LA RAGIONE Organo di difesa della italianità contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsali e gli austriacanti, nemi ci della patria di origino edi quella d'adozione. F. SILVAGNI, Direttore 911 Christian Street Phila., Pa. I NA COPIA 5 SOLDI Philade'phia, 5 Maggio 1917. ANNOI. No. 2 Punte di spillo FILIPPO S'IMPENNA.... Sul foglio la "Cloaca", di cui è ragguardevole presidente, Filip po ha apposta la sua firma in calce ad un'epistola che è il più grande capolavoro dell'umana in coscienza. Filippo, che tutti sape vamo facile alle lagrime come li na femminuccia, è montato que sta volta su di un focoso destrie ro. e si è abbandonato ad una cor sa pazza, sfrenata, fantastica, in vasato dalla manìa della distru zione. Ha parlato di carattere e di correttezza ; ha parlato persino di onestà ed i polli che sono in vendita lungo le nove strade son rimasti tutti a bocca aperta. Evviva Filippo corretto! evvi va l'onesto Filippo! Ebbene, caro Filippo, i posteri ti faranno un monumento, puoi stare sicuro ; noi, tuoi contempo ranei, vogliamo oggi illustrare un pochino la tua onestà ed il tuo robusto carattere. Hai voluto compiere un gesto j eroicomico e te ne sei uscito dall'Ordine Figli d'ltalia! Grande perdita, perdita irrepa rabile, o Filippo; ma tu non devi 1 dine non ( l ; voleva e che ti ammise so^fììrk 1 dietro le tue vive insistenze e le tue raccomandazioni a base di piagnistei. In seguito hai tentato due volte di scappare: la prima nella vertenza con Palladino; la seconda, ora che sei stato mes so sotto accusa dalla Loggia Ga briele D'Annunzio. Tu, dunque, vorresti toglierci l'incomodo Good bye, Filippo. Ma non parlarci di onestà, che ci faresti piangere, nel mentre tu sei il brillante della Compa gnia e devi suscitare l'ilarità ed il buon'umore. Onesto tu? Eh, via, Filippo! Tu, nella Cristoforo Colombo, segretario di un Comitato, di menticasti di versare 30 dollari, e Giovanni Pagano, l'implacabile revisore di conti, ti strappò la maschera corani pupillo e tu piangesti come un fanciullo. Ma la lezione non fece presa, perchè la cleptomania a quell'o ra era diventata cronica. E nella Società Irpina combattesti il Dr. Capitolo, perchè non ave va comprata la casa da te; e truffi il pubblico con un club di due soldi, speculazione immorale ed illegale, e la giustizia non ti ha ancora me ;so le mani addosso ( e ficcato in una cella. Fosti scacciato dalla Corte Umberto I ad opera degli attuali tuoi degni alleati e per 200 dol lari ti fingesti pazzo e rinunzia sti a tutti i tuoi diritti. Quando non avevi voglia di la vorare, mamma grossa ti dava le sculacciate, te ne ricordi, Filip po? ed allora erano lagrime e convulsioni epilettiche, per le quali le Società di S. Filomena e S. Agostino pagavano le spese. Recentemente hai mandato a carte quarantanove anche i die ci dollari ritornati da Galliano al Comitato pio scioperanti del Minnesota; e che più? Per un campione predicatore di onestà, non c'è male, non è vero, Filippo ? Vogliamo adesso illustrare un pochino anche il carattere? Ai tuoi ordini, caro Filippo. Nell'altro numero ti dicemmo che il famoso banchetto fosti tu, che lo desti a te stesso e dicem- i ino il vero, giacché pagasti ben 61 dollari di tickets, per avere in torno ate un buon numero di commensali. Quando ti recavi in automobi le, nella sala del tuo trionfo, as sieme a Modestino, che se non er riamo. doveva fungere da mae stro di cerimonie, gli raccoman dasti di parlare a tavola anche di tuo tìglio. Già, dicesti di voler i mitare Giuseppe Di Silvestro, quando gli estimatori gli diede ro quel piccolo banchetto di 600 e più coperti. Quando parlò l'avv. Alessandroni. 