La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, July 24, 1917, Image 1

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    LA RAGIONE
contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione.
F.IsiLVAGNI, Direttore, 911 Christian Street, Philadelphia, Pa
Le LETTERE APERTE del DEGENERATO costituiscono un'altra
faccia della sua criminalità' multiforme
L'abbietta spia austriaca, l'as
sassino della prima moglie, il la
drojdi francobolli, il truffatore,
il ricattatore, il famigerato pen
nivendolo che ha barattato la
propria coscienza, in una parola
quella sentina di tutti i vizi e di
tutte le turpitudini, che è sini
strar in te noto in colonia sotto il
nome di degenerato, continua an
cora a dibattersi tra gli spasimi
di una rabbia impotente.
Due o tre settimane addietro
la sua cloaca era ridotta ad une
stato di esaurimento tale che fa
ceva prevedere imminente la sua
ignobile fine ela scomparsa del
diffain atore mestierante dalla
scena del mondo. Ma tutto ad un
tratto, come il serpente assidera
to dal freddo che, a contatto de!
calore risolleva la testa, o come
la salamandra che risorge dalle
sue Ceneri, lo udimmo di nuovo
latrai- rabbiosamente alle calca
gna di un galantuomo, che lo ha
già Metutamente inchiodato ali;:
gogna
Ma le sue nuove escandescenze
non Becero meraviglia. Si sapeva
già, prima che la cloaca esalasse
i suoi miasmi settimanali, che
quel giovinastro, il quale ha di
chiarato recentemente di volei
assumere egli in persona la dire
zione del battaglio, avrebbe fat
to qualche inalazione di ossigeno
sulla disfatta carogna del mar
'*®aL,!>!ìi3, a patto però che costui
sostflnesse lui e suo padre, dal
degenerato altra volta qualificate
degno del berretto a righe de]
galeotto e della catena al piede,
nella lotta contro di essi ingag
giata da tutta la Colonia, anelan
te di assurgere alla propria e
mancipa/.ione.
Ma anche al soldo del nuove
ennesimo padrone il mariuolc
continua nella sua via di basse
affermazioni e di volgari menzo
gne. E bersaglio dei suoi strali
innocui ed imbelli è sempre i
Grande Venerabile dell'Ordine
Figli d'ltalia, l'uomo dal polso di
ferro è dalla coscienza adamanti
na che fu e sarà sempre il terro
re del j degenerato straccione e
dell'innominato cui Giuseppe Di
Silvestro, nei suoi venti anni d'A
merica, non ha mai concesse
quartiere.
Ma la penna del miserabile, pei
quanto temprata dal veleno del
la saaganima prava e dai dollari
del direttore del battaglio, diven
ta di giorno in giorno più ottusa,
Nelle ultime comparse della
fogna,jcolui che assassinò la pri
ma moglie, che fece morire il fi
glio miseramente ustionato, che
intascò oro nemico in premio del
suo tradimento ai danni della pa
tria, scrive cose balorde che di
mostrano come qualmente il suo
cervello, ottenebrato dall'alcool e
dal vizii., sia diventato una polti
glia stupida ed amorfa.
Tra la farragine di insulsaggi
ni chei egli stampa, ad un certo
punto, volendo forse dimostrare
che il Grande Venerabile compie
opera deleteria in mezzo all'Ordi
ne, mentre che tutti, anche gli
avversai i riconoscono in lui la
solonna. la leva potente, il vero
iroatore dell'immensa massa or
ganizzata e disciplinata, esce in
jueste[parole con le quali il mise
'abile non s'avvede che si dà la
tappa sui piedi: induce le masse
vergini al fanatismo.
