La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, August 23, 1917, Page 2, Image 2
2 LA RAGIONE Organo di difesa della italianità conti o i vili, i camorristi, i sicari i falsari e gii austriacanti, nemi ci della patria di origine edi quella d'adozione. F. SILVAGNI. Direttore 911 Christian Street Phila.. Pa. UNA COPIA 5 SOLDI Phibdelphia. Pa. 23 Agosto 1917 ANNO I. No. 8. verne le prove, com'egli stesso di ceva nella famosa lettera aperta indirizzata al Supremo Concilio dell'Ordine dei Figli d'ltalia. Anche qui dovremmo riporta re la risposta che il Di Silvestre fece ai signori del "Proletario" che pure avevano messo in cam po la sciocca leggenda, quando il degenerato stesso diceva a Giu seppe Di Silvestro che egli non avrebbe neanche risposto agli ir responsabili del "Proletario". Non lo facciamo, per non an dare troppo per le lunghe, ma con tutta serietà diciamo al degene rato: Se riuscirai a provare che Di Silvestro riportò u ma qualsiasi condanna sotto le armi, all'infuori di punizioni di sciplinari. (tu. nella tua qualità di ex -assistente Usciere di Conciliazione non ignori che an che !e condanne riportate sotto le armi vengono registrate sul casellario penale del Tribunale) o che potrai mostrare qualsiasi indizio circa l'abusata accusa della biada, ti faremo pubblica mente una dichiarazione di sti ma e tutto il disprezzo che at tualmente sentiamo per te lo ri verseremo intero contro Giusep pe Di Silvestro. E non basta: so lennemente ti promettiamo di a iutarti nel tuo lavoro di investi gazione, solo che tu ci faccia sa pere in qual modo potremo es serti utili. E' una buona occasione per co minciare a riabilitarti di fronte al pubblico. Ma tu non accetterai neppure questo invito, perchè sei un uccellaccio notturno timoroso della luce; un vigliacco matrico lato che, non potendoti assume re la responsabilità delle tue a ziom, insinui, ma messo alle "sm-fte rinunzi alle opportunità da te stesso invocate. Sì. egli, il degenerato, il ladro, l'assassino, il ricattatore, la spia declinerà anche quest'altro no stro invito, così come non tenne quello che ultimamente gli rivol gemmo. di intervenire alle riu nioni delle Logge. Egli infatti scriveva tempo fa che avrebbe voluto parlare ad u no ad uno ai signori Figli d'lta lia. per aprire loro gli occhi sul conto del Grande Venerabile: che avrebbe voluto visitare ad una ad una tutte le Logge, per far risuonare la sua voce ecc. E senza frapporre indugio di soita. noi gli rispondemmo te stualmente così : "Degenerato, se nella pro fonda infamia della tua de pravazione ti rimane ancora una leggera ombra di rosso re. noi ti prendiamo in paro la. Ma il tuo disonore è com pleto e virerai anche questa volta di bordo, come hai fat to in passato, quando ti ab biamo invitato precisamente a venire con noi al cospetto di quelle masse cui tu dici vorresti parlare. Se davvero ti senti capa ce di venire in seno alle Log ge, a compiere la propagan da morale che prometti, noi te ne diamo l'opportunità e ia facilitazione ; ti concedere mo così un grande onore e ti promettiamo che non sarai accolto a fischi od a torsate. Ma egli non verrà, il degene rato !" E fummo profeti che il dege nerato non venne! E non venne perchè egli stesso sa quanto sia laida la sua faccia; quanto sia spregevole e sinistra la sua figu ra morale! E siccome egli non esce dal sottosuolo ove si nasconde, sia mo noi che andiamo a scovarlo, per gridargli sul grugno: Quan t'altro tempo dobbiamo attende re per leggere le famose dichia razioni della South Phila. State Bank e di Pasquale Teti, che do vrebbero attestare che il dege nerato non li ha mai ricattati? Tu li hai invitati due volte nella certezza che essi, conoscendoti per un ricattatore e paurosi di te. avrebbero scritto una qual siasi parola a tuo riguardo. Eb bene, noi ed il pubblico aspettia mo queste tue dichiarazioni che