The Self Appointed Leader L'autore del seguente articolo, attuale amico del Cav. C. C. A. Badi, nel suo scritto pubblicato il 19 settembre 1914, nega recisa mente che costui sia mai stato o po-sa essere amico dei bisognosi, salvatore dei sofferenti, benefat tore dei suoi connazionali per chè, continua l'articolista, il Cav. le. C. A. Baldi è un affarista illu stre che ha l'anima tenebrosa ed è calcolatore losco, capace di tut to. Infine l'autore dell'articolo s-- tenzia che il Cav. C. C. A. Badi, è un uomo impudente dalla [faccia tosto che invece di essere pdia testa di aziende meriterebbe un numero al berretto a righe e la catena ai piedi ed essere rin chiuso laddove spesse volte si rinchiudono i buoni e gli innocen ti. Ed è l'uomo così descritto che prcriì ebbe, abusivamente, rappre sentare una colonia di cento cin fcnantamila italiani che non si è piai sognata di nominarsi un leader. E Ecco l'articolo che lo riguarda: CICALE, GRILLI E ZANZARE » 1! Prof. Raffaele De Luca, già lapitano di Stato Maggiore ed ir 'fgnante nella Scuola Militare ■Li Modena, ebbe la disgrazia, Kr. jUe ani fa, di entrare nella redazione del locale quotidiano "L'Opinione", un giornale, ■orto con i quattrini di tanti bi c.ni e bravi connazionali, che è finito poi, per virtù di un puro e .-tniplice giuochetto di busso lotti. di diventare di assoluta, in discutibile, inappellabile proprie tà eli un affarista illustre che il •atrio governo non volle e nè sep- risparmiale all'insulto atroce di una onorificenza, ambita e sol lec ::ata ad opera di un bill paga te al BelleYue Stratford Hotel, In occasione della sua venuta a Filadelfia di una semi Eccellenza avente a quell'epoca grande pre stigio su tutte le sfere facienti e legnati per lungo e per largo i pasti corridoi di Montecitorio. ] Prof. De Luca, persona col |issima e di mente equilibrata lotto ogni rapporto, trovandosi ni America per i soliti deplorevo- B scherzi che monna Fortuna la furfantescamente preparare ih tutti quelli cui dovrebb'essere riservato un avvenire migliore,fu lostretto, per necessità di vita, Int."are nella redazione de "L'O pinione" e, sebbene alla sua pen na rimanessero, per condizione "sine qua non" imposta dal cava liere proprietario, continuamente attaccati il morso ed il bavaglio perchè egli avesse potuto dire lutto ed interamente della effi cienza e del valore della sua ca pacità di scrittore serio e di gior nalista equilibrato ed efficace, pon tardò i>erò a rivelarsi tutto |ueìio che realmente era: una inscienza ben formata, una men se nutrita di forti studi e di va |te cognizioni. • Et>li è rimasto per cinque anni consecutivi alla redazione de "L'Opinione", pagato a salario di |an>? ; per moltissimo tempo, perchè, solo alla redazione, fu co stretto ad un lavoro improbo; ammalatosi seriamente, sentì il Bisogno, per avere le'cure dovu te. ricoverarsi in un ospedale del la città: nessuno del personale Erigente de "L'Opinione" pensò ìttai di chieder conto della sua sa lute ; appena convalescente, ritor nò al suo posto di lavoro; duran te il tempo della sua malattia (oltre due mesi) non gli venne pagato salario, nè elargito un Sussidio qualsiasi. Seguitò a dare l'opera sua così come aveva sem pre l'atto; nessuno potè mai dir (fli a buon diritto che egli non Bce.-se come aveva fatto sempre ; il coraggioso Cav. C. C. A. Baldi, L quegli che in Colonia mena continuo vanto di essere l'amico pei bisognosi, il salvatore dei sof ferenti, il benefattore dei suoi lonnazionali, lo fece licenzia le la settimana scorsa dal diret tore "travet" del giornale, nell'i éte—a maniera come si possa li lenziare un cane randagio cui si flèttepolamente l'incarico di con sumare pochi ossi sfuggiti alla lapacità del divoratore della car ie. >enza nemmeno il complimen » farisaico di quel tale avviso preventivo di una o due settima te che possano bastare ad un in dividuo per procacciarsi un'altra palpazione. | Se noi non conoscessimo Car nine