Ma dunque, ladracchione, esi
mo ed emerito scroccone, se il
ustigatore delle tue turpitudini
»a la magica potenza di trasci
ìarsi dietro le folle, bisogna ri'
onoscere in lui una grande for
a morale ed un immenso fasci
io che gli accaparrano infinite
impatii . Non sono però le folle
argini che si trascina dietro
Giuseppe Di Silvestro, o vaga
•ondà truffaldino; sono invece
uelle folle evolute e coscienti che
> conoscono da venti anni e da
enti anni lo rispettano e lo ve
erano alla stessa guisa che per
a sentono disprezzo ed esecra-
perchè lo hanno giudicato
ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ'
a traverso tutta la sua attività
multiforme, a traverso la sua o
pera nobile e generosa; nel gior
■ nalismo, nella società, nella vita
. privata. Egli, oggi, bene a ragio
i ne, è l'idolo non solo degli italia
ni di Philadelphia, ma dei conna
zionali di tutta la Pennsylvania;
nel mentre che tu, o ratto im
mondo che hai la presunzione di
voler combattere contro la mon
tagna sei universalmente male
detto, e ripudiato persino da colo
ro che in momenti in cui tu eri
assillato dalla miseria e dalla fa
me, ti hanno aiutato forse con
soverchia larghezza, ed il danaio
della £u*ità che avrebbe dovuto
servire per nutrire i tuoi figli tu
lo squagliavi nelle barre e nei lu
j panari, in bagordi e turpitudini !
* * *
Il volgale truffatore di Pa
squale Teti, il ricattatore della
I Banca delle 11 strade, il vaga
! bondo che alimenta i suoi vizi con
|IH mercede del tradimento, conti
nuando nelle basse insinuazioni
emananti dalla sua anima di fan
go, dice che Giuseppe Di Silve
stro, abusando del grado e della
autorità «he da esso gli deriva,
sfrutta l'Ordine coi lavori tipo
grafici che si fa pagare ad altis
simo prezzo.
Che anche quest'accusa sia in
fondata, falsa f> degna in tutto di
un ricattatore, di un ladro e di
un miserabile che cambia ogni
mese casacca e padrone, lo si de
sume da una constatazione sem
plice ed evidente. Oggi, nella ti
pografia di Giuseppe Di Silve
stro. di cui vuol disfarsi, lavora
un sol*» operaio tipografo ; per lo
innanzi, quando esisteva il Popo
lo e prima cioè dell'lstituzione in
Pennsylvania dell'Ordine Figli
d'ltalia, vi han travagliato fino a
cinque operai in una volta.
Giuseppe Di Silvestro non ha
mai sfruttato l'Ordine ; anzi al
medesimo, oltre al suo tempo più
prezioso e alle sue più nobili e
nergie, ha sacrificato anche del
suo. Uomini onesti e degni della
massima stima, i quali nulla di
comune hanno con i ladri e ricat
tatori come il degenerato, posso
no pubblicamente attestare che,
negli inizi della istituzione della
Grande Loggia in questo Stato,
l'attuale Grande Venerabile ave
va messo a disposizione non solo
i suoi Uffici, ma anche un im
piegato della sua Azienda; non
solo il gas per le sedute che ave
van luogo comunemente di sera,
ma persino il telefono di cui egli
e non l'Ordine pagava i relativi
bills.
Ma a dare ancora un'altra pro
va del disinteresse di Giuseppe
Di Silvestro verso l'Ordine, am
messo pure che ve ne fosse biso
gno, basterebbe ricordare un'al
tra circostanza che rimonta ai
primordi della Istituzione in
Pennsylvania. Allorché egli fu e
letto Supremo Delegato della pri
ma Loggia Italia, accettò l'onori
fico incarico a patto che le spese
di viaggio e di soggiorno rima
nessero a suo carico e non a ca
rico della Loggia che andava a
rappresentare. E ciò è tanto più
commendevole, in quanto allora
le Supreme Convenzioni si tene
vano con molta frequenza.
