Circolano per la Colonia del le voci molto Rinvi intorno al si gnor RAGIONIERE, testé licen ziato dalla Banca C , vuol lei essere gentile da concederci una intervista in proposito? Il signor M si è mostrato sulle prime un po' esitante ma fi nalmente quando si è persuaso che se si nascondesse qualche co sa ne verrebbe un discredito per la Banca C..., avendo noi già dei fatti specifici, egli ha concessi» l'intervista che riferiamo ingral mente. L'INCHIESTA FU ORDINATA DA C E' vero che fu ordinata una inchiesta ed in seguito a quali fatti specifici? è stata la pri ma domanda che abbiamo rivol ta al signor M. Veramente egli ci ha ri- j sposto non vi era nessun fat- ; to specifico, se si toglie questo, che il RAGIONIERE in otto me si non aveva mai mandato un rendiconto a New York. C ,il quale di propria iniziativa ha or dinata l'inchiesta, voleva sapere cossi si facesse qui ; perciò mi in caricò di venire a Philadelphia u na domenica e disporre le cose in modo che quotidianamente il RA GIONIERE inviasse lo stato di cassa a New York, con le entra te e le uscite. Ma come mai, in otto mesi, il RAGIONIERE non ha mai mandato lo stato di cassa a New York? abbiamo domandato l sorpresi. Nessun rendiconto, eccet tuato dei dati insignificanti che ci fece pervenire una volta sola. Ed intanto per otto mesi ha , goduto la piena fiducia morale e legale del signor C...? Perfettamente, aveva an che la firma. E come mai un uomo di af fari della competenza di C... ha potuto essere tanto ingenuo? A questa domanda l'interlo cutore ha fatto una scrollatimi di spalle mentre il nostro pensiero si volgeva a padre Cocozza, fra tello del protagonista di qùesta farsa, ed a quella massa di lavo ratori buoni, laboriosi, ma anco ra ingenui per non sapersi sot trarre all'influenza dei collarini bianchi, reti insidiose dove cado no i poveri di spirito. ! UN DISAVANZO SIGNIFI • CANTE ! Ebbene, abbiamo ripreso, liliale fu la sua impressione in se guito alla prima sommaria revi sione? Disastrosa, perchè trovai ale un disordine nell'ammini strazione che non mi permetteva lessun controllo illuminato e co dente; naturalmente la prima osa di cui mi volli accertare fu » stato di cassa e, fatto strano, rovai un disavanzo di 120 dol-1 Disavanzo, non si tratta unque di ammanco.... Ecco, più tardi vedrà che il disavanzo si cangia in ammanco. ■ Ma egli come ha giustilicato il disavanzo? B Dicendo di m>n aver prele valo parecchie settimane del suo ièipendio. La giustificazione non Salso a tranquillizzare il signor S. (un altro personaggio entra in ■cena, il manager del signor C.) lèdente generale del signor C il quale si affrettò a rilevare i de positi ed a rimetterli a New lork. B Ma intanto lei continuò Pin «jjjhiosta? ■ E dovevo continuarla dal momento che la contabilità era stata abbandonata addirittura Kl RAGIONIERE. A questo jjfcnto il Signor M ci spiega nu> man man che procedeva nell'inchiesta il primitivo disa mino diminuiva ed incomin ftva a far capolino l'ammanco. ■INA TRATTA DI 500 LIRE SIAMO in pieno codice PENALE Lei, dunque, ha dovuto tro are delle gravi irregolarità. 'noi darci qualche fatto specifi », Oltre quelli che abbiamo ap *«*Bi direttamente dai clienti %ggiati? Il Signor M gentilmente ci ha esibito un libro delle trutte a vista del Banco di Napoli. E ci ha mostrato la tratta No. 6 riempita a favore di Francesco Da Crema di Piacenza ed al quale la somma era inviata da Ad. Da Crema. La tratta, che porta la data del 14 Novembre, 1905, appare an nullata; ciò dovrebbe dire che le 500 lire sono state ritirate d;il mittente, mentre non è così, per chè la tratta è stata staccata dal l'ultima pagina del libro ed in viata in Italia. Ma il pagamento in Italia è stato effettuato? No, perchè noi usiamo av visare il Banco di Napoli ; ciò che naturalmente ignorerà il RA GIONIERE. Il pagamento si è effettuato entro la prima quindi | cina di gennaio in seguito albi ! scoperta del giuochetto. Può dirmi qualche cosa in torno agli atti notarili? ln breve; nessun atto nota rile è stato registrato