La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 05, 1917, Image 1

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    contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d' adozione
F. SI LV AGNI, Direttole, 911 Christian Street, Philadelphia, Pa-
LA RAGIONE SI AFFERMA
i
Il primo numero de La Ragione non poteva non incontrare il fa-1
vore del pubblico che l'aspettava ansiosamente.
Un giornale come il nostro, fatto da operai con denaro suda
lo: un giornale che ha intrapreso una campagna di epurazione,
scoprendo le piaghe purulenti di cui sono infette le poche putride
carogne che hanno lanciato il degenerato all'assalto contro le no
stre maggiori istitu/.ionii : che ha richiamata l'attenzione della no
stra colletflività sui reati nascosti nei bassamente che ha fatto
schioccare la frusta fustigatrice sui grugni incalliti di uomini
senza coscienza, preparatori e consulenti legali di fallimenti; che
ha dato il salutare allarme contro i banchisti pronti a fuggire al Ca
nada: che ha promesso di fare la storia vergognosa di tutti i Cu
riangiolo e loro luogotenenti e sgombrare la colonia di una com
briccola di malviventi: un giornale cosi fatto, dicevamo, non pote
va non incontrare le simpatie della nostra massa che aspira ad una
colonia italiana rigenerata.
E la gara dei lettori r.-in ha avuto riscontro nella storia degli
annali del giornalismo coloniale. Ia 1 copie sono state pagate lino ad
un dollaro ciascuna. Il primato nella vendita di esse lo ha avuto il
nostro TURIDDU il quale, con le sue grida: BANCHISTI CHE
SCAPPANO Al. CANADA : CONIATORI DI MONETE FALSE;
CONSULENTI LEGALI DI FALLIMENTI, la sera in cui vide la lu
ce La Ragione richiamava attorno a sè, lungo Christian St., una fol
la di passanti che aveva con ansia indicibile attesa l'uscita di questo
giornale.
Intanto, coloro che armarono la penna del sicario, ne han
no risentito tutto l'effetto, perchè si sono subito scatenate minacce
di arresti in mas-a: arresti isolati; insulti contro i nostri compila
tori lungo le strade, fuori le farmacie e nelle alcove delle carogne;
tanto fiele e tanta bile si son viste spruzzare dai musi degli ORAN
GOTANGHI, dalle facce ingiallite e dalle occhiaie come caverne,
indizio questo della vita di vizio e di degenerazione nella quale essi
vivono.
Agli attacchi del degenerato, fatti al nostro Ordine ed ai
suoi capi, noi che pure avremmo avuto ragione, perchè provocati, di
assestargli un MAN ROVESCIO sulla sua facciaccia abbrutita, sia
mo rimasti calmi. Perchè dunque, tanto clamore; perchè i mandata
rii del sicario si sono risentiti delle nostre difese e dei nostri giusti
con t ro-a t tacchi ?
I>e coscienze tranquille restano calme, le coscienze traviate si
agitano!
Noi abbiamo ragione di credere che i mandatarii, affidando Li
loro causa al degenerato spione austriaco, hanno commesso un gran
dissimo errore. Essi, specialmente i banchisti prossimi al fallimen
to, dei quali i nosfei amici e nostri fratelli debbono guardarsi, me
glio avrebbero fatto che quelle poche centinaia di dollari, consegna
te al sicario, le avessero portate seco loro insieme al bottino pronto
a valicare l'Oceano. Ma che volete? Anche Pati, il banchista milio
nario di New York, prima di prendere il volo si accaparrò qualche
giornale della metropoli per farsi cantar le laudi. Niente di sor
prendente, perciò, se anche i furfanti, di questa città hanno voluto
imitare il loro collega newyorkese.
La Ragione è uscita e rimarrà sulla breccia, sempre che i man
tanti continueranno ad armare la mano del loro sicario. Vi è anzi Li
probabilità che questo giornale si trasformi in meglio e resti peren
ne minaccia contro gli sfruttatori delle nostre colonie.
Il nostro atteggiamento dipenderà dunque dalle mosse della
piccola combriccola di furfanti dalle unghie adunche. Ad essi la !
scelta, a noi i mezzi per annientarli, per distruggerli.
NOI.
AVVISÒ AI LETTORI
Nei primi due numeri della Ragione abbiamo prospettato al
pubblico le losche figure di cui alcuni prominenti si servono per ten
tare di abbattere i buoni uomini e le buone Istituzioni. Per l'avve
nire passeremo in rassegna, uno per uno, tutti coloro che han prov
veduto i fondi segreti, illustrandone le gesta compiute in America
did giorno del loro arrivo e rievocando anche la loro vita nella pa
tria di origine.
Sarà umi rubrica interessantissima. Molti scritti già pronti
dobbiamo rimandare per esuberanza di materia. Fra essi vi è una
lettera aperta a Fmak L. Garbarono, detective federale, al quale si
indica uno spione austriaco che vive nella nostra colonia.
LA REDAZIONE
Circolare del Grande Concilio
DI PENNSYLVANIA DELL'ORDINE F. d'l. in AMERICA
Questo Ufficio ha deciso di fare appello alle Logge per potei'
assolvere a un duplice dovere: quello di gratitudine per l'atteggia
mento della Nazione che ci ospita, e l'altro di riconoscenza verso il
condottiero del nostro esercito, che deve riconquistare all'ltalia le
terre che ci appartengono.
Pertanto è stato stabilito di offrire una medaglia d'oro al Ge
nerale Cadorna, a nome dei Figli d'ltalia della Penssylvnia; ed una
bandiera alla Divisione del Colonnello Roosevelt o a quella Divisione
dell'esercito americano che prima salperà alla volta dell'Europa.
A tale scopo sollecitiamo le Logge a far pervenire subito le loro
offerte a questo Uffizio, iniziando anche delle sottoscrizioni tra i
fratelli ; con avvertenza che la medaglia al Generale Cadorna saia
mandata per mezzo della Commissione Italiana che si reca in mis
sione presso il Governo degli Stati Uniti.
Si raccomanda poi alle Logge di Philadelphia e dintorni di te
nersi pronte per aderire a quella iniziativa che dal Regio Console
Cav. Uff. G. Poccardi sarà per prendersi in onore della Commissio
ne suddetta, se e quando sarà a Philadelphia, cosa che per motivi di
facile intuizione non si può anticipatamente stabilire. A tal uopo,
appena i Venerabile riceveranno nuovo avviso, chiameranno imme
diatamente tutti i fratelli con invito d'urgenza.
Questo Ufficio aveva anche fatto le pratihee per poter concor
rere ai ricevimenti ai rappresentanti delle nazioni alleate: francese
ed inglese. Essendoci stato risposto che parate non ve ne saranno
ed essendo incerti del giorno ed ora di arrivo non si sono potuti fa
re dei preparativi. Però tutti i Figli d'ltalia si riuniran
no nel luogo che sarà indicato dalla stampa americana
ed italiana. Il Grande Concilio intanto e la Commissione F. U. M.
contribuiscono alla sottoscrizione del giornale North American per
offrire una spada d'onore al Generale Joffre.
ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ
E' notte alta e profonda; la piog- ■
già viene giù impetuosa dal cielo 1
foschissimo e il vento pare che I
mormori voci di minaccia e di mi- I
stero. Le vie della città sono in- '
teramente deserte, poiché la not
te incute spavunto ed il freddo è '
intensissimo. ' '
All'improvviso, come se . sbu
casse dal sottosuolo, appare in
fondo ad una strada un solitario :
nottambulo. Gesticola, procode !
a ZIG-ZAG, poiché ha non meno
di un palmo di vino nello stomaco
e le gambe mal sostengono il i>e
so soverchio del co-po.
Non ha alcun riparo contro la
pioggia che continua a scro sciare
abbondante, inzuppandolo fiìio
alle ossa, ma egli procede i:n
perterrito sotto la bufera, e con !
la lingua grossa e con la voce
rauca degli übbriachi fradici cin
ta una oscena canzone.
Al lume di un fanale si scoile
per un momento la sua faceta;
lo sguardo semispento in un vlt'o
livido, incute semplicemente ri
brezzo.
E' il degenerato,
celebre nell'elemento losco co;c>-
niale, che, dopo una giornata -di
crapule nei saloons e nei ris fo
ranti e mezza nottata d'i orgia,
nel lupanare di Fiorimi, stai
ma non sazio, si riporta come pùo
nella meschina dimora, ove la po
vera moglie e i figli derelitti lo
attendono, morenti di freddo e j
di fame, perchè privi di carbone
e di cibo.
