La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, July 24, 1917, Page 3, Image 3

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    Le disoneste metamorfosi del ladro di francobolli
Da un giorno all'altro, a seconda |
el suono metallico, il mercenario,
assassino della prima moglie, ti ele
a inni apologetici o ti accoltella alla
ihiena.
Noi fummo leali avversari del Cav. 1
C. A. Baldi, ha ripetutamente e
:lamato il degenerato; ma ora, ag
iungiani" noi, per l'offa che dal fi
lio di lui ci viene gettata noi pren
iamo le sue difese, anche se contro
i pseudo leader sia tutta la colonia ad
.sorgere.
Se> qualcuno interpellerà il Cav. C.
A. BaMi egli affermerà solenne
ente due cose:
1, —'Che di tutti i suoi avversarii,
lelli per i quali ha maggior rispetto
ino i fratelli Di Silvestro che, 6em
* coerenti a se stessi, non gli hanno !
ito mai quartiere.
2. Che al degenerato, quando cir
. due anni fa, era per mettere fuo
un altro foglio, negò la reclame
•Ila sua Ditta e lo consigliò di lascia
il giornalismo e dedicarsi ad altro
voro.
Non avesse mai pronunziato questo
ile e sincero suggerimento il Cav.
C. Al Baldi, perchè dopo questo in
lente, gli incominciarono a piovere
dosso tutti gli improperi di cui è
:co il vocabolario del degenerato.
I lettori non hanno certo dimenti
to l'articolo da noi due volte ripor
to, che classifica il Cav. C. C. A. Bai
fra coloro che dovrebbero portare il
rrctto a righe e la catena al piede,
pò questo insulto cosi triviale, che
inche i più acerrimi nemici del Bal
avevano .mai pronunziato, nessuno
■de piùs alla lealtà dell'avversario,
i il degenerato non si fermò lì, per
• in ogni numero delle poche copie
suo foglio, il Cav. C. C. A. Baldi
. sempre il suo bersaglio, Potrem
qui riprodurre per interi i suoi at
chi, ma ce ne asteniamo per non
care il [pubblico che conosce a me
dito le gesta del ladro di franco
li e per non sciupare soverchio
•/.io.
ìon possiamo però fare a meno di
irtare alcuni passi che sono uno
dente contrasto fra gli elogi che
HjUßlkto fa ora al Cav. C. C. A.
di con gli attacchi di ieri,
lei numero del 13 Febbraio 1915
a Opinione del Popolo, parlando
'assoluzione di James Giuliani,
accusa di truffa che avrebbe corn
eo in da.mo dei coniugi Campopia-
JBUenerato diceva che gli ac
itori caddero in tali e tante con
lizioni, da far generare nell'animo
utti la Quasi certezza che le accuse
ero false del tutto e che esse non
ero altro che il prodotto legitti
mi una infernale macchinazione
mte aßcompromettere il Giuliani
(so per conto e mandato SPECIA
31MO di qualche suo nemico. Nello
so scritto il degenerato conchiude
dì siamo certi intanto che il Giu
prima, ed il Di Berardino dopo,
si atrocemente nella stima e nella
tazione di onesti cittadini e di
iluomini a tutta prova, sapranno
e energicamente contro i loro ca
iatori fino a ricercare le prove po
e che varranno a statuire la re
sabilità dei nascosti orditori del
ime congiura mirante a rovinarli
nrtite e moralmente giacché è fuo
ibbio che gli orditori vi sieno stati
voce pubblica abbia incominciato
dditarli da tempo,
acchè è il Cav. C. C. A. Baldi al
i il ladro di francobolli allude, noi
possiamo credere, e con noi tutti
oni, che la lotta allora fosse
. fatta lealmente,
accuse che in questo scritto il
nerato fa al Cav. C. C. A. Baldi
semplicemente terribili da non
ire riscontro neanche in quelle
li facevano a Palizzolo. Egli lo
ive un orditore infame che ave
specialissimo scopo di congiura
danno di onesti cittadini e di gen
uini a tutta prova per rovinarli
lente e moralmente,
a larga da avversari leali di que
atta, dirà sotto i baffi il Cav. C.