Allo straccione rimpannuccia
tosi coi soldi del ricatto, all'alcoo
lizzato abituato ad appagare i
suoi istinti bestiali col ricavato
del più nero tradimento, certe
verità potranno sembrare inve
rosimili. Ma noi non ci preoccu
piamo più di questa vile e putri
da carcassa ; rispondiamo alle sue
volgari diffamazioni unicamente
per additarlo al disprezzo di co
loro che non ne conoscono la vi
ta ed il passato ributtante.
♦ * *
Il ladro di francobolli, l'assas
sino della povera moglie e del fi
gliuolo, il sicario prezzolato, con-
PHILADELPHIA, Pa., 24 LI GLIO, 1917.
IL LADRO DI FRANCOBOLLI,
l'assassino della prima moglie e del
figlio, continua a ricattare
Il ladro di francobolli un paio di I
mesi fa fece il giro degli avvisanti I
nella speranza di riscuotere l'importo
degli avvisi.
Da quasi tutti, perchè essi non si e- ]
rano mai sognato di concedere la re- [
dame delle loro aziende, fu scacciuto [
a pedate nel sedere e, fra i tanti, van- i
no annoverati coloro i quali col prò- j
prio denaro, presi in buona fede, lo
avevano aiutato a dar vita alla fogna. |
Scaricamazza, per esempio, uno degli j
amministratori, sputandogli sul gru
gno, un giorno che si era messo a pia
gnucolare, gli disse: non ti basta di a
vermi preso in buona fede e di avermi
truffato $25.00, vorresti ora che io ti !
pagassi per l'inserzione? Angelo Cu
sano, l'ex presidente (oggi non lo è
più il povero burlato) della cosidetta
Compagnia editrice, gli ha tolto l'av
viso, non certo istigato da noi, ed ha
preteso la restituzione dei 100 dollari,
dei quali il ladro, il truffatore ne ha
riconsegnati solamente 50. Tommaso
Deseano, che era pure, un altro degli
amministratori della cloaca, lo ha ri
petutamente minacciato e finalmente
l'assassino della moglie è stato co
stretto a togliere l'avviso. Cosichè il
grande seguito che il degenerato van
tava lo ha talmente seguito che la fó
gna oggi è ridotta a 4 pagine e doma
ni scomparirà. Ma ora si è assicurata
la cooperazione del capo calzolaio che
va in giro e siamo sicuri che gli av
visanti lo accoglieranno come merita.
Intanto il ladro di francobolli, il
truffatore, l'assassino della prima mo
tinuando ad assolvere l'incarico
ricevuto di recente dal l'ailampa
to Vittozzi di Viterbo, il giovina
stro dall'indole prava che, nelle
piraterie cooniali, si sforza di
superare suo padre, dice che vor
rebbe parlare ad uno ad uno ai
signori Figli d'ltalia, per aprire
loro gli occhi sul conto del Gran
de Venerabile; che vorrebbe vi
sitale ad una ad una tutte le
Logge per far risuonare la sua
voce (la voce'di un alcolizzato edi
un ladro è sempre cavernosa e
non risuona) fin nelle più intinge
fibre dei Fratelli che subiscono il
fascino emanante dalla figura del
loro duce.
Degenerato, se nella profonda
infamia della tua depravazione ti
rimane ancora una leggera om
bra di rossore, noi ti prendiamo
in parola. Ma il tuo disonore è
completo e tu virerai anche que
sta volta di bordo, come hai fat
to in passato, quando ti abbia
mo invitato precisamente a ve
nire con noi al cospetto di quelle
masse cui tu dici vorresti parla
re.
Se davvero ti senti capace di
venire in seno alle Logge, a com
piere la propaganda morale che
prometti, noi te ne diamo l'op
portunità ela facilitazione, ti
concederemo così un grande ono
re e ti promettiamo che non sa
rai accolto a fischi od a torsate.
Ma egli non verrà, il degenera
lo! Il assisterà ad una
iltra fuga sua, perchè egli teme
a lotta a viso aperto e si rim
siatta come l'insidioso sei-pente
il passaggio del leone.
