LA RAGIONE contro i vili, 1 camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione |F. SI LV AGNI, Direttore, 911 Christian Street, Philadelphia, l'a. LA RAGIONE SI AFFERMA ■ 4 . Ì; Il primo numero de La Ragione non poteva non incontrare il fa kore del pubblico che l'aspettava ansiosamente. Un giornale come il nostro, fatto da operai con denaro suda- É - Ito; un giornale che ha intrapreso una campagna di epurazione, le piaghe purulenti di cui sono infette le poche putride ■rarogne che hanno lanciato il degenerato all'assalto contro le no ||ro causa al degenerato spione austriaco, hanno commesso un gran assimo errore. Essi, specialmente i banchisti prossimi al fallimen ■o, dei quali i nostri amici e nostri fratelli debbono guardarsi, me glio avrebbero fatto che quelle poche centinaia di dollari, consegna ■* al sicario, le avessero portate seco loro insieme al bottino pronto H valicare l'Oceano. Ma che volete? Anche Pati, il banchista milio nario di New York, prima di prendere il volo si accaparrò qualche giornale della metropoli per farsi cantar le laudi. Niente di sor prendente, perciò, se anche i furfanti di questa città hanno voluto Jlmitare il loro collega newyorkese. .La Ragione è uscita e rimarrà s illa breccia, sempre che i man- Kinti continueranno ad armare la mano del loro sicario. Vi è anzi la -irobabilita che questo giornale si trasformi in meglio e resti peren 9jle minaccia contro gli sfruttatori delle nostre colonie. ■ Il nostro atteggiamento dipenderà dunque dalle mosse della piccola combriccola di furfanti dalle unghie adunche. Ad essi la •celta, a noi i mezzi per annientarli, per distruggerli. NOI. I AVVISO AI LETTORI Nei primi due numeri della Ragione abbiamo prospettato al pubblico le losche figure di cui alcuni prominenti si servono per ten tare di abbattere i buoni uomini e le buone Istituzioni. Per l'avve nire passeremo in rassegna, uno per uno, tutti coloro che han prov veduto i fondi segreti, illustrandone le gesta compiute in America lai giorno del loro arrivo e rievocando anche la loro vita nella pa tria di origine. Saia una lubrica interessanti sminuì. Gioiti scritti già pronti dobbiamo rimandare per esuberanza di materia. Fra essi vi è una ettera aperta a Frnak L. (ìarbarino, detective federale, al quale si ndica uno spione austriaco che vive nella nostra colonia. LA REDAZIONE Circolare del Grande Concilio DI PENNSYLVANIA DELL'ORDINE F. d'l. in AMERICA Questo l ificio ha deciso di fare appello alle Logge per potei' issolvere a un duplice dovere: quello di gratitudine per l'atteggia xiento della Nazione che ci ospita, e l'altro di riconoscenza verso il :ondottiero del nostro esercito, che deve riconquistare all'ltalia le erre che ci appartengono. Pertanto è stato stabilito di offrire una medaglia d'oro al Ge lerale Cadorna, a nome dei Figli d'ltalia della Penssylvnia; ed una bandiera alla Divisione del Colonnello Roosevelt o a quella Divisione lei l'esercito americano che prima salperà alla volta dell'Europa A tale scopo sollecitiamo le Logge a far pervenire subito le lóro )fferte a questo Uffizio, iniziando anche delle sottoscrizioni tra i rateili ; con avvertenza che la medaglia al Generale Cadorna sarà nandata per mezzo della Commissione Italiana che si reca in mis none presso il Governo degli Stati Uniti. Si raccomanda poi alle Logge di Philadelphia e dintorni di te mersi pronte per aderire a quella iniziativa che dal Regio Console av. Uff. G. Poccardi sarà per prendersi in onore della Commissio e suddetta, se e quando sarà a Philadelphia, cosa che per motivi di icile intuizione non si può anticipatamente stabilire. A tal uopo, jpena i Venerabile riceveranno nuovo avviso, chiameranno imme ■atamente tutti i fratelli con invito d'urgenza. Questo Ufficio aveva anche fatto le pratihce per poter concor rere ai ricevimenti ai rappresentanti delle nazioni alleate: francese ■d inglese. Essendoci stato risposto che parate non ve ne saranno mi essendo incerti del giorno ed ora di arrivo non si sono potuti fa \ _-dei preparativi. Però tutti i Figli d'ltalia si riuniran kr<3??