Giunto dinanzi alla porta, do
po aver tentato inutilmente di a
prilla, batte vigorosamente, ac
compagnando i ripetuti colpi con
le più triviali ingiurie all'indiriz
! zo della moglie.
La porta si apre e compare sul
la soglia una figura gentile di ;
donna, mite e rassegnata come u-1
na martire. Non versava lagrime ;
ma portava il segno di averne j
spar e tante e l'ubriaco, dandole
un sonoro ceffone, le grida 1 ab- j
biosamente : Dove ti eri cacciata,
strega del diavolo, che e. mi hai j
fatto attendere due ore con que- j
sto tempaccio di inferno? Ti ho
ripetuto le mille volte che devi
attendermi alla porta, perchè tu
sei la mia schiava e devi obbedir
mi ciecamente
Taci ; non voglio che mi ri- 1
sponda, perchè la tua voce mi !
suona all'orecchio come un catti-1
vo augurio. Preparami un fiasco i
sul tavolo, perchè ho una sete da i
tedesco e poi conduci a letto la !
canaglia e liberami anche della j
tua odiosa presenza.
Oh a proposito, tieni a
niente che, rimangono nel celiar
ancora otto fiaschi. March !
« * *
Ed ecco il mostro, sconcia
mente sdraiato su di una vecchia :
poltrona, tutto assorto nella con
templazione del fiasco che ha già
vuotato a metà e del bicchiere ri
colmo.
Maledetta esistenza! egli dice
a se stesso. Non è a credere
quanto soffro tutte le volte che
debbo venirmi a rinchiudere in
questa topaia che mi sembra una !
cella di morte. La vista di questa
strega e di questi marmocchi, che
sono per me una croce pesantis
sima, mi indispettisce a quel Dio
Come è dura la pelle di questa
donna; sembra che abbia, come i
gatti, sette anime ed un'animel
la. La meschina dote che mi por
tò, quando commisi l'enormità di
sposarla, non durò più di un me
PHILADELPHIA, PA., MAGGIO, 1917.
Le visioni fosche e terrorizzanti
DEL DEGENERATO
so; non so comprendere quindi
perchè debba essere tanto lunga
la sua esistenza. Non potrebbe
finalmente decidersi a fare un
viaggio senza ritorno?
Bah ! in attesa che il fausto av
venimento si compia, beviamoci
sopia
Questo vino non è cattivo, e di
venta squisito se si pensa che
non costa un centesimo. Quel
mascalzone del venditore potrà
fare a meno di mandarmi il suo
8i11....
Bravo amico, quel cassiere; a
micone sincero ed effezionato; io
e lui siamo compagni indissolu
bili di erotiche gesta : ejjli ha gli
stessi miei gusti; è l'unica cosa
sennata e giusta che abbiano
. stampato quegli imbecilli della
Ragione. Mangiamo allo stesso
piatto; beviamo allo stesso bic
chiere e Fiorina può farne fede.
I.'amico cassiere è molto fur
bo; egli sta per fare una magnifi
ca speculazione matrimoniale; se
il colpo riesce, ci sarà da sciala
re a lungo anche per me. Co
si fossi scapolo io pure! Chi sa
però se mi sarebbe ancora possi
bile di trovare un'altra moglie
con un buon gruzzolo! Bah! per
chè no? Dopo tutto ci sarebbe
Fiorimi, la quale forse non rifiu
terebbe là'mia nian'o; essa rìt've
aver pezze a bizzeffe e son sicu
ro che saprebbe guadagnarne an
j cora dopo il matrimonio. Ma è i
nutile pascersi di illusioni; la for
1 tuna non mai mi è stata secon
da ed anche al presente mi nega
i suoi favori, allungando la vita
di questa megera, che mi ama
reggia e mi indispettisce con la
sua rassegnazione ipocrita.
11 manigoldo, così monologan
do, aveva quasi vjsto il fondo del
! fiasco, ma il soverchio vino lo a-
J veva ridotto una massa insensi-
I bile ed inerte. Piegò il capo sul
I petto e chiuse gli occhi.
