pronti ' servirvi, però occorre eliminai» tre cose, e sono le seguenti : 1.0 Non si deve nomina." la Loggia Felice Cavallotti che farà da madrina; 2.0 Non si dovrà farei nome del Cav. Travascio; 3.0 Non si dovrà dù* che alla cerimonia interverrà ì Grande Venerabile. Siccome sono le tre cose cne più ci riguardano, risponder" organizzatori, restituiteci il ® municato e arrivederci. ♦ Il Cav. C. C. A. Baldi e quel bo naccione di Giovanni Falcidia» incontrano e si salutano. Il primo, volto a Don Gi> vanni, dice: Da quando si chiuse le banche voi state ing l * sciando.