tu. proprio tu hai invocate. Esse però non verranno mai più, ed il loro silenzio è una taci ta affermazione delle nostre ac cuse: truffatore di Pasquale Te ti, ricattatore della Banca! E questo è nulla Altre ac cuse più gravi abbiamo lan ciato sulla faccia a questo mo stro di tutte le iniquità, contro le quali egli non ha neppure ten tato la benché minimi, difesa. Noi le ripeteremo tino alla nau sea con la promessa che non ne parleremo più appena egli ne ab bia magari attenuata la gravi tà: Egli ancora deve dimostrarci con documenti e non con stupidi cavilli, che non è ladro di franco bolli e di altro: che non è vero che assassinò la prima moglie e che quando la infelice esalava l'ultimo respiro, egli trova vasi nei lupanari; che non è vero che defraudò hi dottoressa della pat tuita mercede, simulando sulla casa più debiti di quelli che esi stessero realmente. Che non è ve ro che la infelice moglie assassi nata era costretta a tenere in ca sa due dozzine di bord;inti. per a limentare i vizi di lui. Che non è vero che. a causa di gelosia, la martirizzava coi più inumani trattamenti, tirandole calci nello stomaco in periodi interessanti. Che non è vero che attualmente maltratta la seconda moglie che più volte ha messo fuori di casa, dopo averne, in poco più di un mese, dilapidata hi dote otte nuta. con false pretese e minac ce, da Nicola Albanese, compen sandolo poscia con lettere d'insul to e di accuse contro l'onorabilità della madre di costui. Che non è vero che ha ricattato Li Italian Co-Operative Banking Ass'n per 400 dollari: che ha truffato Pa squale Teti e poi lo ha minacciato d'arresto: che ha truffato gros sieri. venditori di bevande e pro prietarii di case: che non è vero che è stato ed è tuttavia una spia austriaca ai danni dell'ltalia e che ha intascato il prezzo dell'in famia. E' orribile, è mostruoso, è in concepibile che un uomo, per guanto degenerato esso sia. sotto il grave peso di accuse così atro ci. nell'impossibilità di poterne smentire una sola o quanto meno ii attenuarla, non senta la neces sità di sottrarsi al disprezzo u aiversale, e all'universale esecra zione, gettandosi nel punto più profondo della riviera. Accasciato sotto il pondo fa tale ed inesorabile di tante ini quità. egli quasi desta in noi un ;enso di compassione e vorremmo :-he tentasse una difesa qualsiasi. Potrebbe a mo' di esempio farsi rilasciare una dichiarazione da quella dottoressa che chiuse alla uce gli occhi della prima moglie. :on la quale codesta dottoressa •mentisse almeno che egli sia ;ia stato l'autore della morte del a disgraziata, che in vita fu mar ire e vittima, perchè le inoculò i jermi di malattie innominabili. >erchè la umiliò con parole turpi ; triviali, chiamandola mantenu :a di Luigi Di Berardino. perchè a colpì ripetutamente con formi iabili calci sul ventre, allorché rovavasi in istato interessante ;d avrebbe avuto quindi diritto >er umanità a qualche riguardo. LA RAGIONE. 3ome sono caduti in basso gl'lndip, Si dice che il Dr. Giovanni Ricciardi abbia mandato le sue iimissioni da Ufficiale Supremo lell'Ordine Indipendente dei Fi jli d'ltalia all'Opinione; e si di :e pure che qualcuno lo abbia poi atto desistere dal pubblicarle. Mentre il primo atto, sebbene troppo tardi, sarebbe commende fole e farebbe credere ad un one sto ravvedimento; il secondo de pone molto male del Dr. Giovan ni Ricciardi perchè sta lì a signi ficare che egli non è risoluto e si fa trascinare dalla cricca male fica che lo circonda e lo spoglia. Se il Dr. Ricciardi avesse avuto un carattere forte e si fosse libe rato degli sbafatori, avrebbe con servata l'amicizia dei buoni. La causa di dette dimissioni pare vada ricercata nel disgusto provocato dal fatto di una impo sta tassa di $5.00 il mese alle logge e di 25 soldi ai fratelli per alimentare i vizii dell'alcoolizza to, del frequentatore di postri boli, da quello di Fiorina all'altro mantenuto da una cassiera di u na loggia indipendente. Se questa è stata la causa noi plaudiamo al l'atto compiuto dal Dr. Ricciardi purché questi sia forte abbastan za da non cedere alle moine in teressate dei ventottisti. Poveri Figli Indipendenti, a quali mani avete affidato la vo stra causa ! Fino ad oggi si eia fatto cre dere dai maggiorenti di quell'Or dine che essi non avevano nessu na responsabilità dell'atteggia mento disonesto assunto dal de generato e perciò non lo aveva no più curato. Ora però non pos sono più negare che l'assassino della prima moglie fu da essi in gaggiato nel mestiere di boia per attaccare l'Ordine nostro ed i suoi dirigenti nella vana speran za di potere salir sù. Mancava dunque la ratifica ufficiale nel l'opera svolta dal degenerato e questa è venuta insieme alla pa gnotta. Ed allora perchè bur lare il pubblico coli' appello dell'organo ufficiale affermando che gl'lndipendenti non sono in vasi dal sentimento della lotta, se auesta lotta hanno pro- Contro un'altra falsità' del ladro di francobolli Carissimo Aquilano. Quando furono pubblicate, dal direttore della "Cloaca" quelle notizie false e tendenziose ri guardanti il nostro Ordine egli già sapeva di mentire; ma, da pennaiuolo prezzolato, non aveva esitato, essendogli stato imposto da pochi faccendieri e sciocconi che lo pagano e che di quel pove ro Ordine Indipendente vogliono farsi un piedistallo per le loro sozze brame e per le loro ambi zioni asinine. Ma i buoni che han capito il latino, vanno disertando le file. Il rinnegato, il degenerato fu e sarà sempre nemico degli italiani e delle buone istituzioni ; fu e sa rà sempre il vigliacco calunniato re di quei galantuomini che non ha mai potuto ricattare e quindi odia mortalmente. Questo rifiuto della Società ha sempre vissuto di espedienti e di basse menzogne. Eccoti, in pochi schizzi il ri tratto di colui che hai voluto troppo onorare con una tua lette ra. ma che non merita neppure uno sputo sulla faccia di scimmia. Noi della "Ragione" abbiamo giurato di ricacciare nella sentina lui ed i suoi sostenitori e non ci arresteremo nell'opera nostra, se non quando avremo raggiunto lo scopo. Caro Aquilano, ricordati che quando vorrai sferzare a sangue i nemici del nostro Ordine poten te, le colonne di questo modesto giornaletto, saranno sempre a tua disposizione. Frattanto abbiti i miei migliori saluti e credimi Frank Silvagni. Brooklyn, Luglio 30, 1917. "Signor F. Silvagni 911 Christian St. Philadelphia, Pa. Carissimo amico. Ti accludo una lettera che og gi stesso ho inviato al Sig. S. Li beratore per alcune notizie erra te pubblicate su "La Rassegna" circa una causa da me intentata contro Gulotta e compagni i qua li avrebbero formato un Ordine avvalendosi dell'atto d'incorpora zione che io ottenni nel 1912 per beneficio dell'Ordine nostro. Io sono fermamente sicuro che il Sig. Liberatore vorrà pubblica re la mia lettera, ma nel caso non 10 facesse, vorrei caldamente pregarti di pubblicare questa co pia che ti accludo, riserbandoti quella libertà di commento che crederai esercitare ed a cui sarò solidale. E' inutile dirti che se il Signor Liberatore non pubblicherà la mia lettera io ti pregherò di con cedermi ospitalità affinchè dica 11 mio pensiero a questo Signore che si permette pubblicare delle false notizie circa di me senza prima assicurarsi della verità dei fatti. Ti ringrazio anticipatamente, ed intanto accludo un dollaro quale mia contribuzione alle fi nanze de "La Ragione." Con mille saluti a tutti gli ami ci. credimi con un abbraccio, tuo affezionatissimo. Baldo Aquilano, 822 Bedford Ave, Brooklvn, N. Y." ♦ » * LA RAGIONE vocata, alimentata e riconosciu ta ufficialmente? Vi sono tanti giornali che gra tuitamente mettono a disposizio ne di tutte le Istituzioni le pre prie colonne che non valeva pro prio la