nei libri di cassa di modo che il RAGIONIE RE si è appropriato di tutte le tasse percepite. Ma ciò non è tut to. Stamane abbiamo dovuto rim borsare Cianci Domenico, resi dente a Wayne, Pa., ed un altro per due atti di richiamo che il RAGIONIERE non aveva fatti e mandati in Italia, intascando pe rò gli otto dollari» Non possiamo sapere quanti altri casi | possano esservi. Ed allora potrà esservi che i lei non riuscirà a scoprire? —Ma sicuro, se nulla è regi strato si figuri che un biglietto d'imbarco dell'Anchor Line era stato venduto ad un certo Raf faele Schiavona per 35 dollari e segnato nel libro per .'SO dollari e io l'ho scoperto per caso, quando non essendo stato usato, ci si è chiesto dallo Schiavona il rim borso del biglietto. Ed intorno al vaglia di 150 j lire ordinato dal Signor Calabro Calogero di Glassboro, N. J. men tre in Italia il RAGIONIERE ne avrebbe mandato 125? Il fatto è vero, ci ha rispo sto il signor M ed il reclamo è pervenuto anche a noi. Giunti al colmo di queste rive ! (azioni abbiamo azzardata una | domanda. Crede lei signor M..., che in questi fatti ci sia stata la inten zione continuata di ? Non sono io che devo ri spondere, ci ha ribattuto sorri dendo; i fatti sono così eloquenti che risparmiano a lei ed a me o gni aggettivo. Glie ne dirò un I altro che potrà servire ad illunii i nai e i suoi lettori. Lei sa dell'in vio di calendari alle rispettive fa miglie in Italia da parte di con nazionali. Ebbene, il RAGIONIE RE ha introitato cinquanta soldi per tasse postali di ciascun calen i dar io, mentre la tassa non è che di 11 soldi. E di queste riscossio ni il RAGIONIERE ne ha fatte tante. Come è facile immaginare, noi siamo rimasti sorpresi, dolorosa mente sorpresi. Non basta che l'operaio italiano sia sfruttato, ci vuole ch'egli sia anche derubato, volgarmente derubato; questo e ru il ritornello che ci veniva alla mente ad ogni rivelazione che l'impiegato M veniva facendo ci. Prima di accomiatarci abbia mo domandato se la Ranca C si renderà responsabile verso i suoi clienti danneggiati. Nessun dubbio in proposito, ci ha risposto il signor M... E quali provvedimenti pren deranno contro il RAGIONIE RE? Non so; per ora l'inchiesta non è stata terminata ed io non posso dirle che cosa farà il si gnor C quando la luce sarà fatta completa. Ma intanto il RAGIONIE RE ha detto di aver spontanea mente abbandonato il suo posto. —'Dica pure, ci ha interrotto il Signor M , che il signor RA GIONIERE, per ora è stato li cenziato Non avevamo bisogno di sape re altro. Tornando, intanto, in redazione, il pensiero malinconi- co HÌ volgeva ancora una volt;» al fratello di padre Cocoz/a... E per oggi basta. (Continua) Nei numeri successivi si vedrà che il RAGIONIERE era uno spendereccio con il denaro dei ca foni ; che investiva denaro in giornali, il denaro di pantalone ;si : vedrà ancora che un'altra banca, con la quale era stato al servizio, gli rifiutò il certificato di ben ser vito; che fu costretto ad abban donale una tei-za banca con la I DUE ORDINI Nel primo numero della "Ra- i gione, di questo modesto foglio che fa tremare le coscienze in- ! quiete dei nostri avversali, se ; ; così si possono chiamare uomi ni in mala fede, misi a nudo al cune piaghe dell'Ordine, che si dice Indipendente. Aspettavo con ansia che i meschinissimi cugini avessero risposto confutando le mie asserzioni ; ma sono rimasto disilluso. L'lndipendente della cloaca che, come Fregoli si può anche trasformare in Curiangiolo, vira di bordo ed invece di rispondere categoricamente alle questioni toccate, germanofilo ed austria cante come è, si trincera dicendo ! che non si dovrebbe attaccare u na Istituzione, che con l'Ordine Figli d'ltalia ha in comune un nobile programma. Nessuno lo mette in dubbio. Nelle leggi e nei rituali forse i due Ordini hanno le stesse idealità, gli stessi fini, ma chi è mio Curiangiolo, dalla ; faccia di scimmia affamata, chi è dei due che li mette in pratica ed in'attuazione ? E' in questo cam po che dovete rispondere o Indi j pendente della