11011 sapendo che cosa dire di tant'uomo, conchiuse così; I can say that is a man, that is ali. In quel riscontro volesti anche un ingrandimento fotografico, in ricordo della tua apoteosi ; tu so lo fosti a volerlo, tu lo ordinasti e tu lo pagasti col danaro del Comitato. Vorremmo ricordarti, o Filip po, mille altre cosette che sono la prova più lampante del tuo ca rattere adamantino. Ma basta per questa volta; tu avresti ap posto la tua firma sotto la famo sa lettera ai>erta, che ti ha sa crato all'immortalità, anche .se essa avesse incominciato così : Sono più grande di Dante, più grande di Shakespeare ! l'avresti sottoscritta anche se ti avesse fatto dichiarare candidamente: Sono il primo dei tre personag gi della "Gran Via". Mantieniti sano, o eccelso Fi lippo. ED IL SIGNOR CASSIERE SI DIFENDE Il Signor Cassiere è tutto il contrario di Filippo. Filippo s'im penna e si arrabbia come un gallinaccio; il Signor Cassiere ostenta una calma filosofica che lo fa sorridei-e un po' verde ci si intende —, sui piccoli rim proveri mossigli dalla Ragione. Che male c'è egli osserva se venni da Scranton colle scar pe rotte? y-»- - Oh ! big. Cassiere, ma vi pare ; | nessun male, anzi ,Ma vedete, I quello che depone male di voi, è | che in seguito vi siete mostrato sconoscente verso le persone che vi hanno aiutato ad uscire dalla vostra miseria, e vi siete alleato con un figuro che nutre un odio feroce contro i vostri antichi be nefattori, e quest'odio sprizza continuamente assieme alla sua bava. Voi certamente risponderete che simpatizzate con lui perchè ha gli stessi vostri gusti e gli ! stessi sentimenti e che Iddio vi benedica. Che male c'è, egli aggiunge, se ho disinorato una ragazza? Ho fatto ciò che altri come me han no fatto. A proposito. Signor Cassiere; voi dovete un regalo ai redatto ri della "Ragione" e se il regalo non sarà vistoso, vi accuseremo un'altra volta d'ingratitudine. Abbiamo saputo che "il buon papà", in segno di protesta con tro le accuse a voi mosse dalla "Ragione" ed in omaggio al prin cipio che un buon giovanotto non ; deve portare intatta alla sposa, la sua corona di fiori di aranci, 1 ha anticipato la data delle bene auspicate nozze. Contento lui, contenti tutti ! Anzi, noi ci permettiamo di a vanzare anche un suggerimento. Scegliete il degenerato quale compare di anello; la cerimonia sarà più solenne, e più simpatica la festa. Cumpare Turiddu Piccola Posta G. Felici. La Ragione è fat ta con il denaro di onesti operai. Voi avreste dovuto rivolgervi ; dall'altra parte. Noi non abbia- : mo nulla di comune con voi e con i vostri sozii. Anzi abbiamo rice vuta una lettera del panettiere di Avondale e non abbiamo a i vuto tempo di assumere infoi-1 i inazioni dalla banca D'Ambrosio, j PULCINELLA, per una manata di dollari, smentisce se' stesso In uno degli ultimi numeri del la Fogna il degenerato rimpro verava a Giovanni Di Silvestro per avere questi chiamato figlio di il console Conte Gerolamo Naselli. Se il degenerato scrivesse le sue velenose espettorazioni quan do non è infradicito dalla bevan da, egli non potrebbe dimentica re che dal primo giorno della campagna contro il console Na selli, fino al giorno in cui, dal banchiere col quale allora lavo rava, gli fu imposto di sospende re le pubblicazioni del suo gior nale, diede sempre la sua solida rietà ai Di Silvestro e Tresca. Infatti, appena il Console Na- { selli ebbe fatto arrestare Gio i vanni Di Silvestro e Carlo Tre j sca, si formò subito un Comitato per preparare un Comizio di pro testa contro il Console. Del Co mitato, manco a dirlo, faceva parte il degenerato, come si ve de dalla seguente notizia pubbli cata dal "Popolo" del 17 giugno 1905. "UN (ÌRANDE COMIZIO Al diffondersi della notizia, si formò subito un comitato per indire un pubblico comizio. Al comitato che si componeva sul primo annunzio dell'ingegnere De Amicis, di G. Lo Bianco, Frank Ramagli, Attilio Sbedico, Giuseppe Bruno del Mastro Pao lo, il degenerato del Pungolo, Fe lice Reale del Telegramma, Be niamino Franchi, Pietro Consal vi si sono uniti molti altri dei (piali non sappiamo ancora i no mi " Cosicché, il degenerato, ade rendo al comizio-protesta, anche egli ratificava l'insulto (allora e ra il ritornello nelle bocche di tutte le anime bacate) che Gio al Console Naselli. Giova ancht