Baldi!
noi lo dovessimo credere autore
nta infamia, dovremmo ritenere
Cav "C. C. A. Baldi sarebbe pu
pace di dare del denaro, al dege
o, anche se a mezzo di suo
con Riandato specialissimo di
•are la reputazione di due galan
ni Giovanni e Giuseppe Di Sil
), il'cui patrimonio morale è su
ad igni sospetto,
ttori, i vecchi coloni specialmen
>no pwgati di riddare con la
■ia a circa tredici anni fa, quan
adro di francobolli fece una lot
etata a Luigi Di Berardino, af
dogli gli epiteti più triviali sol
il visionario lo crédeva amico
t person i che egli martirizzava
|e notte con calci allo stomaco
iodi interessanti. Ebbene il si
che ha fama di dire bianco e
lieci volte in cinque righe, il 13
aio 1915 chiama Luigi Di Berar
weato cittadino e gentiluomo a
prova.
nasino della prima moglie, riti
ie fai schifo perfino alle carogne
te!
Nel numero dell'Opinione del Popo
lo del 15 Aprile 1915 il degenerato si
occupa ancora del Cav. C. C. A. Bal
di. Nel numero precedente lo aveva
accoppiato a Palizzolo; in questo lo
chiama uno speculatore dall'anima
candida.
V'è poi il C'av. Baldi, incomincia il
degenerato, che s'è oculatamente af
frettato, come ai tempi del fallimen
to della banca Delti Paoli, a chiamare
a raccolta, sotto le gloriose bandiere
ilella Federazione, i creditori della
Banca Bozzel!:, che s'è messa in li
quidazione, promettendo ad essi anti
cipi sulle somme che avanzano e delle
quali non avranno mai di che temere
perchè 1 attivo della banca istessa po
trà in certo qual modo far fronte al
passivo.
Piace al Cav. Ciali di aiutare sem
pre tutti quelli che possano mai tro
varsi nelle condizioni di non aver bi
sogno di aiuti, e sapete perchè gli
piace? Per conoscerli da vicino, en
trare in confidenza con loro, farseli
diventare clienti e ridurli un giorno
nella condizione di aver bisogno per
davvero e di essere poi dolente di non
poterli... aiutare. Oh quanto è
grande il nostro C'iali. Peccato che
non sieno ancora molti quelli che san
no pesargli l'anima c andida al bi
lancino scrupoloso del farmacista.
Secondo il degenerato il Cav. C. C.
A. Baldi non è che un volgare mesta
tore. Ma più che mestatore, in un ar
ticolo apparso nell'Opinione del Popo
lo del 22 Aprile 1915 lo definisce per
cavaliere d'industria; ambizioso,
maligno e deplorato, mentre inneggia,
neanche se fosse stato profeta, ad un
suo prossimo tonfo.
Il degenerato in quell'occasione
scriveva che in colonia non si vogliono
più chiacchiere e fa l'analisi di due
istituzioni: la Federazione e la Socie
tà per gli immigranti. Egli dice cosi:
Si pensò molti anni fa, ad istitui
re la Federazione dei nostri sodalizi!,
e solo per qualche tempo la prima del
le buone istituzioni coloniali sorta in
mezzo a noi sembrò vivere una vita
consona al buon programma da cui
trasse origine, (allora della Federa
zione facevano parte i fratelli Di Sil
vestro, n. d. r.) giacché non tardò ad
ammalarsi, per l'indiscreta e colposa
inframmettenza del SOLITO DEPLO
RATO elemento ambizioso e maligno,
e si ridusse miseramente alle sponde
di una pura e semplice baracca pri
vata, col migliore dei vantaggi di un
ILLUSTRE CAVALIERE d'...ella Co
rona d'ltalia il cui TONFO sentiremo
prestissimo nel... mare magno delle
mostruosità coloniali.
Come è coerente .1 degenerato: Due
anni fa, il 22 Aprile 1915 egli aveva
pronosticato che il Cav. C. C. A. Baldi
avrebbe fatto un TONFO. Ebbene, og
gi che costui è per fare quel tonfo so
lenne invece di rallegrarsene, egli lo
difende.
Il degenerato intantg continua, nel
lo stesso articolo, ad attaccare Baldi e
la Federazione con queste parole:
Dalla esposizione dei fatti che ri
flettono le due nostre istituzioni colo
niali Federazione e Società per gli
immigranti noi vogliamo dedurre
che deve assolutamente combattersi
la prima perchè asservita solo all'in
teresse di uno o di pochi che la mano
vrano, e deve assolutamente propu
gnarsi e difendere il mantenimento
della seconda perchè di indole ed in
teressi coloniali nell'amministrazione
della quale nessuno osò mai macchiar
si in alcun modo le mani.
