La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 26, 1917, Page 3, Image 3

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    appena i Glandi Ufficiali Indi
pendenti e qualche loro esculapio
sostenitore seppero che Pitocchi
era pronto al contradittorio ed a
spettava di esser chiamato, si
squagliarono.
Io e Pitocchi entrammo in sa
la accolti con indescrivibile en
tusiasmo. Pitocchi parlò del no
stro Ordine e spiegò l'origine, lo
svolgimento dell'Ordine Indipen
dente, accennando agli sforzi da
IVoci di protesta per i sicarii
E DI SOLIDARIETÀ' PER I GALANTUOMINI
Phila., Pa„ 18 maggio 1917
Egregio Sig. Direttore
della RAGIONE,
La Loggia Giulio Cesare Ca
paccio No. 140, nella sua seduta
ordinaria del 18 corrente, delibe
rava all'unanimità di protestare
con tutte le sue forze contro cer
i ti irresponsabili, disturbatori del-
Ila colonia che, sobillati e sovven
zionati da poche coscienze in
quiete, han dato vita precaria ad
un foglio mercenario, che si è as
sunto il mandato di combattere
i fratelli Di Silvestro, l'Ordine
I; ne Figli d'ltalia e sopratutto la
I Banca Statale Figli d'ltalia. De
[ liberava inoltre di concedere il
ì proprio appoggio morale e finan
| ziario al battagliero periodico la
ì "Ragione" sorto per abbattere le
f camorre coloniali e di sovvenzio
[ narlo con dollari cinque mensili,
| fino a quando non sorgerà in colo
? nia un altro giornale che dovrà
| ricacciare nelle tenebre la turpe
1' genìa che ammorba al presente
I la nostra collettività.
Con preghiera di dar pubblici
| tà a questo deliberato, credete
, mi, signor direttore,
Vostro
Orazio PLsciotti, Ven.
| Coatesville, Pa., 14 Maggio 1917
■' Al Sig. Gaetano Gangemi
(Compare Turiddu)
leri, per la prima volta, ho a-
H vuto il piacere di leggere il nuo-
F vo giornale "La Ragione". E con
sommo piacere ho visto il tuo no
|jf mignolo (Turiddu) tra coloro che
"P maggiormente si distinguono a
K dare incremento al simpatico e
! bellicoso giornaletto. Bravi !
• ' Smascherate i ladri in guanti
|t gialli che, in nome della filanti-o
ff pia e del sacrificio, rubano alle
,v ; gramente, al povero lavoratore,
V gli scarsi e stentati sudori della
if' fronte.
E come i valorosi militi italia-
I ni, lassù, sugli aspri contesi con
fini nostri, combattono c vincono
fr> il barbaro nemico per il trionfo
B della civiltà, così anche voi forn
ii battete, fino a sciacciarli defini
tivamente, codesti famosi ma
t snadieri coloniali che succhiano
■ il sangue del lavoratore fino al
l'ultima stilla.
Ora la Ragione è unita ed a voi,
|v suoi militi, la nobile gara di dif
■ fonderla quanto più vi sarà pos
sibile.
10, come tuo amico, non posso
frenarmi dal dirti : bravo, perchè
so con quanto entusiasmo e con
quanto amore hai lavorato per
vedere finalmente sventolare (pie
sto nuovo immacolato vessillo.
Ed ora che l'avete innalzato, sia
esso il Faro luminoso verso cui
debbano scendere le masse com
patte dei lavoratori, fino ad oggi
vilipesi e sfruttati. Ed allora es
se masse vi applaudiranno e vi
seguiranno come vi applaudirono
ieri, qui in Coatesville, molti o
perai, che vi inviano, per il mio
tramite, il loro plauso ed i loro
auguri.
Tu, come siciliano e quasi com
patriota del grande Mario Rapi
sardi, ricordati i suoi brani, che
per taluni e disgraziatamente an
che per qualche siciliano predica
tore di vangelo, sono buttati al
vento: Fango al fango e le civil
; maschere abbono.
Con la speranza di vedervi
sempre trionfare sui pochi fara-
K butti che costà in Filadelfia cal
li pestano il nome e l'onore d'ltalia,
1 invio a te e agli altri lottatori i
gB più cordiali saluti e mi ripeto per
H sempre
Vostro sincero amico
Sam Poi-taro.
noi compiuti pei- l'unificazione
dei due Ordini, sforzi non com
presi dagli Indipendenti. La se
duta che rimarrà memorabile si
sciolse al grido di Viva i Figli
d'ltalia, fuori gli Indipendenti.
Lieto di aver portato il mio
contributo al successo dell'Ordi
ne Figli d'ltalia resto a vostra
disposizione sempre in L. U. e F.
Sono vostro fratello.
A. TRAVATOLI"
7 Hotel Taylor Barbar, Coates
ville, Pa.
- Signor F. Silvagni,
i Direttore del giornale
LA RAGIONE;
Ì Caro Amico e fratello,
Ho ricevuto il secondo numero >
- del vostro simpatico giornale e
- sinceramente mi congratulo con
- voi. Benissimo e avanti sempre!
1 Quello che avete così bene intra
" preso è l'unico mezzo buono ed a
- datto per schiacciare la testa ai
' pochi rettili che infestano la co
* lonia.
Sì, anch'io conosco questi di
-1 sgraziati miserabili che van pi
- toccando il cosidetto "Free Lun
-1 eh" dai banchisti prossimi a
' prendere il volo, portando seco
-1 i sudati risparmi dei lavoratori.
> Sì, fratello Silvagni, avanti,
■ sempre avanti! non date quar
-1 tiere ai farabutti in guanti gialli,
' sanguisughe insaziabili, che ten
• tano denigrare un popolo onesto !
e laborioso.
E quando avrete assolto il vo
■ stro compito, avrete acquistato
pieno diritto alla nostra eterna
riconoscenza.
Intanto abbiatevi i miei saluti
e date, se lo credete opportuno, i
ospitalità alle seguenti mie po-1
vere righe, il cui contenuto ri
i sponde esattamente alla verità:
TANTO PER RICORDARE
i Era una sera tempestosissima ;
pioggia dirotta e vento impetuo
so. Io me ne ritornavo a casa
stanco del lavoro di una lunga
giornata, quando vidi dinanzi a
me, avvolta in un mantello, tre
mante di freddo, una donna, vi- j
sibilmente agitata, che conobbi ;
per una connazionale.
Vinto dalla curiosità e dalla
i compassione, io me le avvicinai e
le chiesi garbatamente la causa |
del suo dolore. Era una vecchia j
donna, che dopo avermi guarda
i to a lungo, mi disse con voce rot- j
i ta dallo strazio : Figlio mio, io vi '■
\ auguro che mai possiate provare j
. i dispiaceri che in questa sera mi |
. strappano le lagrime. Una mia
i povera figlia ha avuto la disgra- \
. zia di sposare un fannullone, de
bosciato, malvivente, che vorreb- j
be vivere alle spalle di sua mo-1
. glie. La mia povera figlia non ha
. la forza di ribellarsi alle bestiali |
esigenze di questo indegno mari- j
i to, e lo sopporta rassegnato cqme !
■ una martire. Ma io questa sera
i sono andata da loro per fare una
altra scarica di calci nel sedere di
> quel mascalzone, che meriterebbe j
. la galera.
i Dopo di che la povera donna
i mi salutò e continuò la sua stra
. da. Voi e tutti i lettori avete già
i indovinato chi sia questa meschi
na figura, che si buscava pedate
i e scantonate dalla suocera. Era
i Filippo! C. I). Mainbro.
, LOGGIA PIETRO METASTA
, SIO, No. 539
lll.mo Signor F. Silvagni
Direttore il Giornale
La Ragione, Phila., Pa.
? Caro amico e fratello,
Ho ricevuto il secondo numero
-1 del giustiziere giornale "La Ra
-1 gione". Io non ho altro a fare
I che ad inviare i miei più caldi
applausi alla redazione, ed in
i modo speciale al suo Direttore.
-1 Mi duole che non conosco di
- ' persona cotesti famigerati che
, succhiano il sangue dei nostri
i ! contadini. Favorisca pubblicare i
r ! nomi, affinchè possiamo cono
! scerli e propagandarli fra i no
! stri amici e fratelli.
| Fratello Silvagni, seguiti pure
la lotta contro cotesti malvagi
insetti nocivi, rettili immondi.
Se Lei volesse diffondere la
Ragione per questa contea io sa
, rei pronto ad impegnarmi e farò
il mio dovere, però vogliamo co
j noscere i nomi dei banchisti che
hanno dato il denaro al Sicario,
j Se non si vogliono pubblicare, me
i li mandi per lettera.
Salutandola fraternamente ed
augurando un buon successo a
La Ragione, perchè risvegli un
! pò i nostri compatrioti insonniti,
; mi dico
Guido Merlo, Venerabile
313 Lincoln Ave., Bristol, Pa.
CHIUDETELO in MANICOMIO
Da Pittsburg, dalla cui città
I aspettiamo i documenti, il 1908,
; per ordine di un giudice che lo
j aveva condannato alla reclusio
| ne, fu sfrattato, appena scontata
jla pena, un certo A. F. Ferrari
; che poi si rifugiò in Camden, N.
J. In questo paese le sue gesta
non si contano; ora è piombato
nella città dei quacqueri.
Il mattoide, come del resto fa
il disonorato suo compare, inve
ce di difendersi o dire al pubblico
se è vero che fu scacciato dalla
i Loggia Da Verazzano ; se è vero
che scrisse una lettera con dei
salamelecchi, nella quale doman
dava di essere impiegato a lava
re le sputarole nella Banca dei
Figli d'ltalia, annunzia che pros
simamente, regalerà alla colonia
una commedia dal titolo:
Il manicomio di Norristown
Artista di cartello: A. F. Fer
rari, il quale apparirà anche sot
to la veste del recluso di Pitts
burg, sfrattatone per ragione d'i
giene.
Seguirà una tragica commedia.
II degenerato davanti siilo sche
letro della sua vittima
L'entrata sarà libera a tutti gli
alcoolizzati : a tutti i mattoidi.
Riesmnando....
i galantuomini
A SATANA!
(Al secolo Dr. Curiangiolo)
E' inutile che cerchi di svi
gnartela con raggiri: tu dovrai
soccombere sotto la evidenza dei
fatti. Il Cimitero da te visitato è
ignobile, come ignobile e denigra
trice è la tua mano che traccia
■ va quelle epigrafi.
Tutto va bene; ma contamina
re l'onore della donna per la se
conda volta, è ributtante.
Credimi che, se avessi rivol
:to ame tale offesa, io ti avrei
affrontato pubblicamente chie
dendoti soddisfazione.
Con te, vile, bisogna che agi
| sco villanamente onde toglierti
quel pallore livido della morte,
che ti dà l'aria d'un malfattore.
Tra te e me non v'è nulla di
j paragonabile: tu vanti la nobiltà
j e la professione, ed io l'onestà ed
ì il lavoro: tu hai la fronte rico
! perta da pominenze osee indi
j canti la deficienza pi ìi bernocco
| luta e f)iù inferiore, mentre la
mia è larga e sincera.
Satana, esci dalle cerchia info- !
cate e mostra le corna roventi ! 1
Lascia il caos infernale chè or
mai è troppo vecchio e consunto i
quel tèma, ed affronta chi ti at
tacca apertamente.
Non vedi come sei piccino?
Non ti accorgi che ti consumi !
giornalmente nella coscienza e
nell'animo (se coscienza ed a
nima hai) pel ricordo delle
tue vittime? Rievoca il passato,
o Satana, e parla col signor Sin
doni che ti ammannisce questo... i
pasto, o Satana :
"Poso il martello con la mano
incallita senza prosaica e senza
fraseologia balorda e rispondo a
Satana.
Satana delirante nella solitudi
ne sognò il mesto giorno dei mor- '
ti fantasticando e con la sua po
sa marziale visita il cimitero.
Satana, nella sua abituale di
j e sotto l'impulso del
l'alcool, salta la prima tomba.
Una tomba con una lapide di
legno con scolpite diverse botti
glie di liquori che porta incise le
segmenti parole:
Qui riposano la marce ossa di
un Dottore corruttore di coscien
ze, debole ed ignorante; tanto e-
LA RAGIONE
i tfoLsmo e tanta furberia albera
vano nella sua generosità, che gli
i uccelli di rapina e gli spostati
- questa lapide posero.
j| Una seconda tomba:
Qui riposano in pace le ossa di
: (ìiuseppe Farace, morì dopo una
. penosissima malattia dannato,
3 perchè un Dottore non volle rieo
| noscere la sua malattia, accusan- j
1 dolo di simulazione,
i Una terza tomba:
i Qui riposano le owsa di Pietruz
. i /olio Leonardo, mori dannato con ;
una pandi si progressiva in un
ospedale non riconosciuto dal
. dottore che l'accusò di simula
„ /ione.
I j Una quarta tomba (vuota) :
In questa tomba doveva essere
t seppellito Siano Alfonso, perchè
avvelenato dal Dottore curan
te.
I Una quinta tomba:
Senza marmi, senza croce. Tre
orfanelli che piangono. Chi avete
perduto, bambini miei? Abbia
mo perduto PAPI' nostro, nel fior
degli anni: imprechiamo contro
il dottore che per vendetta non
i l'ha salvato.
; Ancora un'infinità di tombe i
; vuote i di cui corpi sono ancora
; miracolosamente fra i viventi che
i possono attestare i miracoli com
piliti sempre dal medesimo Dot
j tore.
Satana, uomo di carità pelosa,
! la tua visione è stata fantastica :
! parli dei morti e non dei vivi.
Satana, io parlo dei morti e
. ; palio dei vivi.
. I Satana, io sono in grado di do
i cumentare quello che scrivo e
• ! quel che dico.
| Satana, finché tu non sarai ca
( pace di provare qualche cosa con
; tro la mia onorabilità, io ho il di
. j ritto di chiamarti calunniatore.
Satana, finché tu non ti firme
rai con il tuo nome, io ho il dirit
to di chiamarti vile, vigliacco, a-
| 1 nonimo.
| Satana, se Corso, Citrullo, so
| lachianelle e Compagnia bella
jnon ti hanno fatto lacrimare gli
ti prometto che li farò
! lacrimare io, senza altra polemi
■ I ca e senza andare oltre.
GIUSEPPE SINDONI
918 Pierce St."
A Vincenzo Titolo
ALIAS PROFESSO'
Mi avete chiamato, ed eccomi ì
I a voi. Non sono giornalista, né
; mai mi son creduto tale. Sono un
| semplice operaio, ma operaio o-,
i nesto, laborioso e cosciente: ho |
un cuor «l'oro, retti sentimenti
e carattere d'acciaio. Mi chiama-!
te pseudonimo, ma sapete che
non è pseudonimo chi firma i )
; suoi scritti ed assume intera la
responsabilità di quello che dice
e non fa precedere il suo nome
da nessun titolo accademico che
non ha.
Quanto al carbone, è un fatto,
illustre professò, che voi mi di
ceste che era stato già pagato
dal comitato per la mobilitazio
ne civile, e, se lo desiderate, pos
so portarvi anche dei testimoni,
persone degne di fede e stimatis
sime.
In quell'epoca vi mostravate
estremamente cortese con me,
forse perchè io vi era in qualche
gesta necessario; oggi invece
tutto vi rimangiate.
Fortunatamente però la colo
nia conosce Gangemi e potrà es
sere giusto giudice.
Che io sia siciliano autentico,
lo sapete anche voi ; se mi co
stringete a parlare a carte sco
perte, allora si vedrà chi di noi
due fa parte della vera Sicilia.
Quanto al Chianti della Coro
na di Ferro, ciò che dissi lo dissi
per ischerzo e non per malignità,
ma oggi mi accorgo che toccai
un brutto tasto. Io allora mi sen
tivo il rappresentante della pic
cionaia e possedevo due azioni
già pagate a moneta sonante e
non in sogno, come soleva fare
qualcuno di mia conoscenza! Mi
domandate dove fui educato ed
io vi rispondo, che la vostra let
tera mi è parsa uno squarcio di
dottrina cristiana ed a mia vol
ta vi domando: Foste forse edu
cato in un convento?
Alla fine del quaresimale, par
late anche di cavalleria; all'uopo
vi dirò, o illustre Professò, che
non mi fanno paura nè la vostra
| penna, nè le vostre minacce e
neanèhe la spada. E state sano.
Gaetano Gangemi.
I DUE ORDINI
Sempre ragionando ritomo al
j solito argomento, e come per lo
! passato, sarò corretto, non tra
scenderò, perchè di male parole
j ognuno ne potrebbe dire un mi
: lione. Sempre ispirandomi alla
| verità, senza temere di essere
j smentito, metterò altri punti su- \
igli i ; insomma ritorno a Curian-1
i giolo.
Prima egli strisciava, faceva i j
J suoi soliti salamelecchi, diceva!
• (e questo non lo può affatto ne
gare) che a capo del nostro Or
| dine in Pennsylvania vi era un
■ uomo dalle qualità non comuni,
'di grande energia; oggi, come lo
farebbe domani, cambiando ca
sacca, si è associato all'austria
cante, e, secondo le voci che cor
i rono in colonia, ha dato del dana
ro ed ha scritto nel suo foglio
contro il nostro capo, contro il 1
i nostro Ordine, che non teme con
: fronti.
Prima, Curiangiolo, egli stes
so ammetteva che l'Ordine Indi- :
pendente esisteva solamente per ;
lui e non per altri ; più tardi,
j quando uscì dal nostro Ordine,
incominciò a vomitare bava ve
| lenosa contro noi e la Istituzio-
I ne alla quale apparteniamo.
"lo mi sento onorato di non
appartenere più all'Ordine Figli
d'ltalia: non ti curar di loro, ma
guarda e passa, soleva dire ad
ogni rincontro, e quando il no
stro capo gli fece fare le lagnali- j
ze per questo suo modo di parla
re, Curiangiolo gli faceva rispon- !
dere che per il Grande Venera
bile aveva sempre stima e rispet- i
| to. E tutti gli altri fratelli che !
; cosa erano per lui ? Che cosa a
veva da dire contro di loro?
Quando però il nostro capo
! credette suo dovere di appoggia-
I re ad una Corte forestica un fra
tello. invece di un denigratore
dell'Ordine, nel quale Curiangio
lo, equivocamente, aveva ricevuti
anche onori, terminò la stima I
:per il Grande Venerabile e su-1
i bentrò un odio tanto feroce che !
come si dice lo condusse al con-1
nubbio coli'austriacante.
Noi gli volevamo bene, erava- j
mo sinceri, sincerissimi, in molte
occasioni gli abbiamo dimostra- j
to la nostra lealtà, la nostra sim- 1
patia. Vediamo un po' come egli
rispose a questo gentile tratta
mento.
Essendo Grande Tesoriere,
spesso il nostro capo si vantava
dicendo di essersi circondato di
suoi maestri.
I Grandi Ufficiali, specie di
Filadelfia usavano una volta eia- ?
senno trattenere a pranzo i loro |
colleglli e quando venne il turno
di Curiangiolo si andò alla Coro
na di Ferro. Apriti cielo! 1 suoi
| giannizzeri, i suoi compari mise
j io sottosopra Filadelfia per sa- !
I pere dove essi erano e quando fi
j nalmente lo seppero, in casa di
j un fotografo vi furono delle sce
ne violenti, gli fecero una dimo
| strazione ostile da farlo mettere
' a letto.
Spesso e volentieri, (pian
do doveva presentarsi in mezzo
a noi. si faceva venire dei malan- j
ni.
A Williamsport, Pa. nella se
conda Convenzione di questo
| Stato (auspice Reale) volevano
i dargli un voto di sfiducia ed il
! nostro capo si rifiutò di accettare
j quello di fiducia per lui se pri
-Ima non erano compresi tutti i
j Grandi Ufficiali presenti ed as
| senti, allo scopo di comprender
\vi anche Curiangiolo, che, per
Spaura dei suoi giannizzeri, era;
: mancante.
Sempre auspice Reale, si vo
ì levano mettere fuori tutti gli In
j dipendenti dall'Ordine ed il G.
! Venerabile con quella generosità
! che tanto lo distingue, impedì
ì qualunque atto di ostilità contro
j quegl'lndipendenti che già si
! trovavano fra noi.
Essendo Grande Tesoriere del
! nostro Ordine, ha fatto Logge ed
j ha condotto sempre socii agl'ln
dipendenti : a noi mai nulla. Men
tre era all'opera per formare una
Loggia femminile, mandava per- j
fino invito alle componenti della
nostra Loggia Principessa lo
landa, invitandole a partecipare
alla Loggia che lui stava fa
cendo. Figurarsi che estese
anche 1' invito alla signora
Laura Verna, che occupava la
carica di Grande Curatrice nel
Grande Concilio dell'Ordine del
quale egli faceva parte. Che dop
piezza di carattere !
Intanto, il nostro capo, riceve
jva continuamente dalle Logge
delle proteste, reclami da singoli
fratelli, ma nella sua grande bon
tà di animo tutto soffocava. Ma 1
Curiangiolo voleva mantenere i |
piedi su due staffe e poi si lagna-1
va che l'Ordine regolare non gli
dava abbastanza e rinnegava le
Logge di ieri per quelle di doma
ni.