notare che prima che il Comizic avesse luogo, dal comitato de quale faceva parte il degenerato fu fatto il qui appresso invito al la colonia. L'invito era cosi con cepito : "ALLA COLONIA ITALIANA 1)1 FILADELFIA! ITALIANI! Il giornale II Popolo, con au dace mossa, interpretando il mal contento che da tempo serpeggiti nella parte migliore della Coio ! nia contro il Console Naselli, a prì energico una campagna di attacco contro l'azione sibaritica mente negativa e spesso danno sa di questo Conte rappresentan te il governo italiano. Il giornalismo sano ed onesti] è la voce più diretta e più since ra dei dolorosi bisogni del popo lo delle sue proteste dei suoi sensati giudizii. Quando c per decreto questurinesco o pei generoso ricatto si tenta soffo care la sua libera voce si offen dono i più sacri diritti dei citta dini. Il Naselli ha risposto fa cendo arrestare i signori Di Sil vestro e Tresca, l'uno direttore del giornale e l'altro autore di un articolo. E per indennizzo do manda $20.000! ITALIANI ! Chi di voi non ebbe ancora oc casione di dolersi del Console po trà avere in questo fatto la pie na conoscenza dell'uomo! Egli, un pubblico ufficiale, a cui son fatti apertamente degù appunti precisi con date e circo stanze specificati egli rispo se chiedendo denari. Con $20.000 la sua suscettibi lità sarebbe tranquillata! Picci neria, inconscieriza, disonestà. Venga almeno una volta tra la colonia e venga a difendersi co me ogni galantuomo farebbe. Non si nasconda tremante dietro il paravento di una querela. Fac cia raccolta di tutte le bricciole della sua dignità e dimostri in nanzi a voi, o connazionali, che egli non è quel fannullone ari stocratico, quale fu definito. LA RAGIONE ITALIANI! Il nostro giurì d'onore siate voi; Voi the dispersi dalle diver se contrade d'ltalia vivete, rifu giati, ili questa terra. Indifesi e sfruttati da ehi è pacato lauta mente per difendervi e per soste nervi. Iji campagna del Popolo è lot ta di moralità e di risanamento. ; ITALIANI ALL'OPERA Un conti/io di protesta è in detto per domenica prossima, 18 giugno corr. alle ore IO su ni., nella siila della New Pennsylva nia Hall, al 920-30-32 So. 6th St. ed i connazionali intervengano numerosi. Il Comitato. lng. Alfredo De Amicis lng. Paolo Mona celli Attilio Sbetico Fran cesco Ramagli Felice Reale Frank Palumbo Il degenerato Gennaro Farmacista Tito Manlio Beniamino Franchi Adalberto Caporale Pietro Consalvi G. Lo Bianco l). Arduino V. Di Tullio". Ma non basta. Contemporanea mente al suddetto invito, nell'al loia Pungolo, il degenerato pub blicava un lungo articolo contro il Console Naselli e di solidarietà e simpatia per Di Silvestro e Tre sco che finiva così : "Ci mancava proprio quest'al tro perchè il Conte Naselli (dun que anche il degenerato sapeva che Naselli ne aveva commesse tante di sopraffazioni, perciò non è il caso di dire che fu chiamato figlio di n. d. r.) avesse potuto un giorno, per averne il guider done, presentarsi ai magni del patrio governo e dire: Lì in Phi ladelphia, nei tre anni circa del mio malaugurato regno, ne com misi di tutti i colori. Fatemi ora ! Console generale e poi ricordate rt-drw siuà vnriinjf» i.p ! posto nell'Ambasciata. E' dignitoso pei un console che egli ricorra ai mezzi del villa no e della donnicciuola per salva guardare la sua onorabilità, quando questa potesse ritenersi, compromessa in un modo qual siasi, o il miglior modo per sca gionarsi dignitosamente da una accusa è quello di dimostrare con fatti licenziati al giudizio del pubblico che l'accusa non è fon data e che quegli che l'ha lancia ta non aveva ragione di farlo? Contro di essi si è compiuta un'ingiustizia e noi sentiamo il dovere di difenderli. Quell'articolo per cui il Conte Naselli li ha fatti trarre in arre sto venne scritto in difesa dei nostri connazionali all' Estero (altro che figlio di... n. d. r.) e noi dobbiamo saperne buon grado a chi lo scrisse ed a chi ne permise la pubblicazione. Stringiamoci ora, senza distin