I lettori non ricordano o non sanno
come il degenerato mantenne questa
sua promessa, di appoggiare cioè la
Società per gli immigranti o di com
battere la Federazione. Egli fece tutto
il contrario, combattendo cioè la Socie
tà per gl'immigranti e appoggiando la
Federazione. Gli amici ricorderanno
l'elogio tessuto a quest'ultima istitu
zione nell'ultima sua festa dei mac
cheroni; noi ora riproduciamo uno dei
tanti attacchi fatti alla Società per
gli immigranti appena quattro mesri
dopo la promessa di volerla appoggia
re, cioè il 7 Agosto 1915:
Se è per il mangiare e dormire
non v'è ragione di impensierirsi trop
po. V'è qui una Società per gli immi
granti che aiuta i connazionali poveri.
Tiene la rasa al cantone delle dieci
strade e Bainbridge St.; andate là e
chiedete quello che vi occorre, anche
una visita medica al dispensario, se
credete, e sarete prontamente soccor
so.
Non avevo finito ancora il mio dire
che vidi quel povero diavolo farsi pal
lido in viso, rome chi stesse per
perdere le speranze intorno ad una co
sa vagheggiata e desiderata tanto.
Poi, facendo una sconfortante crollata
di capo, mi rispose:
"Ci sono stato ieri... sera al
la Ca sa degl'l m-mi-gran-ti
Fui ricevuto da un omone alto e gras
so, inurbani, nei modi anzichenò, sen
za giacca e con le brache aperte tutte
quante il quale, con fare da diavolo,
mi disse:
"Chesta casa 'ca non se sa cchiù a
chi canghera appartene; cierte vote
ce manga puro lo gassio e di soccursi
non se ne ponno dà propita a nisciu-
; no. Io non viengo pagato dall'anno Ire
ste trascurso e se po' ppoco me vota
no le buschere pe' la testa aftittarag
gio li lietti a' na quinnicina di bur
danti e po' lascia c'allucca lu presi
dendo e lu consiglio di ministrazio
ne".
Ne volete di più da un sicario che
da oggi a domani baratta penna e co- i
scienza, a chi più paga?
Non aveva fatto egli, il degenera- ;
| to, elogi sperticati ai fratelli Di Sii- i
! vestro, sia durante il processo Nasel
li che in tutta la loro vita giornalisti
i ca fino al giorno che La Voce del Po- I
| polo si trasferi a New York?
j Non aveva egli elogiato Tommaso
; Catalano quando questi risuscitò la
j Voce della Colonia? Il 31 Luglio 1915, |
j nell'Opinione del Popolo cosi egli par- ,
lava del vecchio colono:
"La Voci- della Colonia", dopo una
sosta di parecchi anni, perchè, u
nendosi a "Il Popolo", andò a formare
il quotidiano La Voce del Popolo",
ha riprese le sue pubblicazioni setti- j
manali a cura del suo vecchio diretto- j
re Sig. Tommaso Catalano. Ne abbia
mo ricevuto il primo ed il secondo nu
mero e non possiamo a meno di di
chiarare che si presentano compilati
con molta cura e con competenza.
Il Signor Tommaso Catalano, uomo
di idee ordinate a tutta prova, può
ben dirsi il decano dei giornalisti del
la nostra Colonia, giacché è da oltre
vent'anni che egli vive nel giornali
smo, dedicandovi un'opera continua
non solo, ma sagace ed onestissima
anche. Mai una cosa o un fatto che
avesse dato motivo a giustamente di
re* male di lui, e questo vuol dire
molto in mezzo ad una casta che non
; sempre riesce a lusingare molto bone
di sè.
Il signor Catalano, adunque, dopo
dieci e più anni di giornalismo quoti
diano, ritorna con la sua "Voce della
| Colonia" in mezzo alla classe dei set
|tiina nal i. Si abbia senz'altro il nostro
doveroso saluto insieme all'augurio
' di quel successo che non dovrebbe mai
mancare, ma che disgraziatamente
manca quasi sempre, alla stampa dal- I
le buone intenzioni e dai propositi te
naci attraverso il disimpegno di una
missione delicata per quanto diffìcile I
a beneficio dei nostri ambienti colonia- !
li.
Tommaso Catalano nel 1915 era uo
mo dalle idee ordinate a tutta prova. |
che al giornalismo aveva dedicato la 1
sua sagace ed onestissima opera. Più
tardi, qualche unno dopo, il degenera
to lo insulta atrocemente e sapete ]
perchè ?
Perchè egli è quel sicario che è !
sempre stato.
In 20 anni di giornalismo coloniale, ;
dice il degenerato, mai una cosa o un
fatto che avesse dato motivo a giù- i
stamente dir male di lui; dopo 20 an
ni, a dirne male è stato il ladro di ! '
francobolli, che ne aveva elogiato le o- ;
neste ed ordinate qualità.
Chiudendo queste note vogliamo
fare una raccomandazione al Cav. C. '
C. A. Baldi.
L'uomo che vi difende oggi è lo
stesso che vi attaccava ieri e che vi |
attaccherà domani. Pagatelo, se vole
te, nic pagatelo per il suo silenzio che ■
vi gioverà più di quello che non pos
sa farvi la sua difesa di sicario pa- j j
tentato.
Una bestia come lui è capace di [ j
tutto. 1 . NOI.
... . . | (
Bravo don Porco Pio ;
Libera nos Domine, l'au- l
striacante sfegatato, l'uomo che 1
in tutti i ritrovi coloniali faceva *
propaganda a favore della Ger
mania e della eterna nostra ne- '
uca l'Austria, a poco a poco si '
va trasformando, cambiando ca- 1
sacca. Ora vuol diventare pa- ! (
triota.
In ogni numero della sua fo-1 '
gna, che il mondo appesta, viene (
su con qualche novità per farsi 1 1
credere un vero Italiano. Nel pe- *
nultimo pezzo di carta inservibi- 1
le, pigliando la posa di antiger
manese, pubblica un parto sulle (
Belve scientifiche. { 1
Come va questo cambiamento? ; )
Tutti dicono in colonia che il dia- 1
volo si è fatto frate, io, invece, c
sempre incredulo, dico che gatta c
ci cova. Il pubblico, quello ben
pensante, conosce molto bene la *
bestia, sa che è maestro in fatto r
di metamorfosi e non da ascolto r
alle sue prediche color can- c
giante. (
Evviva l'austriacante ! I tri- *
bunali non hanno nessun valore c
per lui, egli ci si sente a disagio, f
quando specialmente le sentenze c
di certi tribunali gli lisciano c
molto bene il troppo duro grop
pone. Per libera nos Domine c
i voti di protesta di associazioni c
rispettabili non hanno forza, ed S
allora che ti fa impressione, sola
mente quella Loggia degli Indi- '
pendenti che ti gettò, come ad un I
cane affamato, una pagnotta di s
$5.00 al mese? . *
Tutti i sodalizi, incominciando'
LA RAGIONE
i dalla tenerne ri ta Società fra i
| Barbieri Italiani, tutte le logge
| che hanno protestato, secondo
Don Porco pio, sono ligie alle
consorterie dei disonesti. L'au
striacante dovrebbe dire piutto
sto che è la rabbia che gli rode
l'animo suo di fango, perchè nella
losca campagna che va facendo
per colpire gli uomini migliori
della nostra colonia nessuno lo
ha seguito. Difatti, dando uno
sguardo a tutti i numeri della
cloaca troviamo due sole letteri
ne di solidarietà; una del rim
bambito capitano alcoolizzato, ed
un'altra di un poco reverendo.
Le proteste che si fanno non si
votano con leggerezza come vuoi
fare intendere; esse invece sono
bene ponderate ed è lo scatto sin
cero e sentito di una massa di o
perai coscienti.
L'austriacante dice che le pro
' teste che gli piovono sul suo capo
1 non gli fanno nulla, nè caldo e né
freddo: e non lo sanno forse tut
j ti che egli ha un cuore di pietra
1 e nessun senso di pudore ? Il vec
chio adagio ; carne avvezzo a pa
i tire, doloi' non sente in questa oc
casione gli sta proprio a pennel-
I 10. Glie ne dicono di tutti i colori,
ideile sante verità, ma egli fa
sempre orecchie da mercante.
Vuol fare il censore degli altri, j
ma non risponde alle nostre ca- j
i tegoriche domande sul come ha ;
passata e come sta passando lai
vita di America.
Bravo don Porco pio, non '
c'è che lui, non c'è che lui, il più j
onesto Italiano d'America, il
più rispettabile giornalaio di j
tutto il mondo.