Era nella G. C. Capaccio, se
conda loggia fondata in Filadel
fia, ma quando vide che di medi
co sociale non se ne voleva sape
re passò ai-mi e bagaglio alla Co
laianni per fare l'esculapio. An
che qui la luna di miele durò po
co tempo e quando in un brutto
giorno dovette fare il certificato
per ammettere un altro collega
(abituato negli Indipendenti che
medici non ne debbono entrare)
fece il tei gesto e si dimise da
dottore e da socio. Noi certamen
te non rimpiangiamo la sua per
dita.
E poi, (e questo è molto im
portante) gl'lndipendenti voglio
no far credere che non c'entrano
con 1 austriacante. E' vero o non
è vero che Curiangiolo disse a
Bocchino di recarsi dall'austria
cante perchè costui l'avrebbe po
tuto occupare al lavoro? Curio
so questo fatto, l'austriacante
che ha l'influenza di dare lavo
ro agli altri. E' vero o non è ve
ro che uno dei Grandi Indipen
denti, in una delle prime sedute
nell'ufficio, dico meglio, nella
bettola del gennanofilo (bettola
perchè ci erano diversi fiaschi
pagati dai gonzi) voleva convin
cere Alampi e Catanoso ad en
trare nelle loro file ? Ma ditemi
è così che si fanno dei socii? Ci
vogliono mezzi onesti, fatti per
lare soci; ecco perchè noi siamo
capaci di iniziare fino a cinque
Logge la settimana.
Ma via, finiamola! La colonia
sa da quale parte si trova l'acqua
sporca, sa chi sono i galantuomi
ni dal passato e presente pulitis
simo, e conosce con lente di in
grandimento lineili che oltre ai
tanti difetti sono vendicativi
quando non si è proni sii loro or
dini che sanno di affarismi. La
colonia sa tutto, anche di quelli
che quando ti fanno un regalo te
lo rinfacciano, ed anche se non
te lo fanno lo inventano e manda
no i loro giannizzeri in giro per
propagare le loro infami calun
nie col proposito di mettere in
cattiva luce degli operai onesti
che non hanno mai subito e non
subiranno gli ordini o i comandi
, di nessun Curiangiolo .
Antonino Viglione.
Ci si dice che figure equivoche,
dall'occhio torvo e bieco, pedini
no Antonino Viglione, il quale, a
dire il vero, è il più corretto, il
più calmo dei nostri redattori.
Noi siamo insultati, senza aver
mai provocato, e rimaniamo al
l>osto del dovere ; i nostri avver
' rii, invece, ci hanno scagliato
addosso un sicario e la pretendo
no anche a spavaldi. Amici e fra
telli, in guardia. Se sarete pro
vocati sappiate rispondere. At
torno a voi si schiereranno die
cine di migliaia di fratelli.
n. d. r.
Poche domande
Desidero fare qualche doman
da al Dr. Curiangiolo. E' vero o
non è vero che l'Ordine Indipen
dente esiste per mantenere a te
una clientela che non hai saputo
acquistarti nel campo libero della
professione?
E' vero o non è vero che hai
portato sempre la discordia nel
le Società di M. Soccorso e sem
pre per dare la caccia al dollaro?
—E' vero o non è vero che
per riuscire eletto nelle società
facevi il regaluccio ai soci più in
fluenti, altrimenti sarebbero sta
ti eletti altri che riscuotevano
maggiore fiducia?
E' vero o non è vero che
quando si organizzavano nuove
Logge Figli d'ltalia, andavi in
cerca degli organizzatori, offren
do loro il 50 per cento se chiama
vano a te a fare le visite ?
E' vero o non è vero che i
soci che non hanno fiducia nella
tua abilità, chiamavano altri dot
tori e tu per gelosia non li rico
noscevi ammalati, ed essi porta
vano la società dinanzi ai magi
strati ?
E' vero o non è vero che
porti le galline sotto il soprabito
alle donne partorite perchè que
ste ti appoggino poi nelle socie
tà di M. S.?
E' vero o non è vero che se
tu non avessi poche società, vin
te con le cricche che sbafano ai
1 tuoi danni, la tua professione non
potresti esercitarla perchè non
troveresti un cane di cliente?
Ah! Curiangiolo di quanto
j mal fu madre la tua insaziabile
cupidigia! Francesco Tropea.
3