Le disoneste metamorfosi del ladro di francobolli Da un giorno all'altro, a secondi; del suono metallico, il mercenario l'assassino della prima moglie, ti eie vts inni apologetici o ti accoltella alla schiena. Noi fummo leali avversari del t'av, C. C. A. Baldi, ha ripetutamente e- I sclamato il degenerato; ma ora, ag giungiamo noi, per l'offa che dal fi -1 gfio di lui ci viene gettata noi pren diamo le sue difese, anche se contrc lo pseudo leader sia tutta la colonia ad ' insorgere. [ Se qualcuno interpellerà il Cav. G C. A. Baldi egli affermerà solenne tniente due cose: 1. Che di tutti i suoi avversarli, quelli per i quali ha maggior rispetto i sono i fratelli Di Silvestro che, sem pre coerenti a se stessi, non gli hannc dato mai quartiere. I 2. Che al degenerato, quando cir ;ca due anni fa, era per mettere fuo ri un altro foglio, negò la rèclame 'della sua Ditta e lo consigliò di lascia |re il giornalismo e dedicarsi ad altre •lavoro. E Non avesse mai pronunziato questo Beale e sincero suggerimento il Cav, C. C. A. Baldi, perchè dopo questo in cidente, gli incominciarono a piovere .'addotto tutti gli improperi di cui è Jricco il vocabolario del degenerato. 1 1 lettori non hanno certo dimenti cato l'articolo da noi due volte ripor tai", che classifica il Cav. C. C. A. Bal di fia coloro che dovrebbero portare il berretto a righe e la catena al piede. t»opo questo insulto così triviale, che ■tanche i più acerrimi nemici del Bal di avevano mai pronunziato, nessuno |rede più alla lealtà dell'avversario. Ma I degenerato non si fermò lì, per chè in ogni numero delle poche copie del suo foglio, il Cav. C. C. A. Baldi era sempre il suo bersaglio. Potrem mo ;.:i riprodurre per interi i suoi at tacchi , ma ce ne asteniamo per non sec are il pubblico che conosce a me na to le gesta del ladro di franco bol! e per non sciupare soverchio spu io. fpìNon possiamo però fare a meno di ripotare alcuni passi che sono uno stri ente contrasto fra gli elogi che il degenerato fa ora al Cav C. C. A. Bai' i con gli attacchi di ieri. Noi numero «lei 13 Febbraio 1915 del!.; Opinione del Popolo, parlando dell'assoluzione di James Giuliani, accusa di truffa che avrebbe com messi in danno dei coniugi Campopia no, I degenerato diceva che gli ac cusatori caddero in tali e tante con- Bpdizioni. da far generare nell'animo dì tutti la quasi certezza che le accuse fOS!- ro false del lutto e che esse non foSs ero altro che il prodotto legitti jK di una infernale macchinazione Oprante a compromettere il Giuliani istes>o per conto e mandato SPECIA LISSÌMO di qualche suo nemico. Nello i|H|so scritto il degenerato conchiude così: Noi siamo certi intanto che il Giu liani prima, ed il I>i Berardino dopo, offesi atrocemente nella stima e nella reputazione di onesti cittadini e di gentiluomini a tutta prova, sapranno agire energicamente contro i loro ca lunniatori fino a ricercare le prove po sitive che varranno a statuire la re spon-.iHilità dei nascosti orditori del l'infame congiura mirante a rovinarli civilmente e moralmente giacché è fuo ri dubbio che gli orditori vi sieno stati e la voce pubblica abbia incominciato ad additarli da tempo. Giacche è il Cav. C. C. A. Baldi al qt!