Grida, grida ancora una volta
che non sei contro la Istituzione |
dei Figli d'ltalia, noi ti conoscia
mo, non puoi dire differentemen
te, non puoi dire che sei venduto
perchè hai paura, forte paura che
qualche Figlio d'ltalia animato
da Santo sdegno ti guasti i luri
di connotati. Dì pure che intor
no ate vi sono anche dei Figli
d'ltalia, nessuno ti ascolta, nes
suno ti crede, e se qualche caino
dovesse essere intorno a te sia
| mo sicuri che come te ha la stes- i
sa anima di fango.
Ti dò un suggerimento, che mi
| auguro vorrai accettare: ap
poggiati un altro pochettino al
l'Ordine Indipendente, ti ci tro
verai molto bene, come in un tuo
j feudo e ti assicuro che mangerai I
di grasso, molto di grasso.
ANTONINO VICLTONW 1
UN'ALTRA PROVA DEL FAL
SO PATRIOTTISMO DEL
CAVALIERE
Dopo di aver tradita la Colo
nia, egli ha tradito anche la Mis-
I sione Italiana, impedendo alla
prima di manifestare tutto il suo
entusiasmo ed alla seconda il pia
cere di conoscere tanti distinti
italiani, il che sarebbe stato ca
gione di profonda gioia agli illu
stri visitatori, che avrebbero sen
tito dalla loro bocca tutto l'affet
to che gli italiani di Philadelphia
nutrono p>er la madrepatria.
Tutto ciò il cavaliere ha voluto
impedire che avvenisse con la
speranza che i rappresentanti del
Governo italiano avessero escla-,
mato : Non c'è che lui, non c'è che
lui! ed essere così immortalato.
Infatti, di fronte al palazzo
dell'lndipendenza, presenti tutti
i membri della Missione Italiana,
un distinto connazionale lo pro
clamò tra i più grandi buffoni
presenti, passati e futuri, supe
rando per comicità i famosi buf-1
foni di corte del medio evo.
Ma, ritornando al suo patriot
tismo, quasi non fosse bastato il
tradimento fatto alla Missione e
agli italiani di Philadelphia, per
difendersi dal giusto risentimen
to coloniale chiama a patrocinare
la sua causa, pagandolo, un tra
ditore della patria, un essere così
abbietto che gli ergastolani del
bagno di Santo Stefano si schife- (
l'ebbero di avvicinale.
Qualcuno potrà dire che lo ha
dovuto fare per necessità, non .
avendo potuto trovare nessun i
taliano che osasse alzare la voce
in sua difesa; eppoi eppoi
ci voleva un traditore per difen
dere un tradimento.
La Colonia e specialmente noi,
Figli d'ltalia, non dimentichere
mo mai ed il pelo della politica
non basterà per salvarlo. Egli ve
drà che il giorno non è lontano,
quando noi vibreremo un colpo di
forbici al pelo dove egli si è attac
cato. Sarà questo il capitombolo
finale che dovrà seppellirlo, che
dovrà espellerlo dalla nostra vita
coloniale.
E noi da generosi, faremo un
dovere di erigergli una lapide che
dovrà portare scritta questa epi
grafe :
Qui giace colui che visse di ;
ignoranza e di prepotenza che
per la sua ciucciaggine un'e
splosione della coscienza colonia
le nell'oblio seppellì.
FRANCESCO TROPEA
SILVIO LIBELLATORE
E' SEMPRE UGUALE
A SE' STESSO
Quest'uomo dal passato fosco <
e tenebroso, non si smentisce
mai ; è sempre lo stesso diffama- j
tore, il ricattatore di professio
ne, il sicario della penna, oggi |
con gli uni, domani con gli altri,
a seconda dell'offa che gli viene
offerta.
Il detto del Signore di Voltai
re: diffamate, diffamate chè
qualche cosa rimarrà, per te, o
padre Silvio, non vale più: tutte
le accuse e le insinuazioni che
tu, anima vile, hai cercato di fare
' a persone che per lo loro vita pas
sata, sono degne di ammirazione
e rispetto, sono state ribattute, i
una dopo l'altra, con documenti
inoppugnabili, cosa che tu non
hai mai fatto alle molteplici ac
cuse che ti abbiamo lanciato.
La tua manìa di diffamare, la
tua sete di scandalo, ti ha fatto
dare di volta al cervello e sei ar-1
rivato al punto che tu stesso non
sai più quello che dici e che scri
vi.
I Con la stessa facilità e disin- !
voltura che si addicono al borsa
iuolo di strada, Silvio Libellato-j
re pubblica nel No. 12 della
"Cloaca" del 7 Luglio che tutti i
Venerabili delle Logge dell'Ordi
ne Figli d'ltalia, con sede a Fila
delfia, furono convocati perchè>
deliberassero sulla proposta di
rimettere su il quotidiano "La
Voce del Popolo". La deliberazio
ne venne regolarmente presa con
l'opposizione di uno solo, il Signor
Giacomo Campaniolo della 'Fran
cesco Crispi', sui termini di in
durre le Logge rappresentate a :
comprare le azioni pel giornale j
che si pensa di riesumare.
Impudenza, menzogna, falso! !
I Venerabili e Grandi Deputati
si radunarono in seduta la sera j
del 29 Giugno ultimo scorso, die
tro invito fatto dal sottoscritto,
con lettera circolare in data del
27 dello stesso mese, per discute
re intorno alla costituzione di un
Comitato coloniale di protesta,
in seguito all'insulto fatto dal ?
Cav. C. C. A. Baldi all'Ordine ed
all'intera Colonia.
Il Signor Giacomo Campaniolo
votò contro alla proposta di for- ;
mare un Comitato Coloniale, so
stenendo che i Figli d'ltalia a
! vrebbero dovuto fare da soli.
Questo e non altro fu deliberato
dai Venerabili e Grandi Deputa
; ti. \
Quanto sopra è detto risponde
alla pura verità e ne possono far |
fede tutti i presenti a quella se
duta, prima il Signor Giuseppe ì
Brocato che la presiedeva e della j
cui indipenden7.a non possono du
bitare i Libellatori e compagni. I
Come si vede, il giornalista au- '
tentico non è che un impasto di !
menzogne, un mestatore di noti
zie, un falsificatore di dati e di
fatti allo scopo deliberato di at
tentare, perchè spintovi dai Cu
riangiolo dell'altra riva, alla
compagine dell'Ordine Figli d'l
talia, e alla onorabilità delle j
persone che tutto sacrificarono
per l'incremento dello stesso. j
I tuoi sforzi, o messere ; gli |
sforzi del canagliume che ti pa
ga, non riusciranno a menomare
la fiducia che la grande massa
dei lavoratori ha verso l'Ordine
ed i suoi condottieri. I tuoi in
sulsi attacchi ottengono l'effetto I
contrario, poiché ci fanno viep
più affezionare a loro.
Con un individuo simile non si
può più discutere ; occorre tra
scinai lo alle Assisi dei pubblico, |
e, colla scorta di documenti, an- !
nientarlo.
Silvio Libellatore, tu che ti
vanti di essere un giornalista au-1
tentico, stammi a sentire : 10, j
modesto operaio, ti lancio la sfi
da per un contraddittorio in un
pubblico Comizio, solo ed unico
terreno su cui si può discutere coi
documenti alla mano. L'opportu
nità che ti offro è magnifica per
te; ti sarà facile, da giornalista
autentico, quale dici di es
sere, di potere aver ra
gione di un modesto operaio; e
se tu riuscirai a provare una so
la delle tante tue accuse, se riu
scirai a smentire una sola delle
accuse che noi ti abbiamo lancia
to, ti acquisterai le nostre sim
patie e quelle della Colonia e ot
terrai la più ambita soddisfazio
ne, quella di scacciare dall'Ordine
tutte le persone che tu reputi in
degne di appartenervi. Non pre-<
occuparti ; la tua parola sarà li- J
bera e non avrai nessun disturbo.
Dal canto mio, in questo con
traddittorio mi propongo di di
mostrarti che tu ricattasti S4OO
alla South Philadelphia State
Bank; che truffasti Teti e che le
lettere di smentita che vai ele
mosinando non hai il diritto di
averle.
Inoltre, con la testimonianza I
di una dottoressa e di un tuo a
mico, ti dimostrerò che hai com
! messo un omicidio colposo e moi
!te e molte altre cose mi ripro-
I metto di dimostrarti.
Se non accetterai, la prima
| volta che mi capiterai tra i piedi,
ti sputerò sulla faccia.
Intanto, a marcio dispetto tuo
je di qualche canaglia tremebon
da, il quotidiano "La Voce del Po
polo" è un fatto compiuto.
