The Self Appointed Leader I L'autore del seguente articolo, L'.'.uale amico del Cav. C. C. A. 1 E.; di. nel suo scritto pubblicato il 19 settembre 1914, nega recisa .jß-r tite che costui sia mai stato o T> -sa essere amico dei bisognosi, HpJvatore dei sofferenti, benefat i: e dei suoi connazionali per ire, continua l'articolista, il Cav. •C. C. A. Baldi è un affarista illu si e che ha l'anima tenebrosa ed è calcolatore losco, capace di tut te. Infine l'autore dell'articolo f etenzia che il Cav. C. C. A. adi, è un uomo impudente dalla iccia tosta che invece di essere f, i testa di aziende meriterebbe V numero al berretto a righe e la catena ai piedi ed essere rin- K uso laddove spesse volte si p chiudono i buoni e gli innocen ti. Ed è l'uomo così descritto che V( rebbe, abusivamente, rappre se itare una colonia di cento cin- Sn.intamila italiani che non si è rr. i sognata di nominarsi un le.'iter. B Ecco l'articolo che lo riguarda: CICALE, GRILLI E ZANZARE Sl]; Prof. Raffaele De Luca, già ca itano di Stato Maggiore ed in rgnante nella Scuola Militare di Modena, ebbe la disgrazia, ci: [uè ani fa, di entrare nella redazione del locale quotidiano 4 % Opinione", un giornale, so to con i quattrini di tanti b*v ni e bravi connazionali, che èfcnito poi, per virtù di un puro e (semplice giuochetto di busso lot i, di diventare di assoluta, in dit utibile, inappellabile proprie tà li un affarista illustre che il pa rio governo non volle e nè sep pe risparmiare all'insulto atroce di ina onorificenza, ambita e sol lec rata ad opera di un bill paga to il BelleTiie Stratford Hotel, in occasione della sua venuta a Filadelfia di una semi Eccellenza av< nte a quell'epoca grande pre sti;. io su tutte le sfere facienti e raffilati per lungo e per largo i corridoi di Montecitorio. ] Prof. De Luca, persona col tisi-ima e di mente equilibrata sotto ogni rapporto, trovandosi in|America per i soliti deplorevo li jseherzi che monna Fortuna sa urfantescamente preparare a lutti quelli cui dovrebb'essere riservato un avvenire migliore,fu cof: retto, per necessità di vita, enr are nella redazione de "L'O pifc:one" e, sebbene alla sua pen na imanessero, per condizione "sr e qua non" imposta dal cava liere proprietario, continuamente attaccati il morso ed il bavaglio perchè egli avesse potuto dire tutto ed interamente della effi cienza e del valore della sua ca pacità di scrittore serio e di gior nalista equilibrato ed efficace, non tardò però a rivelarsi tutto que.lo che realmente eia: una coscienza ben formata, una men te nutrita di forti studi e di va ste cognizioni. Egli è rimasto per cinque anni con ecutivi alla redazione de "L'< )pinione", pagato a salario di farse; per moltissimo tempo, perchè, solo alla redazione, fu co stretto ad un lavoro improbo; ammalatosi seriamente, sentì il bisogno, per avere le cure dovu te, ricoverarsi in un ospedale del la città; nessuno del personale diligente de "L'Opinione" pensò mai di chieder conto della sua sa lute ; appena convalescente, ritor nò al suo posto di lavoro; duran te il tempo della sua malattia (oltre due mesi) non gli venne pagato salario, nè elargito un sus.-idio qualsiasi. Seguitò a dai-e l'opera sua così come aveva sem pre fatto: nessuno potè mai dir glila buon diritto che egli non face-se come aveva fatto sempre ; il coraggioso Cav. C. C. A. Baldi, quegli che in Colonia mena continuo vanto di essere l'amico dei bisognosi, il salvatore dei sof ferènti, il benefattore dei suoi connazionali, lo fece licenzia re [a settimana scorsa dal diret tore "travet" del giornale, nell'i stessa maniera come si possa li cenziare un cane randagio cui si détte solamente l'incarico di con sumare pochi ossi sfuggiti alla rapa ità del divoratore della car ne, Senza nemmeno il complimen to farisaico di quel tale avviso preventivo di una o due settima ne che possano bastare ad un in dividuo per procacciarsi un'altra occupazione. Se noi non conoscessimo Car mine Baldi e non avessimo avu to, |n tanti riscontri, l'occasione di Scandagliare l'abisso dell'ani ma sua tenebrosa, avremmo po tuto in certo modo meravigliarci del (tiro birbone fatto al Prof. Raffaele De Luca che non aveva proprio commesso alcun torto pei' meritarlo. Di questo é di al tro ancora noi facciamo capace Carm ine Baldi, e se abbiamo sen- tito il bisogno di interessarci di quest'altra azione brutta di cui solamente lui può essere sciente mente e coscientemente capace, lo abbiamo sentito più per gli al tri che per noi, per tutti quelli cioè che, per una ragione o per un'altra o magari per partito de terminatamente preso nell'inte resse di cricche e di camerille lo cali, non riescono ancora a per suadersi ed a trarre opportuno profitto da certe verità che noi ed altri andiamo proclamando ed il lustrando da qualche tempo a questa parte ed al solo, esclusivo scopo di additare alla nostra col lettività il punto preciso, l'ubica zione matematica di certe maga gne, di certe piaghe cioè, che, producenti sempre mai dolori atroci, noi sentiamo il bisogno impellente di curare a dovere fi no a rimuoverle completamente. Il Prof. Raffaele De Luca, que gli che per ben cinque anni ma lamente pagato e per nulla ben considerato, seppe rimanere la macchina mentalmente motrice del quotidiano "L'Opinione", non meritava, no, non meritava asso lutamente di essere licenziato da "L'Opinione" per un semplice, o forse losco ed intrigato calcolo dell'indebito appropriatole del Dopo i man* anche Il famigerato foglio delle otto strade, abituato a tutto falsare, da quando è rimasto solo e senza controllo, nel numero del 26 giu gno pubblicava, in inglese ed in italiano, una colonna circa di ro ba che costituisce un capolavoro di impudenza e di ipocrisia. In verità tu rimani perplesso dinanzi a tanta improntitudine e non riesci a discernere se sia più degna di biasimo la losca figura allampata dell'ispiratore di quel le menzogne o il redattore inco sciente che, con soverchio zelo, le ha sfornate calde calde per uso e consumo del pubblico. In quegli "Echi e Rilievi di cro naca" s'incomincia col deplorare l'esistenza di alcune lagnanze nella Colonia Italiana, ed è que sta Ja prima menzogna, giacché non trattasi di voci isolate di in soddisfatti, ma di tutta la Colo nia che è insorta come un sol uo mo contro le arti malvage del Cavaliere, che sollecito solo di far la reclame a se stesso, si è circondato ancora una volta del la muta dei suoi cani ed ha te nuto lontano dalle manifestazio ni i migliori connazionali, che, per mille prove e per mil le motivi, erano più di lui degni di partecipare ad una manifesta zione eminentemente italiana. Che la Missione sia stata invi tata dal Sindaco Smith, nessuno di noi ha discusso; che sia rimasta soddisfatta delle acco glienze entusiastiche, è fuori di Dgni dubbio. Ma la buona riusci ta dei festeggiamenti va dovuta esclusivamente al patriottismo della colonia, che, sebbene messa a dura prova, esplose col più de lirante entusiasmo; va dovuta al l'Ordine "Figli d'ltalia" che, col l'energico ausilio del R. Console, ha potuto, almeno in parte, sven tare gli intrighi bassi e volgari del nefasto cavaliere. * * >1» Accanto alla menzogna, la più vigliacca insinuazione; ma son passati i tempi in cui era possi nile mantenersi sugli arcioni a forza di funambulismo. Nessuno di noi, nessun italia no si è mai sognato di criticare il Sindaco Smith per la scelta dei membri del Comitato e tutti una nimemente riconoscono che Wil liam Porter, E. T. Stotesbery, John Wanamaker e i diversi ma gistrati e professori ed artisti, son tutte persone autorevoli e degnissime di occupare il posto :ui li aveva chiamati la fiducia del primo cittadino di Philadel phia. E' inutile pescare nel torbido, 3 emerito imbroglione. La Colonia italiana unanime lia solo riprovato la scelta di C. C. A. Baldi e la riprovazione del la Colonia è apparsa giustificata dagli avvenimenti, poiché costui l'ha indegnamente tradita, abu sando in maniera sconcia del mandato affidatogli. Menzogna che in altre occasio ni l'opera di Baldi non sia mai ve nuta meno all'aspettativa e che il suo intervento abbia sempi-e registrato un successo. Menzo gna! Ovunque Baldi, colla sua giornale: egli era meritevole, più che meritevole di ben altri ri guardi e di ben altre diverse con siderazioni. Ad un uomo dei pre cedenti e della cultura del Prof. De Luca, ad un giornalista del suo valore non va mai dato un li cenziamento ingiustificato ed in tempestivo. Il Professor De Luca non è affatto giovane perchè pos sa egli trovare oggi, dopo cinque anni di lavoro eccessivo e mal re tribuito prestato ne "L'Opinio ne", facilmente occupazione. Ha egli per giunta una famiglia da sostenere, ed all'amarezza di la sciarlo senza un soldo di stipen dio o di sussidio durante la sua lunga malattia non si sarebbe mai dovuta aggiungere l'altra di un inaspettato licenziamento. Tutto questo ci sentiamo in do vere di dire per un collega che può esserci anche maestro in tan te cose, e lo facciamo al solo in tento di servire ad uno scatto legittimo e ad un atto di ribellio ne giustissimo dell'animo nostro. L'impudente affarismo e la grande faccia tosta di certo no stro elemento coloniale che, più che stare alla testa di negozi e aziende per esercitarvi la più in controllabile delle egemonie, me riterebbe un numero al berretto a righe e la catena al piede, là do ve la giustizia degli uomini suo le, qualche volta, per riempire i vuoti, mandare spesse volte i buoni e gli innocenti. DON PROCOPIO. :ggi loschi impudenza faccia cornea, ha voluto ficcare il naso ad ogni costo, ha fatto sempre miseramente abortire qualsiasi iniziativa. E finalmente ,negli "Echi e Ri lievi di Cronaca" dell'Opinione non manca neppure la nota ame na. Con una ingenuità che ci riem pie di commozione e ci strappa la grime di tenerezza, quel caro ca valiere, pei 1 bocca del suo organo sfiatato, fa una considerazione saggissima, che taglia la testa al toro con un colpo soltanto. Sapete egli dice ; —Le spese del banchetto sono state pagate dal popolo della città di Philadelphia, e mentre la popola zione italiana raggiunge la setti ma parte degli abitanti, gli ita liani presenti al banchetto rap presentavano un terzo del nume ro dei partecipanti. Giustissima constatazione ! La quale però non giustifica, anzi la rende più antipatica ed o diosa, l'opera del cavaliere baldo 0 ribaldo. Dal momento che gli inviti dovevano essere limitati, la decenza e la più elementare e ducazione avrebbero dovuto con sigliare a non metter in lista ot to figure decorative della fami glia Baldi, con tutto il codazzo dei vilissimi lecchini ciuchi ed idioti. Ma andate, signori, andate a parlare di decenza e di educazio ne ad un C. C. A. Baldi! State freschi!.... All'abbietto; allo spudorato A Silvio Liberatore, direttore iella "Cloaca", foglio protettore dei borsaiuoli, dei negrieri, dei depravati et ecetera et ecelera.... Neh ! Diretto' ; essere abbietto, spudorato, mentitore, faccia cor nea;— Tu hai avuto la sfaccia taggine di chiamarci ricattatori B disonesti. Eh, via; noi crediamo che piando tu scrivevi ti trovavi in una delle tue estasi di acoolizza to e doveva trattarsi di un'estasi spinta sino al delirio. Noi dun que ti diciamo: Schifo della So cietà, figura abbominevole, noi della "Ragione" non puoi in nes sun modo toccarci ed il fango che noi calpestiamo è più pulito del a tua facciaccia di scimmia. Mentitore, rinnegato, vigliac :o, tu lo sai che la Ragione è fat ta esclusivamente da noi operai, li cui tu non sei neppur degno di eccare i piedi sai pure che fratelli Di Silvestro non hanno mai scritto un rigo sul nostro suaderli ad abbassarsi fino a te ier ricacciarti definitivamente ielle sentine. Sappi intanto che noi difendia mo i fratelli Di Silvestro, perchè 1 conosciamo, come del resto tu pure li conosci e come li conosco no tutti, per gentiluomini perfet ti, degni della stima degli onesti 5 dei buoni, mentre che tu sei un l'erme schifosissimo; e saremo sempre pronti a difenderli contro LA RAGIONE le tue basse e sozze calunnie, co me difenderemo tutti quelli che dovessero esser fatti segno alle tue invettive. Diretto', ci chiami foglio da postribolo; mattacchio ne, come ci hai fatto ridere! Noi pensavamo che tu, abituato a passai- la tua vita in lupanari, quando parlavi di postriboli in tendevi rivolgerti a qualche tuo degno compare della Cloaca e l'e piteto scaturito dalla tua penna venduta si addice a te ed a loro mirabilmente. Diretto', smettila lina buona volta con chi nulla ha a vedere coi tuoi scritti: noi ti gridiamo sul tuo sporco grugno che gli scritti della Ragione son nostri, tutti nostri e non dubitare che sapre mo conciare te ed i tuoi pel dì delle feste. Frank DA CAVALIERE D'INDU STRIA A CAVALIERE UFFI CIALE Il passo non è stato facile, ma il cavaliere ladro, sebbene vi fos sero state le opposizioni consola ri, inteneritesi poi, da qualche mese è stato elevato a cavaliere ufficiale, in virtù di tutte le sue opere anti-italiane delle quali il Cav. Poccardi aveva innumerevo li prove. Il furbacchione però non ha fat to dare ancora la notizia. E' il vecchio espediente. Eì-ii lo farà annunziare dopo che la Missione sarà tornata in Italia, onde gli americani ed i suoi scudieri credano che tale o norifìcenza gii sia stata conferi ta per la sua opera spesa in que sta circostanza e per dispetto della Colonia che giustamente protesta contro l'usurpazione del diritto di rappresentarci, diritto che gli italiani non gli hanno mai concesso. Cavaliere della macchia, nessu no ti conosce meglio di me. Alpha. Il mendicante Il mendicante era solito di bus sare alla porta dei protettori pei elemosinare un dollaro per una bottiglia di Brandy domestico c per un gallone di vino di Cali fornia, perchè non è capace di guadagnarsi un tozzo di pane o nestamente egli che è vagabonde nato, i Fino* a poco tempo fa queste accattonaggio era noto a poche persone ; ma quando un giorno la tentazione del vizio lo spinse ad andare a bussare alla porta di u na Chiesa, il fatto divenne no torio pubblicamente ed oggi si a spetta che questo mascalzone va da a picchiare alla porta di qual che Ospizio di mendicità. Difatti un giorno fu visto nel la linea dei mendicanti che pei disgrazie patite sul lavoro son co stretti di stare sui gradini di una chiesa per ricevere l'obolo della pietà dei fedeli. Il misera bile non sollecitava l'obolo dei fe deli, ma lo si sentiva mormorare tra i denti: Io voglio vedere il prete. Dopo qualche tempo il prete comparisce sulla soglia; il no vello mendicante si distacca dal la fila e, col cappello tra le mani, si avvicina al Ministro di Dio. Ma costui gii grida: L'elemosina è fatta. Scusate, reverendo, con voce piagnucolosa gli dice il truffato re; io debbo farmi conoscere a voi. Sono il lìilly Sunday colonia le che debbo moralizzare la Co lonia, scongiurando gli spiriti im mondi. Allora voi vedrete la Ca sa degli Emigranti prosperare e la Colonia vivere nel timore di Dio. TI prete, edificato da tanta computazione, gli consegnò un check di dollari 25 e lo licenziò, accompagnandolo con l'augurio: Santa Rosa vi aiuti. Qualche tempo dopo il prete si accorse che l'amico dei 25 dolla ri ora un imbroglione, un demo ralizzato fino alle ossa e dubitò he il suo danaro fosse andato a finire in qualche bettola o po stribolo. Allora accese due candele e con la cerimonia di rito, pronunciò le sacramentali parole : Maledico vobis. Francesco Tropea Ai mestatori sfacciati ed audaci Si è fatta artatamente circo lare in colonia una voce, la qua le insinuava che dieci o dodici tra i firmatarii del telegramma rii omaggio e di protesta alla Missione italiana si eran recati dal Cavaliere d'industria a di chiarare che erano pentiti di quanto avevano fatto e che era- no decisi a ritirare la loro adesio ne. Tra questi dieci o dodici era sempre la voce messa in gi ro ad affermarlo dovevano annoverarsi, due avvocati, uno dei quali il sig. Teodorico Maio riello. La voce è ridicola, senza alcun fondamento ed è l'estrema ànco ra alla quale si attaccano dispe ratamente i naufraghi, cui l'ac qua è giunta alla gola. Si è vociferato anche che l'av vocato Thomas Russo avrebbe mandato le sue dimissioni dal l'Ordine Figli d'ltalia. A smen tire, nella maniera più assoluta, queste insulse dicerie, che dimo strano lo scoraggiamento e la di sperazione dei bollati dall'opinio ne pubblica, riportiamo qui ap presso, nel testo inglese, una let tera dell'Avv. Maioriello, che suona smentita solenne e rampo gna ai mestatori sfacciati ed au daci. l : n solo dubbio abbiamo, su un professore che della sincerità ha tatto un culto, il quale ha man dato una lettera al Giornale di Maganza che ancora vede la luce. Noi ne aspettiamo la pubblica zione per gli opportuni conienti. "Phila., Pa.. June 28th. 1917 Mr. A. Joseph I)i Silvestro 91)6 Carpenter St. Philadelphia, Pa. Dear Mr. Di Silvestro:— Several brethren of our Order have asked me as to the truth of certain rumors spreading throu ghout the colony as to whether or not 1 have apologized or re gretted the fact that I have si gned a petition of protest aga inst Baldi. In answer to such, my dear Mr. Di Silvestro, I urite to you as the head of the Order, the re is absolutely no truth in such and that my name was placed there by me with full satisfaction that it was my duty to do so. There was however a person who interviewed me in reference to same, and asked me whether or not I desired to let my name remain in that protest. My an swer to such was that my signa ture is there in my own handwr iting, placed with complete knowledge of what I was doing, and it was going to remain there. I feel and think that you know me too well to think me a hypo crite. Yours very truly G. I. Maioriello." LE PICCOLE MISTIFICAZIONI DEGLI INDIPENDENTI L'Ordine Indipendente, che io da modesto operaio vado illu strando nella Ragione, per bocca di pochi bollati fa sapere che in mezzo ad essi esiste la serietà, il più completo accordo e la giu stizia sopratutto. Stando a «pianto si dice, la Log gia Vittoria di Philadelphia, non ha voluto sapere del Fondo Unico Mortuario ed ò risaputo in Colonia che solo una diecina di soci si sono iscritti. Che bell'ac cordo! Ed a proposito di Fondo Unico Mortuario, si desidera sa pere quanti sono gli iscritti, quanti sono stati i decessi pagati e quali le famiglie sussidiate. La Colonia è stanca dei misteri ! Fat ti ci vogliono, fatti. Oltre al malcontento contro il poco diplomatico Cavaliere e fi glio, negli Indipendenti serpeg gia la ribellione anche contro Don Doni ine Iddio, che accorda fa vori soltanto alla sua cricca. Si afferma che un tale Della Porta, eletto Supremo rappresentante col suffragio di una Loggia, è stato abusivamente sostituito da uno della gang con infallibile de creto del piccolo grande. Che giu stizia! Una Loggia dal nome di un ca stello, ha tenuto pochi giorni fa un piccolo smoker con qualche bicchiere di bionda cervogia. Il giornale forcaiuolo è stato in mo to per circa due mesi per il gran dissimo avvenimento. La gran cassa si è battuta a tutta forza, specialmente per far sapere che fra gli invitati speciali vi erano il Cavaliere ed il Dr. Curiangio lo col suo discorso stereotipato. Un mio cliente, socio della detta Loggia, mi diceva che ad un certo punto della festa è av venuta una scena impressionante edi immenso disgusto. A metà strada, come si suol dire, si sente un applauso ed entra in sala Li bera nos Domine, l'austria cante. Ricevute le strette di ma no dai suoi compari, le congratu lazioni del piccolo grande, dopo un tantino di riposo per prender fiato, e mentre tutti si turano le orecchie. Libera nos Domine, con voce cavernosa, pronuncia lo spiccio. E poi dicono gli Indi- ! pendenti che non ne sanno nulla. Che facce toste! Nella colonia si sentono molte voci, sono in vista diverse dimis sioni, e ciò mi fa dubitare che qualche brutta mattina il piccolo grande si sveglia e si trova solo. In guardia, o messeri, acqua alle funi! Antonino Vigliane LE VISITE DEL GRANDE PEDERASTA Egli ha visitato le infinite log ge che fanno parte della Grande famiglia dei falsarii, dei provoca tori di aborti, dei compari di San Martino, dei magnaccia. La visita dalla quale ha raccol to maggior copia di frutti è stati quella fatta a La Vittoria di Brownsville, dalla (piale fu scac ciato con l'accompagnamento di fischi e pernacchì. E pure, cote sto grandissimo mascalzone ha la faccia pipernina di affermare che, eliminati i dissensi dei ribel li e dei malvagi, quella Loggia si è rimessa nel diritto cammino. Cosichè gli ottantuno che lo fischiarono sono diventati i ribel li per il Grande Pederasta e i t sancio-pancia i componenti ki Loggia Vittoria. La Vittoria però fra giorni sa rà iniziata al vero Ordine, all'Or dine Figli d'ltalia, avendo già ot tenuta la dispensa dal nostro C. E. S. Se i risultati delle sue visite sono eguali a quello avuto nella Vittoria, o alla raccolta dei fondi prò vedove ed orfani dei soldati morti in guerra, noi di cuore ci congratuliamo col Grande Pe derasta. Piccola Posta LATIN PRINTING CO. Schiattate di gelosia, messeri. Dio liane, se non mi rende una cosa, mi renderà l'altra. Non per niente sono della Congrega e va do in parata l'l 1 Novembre. FIORINA, CITTA'. Non so lo la vedovella, ma la mia prima moglie aveva molto battagliato, anche negli educandati religiosi. RAGIONIERE LADRO. Che colpa ho io se essa mi aveva portato la corona di spine? Non ricordi tu (piante volte glie l'ho rinfacciato prendendola a calci nello stomaco? VITOZZI. E' verissimo. Giu seppe Di Silvestro fu per 90 gior ni nelle carceri di Moyamensing per non essergli stato permesso di provare che. all'ombra del Consolato di Philadelphia, tuo padre truffava le successioni agli eredi dei poveri defunti dalle cui dita aveva rubato gli anelli prima di sotterrarli. FRANK TRANO Dirai al vigliacco del tuo padroncino che i criminali sono un prodotto del la sua famiglia dal trisnonno, al bisnonno, al nonno, al cavaliere ladro. I WANT TO BE FRANKLY YVITII YOU. Quando i tuoi fratelli entrarono all'Ordine Fi gli d'ltalia, Giuseppe Di Silve stro si rivelò quel signore dal cuore generoso, che è sempre stato. Egli volle, facendo uno strappo alle leggi, che la votazio ne sui loro nomi si facesse per alzata e seduta, onde impedire ;he fossero rigettati, e lui li iniziò con onori mai concessi ad altri candidati. Tu poi hai compensa to Giuseppe Di Silvestro con la vigliaccheria che è insita nel tuo casato e perciò sei un rettile più velenoso di tuo padre. FRANK ROSA. Egli si dice amico di Giuseppe e di Gio vanni e qualche volta fa profes sione di sincerità. Molto volentie ri però con i ma e con i conciow ■riacchè vomita il veleno che gli ?onfìa il seno. C. C. Tutti coloro che la pensano con la propria testa, per il figlio del capo calzolaio milita le sono venduti ai Di Silvestro. Rileggi la biografia di suo padre ì ti convincerai di che carato è quell'accozzaglia. II IVANO. E' stato riferito anche a noi che il titolato aveva promesso a Vitozzi di portargli l'Ordine Figli d'ltalia alle sue ginocchia. Che te ne pare? De predazione della Ranca; depre lazione dell'Ordine. Questo era I programma dei monopolizzato li della sincerità. X. Siamo oramai convinti che sotto le melate e melliflue parole quel signore nascondeva a canagliesca anima sua sospin gendo il degenerato. Uno alla yolta. Il suo turno verrà e la no stra rivendicazione sarà feroce. 3