2 LA RAGIONE Organo di difesa della italianità contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemi ci della pallia di origine edi quella d'adozione. i F. SI LVAGNI, Direttore >HI Christian Street Phila., Pa. . I SA COPIA 5 SOLDI Philadelphia, 2en fondate, giacché il manigoldo fu obbrobriosamente scacciato dal seno del Comitato italiano per la mobilitazione ci vile. Noi abbiamo le copie del suo foglio che allora stampava. Oggi egli ne sta stampando un altro ad istigazione e col concorso di pochi pirati coloniali, col quale foglio egli ha iniziato una cam pagna di denigrazione contro le nostre migliori Istituzioni e gli uomini rispettabili che ne sono aHa testa. In questo modo egli compie o pera di disgregazione e semina la discordia tra i connazionali in un'ora in cui la più stretta unio ne sarebbe assolutamente indi spensabile per poter giovare, in tutti i modi, al trionfo della gran causa italiana ed americana. Sig. Garbarino, tenete bene gli occhi addosso a questo pericolo so malvivente e se domani vi sembrerà che la sua condotta giustifichi un provvedimento e nergieo a suo riguardo e potrete metterlo nell' impossibilità di nuocere alla causa comune, avre te IK?IÌ meritato dalla grande massa degli emigrati dalla vo stra patria di origine. La Ragione. Punte di spillo FILIPPO COLTO CON LK MANI NEL SACCO Filippo povero Filippo sta attraversando un periodo difficile della sua esistenza. Da quando si diede quella parodia di banchetto che lo ha dannato alla croce dell'immortalità: da quan do ordinò per proprio conto l'in grandimento al naturale delle sue leggiadre sembianze e lo pa gò col danaro del compiacente Comitato: da quando fece stam pare dal quotidiano l'Opinione che nulla mai trascura di quanto interessa la colonia, la sua auto biografia o meglio la sua auto apologia, gli invidiosi ed i nemici non gli han dato un minuto di tregua. Tocca a me rivendicare il buon nome di Filippo, richiamando gli , uomini alla storia. ♦ ♦ » E prima di entrare nel vitalis simo argomento, desidero dare all'umanità attonita una stupe facente novella: Filippo, da qual- 1 che giorno, sta indossando la cra vatta rossa. Solenne avvenimen to che trova forse la sua spiega zione nel trionfo della recente ri voluzione russa. Ed è così che Filippo, in altre faccende affaccendato, ha perdu to completamente la testa che, in verità, non tenne mai a posto e' va gridando che non abbiamo an cora risposto agli pisterismi ridi coli che il degenerato scrisse in un momento di estasi alcoolica ed egli sottoscrisse colla sua a bituale incoscienza. No, caro Filippo, sei tu che de vi rispondere alle accuse che con tro di te formulai, ad illustrazio ne del tuo carattere e della tua onestà. Dell'ammanco di trenta e più dollari nella Società Cristoforo Colombo, in occasione di un cer to ballo annuale, niente ci hai detto a tua discolpa e l'accusa ti l>ende ancora sul capo. Quanto ai dieci dollari di Gal leani ritornati a beneficio del co mitato prò scioperanti del Min nesota. hai implicitamente rico nosciuta la indebita appropria zione. giacché li hai restituiti. Quello che ti condanna, caro Fi lippo. è che li hai restituiti, do po e -sere stato colto con le mani nel sacco; ovverosia dopo parec chi mesi, in seguito agli attacchi della "Ragione" ed alle insisten ze del Comitato che ha voluto all'uopo una riunione straordina ria. Truffatore, truffatore come il tuo collega degenerato! Una terza piccola dimentican za di Filippo, a far onore ai suoi impegni, è quella che riguarda la famosa mezza tonnellata di carbone, dal Comitato per la Mo bilitazione civile elargita a mia mia madre e da me pagata con danaro mio. E' vero che. per que st'ultimo fatto, ci è stata una ri sonante patente di onestà, rila