cloaca camuffato ; da Curiangiolo. Ogni essere umano che ha un briciolo di intelligenza, che ÌB ' I de le cose alla giusta misura e fa dei paragoni senza preconcetti, | scorge subito la grandissima dif ferenza che passa tra i due Or dini: lln gigante ed un pigmeo. Da un lato più di centomila I taliani formanti un'associazione i che si deve rispettare, un'asso ciazione che è seria ed incrollabi i le, un fascio di fratelli risoluti a far ammirare loro stessi e la pa tria; dall'altro lato invece un mi ccroscopico gruppo, eccetto po- I chissimi, un miscuglio di perso ne equivoche e bacate, uomini che non hanno mai avuto uno scatto per una buona iniziativa se non copiando da altri. L'Ordine Figli d'ltalia, giorno per giorno come una grande fiu mana cresce sempre più nel nu mero dei suoi affiliati ; le sue ban diere immacolate sventolano glo riosamente sulle grandi città e nei più piccoli e remoti villaggi di questa terra di adozione. Do vunque girate lo sguardo, nelle piazze, nelle strade, nelle offici ne, nei campi e nelle minierp non vedete altro che bottoncini nel cui mezzo sfolgoreggia il Leone, simbolo della nostra forza e del la nostra grandezza. L'Ordine degli Indi penden ti tutto al contrario. Il suo passo è quello della lumaca, ed anche giocando di bussolotti, facendo conoscere al pubblico che siamo tutti lo stesso, riunendo le catti ve eri te rimane sempre allo sta tu quo ed ogni tanto almeno, per farsi sentire mette su qualche pollaio composto dalle medesime galline. Ed oi a cade proprio in acconcio la stessa domanda che fa l'lndi pendente della cloaca. Come spie gare questo risultato diametral mente opposto ? Non ci vuole mi ca tanto a rispondere, a far l'in dagine ed a trovare la risoluzio ne di quel tale problema e mi spiego subito. L'Ordine Figli d'l talia (genuino s'intende) ha per tutti le porte spalancate, è com posto delle energie più vive e del l'elemento migliore delle nostre colonie. Di esso fanno parte qua si tutti i professionisti; è una grande massa di operai di fede e di partiti diversi ed è sopratutto LA RAGIONE quale lavorava all'epoca in cui si svolgevano i suoi fatti vergogno si ; come da ladro diventò ingrato i verso il derubato incitando i clienti a ritirale i depositi della j Banca C Si vedrà infine che |le minacce di arresto non si ef fettuarono perchè C non vol- { le rilasciare a padre Cocozza, che ; pagò lo scotto, un affidavit. Questi è quegli che voleva fare \ l'impiegato alla Banca Statale dei Figli d'ltalia, e perciò si è u nito al degenerato negli attacchi a questa istituzione. NOI. i un'immenso esercito disciplinato | pronto a qualunque sacrificio al i lo scopo di mantenere alto il no : me Italiano in America. Assolve tutti gl'impegni as ' sunti e ne fanno fede le migliaia di dollari versati per il Prestito Nazionale e per la Croce Rossa, mentre senza rumore e senza do mandare nulla a nessuno soccor re le famiglie dei richiamati. I suoi atti, tutto quello che concerne la vita dell'Ordine; i | suoi conti, gestione per gestione ; tutto, insomma, per mezzo di co municati settimanali ai giornali ! si dà alla luce ed al pubblico, il quale ha il diritto di sapere co me si maneggiano gli affari del le Istituzioni. L'Ordine Indipendente, che da ; un proverbio volgare fa come il I poeta con quel che segue; fa progressi solamente nel cervello malato piccolo e grande dei capo ; rioni. Le porte sono aperte sì, ;ma secondo tira il vento, sono ! però sempre ermeticamente chiù ; se per gli esculapii, ragione per chè in mezzo a loro esiste un so lo Dio che si divide non in tre persone ma in tanti pezzi da dßt]uanta soldi. Di conti, di ini ziazioni di Logge, di comunicati -ftH J>9*n«li-mai nulla, ed è appun to per questo che viene a con fermarsi il concetto che l'Ordine Indipendente non esiste di fatto, ese esiste e non si fa sapere n'iente al pubblico bisogna fer mamente ritenere che nei conci liaboli segreti si commettono del le furfanterie. Ed a proposito di furfanterie ne sappiamo una delie tante che forse è la più piccola. Che