- °&° che sarà . | nd .icato dalla stampa americana m j^' ia p a - Il Grande Concilio intanto e la Commissione F. U. M. f° leniscono alla sottoscrizione del giornale North American per una spada d'onore al Generale Joffre. ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ - Le visioni fosche e terrorizzanti DEL DEGENERATO ì ____ E' notte alta e profonda ; la piog gia viene giù impetuosa dal cielo foschissimo e il vento pare che mormori voci di minaccia e di mi stero. I,e vie della città sono in teramente deserte, poiché la not te incute spavento ed il freddo è intensissimo. All'improvviso, come se sbu casse dal sottosuolo, appare in fondo ad una strada un solitario nottambulo. Gesticola, procede a ZIG-ZAG, poiché ha non meno di un palmo di vino nello stomaco e le gambe mal sostengono il pe so soverchio del corpo. Non ha alcun riparo contro la pioggia che continua a scrosciare abbondante, inzuppandolo fino : alle ossa, ma egli procede im | perterrito sotto la bufera, e con Ila lingua grossa e con la voce j rauca degli übbriachi fradici can ta una oscena canzone. Al lume di un fanale si scorge per un momento la sua faccia ;, lo sguardo semispento in un viso livido, incute semplicemente ri brezzo. E' il degenerato, sinistramente : i celebre nell'elemento losco colo i niale, che, dopo una giornata di crapule nei saloons e nei risto ! ranti e mezza nottata d'i orgia, nel lupanare di Fiorina, stanco ma non savio rjpoili» rrw .pvìit nella meschina dimora, ove la po vera moglie e i figli derelitti lo j attendono, morenti di freddo e di fame, perchè privi di carbone > e di cibo. Giunto dinanzi alla porta, do po aver tentato inutilmente di a prilla, batte vigorosamente, ac compagnando i ripetuti colpi con le più triviali ingiurie all'indiriz-i ( zo della moglie. La porta si apre e compare sul- j la, soglia una figura 'gentile di j donna, mite e rassegnata come ti-1 na martire. Non versava lagrima# ma portava il segno di averne j spar e tante e l'ubriaco, dandole | un sonoro ceffone, le grida lab- j biosamente: Dove ti eri cacciata,! strega del diavolo, che mi hai i fatto attendere due ore con que sto tempaccio di inferno? Ti ho ripetuto le mille volte che devi attendermi alla porta, perchè tu sei la mia schiava e devi obbedir mi ciecamente Taci ; non voglio che mi ri sponda, perchè la tua voce mi suona all'orecchio come un catti vo augurio. Preparami un fiasco) sul tavolo, jierchè ho una sete da tedesco e poi conduci a letto la ' canaglia e liberami anche della tua odiosa presenza. Oh a proposito, tieni a mente che, rimangono nel celiar ancora otto fiaschi. March ! * * * Ed ecco il mostro, sconcia mente sdraiato su di una vecchia poltrona, tutto assorto nella con- ; templazione del fiasco che ha già vuotato a metà e del bicchiere ri colmo. Maledetta esistenza ! egli dice j ase stesso. Non è a credere quanto soffro tutte le volte che debbo venirmi a rinchiudere in , questa topaia che mi sembra una cella di morte. La vista di questa strega e di questi marmocchi, che sono pei - me una croce pesantis sima, mi indispettisce a quel Dio , Come è dura la pelle di questa j ( donna ; sembra che abbia, come i I, gatti, sette anime ed un'animel- , la. La meschina dote che mi por- , tò, quando commisi l'enormità di ; sposarla, non durò più di un me- , PHILADELPHIA, PA.. 5 MAGGIO, 1917. se; non so comprendere quindi perchè debba essere tanto lunga la sua esistenza. Non potrebbe finalmente decidersi a fare un viaggio senza ritorno ?.. Bah ! in attesa che il fausto av venimento si compia, beviamoci sopra Questo vino non è cattivo, e di venta squisito se si pensa che non costa un centesimo. Quel mascalzone del venditore potrà fare a meno di mandarmi il suo 8i11.... Bravo amico, quel cassiere ; a micone sincero ed affezionato; io e lui siamo compagni indissolu bili di erotiche gesta; egli ha gli stessi miei gusti; è l'unica cosa sennata e giusta che abbiano stampato quegli imbecilli della Ragione. Mangiamo allo stesso piatto; beviamo allo stesso bic chier ! e Fiorimi può farne fede. L'i mico cassiere è molto fur bo; f\