pena, se non si poteva creale un organo proprio, di ri correre alla "Cloaca". I! pubblico però deve sapere che se ci si è ricorso lo si è fatto per mantenere un patto infame fatto dal Grande Pederasta col degenerato il quale ha attaccato il nostro Ordine in attesa di ri cevere un più lauto compenso. L'avere affidata ufficialmente la causa degli Indipendenti ad un manigoldo, al ladro di franco bolli, ad un ricattatore, all'assas sino della propria moglie, signi fica che quella Istituzione non ha diritto all'appoggio delle colonie. Stiano attenti però, i cugini. Non vogliamo essere cattivi pro feti. ma siamo più che certi che appena il miserabile si vedrà mancare l'offa arroterà le armi perfide del ricatto contro i suoi benefattori di oggi. Sig. S. Liberatore Direttore de La Rassegna Philadelphia. Pa. ~ e-, Caro Silvagni, Debbo alla cortesia di un ami co se soltanto oggi posso leggere il No. 13 de "La Rassegna", e ri levo il commento che "Curiangio !o" fa seguire alla notizia del "pa rere contrario dato dalla Com mon Pleas Court N. 1 per il Char ter dell'Ordine Figli d'ltalia in Penna." Secondo Curiangiolo io avrei impugnato di "incostituzionali tà". presso una Corte di New York, il "Charter" sotto la cui protezione venne istituito e vive tuttora, l'Ordine Figli d'ltalia al quale appartengo. Nulla di più inesatto. Signor -Direttore. E giacché tale errata interpretazione potrebbe genera re delle false impressioni e nuo cermi presso i miei amici e fra telli di Pennsylvania, rivolgo cal do appello alla vostra cortesia af finchè vogliate rettificare a scan so di equi%*oci per me e per voi. Ecco, in breve, i fatti: Allorché era Venerabile Su premo dell'Ordine Figli d'ltalia l'Aw. F. Mezzatesta di N. York, ed io coprivo la carica di Segre tario Arch. Supremo, si tentò di ottenere la "incorporazione" del l'Ordine dall'lnsurance Depart ment di Albany. Da principio io ero entusiasta di tale progetto, poiché credevo che un atto d'incorporazione che avesse trasformato l'Ordine in u na specie di Compagnia di assi curazione avrebbe irrobustita la struttura e cementata la compa gine dell'Ordine, e su "La Voce del Popolo" scrissi una serie di articoli spingendo i fratelli ad approvare tale programma del C. E. S. di allora. Senonchè le in | formazioni che si dettero circa l'indole e gli effetti di tale "char ter" ed il lavorio preliminare che si andava facendo risultarono | non corrispondenti a tutto ciò che la legge richiedeva, di modo che. I non attenendosi strettamente ai requisiti della legge l'ottenimen to di tale charter, con l'andar del ' tempo, avrebbe potuto risolversi in un serio pericolo per l'Ordine ! Figli d'ltalia dal momento che non si sarebbero potuto as solvere tutte quelle obbli gazioni che la legge imponeva. Si correva, dunque, a passo di cor sa, verso il disfacimento totale dell'Ordine, invece di assicurar ne la vita per sempre. D'altra parte nello Stato del New Jersey un gruppo di perso ne era riuscito ad ottenere un atto di incorporazione sotto il no me di Ordine Figli d'ltalia in A merica minacciando, così, seria mente l'esistenza del nostro Ordi ne nel New Jersey. Questo avve nimento tentavasi di ripetere an che a New York, approfittando che noi eravamo occupatissimi per ottenere l'atto d'incorpora zione dall'lnsurance Department. Fu allora che, per evitare ciò, e per avere in riserva un atto di incorporazione sotto cui avrem mo potuto sempre agire anche nel caso l'lnsurance Department ci avesse negato il charter, io ed altri amici e fratelli pensam mo di inoltrare le pratiche rego j lari presso il Segretario di Stato ' affinchè ottenere un atto di in i corporazione ordinario, quale semplice Federazione di mutuo soccorso. Tale charter fu ottenuto sotto il nome di Ordine Figli d'ltalia in America e fra tutti i sotto scrittori si convenne IX MODO ESPLICITO ED ASSOLUTO che tale atto