Baldi e non avessimo avu to. in tanti riscontri, l'occasione Ji scandagliare l'abisso dell'ani na sua tenebrosa, avremmo po ;uto in certo modo meravigliarci le! tiro birbone l'Atto al Prof. Raffaele De Luca che non aveva proprio commesso alcun torte )er meritarlo. Di questo e di al ;ro ancora noi facciamo capace tarmine Baldi, e se abbiamo sen ftito il bisogno di interessarci di I quest'altra azione brutta di cui | solamente lui può essere sciente | niente e coscientemente capace, | lo abbiamo sentito più per gli al , tri che per noi, per tutti quelli | cioè che, per una ragione o per j un'altra o magari per partito de ì terminatamente preso nell'inte resse di cricche e di camerille 10-1 1 cali, non riescono ancora a per ! suadersi ed a trarre opportuno | profitto da certe verità che noi ed altri andiamo proclamando ed il lustrando da qualche tempo a questa parte ed al solo, esclusivo | scopo di additare alla nostra col | lettività il punto preciso, l'ubica zione matematica di certe maga gne,, di certe piaghe cioè, che, producenti sempre mai dolori atroci, noi sentiamo il bisogno : impellente di curare a dovere fi no a rimuoverle completamente. Il Prof, Raffaele De Luca, que : gli che per ben cinque anni ma lamente pagato e per nulla ben considerato, seppe rimanere la macchina mentalmente motrice del quotidiano "L'Opinione", non meritava, no. non meritava asso lutamente di essere licenziato da "L'Opinione" per un semplice, o l'orse losco ed intrigato calcolo dell'indebito appropriatole del Dopo i maneggi loschi anche l'impudenza Il famigerato loglio delle otto strade, abituato a tutto falsare, da quando è rimasto solo e senza controllo, nel numero del 26 giu gno pubblicava, in inglese ed in italiano, una colonna circa diro- I ba che costituisce un capolavoro di impudenza e di ipocrisia. In verità tu rimani perplesso dinanzi a tanta improntitudine e non riesci a discernere se sia più degna di biasimo la losca figura allampata dell'ispiratore di quel le menzogne o il redattore inco sciente che, con soverchio zelo, le ha sfornate calde calde per uso e consumo dfl pubblico. In quegli "Echi e Rilievi di cro i naca" s'incomincia col deplorare | l'esistenza di alcune lagnanze | nella Colonia Italiana, ed è que sta la prima menzogna, giacché non trattasi di voci isolate di in soddisfatti, ma di tutta la Colo nia che è insorta come un sol uo mo contro le arti malvage del Cavaliere, che sollecito solo di j far la reclame a se stesso, si è circondato ancora una volta del la muta dei suoi cani ed ha te nuto lontano dalle manifestazio ini i migliori connazionali, che, per mille prove e per mil le motivi, erano più di lui degni di partecipare ad una manifesta zione eminentemente italiana. Che la Missione sia stata invi tata dal Sindaco Smith, nessuno di noi ha discusso; che sia rimasta soddisfatta delle acco glienze entusiastiche, è fuori di ogni dubbio. Ma la buona riusci ta dei festeggiamenti va dovuta ; esclusivamente al patriottismo ! della colonia, che, sebbene messa a dura prova, esplose col più de lirante entusiasmo; va dovuta al l'Ordine "Figli d'ltalia" che, col l'energico ausilio del R. Console, ha potuto, almeno in parte, sven tare gli intrighi bassi e volgari del nefasto cavaliere. * * Si Accanto alla menzogna, la più j vigliacca insinuazione; ma son passati i tempi in cui era possi bile mantenersi sugli arcioni a forza di funanibulismo. Nessuno di noi, nessun italia no si è mai sognato di criticare il Sindaco Smith pei' la scelta dei membri del Comitato e tutti una nimemente riconoscono che Wil liam Porter, E. T. Stotesbery, John Wanamaker e i diversi ma gistrati e professori ed artisti, son tutte persone autorevoli e degnissime di occupare il posto cui li aveva chiamati la fiducia del primo cittadino di Philadel phia. E' inutile pescare nel torbido, o emerito imbroglione. La Colonia italiana unanime ha solo riprovato la scelta di C. C. A. Baldi e la riprovazione del la Colonia è apparsa giustificata dagli avvenimenti, poiché costui l'ha indegnamente tradita, abu sando in maniera sconcia del mandato affidatogli. Menzogna che in altre occasio ni l'opera di Baldi non sia mai ve nuta meno all'aspettativa e che il suo intervento abbia sempre registrato un successo. Menzo gna! Ovunque Baldi, colla sua I giornale; egli era meritevole, più | che meritevole di ben altri ri ' guardi e di ben altre diverse con -1 siderazioni. Ad un uomo dei pre cedenti e della cultura del Prof. De Luca, ad un giornalista del suo valore non va mai dato un li cenziamento ingiustificato ed in tempestivo. Il Professor De Luca non è affatto giovane perchè pos sa egli trovare oggi, dopo cinque anni di lavoro eccessivo e mal re tribuito prestato ne "L'Opinio ne", facilmente occupazione. Ha | egli per giunta una famiglia da I sostenere, ed all'amarezza di la sciarlo senza un soldo di stipen dio o di sussidio durante la sua j lunga malattia non si sarebbe] ! mai dovuta aggiungere l'altra di j un inaspettato licenziamento. Tutto questo ci sentiamo in do vere di dire per un collega che può esserci anche maestro in tan te cose, e lo facciamo al solo in tento di servire ad uno scatto legittimo e ad un atto di ribellio ne giustissimo dell'animo nostro. L'impudente affarismo e la grande faccia tosta di certo no stro elemento coloniale che, più che stare alla testa di negozi e aziende per esercitarvi la più in controllabile delle egemonie, me riterebbe un numero al berretto a righe e la catena al piede, là do ve la giustizia degli uomini suo le, qualche volta, per riempire i vuoti, mandare spesse volte i buoni e gli innocenti. DON PROCOPIO. I faccia cornea, ha voluto ficcare |il naso ad ogni costo, ha fatto ; sempre miseramente abortire j qualsiasi iniziativa. E filialmente .negli "Echi e Ri lievi di Cronaca" dell'Opinione non manca neppure la nota ame na. Con una ingenuità che ci inem pie di commozione e ci strappa la i gl'ime di tenerezza, quel caro ca valiere, per bocca del suo organo i sfiatato, fa una considerazione 1 saggissima, che taglia la testa al toro con un colpo soltanto. Sapete egli dice; —Le j spese del banchetto sono state pagate dal popolo della città di Philadelphia, e mentre la popola zione italiana raggiunge la setti ma parte degli abitanti, gli ita liani presenti al banchetto rap presentavano un terzo del nume ro dei partecipanti. Giustissima constatazione ! La quale però non giustifica, anzi la rende più antipatica ed o diosa, l'opera del cavaliere baldo 0 ribaldo. Dal momento che gli inviti dovevano essere limitati, la decenza e la più elementare e ducazione avrebbero dovuto con sigliare a non metter in lista ot to figure decorative della fami glia Baldi, con tutto il codazzo dei vilissimi lecchini ciuchi ed idioti. Ma andate, signori, andate a parlare di decenza e di educazio ne ad un C. C. A. Baldi! State freschi !.... All'abbietto; allo spudorato A Silvio Liberatore, direttore della "Cloaca", foglio protettore dei borsaiuoli, dei negrieri, dei depravati et ecetera et ecetera..., Neh ! Diretto' ; essere abbietto, spudorato, mentitore, faccia cor nea; Tu hai avuto la sfaccia taggine di chiamarci ricattatori e disonesti. Eh, via; noi crediamo che quando tu scrivevi ti trovavi 111 una delle tue estasi di acoolizza to e doveva trattarsi di un'estasi spinta sino al delirio. Noi dun que ti diciamo : Schifo della So cietà, figura abbominevole, noi della "Ragione" non puoi in nes sun modo toccarci ed il fango che noi calpestiamo è più pulito del la tua facciaccia di scimmia. Mentitore, rinnegato, vigliac co, tu lo sai che la Ragione è fat ta esclusivamente da noi operai, di cui tu non sei neppur degno di leccare i piedi sai pure che 1 fratelli Di Silvestro non hannr mai scritto un rigo sul nostre giornale; ma noi speriamo di per suaderli ad abbassarsi fino a te per ricacciarti definitivamente nelle sentine. Sappi intanto che noi difendia mo i fratelli Di Silvestro, perchè li conosciamo, come del resto ti pure li conosci e come li conosco no tutti, per gentiluomini perfet ti, degni della stima degli onest e dei buoni, mentre che tu sei ur verme schifosissimo; e sareme sempre pronti a difenderli contre LA RAGIONE le tue basse e sozze calunnie, co me difenderemo tutti quelli che dovessero esser fatti segno alle tue invettive. Diretto', ci chiami foglio da postribolo; mattacchio ne, come ci hai fatto ridere! Noi pensavamo che tu, abituato a passai- la tua vita in lupanari, quando parlavi di postriboli in tendevi rivolgerti a qualche tuo [degno compare della Cloaca e l'e piteto scaturito dalla tua ]>enna venduta si addice a te ed a loro mirabilmente. Diretto', smettila una buona volta con chi nulla ha a vedere coi tuoi scritti: noi ti gridiamo sul tuo sporco grugno che gli scritti della Ragione son nostri, tutti nostri e non dubitare che sapre mo conciare te ed i tuoi JK?I dì delle feste. Frank Silvagni. DA CAVALIERE D'INDU STRIA A CAVALIERE UFFI CIALE Il passo non è stato facile, ma il cavaliere ladro, sebbene vi fos sero state le opposizioni consola ri. inteneritesi poi, da qualche mese è stato elevato a cavaliere ufficiale, in virtù di tutte le sue opere anti-italiane delle quali il Cav. Poccardi aveva innumerevo li prove. Il furbacchione però non ha fat to dare ancora la notizia. E' il vecchio espediente. Egli lo farà annunziare dopo che la Missione sarà tornata in Italia, onde gli americani ed i suoi scudieri credano che tale o norificenza gli sia stata conferi ta per la sua opera spesa in que sta circostanza e per dispetto della Colonia che giustamente protesta contro l'usurpazione del diritto di rappresentarci, diritto che gli italiani non gli hanno mai concesso. Cavaliere della macchia, nessu no ti conosce meglio di me. Alptìa. Il mendicante Il mendicante era solito di bus sare alla porta dei protettori per elemosinare un dollaro per una bottiglia di Brandy domestico o per un gallone di vino di Cali fornia, perchè non è capace di guadagnarsi un tozzo di pane o nestamente egli che è vagabondo nato. Fino a poco tempo fa questo accattonaggio era noto a poche persone; ma quando un giorno la tentazione del vizio Io spinse ad andare a bussare alla porta di li na Chiesa, il fatto divenne no torio pubblicamente ed oggi si a spetta che questo mascalzone va da a picchiare alla porta di qual che Ospizio di mendicità. Difatti un giorno fu visto nel la linea dei mendicanti che per disgrazie patite sul lavoro son co stretti di stare sui gradini di una chiesa per ricevere l'obolo della pietà dei fedeli. Il misera bile non sollecitava l'obolo dei fe deli, ma lo si sentiva mormorare tra i denti: Io voglio vedere il prete. Dopo qualche tempo il prete comparisce sulla soglia; il no vello mendicante si distacca dal la fila e, col cappello tra le mani, si avvicina al Ministro di Dio. Ma costui gli grida: L'elemosina è fotta. Scusate, reverendo, con voce piagnucolosa gli dice il truffato re; io debbo farmi conoscere a voi. Sono il Billy Sunday colonia le che debbo moralizzare la Co lonia, scongiurando gli spiriti im mondi. Allora voi vedrete la Ca sa degli Emigranti prosperare e la Colonia vivere nel timore di Dio. Il prete, edificato da tanta computazione, gli consegnò un check di dollari 25 e lo licenziò, accompagnandolo con l'augurio: Sanla Rosa vi aiuti. Qualche tempo dopo il prete si accorse che l'amico dei 25 dolla ri era un imbroglione, un demo ralizzato fino alle ossa e dubitò 3ne il suo danaro fosse andato a finire in qualche bettola o po stribolo. Allora accese due candele e con la cerimonia di rito, pronunciò le sacramentali parole : Maledico vobis. Francesco Tropea Ai mestatori sfacciati ed audaci Si è fatta artatamente circo lare in colonia una voce, la qua le insinuava che dieci o dodici tra i firmatarii del telegramma di omaggio e di protesta alla Missione italiana si eran recati dal Cavaliere d'industria a di chiarare che erano pentiti di quanto avevano fatto e che era- j no decisi a ritirare la loro adesio- I ne. Tra questi dieci o dodici | era sempre la voce messa in gi ro ad affermarlo dovevano j annoverarsi, due avvocati, uno dei quali il sig. Teodorico Maio | riello. I La voce è ridicola, senza alcun fondamento ed è l'estrema ànco | ra alla quale si attaccano dispe i ratamente i naufraghi, cui l'ac qua è giunta alla gola. Si è vociferato anche che l'av ! vocato Thomas Russo avrebbe mandato le sue dimissioni dal l'Ordine Figli d'ltalia. A smen tire, nella maniera più assoluta, queste insulse dicerie, che dimo strano lo scoraggiamento e la di sperazione dei bollati dall'opinio ne pubblica, riportiamo qui ap i presso, nel testo inglese, una let tera dell'Avv. Maioriello, che suona smentita solenne e rampo gna ai mestatori sfacciati ed au daci. Un solo dubbio abbiamo, su un professore che della sincerità ha fatto un culto, il quale ha man- I dato una lettera al Giornale di Maganza che ancora vede la luce. Noi ne aspettiamo la pubblica zione pei' gli opportuni conienti, "Phila., Pa„ June 28th, 191 "7 Mr. A. Joseph Di Silvestro 906 Carpent«r St. Philadelphia, Pa. Dear Mr. Di Silvestro:— Several brethren of our Ordei have asked me as to the truth ol certain rumors spreading throu- I ghout the colony as to whethei ; or not I have apologized or re gretted the fact that 1 have si gned a petition of protest aga i inst Baldi. In answer to such, my deai I Mr. Di Silvestro, I write to you ! as the head of the Order, there is absolutely no truth in such ì and that my name was placed i there by me with full satisfactior that it was my duty to do so. There was however a persoti j who interviewed me in reference i to sanie, and asked me whethei : or not I desired to let my nanne ! remain in that protest. My an swer to such was that my signa ture is there in my own handwr iting, placed with complete knowledge of what I was doing and it was going to remain there I i'eel and think that you knov i me too well to think me a hypo elite. Yours very truly G. 1. Maioriello." LE PICCOLE MISTIFICAZIONI DEGLI INDIPENDENTI L'Ordine Indipendente, che ic da modesto operaio vado illu strando nella Ragione, per bocca Idi pochi bollati fa sapere che ir mezzo ad essi esiste la serietà lil pi ìi completo accordo ela giu ! stizia sopratutto. ; Stando a quanto si dice, la Log ! già Vittoria di Philadelphia, non ha voluto sapere del Fondo ; Unico Mortuario ed è risaputo ir Colonia che solo una diecina di soci si sono iscritti. Che bell'ac cordo! Ed a proposito di Fonde Unico Mortuario, si desidera sa pere quanti sono gli iscritti, quanti sono stati i decessi pagati e quali le famiglie sussidiate. La Colonia è stanca dei misteri ! Fat ti ci vogliono, fatti. Oltre al malcontento contro il poco diplomatico Cavaliere e fi glio, negli Indipendenti serpeg gia la ribellione anche contro Don Dom ine Iddio, che accorda fa vori soltanto alla sua cricca. Si afferma che un tale Della Porta, eletto Supremo rappresentante col suffragio di una Loggia, è stato abusivamente sostituito da uno della gang con infallibile de creto del piccolo grande. Che giu stizia! Una Loggia dal nome'di un ca stello, ha tenuto pochi giorni fa un piccolo smoker con qualche bicchiere di bionda cervogia. Il giornale forcaiuolo è stato in mo to per circa due mesi per il gran dissimo avvenimento. La gran cassa si è battuta a tutta forza, specialmente per far sapere che fra gli invitati speciali vi eranc il Cavaliere ed il Dr. Curiangio loneol suo discorso stereotipato. Un mio cliente, socio della detta Loggia, mi diceva che ac un certo punto della festa è av venuta una scena impressionante edi immenso disgusto. A metà strada, come si suol dire, si sente un applauso ed entra in sala Li bera nos Domine, l'austria cante. Ricevute le strette di ma no dai suoi compari, le congratu lazioni del piccolo grande, dopc un tantino di riposo per prende] fiato, e mentre tutti si turano k orecchie. Libera nos Domine con voce cavernosa, pronuncia lo spiccio. E poi dicono gli Indi pendenti che non ne sanno nulla. Che facce toste! Nella colonia si sentono molte voci, sono in vista diverse dimis sioni, e ciò mi fa dubitare che qualche brutta mattina il piccolo grande si sveglia e si trova solo. In guardia, o messeri, acqua alle funi! Antonino Viglione LE VISITE DEL GRANDE PEDERASTA Egli ha visitato le infinite log ge che fanno parte della Grande famiglia dei falsarii, dei provoca tori di aborti, dei compari di San ; Martino, dei magnaccia. La visita dalla quale ha raccol to maggior copia di frutti è stata quella fatta a La Vittoria di Brownsville, dalla quale fu scac -1 ciato con l'accompagnamento di fischi e pernacchi. E pure, cote- I sto grandissimo mascalzone ha la faccia pipernina di affermare che, eliminati i dissensi dei ribel | li e dei malvagi, quella Loggia si è rimessa nel diritto cammino. Cosichè gli ottantuno che io fischiarono sono diventati i riljei li per il Grande Pederasta e i I sancio-pancia i componenti ki Loggia Vittoria. La Vittoria però fra giorni sa- I là iniziata al vero Ordine, all'Or dine Figli d'ltalia, avendo già ot tenuta la dispensa dal nostro C. E. S. Se i risultati delle sue visite sono eguali a quello avuto nella | Vittoria, o alla raccolta dei fondi prò vedove ed orfani dei soldati 1 morti in guerra, noi di cuore ci j congratuliamo col Grande Pe ; derasta. Piccola Posta LATIN PKINTING CO. , Schiattate di gelosia, messeri. I Dio liane, se non mi rende una j cosa, mi renderà l'altra. Non per ' niente sono della Congrega e va- I do in parata l'l 1 Novembre. FIORI NA, CITTA'. Non so | lo la vedovella, ma la mia prima ; moglie aveva molto battagliato, ! anche negli educandati religiosi. RAGIONIERE LADRO. Che colpa ho io se essa mi aveva j portato la corona di spine? Nou ricordi tu quante volte glie l'ho j rinfacciato prendendola a calci nello stomaco? VITOZZI. E' verissimo. Giu i seppe Di Silvestro fu per 90 gior ni nelle carceri di Moyamensing : per non essergli stato permesso !di provare che, all'ombra del j Consolato di Philadelphia, tuo padre truffava le successioni agli eredi dei poveri defunti dalle cui dita aveva rubato gli anelli prima di sotterrarli. FRANK TRANO Dirai al vigliacco del tuo padroncino che i criminali sono un prodotto dei la sua famiglia dal trisnonno, al bisnonno, al nonno, al cavaliere ladro. I WANT TO BE FRANKLY \\ ITU VOI - . Quando i tuoi fratelli entrarono all'Ordine Fi gli d'ltalia, Giuseppe Di Silve i stro si rivelò quel signore dal cuore generoso, che è sempre stato. Egli volle, facendo uno strappo alle leggi, che la votazio ne sui loro nomi si facesse per alzata e seduta, onde impedire che fossero rigettati, e lui li iniziò con onori mai concessi ad altri candidati. Tu poi hai compensa to Giuseppe Di Silvestro con la | vigliaccheria che è insita nel tuo casato e perciò sei un rettile più velenoso di tuo padre. FRANK ROSA. Egli si dice amico di Giuseppe e di Gio vanni e qualche volta fa profes sione di sincerità. Molto volentie ri però con i ma e con i concios siacchè vomita il veleno che gii gonfia il seno. C. C. Tutti coloro che la pensano con la propria testa, per il figlio del capo calzolaio milita re sono venduti ai Di Silvestro. Rileggi la biografia di suo padre e ti convincerai di che carato è quell'accozzaglia. RIVANO. E' stato riferito anche a noi che il titolato aveva promesso a Vitozzi di portargli l'Ordine Figli d'ltalia alle sue ginoyhia. Che te ne pare? De pressone della Banca; depre dazione dell'Ordine. Questo era il programma dei monopolizzato ri della sincerità. X. Siamo oramai convinti .che sotto le melate e melliflue parole quel signore nascondeva la canagliesca anima sua sospin gendo il degenerato. L r no alia | volta. Il suo turno verrà e la no | stra rivendicazione sarà feroce. 3
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