I fumi dell'alcool gli gorgoglia
vano vorticosamente nel cranio e
j la camera, tutta all'intorno, ap
| pai'iva alla mente ottenebrata
dell'ebbro ripiena di bianchi fan
tasmi. 1 quali, dapprima indistin
ti, assunte a poco a poco figure
nette e decise, incominciarono a
danzare una macabra danza.
Uno di essi, uscendo dalla
schiera, gli si avvicina e lo guar
da a lungo con uno sguardo tra
! la compassione ed il disprezzo. Iti
[quel fantasma il degenerato rico
nosce la moglie morta e sulla
! massa inerte passa un lungo bri
vido.
Dopo morta ancora mi per
seguiti ? parea volesse gridar
le l'ubriaco, atterrito dalla im
provvisa apparizione. Tu non
hai nulla a rimproverarmi, giac
ché quando avesti la felice ispi
razione di andartene in un mon
do migliore, io non mancai di far
ti il funerale che poi mi feci un
dovere di non pagare come non
_ y:>i' ;i ■ 11 medico che mi portò
in Corte e ti accompagnai
perfino al camposanto. Levamiti
ì quindi dinanzi e fammi gustare
in santa pace quest'altro bicchie-
I re.
* * ♦
Dileguossi lo spettro della
donna, forse atterrito da tanto
cinismo, ma in quel posto mede
simo sorse il fantasma di un te
nero giovanetto, che levò il pic
colo dito minaccioso quasi a sfio
rare la testa scarniigliata, gron
dante il freddo sudore.
La tenibile visione scosse quel
corpo arrove ciato, come se lo a
vesse attraversato una corrente
elettrica, e parve che su quella
fronte violacea passasse un lam
po di rimorso; ma fu solo un i
s tante.
Osi, o sciagurato, minaccia
re tuo padre? Fu colpa mia forse
se tu peristi tra le fiamme? E'
vero che la Compagnia del Gas
aveva in quell'epoca chili o la
corrente, perchè io avevo trascu
rato di pagare il HILL, ma io a
vevo comperato le candele, ed
anche le candele fanno luce, né
potevo prevedere che la fiamma
avrebbe appiccato l'incendio alla
casa
* * *
Padre tu ? Questo nome scin
to e dolce, nella tua bocca, suo
na profanazione e bestemmia.
No, tu non hai visceri paterne, tu
che il denaro disonestamente lu
crato, sciupi in bagordi, e l'ai
morire di fame la povera lami
glia. Tu non sei padre, non sei
marito; tu fosti il carnefice di
mia madie, ed oggi sei l'aguzzi
no dei miei fratelli e della pove
ra donna che, per sua eterna di
sgrazia, ha occupato il posto la
sciato vuoto dall'altra, che oggi
finalmente, libera dei tuoi ceppi,
gode un po' di pace e di tranquil
lità.
Tu non hai diritto di dirti
padre ; i padri lavorano pei loro
figli, ed in casa li educano con la
virtù e con l'esempio. Tu non hai
mai goduto la sublime soddisfa
.ÌÌVM. 'I -*»> /'
proprio dovere; tu non hai senti
to mai affetto pei figli.
Quando perii tra le fiamme,
io povera vittima della tua depra
vazione, tu non volesti neppure
accompagnarmi alla mia piccola
fossa, forse per dare ad intende
re a qualche imbecille che non sa
0 finge d'ignorare di (piai fango
sei impastato, che ti tratteneva
in casa la profondità del dolore.
1 Ma io che tutto vidi, io che nel
' l'altro mondo mi sentii dotalo di
iun discernimento superiore ai
I miei teneri anni, compresi tutto
'il marcio della tua ipocrisia.
Quell'ombra di rimorso che si ce
la nel fondo dell'anima dei mag
giori delinquenti, ti impedì per il
momento di mostrarti alla luce
del sole, ma alla notte, protetto
dalle tenebre amiche, non sape
sti rinunziare alla consueta visi
ta a Fiorina. E l'orgia del satiro
immondo fu l'unico tributo di
dolore che sapesti dare alla mia
morte immatura; ed allora io ti
maledissi, come ti maledico ora,
o carnefice di mia madre e mio
assassino, o aguzzino dei miei po
veri fratelli.
Dopo questo anatema tremen
do, anche il secondo fantasma
scomparve, ma il corpo inerte eb
be un lungo fremito. Aperti gli oc
chi a fatica, stese la mano al bic
chiere, elo tracannò di un sol
fiato, per affogare meglio nel vi
no i ricordi terrorizzanti.
* # #
Ricaduto poscia nella primiti
va immobilità, altri fantasmi gli
danzavano attorno la ridda. Que
sta volta erano innumerevoli, ed
egli, abbracciandoli con un lungo
sguardo, avendo riconosciuto in
essi l'esercito dei suoi creditori,
scoppiò in una sonora sgignazza
ta.
Anche qui pareva gri
dasse la voce interna anche
qui venite a rompermi le scatole,
per poche migliaia di miserabili
dollari che ebbi la bontà di pren
dere in prestito da voi. (io to
hell ! disgraziati, e ficcatevi in te
sta, per vostra norma, che il fi
glio di mio padre non ha mai ne
gato nulla a nessuno. E quando
Anno I No. 2 •"> Soldi la Copia
tutti sarete stati soddi tatti, a
vete altro a pretendere? No. Le
vatevi dunque dai miei piedi, s<>
non volete che vi scacci ignomi
niosamente, o mercanti profana
tori.
E la fitta schiera, o impaurita
dalla minaccia o soddisfatta del
la promessa, ritirossi, lasciando
lo solo, coi residui della sua orgia
solitaria.
Ed allora il sinistro eroe levi is
si dalla sedia ove pareva inchio
dato, ed allungando le braccia, fi
mise un lungo, sonoro sbadiglio.
Sono diventato (orse un ra
dazzo, che mi metto paura delle Jp
ombre? La mia coscienza è l>en
nascosta sotto un duro, fittissi
mo pelame ed i rimorsi non vi al
lignano. Sciocco è veramente chi
si illude che nell'animo mio po ;-
sa albergare affetto o ricono
scenza. Questa canaglia che mi
paga per t'armisi cantare le laudi
false e bugiarde, questi briganti
che mi aizzano alle calcagna dei
loro nemici e credono disobbli
garsi con una manata di dollari,
10 li odio di un odio profondo ed
inestinguibile.
Per adesso son costretto a
lai' tacere i ruggiti della mia a
nima, perchè essi pagano profu
matamente le mio orgie ed ali
mentano i miei bisogni. Ma guai
ad essi se riuscirò ad emancipar
mi! So tante delle loro porcherie
da poterli ridurre un mucchio di
cenci. E ve li ridurrò pdtarla
M . perchè troppo mi umilia
no colla loro t'orzata, millantata
' :'V ■' "-T
--rà terribile, inesorabile !
♦ ♦ ♦
11 degenerato arrotava i denti
in preda ad una rabbia bestiale.
Il vino ingoiato fuori misura, do
po lunga fermentazione veniva
fuori a fiotti insieme col cibo, ed
egli, colla faccia riversa, cad
de sui rifiuti del suo stomaco,
rotolandovisi sconciamente come
11 porco nel braco.
Fuori la pioggia continuava a
scrosciare impetuosa, ed il vento
fischiava sinistramente, mentre
nel cielo plumbeo apparivano i
primi albori indistinti di una
giornata nera come l'anima del
l'alcoolizzato
Il novelliere.
Afferratelo
per la coda...
In Colonia si vocifera che il
degenerato si stia preparando a
fuggire da l'hiladelphia portando
seco i pochi ehecks rimastigli dei
banchisti prossimi al fallimento
e degli altri bacati pari suoi. La
voce pare che sia fondata, sebbe
ne lanciata a nio' di sospetto dal
cavadenti delle nove strade che
piange i suoi cento dollari, e
corroborata da un altro colono
molto addentro nelle sporche se
grete cose.
Gli interessati restano avvisa
ti.
Trasferimento
La barberia del nostro diretto
le fratello Francesco Sxlvagni r
coi relativi uffici de La Ragione
si sono trasferiti al No. 911 Chri
stian St.
Gli amici, i fratelli, si ricordi
no che il nostro direttore è l'uni
co barbiere che taglia i capelli
artisticamente ed è specialista
per il taglio delle unghie adunche
' dei carbonari che non hanno ri
tegno di approfittarsi da due so
| di in su.