Sputiamogli dunque sulla cor
ìea, luridissima faccia e passia
no oltre.
* » *
Una nuova manifestazione del
a criminalità di questo mascal
:one s'è rivelata, in questi ultimi
empi, nella ridicola manìa delle
ettere aperte. Ne ha scritte pa-
: glie continua a pubblicare gli avvisi
I eontr.i il divieto degli avvisanti,
j Kcio che cosa dicono i poveri ricat
i tati 3
11 Luglio 1917.
I (iran'ic Venerabile dell'Ordine
'Figli d'ltalia per la Pennsylvania
Più volte ho avvertito il direttore
della ( l'\>gna n. d. r.) a togliere la
mia reclame dal suo giornale, perchè
óltre che non intendo pagare nulla,
non ho piacere che mi pubblichi l'avvi
so senza il mio consenso.
I). Alampi.
Ladro, ricattatore, sfruttatore, as
sassino, come ti permetti di pubblica
re avvisi che non ti furono mai da
ti? oggi non ti è più permesso di po
ter attaccare coloro che ti mettono al
la porta.
Phila., Pa., 12 luglio 1917
Ciro Fratello Grande Venerabile,
Dalla settimana scorsa incomincia
ta oin lunedì 2 Luglio, ho scritto al
direttore della (cloaca, n. d. r.) perchè
togliesse il mio avviso da quelle colon
ne.'
Salutandola fraternamente
Di Lei dev.mo
Andrea Travaseìo
Connazionali, seguite l'esempio de
gli onesti e dei coraggiosi. Se il dege
nerato o il suo rappresentante si pre
senterà da voi per riscuotere abbona
menti o prezzo di avvisi, sputategli
sul viso. 11 vostro denaro, guadagnato
onestamente, è dei vostri figli. E' una
grave colpa darlo a chi lo sciupa nei
lupanari.
recchie il famigerato agente di
Fiorimi, il magnaccia, il parente
di San Martino; ma finiron tutte
nel nulla, anzi servirono a riba
dire ancora una volta l'onorabili
tà di Giuseppe Di Silvestro e la
vigliaccheria del diffamatore.
Iniziò la famosa serie con una
interminabile bazzoffia al Supre
mo Concilio dell'Ordine, nella
quale ammannivà a calicò del
Grande Venerabile, una falsa
accusa, di cui egli per primo co
nosceva l'insussistenzà, l'accusa
cioè che il Di Silvestro avesse ap
profittato del danaro delle azioni
della Voce del Popolo.
Tutti ricordano gli effetti del
primo parto del ricattatore. Il
Supremo Concilio, ostentando il
più profondo disprezzo per lui,
riaffermò la sua alta stima per
il Grande Venerabile dell'Ordine
nella Pennsylvania e la sua am
mirazione per la di lui opera gar
gliarda.
Dall'altra parte scese in cam
po Giuseppe Di Silvestro in per
sona e con documenti inopptigna
bili, e con cifre che non sonc
un'opinione, dimostrò esauriente
mente che le asserzioni del dege
nerato erano false, perchè egli
sebbene non legalmente nè mo
ralmente responsabile, aveva pa
gato, a costo di sacrifici, la mag
gior parte degli azionisti ed altri
ne andava mano mano pagando
Pubblicò anche la lista di colore
che erano stati soddisfatti, e de
quell'elenco il sicario non potè
cancellar e un solo nome.
La prima accusa quindi veni
va frantumata come un fragilis
simo vetro.
Un'altra lettera aperta era in
dirizzata al Console italiano Cav
Giuseppe Gentile, ed anche que
sta ha fatto una fine presso a po
co limile a quella diletta al Su
premo Concilio perchè ognuno si
che i latrati di un cagnaccio idro
fobo ed insoddisfatto non fanne
prèsa con le persone dabbene.