ÌU£ il ladro di francobolli allude, noi non possiamo credere, e con noi tutti i coloni, che la lotta allora fosse ■tate fatta lealmente. Le accuse che in questo scritto il degenerato fa al Cav. C. C. A. Baldi ggMt semplicemente terribili da non trovar' riscontro neanche in quelle che si facevano a Palizzolo. Egli lo Mabrive un orditore infame che ave va lo specialissimo scopo di congiura re in danno di onesti cittadini e di gen tiluomini a tutta prova per rovinarli civilmente e moralmente. Alla larga da avversari leali di que sta fatta, dirà sotto i baffi il Cav. C. C. A. Baldi! Se noi lo dovessimo credere autore di tanta infamia, dovremmo ritenere :he il Cav. C. C. A. Baldi sarebbe pu re capace di dare del denaro, al dege nerino, anche se a mezzo di suo figlio, con mandato specialissimo di attaccare la reputazione di due galan tuomini Giovanni e Giuseppe Di Sil vestro. il cui patrimonio morale è su periore ad ogni sospetto. I lettori, i vecchi coloni specialmen te, sono pregati di riandare con la memoria a circa tredici anni fa, quan do il ladro di francobolli fece una lot ta spietata a Luigi Di Berardino, af fittandogli gli epiteti più triviali sol perchè il visionario lo credeva amico ii una persona cne egli martirizzava giorno e notte con calci allo stomaco in periodi interessanti. Ebbene il si :ario che ha fama di dire bianco e nero dieci volte in cinque righe, il 13 Febbra o 1915 chiama Luigi Di Berar dino Onesto cittadino e gentiluomo a tutta prova. Assassino della prima moglie, riti rati che fai schifo perfino alle carogne :ome te! » * * Nel numero dell'Opinione del Popo | lo del 15 Aprile 1915 il degenerato si I occupa ancora del Cav. C. C. A. Bal j di. Nel numero precedente lo aveva ' accoppiato a I'alizzolo; in questo lo | chiama uno speculatore dall'anima. ; candida. j V'è poi il Cav. Baldi, incomincia il degenerato, che s'è oculatamente af trettato, come ai tempi del fallimen to della banca Delli Paoli, a chiamare a raccolta, sotto le gloriose bandiere della Federazione, i creditori della Banca BozzelH, che s'è messa in li quidazione, promettendo ad essi anti cipi sulle somme che avanzano e delle quali non avranno mai di che temere perchè l'attivo della banca istessa po trà in certo qual in od» far fronte al passivo. j Piace al Cav. fiali di aiutare sem pre tutti quelli che possano mai tro varsi nelle condizioni di non aver bi sogno di aiuti, e sapete perchè gli piace? Per conoscerli da vicino, en trare in confidenza con loro, farseli diventare clienti e ridurli un giorno nella condizione di aver bisogno per davvero e di essere poi dolente di non poterli.. aiutare Oh quanto è grande 11 nostro ( iali Peccato che non sieno ancora molti quelli che san no pesargli l'anima c... andida al bi lancino scrupoloso del farmacista. Secondo il degenerato il Cav. C. C. A. Jialdi non è che un volgare mesta tore. Ma più che mestatore, in un ar ticolo apparso nell'Opinione del Popo lo del 22 Aprile 1915 lo definisce per ca>aliere. d'industria; ambizioso, maligno e deplorato, mentre inneggia, neanche se fosse stato profeta, ad un suo prossimo tonfo. Il degenerato in quell'occasione scriveva che in colonia non si vogliono più chiacchiere e fa l'analisi di due istituzioni: la Federazione e 'a Socie tà per gli immigranti. Kgli dice così: Si pensò molti anni fa, ad istitui re la Federazione dei nostri sodalizii, e solo per qualche tempo la prima del le buone istituzioni coloniali sorta in mezzo a noi sembrò vivere una vita consona al buon programma da cui trasse origine, (allora della Federa zione facevano parte i fratelli Di Sil vestro, n. d. r.) giacché non tardò ad ammalarsi, per l'indiscreta e colposa inframmettenza del SOLITO DEPLO RATO elemento ambizioso e maligno, e si ridusse miseramente alle sponde di una pura e semplice baracca pri vata, col migliore dei vantaggi di un ILLUSTRE CAVALIERE d'...ella Co rona d'ltalia il cui TONFO sentiremo prestissimo nel... mare magno delle mostruosità coloniali. Come è coerente .1 degenerato: Due anni fa, il 22 Aprile 1915 egli aveva pronosticato che il Cav. C. C. A. Baldi avrebbe fatto un TONFO. Ebbene, og gi che costui è per fare quel tonfo so lenne invece di rallegrarsene, egli lo difende. Il degenerato intanto continua, nel lo stesso articolo, ad attaccare italdi e la Federazione con queste parole: Dalla esposizione dei l'alti che ri flettono le dui nostre istituzioni colo niali Federazione e Società per gli immigranti noi vogliamo dedurre che deve assolutamente combattersi la prima perchè asservita solo all'in teresse di uno o di pochi che la mano vrano, e deve assolutamente propu gnarsi e difendere il mantenimento della seconda perchè di indole ed in teressi coloniali nell'amministrazione della quale nessuno osò mai macchiar si in alcun modo le mani. 1 lettori non ricordano o non sanno come il degenerato mantenne questa sua promessa, di appoggiare cioè la Società per gli immigranti g di com battere la Federazione. Egli fece tutto il contrario, combattendo cioè la Socie tà per gl'immigranti e appoggiando la Federazione. Gli amici ricorderanno l'elogio tessuto a quest'ultima istitu zione nell'ultima sua festa dei mar cheroni; noi ora riproduciamo uno dei tanti attacchi fatti alla Società per gli immigranti appena quattro mesi dopo la promessa di volerla appoggia re, cioè ii 7 Agosto 1915: Se è per il mangiare e dormire non v'è ragione di impensierirsi trop po. V'è qui una Società per gli immi granti che aiuta i connazionali poveri. Tiene la casa al cantone delle dieci strade e Bainbridge St.; andate là e chiedete quello che vi occorre, anche una visita medica al dispensario, se credete, e sarete prontamente soccor so. Non avevo finito ancora il mio dire che vidi quel povero diavolo farsi pal lido in viso, come chi stesse per perderè le speranze intorno ad una co sa vagheggiata e desiderata tanto. Poi, facendo una sconfortante crollata di capo, mi rispose: "Ci sono staio ieri sera al la Ca sa degl'lm-mi-gran-ti. Fui ricevuto da un ontone alto e gras so, inurbano nei modi anzichenò, sen za giacca e con le brache aperte tutte quante il quale, con fare da diavolo, mi disse: "Chesta casa 'ca non se sa cchiù a chi canghera appartene; cierte vote ce manga puro lo gassio e di soccursi non se ne ponno dà propita a nisciu- no. lo non viengo panalo dall'anno tre stè trascurso e se pe' ppoco me vola no le buschere pe' la testa affittarag gio li lietti a' na quinnicina di bur danti e po' lascia c'allucca lu presi' dendo e lu consiglio di ministrazio ne". . i Ne volete di più da un sicario che j da oggi a domani baratta penna e co j scienza, a chi più paga ? Non aveva fatto egli, il degenera j to, elogi sperticati ai fratelli Di Sil- I vestro, sia durante il processo Nasel li che in tutta la loro vita giornalisti j ca fino al giorno che La Voce del Po [ polo si trasferì a New York 9 Non aveva egli elogiato Tommaso Catalano quando questi risuscitò la Voce della Colonia? Il 31 Luglio 1915, nell'Opinione del Popolo cosi egli par lava del vecchio colono: "La Voce della Colonia", dopo una sosta di parecchi anni, perchè, u nendosi a "Il Popolo", andò a formare il quotidiano La Voce del Popolo", ha riprese le sue pubblicazioni setti manali a cura del suo vecchio diretto re Sig. Tommaso Catalano. Ne abbia mo ricevuto il primo ed il secondo nu mero e non possiamo a meno di di chiarare che «à presentano compilati con molta cura e con competenza. Il Signor Tommaso Catalano, uomo di idee ordinate a tutta prova, può ben dirsi il decano dei giornalisti del la nostra Colonia, giacche è da oltre vent'anni che egli vive nel giornali smo, dedicandovi un'opera continua non solo, ma sagace ed onestissima anche. Mai una cosa o un fatto che avesse dato motivo a giustamente (li re male di lui, e questo vuol dire molto in mezzo ad una casta che non sempre riesce a lusingare mollo bene di sè. Il signor Catalano, adunque, dopo dieci e più anni di giornalismo quoti diano. ritorna con la sua "Voce della Colonia" in mezzo alla classe dei set timanali. Si abbia senz'altro il nostro doveroso saluto insieme all'augurio ili quel successo che non dovrebbe mal mancare, ma che disgraziatamente manca quasi sempre, alla stampa dal le buone intenzioni e dai propositi te naci attraverso il disimpegno di una missione delicata per quanto difficile t beneficio dei nostri ambienti colonia li. Tommaso Catalano nel 1915 era uo mo dalle idee ordinate a tutta prova, che al giornalismo aveva dedicato la sua sagace ed onestissima opera. Più tarili, qualche anno dopo, il degenera to lo insulta atrocemente e sapete perchè ? Perchè egli è quel sicario che è sempre stato. In 20 anni di giornalismo coloniale, lice il degenerato, mai una cosa o un l'atto che avesse dato motivo a giu stamente dir male di lui; dopo 20 an ni, a dirne male è stato il ladro di francobolli che ne aveva elogiato le o ìeste ed ordinate qualità. Chiudendo queste note vogliamo fare una raccomandazione al Cav. C. C. A. Baldi. L'uomo che vi difende oggi è lo stesso che vi attaccava ieri e che vi attaccherà domani. Pagatelo, se vole te, ma pagatelo per il suo silenzio.che vi gioverà più di quello che non pos sa farvi la sua difesa di sicario pa tentato. Una bestia come lui è capace di tutto. > NOI. Bravo don Porco Pio Libera nos Domine, l'au striacante sfegatato, l'uomo che in tutti i ritrovi coloniali faceva propaganda a favole della Ger mania e della eterna nostra ne nca l'Austria, a poco a poco si va trasformando, cambiando ca sacca. Ora vuol diventare pa triota. In ogni numero sua fo gna, che il mondo appesta, viene su con qualche novità per farsi credere un vero Italiano. Nel pe nultimo pezzo di carta inservibi le, pigliando la posa di antiger manese, pubblica un parto sulle Belve scientifiche. Come va questo cambiamento ? Tutti dicono in colonia che il dia volo si è fatto frate, io, invece, sempre incredulo, dico che gatta ci cova. Il pubblico, • quello ben pensante, conosce molto bene la bestia, sa che è maestro in fatto di metamorfosi e non da ascolto alle sue prediche color. can giante. Evviva l'austriacante! I tri bunali non hanno nessun valore per lui, egli ci si sente a disagio, quando specialmente le sentenze di certi tribunali gli lisciano molto bene il troppo duro grop pone. Per libera nos Domine i voti di protesta di associazioni rispettabili non hanno forza, ed allora che ti fa impressione, sola mente quella Loggia degli Indi pendenti che ti gettò, come ad un cane affamato, una pagnotta di $5.00 al mese? Tutti i sodalizi, incominciando LA RAGIONE dalla benemerita Società fra i Barbieri Italiani, tutte le logge che hanno protestato, secondo Don Porco pio, sono ligie alle consorterie dei disonesti. L'au striacante dovrebbe dire piutto sto che è la rabbia che gli rode l'animo suo di fango, perchè nella losca campagna che va facendo per colpire gli uomini migliori della nostra colonia nessuno lo ha seguito. Difatti, dando uno sguardo a tutti i numeri della cloaca troviamo due sole letteri ne di solidarietà; una del rim bambito capitano alcolizzato, ed un'altra di un poco reverendo. Le proteste che si fanno non si votano con leggerezza come vuoi fare intendere; esse invece sono bene ponderate ed è lo scatto sin cero e sentito di una massa di o perai coscienti. L'austriacante dice che le pio teste che gli piovono sul suo capo non gli fanno nulla, nè caldo e nè freddo : e non lo sanno forse tut ti che egli ha un cuore di pietra e nessun senso di pudore? Il vec chio adagio ; carne avvezzo a pa tire, dolor non sente in questa oc casione gli sta proprio a pennel lo. Glie ne dicono di tutti i colori, delle sante verità, ma egli fa sempre orecchie da mercante. Vuol fare il censore degli altri, ma non risponde alle nostre ca tegoriche domande sul come ha passata e come sta passando la vita di America. Bravo don Porco pio, non c'è che lui, non c'è che lui, il più onesto Italiano d'America, il più rispettabile giornalaio di tutto il mondo. Grida, grida ancora una volta che non sei contro la Istituzione dei Figli d'ltalia, noi ti conoscia mo, non puoi dire differentemen te. non puoi dire che sei venduto perchè hai paura, forte paura che qualche Figlio d'ltalia animato da Santo sdegno ti guasti i luri di connotati. Dì pure che intor no ate vi sono anche dei Figli d'ltalia, nessuno ti ascolta, nes suno ti crede, e se qualche caino dovesse essere intorno a te sia mo sicuri che come te ha la stes sa anima di fango. Ti dò un suggerimento, che mi auguro vorrai accettare: ap poggiati un altro pochettino al l'Ordine Indipendente, ti ci tro verai molto bene, come in un tuo feudo e ti assicuro che mangerai rii grasso, molto di grasso. ANTONINO VIGLIONE UN'ALTRA PROVA DEL FAL SO PATRIOTTISMO DEL CAVALIERE Dopo di aver tradita la Colo nia, egli ha traditò anche la Mis sione Italiana, impedendo alla prima di manifestare tutto il suo entusiasmo ed alla seconda il pia cere di conoscere tanti distinti italiani, il che sarebbe stato ca gione di profonda gioia agli illu stri visitatori, che avrebbero sen tito dalla loro bocca tutto l'affet to che gli italiani di Philadelphia nutrono per la madrepatria. Tutto ciò il cavaliere ha voluto impedire che avvenisse con la speranza che i rappresentanti del Governo italiano avessero escla mato: Non c'è che lui, non c'è che lui! ed essere così immortalato. Infatti, di fronte al palazzo dell'lndipendenza, presenti tutti i membri della Missione Italiana, un distinto connazionale lo pro clamò tra i più grandi buffoni presenti, passati e futuri, supe rando per comicità i famosi buf foni di corte del medio evo. Ma, ritornando al suo patriot tismo, quasi non fosse bastato il tradimento fatto alla Missione e agli italiani di Philadelphia, per difendersi dal giusto risentimen to coloniale chiama a patrocinare la sua causa, pagandolo, un tra ditore della patria, un essere così abbietto che gli ergastolani del bagno di Santo Stefano si schife rebbero di avvicinare. Qualcuno potrà dire che lo ha dovuto fare per necessità, non avendo potuto trovare nessun i taliano che osasse alzare la voce in sua difesa; eppoi eppoi ci voleva un traditore per difen dere un tradimento. La Colonia e specialmente noi, Figli d'ltalia, non dimentichere mo mai ed il pelo della politica non basterà per salvarlo. Egli ve drà che il giorno non è lontano, quando noi vibreremo un colpo di forbici al pelo dove egli si è attac cato. Sarà questo il capitombolo finale che dovrà seppellirlo, -che dovrà espellerlo dalla nostra vita coloniale. E noi da generosi, faremo un dovere di erigergli una lapide che dovrà portare scritta questa epi grafe : Qui giace colui che visse di ignoranza edi prepotenza che per La sua ciucciaggine un'e splosione della coscienza colonia le nell'oblio seppellì. FRANCÉSCO TROPEA SILVIO LIBELLATORE E' SEMPRE UGUALE A SE' STESSO Quest'uomo dal passato fosco e tenebroso, non si smentisce mai ; è sempre lo stesso diffama tore, il ricattatore di professio ne, il sicario della penna, oggi con gli uni, domani con gli altri, a seconda dell'offa che gli viene offerta. Il detto del Signore di Voltai re: diffamate, diffamate chè qualche cosa rimarrà, per te, o padre Silvio, non vale più: tutte le accuse e le insinuazioni che tu, anima vile, hai cercato di fare ! a persone che per lo loro vita pas sata, sono degne di ammirazione e rispetto, sono state ribattute, una dopo l'altra, con documenti inoppugnabili, cosa che tu non hai mai fatto alle molteplici ac cuse che ti abbiamo lanciato. La tua manìa di diffamare, la tua sete di scandalo, ti ha fatto dare di volta al cervello e sei ar rivato al punto che tu stesso non sai più quello che dici e che scri vi. Con la stessa facilità e disin voltura che si addicono al borsa iuolo di strada, Silvio Libellato re pubblica nel No. 12 della "Cloaca" del 7 Luglio che tutti i Venerabili delle Logge dell'Ordi ne Figli d'ltalia, con sede a Fila delfia, furono convocati perchè deliberassero sulla proposta di rimettere su il quotidiano "La \ oce del Popolo". La deliberazio ne venne regolarmente presa con l'opposizione di uno solo, il Signor Giacomo Campaniolo della 'Fran cesco Crispi', sui termini di in durre le Logge rappresentate a comprare le azioni pel giornale che si pensa di riesumare. Impudenza, menzogna, falso! I Venerabili e Grandi Deputati si radunarono in seduta la sera del 29 Giugno ultimo scorso, die tro invito fatto dal sottoscritto, con lettela circolare in data del 27 dello stesso mese, pei- discute re intorno alla costituzione di un Comitato coloniale di protesta, in seguito all'insulto fatto dal Cay. C. C. A. Baldi all'Ordine ed all'intera Colonia. II Signor Giacomo Campaniolo votò contro alla proposta di for mare un Comitato Coloniale, so stenendo che i Figli d'ltalia a vrebbero dovuto fare da soli. Questo e non altro fu deliberato dai Venerabili e Grandi Deputa ti. Quanto sopra è detto risponde alla pura verità e ne possono far fede tutti i presenti a quella se duta, prima il Signor Giuseppe Brocato che la presiedeva e della cui indipendenza non possono du bitare i Libellatori e compagni. Come si Vede, il giornalista au tentico non è che un impasto di menzogne, un mestatore di noti zie, un falsificatole di dati e di fatti allo scopo deliberato di at tentare, perchè spintovi dai Cu riangiolo dell'altra riva, alla compagine dell'Ordine Figli d'l talia, e alla onorabilità delle persone che tutto sacrificarono per l'incremento dello stesso. I tuoi sforzi, o messere; gli sforzi del canagliume che ti pa ga, non riusciranno a menomare la fiducia che la grande massa dei lavoratori ha verso l'Ordine ed i suoi condottieri. I tuoi in sulsi attacchi ottengono l'effetto contrario, poiché ci fanno viep più affezionare a loro. Con un individuo simile non si può più discutere; occorre tra scinarlo alle Assisi dei pubblico, e, colla scorta di documenti, an nientarlo. Silvio Libellatore, tu che ti vanti di essere un giornalista au tentico, stammi a sentire : 10, modesto operaio, ti lancio la sfi da per un contraddittorio in un pubblico Comizio, solo ed unico terreno su cui si può discutere coi documenti alla mano. I/opportu nità che ti offro è magnifica per te; ti sarà facile, da giornalista autentico, quale dici di es sere, di potere aver ra gione di un modesto operaio; e se tu riusci iai a provare una so la delle tante tue accuse, stì riu scirai a smentire una sola delle accuse che noi ti abbiamo lancia to, ti acquisterai le nostre sim patie e quelle della Colonia e ot terrai la più ambita soddisfazio ne, quella di scacciare dall'Ordine tutte le persone che tu reputi in degne di appartenervi. Non pre occuparti; la tua parola sarà li bera e non avrai nessun disturbo. Dal canto mio, in questo con traddittorio mi propongo di di mostrarti che tu ricattasti $10(1 alla South Philadelphia State Bank; che truffasti Teti e che le lettere di smentita che vai ele mosinando non hai il diritto di averle. Inoltre, con la testimonianza di una dottoressa e di un tuo a mico, ti dimostrerò che hai com messo un omicidio colposo e mol te e molte altre cose mi ripro metto di dimostrarti. Se non accetterai, la prima j volta che mi capiterai tra i piedi, ti sputerò sulla faccia. Intanto, a marcio dispetto tuo e di qualche canaglia tremebon da, il quotidiano "La Voce del Po polo" è un fatto compiuto. NICOLA RIVANO ASTI Al Sig. G, Campaniolo C'aro Campaniolo, Noi ci siamo voluto sempre bene, ci siamo rispettati ed anche quando l'a ria era piena di diffidenza, non volli credere mai ai miei amici, che mi in formavano (iella tua condotta equivo ca verso di noi e a favore del degene rato. Ora vedo di essermi ingannato e son costretto e credere che gli amici avevano ragione. Ne è una prova lam pante la pubblicazione avvenuta sulla cloaca del 7 volgente mese, a proposito della seduta dei Grandi De putati e Venerabili, della quale sedu ta fu falsato ad arte il deliberato, con propositi di denigrare sempre più il nostro Ordine e tutte quelle persone che lavorano per lo sviluppo di esso. Io e gli amici miei mai abbiamo sol lecitato lettere per smentire i calun niatori perchè non temiamo il control lo di nessuno. .Ma speravamo che, giac ché in detta pubblicazione si faceva il tuo nome tu, così abile maestro di sincerità in teoria, avresti dovu to sentire il dovere, come fa in que sto numero l'amico Brocato, di scri vere sulla stessa cloaca e sbugiardare il degenerato. Questo non lo hai fatto ed ho ragione di credere che tu sei stato a dare la falsa informazione. E' tempo quindi di por fine a questo sta to di cose e che ognuno di noi prenda il posto dovuto nella lotta che si sta combattendo e vedere dove sono i maestri della più grande ipocrisia. N. Rivallo Asti. Piccola Posta BALDONIERE, Città. Sì, è vero; il famigerato cavaliere d'industria e il suo degno rampollo Vittozzi vole vano comprarsi la proprietà dove il nostro Silvagni tiene gli Uffici della "Ragione" con la barberia al solo sco po di rovinarlo, anche se avessero do vuto pagare detta proprietà qualche migliaio di dollari in più del valore reale Altro che benefattore degli i taliani ] Alla larga da certi filan tropi! A. VIGLIONE. Anche la mia barberia fu piantonata domenica scor sa e mi fu ordinato di chiudere. Che vuoi, il Cavaliere Ufficiale d'industria si vendica sempre così: col fare lo spione della polizia. UN AMICO, Città. E' proprio come voi dite, il capo calzolaio milita re, alla riunione della Cooperativa, eb be la faccia tosta di presentarsi nien temeno come Cassiere; ma tutti i pre senti, sapendo con chi avevano a fare, 10 trattarono come si meritav® al lo sfoglio risultò che egli aveva avu to soltanto il suo voto. IL NOVELLIERE. Scranton, Pa. La federazione baldiana sta andando a rotoli; oltre alla Società dei Bar bieri ed a qualche altra, ne sono usci ti il Segretario Sig. Giuseppe Ealan ga, il Direttore Sig. Giovanni Ric ciardi (da non confondersi col dottore omonimo) e si crede che altri segui ranno l'esempio di queste due coscien ze libere. SARTO, Città. Sì, quando av venne lo sciopero dei sarti, furono e seguiti degli arresti in massa. C. C. A. Baldi fu chiamato da un suo inquilino sarto che era stato arrestato per isba glio, affinchè lo facesse mettere in li bertà. Il benefattore degli italiani gli fece sapere che se non voleva pas sare una notte al fresco, avreb be dovuto sborsare dollari 13.50. 11 poveretto disse che non li aveva ed il filantropo replicò che senza soldi non si cantano messe. Però un oscuro Figlio d'ltalia cantò la mes sa senza soldi e il detenuto venne fuori senza pagare il becco d'un quat trino. Ai buoni i conienti ! ... DON VITTOZZI. Città. Nel pren dere in mano il battaglio sembra che ti abbia fatto indigestione. La Colonia non vuol più sentirvi, nè te nè tuo pa dre.. PULCINO, Città. Pensa alla sa lute, chè quanto prima faremo i con ti con te ed il presidertte paesan ... . VOLPICINI, Phila., La Lombar dia fra le 8 e le 9 strade e Christian forse chiedeva notizie al degenerato, per sapere se vi era altra refurtiva da incettare, come quella di Mar...aniello. 3