  • la quale forse non riliu vn- no ; . «Jpyp a'veryezi*! a bizzeffe e son sicu ro eh® saprebbe guadagnarne an cora dopo il matrimonio. Ma è i nutile pascersi di illusioni; la for tuna non mai mi è stata secon da ecì anche al presente mi nega i suoi favori, allungando la vita di questa megera, che mi ama reggia e mi indispettisce con la sua rassegnazione ipocrita. * * # li manigoldo, così monologali do, aveva quasi visto il fondo del fiasco, ma il soverchio vino lo a ■ffla ridotto una massa insensi bile ed inerte. Piegò il capo sul petto e chiuse gli occhi. I fumi dell'alcool gli gorgoglia vano vorticosamente nel cranio e la camera, tutta all'intorno, ap pariva alla mente ottenebrata dell'ebbro ripiena di bianchi fan tasmi. I quali, dapprima indistin ti, assunte a poco a poco figure nette e decise, incominciarono a danzare una macabra danza. Uno di essi, uscendo dalla schiera, gli si avvicina e lo guar da a lungo con uno sguardo tra la compassione ed il disprezzo. In quel fantasma il degenerato rico nosce la moglie morta e sulla massa inerte passa un lungo bri vido. Dopo morta ancora mi per seguiti? parea volesse gridar le l'ubriaco, atterrito dalla im provvisa apparizione. Tu non hai nulla a rimproverarmi, giac ché quando avesti la felice ispi razione di andartene in un mon do migliore, io non mancai di far ti il funerale che poi mi feci un dovere di non pagare come non pagai il medico che mi portò in Corte e ti accompagnai perfino al camposanto. Levamiti quindi dinanzi e fammi gustare in santa pace quest'altro bicchie re. * * * Dileguossi lo spettro della donna, forse atterrito da tanto cinismo, ma in quel posto mede simo sorse il fantasma di un te nero giovanetto, che levò il pic colo dito minaccioso quasi a sfio rare la testa scarmigliata, gron dante il freddo sudore. i-a tenibile visione scosse quel corpo arrovesciato, come se lo a vesse attraversato una corrente elettrica, e parve che su quella fronte violacea passasse un lam po di rimorso; ma fu solo un i stante. i Osi, o sciagurato, minaccia t re tuo padre? Fu colpa mia l'orse , se tu peristi tra le fiamme? E' , vero che la Compagnia del Gas aveva in quell'epoca chiù o la corrente, perchè io avevo trascu j rato di pagare il BILL, ma io a vevo comperato le candele, ed anche le candele fanno luce, nè potevo prevedere che la fiamma I avrebbe appiccato l'incendio alla CUScI ♦ * * —* Padre tu ? Questo nome san to e dolce, nella tua bocca, suo , ua profanazione e bestemmia. No, tu non hai visceri paterne, tu che il denaro disonestamente lu crato, sciupi in bagordi, e l'ai morire di fame la povera fami glia. Tu non sei padre, non sei marito; tu l'osti il carnefice di mia madre, ed oggi sei l'aguzzi no dei miei fratelli e della ra donna che, per sua eterna di sgrazia, ha occupato il posto la sciato vuoto dall'altra, che oggi finalmente, libera dei tuoi ceppi, gode un po' di pace e di trariquil , lità. Tu non hai diritto di dirti padre ; i padri lavorano pei loro figli, ed in casa li educano con la virtù e con l'esempio. Tu non hai mai g< •jtìto la sublime soddisfa zione uili dà il compimento del ! proprio dovere ; tu non hai senti to mai affetto pei figli. Quando perii tra le fiamme, 10 povera vittima della tua depra vazione, tu non volesti neppure accompagnarmi alla mia piccola fossa, forse per dare ad intende re a qualche imbecille che non sa o finge d'ignorare di qual fango sei impastato, che ti tratteneva in casa la profondità del dolore. Ma io che tutto vidi, io che nel l'altro mondo mi sentii dotato di un discernimento superiore ai miei teneri anni, compresi tutto 11 marcio della tua ipocrisia. Quell'ombra di rimorso che si ce la nel fondo dell'anima dei mag giori delinquenti, ti impedì per il momento di mostrarti alla luce del sole, ma alla