La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, August 23, 1917, Page 2, Image 2

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LA RAGIONE
Organo di difesa della italianità
conti o i vili, i camorristi, i sicari
i falsari e gii austriacanti, nemi
ci della patria di origine edi
quella d'adozione.
F. SILVAGNI. Direttore
911 Christian Street
Phila.. Pa.
UNA COPIA 5 SOLDI
Phibdelphia. Pa. 23 Agosto 1917
ANNO I. No. 8.
verne le prove, com'egli stesso di
ceva nella famosa lettera aperta
indirizzata al Supremo Concilio
dell'Ordine dei Figli d'ltalia.
Anche qui dovremmo riporta
re la risposta che il Di Silvestre
fece ai signori del "Proletario"
che pure avevano messo in cam
po la sciocca leggenda, quando il
degenerato stesso diceva a Giu
seppe Di Silvestro che egli non
avrebbe neanche risposto agli ir
responsabili del "Proletario".
Non lo facciamo, per non an
dare troppo per le lunghe, ma con
tutta serietà diciamo al degene
rato: Se riuscirai a provare che
Di Silvestro riportò u
ma qualsiasi condanna sotto le
armi, all'infuori di punizioni di
sciplinari. (tu. nella tua qualità
di ex -assistente Usciere di
Conciliazione non ignori che an
che !e condanne riportate sotto
le armi vengono registrate sul
casellario penale del Tribunale)
o che potrai mostrare qualsiasi
indizio circa l'abusata accusa
della biada, ti faremo pubblica
mente una dichiarazione di sti
ma e tutto il disprezzo che at
tualmente sentiamo per te lo ri
verseremo intero contro Giusep
pe Di Silvestro. E non basta: so
lennemente ti promettiamo di a
iutarti nel tuo lavoro di investi
gazione, solo che tu ci faccia sa
pere in qual modo potremo es
serti utili.
E' una buona occasione per co
minciare a riabilitarti di fronte
al pubblico. Ma tu non accetterai
neppure questo invito, perchè sei
un uccellaccio notturno timoroso
della luce; un vigliacco matrico
lato che, non potendoti assume
re la responsabilità delle tue a
ziom, insinui, ma messo alle
"sm-fte rinunzi alle opportunità
da te stesso invocate.
Sì. egli, il degenerato, il ladro,
l'assassino, il ricattatore, la spia
declinerà anche quest'altro no
stro invito, così come non tenne
quello che ultimamente gli rivol
gemmo. di intervenire alle riu
nioni delle Logge.
Egli infatti scriveva tempo fa
che avrebbe voluto parlare ad u
no ad uno ai signori Figli d'lta
lia. per aprire loro gli occhi sul
conto del Grande Venerabile: che
avrebbe voluto visitare ad una
ad una tutte le Logge, per far
risuonare la sua voce ecc.
E senza frapporre indugio di
soita. noi gli rispondemmo te
stualmente così :
"Degenerato, se nella pro
fonda infamia della tua de
pravazione ti rimane ancora
una leggera ombra di rosso
re. noi ti prendiamo in paro
la. Ma il tuo disonore è com
pleto e virerai anche questa
volta di bordo, come hai fat
to in passato, quando ti ab
biamo invitato precisamente
a venire con noi al cospetto
di quelle masse cui tu dici
vorresti parlare.
Se davvero ti senti capa
ce di venire in seno alle Log
ge, a compiere la propagan
da morale che prometti, noi
te ne diamo l'opportunità e
ia facilitazione ; ti concedere
mo così un grande onore e ti
promettiamo che non sarai
accolto a fischi od a torsate.
Ma egli non verrà, il degene
rato !"
E fummo profeti che il dege
nerato non venne! E non venne
perchè egli stesso sa quanto sia
laida la sua faccia; quanto sia
spregevole e sinistra la sua figu
ra morale!