Seguono infine, in un solo nu
mero della cloaca, altre due let
tere aperte, la prima alla South
Philadelphia State Rank, già Ita
lian Co-Operative Banking Assi;
e l'altra indirizzata ad un'altra
vittima : a Pasquale Teti.
Nell'una e nell'altra il sinistro
figuro invita i destinatari) a di
re se è vero che essi siano stati
da lui truffati e ricattati.
Naturalmente si l'ima che l'al
tro han serbalo il più religioso si
lenzio, quel silenzio che suona
tacita accettazione della frode su
bita. Se veramente egli si sente
puro ed immeritevole di queste
due accuse, provi un po' a farsi
rilasciare in proposito un pubbli
co attestato di innocenza.
Ma giacché il degenerato era
sulla via delle lettele aperte,
giacché sentiva una simpatia co
sì pronunciata per questa forma
letteraria, un'altra avrebbe potu
to indirizzarne a quella tale dot
toressa che chiuse gli occhi alia
infelice vittima e la cui opera ed
assistenza non furono mai paga
te.
Il che servirebbe, se non altro,
a stabilire un confronto tra Giu
seppe Di Silvestro, che ci perdone
rà questa volta se lo offendiamo
con certi paragoni, ed il degene
rato. Giuseppe Di Silvestro paga
i debiti, anche quando non vi è
tenuto nè moralmente, nè legal
mente; il sicario venduto invece
ricorre persino alla simulazione,
per sfuggire ai pagamenti, anche
quando trattasi di far onore ad
un obbligo sacro, se non altro per
non trascinare nel fango i nomi
delle sue vittime.
* * *
Un'altra accusa che ha fatto
il degenarato è stata quella della
carta di cittadinanza; anche in
questa, travisando, con la più
grande impudenza, i fatti, i luo
ghi e le date.
Alle chiacchiere Di Silvestro,
come al solito, ha opposto i do
cumenti coi quali ha provato lu
minosamente esser falsa l'accu
sa di spergiuro ; falso che la Cor
te di Trenton si sia occupata dei
casi suoi ; e la Corte Federale di
Filadelfia, alla quale Di Silvestro
spontaneamente si presentò, con
cesse il diritto di l'are una nuova
domanda per ottenere la carta
cittadina in piena tegola. (Il te
sto del relativo decreto si può
leggere sulla "Ragione"' del 26
maggio).
Altro capo d'accusa è che Giu
seppe Di Silvestro non ha paga
to i contrattoli che gli fabbrica
rono il Building della Voce del
Popolo e per tutta risposta la
"Ragione" del 30 giugno pubbli
cava in prima pagina il fac-simi
le del certificato a firma di G. L.
Garnian, Prothonotary, dal qua
le rilevasi che i contrattori Vin
cenzo Di Santo e Sante Cossa fu
rono pagati fino all'ultimo cente
simo fin dal 21 gennaio 1916.
E' chiara adunque, è evidente
la malafede del vigliacco menti
tore, il quale, pur sapendo che
ciò che scrive è falso, lo scrive
tuttavia nella speranza che qual
che cosa rimanga.
Un'altra accusa ancora! Ma ne
ciede il lettor necessaria la smen
tita dopo quanto abbiamo scrit
to? Il Grande Venerabile tiene
l'Ordine in non cale insinua il
manigoldo perchè nel banchet
to della Missione, pur avendo die
ci posti a disposizione, trascurò
di metterne uno a disposizione
del Rev. Sabbarese, Curatore Su
premo, nel mentre lo concesse a
Raffaele Settanni. Anche a que
sta nuova menzogna si ebbe una
duplice smentita: quella del Rev.
Sabbarese, il quale scrisse che i
loschi maneggi del degenerato
non avrebbero turbato i cordiali
rapporti tra lui e il Grande Ve
nerabile e una lettera di Settan
ni, con la quale costui dichiarava
che l'invito non gli era pervenu
to dal Capo dell'Ordine, cosa del
resto che non sarebbe stata af
fatto criticabile, ma da quel fa-
Anno I No. 6 .> soldi la Copia
(miserato Vittozzi, manipola' .
di frodi edi inganni, che, n; -o
alla dilezione del battaglio, (
pei - natura co i profondarne v.
spilorcio) profonde a piene t uri
moneta nelle fauci liane .; >!!<;
scribacchino venduto.
1 n'ultima perla va aggiunta
alla ricca collana delle volgari
diffamazioni con le (piali il nr in
no asservito a Vittozzi di Viter
bo, lo scribacchino più -pi ; gì. vo
le che ha mutato le penna in pu
gnale per colpire alle spalle, ha
tentato invano di menoni ire ja
onorabilità di Giuseppe Di Silve
stro Egli ha pubblicato che si
vuole sfruttare l'Ordine col quo
tidiano; che furono convocati
tutti i \ enerabili dello Logge con
sede a Philadelphia, perchè den
igrassero sulla proposta di ri
mettere su la Voce del Popolo e
che la deliberazione regolarmente
presa fu opposta da uno solo: da
(J iacomo Ca m pan i 010.
Anche questa notizia, come
tutte le altre, è i ilsa, falsi-sima
e noi ci attendevamo una smen
tita ad essa dal Sig. Giacomo
Campaniolone, la (piale però non
è venuta, non sappiamo perdi,
ma è venuta in sua vece quella di
Giuseppe Brocato, che presiedeva
quella tale seduta di Venerabili,
ed eccola qui :
Phila., Pa., 12 Luglio 1917.
Caro Peppino,
Mi domandi se nella seduta
protesta tenuta dai Venerabili e
Grandi Deputati da me presiedu
ta la sera del 29 giugno si
fosse parlato della risurrezione
della "Voce del Popolo" e di una
votazione a questo proposito, nel
la quale (ìiaeomo Campatolo sol
tanto avrebbe votato contrario.
Vi è stata sì una discussione con
votazione, nella quale il solo Cam
pamelo è stato contrarlo, ma es
sa non verteva affatto sul gior
nale.
Cordialmente tuo
G. BROCATO.
Ancora una volta sorprendia
mo il degenerato con ia faccia
nella melma, ma le sue diffama
zioni non intaccano Guai a co
loro che egli loda e difende!
Di questo verme si può dire
con Rapisardi :
! Se biasimi onora e quando loda
(insozza
Con ciò non intendiamo esclu
dere il concorso dell'Ordine Figli
d'ltalia alla risurrezione del Gior
nale. Saranno Logge e fratelli a
; concorrere all'impresa di restau
razione di un organo che dovrà
servire per la difesa contro gli e
ventuali sicari e contro famigera
ti sedicenti leaders che presumo
no di rappresentare la Colonia.
♦ * ♦
Tale è stato il compito assolto
dal degenerato in questa ultima
incarnazione del suo lurido fo
glio, compito che egli chiama
pomposamente col titolo di cam
pagna e per il quale vennero pro
fuse parecchie centinaia di
riè Noi l'abbiamo minutamente
sminuzzato questo improbo lavo
ro ; una serie di asserzioni false e
bugiarde cui tenne dietro imme
diatamente, da parte delle perso
ne che egli tentava colpire, una
demolizione completa a base di
documenti che è impossibile in
firmare.
Eppure il degenerato lo si sen
te strombazzare, con imperturba
ta incoscienza, che la sua cam
pagna è stata un trionfo, che gli
avversari sono in iscompiglio, e
che non potranno più rialzarsi.
Se non fosse da tutti risaputo
essere il degenerato un incoscien
te impudente, lo si prenderebbe
per pazzo. Egli era
mente morto e sepolto, allorquan
do Vittozzi di Viterbo, come noi
avevamo indovinato, pensò di
prolungargli di qualche mese la
tapina esistenza.
Esso non merita che il nostro
disprezzo. Le sue accuse vili e ba-