sciatagli dal Professò: Dichia ro ed attesto ma anche su questa circostanza ritorneremo. Il professore però, creatura e vangelica. tutta invasata dal sen timento dell'amore e del perdono, non potrà negarmi, per il mo mento, che parecchie mezze ton nellate di carbone furono elargi te alle mogli dei richiamati. Ecco perchè Filippo faceva parte del Comitato della Mobili tazione; egli doveva fornire il carbone e nessun altro, e così prendeva due piccioni in una fa va: faceva i suoi affari e tenta va, all'occasione, di consolare la beneficata della lontananza mari tale. Se lo neghi, o Filippo, potrei ri chiamarti alla mente una certa avventura di Frankford, ove per poco non avesti il meritato gui derdone alla tua improntitudine di satiro audace e lurido. * * ♦ Filippo dunque è stato sorpre so con le mani nel sacco. Ma Fi lippo è uomo rigido, onesto, edu cato alla scuola del dovere e del la correttezza. Se qualchevolta cade ingenua- ( mente nel reato di indebita ap propriazione, anzi se vi cade spesso, troppo spesso, ciò non si gnifica nulla, perfettamente nul la. Se l'appropriazione riesce. Fi-, lippo è in perfetta regola con la sua coscienza e col pubblico; se non riesce, emette un check e manda gli impertinenti dal si gnor cassiere che li accoglie col più amabile dei sorrisi. E tutto finisce. ♦ » * Ed a proposito del sig. Cassie re, abbiamo avuto il piacere, in questi giorni, di ammirarne, sui giornali americani, la maschia e ! balda figura assieme a quella leg giadra della sua futura metà. Non c'è che dire ; le piccanti rivelazioni della "Ragione" han no affrettato il lieto avvenimen to coloniale. O il sig. Cassiere ha cercato di affrettare la cerimonia, nel ti more che non sorgessero difficol tà alla realizzazione dei suoi so gni affaristici, o il buon pa pà desidera appunto un giovanot to a modo, che abbia già subito in antecedenza la prova del fuo co. Comunque sia. il signor Cas siere, dopo che sarà diventato il genero di suo suocero, dovrà bruciare mirra ed incenso sull'al tare dell'amicizia. Il degenerato è l'amico del cuo re al quale egli deve una ricono scenza imperitura. Compare Turiddu. 11. SOLDATO CARMELO GAN GEMI RINGRAZIA LA LOG (,1 \ (i. C. CAPACCIO DEL- L'ORDINE FIGLI D'ITALIA., ZONA DI GUERRA 10 Aprile 1917 Amici e Fratelli cari, , Orgoglioso della vostra stima ed emancipato da quella timidità che mi rendea peiplesso, io mi rinfranco e con poche e belle pa role vi ringrazio ; vi ringrazio dal profondo del cuore per la vo stra generosità, pei- il pensiero e magnanimità usati a mio ri guardo. Ebbi i vostri s">. che, assieme ad altri compagni valorosi brin dai alla salute vostra, alla salute e gratideza della nostra bella Ita lia e se il vento trasportar a voi potesse l'eco della mia voce sì lontana, o quante cose vi direbbe di bello. L'aver provato dolore al saper mi leggermente ferito mi dimo stra quanta sincera sia la vostra stima ed è questo sopra tutto che mi onora. Oggi sono completamente gua rito, ed il desiderio di vedere il nostro secolare nemico abbattu to non mi farebbe esitare di e sporre la mia vita al sacrificio della Patria. Graz\ dei vostri auguri e colla viva speranza di ben rivederci io vi saluto o fratelli, di quel caldo saluto che inviar possa un solda to Italiano e col grido di viva l'ltalia sulle labbra mi dico vostro per sempre col pensiero e cuore, amico e fratello Gangenii Carmelo IL RICATTO CONTINI'A Oggi è la volta del signor Bon figlio. il quale dichiara che pur a vendo disdetto il suo avviso sulla Cloaca, la cui inserzione non a veva mai autorizzato, il ricatta tore continua a pubblicarlo. Pubblichiamo la sua lettera: Phila., Pa., 21 Maggio 1917 Io sottoscritto dichiaro che uià da due settimane fa scrissi alla Cloaca (n. d. r.) di non con tinuare la pubblicazione della mia reclame e questo Signore continua a pubblicarla senza pe rò nessuna responsabilità da par te mia per il pagamento. Victor Bonfìglio LA RAGIONE Le Rocambolesche gesta di "Gnore Cocuccio" (Cont. Vedi Nuni. Precedente) 11 protagonista di questa veri dica novella non può essere con venientemente illustrato in un'u nica pubblicazione. Occorre alme no una trilogia per esporre in maniera sommaria le fortunose vicende della sua vita, nella terra ove emigrò dal natio paesello, (Mi sto a un miglio dalla più ridente spiaggia del mondo. Dicevamo adunque la scorsa settimana che "Onore Oocuccio", sebbene quasi analfabeta, aveva una spiccata tendenza a prepara re ed a montare i fallimenti do losi. E fu lui il consulente che elargì i suoi preziosi consigli al permaloso grossiere che oggi ammannisce lettere aperte, re datte in stile antico da ben noti professori coloniali ; e nell'elar gire i suoi consigli, suggerì di far venire una gran quantità di farina lattea Paganini-Villani, da un ricco importatore metro politano, che poi egli avrebbe ri comprata per pochi soldi, assie me a un gran numero di botti glie di centerba dei fratelli To ro. La farina venne e venne anche ! il verde liquore che si estrae dal j succo delle erbi della nevosa Ma- ! iella, e qualche giorno dopo la | Ditta, consigliata sempre da "Onore Cocuccio". dichiarò il fai- ! limento. 11 povero importatore metro politano, soltanto allora, un po' tardi in verità, si accorse del ti ro disonesto e volò sul luogo per riacquistare la propria merce: farina lattea e centerba. Ma egli j non aveva a fare con un coscrit to che fosse alle prime armi ; si i trovava di fronte ad un manipo latore l otto a tutte le malizie ; si trovava di fronte a "Onore Co cuccicr" che fin dai primi istanti aveva avuto cura di far passare in cavalleria tutta quella merce che a lui faceva comodo. E l'importatore dovette tor narsene nella metropoli, vinto in astuzia e defraudato nella borsa. Intanto "Gnore Cocuccio" a veva già lasciato il cugino; quel buon cugino che, dal suo primo jtrrivo dall'ltalia, gli era stato così prodigo di fraterni aiuti fi no ad interessarlo, con uguali di ritti, nella sua azienda, che egli ricambiò con la più nera ingrati tudine. Aprì un negozio per con to suo e, nel giorno dell'apertu ra. si mostrò splendido e gene roso come non era mai stato in vita sua. regalando agli avven tori bottiglie della famosa cen terba "Toro". Splendido con la roba degli altri ! quella centerba rappresentava la grassa provvi gione del manutengolo. Ebbe allora la velleità di apri le anch'egli una banca, per po tersi arricchire alle spalle dei la voratori, e sollecitò depositi dai suoi compaesani. . promettendo loro degli interessi che non ven nero mai. Fu in questo periodo della sua vita che le gesta rocam bolesche di "Onore Cocuccio" si intensificarono in sommo grado: fu in questo periodo che comin ciarono i suoi rapporti col dege nerato, che negli inizi furono tutt'altro che cordiali. Una volta un suo depositante pretese il rimborso del suo depo sito: "Gnore Cocuccio" si inquie tò: corsero delle parole risentite dall'una parte e dall'altra; l'ecci tazione nervosa fece sì "he "Gno re Cocuccio" sbagliasse a conta re e quando l'operaio portò la moneta in un'altra Banca più si cura, trovò che mancavano venti scudi che "Gnore Cocuccio" non restituì. Intrigante per natura e maldi cente. apriva metodicamente le lettere dei suoi clienti, per im possessarsi dei segreti delle fa miglie e potersene, all'occasione, servire, a scopo di diffamazione, e poi le richiudeva. Oggi, se genuine sono le fonti ove attinge questa storica novel la, fa altrettanto con le lettere del cugino, quando, per errore, capitano nel suo negozio; altret tanto con quelle indirizzate al fratello professionista ; e se qual che volta costui le riceve diretta mente dal postiere. "Gnore Co cuccio" ha requie solo quando ha potuto appagare la sua curiosità morbosa e malvagia. Dicevamo che da quest'epoca datano i rapporti tra "Gnore Co cuccio" e il "degenerato"; due le stofanti che si rassomigliano co me due gocce d'acqua ed aggiun gemmo che, negli inizi, i rap porti non sono affatto cor diali. " Gnore Cocuccio " in fatti succedette all' altro nel la Segreteria della Società dei Banchieri italiani e il "degenera- Tp" brigò" a lungo per farlo de stituire, adducendone l'assoluta incapacità nel disbrigo delle man sioni. In seguito furono anche ri vali di galanti avventure e bru ciarono entrambi al fuoco di due languidi occhi che, per un solo giorno, brillarono persino all'om bra di un regale diadema. Più tardi i l'apporti divennero più stretti ed oggi i due tristi figuri son legati a filo doppio. Ma il repertorio delle gesta di "Gnore Cocuccio" non può dirsi ancora esaurito. Se ad un suo compaesano capitava un qualun que infortunio, egli portava la causa all'avvocato e alla liquida zione, la sua senseria, non am montava a meno del 50 per cen to. Quando correva alla caccia del la moglie o per essere più esatti, alla ciiccia di una dote, richiese anche la mano dell'unica figlia di un patriarcale banchiere molto danaroso, il quale, quando col suo fine intuito, scoprì le cupide bra me del pretendente, gli domandò ruvidamente: E tu tieni le pez ze? e lo mise senza cerimonie alla porta. All'odore della polvere scappano Oltre un anno fa in Browns ville, molti connazionali voleva- ! no avanzare domanda per for mare una loggia dell'Ordine Fi idi d'ltalia in America. Ma con i soliti loyoleschi intrighi, qual che faccendiere s'intromise fra di essi e li fece trovare, di pun to in bianco, nelle file indipen denti. Quando quegli italiani si ac corsero dell'inganno, era troppo tardi per indietreggiare, aven do la Loggia già ottenuta la di spensa e pagato per il corredo necessario. Ciò non pertanto in cominciarono i dissidii originati dal tranello teso. La Loggia, in tanto, dopo parecchi mesi fu ini ziata all'Ordine dei cugini, con pompa solenne; e Curiangiolo, che, pur dissossandosi qualche o so, pei noi non aveva mai fatto nulla, fece il discorso d'occasio ne. Domenica scorsa quella loggia Vittoria tenne una seduta per deliberare di passare all'Ordine Figli d'ltalia. Le due lettere che qui pubbli chiamo integralmente, nella for ma e nella sostanza, sono troppo eloquenti di per sè stesse e non hanno bisogno di commenti. Una cosa solo però vogliamo imprimere nella mente dei letto ri. I nostri cugini fanno gli spa valdi, ma quando si fa loro l'in vito di misurarsi con noi. essi.... scappano. Se così non fosse il Grande Venerabile specialmente, la più alta autorità dello Stato di Pennsylvania, dopo averlo invo cato, avrebbe dovuto accettal e il contraddittorio col fratello Pitoc chi. Ecco, intanto, le lettere perve nute dalle vicinanze di Brown sville : "Uniontown, Pa., 21 mag. 1917 Egregio amico e fratello, Colla presente vengo a darvi la bella notizia che ieri 20 c. m. la Loggia "Vittoria di Brown sville, Pa., votò di entrare a far parte nella nostra grande fami glia dell'O. F. d'l. in America. La votazione risultò nel modo seguente. 49 voti favorevoli al l'O. F. d'l. in A., e 5 voti contra rli ; quando il venerabile mise la proposta a votazione, lui pel pri mo si tolse l'insegna dicendo: "butto via questa insegna, e se ho l'onore, voglio indossare la ve ra e reale insegna dell'Ordine Figli d'ltalia in America." A questo punto disse chi è favore vole si alzi in piedi, i contrarii ri mangono seduti. Appena termi nato di parlare, in uno scatto quarantanove si videro saltare in piedi gridando abbasso gli Indi pendenti : Viva l'Ordine Figli d'l talia in America. Vi fo notare che nella seduta era presente il Due anni dopo il matrimonio, quando già erano incominciate le delusioni della mancata dote, e il povero "Gnore Cocuccio" navi gava in cattive acque, tempestò di messaggi, sempre più incalzan ti, il suocero, il quale rispose giu stamente che alla sua morte a vrebbe avuto ciò che gli spetta va. Ma "Gnore Cocuccio" non la intendes? così, e continuò con messaggi minacciosi al suocero e con maltrattamenti alla moglie, onde, per quieto vivere, il primo si decise a dargli un anticipo. Per chi noi sappia, "Gnore Co cuccio" è affetto da cleptomania acuta, ed è specialista nel trafu gale i parapioggia. Un simpatico vecchietto ame ricano, molto noto in colonia, eb be la disgrazia un giorno di di menticare il suo parapioggia nel negozio di "Gnore Cocuccio"; quando vi tornò, dopo mezz'ora, per riprenderselo, il parapioggia ei a scomparso. Ed il vecchietto americano non è la sola vittima del cleptomane specialista, di questo sinistro e roe, che, appena giunto nella nuo va terra ove piantò le sue tende, si propose di portare a compi mento gesta eclatanti che avreb bero dovuto oscurare quelle com piute nel natio paesello, ricco di grossi vigneti, situato sull'incan tevole spiaggia del mare. Il Novelliere. (Continua). grande Venerabile degli Indipen denti fatto venire appositamente da Philadelphia, per fare votare contrario, alla nostra Potente Istituzione, e far sì che rimanes sero negli Indipendenti, ma fu accolto come proprio meritava. Appena entrato nella sala fu ac colto da fischi e grida abbasso gli indipendenti, viva l'Ordine Fi gli d'ltalia in America. Fu detto che volevano fare un contradittorio, per questo fu te legrafato al Prof. Pitocchi, che si tenne pronto, quando fu al mo mento di fare il suddetto, il glande venerabile degli spioni austriaci disse che non era ne cessario di fare contradittorio, e allora il Prof. Pitocchi tenne un breve discorso che fu coperto di applausi e di viva l'Ordine Figli d'ltalia in America. Io volevo te legrafare a Lei, ma per la troppo lontananza, non lo feci. Lo spio ne austriaco Venerabile degli In dipendenti. disse che i fondi, toc cano, ossia spettano tutti a quei cinque fratelli, che sono contra rii. al contrario si andava in Cor te. Vorrei molto dirvi, ma, è trop po lungo potervi descrivere tutto quello che è successo, in seduta della "Vittoria". Appunto adesso mi è arrivato un telefono dicen domi che erano due persone ve nute da Philadelphia, ed in più gli Indipendenti portarono 2 po , liziotti nella sala per paura di ba stonate. Termino col salutarvi cordial mente in L. r. F. vostro amico e fratello D'Amia Vincenzino." "Connellsville, Pa., 21 Mag. 1917 Caro Amico e Fratello, La Loggia Vittoria dell'Ordine Indipendente Figli d'ltalia di Brownsville, Pa., domenica 20 Maggio u. s., delil>erò di passare nel nostro Ordine. I Grandi Ufficiali dell'Ordine Indipendente, compreso il Gran de Venerabile, venuti ieri in Brownsville per battezzare le bandiere, furono accolti e conge dati a fischi. Avendo la Loggia Vittoria de liberato nell'ultima seduta di in i vitale un oratore o qualunque fratello dell'Ordine nostro accioc ché alla presenza dei loro Gran di Ufficiali potessero udire la no stra parola onde venire ad una conciliazione e por fine ai loro dissidi, a mezzo del loro Venera bile, Giuseppe Cesarone, fui in vitato con lettera che qui acclu do, che ricevei il 18 a sera. Telegrafai al fratello Prof. Pi tocchi il quale puntualmente ven ; ne per sostenere il contradditto rio che gli Indipendenti avevano [chiesto. E' superfluo dire che