zione di classi e di partiti, intor no a chi potrebbe rimaner vitti ma della burocrazia italiana ed alziamo forte la nostra voce con- ! tro i magnati della patria nostra perchè non vengano ad amareg giarci la vita anche in America ove dovemmo riparare per le in giustizie di chi regge le sorti del nostro paese. Il Conte Naselli diventa sem pre più un pericolo per la pace e la tranquillità della nostra Colo nia e noi sentiamo il dovere di in vocarne la sostituzione." E il comizio ebbe luogo il 19 giugno 1905. Fu presieduto dal defunto Michele Martino il quale per primo diede la parola al de generato il quale, "con parola vi brata stigmatizzò l'azione del console, la sua inettitudine e la sua noncuranza per la colonia, e levando invece un inno alla cam pagna coraggiosa che Carlo Tre sca e Giovanni Di Silvestro, DITE COSCIENZE ILLIBATE e due CARATTERI FORTI, han no intrapresa PER IL BE NE DELLA COLONIA." Noi scriviamo per i lettori di buon senso i quali da questo e dai numeri successivi potranno i constatare l'opera del degenera- i to, che esporremo al pubblico! con i suoi stessi scritti, in favore dei Di Silvestro. Il degenerato, come si vede da gli squarci della sua prosa ripor tati sopra, oltre alla sua solida rietà e simpatia data ai Di Silve stro e Tresca nella campagna Na selli ciò che esclude che essi abbiano chiamato quest'ultimo tìglio di , classifica Giovanni Di Silvestro per un uomo dalla coscienza illibata e dal carattere forte. Oggi, però, Giovanni Di Silvestro non è più tale perchè il degenerato così vuole per ragio ni di opportunità. Noi potremmo dirgli che o egli era un incoscien te allora o lo è oggi, ma no. Vo- ; gliamo invece dimostrare al pub- j blico che anche due anni fa, di j questo mese, il degenerato con servava lo stesso concetto dei Di j Silvestro, sebbene oggi sia co- j stretto, per ragioni di mestiere ' (il sicario, si dice, è pagato 30 ! dollari la settimana ed ha avuto molti checks per la sua campa gna di denigrazione) a riman giarsi tutto un passato. Nell'Opinione del Popolo del " Aprile 1915, per esempio, il de- ! generato stampava questo spun to: LA VOCE DEL POPOLO A NEW YORK Sebbene nulla di autentico vi sia ancora nella notizia il gior nale non ha detto ancora nulla si dà per certo che il quotidiano La Voce del Popolo, trasferirà, sotto una nuova amministrazio ne, la sua sede nella città di New York. Se la cosa si avvererà, a noi di spiace moltissimo (degenerato di un sicario n. d. r.) perchè VE DEMMO SEMPRE ne La Voce del Popolo, il quotidiano che ri spondeva a preferenza di qualun que altro alle esigenze delPitai'ia nità emigrata, giacché nelle non poche lotte sostenute dette mol ! te volte prove luminose di quello ì spirito d'imparzialità e di indi- Q— ; , oi übivi ragione di lodare in altri. Non sta a noi indagare e di scutere oggi l<> ragioni che a vranno o staranno per determi nare il passo del vociferato tra i sferimento: certamente non vi saranno estranee quelle di indo le amministrativa, giacché, come ognuno sa, se vi è stato un gior nale quotidiano che ha sempre per tre quarti dovuto dipendere dalle energie e dai sacrificii di pochi che lo redigevano e dirige vano, questo quotidiano è stato precisamente La Voce del Po polo, senza che la Colonia avesse mai potuto, dal lato della pubbli cità, incoraggiarlo come avrebbe dovuto. In ogni modo, se ne vada o ri- j inanga I ,a Voce del Popolo noi se- j guiteremo ad avere verso di esso 1 e verso i suoi compilatori le no stre migliori simpatìe. N. d. K. simpatie, però, quando fu assoldato da una cricca di coloni due anni fa (egli stesso lo ha poi ammesso) finirono e si trasfor marono in attacchi contro Gio vanni Di Silvestro; le simpatie, però, ora che è stato assoldato da un'altra cricca, sono pure fini te e si sono trasformate in attac chi contro Giovanni e Giuseppe Di Silvestro, l'Ordine Figli d'lta lia e la Banca Statale. Giovanni Di Silvestro oggi non è più l'uomo dalla coscienza illi bata e dal carattere forte ; oggi, ' Giovanni e Giuseppe Di Silvestro non sono più gli uomini che han no dato prove luminose della loro j imparzialità ed indipendenza,! non riscontratesi in altri gior-J' "alisti oggi il degenerato j ! non tributa più verso di essi ì 1 (cioè verso i compilatori de La 1 V oce del Popolo) le sue migliori simpatie. Anche queste, per ra- ! gioni mercenarie, si sono trasfor- ' mate in antipatie, insulti e dif- 1 famazioni. 