La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 16, 1917, Image 2

Below is the OCR text representation for this newspapers page. It is also available as plain text as well as XML.

    LA RAGIONE
Organo di dilesa della italianità
contro i vili, i camorristi, i sicari,
i falsali e gii austriacanti, nemi
ci della patria di origine edi
quella d'adozione.
F. SILVAGNI, Direttore
911 Christian Street
Phila.. Pi
I NA COPIA 5 SOLDI
Philadelphia. 16 Maggio 1917.
ANNOI. No. 3
maio co -e non vere ; l'ammanco
della Colombo non è mai esistito
tanto è vero che più tardi fui e
levato alla carica di censore. Dei
dieci dollari poi di Galleani non
so proprio nulla. Questa somma
è da Modestino.
Giovanni Pagano risposi
io è tornato dal suo giro d'af
fari e presentemente trovasi a
Filadelfia. Modestino. per quanto
mi sappia, non .-e n'è mai allon
tanato.
Essi più di me possono smen
tire le calunnie di cui sei vittima,
caie Filippo. E' a loro quindi che
devi rivolgerti, e sai dove poter
li trovare.
Ascoltami ancora un poco,
compare Turiddu, non si licen
ziano così dei vecchi amici che
ti hanno sempre voluto bene. Tu
dici che io ti ho imbrogliato mez
za tonnellata di carbone; ma io
non mi ciedo capace di tanto. Ad
ogni modo consulterò i miei re
gistri e se ho commesso uno sba
glio. lo riparerò volentieri man
dandoti un check in rimborso.
Ed allora ti accorgerai che io
non sono quello che mi hai dipin
to e se nu sono unito al degene
rato. che io pure erodo tale, l'ho
fatto per pietà dei suoi tìgli,
giacche io ho un cuore tenero, che
si commuove anche alle sofferen
ze di una mosca. Tu non sai. ma
anche la moglie di lui venne da
aat- a piangere.
La mia eccessiva bontà è la
fonte di tutti i miei guai. Chi fa
male a me dovrà render conto
dei suoi peccati a Dio
E tu, compare Turiddu. prov
vedi all'anima tua! _
Filippo scappa ancora
ED IL SIGNOR CASSIERE
RECITA IL ME A CULPA.
t'lre grande uomo quel signor
Cassiere! che uomo sublime!
Dopo aver elargito tutto il suo
appoggio, la sua solidarietà al
degenerato nel dar vita alla
Cloaca, oggi rinnega la vergo
gnosa alleanza.
Ad un amico diceva l'altro
giorno melanconicamente : Quan
do mi accinsi a questa malaugu
rata impresa, non sapeva il lo
sco pas-ato del pennaiuolo. Spe
rai di fare un affarone a prò'
della Banca; ma oggi mi accorgo
di aver fatto una corbelleria !
O anima pura di un coccodril
lo! in pubblico egli sconfessa il
suo socio ; ma di nascosto non sa
rinunciare ai conciliaboli segreti
con l'amico del cuore, con l'ani
ma gemella.
E gli rivela anche i segreti di
ufficio, ingannando così la fidu
cia dei direttori.
Il degenerato infatti nella let
tera aperta al Supremo Concilio
parla di cambiali ancora in sof
ferenza. Egli allude a quella che
Giuseppe Di Silvestro sta pagan
do a Nick D'A. per il trami
te di una celta Banca.
Chi ha fornito la notizia allo
scribacchino?
Volete dirmelo voi, signor cas
siere?
Compare Turiddu.
PER MANCANZA DI SPAZIO
Siamo costretti anche questa
volta a rimandale scritti, alcuni
dei quali sono sul marmo. Per la
stessa ragione rimandiamo le
riesumazioni dei bacati coloniali.
La Cavalletta in agonia
Si sente di lontano il suono
delle campane che a lunghi rin
tocchi ci annunciano la prossima
fine ingloriosa del giornale della
cloaca. Un appello pubblicato nel
numero 4 del 28 aprile ultimo
scorso della fogna, ai buoni e o
nesti della colonia (sic) ne è un
sintomo grave, molto grave, poi
ché la cavalletta teme non possa
sopravvivere più oltre ai colpi in
fertili da quegli spadaccini de
La Ragione. La cavalletta è di
sperata per l'isolamento in cui
viene lasciata, sola in compagnia
di quel povero Filippo più depra
vato di esso ; perde le stoffe e ri
corre al rimedio delle parole alti
sonanti per infondere coraggio.e
nergia all'esercito dei degenerati,
che rimase molto scosso al primo
urto avuto col nemico. Ecco
quanto scrive la cavalletta:
"I buoni della nostra colonia,
sanno bene, che questa volta la
lotta tra gli onesti ed i cattivi,
s'è ingaggiata fieramente, all'ul
mo sangue. Questa lotta bisogna
che si vinca ad ogni costo; noi
abbiamo fiducia che ciò avvenga ;
nessuno però si muova dal suo
posto".
Questo periodo è di una chia
rezza tale, che ci dispensa dai co
menti.
Ci sia concessa di fare una do
manda alla Cavalletta devastatri
ce :
A quali buoni e onesti della no
stra colonia intendi lanciare il
tuo appello? Forse mi immagino
a quelli che attualmente ti cir
condano. e che ti attaccarono a
sangue all'epoca del Comitato per
la mobilitazione civile, dandoti
degli epiteti che a nessun essere
umano furono mai stati dati?
Oppure il tuo appello è diretto
a quegli altri che tu hai sferzato
a sangue, bollandoli col marchio
dell'infamia? O forse intendi lan
ciare il tuo grido di disperazione
a quei tali banchisti, di cv : tu
canaglia matricolata, dici eli co
noscere molto bene il bilancio fi
nanziario delle loro aziende? In
somma il tuo appello è rivolto a
quei tali negozianti, cui in com
pagnia di Filippo minacciasti di
fai - chiudere i negozii, se non ti
davano la loro solidarietà per la
campagna contro la Banca Stata
le Figli d'ltalia e l'Ordine Figli
d'ltalia?
Questi sono gli onesti, i buoni
della colonia, non è vero?
Degni compagni tuoi: ogni si
mile ama il suo simile.
Noi l'abbiamo capito, e con noi
lo hanno pure capito quelli di
condotta incensurabile, cioè colo
ro che non temono i tuoi attac
chi. o pennaiuolo da strapazzo. Il
tuo appello è rivolto alle coscien
ze inquiete, ai bacati disonesti
della nostra colonia, a quei tali
che si servono di te come stru
mento cieco per diffamare perso
ne che te e tutti coloro che ti get
tano l'offa, non degnano nep
pure del loro disprezzo. Esse, po
sano su un piedistallo basato sul
la onestà e integrità di intenti,
che i tuoi mandanti non potran
no mai. e poi mai raggiungere.
I tuoi attacchi, povero untorel
lo. non fanno che maggiormente
cementare non soltanto la amici
zia e la solidarietà dei lavoratori
e di tutti i componenti la Banca
Statale Figli d'ltalia e dell'Ordi
ne Figli d'ltalia, ma anche quella
di molti professionisti e gente di
affari.
Chi sei o cavalletta? da dove
ne vieni?
Non sei tu quell'essere perfido
dall'animo basso e traviato, che
in una Ijottiglieria approvasti in
condizionatamente le strag. com
messe dai tedeschi nel Belgio e
in Francia? Non sei tu quel ret
tile velenoso che si rallegrò per
l'affondamento dell'Ancona, in
cui si ebbero centinaia di vitti
me innocenti, bambini e donne?
Ma non sei tu, o giornalista da
strapazzo, che dicesti a me e ad
altre persone, che gli attacchi
pubblicati sul tuo foglio ti veni
vano pagati a seconda della posi
zione che occupava in colonia l'in-
dividilo che era preso di mira?
A tuo detto i tuoi attacchi non e
rano mai inferiori ai $lO (dieci).
Con quale faccia, o brigante
della penna, ti presenti alla ribal
ta del giornalismo a proclamarti
il modello di virtù e fustigatore
di camorre?
Noi non siamo dei giornalisti
autentici, e non diciamo, come tu
vai dicendo, di essere lo Scarfo
glio di Filadelfia. E' vero, dello
Scarfoglio tu non possiedi che le
mandibole non la cervice.
Noi, o Cavalletti» secondo te
non siamo coscienti, e non
sappiamo scrivere ma abbia
mo al nostro attivo una con
dotta corretta, una coscienza pu
lita. e il culto della famiglia per
la quale lavoriamo onestamente
per darle una retta educazione e
il necessario per la vita.
Noi siamo tutto questo. E' tu
sicario della penna puoi dire al
trettanto ?
Nicola Rivano Asti
Ai nostri amici
e fratelli lettori
Questo giornale è fatto da vo
stri amici, da vostri fratelli che
vivono con il lavoro quotidiano.
Dall'altra parte vi è un foglio
mantenuto da banchisti prossimi
al fallimento, che hanno a loro
disposizione i soldi dei nostri ca
foni. Se volete perciò che La Ra
gione continui a pubblicarsi, è
vostro dovere di contribuire a
mantenerla in vita. Noi siamo
bene corazzati e non la smette
remo se non avremo ricacciati
nella melma i nostri avversalii.
Del resto sono già noti i segni di
debolezza, di isolamento. Avanti,
dunque; noi aspettiamo la vostra
solidarietà.
Tanto per intenderci
E' male parlare di sè e peggio
scriverne. Poche parole quindi
di spiegazione, tanto per mettere
la questione nei suoi veri termi
ni e dare la responsabilità a chi
spetta nella polemica con .... la
cloaca (giacché non si può chia
mare diversamente) della decima
strada.
Noi della Ragione non siamo
dei novelli Rabagas, ma appar
teniamo a quella classe di operai
che hanno piena coscienza di
quel che fanno e di quel che di
cono, assumendosi tutta intera
la responsabilità dei loro atti.
Il nostro passato, sia in Italia
che in questa città, è lì a dimo
strare la luce meridiana, la no
stra condotta, il nostro carattere,
fiero e buono nel medesimo tem
po.
Entrammo a far parte dell'Or
dine Figli d'ltalia, non per secon
di fini, non per ottenere impieghi
ed onori, ma col convincimento
che questa grande Organizzazio
ne è l'unica, in queste terre, che
possa fare qualche cosa di bene
a favore degli emigranti di no
stra nazionalità. Dalle leggi t
dai rituali abbiamo rilevato la
bontà delle idee, non solo quelle
dell'affermazione dell'italianità,
ma anche la caratteristica di u
n'organizzazione di riforme, e
ne è una prova l'istituzione del
Fondo Unico Mortuario.
L'lstituzione della Banca Sta
tale Figli d'ltalia è fondata sui
veri e proprii principii democra
tici. Nessun padrone, nessunis
simo speculatore in seno ad essa,
nessuno può avere più di mille
dollari di azioni, e questo i pio
motori stabilirono fin dalla pri
ma seduta, per evitare la possi
bilità del concentramento, nelle
mani di una sola o poche perso
ne. della maggior parte del capi
tale sociale, ciò che dà un più
spiccato carattere democratico
all'istituzione ed agli uomini che
ne furono gli organizzatori.
Questi sono i moventi che ci
fecero entrare nell'Ordine Figli
d'ltalia e non altri ed è per i prin
cipii suaccennati che noi difen
diamo le istituzioni che ad esso
fanno capo.
Si sappia da tutti che noi non
fummo i primi a muovere attac
chi ed a creare in colonia uno
stato di cose che potrà portar se-
LA RAGIONE
co strascichi dolorosi. Provocati,
accettammo il guanto di sfida;
attaccati, rispondemmo con un
contrattacco, animati da quella
fede ed energia che ci han sem
pre distinti per la difesa ed il
trionfo delle buone cause e per la
emancipazione della classe lavo
ratrice, pronti a sacrificare la no
stra libei-tà personale, per difen
dere, dagli attacchi inconsulti, le
nostre maggiori istituzioni.
Ci si rimprovera che il nostro
linguaggio è troppo violento; la
violenza è necessaria ed è giusti
ficatissima dal fatto che un'ac
cozzaglia di gente di ogni colore
abituata a far sempre d'ogni er
ba un fascio, ha assoldato un de
generato sicario della penna, dal
la coscienza nera come il carbo
ne.
Con dei mistificatori, ladri, fa
rabutti, disturbatori di famiglie,
che vogliono assurgere a campio
ni di moralità, non potevamo te
nere un linguggio diverso da
quello tenuto, e continueremo
imperterriti nella linea traccia
ta.
Se di fronte a noi avessimo a
vuto degli avversari onesti, fran
chi, leali, avremmo pur saputo
discutere e polemizzare su prin
cipii, ma con simile genìa, o ami
co Mastro Paolo, non è possibile,
e tu, più di noi della Ragione, co
nosci bene a fondo le figure lo
sche che si nascondono dietro al
degenerato.
Quali metodi possono usarsi
con chi è pagato per attaccare la
Banca Statale Figli d'ltalia an
cora prima che questa avesse a
perto al pubblico i suoi sportelli.
E' dovere di ogni buon opera
io assumere la difesa delle isti
tuzioni formate da collettività,
con tutti quei mezzi e quelle ar
mi che si posseggono. Per colpi
re qualche volta bisogna scende
re e scendere tanto in basso da
andare a scavare gli insetti do
ve si nascondono e non ristare fi
no a quando non siamo sicuri di
aver ottenuto epurazione comple
ta. in guisa che la tranquillità e
la pace non possano più essere
turbate da un degenerato.
Desideriamo anche misurarci
con quel tale Satana, per cantar
gli sul grugno; Disturbatore di
famiglie, rovina di società, che
dovunque passasti hai seminato
zizzanie; di te. ci occuperemo dif
fusamente in uno dei prossimi
numeri.
Questo abbiamo voluto scrive
»; ygi, al solo scopo r, comincia
re a mettere i punti sugli i.
Nicola Rivano Asti
Una prova di solidarietà'
Pubblichiamo senza commenti :,
Egregio Sig. Giov. Di Silvestro,
1019 S. 9th St.. Phila.
Signore.
La locale Ebanisti e Carpentie
ri italiani, la quale conta 150
membri, nella sua seduta ordina
ria di venerdì 4 maggio, ci dava
il gradito incarico di inviarle la
presente lettera ed Ella si beni
gnerà accettarla come emanazio
ne di un'intera Assemblea.
La lettera in parola è spoglia
e scevra di ogni preconcetto,
scritta senza la tanto decantata
rettorica, ma nella sostanza e non
nella forma indica l'espressione
che questa Locale, oltre essere
riconoscente per speciali favori
ricevuti dalla V. S. in differenti
epoche, ammira come il caratte
re, l'indole, l'onestà e l'idealità
nella persona di Giovanni Di Sil
vestro si siano mantenuti intatti
fin dal giorno in cui trovasi a Fi
ladelfia.
Questi apprezzamenti vengono
non da una cricca di fautori o di
simpatizzanti, ma da una massa
organizzata che, nelle sue sedu
te, oltre a perorare i propri inte
ressi, si occupa anche d'incorag
giare le belle iniziative che por
tano al benessere dell'intera mas
sa collettiva.
Per tutti coloro che prostitui
scono la propria intelligenza e
barattano la propria coscienza
per un paio di pennies. tentando,
con mezzi disonesti, combattere
le oneste persone, avremo, quan
do li incontreremo, il seguente
saluto: Ecco la fiera dalia coda
aguzza che dove pas?<i tutto il
mondo appuzza
Con perfetta stima ci firmia
mo:
Il Presidente II Segretario
Arsenio Caterini Jos. Sindoni
1422 Montrose 918 Pierce
Attestato di simpatia
a Giuseppe Di Silvestro
SECONDO ANNUALE BAN
CHETTO DEI FRATELLI DI
LULLO IN ATLANTIC CITY
Domenica 6, un treno speciale,
che parti dalla stazione della Ke
ading a Camden. N. J. alle 10.30
ant. trasportò ad Atlantic City
non meno di 300 connazionali di
Filadelfia, in occasione del secon
do Banchetto annuale che i fra
telli Di Lullo davano in quella ri
dente stagione balneare, per l'i
naugurazione del loro Ristorante
ed Hotel, sito proprio in prossi
mità della spiaggia del mare.
