I— E voi, cavaliere, risponde Giovannino, da quando hanno co minciato ad attaccarvi vi state assecchendo. * * * «ella città delle Sirene, in A tlair c City, molto frequente mente, a spese del Dr. Curiangio lo,t convengono i componenti la comi ricola curiangelesca. Quan do ì'epa è piena e le cervella in fianmate dai succhi di generose bevande, si va a passeggiare nel boat Iwalk. Guai se in questo momento passassero il cecato e Raffaeluc cio. Il Dr. Curiangiolo sarebbe capavi- di fare lo sciosciammoc caJn atto di mettere la mano _ injasca e tirar fuori una bot tiglina di cordiale. # * * 11 capo calzolaio si lagna se su queste colonne si fa il suo nome, e Sta bene; anche noi gli diamo ragione. E perchè lui sparla di noi e va a riferire al degenerato che noi gli abbiamo detto di aver visto i suoi scritti, quando que sta è una menzogna di sana pian ta? * * # Ferruccio Giannini ha negato di aver detto di volere sfamare un nostro amico. Se qualcuno ci tiene a dimostrare che egli l'ab bia detto, ci faccia una dichiara zione e noi la pubblicheremo. * # * Ci si riferisce che nella socie tàgbalzolai si discuteva circa il prossimo scioglimento dell'Ordi ne, Figli d'ltalia e si era preoc cupati per la fine che avrebbe fatta il fondo di cassa. Biavi i nostri scarpari! anche essi [si preoccupano del nostro Ordine. Non ci sarebbe niente di male se i fondi finissero come fi nì il profitto di una famosa E scur? one fatta dagli scarpari in ferr\ boat. * * * Due militi entusiasti della Fe derazione si sono ritirati da es sa: i signori Falanga e Giovanni Ricciardi. Non abbiamo però avuto il pia cerei di leggere le rivelazioni con tente nelle lettere di dimissioni. E che ne dice il signor Falanga della tassa di 25 soldi imposta ai Soci pendenti per mante nere in vita una cloaca e per ali mentare i vizii di un alcoolizzato, di un degenerato? * * * Sissignore, le Logge di Phila delphiayiell'Ordine Indipendente hanno 'contribuito in ragione di diocrf soldi al mese per o gni socio al fondo prò famiglie HHEamati ; ma il Comitato della Mobilitazione civile non ha rice vuto che una parte infinitesimale di quel denaro. Ci vuol tanto po co a smentirci. Si riscontrino i librici quel Comitato e si faccia il confronto con il denaro versa to dallo Logge. E il denaro del Fondo Unico Mortuario in quali mani si trova? * * « 11 degenerato pretende gli si paghi l'abbonamento e l'importo di avvisi per uno o due numeri al mese della Cloaca. Si ricordino i lettori di quell'immondo foglio che altre volte il degenerato si è fatto pagare l'abbonamento e poi le sue pubblicazioni si sono sospe se. Gli abbonati dunque non si facciano truffare una quarta vol ta. Quando il degenerato avrà da to 52 copie della Cloaca che for mano un anno di pubblicazioni, allora avrà diritto ad essere pa gato. * * * Il degenerato ha detto che il grande Pederasta non è un fal sario. uno spergiuro, ecc. ecc. Se lo avesse definito per tale noi non gli avremmo creduto, perchè fino ad oggi non ha detto mai il vero. Solamente dobbiamo credere il Municipio del suo paese, che fu vittima delle unghie del lestofan te, ed un povero ragazzo che ri portò i segni dell'immondo sa tiro. Se non ci credete scrivete in Balia alla famiglia del Grande Pederasta. Chi; bella coppia! Il degenera to,, assistente usciere di concilia zione che truffava i 6 soldi delle citazioni ed il satiro vice cancel liere ruffaldino. * * * La damerina delle sette strade in Ch ristian. che tutta si dondo la quando cammina, mostrando oof frendo le parti più delicate della sua personcina elegante e perversa; colei che si dice sia di scendente di conti o baroni ha tale un attaccamento per la 'lpioai a" da confrontarla perfino con la Forbice di Philadelphia. . Ali. insensata, perchè non vie ni fuori? Abbiamo delle storielle picc anti sul conto tuo il cui ma teria le ci sarebbe sufficiente per )iMrecchie puntate. I DUE ORDINI Mentre in prima pagina della Cloaca di parecchie settimane fa, a caratteri grassetti, l'austria cante ripete ancora una volta che non è contro l'istituzione dei Fi gli d'ltalia, nel corpo di essa poi, con la più sfacciata mala fede e col più grande cinismo, getta continuamente bava velenosa contro tutto l'intero Ordine. Lo sappiamo il tuo giuoco, de generato, vuoi lanciare la pietra nascondendo la mano come il ma landrino che aspetta il viandan te. Stiano in guardia i fratelli, i veri fratelli, quelli che senza se condi fini hanno dato all'Ordine tutte le loro energie, tutto il lo ro cuore e trattino come si me rita questo girella, quest'uomo nefasto che, come lupo rapace, cambia il pelo ma non il vizio. Mentre per la paura di avere contro a sè una massa di migliaia di operai che gli potrebbero ri cacciare in gola le orrende be stemmie, dice di avere la fiducia più assoluta nell'Ordine nostro, di tanto in tanto getta una ma nata di fango pei' distruggerne la compagine. Folle tentativo il tuo, mio caro Libera nos Domine; ma co me non vedi che dal momento che hai incominciata la campa gna diffamatoria, il tuo amatissi mo Ordine fa continuamente passi indietro, mentre l'Ordine Figli d'ltalia, il genuino per la bontà della causa e anche come atto di protesta alle tue scem piaggini, ingrandisce sempre di più le sue file? Non vedi che ogni settimana il nostro Ordine inizia nuove Logge, forti di numero di fratelli e composte del migliore elemento delle nostre colonie? Tu che sei il porta voce, la trom ba sfiatata degl'lndipendenti e che metti a disposizione di co storo il tuo foglio di carta come organo ufficiale, perchè non pub blichi il resoconto di quello che fanno essi per ogni settimana? Qui ti vorremmo: ai fatti e non alle parole vuote di senso. Alle tue meschinissime insi nuazioni circa il Charter e lo sbandamento dell'Ordine Figli d'ltalia, ti hanno già risposto, falsario; io ti posso solamente assicurare che il pericolo dello sbandamento esiste nella tua mente avvinazzata. Tengo a ricordarti, e questo ti serva per lezione, che dalle no stre Logge non si cacciano i Grandi Ufficiali a fischi e qual che cosa di peggio come a Brow nsville, Pa. I Grandi Ufficiali no stri, che noi stessi abbiamo elet ti con unanime plebiscito, sono veri padri di famiglia, rispettosi, rispettati e temuti nello stesso tempo, per la loro energica ope ra che spendono per la causa di tutti. Rispondo ad una sola tua insi nuazione, che è la più grave, e lo farò brevemente rubando un pochettino di tempo alla mia bar beria, quel tempo che altri dedi cano alle bettole ed ai lupanari. Ad un certo punto della Cloa ca tu sentenzii che l'Ordine Figli d'ltalia nei suoi anni di vita non ha fatto mai nulla, io invece af fermo con fatti che le tue asser zioni sono un mondo di falsità. L'aver riuniti in una sola fami glia tante migliaia di connaziona li è già qualche cosa di grande; l'aver riunita sotto un solo ves sillo una massa di italiani di di verse regioni d'ltalia, di diffe rente fede religiosa e credo poli tico, aventi odii e rancori fra lo ro ed averli affratellati non è stato un miracolo, un grande miracolo? Basterebbe solamente questo fatto a distruggere le tue continuate calunnie ed insinua zioni. E poi altre cose si sono com piute. Non è l'Ordine dei F. d'l talia che ha soccorso e soccorre ancora le famiglie dei richiama ti ed ha spedito migliaia e mi gliaia di dollari alla Croce Rossa? Non è stato l'Ordine nostro che ha acquistato migliaia e migliaia | di lire al Prestito Nazionale e i che ha istituito il Fondo Unico ! Mortuario che paga puntualmen te? Non è l'Ordine nostro che con : il suo denaro ha fatto fabbrica re delle case in Italia dopo il ter remoto di Avezzano ? Non è l'Or ; dine nostro che conserva a nome di tutti gl'italiani di America quella sacra reliquia che è il Pantheon Garibaldino? Qui a Fi ladelfia sotto gli auspici dell'Or dine Figli d'ltalia non è sorta la Banca Statale? Non è stato l'Or dine Figli d'ltalia a raccogliere in ; meno di dieci giorni 12 mila dol lari per la borsa al Principe di U dine? E non sai che fra breve si incomincerà la propaganda per il fabbricato sociale e che nella prossima Suprema Convenzione di Settembre si discuterà e si ap proverà la istituzione di un'orfa j notrofio e la casa per i vecchi fra telli dell'Ordine? Che cosa vuoi di più in pochi anni di vita, che cosa pretendi tu dall'Ordine? Hai forse dato il tuo appoggio all'Ordine per potere da | Esso pretendere di più di quello che ha fatto? Vorresti l'Ospeda le? Alcoolizzato! Tu dovresti bat terci le mani perchè fra breve nell'orfanotrofio saremo costretti a rinchiudere i tuoi figli, quando cioè qualcuno ti raccoglierà esa nime dalla pubblica via, vittima dell'alcoolismo. Ed ora, enumera, signor mio, che cosa hanno fatto i tuoi Indi pendenti che tanto ti preme di difendere. Rispondi; perchè noi proveremo piacere a sentire che essi progrediscono per gl'interes si collettivi e non per tre o quat tro persone. Rispondi; quali sono le sue benemerenze? A queste categoriche domande l'austriacante non risponderà af fatto, abbaierà in un altro verso, inventerà nuove calunnie e come al solito per la santa paura di a vere una tiratina di orecchi da qualche nostro fratello, pubbli cherà ancora a lettere cubitali che egli non è contro i Figli d'l talia. Ah! mascherina! tutti i fratel li ti conoscono e non abboccano all'amo. Antonino Viglione. Lettera aperta al Cav. C. C. A. Baldi Molto Illustre Signore, Ella che risiede in alto, molto in alto, vorrà scusarmi della li bertà che mi prendo nell'indiriz zarle la presente per domandare certe spiegazioni necessarie a de lucidare alcuni dubbi sorti nella mia povera mente. Le domande che avrò l'onore di rivolgerle, non sono tendenziose ,ma mirano a stabilire il principio della verità. Non creda ch'io ciò faccia per vanagloria, chè non ho pretenzio ne alcuna e non aspiro a titoli onorifici, e tanto meno a quello del cavalierato ufficiale. Non pare infatti anche a Lei, che non c'è da avere soverchie velleità per certi titoli, specie poi quando questi titoli vengono ac quistati non per meriti personali o per aver fatto del bene alla massa dei connazionali, ma per aver pagato i bills di Hotel, al fi glio di una qualche Eccellenza? Nessuna, nessunissima gelosia per il titolo acquistato così a buon mercato, e neppure per po sizioni finanziarie edificate collo sfruttamento dei poveri coloni. Meglio mangiare un tozzo di pa ne nero, frutto di onorati sudori, che vivere lautamente a spese del sudore altrui e con la coscien za inquieta! Queste dichiarazioni prelimi nari ho creduto di fare, accioc ché Ella non faccia scrivere dal degenerato, che presentemente è al suo soldo e che qualche anno addietro, parlando di Lei, lo di ceva degno del berretto a righe e della catena al piede, che il mo vente che mi spinge sia la gelo sia. Noi combattiamo per un moti vo santo, per la purificazione del la Colonia, così come i nostri LA RAGIONE soldati combattono per un'ltalia più grande e più rispettata. Entriamo quindi senz'altro nel merito della quistione. Ella, Cavaliere, si fa chiamare Presidente di una Federazione di Società italiane che il degenera to ha definito una massa di tep pisti. Che questa Federazione e sista, tutti lo dicono, dove essa sia, nessuno lo sa. Sarà Ella tan to buona, Signor Cavaliere Uffi ciale, di farmi conoscere quante sono le società Federate e quali ne sono gli scopi? Ella che è un grande uomo e di non comune talento, mi immagino sarà pure molto pratico in materia di Fe derazione, tanto più che è citta dino di una Nazione federata; quindi può darmi, se vuole, spie gazioni esaurienti al riguardo. A mio modo di vedere però, Illustre Cavaliere, per Federazio ne si dovrebbe intendere la fu sione di più Enti morali, di molti Enti morali che si uniscono per interessi e doveri comuni e per lo espletamento di un qualsiasi pro gramma a vantaggio della collet tività. I singoli enti nominano ogni anno, in ossequio alle leggi ed ai regolamenti, i loro delegati onde costituire il Consiglio, in seno al quale vengono eletti gli Ufficiali. Tali, a mio credere, le linee ge nerali della Federazione. Ora quella da Lei presieduta non può chiamarsi così, giacché non vi sono Società fedente, se se ne eccettuano una o due delle quali sono presidenti i membri della dinastia baldiana. Dall'ulti ma relazione rileviamo che della tanto decantata Federazione fan no parte tre Società di M. S. e un esiguo manipolo di individui a Lei legati a filo doppio per fa vori ricevuti. Se una Corte di giustizia or non è molto condannava un gio vane che con arte e raggiri ten tava di ottenere titoli accademi ci che non meritava, come do vrebbe esser condannato Lei dal le Società Italiane non essendo meno disonesto il suo atto, cioè quello di dare un nome falso ad un'accolita di pochi individui, on de farsi credere, nell'ambiente a mericano, il capo della Colonia, ed ottenere così dei favol i per la propria famiglia ed a discapito della collettività? E dico a discapito e danno del la collettività giacché ho appreso da un ex-Direttore della Federa zione chiamiamola così per in telligenza del benigno lettore addetto ai rimpatri e alla distri buzione dei sussidi, che tutti co loro che si presentano per aiuti, ottengono quello che domandano, anche se non meritevoli, purché risulti dai vostri registri che fac ciano parte della vostra estesa clientela; quelli invece che non figurano sui libri delle vostre a ziende non ottengono nulla, an che se malati od infelici. Di quanto sopra Le prometto che, a suo tempo, pubblicherò un elenco dettagliato, di tutta quella povera gente cioè cui fu negato il sussidio, pur meritandolo e un al tro elenco di coloro che furono aiutati dalla vostra filantropica istituzione, pur non avendone bi sogno perchè possedevano depo siti perfino nella Sua banca, ma che avevano un gran merito di fronte a Lei : o erano suoi clienti o le erano stati raccomandati da qualcuno dei suoi vassalli. Questi son fatti e non insinua zioni ;, fatti che si possono pro vare ad ogni momento con docu menti alla mano. Un'altra odmanda e poi basta... almeno per ora. Ci si riferisce che per il rimpatrio di un certo Fiaschi si prelevarono dal fondo della Federazione dollari 15; per la rimanenza del viaggio si volle fare una lotteria di un orologio d'oro e i biglietti furono venduti a un dollaro ciascuno. L'orologio era veramente di o -10 e perchè non fu più sorteggia to? • La domanda è molto esplicita e tale dovrebbe essere anche la risposta. Un modesto operaio. Riceviamo e pubblichiamo: City, 7-2-17. Signor Viglione, Leggendo oggi il misero foglio del venduto alla Germania, non ho potuto fare a meno, quale o peraio onesto di scrivere a quel farabutto una lettera. Vi mando copia conforme, per chè sono sicuro che quell'imbe cille non risponde, così mi fate il favore di pubblicarla. Caro Dirett. della Rassegna. Ti credevo almeno un tantino co nun poco di pudore. Ho letto più volte la tua poco rassegna e malgrado le tue strombazzature, le tue accuse senza documenti, che sempre hai promesso di fare vedere e che mai si vedono, cre devo che se qualche giorno ti ca pitasse qualche vero birbante lo avresti messo alla gogna, coi tuoi curiosi attacchi. Quando facesti ' il tuo primo fuoco a salve, con-1 tro i mestatori della Colonia, per ! la circostanza della venuta della! Missione Italiana qui, credevo | che entrava il piombo. Forse ini sono ingannato, sarà , entrato del rame per farti ta- ! cere .... Hanno ragione quelli della Ra- ' gione ragionando, che sei uno ! che ti vendi per poche grana. Sei forse miope e diventi eie- ! con un poco di pudore. Ho letto | dev'essere, ed ogni individuo, an-1 che imbecille, può capire dalla] tua pappardella di sabato 30 j giugno u. s. Tu dici che vuoi epu rare la Colonia dai birbanti, ma a me sembra che tu tieni il sac co, perchè ti fanno leccare i piat ti e scolare i bicchieri. Dimmi di grazia, cosa ha fatto il Cavaliere della Gran Via, C. C. A. Baldi, e figlio anche, per la Colonia? Dimmi, chi glielo ha dato quel diritto che il grande Cav. si è ar rogato di rappresentare la Colo nia? Dimmi se anche il Cav. della Gran Via è nemico dei Di Silve stro che cosa c'entrano le miglia ia di uomini che appartengono ! all'Ordine facendo negare la pa rata e la consegna della meda glia? Dimmi perchè il becchino tra mava per la consegna della me daglia? Dimmi perchè il becchi no ha tramato per non far sfilare i Figli d'ltalia in parata? Dimmi perchè al banchetto ha portato i suoi bravi don Rogri go? perchè non ha invitato gli uomini più degni di lui e del fi glio? Dimmi ancora, tu ti scagli con tro il console, perchè ha preso le parti della Colonia? s Vedi quanto ti fai vedere lecca piatti, scagliandoti contro perso ne verso le quali non hai nessun diritto. Fai la campagna a chi non la merita. Vedi, io sono un semplice ope raio, ho figli e mi devo adoperare acciò sparisca quella minaccia che aleggia nella susta dei miei figli e dei coloni onesti. Noi dobbiamo essere tutti u guali, non abbiamo bisogno di rappresentanti, se il bisogno vi fosse, noi dobbiamo sceglierli. Mi piacerebbe se tu facessi il com mento a questa mia, in modo, vedi, che potrei piano piano con vincerti di essere su una falsa strada. Non ti credere che io parlo per partigianeria, no, assolutamente no. Intanto, se ti occorre il mio in dirizzo, io abito al No. (539 Fede rai St. e mi chiamo Domenico Millerape. COSCIENTI CHE INSORGONO Riceviamo e pubblichiamo sen za commenti, poiché di fronte al l'eloquenza dei fatti, ogni com ! mento guasterebbe: Egregio Sig. Direttore del Giornale "La Ragione" City. La prego di inserire sul suo giornale le seguente dichiarazio ne: "Io qui sottoscritto Crisato (Giovanni dichiaro di dimettermi dalla Loggia "Tripoli e Cirene" No. 21 dell'Ordine Indipendente Figli d'ltalia, per entrare nella loggia Carlo Altobelli, No. 719 dell'Ordine Figli d'ltalia in Anie i ita. Con stima Giovanni Cusato 1504 S. Clarion St." Phila., Aug.. 4, 1917. ♦ * # F. Silvagni Direttore della "Ragione" "Dichiaro io qui sottoscritto di dimettermi dalla Loggia Cesa re Hattisti Ordine Indipendente Figli d'ltalia, nella quale entrai a far parte, perchè preso con in ganno ed entro a far parte del vero Ordine Figli d'ltalia in A merica. Le mie dimissioni sono irrevo cabili. l'hila., Ag. 4, 1917. Dev.mo Vito Pagano." Ai nostri amiGi e fratelli lettori QUESTO GIORNALE E' FATTO DA VOSTRI AMICI, DA VOSTRI FRATELLI CHE VIVONO CON IL LAVORO QUOTI DIANO. SE \ OLETE PERCIÒ' CHE "LA RAGIONE" CONTINI I A PUBBLICARSI, E'VOSTRO DOVERE DI CONTRIBUIRE A MANTENERLA IN VITA. NOI SIAMO BENE CORAZZATI E NON LA SMETTEREMO SE NON AVREMO RICACCIATI NEL LA MELMA IL SICARIO. DEL RESTO SONO GIÀ' NOTI I SE GNI DI DEBOLEZZA, DI ISOLAMENTO E LA CLOACA IN SE GNO DEL PROGRESSO FATTO HA DIMINUITO IL NUMERO DI PAGINE. AVANTI. DUNQUE; NOI ASPETTIAMO LA VO STRA SOLIDARIETÀ'. Sig. Giov. Di Silvestro Caio Giovanni, Quando per una cosa, quando pei 1 un'altra, ancora si è potuto addivenire al famoso contraddit torio fra te e Titolo, per stabilire definitivamente a chi spetta la ragione, e a chi, il torto. Forse anche tu sei d'accordo con Titolo nel non volervi sotto porre al nostro giudizio, per non abbassarvi fino al livello di operai coscienti ? Anche tu vuoi nascon dere la verità, oppure temi che la luce sia fatta? Noi staremo sulla breccia e non vi daremo un minuto di tre gua, fino a quando non saremo riusciti nel nostro intento, di stabilire in modo evidente a chi spettano le responsabilità. L'amicizia che abbiamo per te, non ci farà deviare dai nostri propositi, nè tampoco potrà an nebbiare il nostro cervello fino al punto di dare un giudizio meno che sereno. La verità, e, la co scienza tranquilla, al di sopra di ogni altra cosa. Nell'attesa di una tua risposta, noi prepariamo il materiale di at tacco. A buon intenditor, poche pa role N. liivano Asti. Sig. Vincenzo Titolo Caro Vincenzo, Nell'ultimo colloquio che noi abbiamo avuto a tarda ora di notte, tu mi facesti comprendere, essere molto meglio, quando mi veniva rapportato qualche discor so detto da te a mio riguardo, ch'io fossi venuto nel tuo nego zio prima di ricorrere alla pub blicità a mezzo della stampa, allo scopo di accertarmi della veridi cità delle parole dette. Ti chiedo venia quindi se non tengo conto della tua raccoman dazione e ricorro alla pubblicità a mezzo de "La Ragione", per chè le tue chiacchiere sono dive nute di dominio pubblico, e que sto pubblico è necessario sappia come s'è svolto il nostro collo quio e dia il suo giudizio. Questi sono i motivi che mi hanno in dotto ad indirizzarti la presente a mezzo de La Ragione. Si dice, che tu abbia riferito a parecchi amici che nell'abbocca mento svoltosi fra noi io abbia negato di avere firmato attacchi pubblicati su La Ragione che ri guardassero la tua persona. Ten go a dichiarare solennemente, e la mia parola vale bene la tua, che questa asserzione è falsa, an zi falsissima. Tu mi parlasti di una lettera a te indirizzata che trovavasi in tuo possesso ed era firmata da me. A questa tua co municazione protestai energica mente, perchè mai e poi mai ti a vevo indirizzata una lettera pri vata. A questa mia protesta tu spiegasti che si trattava di un comunicato pubblicato su La Ra gione, dedicato a Giovanni Di Sil vestro e firmato da me ed allora io ti soggiunsi, che quanto era stato pubblicato a mia firma era roba mia e ne assumevo intera la responsabilità. Per chi mi co nosce sa etu lo sai più d'ogni altro che io non sono tale da firmare un qualunque scritto che non sia parto della mia modesta intelligenza e, che non subisco imposizioni da chicchessia, nep pure dai miei migliori amici. No, mio caro Titolo, io non apparten- 3