LA RAGIONA ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione. F. SII A'AGNI, Direttore, 911 Christian Street, Philadelphia, I'a- LA RAGIONE SI AFFERMA Il primo numero de La Ragione non poteva non incontrare il fa-1 vore del pubblico che l'aspettava ansiosamente. Un giornale come il nostro, fatto da operai con denaro suda- j to; un giornale che ha intrapreso una campagna di epura/ione, ! scoprendo le piaghe purulenti di cui sono infette le poche putride j carogne che hanno lanciato il degenerato all'assalto contro le no stre maggiori istituzioni; che ha richiamata l'attenzione della no stra colletflività sui reati nascosti nei bassamente; che ha fatto schioccare la frusta fustigatrice sui grugni incalliti di uomini senza coscienza, preparatori e consulenti legali di fallimenti; che ha dato il salutare allarme contro i banchisti pronti a fuggire al Ca nada; che ha promesso di fare la storia vergognosa di tutti i Cu ciangiolo e loro luogotenenti e sgombrare la colonia di una com briccola di malviventi; un giornale così fatto, dicevamo, non pote va non incontrare le simpatie della nostra massa che aspira ad una colonia italiana rigenerata. E la gara dei lettori non ha avuto riscontro nella storia degli annali del giornalismo coloniale. Le copie sono state pagate fino ad un dollaro ciascuna. Il primato nella vendita di esse lo ha avuto il nostro TI RIDDI' il quale, con le sue grida: BANCHISTI CUF SCAPPANO AL CANADA'; CONIATORI DI MONETE FALSE; CONSULENTI LEGALI DI FALLIMENTI, la sera in «àvide la lu ce La Ragione richiamava attorno a sè, lungo Christian St., una fol la di passanti che aveva con ansia indicibile attesa l'uscito di questo giornale. Intanto, coloro che armarono la penna del sicario, ne han no risentito tutto l'effetto, perchè si sono subito scatenate minacce di arresti in inasta; arresti isolati; insulti contro i nostri compila toli lungo le strade, fuori le farmacie e nelle alcove delle carogne; tanto liele e tanta bile si son viste spruzzare dai musi degli ORAN GOTANGHI, dalle facce ingiallite e dalle occhiaie come caverne, indizio questo della vita di vi. '<> e Ji degenerazione nella quale essi vivono. Agli attacchi del degenei i, latti al nostro Ordine ed ai suoi capi, noi che pure avremi o avuto ragione, perchè provocati, di assestargli un MAN ROVESCIO sulla sua facciaccia abbrutita, sia mo rimasti calmi. Perchè dunque, tanto clamore; perchè i mandata li i del sicario si sono risentiti delle nostre difese e dei nostri giusti contro-attacchi? Le coscienze tranquille restano calme, le coscienze traviate si j agitano! Noi abbiamo ragione di credere che i mandatarii, affidando la loro causa al degenerato spione austriaco, hanno commesso un gran dissimo errore. Essi, specialmente i banchisti prossimi al fallimen to, dei quali i nostri amici e nostri fratelli debbono guardarsi, me glio avrebbero fatto che quelle poche centinaia di dollari, consegna te al sicario, ie avessero portato seco loro insieme al bottino pio,«to' a valicare l'Oceano. Ma che volete? Anche Pati, il banchista milio nario di New York, prima di prendere il volo si accaparrò qualche giornale della metropoli pei- farsi cantar le laudi. Niente eli sor prendente, perciò, se anche i furfanti di questa città hanno voluto imitare il loro collega newyorkese. La Ragione è uscita e rimarrà sulla breccia, sempre che i man tanti continueranno ad armare la mano del loro sicario. Vi è anzi la probabilità che questo giornale si trasformi in meglio e resti peren ne minaccia contro gli sfruttatori delle nostre colonie. Il nostro atteggiamento dipenderà dunque dalle mosse della piccola combriccola di furfanti dalle unghie adunche. Ad essi la 1 scelta, a noi i mezzi per annientarli, per distruggerli. NOI. AVVISO AI LETTORI Nei primi due numeri della Ragione abbiamo prospettato al pubblico le losche ligure di cui alcuni prominenti si servono per ten tare di abbattere i buoni uomini e le buone Istituzioni. Per l'avve nire passeremo in rassegna, uno per uno, tutti coloro che han prov veduto i fondi segreti, illustrandone le gesta compiute in America dal giorno del loro arrivo e rievocando anche la loro vita nella pa tria di origine. Sarà una rubrica interessantissima. Molti scritti già pronti dobbiamo rimandare per esuberanza di materia. Fra essi vi è una lettera aperta a Frnak L. Garbarino, detective federale, al quale si indica uno spione austriaco che vive nella nostra colonia, jr - LA REDAZIONE Circolare del Grande Concilio DI PENNSYLVANIA DELL'ORDINE F. d'l. in AMERICA Questo Ufficio ha deciso di fare appello alle Logge per poter assolvere a un duplice dovere: quello di gratitudine per l'atteggia-* mento della Nazione che ci ospita, e l'altro di riconoscenza verso il condottiero del nostro esercito, che deve riconquistare all'ltalia le terre che ci appartengono. Pertanto è stato stabilito di offrire una medaglia d'oro al Ge nerale Cadorna, a nome dei Figli d'ltalia della Penssylvnia; ed una bandiera alla Divisione del Colonnello Roosevelt o a quella Divisione dell'esercito americano che prima salperà alla volta dell'Europa. A tale scopo sollecitiamo le Logge a far pervenire subito le loro offerte a questo Uffizio, iniziando anche delle sottoscrizioni tra i fratelli ; con avvertenza che la medaglia al Generale Cadorna sarà mandata per mezzo della Commissione Italiana che si reca in mis sione presso il Governo degli Stati Uniti. Si raccomanda poi alle Logge di Philadelphia e dintorni di te nersi pronte per aderire a quella iniziativa che dal Regio Console Cav. Uff. G. Poccardi sarà per prendersi in onore della Commissio ne suddetta, se e quando sarà a Philadelphia, cosa che per motivi di facile intuizione non si può anticipatamente stabilire. A tal uopo, appena i Venerabile riceveranno nuovo avviso, chiameranno imme diatamente tutti i fratelli con invito d'urgenza. Questo Ufficio aveva anche fatto ie pratihee per poter concor rere ai ricevimenti ai rappresentanti delle nazioni alleate: francese ed inglese. Essendoci stato risposto che parate non ve ne saranno ed essendo incerti del giorno ed ora di arrivo non si sono potuti fa re dei preparativi. Però tutti i Figli d'ltalia si riuniran no nel luogo che sarà indicato dalla stampa americana ed italiana. Il Grande Concilio intanto e la Commissione F. U. M. contribuiscono alla sottoscrizione del giornale North American per offrire una spada d'onore al Generale Joffre. PHILADELPHIA, PA„ 5 MAGGIO, 1917. Le visioni fosche e terrorizzanti DEL DEGENERATO E' notte alta e profonda; la piog- j già viene giù impetuosa dal cielo foschissimo-e il vento pare che mormori voci di minaccia e di mi stero. Le vie della città sono in teramente deserte, poiché la not te incute spavento ed il freddo è intensissimo. All'improvviso, come se sbu casse dal sottosuolo, appare in fondo ad una strada un solitario nottambulo. Gesticola, procede a ZIG-ZAG, poiché ha non meno di un palmo di vino nello stomaco e le gambe mal sostengono il pe so soverchio del corpo. Non ha alcun riparo contro la pioggia che continua a scrosciare abbondante, inzuppandolo fino alle ossa, ma egli procede im perterrito sotto la bufera, e con la lingua grossa e con la voce rauca degli übbriachi fradici can ta una oscena canzone. Al lume di un fanale si scorge per un momento la sua faccia; lo sguardo semispento in un viso livido, incute semplicemente ri brezzo. E' il degenerato, sinistramente celebre nell'elemento losco colo niale, che, dopo una giornata di crapule nei saloons e nei risto ranti e mezza nottata d'i orgia, nel lupanare di Fiorimi, stanco ma non sazio, si riporta come può nella meschina dimora, ove i-_ in vera moglie e i 'u f attendono, morenti di freddo e di fame, perchè privi di carbone e di cibo. Giunto dinanzi alla porta, do po aver tentato inutilmente di a prilla, batte vigorosamente, ac compaginando i ripetuti colpi con ; le più triviali ingiurie all'indiriz zo della moglie. La porta si apre e compare sul-1 la soglia una figura gentile di donna, mite e rassegnata come li na martire. Non versava lagrime ma portava il segno di averne spar e tante e l'ubriaco, dandole ttn sonoro ceffone, le grida rab biosamente: Dove ti eri cacciata, strega del diavolo, che mi hai fatto attendere due ore con que sto tempaccio di inferno? Ti ho ripetuto le mille volte che devi attendermi alla porta, perchè tu sei la mia schiava e devi obbedir mi ciecamente Taci; non voglio che mi ri sponda, perchè la tua voce mi suona all'orecchio come un catti vo augurio. Preparami un fiasco | sul tavolo, perchè ho una sete da tedesco e poi conduci a letto la ! canaglia e liberami anche della tua odiosa presenza. Oh a proposito, tieni a mente che, rimangono nel celiar ancora otto fiaschi. March ! * * * Ed ecco il mostro, sconcia mente sdraiato su di una vecchia poltrona, tutto assorto nella con templazione del fiasco che ha già vuotato a metà e del bicchiere ri colmo. Maledetta esistenza! egli dice ase stesso. Non è a credere quanto soffro tutte le volte che debbo venirmi a rinchiudere in questa topaia che mi sembra una cella di morte. La vista di questa strega e di questi marmocchi, che sono per me una croce pesantis sima, mi indispettisce a quel Dio Come è dura la pelle di questa donna ; sembra che abbia, come i gatti, sette anime ed un'animel la. La meschina dote che mi por tò, quando commisi l'enoiTnità di sposarla, non durò più di un me- ise ; non so comprendere quindi perchè debba essere tanto lunga la sua esistenza. Non potrebbe finalmente decidersi a fare un viaggio senza ritorno? Bah ! in attesa che il fausto av venimento si compia, beviamoci sopra Questo vino non è cattivo, e di venta squisito se si pensa che non costa un centesimo. Quel mascalzone del venditore potrà fare a meno di mandarmi il suo 8i1i.... Bravo amico, quel cassiere; a micone sincero ed effezionato; io e lui siamo compagni indissolu bili di erotiche gesta; egli ha gli stessi miei gusti; è l'unica cosa sennata e giusta che abbiano stampato quegli imbecilli della Ragione. Mangiamo allo stesso piatto; beviamo allo stesso bic chiere e Fiorimi può farne fede. L'amico cassiere è molto fur bo; egli sta per fare una magnifi ca speculazione matrimoniale; se il colpo riesce, ci saia da sciala le a lungo anche per me. Co uà fossi scapolo io pure! Chi sa però se mi sarebbe ancora possi bile di trovare un'altra moglie con un buon gruzzolo ! Bah ! per chè no? Dopo tutto ci sarebbe Fiorina, la quale forse non rifiu i terebbe la mia mano ; essa deve avpi; De;:ze a bizzeffe e son sicu ;- e « COI'! j cora dopo il matrimonio. Ma è i nutile pascersi di illusioni ; la for ; tuna non mai mi è stata secon- * .fiche al presente mi nega j i iiioi favori, allungando la vita di questa megera, che mi ama reggia emi indispettisce con ia ' sua rassegnazione ipocrita. # * * 11 manigoldo, così monologali ! do, aveva quasi visto il fondo del I fiasco, ma il soverchio vino lo a- I veva ridotto una massa insensi j bile ed inerte. Piegò il capo sul J petto e chiuse gli occhi. I rumi dell'alcool gli gorgoglia i vano vortico-amente nel cranio e la camera, tutta all'intorno, ap pariva alla mente ottenebrata dell'ebbro ripiena di bianchi fan tasmi. I quali, dapprima indistin ti, assunte a poco a poco figure nette e decise, incominciarono a danzare una macabra danza. Uno di essi, uscendo dalla schiera, gli si avvicina e lo guar da a lungo con uno sguardo tra | la compassione ed il disprezzo. In | quel fantasma il degenerato rico nosce la moglie morta e sulla massa inerte passa 1111 lungo bri ! vido. Dopo morta ancora mi per seguiti ? parea volesse gridar |le l'ubriaco, atterrito dalla im ! provvisa apparizione. Tu non hai nulla a rimproverarmi, giac che quando avesti la felice ispi razione di andartene in un mon do migliore, io non mancai di far ti il funerale che poi mi feci un dovere di non pagare come 11011 pagai il medico che mi porte in Coite e ti accompagnai perfino al camposanto. Levamiti quindi dinanzi e fammi gustare in santa pace quest'altro bicchie -1 re. !* * * Dileguossi lo spettro dell* 1 ' donna, forse atterrito da tante 1 cinismo, ma in quel posto mede ' simo sorse il fantasma di un te ■ nero giovanetto, che levò il pie • colo dito minaccioso quasi a sfio i rare la testa scarmigliata, gron • ! dante il freddo sudore. La terribile visione scosse quel conio arrovesciato, come se lo a vésse attraversato una corrente elettrica, e parve che su quella fronte violacea passasse un lam po di rimorso; ma fu solo 1111 i stante. Osi,wo sciagurato, minaccia re tuo padre? Fu colpa mia forse se tu peristi tra le fiamme? E' vero che la Compagnia del C.as aveva in quell'epoca chili o la corrente, perchè io avevo trascu rato di pagare il BILL, ma io a vevo comperato le candele, ed anche le candele fanno luce, né potevo prevedere che la fiamma avrebbe appiccato l'incendio alla casa •+ * * Padre tu ? Questo nome san to e dolce, nella tua bocca, suo na profanazione e bestemmia. No, tu non hai visceri paterne, tu che il denaro disonestamente lu crato, sciupi in bagordi, e fai morire di fame la povera fami glia. Tu non sei padre, non sei marito; tu fosti il carnefice di mia madre, ed oggi sei l'aguzzi no dei miei fratelli e della pove ra donna che, per sua eterna di sgrazia, ha occupato il posto la- j sciato vuoto dall'altra, che oggi finalmente, liliera dei tuoi ceppi, gode 1111 po' di pace e di tranquil lità. Tu non hai diritto di dirti padre; i padri lavorano pei loro figli, ed in casa li educano con la virtù e con l'esempio. Tu non hai mai goduto la sublime soddisfa zione che dà il compimento del proprio dovere; tu non hai senti lo mai affetto pei figli. l'/ftàììftTrjVi 11 ira ier u^mnte, 10 povera vittima della tua depra vazione, tu non volesti neppure accompagnarmi alla mia piccola fossa, forse per dare ad intende re a qualche imbecille che non sa 0 finge d'ignorare di qual fango : sei impastato, che ti tratteneva in casa la profondità del dolore. Ma io che tutto vidi, io che nel l'altro mondo mi sentii dotato di |un discernimento superiore ai j miei teneri anni, compresi tutto 11 marcio della tua ipocrisia. Quell'ombra di rimorso che si ce -1 la nel fondo dell'anima dei mag- I gioi i delinquenti, ti impedì per il momento di mostrarti alla luce del sole, ma alla notte, protetto dalle tenebre amiche, non sape sti rinunziare alla consueta visi ta a Fiorina. E l'orgia del satiro immondo fu l'unico tributo di dolore che sapesti dare alla mia morte immatura; ed allora io ti maledissi, come ti maledico ora, o carnefice di mia madre e mio assassino, o aguzzino dei miei po veri fratelli. Dopo questo anatema tremen do, anche il secondo fantasma scomparve, ma il corpo inerte eb be un lungo fremito. Aperti gli oc chi a fatica, stese la mano al bic chiere, elo tracannò di un sol fiato, per affogare meglio nel vi no i ricordi terrorizzanti. * * « Ricaduto poscia nella primiti va immobilità, altri fantasmi gli danzavano attorno la ridda. Que sta volta erano innumerevoli, ed egli, abbracciandoli con un lungo sguardo, avenelo riconosciuto in essi l'esercito dei suoi creditori, scoppiò in una sonora sgignazza ta. Anche qui pareva gri dasse la voce interna anche qui venite a rompermi le scatole per poche migliaia di miserabili dollari che ebfti la bontà di pren dere in prestito da voi. . (io te hell! disgraziati, e ficcatevi in te sta, per vostra norma, che il fi glio di mio padre non h» mai ne gato nulla a nessuno. E quandi Anno I No. 2 5 Soldi la Copia tutti sarete stati soddi fatti, a vete altro a pretendere? No. Le vatevi dunque dai miei piedi, se non volete che vi scacci ignofiii ìliosamente, o mercanti profana tori. E la fitta schiera, o impaurita dalla minaccia o soddisfatta del la promessa, riti rossi, lasciando lo solo, coi residui della sua orgia solitaria. Ed allora il sinistro eroe levos si dalla sedia ove pareva inchio dato, ed allungando le braccia, e mise un lungo, sonoro sbadiglio. Sono diventato forse un ra gazzo, che mi metto paura delle ombre? La mia coscienza è ben nascosta sotto un duro, fittissi mo pelame ed i rimorsi non vi al lignano. Sciocco è veramente chi si illude che nell'animo mio pov sa albergare affetto o ricono scenza. Questa canaglia che mi paga per l'armisi cantare le laudi false e bugiarde, questi briganti che mi aizzano siile calcagna dei loro nemici e credono Hjsohbli garsi con una manata di dollari, 10 li odio di un odio profondo ed inestinguibile. Per adesso son costretto a | far tacere i ruggiti della misi a | nima, perchè essi pagano profu matamente le mie orgie ed ali mentano i miei bisogni. Ma guai ad essi se riuscirò ad emancipar mi ! So tante delle loro porcherie da poterli ridurre un mucchio di cenci. E ve li ridurrò per la M . perchè troppo mi umilia no colla loro forzata, millantata i generosità, e la mia vendetta sa rà terribile, inesorabile ! * * * ii degenerato arrota v**-*-fW*» i in preda ad una rabbiay^'^"*. ' 11 vino ingoiato fuori misura, 00-1 1 ]io lunga fermentazione veniva ■ fuori a fiotti insieme col cibo, ed 1 egli, colla faccia riversa, cad ' de sui rifiuti del suo stomaco, 1 rotolandovisi sconciamente come 11 porco nel braco. ; Fuori la pioggia continuava a 1 scrosciale impetuosa, ed il vento ' fischiava sinistramente, mentre • nel cielo plumbeo apparivano i " primi albori indistinti di una giornata nera come l'anima del ' l'alcoolizzato ) 11 novelliere. ' Afferratelo i per la coda... , In Colonia si vocifera che il - degenerato si stia preparando a fuggire da Philadelphia portando . seco i pochi checks rimastigli dei , banchisti prossimi al fallimento .je degli altri bacati pari suoi. La c voce pare che sia fondata, sebbe . ne lanciata a mo' di sospetto dal ,1 cavadenti delle nove strade che _ ; piange i suoi cento dollari, e corrol>orata da un altro colono molto addentro nelle sporche se grete cose. Gli interessati restano avvisa li ti. d '*"*"*"* *"*"*"*' * * Trasferimento i, La barberia del nostro diretto i- re fratello Francesco Silvagni, coi relativi uffici de La Ragione, i- si sono trasferiti al No. 911 Chri e stian St. J, Gli amici, i fratelli, si ricordi li no che il nostro direttore è l'uni >- co barbiere che taglia i capelli o artisticamente ed è specialista 3- per il taglio delle unghie adunche i- ! dei carbonari che non hanno ri -- legno di approfittarsi da due sol lo di in su.