notte, protetto dalle tenebre amiche, non sape sti rinunziare alla consueta visi ta a Fiorina. E l'orgia del satiro immondo fu l'unico tributo di dolore che sapesti dare alla mia morte immatura; ed allora io ti maledissi, come ti maledico ora, o carnefice di mia madre e mio assassino, o aguzzino dei miei po veri fratelli. Dopo questo anatema tremen do, anche il secondo fantasma scomparve) ma il corpo inerte eb l>e un lungo fremito. Aperti gli oc chi a fatica, stese la mano al bic chiere, e lo tracannò di un sol fiato, per affogare meglio nel vi no i ricordi terrorizzanti. * # # Ricaduto poscia nella primiti va immobilità, altri fantasmi gli danzavano attorno la ridda. Que sta volta erano innumerevoli, ed egli, abbracciandoli con un lungo sguardo, avendo riconosciuto in essi l'esercito dei suoi creditori, scoppiò in una sonora sgignazza ta. . Anche qui pareva gri dasse la voce interna anche qui venite a'rompermi le scatole, per poche migliaia di miserabili dollari fhe ebbi la bontà di pren dere in prestito da voi. (io to hell! disgraziati, e ficcatevi in te : sta, per vostra norma, che il fi gliò di mio padre non ha mai ne ! gato nulla a nessuno. E quando Anno I No. 2 ."> Soldi la Copia 1 tutti sarete stati sockii fatti, a - vote altro a pretendere? No. Le ■ vatevi dunque dai miei piedi, -e i 11011 volete che vi scacci ignomi - niosamente, o mercanti profana • tori. E la fitta schiera, o impaurita dalla minaccia o soddisfatta del • la promessa, ritirossi, lasciando lo solo, coi residui della sua orgia solitaria. i Ed allora il sinistro eroe levos • si dalla sedia ove pareva inchio ■ dato, ed allungando le braccia, e- I mise 1111 lungo, sonoro sbadiglio. Sono diventato forse un ra i gazzo, che mi metto paura delle ombre? La mia coscienza è "ben nascosta sotto un duro, fittissi mo pelame ed i rimorsi non vi al lignano. Sciocco è veramente chi si illude che nell'animo mio pos sa albergare affetto o ricono scenza. Questa canaglia che mi paga per l'armisi cantare le laudi false e bugiarde, questi briganti che mi aizzano alle calcagna dei loro nemici e credono disobbli garsi con una manata di dollari, 10 li odio di un odio profondo ed inestinguibile. Per adesso son costretto a j far tacere i ruggiti della mia a nima, perchè essi pagano profu matamente le mie orgie ed ali mentano i miei bisogni. Ma guai ad essi se riuscirò ad emancipar mi ! So tante delle loro porcherie da poterli ridurre un mucchio di cenci. E ve li ridurrò per la M . perchè troppo mi umilia no colla loro forzata, millantata ' « la ivi a vMidettvhe: 1 - rà tenibile, inesorabile! * * * 11 degenerato arrotava i denti ; in preda ad una rabbia bestiale. ' Il vino ingoiato fuori misura, do po lunga fermentazione veniva fuori a fiotti insieme col cibo, ed egli, colla faccia riversa, cad de sui rifiuti del suo stomaco, rotolandovisi sconciamente come 11 porco nel braco. Fuori la pioggia continuava a scrosciare impetuosa, ed il vento 1 fischiava sinistramente, mentre nel cielo plumbeo apparivano i primi albori indistinti di una giornata nera come l'anima del l'alcool i zzato , 11 novelliere. Afferratelo i | per la coda... , In Colonia si vocifera che il degenerato si stia preparando a fuggile da Philadelphia portando seco i pochi checks rimastigli dei banchisti prossimi al fallimento e degli altri bacati pari suoi. La voce pare che sia fondata, sebbe ne lanciata a mo' di sospetto dal cavadenti delle nove strade che piange i suoi cento dollari, e corroborata da un altro colono molto addentro nelle sporche se grete cose. j Gli interessati restano avvisa ti. Trasferimento La barberia del nostro diretto re fratello Francesco Silvagni, coi relativi uffici de La Ragione, si sono trasferiti al No. 911 Chri stian St. Gli amici, i fratelli, si ricordi no che il nostro direttore è l'uni co barbiere che taglia i capelli artisticamente ed è specialista : per il tjmlio delle unghie adunche 1 dei carbonari che non hanno ri tegno di approfittarsi da due sol di in su.