NICOLA RIVANO ASTI
Al Sig. G. Campaniolo
t'aro Campaniolo,
Noi ci siamo voluto sempre bene, ci
siamo rispettati ed anche quando l'a
! ria era piena di diffidenza, non volli
credere mai ai miei amici, che mi in-
I ormavano della tua condotta equivo
ca verso di noi e a favore del degene
rato. Ora vedo di essermi ingannato e
son costretto e credere che gli amici
avevano ragione. Ne è una prova lam
pante la pubblicazione avvenuta sulla
cloaca del 7 volgente mese, a
proposito della seduta dei Grandi De
putati e Venerabili, della quale sedu
ta fu falsato ad arte il deliberato,
con propositi di denigrare sempre più
il nostro Ordine e tutte quelle persone
che lavorano per lo.sviluppo di esso.
Io e gli amici miei mai abbiamo sol
lecitato lettere per smentire i calun
niatori perchè non temiamo il control
lo di nessuno. Ma speravamo che. giac
ché in detta pubblicazione si faceva
il tuo nome tu, così abile maestro
di sincerità in teoria, avresti dovu
to sentire il dovere, come fa in que
sto numero l'amico Orocato, di scri
vere sulla stessa cloaca e sbugiardare
il degenerato. Questo non lo hai fatto
ed ho ragione di credere che tu sei
stato a dare la falsa informazione. E'
tempo quindi di por fine a questo sta
to di cose e che ognuno di noi prenda
il posto dovuto nella lotta che si sta
combattendo e vedere dove sono i
maestri della più grande ipocrisia.
N. Kivano Asti.
Piccola Posta
ItAI.DONIERK, Città. Sì, è vero;
il famigerato cavaliere d'industria
e il suo degno rampollo Vittozzi vole
vano comprarsi la proprietà dove il
nostro Silvagni tiene gli Uffici della
"Ragione" con la barberia al solo sco
po di rovinarlo, anche se avessero do
'vuto pagare detta proprietà qualche
migliaio di dollari in più del valore
reale Altro che benefattore degli i
taliani ! Alla larga da certi filan
tropi!
A. VIGLIONE. Anche la mia
barberia fu piantonata domenica scor
sa e mi fu ordinato di chiudere. Che
vuoi, il Cavaliere Ufficiale d'industria
si vendica sempre cosi: col. fare Io
spione della polizia.
UN AMICO, Città. E' proprio
come voi dite, il capo calzolaio milita
re, alla riunione della Cooperativa, eb
be la faccia tosta di presentarsi nien
temeno come Cassiere; ma tutti i pre
senti, sapendo con chi avevano a fare,
lo trattarono come si meritavo «d al
lo sfoglio risultò che egli aveva avu
to soltanto il suo voto.
IL NOVELLIERE. Scranton, Pa.
La federazione baldiana sta andando
a rotoli; oltre alla Società dei Bar
bieri ed a qualche altra, ne sono usci
ti il Segretario Sig. Giuseppe Falan
ga, il Direttore Sig. Giovanni Ric
ciardi (da non confondersi col dottore
omonimo) e si crede che altri segui
ranno l'esempio di queste due coscien
ze libere.
SARTO, Città. Si, quando av- -
venne lo sciopero dei sarti, furono e
seguiti degli arresti in massa. C. C. A.
Baldi fu chiamato da un suo inquilino •
sarto che era stato arrestato per isba
glio, affinchè lo facesse mettere in li
bertà. Il benefattore degli italiani
gli fece sapere che se non voleva pas
sare una notte al fresco, avreb
be dovuto sborsare dollari 13.50.
Il poveretto disse che non li
aveva ed il filantropo replicò che
senza soldi non si cantano messe. Però
un oscuro Figlio d'ltalia qantò la mes
sa senza soldi e il detenuto venne
fuori senaa pagare il becOo d'un quat
trino. Ai buoni i conienti!....
DON VITTOZZI. Città. Nel pren
dere in mano il battaglio sembra che
ti abbia fatto indigestione. La Colonia
non vuol più sentirvi, né te nè tuo pa
dre..
PULCINO, Città. Pensa alla sa
lute, chè quanto prima faremo i con
ti con te ed il presidente paesan
VOLPICINI, Phila., La Lombar
dia fra le 8 e le 9 strade e Christian
forse chiedeva notizie al degenerato,
per sapere se vi era altra refurtiva da
incettare, come quella di Mar...aniello.
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