Lunghesso il viaggio regnò,
tra i partecipanti alla simpatica
gita, la più schietta allegria e ci
si divertì un monte. Ad un certo
punto, uno della numerosa comi
tiva tirò fuori un numero del
giornale stipendiato e lesse ad un
crocchio di ascoltatori, la lunga,
interminabile pappolata, che por
ta un titolo ameno. Viene chia
mata lettera aperta al Supremo
Concilio dell'Ordine Figli d'lta
lia in America ed ha la pretesa
di essere una requisitoria a dan
no di Giuseppe Di Silvestro,
Grande Venerabile dell'Ordine
Figli d'ltalia in questo Stato.
La lettera interminabile par
ve ai gitanti che ne ascoltarono
la lettura ed agli altri una ben
povera cosa. Essa non faceva
che riesumare una vieta leggen
da. altra volta messa in campo da
qualche giornale sovversivo ed a
suo tempo sfatata, e quindi non
intaccava menomamente la gra
nitica base su cui poggia l'opera
onesta, energica, ammirevole di
Giuseppe Di Silvestro, per la qua
le costui ha potuto essere eleva
to alla massima carica dell'Ordi
ne nella Pennsylvania, rinomi
natovi unanimemente per ben tre
volte.
Si sapeva da molti che, nella
giornata, il Grande Venerabile
sarebbe venuto ad Atlantic City,
a parlare alla locale Società di M.
S. Figli di Colombo che vuol pas
sare all'Ordine Figli d'ltalia. Ed
allora, di punto in bianco, si pen
sò di improvvisargli una dimo
strazione di simpatia.
Detto fatto, la massima parte
dei gitanti in corteo, circa 150,
colla musica alla testa e con due
bandiere, italiana ed americana,
si avviarono verso la stazione
della Reading ad attendervi il
treno delle 12.45 convinti che il
Di Silvestro avesse preso il tre
no di questa linea. Ma lungo A
tlantic Ave. alcuni lo scovarono
in un'automobile, assieme al fi
glio Tony, essendo egli sceso al
la stazione di Pennsylvania. Co
strettolo a discendere e messo
alla testa del corteo, si ritornò,
tra gli applausi più deliranti,
verso l'Hotel Mascagni, dalla cui
balaustrata, insistentemente ri
chiesti. pronunziarono poche 1 «el
le ed acconce parole prima Giu
seppe e poi Giovanni Di Silve
stro.
E così la dimostrazione di sim
patia e di solidarietà ebte ter
mine ed ancora una volta suonò
monito e rampogna al prezzolato
che per una bottiglia di brandy,
venderebbe, se l'avesse, la pro
pria anima al diavolo.
* ♦ #
Verso le tre si andò a tavola.
Gli adei-enti e gli intervenuti e
rano così numerosi che la vasta
sala non li potè contenere tutti,
e i fratelli Di Lullo che diedero
prova di un'attività fenomenale,
dovettere imbandire le tavole an
che nelle stanze superiori.
Il menu fu abbondante, squi
sito, come del resto è per tutti ì
banchetti ammanniti dai fratelli
Di Lullo.
Vi intervennero, e fecero ono
re alla squisita cucina il sindaco
Atlantic City. Hon. Harry Ba
charack: Hon. Frank Sooye, di
rettore di pubblica sicurezza;
Robert Miller, capo della Puli
zia: L. Lipman. segretario del
sindaco, Charles Hartman, assi
stente direttole, accompagnati
dai connazionali Anthony M.
Ruffo Jr., President of Board of
A ssesso rs e i signori Emilio d'A
mato. Giuseppe Di Ciocca. Gio
vanni De Angelis, Antonio D'A
mato e Giovanni D'Amato.
Verso la fine del pasto, il si
gnor Giovanni Di Silvestro, che
fungeva da maestro di cerimo
nie. parlò applauditissimo. fa
cendo rilevare lo scopo ed il suc
cesso del banchetto e sciogliendo
un inno, in inglese, alla grande
repubblica ospitale, liberamente
scesa in campo al fianco dell'ln
tesa. per il trionfo della civiltà e
del diritto sulla barbarie e sulla
prepotenza militaristica.
Diede poscia la parola succes
sivamente al sindaco Hon. Ba
charack e all'Hon. Sooye, i quaii
entrambi si rivelarono ottimi o
ratori, forniti di quel fuoco e di
quella verve che sono propri del
la razza latina.
Anch'essi, dopo aver rievocato
le grandi figure del nostro Risor
gimento, sulle quali si libra, su
blime, quella dell'Eroe leggenda
rio, salutarono con entusiasmo
i nuovi legami che uniscono le
due bandiere gloriose: la trico
lore e la stellata, pei quali le due
nazioni sono diventate sorelle.
In ultimo parlarono, entrambi
in rappresentanza del Battaglie
ro periodico la "Ragione," gli o
perai Silvagni e Settanni, i quali,
suscitarono, tra i convitati, il più
vivo entusiasmo.
Alle 10 e tre quarti pom. l'al
legra comitiva riprese il treno
per restituirsi a Philadelphia e
ricominciare, il giorno seguente,
l'usato travaglio.
BANCHETTO D' INAUGURA
ZIONE PER L'APERTURA
DEL PRESSER HOTEL IN
ATLANTIC CITY.
Domenica 29 aprile u. s. eb
be luogo il banchetto d'apertura
del Presser Hotel al No. 14 So.
Mississippi Ave. gestito dal po
polare Don Nicolino Matarazzo
e dal simpatico giovine Nicola
Artese. Man mano che arrivava
no i banchettanti con i diversi
treni, erano ricevuti dal signor
Matarazzo con i suoi modi genti
li e con qualche frizzo alla napoli
tana. Dopo aver visitato le di
verse sale, rimesse tutte a nuo
vo con la massima eleganza, alle
ore 2.30 poni, si chiama a tavola,
con vera soddisfazione di tutti e
specie del sottoscritto che aveva
una fame da marinaio.
La vastissima sala era sfarzo
samente decorata ; il menu fu
succolento e abbondante. Alle
frutta, con nostro piacere, vedia
mo alzare il simpatico (peccato
che sia un pochino vecchio)
Cav. F. Travascio che funziona
da maestro di cerimonie. Dopo ri
volte parole di lode ai proprieta
ri, legge un telegramma di Giu
seppe Di Silvestro che si scusa
di non poter essere presente per
chè diversi Figli avevano chiesto
in antecedenza l'assistenza del
Gran Papà, burbero e benefico.
Si iniziò poscia la sfilata dei di
scorsi. Il primo chiamato a par
lare. sapete chi fu? fu l'amico
Gian Tenaglia, che disse delle
belle parole, tenendo tra le ma
ni un grosso campanello che mi
ricordava a Napoli 'O Campaniel
lo d'a Parrocchia.
Parlò poscia Frank Molinari di
Atlantic City, molto applaudito.
Domenico Di Lauro declamò dei
versi d'occasione. Insistentemen
te chiamata la Ragione parlò per
e -sa il sottoscritto che dopo aver
augurato ai proprietari affari di
oro, fece rilevale che il suo gior
nale era uscito per far guerra ai
rinnegati, ai farabutti, ai diso
nesti. ai negrieri e simile genìa,
e per dare la sua solidarietà ai
galantuomini ed alle buone Isti
tuzioni. Oltre al sottoscritto la
Ragione era rappresentata dai
signori Aristodemo Palladino e
Francesco Tropea.
Fu anche chiamato Giovanni
Di Silvestro che fu accolto da
fragorosi applausi e salutato alla
fine da una calda ovazione.
Parlarono anche G. De Ange
lis e G. Mancini di Atlantic City.
Il banchetto fu allietato da u
na magnifica orchestrina, e ad
ora tarda la bella festa si chiuse
tra il più schietto entusiasmo.
F. Silvagni.
DEGENERATO. TI DAREMO
UN BUON PREMIO SE
LO FARAI PARLARE
Degenerato, giacché ti sei im
provvisato difensore del titolato,
invitalo a venir fuori, oh che
gioia proveremmo se lo sentissi
mo parlare. Tu stesso rideresti
con noi. Su, via digli che esca dal
riserbo. Allora la polemica assu
merebbe un'altra importanza A
vanti, degenerato; ti vogliamo
all'opera: a te il merito della riu
scita della giostra.