ne fa ceste di quel denaro raccolto per la Croce Rossa nella Loggia Tri poli e Cirene? Fu inviato a chi di dovere? Credete che la gente non sappia tutte le vostre ma gagne? Tutti conoscono i loschi dietro-scena ; la colonia, la parte sana, sa che quel denaro doveva servire per un'opera nobilissima, quel danaro dico, fu sciupato in bagordi per coprire il vuoto delle spese fatte pei - quella farsa che fu la vostra Suprema Conven zione dell'anno scorso tenuta niente di meno nella grandiosa sala della Beneficenza. Smen tite se ne avete il coraggio! Che se ne son fatti dei dieci soldi per socio al mese che le log ge pagano per la patria ? Li avete più versati al comitato coloniale? Su, via, rispondete. Che dire poi dei grandi e su p eruomini ? Per un non nulla, solamente perchè non si vuol se guire l'andazzo dei comandanti si imbrandisce la spada e si cer ca di colpire i proprii fratelli. E qui facciamo punto e basta per ora viene un tanfo che appe sta e termino per prendere li na boccata di aria pura non di quella asfissiante come la cloa ca. Però prima di ritornare ai miei pennelli e ai rasoi che mi fanno onore e mi danno un pane onesto, permettetemi altre due parole. La lotta che noi facciamo non è campagna di denigrazione e nè di concorrenza come vuol far ri sultare l'lndipendente della cloa ca con la sua tiritera. Gl'ltaliani vengono al nostro Ordine, con vintissimi della bontà . e della grandezza della nostra causa; vengono spontaneamente con fe de ed entusiasmo come i soldati di quei giovani nostri fratelli che vanno a dare la vita per una Ita lia più grande, più temuta e ri- 1 ! spettata. Vengono a noi serrati ! in falange come soldati ; di quei i soldati che possono dirvi oggi, domani e sempre : Avete un cuo re di macigno, non siete Italiani perchè non può essere tale chi i sciupa in bagordi il denaro rac colto per lenire il dolore delle fe rite riportate nel campo di batta- ! glia per difendere la propria pa tria e la libertà dei popoli. Infine di chi la colpa, se la lot ta, fra il Colosso ed il pigmeo ; fra un'organizzazione che fa gli interessi della massa e l'altra che protegge una sola persona? Cer to non nostra che non abbiamo ingaggiato nessun sicario pei- at taccare chicchessia. Provocati ri | marremo sulla breccia. Intanto j arrivederci al prossimo numero. Antonino Viglione. OGGI CON LA PENNA, DO MANI STILE TURIDDU Caro Filippo, Aborto di natura, scherzo di j uomo, parassita, ladro, farabut to. Dal foglio libelllo, rachitico, appresi della tua lettera ai Figli d'ltalia. Come hai imparato a scrivere, Filippo; volevo dire, come hai imparato a firmale. Caro Filippo, presidente car bonaia ; desidererei sapere in , quale scuola fosti educato. Non avresti fatto meglio, prima di fa re il moralista agli altri, a mo j strare la tua correttezza, la tua onestà ? Io non so darmi ragione della tua impudenza; io che ti conosco da tanti anni e ti so per scorret to, imbroglione, ladro e farabut to. Tu corretto ed onesto, tu che facevi sospendere il sussidio dal Comitato mobilitazione civile alle povere donne che non compera ' vano carbone da te o che non ac condiscendevano alle tue prave voglie? Tu che mi hai anche imbrogliata mezza tonnellata di carbone ? Credi tu che con le parolacce si possa rispondere ai fatti incon | fu tabi li che noi pubblichiamo? La tua lettera mi fece sgana sciare dalle risa. Io che ripensa vo ai tuoi discorsi che, con lo scritto di donna Giovannina, tu ragliavi come un buffone! Credi tu che l'essere stato elevato alla carica di presidente carbonaro, possa far dimenticare le piccole tue ladrerie che vai commetten do settimanalmente in danno di povere donnette? Ed ora basta. Nel prossimo nu mero ci rivedremo, Filippo, good by, Filippo. Gaetano Gangemi Discorsi di sottosuoli ( ; RAM M ATIC A NOSTRA N A Qui due bottiglie di Chianti, Mr. Tenaglia. Questa sera sono di buon umore, perchè i 50 dol lari presi a prestito da Gennari no e dati a quel messere del dege nerato, hanno fruttato qualche cosa. Di che intendi parlare, ami co