1 Evviva il soldato di ventura! evviva il degenerato privo dica- ( rattere e di coscienza e dipen- : 1 dente da chi più paga per l'opera 1 I sua di sicario ! j 1 Il collezionista : Le gesta dei FURFANTI della Fogna di Phila Non vi sarebbe bisogno di rie vocare le gesta di alcuni malfat tori coloniali che hanno avuta la impudente audacia di armare la mano di un sicario per scagliarlo i contro le buone Istituzioni nostre e contro gli uomini che le dirigo no. La storia, scritta una volta, resta e resterà sempre. Vi saran i no però i novellini che ignorano certi tipi e le loro furfanterie, i I quali potrebbero favorevolmente impressionarsi del pizzo alla I francese, di certi titoli e di cer te parentele che vanta il protago nista di questa rubrica. Ed è per essi, per i novellini, che noi ci ac cingiamo a riesumare le gesta i compiute da un furfante matri colato, oggi collega del degenera to e amministratore della Fogna. Per ragioni d'igiene però evite remo di fare il suo nome limitan doci ad indicar lo col soprannome di ragioniere: eviteremo pure di fare altri nomi che si connetto no con le sue gesta sostituendoli pure. I lettori lo riconosceranno. ANNO DOMINI 1906 LO SCANDALO SUL FRATEL LO DI PADRE COCOZZA Le sue gesta alla Banca C... Poveri lavoratori Che provve dimenti prenderà C Da molti giorni si sapeva nel la nostra redazione che sul conto del RAGIONIERE, fratello di Padre Cocozza, si facevano delle i gravi accuse circa la sua gestio ne come capo-ufficio nella Banca C Sebbene le accuse fossero ab bastanza gravi ed involgessero gli interessi di tanti lavoratori, noi andammo cauti per quel sen timento di responsabilità morale che deve sentire ogni giornalista per il quale la stampa è missione civilizzatrice e non strumento di ricatto. Anzi, in seguito ad una visita che lo stesso RAGIONIERE ci fece in ufficio e ad un lungo col loquio avuto con lui, pensammo che se qualche colpa vi fosse sul conto suo, si doveva alla poco pe rizia che egli ha degli affari "ban cari, e ci limitammo, perciò, a dare il semplice annunzio del suo licenziamento. Oggi, però, le accuse stanno di ventando di dominio pubblico e la gravità di esse è tale da richia mare tutta la nostra attenzione. Nella mattina di martedì, negli uffici della Banca C fu una ressa di clienti che reclamavano cose diverse e la notizia comuni cataci poco dopo, ci indusse a ve j etere che vi fosse di vero in que i sta triste faccenda. Se anche ora, per un sentimen to di bontà verso il RAGIONIE RE, avessimo taciuto, la nostra sarebbe stata colposa acquiescen za, ed allora sarebbe meglio de porre questa penna che indomita è sempre sulla breccia per l'inte resse di quei lavoratori che, di sprezzati, vilipesi ed ingannati, ! formano sempre la preda dei pi rati coloniali. In questo caso la ricerca della verità è un diritto della massa che ci legge ed il giornalista che vuol sott l arvisi è indegno del suo mandato. Perciò ci siamo affrettati a correre alla Banca C per chie dere informazioni in proposito. Come capo-ufficio, nella Banca C...., vi è adesso il signor M... il , (piale venne da New York per procedere ad un'inchiesta sul ca |so del RAGIONIERE, inchiesta che è ancora in corso e che pro mette altre gravi rivelazioni. Era naturale che noi sollecitas simo un'intervista diretta col M.. il quale, più che ogni altro, avreb be potuto coadiuvarci nel nostro compito. Il signor M già impiegato del C , saputo lo scopo della nostra visita, ci ha accolto con molto garbo invitandoci a favori re nel suo gabinetto. La nostra prima domanda è stala questa: