4 L'atto coraggioso di Gennaro Tito Manlio LA VIGLIACCHERIA DEI BENEFICATI. ATTESTATI DI STIMA. —LA SOLIDARIETÀ' DI ITNl T N EX SUPREMO UFFICIALE DEGLI INDIPENDENTI. Il signor Gennaro Tito Manlio, che era Grande Tesoriere, senza tesoro, dei Pendenti, disgustato degli at ti inconsulti del Grande Pederasta, vice cancelliere di una derubata segre teria comunale, la scorsa settimana licenziò alla stampa la seguente lette ra che non ha bisogno di commenti: LETTERA APERTA AL SIG. DOME NICO D'AC. FAN NO Grande Venerabile dell'Or. Ind. F. IVI. SIGNORE, Con la presente mi pregio comuni carvi alcune informazioni le quali, per quanto son sicuro non faranno molto piacere a voi, saranno apprese, però, con giubilo dai veri italiani di Phila delpnia. e potranno giovare alla buo na causa per la quale tanti lavorano «•en Intelletto di amore. Voi e la coorte che vi fa degna co rona, avete creduto di compiere un bel gesto e di far dispiacere a qualcuno, ?h:edendo che io ritornassi la "fascia" di "Gran" Tesoriere dell'Ordine Indi pente Figli d'ltalia. Il gesto, tutt'altro che bello, è sem plicemente ridicolo. Avete creduto de capitare me di una carica che non è mai esistita se non nella vanità o im becillaggine di scimiotti che vogliono copiare le grandi cose e nel tentativo si coprono di ridicolo e di scherno. Grande Tesoriere. .K di che? Nella vostra somma dabbenaggine avete anche assaporata la gioia di dar mi una lezione. Poveri di spirito! Voi dovreste pur vedere che mi avete libe rato da una carica che mi dava la ri dicola apparenza che dal vostro Or dine i grandi ufficiali derivano e che mi avete risparmiato il fastidio di di mettermi. Voi sapete che non ho mai avuta la sciocca ambizione di Grande Tesorie re (sic). Ho sopportato l'imposizione per rispetto e deferenza a qualche a mico. Se avessi avuto velleità, sarei intervenuto alle sedute del Grande Concilio. Se avessi avuto elieità, 6arei intervenuto a qualche inaugurazione di loggia. La mia non celata indifferen za, mostrava eloquentemente che io ero semplicemente rassegnato a sop portare una croce che qualcuno, per propri motivi, mi aveva messo sulle spalle. Ed in questi ultimi tempi io sentivo imperioso il dovere di levarmi la croce, e ciò, come diceva un altro ex "indipendente", per rispetto a me stesso. Qualche vostro amico conosce il mio pensiero in riguardo e sa come e quanto mi sia cooperato per la fusio ne dei due Ordini. Grande Tesoriere? E di che? Dove era e dove è il tesoro? Il tesoro in mio possesso, per 13 mesi, è stato di $3.59. che vi ritorno in check. E quali erano le mie funzioni.? Quelle di un presta nome, mentre altl*i spilla e ma neggia il denaro di quelli che non san no. Grazie, dunque, Grande e pur Grande Signore. Voi mi avete reso un segnalato favore e perciò desidero che i miei ringraziamenti comunichiate al vostri colleghi di Concilio. Essi sono tutti Grandi... Intanto tni affretto a darvi un'altra notizia che son certo non vi farà pia cere. La mia Signora ed un mio fi gliuoletto, come sapete, fanno parte di quella realmente grande famiglia, grande per numero e per idealità, l'Ordine Figli d'ltalia. Io e l'altro fi gliuolo, trattenuto in mezzo a noti dis sidenti, vi porgiamo le dimissioni e compiamo una più bella unione di cuori e di anime iscrivendo l'intera j Assicurazione contro gì' incendi | Se troverete la via diritta, per una casa di pochi soldi potrete I ricevere un buon indennizzo, non meno di j »*" 2 MILA DOLLARI 1 Dirigersi alla succursale in Penns Grave, N. J. diretta dal , I FABBRICANTE DI PIGNATE P »*" »"*■ »"* '"A ■"* "*■ famiglia Tito Manlio all'Ordine Figli d'ltalia in America. Come il mio cuore si sente sollevato j ora che senza pressioni, posso compie re il mio voto, che è voto anche di o gni vero italiano, quello cioè di unirci sotto un grande vessillo di italianità; il vessillo del leone d'oro in campo bianco, il vessillo che unisce gli italia ni sull'altare di comuni e santi inte ressi, e non li divide sulla base di lo schi interessi personali! Non vi nascondo, intanto, che pro vo un dispiacere nel lasciare quei buo ni i quali, o perchè tratti in inganno, o perchè cedono a pressioni o perchè in buona fede, rimangono ancora intorno a voi. Ma io sono certo che i detti buoni seguiranno man mano il biÉm esempio e accorreranno nel gran camipo «love la gente italica, con fede, entusiasmo e costanza, lavora, lavora per l'affer mazione del gtnio della nostra razza in questa terra e per la grandezza di questa patria di adozione. Addio per sempre, addio, o messe re. Gennaro Mito Manlio A questa lettera, dettata dal Dr. Curiangiolo, (abbiamo i testimoni ocu lari con noi) il Grande pederasta, dopo averla scritta di proprio pugno (credevamo che i solo discorsi scrives se per lui il Dr. Curiangiolo) la comu nicava alla t loaca, convinta che essa potesse suonare offesa ed attacco alla onestà del Titomanlio, mentre non è che la condanna dei pederasta, 'degli amici di San Martino, dei vigliacchi che vi strisciano se siete prono ai loro sfruttamenti, si vendicano di voi se non siete più del loro parere. E' bene che si sappia che si deve al Tito Manlio se oggi il Dr. Curiangiolo può esercitare liberamente la sua pro fessione; è dovuto al Signor Tito Man lio, ed alle centinaia di dollari spesi, se il Dr. Curiangiolo potè rimanere, indisturbato, per alcuni anni, medico ;della Corte Forestica; è merito del si gnor Tito Manlio se oggi, oltre alla clientela di 25 soldi la capa, il Dr. | Curiangiolo ha qualche buon cliente che, ignorando la sua capacità scienti fica, gli paga 5 franchi per la visita. E lo sconoscente, l'ingrato, il vi gliacco ha dettato pagine di vergogna contro chi fu il suo benefattore. Un po' alla volta lo conosceranno tutti quel serpe strisciante! Per tutta risposta all'infame comu nicato, dettato, come dicevamo, dal Dr. Curiangiolo, pubblichiamo qui ap presso un documento che parla da sè, firmato da quattro connazionali che conoscono molto da vicino le bie che figure dell'altra sponda: "Quale attestato di stima verso il Sig. Gennaro Tito Manlio, ed in segno di solenne protesta per l'indecente Co municato apparso sulla "Cloaca" degli austriacanti, teniamo a far conoscere al pubblico che, allorquando si doveva addivenire alla costituzione della Grande Loggia dell'Ordine Indipen dente, tra pochi capi s'era preparata la lista d«gli Ufficiali. Nell'esammar la, noi sottoscritti ci opponemmo alla scelta del Signor Domenico D'Aguan no, perchè non lo credevamo all'altez za di occupare la carica di Grande Ve nerabile e a quella di Grande Tesorie re nella persona di Gennaro Tito Manlio. Per quest'ultimo la nostra op posizione si basava sul fatto che, cono scendolo molto da vicino, eravamo si curi che egli non avrebbe atteso al di simpegno dell'alta carica con quello zelo che sarebbe necessario e non a vrebbe frequentato nè sedute nè altre funzioni. A questa discussione era presente anche l'attuale Grande Segretario Ar chivista degli Indipendenti, Sig. Gio vanni Calca vecchia. 11 Dr. Giovanni Ricciardi sosten ne a spada tratta tanto il D'Aguanno che il Tito Manlio ed aggiunse che, j volente o nolente, costui sarebbe do- i vuto essere il Grande Tesoriere, poiché l'Ordine aveva bisogno di fondi e nes suno meglio del Tito Manlio sarebbe stato in grado di sopperire, all'occasio ne, alla deficienza o alla mancanza de gli stessi. Falsa dunque l'asserzione degli In dipendenti che Gennaro Tito Manlio rappresentasse, nel seno del loro Or dine, uno di quei fantocci di paglia che si mettono sulle bighe di grano, giacche egli era stato assunto alla ca rica perchè avesse sborsato del suo quante volte se ne fosse presen tato il bisogno, ed il caso della type writer informi. Dal che risulta che il Signor Tito Manlio è stato da qualcuno non scre ziato, ma saccheggiato, lo è stato uni camente dagli Indipendenti. Philadelphia, Pa., July 18th, 1917 Raffaele Settanni Mariano Sinatra Aristodemo Palladino Filippo Bonaccorsi." Per l'atto coraggioso compiuto, mol ti connazionali, specialmente degli In | dipendenti, dei quali potremmo pub blicare numerose lettere, si sono con gratulati con il Signor Tito Manlio. Ne pubblichiamo intanto una so la, di una persona insospetta, che è stata la più alta autorità dell'Ordine Indipendente. Lo facciamo però a ma lincuore, sicuri come siamo che i vi gliacchi cercheranno di vendicarsi an che dell'autore di essa. Ed a ven dicarsi, ne siamo certi, sarà anche il Cavaliere d'industria Ufficiale, senza che il degenerato, in questa occasione, si commuova, come in un'altra circo stanza, e dica che il vendicatore è de gno DEL BERRETTO A RIGHE E DELLA CATENA AL PIEDE. La lettera è del Capitano De Luca e suona così: PHILA., 16 LUGLIO 1917. CARO DON GENNARO, LE MIE PIÙ' SENTITE CONGRA TULAZIONI PER LA LETTERA A PERTA AL GRANDE VENERABI LE. OSSEQUIO LA SUA SIGNORA, SALUTO LEI ED I RAGAZZI, capitano RAFFAELE I)E LUCA Ex Supremo Oratore dell'Ordine Indi pendente, collocato a riposo per man canza di gambe ,ma non di cervello. Tutti ingrati e sconoscenti a questo mondo! Più volte il Sig. Tito Manlio ha rifocillato il ladro di francobolli e gli è stato prodigo anche di denaro mai ritornato. Oggi il ladro lo ha com pensato concedendo ospitalità ad un comunicato che vorrebbe suonare of fesa contro il suo benefattore. Ah, canaglia; tutte uguali! A. P. Ai nostri amici e fratelli lettori QUESTO GIORNALE E' FATTO DA VOSTRI AMICI, DA VOSTRI FRATELLI CHE VIVONO CON IL LAVORO QUOTI DIANO. SE VOLETE PERCIÒ' CHE "LA RAGIONE" CONTINUI A PUBBLICARSI, E* VOSTRO DOVERE DI CONTRIBUIRE A MANTENERLA IN VITA. NOI SIAMO BENE CORAZZATI E NON LA SMETTEREMO SE NON AVREMO RICACCIATI NEL LA MELMA IL SICARIO. DEL RESTO SONO GIÀ' NOTI I SE GNI DI DEBOLEZZA, DI ISOLAMENTO E LA CLOACA IN SE GNO DEL PROGRESSO FATTO HA DIMINUITO IL NUMERO DI PAGINE. AVANTI. DUNQUE; NOI ASPETTIAMO LA VO- ; STRA SOLIDARIETÀ'. LA RAGIONE Ciò' che si dice ciò* che si fa Si dice in colonia che in un altro numero della cloaca il degenerato ri pudierà sè stesso e farà un'altra con fessione di fede. Egli dirà: Nel numero scorso, sempre pari a me stesso, mentre avevo dichiarato in un stelloncino a capo delle due prime colonne che non ero contro i Figli d'lla lia. nel corpo del giornale li ho poi chia mati disertori, mi sono rallegrato del ! Charter da essi non ottenuto ed ho pubblicato che tre logge (che non ap- J partengono all'Ordine regolare) se ne Min passate agli Indipendenti. Nel momento in cui scrivevo ero un alcoo lizzato: quando i numi tutelari mi ri prenderanno sotto la loro protezione difenderò l'Ordine ed attaccherò i suoi dirigenti. Lettori, perdonatemi; se non sono una canaglia, sono bensì una carogna putrida. * * * Il 17 corrente, alle ore Ì0.1'.0 di mat tina, quando il sole incominciaVa a far sentire i suoi raggi cocenti, davan ti ad una stalla funebre l'accalappia cani era per mettere il collare ad un cane avvelenato che era per addenta li i pantaloni di Costantino Costanti ni. Alle grida di Costantini la folla che gremiva le vicinanze riconobbe che in vece del cane, era il Cavaliere d'indu stria Ufficiale al quale avevano dato di volta le cervella. * * * Ogni sera, verso mezzanotte, il C;tv. C. C. A. Baldi fa a mosca cieca di die tro la porta mezza chiusa del suo fu nebre ufficio bancario, per spiare che cosa si fa nella farmacia Tito Man lio. * « * La sera del sabato che usci l'ultimo numero de La Ragione qualcuno si re cò da Mr. Davis ed offrì fino a $5.00 per una copia del nostro giornale. Ciò significa che questo foglio fu stigatore è ricercatissimo. * * * Il Cav. C,. C. A. Baldi sconsigliava una donna di Manayunk ad entrare all'Ordine Figli d'ltalia perchè, le di ceva, esso non ha il Charter d'lncor porazione. All'aria aperta Cav. Baldi ti daremo la lezione che ti meriti. Non essere sempre vigliacco. » * « Vittozzi, con una signora deposi tante, si lagnava che il di lei marito aveva firmata la protesta contro di lui e di suo padre. La signora che non sapeva nulla, rispose dicendo di ignorare la faccenda. Allora Vittozzi soggiunse: Oh, ma io lo so che lo han no l'atto firmare per forza e così, a mezzo di un suo giannizzero, mise in giro la*voce che quella signora qra andata a fare le scuse per suo marito. Neanche il rispetto per la donna, Vittozzi di Viterbo! ♦.» * Un certo Giorgieri o Giorgessi, me dico per virtù di un vecchio amico di... famiglia, scrive all'Opinione che la loggia Tendente esiste ancora. E va bene. Se le logge possono esistere con 7 soci, lasciate pure che esista la vostra Loggia. ** * « Il fabbricante di Pignatte, spaccia tore di carte false, il vedovo della mo glie vivente e marito delle due sorelle, ha detto che vale 100 volte più un tizio che un caio. E va bene, quan do è lui a dare simili giudizii nessuno si dispiacerà. » * ♦ Gli Indipendenti si sono provvisti di bottoni come quelli dell'Ordine rego lare. Se hanno tutto copiato, deve o ra farci impressione il fatto dei bot toni ? * * * Costantino Cqptantini ha voluto prendere le nostre parti per giustili care una innocua piccola posta com parsa nell'ultimo numero de La Ragio ne. Che dio te la mandi buona, Co statino. Noi ti ringraziamo della tu:i preoccupazione, ma tu non hai messe a posto i veri termini della questione. Prima che noi possiamo negare che la piccola posta si riferisce a qualcu no, questo qualcuno deve dimostrarci che è lui l'uomo di cui si parla. Vi sono tanti Dio hane in Phila'delphia che vivono di parecchi mestieri che non è il caso di ammalarci se qualcu no di essi si risente. * * * In una festa cattolica avuta luogo ad Hammonton, N. J., i nostri cugini sono andati in processione con candele in mano. Fra essi vi era anche il Supremo Deputato, protestante a Manayunk, cattolico a Christian St., e Massone. L'Ordine indipendente, crediamo hoi, se ha gli stessi principi nostri, am mette nel suo seno tutti gli italiani, qualsiasi sia il loro credo politico o la fede religiosa. Ed allora come si spie gano le manifestazioni collettive reli giose? Non si insulta così il senti mento religioso di soci votati ;id altra fede ? • * » Ogni qualvolta esce la Ragione il Dr. Curiangiolo, col viso pallido e con le mani in tasca, si aggira intor no alla barberia di Antonino Viglione. Alcuni che l'hanno visto hanno dubi tato che il Dr. Curiangiolo volesse fa re lo spavaldo. Noi però che lo sap piamo essere solamente capace eli spa rare una buona bottiglia di sciampa gna, abbiamo ragione di' credere che egli voglia avvicinarsi a Viglione e parlargli. E c'è bisogno di prendere un atteggiamento così pagliaccesco per far ciò? Un bigliettino d'invito b l'ap'puntamento sarà tenuto. Il degenerato preso in giro Ne'll'ultimo numero della Cloaca, il degenerato, sotto il titolo "a proposi to del vero Ordine Figli d'ltalia", di ce di aver ricevuto una lunga lettera eli un certo signor A. G. Gulotta, che fa parte (lei Supremo Concilio Ordine Figli d'ltalia in America. Canaglia, non farti prendere in gi ro, noi vogliamo metterti nella dirit ta via e, se hai la fregola di attacca re l'Ordine nostro, non cadere almeno in grossolane contradizioni. Negli Stati di New York e New Jer sey vi sono parecchi Ordini che hanno rubato all'Ordine vero iniziativa, sco pi e nomi. E come vi sono ftli Indipen denti ed i Dissidenti, vi sono pure gli Ordini Figli d'ltalia. Quel Signor A. J. Gulotta, comuni mente conosciuto per avvocato seni laurea, tanto che, come per altri rea anche, fu in carcere per avere abu:, ; to di una qualità che non aveva un espulso dalle nostre file. F.jrli Supremo Venerabile o Supremo Ufi ciale di un altro Ordine Figli d'ltali compoeto in tutto di 85 soci, quell'O dine contro il quale Baldo Aquilai ha ricorso per ottenerne il dis-oK mento. Attenti, perciò, canaglia, a non c dere nuovamente nella trappola. Non è poi vero che sia stato il tira de Segretario archivista a risponde alle contradizioni del degenerato. 11] ficio del Grande Concilio dell'Oidi non risponde a nessuno direttili- ™ o indirettamente, ma esso si i rà a mettere le cose a posto in u dei prossimi numeri del Bollottii.o [ fidale. Al Prof. V. Titol Per i buoni uffici di un comune ai co, evitammo gli attacchi che e vamo prefissi di farti, ed accettam l'armistizio propostoci, per tutto il j se di Giugno, cioè fino a quando il i Giovanni Di Silvestro fosse stati! li ro dagli esami. Il tempo stabilito i> mai trascorso e nulla ancora . . } to per addivenire al contraddite Titolo-Di Silvestro, onde stab ! fatti ed accertare le responsabilit; quanto è avvenuto. Non ci saremmo più occupati questa vertenza, se non vi avess preso parte. Noi non intervenia no, per amore di scandalo, o per f attacchi personali dai quali rifugi ino; interveniamo solo per difent l'onestà calunniata e la giustizia i culcata. Desideriamo quindi conoscere s deve tenere il contraddittorio Di vestro-Titolo e quali ne sono le co zioni, onde regolare la nostra con ta. Avvertiamo che saremo viol nel nostro linguaggio, contro gli responsabili anche se questi fos degli amici cari. Bazza a chi tocca. N. Rivato \>ti W i W II <