Stracciaro? Come, non hai ancora letta la Fogna, amico Giulio? Leggi, leggila e rimarrai stupefatto. Vi è una lettera aperta per quel ga lantuomo lombardo che vale la pena di leggerla? Ma io non compiendo. In o gni modo, siedimi qui vicino e spiegati meglio. Devi però perdo narmi se non accetto vino perchè io sono abilitato alla bionda cer vogia. Ma, no ; ma no ; amico Giu lio. Avanti, Mr. Tenaglia, ho or dinato due fiaschi di Chianti. Tanto vi sono le cooperative che avanzano denaro molto volentie ri sulle firme di Gennarino. So lo quel cane del cavaliere non fa più onore al mio segno di croce. * * * Caro il galletto, anche tu contro di me? Che cosa intendi dire, Strac ciaro mio? lntendo sapere se è vero j che sei stato tu a raccogliere j questa reclame di 4.a pagina? Dimmi un po', ti piace que sta 4.a pagina? Essa è la ricchez za del nostro giornale. E questo avviso, galletto mio, a chi si riferisce? Credo si riferisca a Don | Peppe, il fotografo. Come sei ingenuo! Questo avviso si riferisce a me, a me, a me, hai capito? Allora le mie congratula zioni, Straccialo mio. lo non sa pevo che voi prima facevate il pi gliatali ro. Voi oggi avete cambia to posizione ed io non ho che a rendere omaggio alle vostre vir tù pigna te-artistico-fabbrican te. Intanto salutatemi il cervo del vostro parente mezzo carnaio, e } ditegli che io gli penso sempre come gli pensavo quando milita va nelle nostre file con Satana contro il degenerato. * » » , —Te lo dicevo io che quel ram molito e ciuccio di Mr. Curian giolo ha anche egli la sua parte di colpa negli attacchi del dege nerato ! Io non ci credo, perchè se a vesse voluto scrivere sulla Fo gna, non avrebbe pubblicato il resoconto del ballo in un italiano giornale di New York. A proposito; è dunque lui che parla di mani pulite, della lot ta vigorosa, della corretta am ministrazione, ecc., ecc. Sì, è lui, il quale, ad ecce zione dei 100 dollari dati al dege nerato, non ha nessun'altra col pa. Capisco bene ora: egli ha le mani pulite di camorrista pre potente, perchè il momento che non gli permetti di mangiare tutte le entrate indipendenti o foretiche, ti sputa sul viso; egli lotta contro i fiaschi, che crede siano cannoni ; egli d'accordo col pederasta, non danno mai i con ti e si mangiano anche i 10 soldi che i poveri pantaloni continua no a pagare per la patria di certa pesta. Allora me lo saluti lei, Mr. Curiangiolo. ♦ ♦ * Che io sia un libertino, pas si; che io abbia disonorata una ragazza, passi pure; che io venni con le scarpe rotte e gli abiti a brandelli, si ammetta anche. Ma che Giuseppe Di Silvestro mi ab bia raccomandato alla Coopera tiva è falso, perchè a rac comandarmi fu un certo An tonino. Facendolo attaccare dal degenerato, dunque, io non sono ingrato. Ora sei ingrato e sconoscen te. Dimmi chi poteva avere in fluenza verso quella Cooperativa un Antonino che non vi era nean che conosciuto o Giuseppe Di Sil vestro? Antonino fu messaggero di biglietti di raccomandazione, ma non il raccomandante. Infine ■*e domanderai Giardinelli, come l'ho domandato io, dirà che vi fosti ammesso per intromissione del benefattore mal compensato. Poche parole a Giovanni Di Silvestro Da persane che si reggono sui trampoli, verso le quali una vol ta fosti tenero anche della tua borsa, si fa circolare la dice ria che tu sia un gesuita, un in sicero, e questa diceria si ripete per farla propalal e con la speran za che qualcuno vi creda. Noi ti conosciamo e sappiamo pure le ragioni perchè ti si fa bersaglio delle vili insinuazioni di mecenati. Se, consigliato in tem po da persone meno ingenue di te, tu non avessi impedito lo sva ligiamento premeditato della Banca dei Figli d'ltalia, per rad drizzare le loro aziende barcol lanti, essi, i tuoi denigratori, a vrebbero innalzato un monumen to alla tua dabbenaggine; ma messoti contro coloro cht voleva no depredare il nostro fienaio, e ra naturale che tu dovessi risen tirne le conseguenze. Sappiamo che sei occupato nei tuoi studii e liei prossimi esami nei quali, siamo sicuri, ti distin-