E siccome egli non esce dal
sottosuolo ove si nasconde, sia
mo noi che andiamo a scovarlo,
per gridargli sul grugno: Quan
t'altro tempo dobbiamo attende
re per leggere le famose dichia
razioni della South Phila. State
Bank e di Pasquale Teti, che do
vrebbero attestare che il dege
nerato non li ha mai ricattati?
Tu li hai invitati due volte nella
certezza che essi, conoscendoti
per un ricattatore e paurosi di
te. avrebbero scritto una qual
siasi parola a tuo riguardo. Eb
bene, noi ed il pubblico aspettia
mo queste tue dichiarazioni che
tu. proprio tu hai invocate.
Esse però non verranno mai
più, ed il loro silenzio è una taci
ta affermazione delle nostre ac
cuse: truffatore di Pasquale Te
ti, ricattatore della Banca!
E questo è nulla Altre ac
cuse più gravi abbiamo lan
ciato sulla faccia a questo mo
stro di tutte le iniquità, contro
le quali egli non ha neppure ten
tato la benché minimi, difesa.
Noi le ripeteremo tino alla nau
sea con la promessa che non ne
parleremo più appena egli ne ab
bia magari attenuata la gravi
tà:
Egli ancora deve dimostrarci
con documenti e non con stupidi
cavilli, che non è ladro di franco
bolli e di altro: che non è vero
che assassinò la prima moglie e
che quando la infelice esalava
l'ultimo respiro, egli trova vasi
nei lupanari; che non è vero che
defraudò hi dottoressa della pat
tuita mercede, simulando sulla
casa più debiti di quelli che esi
stessero realmente. Che non è ve
ro che la infelice moglie assassi
nata era costretta a tenere in ca
sa due dozzine di bord;inti. per a
limentare i vizi di lui. Che non è
vero che. a causa di gelosia, la
martirizzava coi più inumani
trattamenti, tirandole calci nello
stomaco in periodi interessanti.
Che non è vero che attualmente
maltratta la seconda moglie
che più volte ha messo fuori di
casa, dopo averne, in poco più di
un mese, dilapidata hi dote otte
nuta. con false pretese e minac
ce, da Nicola Albanese, compen
sandolo poscia con lettere d'insul
to e di accuse contro l'onorabilità
della madre di costui. Che non è
vero che ha ricattato Li Italian
Co-Operative Banking Ass'n per
400 dollari: che ha truffato Pa
squale Teti e poi lo ha minacciato
d'arresto: che ha truffato gros
sieri. venditori di bevande e pro
prietarii di case: che non è vero
che è stato ed è tuttavia una spia
austriaca ai danni dell'ltalia e
che ha intascato il prezzo dell'in
famia.
E' orribile, è mostruoso, è in
concepibile che un uomo, per
guanto degenerato esso sia. sotto
il grave peso di accuse così atro
ci. nell'impossibilità di poterne
smentire una sola o quanto meno
ii attenuarla, non senta la neces
sità di sottrarsi al disprezzo u
aiversale, e all'universale esecra
zione, gettandosi nel punto più
profondo della riviera.
Accasciato sotto il pondo fa
tale ed inesorabile di tante ini
quità. egli quasi desta in noi un
;enso di compassione e vorremmo
:-he tentasse una difesa qualsiasi.
Potrebbe a mo' di esempio farsi
rilasciare una dichiarazione da
quella dottoressa che chiuse alla
uce gli occhi della prima moglie.
:on la quale codesta dottoressa
•mentisse almeno che egli sia
;ia stato l'autore della morte del
a disgraziata, che in vita fu mar
ire e vittima, perchè le inoculò i
jermi di malattie innominabili.
>erchè la umiliò con parole turpi
; triviali, chiamandola mantenu
:a di Luigi Di Berardino. perchè
a colpì ripetutamente con formi
iabili calci sul ventre, allorché
rovavasi in istato interessante
;d avrebbe avuto quindi diritto
>er umanità a qualche riguardo.
LA RAGIONE.