d'incorporazione doveva donarsi, senza nessunissima con dizione alla LOGGIA SUPREMA del nostro Ordine per quell'uso jche tale Loggia avrebbe creduto I farne. Insomma, scopo unico no stro era la salvazione dell'Ordi ne seriamente minacciato in quel l'epoca. Io e gli altri agimmo pel l>ene dell'Ordine e non contro i l'Ordine. Infatti, se in una me morabile seduta della Loggia Su prema si fosse accettato tale At to d'incorporazione l'Ordine si j sarebbe risparmiato parecchi al tri grattacapi. Ho detto che tutti i firmatari erano fratelli dell'Ordine, ma ef fettivamente uno dei firmatari fu I il Sig. A. Gulotta. ex-Grande Ve ! nerabile di New York, espulso I dall'Ordine, innocentemente diceva lui. Il Gulotta che più degli altri lavoxò pei - ottenere il charter voleva così dimostrae che in lui eia sempre vivo l'attac camento all'Ordine sperando che la sua opera gli fosse stata ri compensata col riaprire il suo processo (giudicato in contuma cia) e riabilitarsi nell'Ordine. Al Gulotta. infatti, nel 1915 se non erro venne accorda ta la riapertura del suo processo, ed egli venne assolto. Avrebbe subito dovuto attenersi ai patti ; e cedere all'Ordine (nel quale e ra stato riammesso) l'atto d'in corporazione che certamente non apparteneva a lui ma a tutti I i firmatali. Invece il Gulotta si rifiutò di farlo, e poiché poco do po venne di nuovo espulso dal l'Ordine. egli ora tenta di forma-1 re un nuovo Ordine e farlo agire usufruendo dell'atto d'incorpora zione ottenuto non per lo scopo di creare un Ordine antagonisti co all'Ordine Figli d'ltalia ma proprio per lo scopo contrario. Ecco il perchè io ho iniziato una azione legale contro questo voluto Ordine Figli d'ltalia in A merica. Ciò che ho esposto. Signor di rettore, corrisponde esattamen te alla verità ed a ciò che io, fin dal 1912, ho sempre dichiarato nell'Ordine. Per questo atto d'in- j corporazione fui più volte accu sato e accanitamente combattuto. Io ho sempre sostenuto di aver i agito per bene dell'Ordine ed il tempo mi ha dato ragione. Certo, j se io non fossi stato uno dei sot toscrittori, l'atto d'incorporazio- j ne si sarebbe ottenuto lo stesso : senza di me e questo nuovo Ordi ne avrebbe potuto agire senza che alcuno avesse potuto prote stare. Invece si deve a me, all'aver io firmato, se posso oggi combatte re per il dissolvimento di un Or dine che non ha ragione di esi stere. E si noti che, di tutti i fir matari di quell'atto d'incorpora zione, io SOLO oggi protesto, io SOLO oggi combatto. Quindi, come vedete, Signor Direttore, lungi dall'agile contro l'Ordine Figli d'ltalia, al quale appartengo, io ancora una volta, modestamente ma con quell'af fetto e con quell'entusiasmo che ho sempre nutrito per il mio Or dine, do prova di abnegazione in tera, assoluta, per la grande Isti tuzione alla quale son legato, da tanti anni con vincoli indissolu bili. Grazie, Signor Direttore, per la pubblicazione che vorrete dare a questa mia, ed accettate i miei cordiali saluti. Vostro obbligatissimo Baldo Aquilano, 822 Bedford Ave., Brooklyn, N. Y." UNO SPAURACCHIO DI CURIANGIOLO Il 26 dello scorso mese, il gior no dopo che vide la luce f'ultimo numero della "Ragione" il Dr. Curiagiolo. il Cervo ed il Notaio senza clientela, gironzarono per circa due ore nei pressi dell'Uffi cio del nostro giornale. Non abbiamo potuto assodare se intendevano fare acquisto di qualche copia del battagliero pe riodico odi qualche altra c oset ta. Un nostro amico però avvisa va Silvagni di stare attento, per chè passando accanto a quei tre loschi figuri aveva potuto racco gliere qualche frase di minaccia al suo indirizzo. Ma Silvagni, col suo solito sor riso rispondeva: Acqua chiara non ha paura di tuoni! A questi signori diciamo che i loro spauracchi non ci fanno nè caldo nè freddo e noi seguiremo nel nostro programma, fino a quando non avremo schiacciati tutti i parassiti coloniali. Francesco Silvagni. Ciò* che si dice e ciò' che si fa Giuseppe Rodia, che oggi diri, ge una banda musicale a Wooi side Park, volendo far prender? una fotografia ai suoi musicanti si presenta al pignataro e gli doi manda : Desidero sapere se voi fate parte dell'Ordine Figli d'ltalia, avendo bisogno dell'opera vostra. Sicurissimo. Mr. Rodia, e sono ai vostri ordini. Rodia abbocca all'amo e gli dj l'ordinazione. L'equivoco esisterà sempre fi no a tanto che i Figli d'ltalia a*, stimeranno le informazioni dagli Uffici dell'Ordine e non da colorò che, per fini reconditi, non han no ritegno a qualificarsi oggi guelfi e domani ghibellini. ♦ » * Un povero diavolo, al quale il Dr. Curiangiolo aveva carpito 50 dollari per la somministrazio ne di inezioni di acqua sempli ce, si presenta per ricevere i be nefizii curiangioleschi. Un primo giorno il Dr. Curian giolo non può accontentare il cliente perchè sta facendo bal doria con il Grande Pederasta ed adepti; il giorno seguente trova si in una importante riunione nel la quale si debbono decidere le sorti dei Pendenti e studiare il modo come giustificale i dieci soldi mensili pio famiglie richia mati pagati dalle Logge e mai versati al comitato della Mobili tazione civile. Cosicché il povero diavolo è ri masto di giorno in giorno. _ a benedire i 50 dollari. * * * l'na delle scorse domeniche, in una sala dei dintorni di Cam bridge un certo pendente chs ! si accingeva alla formazione di I una nuova Loggia sotto gli auspi j ci del Ladro Municipale, subì la \ stessa sorte toccata al Grande ! Pederasta e Compagni a Browns ville, Pennsylvania. * ♦ * Dei connazionali, oltremodo so-1 lerti, ci hanno inviato due comu nicati: il primo contro un com ponente la famiglia di Maganaa. l'altro un ritaglio del "ProgJy so Italo-Americano" rifletwh un nostro stesso amico. w Non pubblichiamo nè l'unq, nè l'altro anche perchè il momento opportuno non si è ancora pre sentato. * « * Nella festa di Sant'Antonino] di Colli al Volturno furono prò ! nunziati diversi e schiocchi di-1 scorsi. Il Cav. C. C. A. Baldi si j congratulò col Dr. Curiangiolo I perchè, essendo questi l'Escuta-1 pio preposto alla salute dei soci.! aveva fatto il prodigio di farli j stare così belli in faccia (in fac cia solamente, Cav Baldi?) ; Feli-1 ciello, poi, sciolse un inno ad un j pallone il quale, contro tutti i col j pi tirati contro di esso, ha avuto ] l'abilità di rimanere incornami- j nato. Il pallone, secondo Felicie-1 10, sarebbe il Cav. C. C. A. Baldi; i colpi rappresenterebbero la | massa coloniale. E i colpi tuoi, j Feliciello. che anche oggi tiri! contro il tuo benefattore mentre I una volta lo qualificavi peggiore! di Musolino? Va senza dirlo che alla proce- | sione parteciparono un anarchico e due massoni, il Dr. Curiangiolo e il Cav. C. C. A. Baldi, quest'ul timo di professione protestante a Manayunk. # * * Gli organizzatori della Loggia Francesco Paolo Tosti, ignorando che l'Opinione è stata messa al l'indice dall'Ordine Figli d'ltalia, si presentarono dai niaganzesi per far pubblicare la notizia della iniziazione di essa. A riceverli, si fa avanti Feliciello. I signori, desiderano? Desidereremmo si pubblicai se questa notizia. Feliciello legge e volto agli in' terlocutori : Ecco, noi siamo pronti a , servirvi, però occorre eliminare tre cose, e sono le seguenti : 1.0 Non si deve nominare la Loggia Felice Cavallotti che tarà da madrina; 2.0 Non si dovrà fare i nome del Cav. Travascio; 3.0 Non si dovrà dire che alla cerimonia interverrà i Grande Venerabile. Siccome sono le tre cose che più ci riguardano, risponder organizzatori, restituiteci il co municato e arrivederci. i * * Il Cav. C. C. A. Baldi e quel bo ; naccione di Giovanni Falcidia 9 incontrano e si salutano. Il primo, volto a Don Gio vanni, dice: Da quando si ? 03 ; chiuse le banche voi state ingra sciando.