contro 1 vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione. F. SILVAGNI, Direttore, 911 Christian Street, Philadelphia, Pa. Le LETTERE APERTE del DEGENERATO costituiscono un'altra | L'abbietta spia austriaca, l'as fcassino della prima moglie, il la dio di francobolli, il truffatore il ricattatore, il famigerato pen nivendolo che ha barattato hi propria coscienza, in una paioli quella sentina di tutti i vizi e d tutte le turpitudini, che è sini stramente noto in colonia sotto i nome di degenerato, continua an cora a dibattersi tra gli spasimi di una rabbia impotente, gs. Due o tre settimane addietrc la sua cloaca era ridotta ad une St.ito di esaurimento tale che fa Ctva prevedere imminente la su;: ignobile fine e la scomparsa de diffamatore mestierante dalla Bc na del mondo. Ma tutto ad un tr;.tto, come il serpente assidera to dal freddo che, a contatto del calore risolleva la testa, o come la salamandra che risorge dalle sue (teneri, lo udimmo di nuove latrare rabbiosamente alle calca gna di un galantuomo, che lo ha già ripetutamente inchiodato al!;: Kgna. ®Ma le sue nuove escandescenze non fecero meraviglia. Si sapeva già, prima che la cloaca esalasse i suoi miasmi settimanali, che quel giovinastro, il quale ha di chiarato recentemente di volei assumere egli in persona la dire zione del battaglio, avrebbe fat to qualche inalazione di ossigeno sulla disfatta carogna del mar "scalzone, a patto però che costui sostenesse lui e suo padre, dal 'fiorato altra volta qualificato dégno del berretto a righe del gal eotto e della catena al piede, nella lotta contro di essi ingag jjgtta. da tutta la Colonia, anelan te di assurgere alla propria e maiNjipazione. Ma anche al soldo del nuovo ennesimo padrone il inalinolo continua nella sua via di basse affermazioni e di volgari menzo gne. E bersaglio dei suoi strali innocui ed imbelli è sempre il Grande Venerabile dall'Ordine Figi: d'ltalia, l'uomo dal polso di ferro e dalla coscienza adamanti na che fu e sarà sempre il terrò re dol degenerato straccione e dell'innominato cui Giuseppe Di Silvestro, nei suoi venti anni d'A men :a, non ha mai concesso quari iure. M;i la penna del miserabile, pei' quanto temprata elal veleno del la sua anima prava e dai dollari del direttore del battaglio, diven ta di giorno in giorno più ottusa. Nelle ultime comparso della fogna, colui che assassinò la pri ma moglie, che fece morire il fi glio, miseramente ustionato, che intascò oro nemico in premio elei suo tradimento ai danni della pa tria, scrive cose balorde che di mostrano come qualmente il suo cervello, ottenebrato dall'alcool e dal vizio, sia diventato una polti glia stupida ed amorfa. Tra la farragine di insulsaggi ni che egli stampa, ad un certo punto, volendo forse dimostrare che il Grande Venerabile compie aptSta deleteria in mezzo all'Ordi ne, mentre che tutti, anche gli avversari riconoscono in lui la colonna, la lava potente, il vero creatore dell'immensa massa or ganizzata e disciplinata, esce in queste parole con le quali il mise rabile non s'avvede che si dà la zappa sui piedi : induce le masse vergini al fanatismo. Ma dunque, ladracchione, esi mio ed emerito scroccone, se il fustigatore delle tue turpitudini ha la magica potenza di trasci narsi dietro le folle, bisogna ri conoscere in lui una glande for za morale ed un immenso fasci no che gli accaparrano infinite simpatie. Non sono però le folle vergini che si trascina dietro Giuseppe Di Silvestro, o vaga bondo truffaldino; sono invece quelle folle evolute e coscienti che lo conoscono da venti anni e da renti anni lo rispettano e lo ve nerano alla stessa guisa che per te sentono disprezzo ed esecra zione, perchè lo hanno giudicato ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ" faccia della sua criminalità' multiforme a traverso tutta la sua attiviti multiforme, a traverso la sua o pera nobile e generosa; nel gior nalismo, nella società, nella viti privata. Egli, oggi, bene a ragio ne, è l'idolo non solo degli italia ni di Philadelphia, ma dei conila zionali di tutta la Pennsylvania nel mentre che tu, o ratto im mondo che hai la presunzione d voler Combattere contro la mon tagna, sei universalmente male detto, e ripudiato persino da colo ro che in momenti in cui tu er assillato dalla miseria e dalla fa me, ti hanno aiutato forse cor soverchia larghezza, ed il danan della carità che avrebbe dovute servire per nutrire i tuoi figli ti lo squagliavi nelle barre e nei lu panari, in bagordi e turpitudini ! * * * Il volgare truffatore di Pa squale Teti, il ricattatore dell) Banca delle 11 strade, il vaga bondo che alimenta i suoi vizi coi la mercede del tradimento, conti nuando nelle basse insinuazion emananti dalla sua anima di fan i?o, dice che Giuseppe Di Silve stro, abusando del grado e delli autorità che da esso gli deriva sfrutta l'Ordine coi lavori tipo grafici che si fa pagare ad altis simo prezzo. Che anche quest'accusa sia in fondata, falsa e degna in tutto d un ricattatore, di un ladro e d un miserabile che cambia ogn mese casacca e padrone, lo si de suine da una constatazione sem plice ed evidente. Oggi, nella ti pografia di Giuseppe Di Silve stro, di cui vuol disfarsi, lavori un solo operaio tipografo; per li innanzi, quando esisteva il Popo 10 e prima cioè dell'lstituzione ii Pennsylvania dell'Ordine FÌgl d'ltalia, vi han travagliato fino i cinque operai in una volta. ' Giuseppe Di Silvestro non hi mai sfruttato l'Ordine; anzi a medesimo, oltre al suo tempo pii prezioso e alle sue più nobili e nergie, ha sacrificato anche de suo. Uomini onesti e degni dell; massima stima, i quali nulla d comune hannp con i ladri e ricat tatori come il degenerato, posso 110 pubblicamente attestare che negli inizi della istituzione dell; Grande Loggia in questo Stato l'attuale Grande Venerabile ave va messo a disposizione non sol) i suoi T ffici, ma anche un im piegato della sua Azienda; noi solo il gius per le sedute che ave van luogo comunemente di sera ma persino il telefono di cui egl e non l'Ordine pagava i relativ bills. Ala a dare ancora un'altra prò va del disinteresse di Giusepp< Di Silvestro verso l'Ordine, ani messo pure che ve ne fosse biso gno, basterebbe ricordare un'al tra circostanza che rimonta a primordi della Istituzione ir Pennsylvania. Allorché egli fu e letto Supremo Delegato della pri ma Loggia Italia, accettò l'onori fico incarico a patto che le spese di viaggio e di soggiorno rima (tessero a suo carico e non a ca rico della Loggia che andava i rappresentare. E ciò è tanto pii commendevole, in quanto allori le Supreme Convenzioni si tene vano con molta frequenza. Allo straccione rimpannuccia tosi coi soldi del ricatto, all'alcoo lizzato abituato ad appagare i suoi istinti bestiali col ricavate del più nero tradimento, certe verità potranno sembrare inve losimili. Ma noi non ci preoccu piamo più di questa vile e putri rla carcassa; rispondiamo alle sue volgari diffamazioni unicamente per additarlo al disprezzo di co oro che non ne conoscono la vi ta ed il passato ributtante. » * * 11 ladro di francobolli, l'assas sino della povera moglie e del fi gliuolo, il sicario prezzolato, con- PHILADELPHIA, Pa., 24 LUGLIO, 1917. IL LADRO DI FRANCOBOLLI, l'assassino della prima moglie e de figlio, continua a ricattare Il ladro di francobolli un paio di mesi fa fece il giro degli avvisanti nella speranza di riscuotere l'importo degli avvisi. Da quasi tutti, perchè essi non si e rano mai sognato di concedere la re clame delle loro aziende, fu scacciato a pedate nel sedere e, fra i tanti, van no annoverati coloro i quali col pro prio denaro, presi in buona fede, lo avevano aiutato a dar vita alla fogna. Scaricamazza, per esempio, uno degli gmministratori, sputandogli t>ul gru gno, un giorno che si era messo a pia gnucolare, gli disse: non ti basta di a vermi preso in buona fede e di avermi truffato $25.00, vorresti ora che io li pagassi per l'inserzione? Angelo Cu sano, l'ex presidente (oggi non lo è più il povero burlato) della cosidetta Compagnia editrice, gli ha tolto l'av- j viso, non certo istigato da noi, ed ha preteso la restituzione dei 100 dollari, dei quali il ladro, il truffatore ne ha riconsegnati solamente 50. Tommaso Descano, che era pure un altro degli amministra tori della cloaca, lo ha ri petutamente minacciato e finalmente l'assassino della moglie è stato co stretto a togliere l'avviso. Cosichè il grande seguito che il degenerato van tava lo ha talmente seguito che la fo gna oggi è ridotta a 4 pagine e doma ni scomparirà. Ma ora si è assicurata la cooperazione del capo calzolaio che 1 va in giro e siamo sicuri che gli av visanti lo accoglieranno come merita. Intanto il ladro di francobolli, il truffatore, l'assassino della prima mo tinuanrin .tri assolvere l'incarico ricevuta di recente dall'allampa to Vittozzi di Viterbo, il giovina stri» dall'indole prava che, nelle piraterie cooniali, si sforza di superare suo padre, dice che dor rebbe parlare ad uno ad uno ai signori Figli d'ltalia, per aprire loro gli occhi sul conto del bran de Venerabile; che vorrebbe vi sitare ad una ad una tutte le Logge per far risuonare la sua voce (la voce di uti alcolizzto e di un ladro è sempre cavernosa e non fìsuona) fin nelle più intime fibre dei Frateili che subiscono il fascino emanante dalla figura del lore duce. Degenerato, se nella profonda infamia della tua depravazione ti rimane ancora una leggera om bra di rossore, noi ti prendiamo in parola. Ma il tuo disonore è completo e tu virerai anche que sta volta di bordo, come hai fat to in passato, quando ti abbia mo invitato precisamente a ve nire con noi al cospetto di quelle masse cui tu dici vorresti parla re. Se davvero ti senti capace di venire in seno alle Logge, a com piere la propaganda morale che prometti, noi te ne diamo l'op portunità e la facilitazione, ti concederemo così un grande ono re e ti promettiamo che non sa rai accolto a fischi od a torsate. Ma egli non verrà, il degenera to! Il pubblico assisterà ad una altra fuga sua, perchè egli teme la lotta a viso aperto e si rim piatta come l'insidioso serpente al passaggio del leone. Sputiamogli dunque sulla cor nea, lucidissima faccia e passia mo oltre. * * * Una nuova manifestazione del la criminalità di questo mascal zone s'è rivelata, in questi ultimi tempi, nella ridicola manìa delle lettere aperte. Ne ha scritte pa glie continua a pubblicare gli avvisi «nutro il divieto degli an: '.il. liceo che cosa dicono i poveri ricat tati: 11 Luglio 1917. Grande Venerabile dell'Ordine Figli d'ltalia per la i'eniisylvania l'iù volte ho avvertito il direttore della (Fogna n. d. r.) a togliere la mia retiamo dal suo giornale, perchè oltre che non intendo pagare nulla, non ho piacere che mi pubblichi l'avvi so senza il mio consenso. 1). Alampi. Ladro, ricattatore, sfruttatore, as sassino, come ti permetti di pubblica re avvisi che non ti furono mai da ti •' oggi non ti è più permesso di po ter attaccare coloro che ti mettono al la porta. l'hila., Pa., 12 luglio 1917 Caro Fratello Grande Venerabile, Dalla settimana scorsa incomincia ta con lunedi 2 Luglio, ho scritto al direttore della (cloaca, n. d. r.) perchè tj>Miessp il mio avviar) 'ln quelle mio» né. Salutandola fraternamente Di Lei dev.mo Andrea Travascio Connazionali, arguite l'esempio de gli onesti e dei coraggiosi. Se il dege nerato o il suo rappresentante si pre senterà da voi per riscuotere abbona menti o prezzo di avvisi, sputategli sul viso. Il vostro denaro, guadagnato onestamente, è «lei vostri figli. K' una grave colpa darlo a chi lo sciupa nei lupanari. nicchie il famigerato agente d Fiorina, il magnaccia, il parente di San Martino; ma finiron tutu nel -nulla, anzi servirono a liba (lire ancora una volta l'onorabili tà di Giuseppe Di Silvestro e I; vigliaccheria del diffamatore. Iniziò la famosa serie con uni interminabile bazzoffia al Supre ino Concilio dell'Ordine, nellt quale ammanniva a carico de (bande Venerabile, una falsi accusa, di cui egli per primo co nosceva l'insussistenza, l'accusi cioè che il Di Silvestro avesse ap profittato del danaro delle azion della Voce del Popolo. Tutti ricordano gli effetti de primo parto del ricattatore. I Supremo Concilio, ostentando i più profondo disprezzo per lui riaffermò la sua alta stima pei il Grande Venerabile dell'Ordine nella Pennsylvania e la sua am mirazione per la di lui opera gliarda. Dall'altra parte scese in cam po Giuseppe Di Silvestro in per sona e con documenti inoppugna bili, e con cifre che non sonc un'opinione, dimostrò esauriente mente che le asserzioni del dege nerato erano false, perchè egli, sebbene non legalmente nè mo ralmente responsabile, aveva pa gato, a costo di sacrifici, la mag gior parte degli azionisti ed altri ne andava mano mano pagando. Pubblicò anche la lista di coloro che erano stati soddisfatti, e da quell'elenco il sicario non potè cancellare un solo nome. La prima accusa quindi veni va frantumata come un fragilis simo vetro. Un'altra lettera aperta era in dirizzata al Console italiano Cav. Giuseppe Gentile, ed anche que sta ha fatto una fine presso a po lo simile a quella diretta al Su premo Concilio perchè ognuno sa -he i latrati di un cagnaccio idro fobo ed insoddisfatto non fanno presa con le persone dabbene. Seguono infine, in un solo nu mero della cloaca, altre due let t Te aperte, la prima alla South Philadelphia State Bank. già Ita !ian Co-Operative Banking Ass'n e l'altra indirizzata ad un'altra vittima: a Pasquale leti. Nell'una e nell'altra il sinistro figuro invita i destinatarii a di re se è vero che essi siano stati da lui truffati e ricattati. Naturalmente si l'una che l'al tro han serbato il pi u religioso si lenzio, quel silenzio che suona tacita accettazione della frode su l'ita. N veramente egli si sente puro ed immeritevole di queste due ami e, provi un po' .1 farsi rilasciare in proposito un pubbli co attestato di innocenza. Ma giacché il degenerato era sulla via delle lettere aperte, giacché sentiva una simpatia co si pronunciata per questa forma letteraria, un altra avrebbe potu to indirizzarne a quella tale dot toressa che chiuse gli occhi alla i 111 elice vittima e la cui opera ed assistenza non furono mai nasa te. Il che servirebbe, se non altro, a stabilire un confronto tra Giù seppe Di Silvestro, che ci pei done rà questa volta se lo offendiamo con certi paragoni, ed il degene rato. Giuseppe Di Silvestro paga i debiti, anche quando non vi è tenuto nò moralmente, né legal mente; il sicario venduto invece ricorre persino alla simulazione, per sfuggire ai pagamenti, anche quando trattasi di far onore ad un obbligo sacro, se non altro pei non trascinare nel fango i nomi delle sue vittime. * * * Un'altra accusa che ha fatto il degenarato è stata quella della carta di cittadinanza; anche in questa, travisando, con la più grande impudenza, i fatti, i luo ghi e le date. Alle chiacchiere Di Silvestro, come al solito, ha opposto i do cumenti coi quali ha provato lu minosamente esser falsa l'accu sa di spergiuro; falso che la Cor te di 'I renton si sia occupata dei casi suoi; e la Corte Federale di Filadelfia, alla quale Di Silvestre spontaneamente si presentò, con cesse il diritto di fare una nuova domanda per ottenere la carta cittadina in piena regola. (Il te sto del relativo decreto si pu< leggere Milla "Iìagione" del liti maggio). Altro capo d'accusa è che Giu seppe Di Silvestro non ha paga to i contrattori che gli fabbrica rono il Building de!;a Voce del Popolo e per tutta risposta la "Ragione" del 30 giugno pubbli cava in prima pagina il facsimi le del certificato a firma di G. L. Garman, Prothonotary, dal (pia le rilevasi che i contrattoli Vin cenzo Di Santo e Sante Cossa fu rono pagati fino all'ultimo cente simo fin dal 21 gennaio 191 fi. E' chiara adunque, è evidente la malafede del vigliacco menti tore, il quale, pur sapendo che ciò che scrive è falso, lo scrive tuttavia nella speranza che qual che cosa rimanga. Un'altra accusa ancora! Ma ne crede il lettor necessaria la smen tita dopo quanto abbiamo scrit to ! Il Grande Venerabile tiene l'Ordine in non cale insinua il manigoldo perchè nel banchet to della Missione, pur avendo die ci posti a disposizione, trascurò di metterne uno a disposizione del Rev. Sabbarese, Curatore Su premo, nel mentre lo concesse a Raffaele Settanni. Anche a que sta nuova menzogna si ebbe una duplice smentita: quella del Rev. Sabbarese, il quale scrisse che i loschi maneggi del degenerato non avrebbero turbato i cordiali rapporti tra lui e il Grande Ve nerabile e una lettera di Settan ni, con la costui dichiarava che l'invito non gli era pervenu to dal Capo dell'Ordine, cosa del resto che non sarebbe stata af- ] fatto criticabile, ma da quel fa-1 Anno I No. fi ."> ><>!di la Copia migerato Vittozzi, nmnipo :e di frodi e di inganni, che, r -i alla direzione del battaglio. ( ..i I>er natura co ì profondi, te spilorcio) profonde a piene : ni moneta nelle fauci riar e d lo scribacchino venduto. 1 n'ultima perla va aggi. a alla ricca collana d 'lle v<< diffamazioni con le quali il riu'sia no asservito a Vittozzi di \ l»o, lo scribacchino più spregievo le che ha mutato le penn; ir pu gnale per colpi - ;i ! le? -p it. ■ a tentato invano di menomar a onorabilità di Giuseppe Di Si! • - stro Egli ha pubblicato che i vuole sfruttare l'Ordine col :< tidiano ; che furono convo; iti tutti i \ "iterabili delle I ,<•; jr» f sede a Philadalphia, perchè den igrassero sulla propostati di mettere su in \ oce del Popolo e che la deliberazione regolarti» nte presa fu oppo.ta da uno solo: da (ìiaconio Camp:iniolo. Anche questa notizia, co e tutte le altre, è falsa, falsi m.t e noi ci attendevamo una smen tita ad essa diil Sig. Giacomo < ampaniolone, la quale però non è venuta, non sappiamo perch, ma è venuta in sua vece quella di Giuseppe Brocato, che presiedeva quella tale seduta di Venerabili, ed eccola qui : Phila., Pa.. 12 Luglio 1917. Caro Peppino, Mi domandi se nella seduta protesta tenuta dai Venerabili e Grandi Deputati da me presiedu ta la seni del 29 giugno si fosse parlato, della risurrezione della "Voce ùel Popolo" e di una votazione a questo proposito, nel la quale Giacomo Campaniolo sol tanto avrebbe votato contrario. V i è stala si una discussione con votazione, nella quale il solo Cam paniolo è stato contrario, ma es sa non verteva affatto sul gior nale. Cordialmente tuo G. BROCATO. Ancora una voita orp.end - nella melma, ma le sue diffama zioni non intaccano Guai a co loro che egli loda e difende! Di questo verme si può dire con Rapisardi: Se Inasma onora e quando loda . (insozza Con ciò non intendiamo esclu dere il concorso dell'Ordine Figli d'ltalia alla risurrezione del Gior nale. Saranno Logge e fratelli u concorrere all'impresa di restau razione di un organo che dovrà servire per la dilesa contro gli e ventuali sicari e contro famigera ti sedicenti leaders che presumo no di rappresentare la Colonia. * * * Tale è stato il compito assolto dal degenerato in questa ultima incarnazione del suo lurido fo glio, compito Che egli chiama pomposamente col titolo di cam pagna e per il quale vennero pro fuse parecchie centinaia di dolla riè Noi l'abbiamo minutamente sminuzzato questo improbo lavo ro; una serie di asserzioni false e bugiarde cui tenne dietro imme diatamente, da parte delle perso ne che egli tentava colpire, una demolizione completa a base di documenti che è impossibile in firmare. Eppure il degenerato lo si sen te strombazzare, con imperturba ta incoscienza, che la sua cam pagna è stata un trionfo, che gli avversari sono in iscompiglio, e che non potranno più rialzarsi. Se non fosse da tutti risaputo essere il degenerato un incoscien te impudente, lo si prenderebbe per pazzo. Egli era definitiva mente morto e sepolto, allorquan do Vittozzi di Viterbo, come noi avevamo indovinato, pensò di prolungargli di qualche mese la tapina esistenza. Esso non merita che il nostro disprezzo. Le sue accuse vili e ba-