3ome sono caduti
in basso gl'lndip,
Si dice che il Dr. Giovanni
Ricciardi abbia mandato le sue
iimissioni da Ufficiale Supremo
lell'Ordine Indipendente dei Fi
jli d'ltalia all'Opinione; e si di
:e pure che qualcuno lo abbia poi
atto desistere dal pubblicarle.
Mentre il primo atto, sebbene
troppo tardi, sarebbe commende
fole e farebbe credere ad un one
sto ravvedimento; il secondo de
pone molto male del Dr. Giovan
ni Ricciardi perchè sta lì a signi
ficare che egli non è risoluto e
si fa trascinare dalla cricca male
fica che lo circonda e lo spoglia.
Se il Dr. Ricciardi avesse avuto
un carattere forte e si fosse libe
rato degli sbafatori, avrebbe con
servata l'amicizia dei buoni.
La causa di dette dimissioni
pare vada ricercata nel disgusto
provocato dal fatto di una impo
sta tassa di $5.00 il mese alle
logge e di 25 soldi ai fratelli per
alimentare i vizii dell'alcoolizza
to, del frequentatore di postri
boli, da quello di Fiorina all'altro
mantenuto da una cassiera di u
na loggia indipendente. Se questa
è stata la causa noi plaudiamo al
l'atto compiuto dal Dr. Ricciardi
purché questi sia forte abbastan
za da non cedere alle moine in
teressate dei ventottisti.
Poveri Figli Indipendenti, a
quali mani avete affidato la vo
stra causa !
Fino ad oggi si eia fatto cre
dere dai maggiorenti di quell'Or
dine che essi non avevano nessu
na responsabilità dell'atteggia
mento disonesto assunto dal de
generato e perciò non lo aveva
no più curato. Ora però non pos
sono più negare che l'assassino
della prima moglie fu da essi in
gaggiato nel mestiere di boia per
attaccare l'Ordine nostro ed i
suoi dirigenti nella vana speran
za di potere salir sù. Mancava
dunque la ratifica ufficiale nel
l'opera svolta dal degenerato e
questa è venuta insieme alla pa
gnotta. Ed allora perchè bur
lare il pubblico coli' appello
dell'organo ufficiale affermando
che gl'lndipendenti non sono in
vasi dal sentimento della lotta,
se auesta lotta hanno pro-
Contro un'altra falsità'
del ladro di francobolli
Carissimo Aquilano.
Quando furono pubblicate, dal
direttore della "Cloaca" quelle
notizie false e tendenziose ri
guardanti il nostro Ordine egli
già sapeva di mentire; ma, da
pennaiuolo prezzolato, non aveva
esitato, essendogli stato imposto
da pochi faccendieri e sciocconi
che lo pagano e che di quel pove
ro Ordine Indipendente vogliono
farsi un piedistallo per le loro
sozze brame e per le loro ambi
zioni asinine. Ma i buoni che han
capito il latino, vanno disertando
le file.
Il rinnegato, il degenerato fu e
sarà sempre nemico degli italiani
e delle buone istituzioni ; fu e sa
rà sempre il vigliacco calunniato
re di quei galantuomini che non
ha mai potuto ricattare e
quindi odia mortalmente.
Questo rifiuto della Società ha
sempre vissuto di espedienti e di
basse menzogne.
Eccoti, in pochi schizzi il ri
tratto di colui che hai voluto
troppo onorare con una tua lette
ra. ma che non merita neppure
uno sputo sulla faccia di scimmia.
Noi della "Ragione" abbiamo
giurato di ricacciare nella sentina
lui ed i suoi sostenitori e non ci
arresteremo nell'opera nostra, se
non quando avremo raggiunto lo
scopo.
Caro Aquilano, ricordati che
quando vorrai sferzare a sangue
i nemici del nostro Ordine poten
te, le colonne di questo modesto
giornaletto, saranno sempre a
tua disposizione.
Frattanto abbiti i miei migliori
saluti e credimi
Frank Silvagni.
Brooklyn, Luglio 30, 1917.
"Signor F. Silvagni
911 Christian St.
Philadelphia, Pa.
Carissimo amico.
Ti accludo una lettera che og
gi stesso ho inviato al Sig. S. Li
beratore per alcune notizie erra
te pubblicate su "La Rassegna"
circa una causa da me intentata
contro Gulotta e compagni i qua
li avrebbero formato un Ordine
avvalendosi dell'atto d'incorpora
zione che io ottenni nel 1912 per
beneficio dell'Ordine nostro.
Io sono fermamente sicuro che
il Sig. Liberatore vorrà pubblica
re la mia lettera, ma nel caso non
10 facesse, vorrei caldamente
pregarti di pubblicare questa co
pia che ti accludo, riserbandoti
quella libertà di commento che
crederai esercitare ed a cui sarò
solidale.
E' inutile dirti che se il Signor
Liberatore non pubblicherà la
mia lettera io ti pregherò di con
cedermi ospitalità affinchè dica
11 mio pensiero a questo Signore
che si permette pubblicare delle
false notizie circa di me senza
prima assicurarsi della verità dei
fatti.
Ti ringrazio anticipatamente,
ed intanto accludo un dollaro
quale mia contribuzione alle fi
nanze de "La Ragione."
Con mille saluti a tutti gli ami
ci. credimi con un abbraccio, tuo
affezionatissimo.
Baldo Aquilano,
822 Bedford Ave,
Brooklvn, N. Y."
♦ » *
LA RAGIONE
vocata, alimentata e riconosciu
ta ufficialmente?
Vi sono tanti giornali che gra
tuitamente mettono a disposizio
ne di tutte le Istituzioni le pre
prie colonne che non valeva pro
prio la pena, se non si poteva
creale un organo proprio, di ri
correre alla "Cloaca".
I! pubblico però deve sapere
che se ci si è ricorso lo si è fatto
per mantenere un patto infame
fatto dal Grande Pederasta col
degenerato il quale ha attaccato
il nostro Ordine in attesa di ri
cevere un più lauto compenso.
L'avere affidata ufficialmente
la causa degli Indipendenti ad
un manigoldo, al ladro di franco
bolli, ad un ricattatore, all'assas
sino della propria moglie, signi
fica che quella Istituzione non ha
diritto all'appoggio delle colonie.
Stiano attenti però, i cugini.
Non vogliamo essere cattivi pro
feti. ma siamo più che certi che
appena il miserabile si vedrà
mancare l'offa arroterà le armi
perfide del ricatto contro i suoi
benefattori di oggi.
Sig. S. Liberatore
Direttore de La Rassegna
Philadelphia. Pa.
~ e-,
Caro Silvagni,
Debbo alla cortesia di un ami
co se soltanto oggi posso leggere
il No. 13 de "La Rassegna", e ri
levo il commento che "Curiangio
!o" fa seguire alla notizia del "pa
rere contrario dato dalla Com
mon Pleas Court N. 1 per il Char
ter dell'Ordine Figli d'ltalia in
Penna."
Secondo Curiangiolo io avrei
impugnato di "incostituzionali
tà". presso una Corte di New
York, il "Charter" sotto la cui
protezione venne istituito e vive
tuttora, l'Ordine Figli d'ltalia al
quale appartengo.
Nulla di più inesatto. Signor
-Direttore. E giacché tale errata
interpretazione potrebbe genera
re delle false impressioni e nuo
cermi presso i miei amici e fra
telli di Pennsylvania, rivolgo cal
do appello alla vostra cortesia af
finchè vogliate rettificare a scan
so di equi%*oci per me e per voi.
Ecco, in breve, i fatti:
Allorché era Venerabile Su
premo dell'Ordine Figli d'ltalia
l'Aw. F. Mezzatesta di N. York,
ed io coprivo la carica di Segre
tario Arch. Supremo, si tentò di
ottenere la "incorporazione" del
l'Ordine dall'lnsurance Depart
ment di Albany.
Da principio io ero entusiasta
di tale progetto, poiché credevo
che un atto d'incorporazione che
avesse trasformato l'Ordine in u
na specie di Compagnia di assi
curazione avrebbe irrobustita la
struttura e cementata la compa
gine dell'Ordine, e su "La Voce
del Popolo" scrissi una serie di
articoli spingendo i fratelli ad
approvare tale programma del C.
E. S. di allora. Senonchè le in
| formazioni che si dettero circa
l'indole e gli effetti di tale "char
ter" ed il lavorio preliminare che
si andava facendo risultarono
| non corrispondenti a tutto ciò che
la legge richiedeva, di modo che.
I non attenendosi strettamente ai
requisiti della legge l'ottenimen
to di tale charter, con l'andar del
' tempo, avrebbe potuto risolversi
in un serio pericolo per l'Ordine
! Figli d'ltalia dal momento che
non si sarebbero potuto as
solvere tutte quelle obbli
gazioni che la legge imponeva. Si
correva, dunque, a passo di cor
sa, verso il disfacimento totale
dell'Ordine, invece di assicurar
ne la vita per sempre.
D'altra parte nello Stato del
New Jersey un gruppo di perso
ne era riuscito ad ottenere un
atto di incorporazione sotto il no
me di Ordine Figli d'ltalia in A
merica minacciando, così, seria
mente l'esistenza del nostro Ordi
ne nel New Jersey. Questo avve
nimento tentavasi di ripetere an
che a New York, approfittando
che noi eravamo occupatissimi
per ottenere l'atto d'incorpora
zione dall'lnsurance Department.
Fu allora che, per evitare ciò, e
per avere in riserva un atto di
incorporazione sotto cui avrem
mo potuto sempre agire anche
nel caso l'lnsurance Department
ci avesse negato il charter, io
ed altri amici e fratelli pensam
mo di inoltrare le pratiche rego
j lari presso il Segretario di Stato
' affinchè ottenere un atto di in
i corporazione ordinario, quale
semplice Federazione di mutuo
soccorso.
Tale charter fu ottenuto sotto
il nome di Ordine Figli d'ltalia
in America e fra tutti i sotto
scrittori si convenne IX MODO
ESPLICITO ED ASSOLUTO che
tale atto d'incorporazione doveva
donarsi, senza nessunissima con
dizione alla LOGGIA SUPREMA
del nostro Ordine per quell'uso
jche tale Loggia avrebbe creduto
I farne. Insomma, scopo unico no
stro era la salvazione dell'Ordi
ne seriamente minacciato in quel
l'epoca. Io e gli altri agimmo pel
l>ene dell'Ordine e non contro
i l'Ordine. Infatti, se in una me
morabile seduta della Loggia Su
prema si fosse accettato tale At
to d'incorporazione l'Ordine si
j sarebbe risparmiato parecchi al
tri grattacapi.
Ho detto che tutti i firmatari
erano fratelli dell'Ordine, ma ef
fettivamente uno dei firmatari fu
I il Sig. A. Gulotta. ex-Grande Ve
! nerabile di New York, espulso I
dall'Ordine, innocentemente
diceva lui. Il Gulotta che più
degli altri lavoxò pei - ottenere il
charter voleva così dimostrae
che in lui eia sempre vivo l'attac
camento all'Ordine sperando che
la sua opera gli fosse stata ri
compensata col riaprire il suo
processo (giudicato in contuma
cia) e riabilitarsi nell'Ordine.
Al Gulotta. infatti, nel 1915
se non erro venne accorda
ta la riapertura del suo processo,
ed egli venne assolto. Avrebbe
subito dovuto attenersi ai patti ;
e cedere all'Ordine (nel quale e
ra stato riammesso) l'atto d'in
corporazione che certamente non
apparteneva a lui ma a tutti I
i firmatali. Invece il Gulotta si
rifiutò di farlo, e poiché poco do
po venne di nuovo espulso dal
l'Ordine. egli ora tenta di forma-1
re un nuovo Ordine e farlo agire
usufruendo dell'atto d'incorpora
zione ottenuto non per lo scopo
di creare un Ordine antagonisti
co all'Ordine Figli d'ltalia ma
proprio per lo scopo contrario.
Ecco il perchè io ho iniziato
una azione legale contro questo
voluto Ordine Figli d'ltalia in A
merica.
Ciò che ho esposto. Signor di
rettore, corrisponde esattamen
te alla verità ed a ciò che io, fin
dal 1912, ho sempre dichiarato
nell'Ordine. Per questo atto d'in- j
corporazione fui più volte accu
sato e accanitamente combattuto.
Io ho sempre sostenuto di aver i
agito per bene dell'Ordine ed il
tempo mi ha dato ragione. Certo, j
se io non fossi stato uno dei sot
toscrittori, l'atto d'incorporazio- j
ne si sarebbe ottenuto lo stesso :
senza di me e questo nuovo Ordi
ne avrebbe potuto agire senza
che alcuno avesse potuto prote
stare.
Invece si deve a me, all'aver io
firmato, se posso oggi combatte
re per il dissolvimento di un Or
dine che non ha ragione di esi
stere. E si noti che, di tutti i fir
matari di quell'atto d'incorpora
zione, io SOLO oggi protesto, io
SOLO oggi combatto.
Quindi, come vedete, Signor
Direttore, lungi dall'agile contro
l'Ordine Figli d'ltalia, al quale
appartengo, io ancora una volta,
modestamente ma con quell'af
fetto e con quell'entusiasmo che
ho sempre nutrito per il mio Or
dine, do prova di abnegazione in
tera, assoluta, per la grande Isti
tuzione alla quale son legato, da
tanti anni con vincoli indissolu
bili.
Grazie, Signor Direttore, per
la pubblicazione che vorrete dare
a questa mia, ed accettate i miei
cordiali saluti.
Vostro obbligatissimo
Baldo Aquilano,
822 Bedford Ave.,
Brooklyn, N. Y."
UNO SPAURACCHIO DI
CURIANGIOLO
Il 26 dello scorso mese, il gior
no dopo che vide la luce f'ultimo
numero della "Ragione" il Dr.
Curiagiolo. il Cervo ed il Notaio
senza clientela, gironzarono per
circa due ore nei pressi dell'Uffi
cio del nostro giornale.
Non abbiamo potuto assodare
se intendevano fare acquisto di
qualche copia del battagliero pe
riodico odi qualche altra c oset
ta.
Un nostro amico però avvisa
va Silvagni di stare attento, per
chè passando accanto a quei tre
loschi figuri aveva potuto racco
gliere qualche frase di minaccia
al suo indirizzo.
Ma Silvagni, col suo solito sor
riso rispondeva: Acqua chiara
non ha paura di tuoni!
A questi signori diciamo che i
loro spauracchi non ci fanno nè
caldo nè freddo e noi seguiremo
nel nostro programma, fino a
quando non avremo schiacciati
tutti i parassiti coloniali.
Francesco Silvagni.
Ciò* che si dice
e ciò' che si fa
Giuseppe Rodia, che oggi diri,
ge una banda musicale a Wooi
side Park, volendo far prender?
una fotografia ai suoi musicanti
si presenta al pignataro e gli doi
manda :
Desidero sapere se voi fate
parte dell'Ordine Figli d'ltalia,
avendo bisogno dell'opera vostra.
Sicurissimo. Mr. Rodia, e
sono ai vostri ordini.
Rodia abbocca all'amo e gli dj
l'ordinazione.
L'equivoco esisterà sempre fi
no a tanto che i Figli d'ltalia a*,
stimeranno le informazioni dagli
Uffici dell'Ordine e non da colorò
che, per fini reconditi, non han
no ritegno a qualificarsi oggi
guelfi e domani ghibellini.
♦ » *
Un povero diavolo, al quale il
Dr. Curiangiolo aveva carpito
50 dollari per la somministrazio
ne di inezioni di acqua sempli
ce, si presenta per ricevere i be
nefizii curiangioleschi.
Un primo giorno il Dr. Curian
giolo non può accontentare il
cliente perchè sta facendo bal
doria con il Grande Pederasta ed
adepti; il giorno seguente trova
si in una importante riunione nel
la quale si debbono decidere le
sorti dei Pendenti e studiare
il modo come giustificale i dieci
soldi mensili pio famiglie richia
mati pagati dalle Logge e mai
versati al comitato della Mobili
tazione civile.
Cosicché il povero diavolo è ri
masto di giorno in giorno. _ a
benedire i 50 dollari.
* * *
l'na delle scorse domeniche, in
una sala dei dintorni di Cam
bridge un certo pendente chs !
si accingeva alla formazione di I
una nuova Loggia sotto gli auspi j
ci del Ladro Municipale, subì la \
stessa sorte toccata al Grande !
Pederasta e Compagni a Browns
ville, Pennsylvania.
* ♦ *
Dei connazionali, oltremodo so-1
lerti, ci hanno inviato due comu
nicati: il primo contro un com
ponente la famiglia di Maganaa.
l'altro un ritaglio del "ProgJy
so Italo-Americano" rifletwh
un nostro stesso amico. w
Non pubblichiamo nè l'unq, nè
l'altro anche perchè il momento
opportuno non si è ancora pre
sentato.
* « *
Nella festa di Sant'Antonino]
di Colli al Volturno furono prò !
nunziati diversi e schiocchi di-1
scorsi. Il Cav. C. C. A. Baldi si j
congratulò col Dr. Curiangiolo I
perchè, essendo questi l'Escuta-1
pio preposto alla salute dei soci.!
aveva fatto il prodigio di farli j
stare così belli in faccia (in fac
cia solamente, Cav Baldi?) ; Feli-1
ciello, poi, sciolse un inno ad un j
pallone il quale, contro tutti i col j
pi tirati contro di esso, ha avuto ]
l'abilità di rimanere incornami- j
nato. Il pallone, secondo Felicie-1
10, sarebbe il Cav. C. C. A. Baldi;
i colpi rappresenterebbero la |
massa coloniale. E i colpi tuoi, j
Feliciello. che anche oggi tiri!
contro il tuo benefattore mentre I
una volta lo qualificavi peggiore!
di Musolino?
Va senza dirlo che alla proce- |
sione parteciparono un anarchico
e due massoni, il Dr. Curiangiolo
e il Cav. C. C. A. Baldi, quest'ul
timo di professione protestante
a Manayunk.
# * *
Gli organizzatori della Loggia
Francesco Paolo Tosti, ignorando
che l'Opinione è stata messa al
l'indice dall'Ordine Figli d'ltalia,
si presentarono dai niaganzesi
per far pubblicare la notizia della
iniziazione di essa. A riceverli, si
fa avanti Feliciello.
I signori, desiderano?
Desidereremmo si pubblicai
se questa notizia.
Feliciello legge e volto agli in'
terlocutori :
Ecco, noi siamo pronti a
, servirvi, però occorre eliminare
tre cose, e sono le seguenti :
1.0 Non si deve nominare
la Loggia Felice Cavallotti che
tarà da madrina;
2.0 Non si dovrà fare i
nome del Cav. Travascio;
3.0 Non si dovrà dire
che alla cerimonia interverrà i
Grande Venerabile.
Siccome sono le tre cose che
più ci riguardano, risponder
organizzatori, restituiteci il co
municato e arrivederci.
i * *
Il Cav. C. C. A. Baldi e quel bo ;
naccione di Giovanni Falcidia 9
incontrano e si salutano.
Il primo, volto a Don Gio
vanni, dice: Da quando si ? 03
; chiuse le banche voi state ingra
sciando.